La vicenda estiva della possibile riqualificazione del Passo Rolle (da un progetto dell’azienda La Sportiva) è stata da noi trattata in due articoli (https://gognablog.sherpa-gate.com/passo-rolle-svendita-rilancio-rinascita/, del 2 luglio 2017, e https://gognablog.sherpa-gate.com/passo-rolle-distinguere-unidea-un-progetto/, del 3 agosto 2017). In seguito si è avuto notizia dell’abbandono del progetto. Il passo Rolle diventa un “caso”.
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Soldi a chi dismette gli impianti
di Gianpaolo Tessari (da Trentino del 31 ottobre 2017)
Turismo invernale e tutela paesaggio, la “querelle” del Rolle ha suggerito alla Provincia di Trento di cambiare approccio al tema. E forse, se non si è già fuori tempo massimo, potrà essere rivista anche la partita che ha visto in campo, per poi ritirarsi, l’imprenditore Lorenzo Delladio con il suo progetto per l’outdoor al Rolle.
Vediamo: partendo proprio dalla travagliata vicenda della riqualificazione degli impianti sciistici sul passo Rolle, ieri il presidente della giunta Ugo Rossi alla maggioranza che lo sostiene in Provincia ha detto di voler evitare, d’ora in avanti, la divisione netta, la guerra di religione tra ambiente e impianti di risalita che ha tenuto banco negli ultimi decenni della storia del Trentino. Cambiando marcia.
Come? «Nella manovra finanziaria ci sarà una norma che, recuperando il dibattito e le sollecitazioni arrivate sul Rolle (sia dai partiti che dalla società) stabilisca questo: le stazioni sciistiche che costruiscano dei progetti di rigenerazione della loro offerta turistica attorno ad un’idea di dismissione di impianti saranno sostenute dalla Provincia sotto diversi profili» ha detto Rossi, cogliendo alla sprovvista i partner del centrosinistra che, proprio sulla vicenda del passo Rolle, non avevano risparmiato critiche e perplessità. Ora però Pd ed Upt, riservandosi di voler vedere nei dettagli il contenuto della manovra, non nascondono la propria soddisfazione per le novità.
Ma come si strutturerà la norma che verrà inserita in Finanziaria? «Daremo la possibilità di vedere velocizzati i tempi dal punto di vista urbanistico. Un esempio? Se ci sarà la necessità di fare altre infrastrutture queste potranno avere via libera, tenendo però conto di un saldo ambientale favorevole. Ma, soprattutto, i progetti che si muoveranno nell’ottica di recupero del territorio saranno sostenuti da un punto di vista finanziario.
In questo senso Trentino Sviluppo, che oggi può finanziare la costruzione di nuovi impianti, potrà finanziare anche dismissioni e altri progetti di sviluppo alternativo. Questa è una norma che può essere, (perché no?) applicata anche al Rolle» osserva Rossi.
«È un approccio nuovo dal punto di vista concettuale ed è un cambio di marcia non solo legato a una specifica stazione, ma riguarda l’intero territorio provinciale. Fin da subito faremo un bando che finanzia anche la costruzione dell’idea, anche la fase progettuale. La logica? Quella di avere anche delle idee innovative ma dentro un approccio complessivo della nostra offerta turistica. Ci vorranno ovviamente dei requisiti: ci dovrà essere un accordo con il livello locale, sia istituzionale che finanziario, che dovrà essere coinvolto attraverso i protocolli.
La regia sarà comunque provinciale. Questo per mettere a fattore comune tutte le sollecitazioni che sono arrivate in queste settimane: vorremmo evitare per il futuro un’impostazione troppo schematica, quella del dualismo ambiente/impianti. Un dibattito che altrimenti, era impostato, sulle contrapposizioni» spiega il governatore.
Certo ora si dovrà capire se dietro alle buone intenzioni e alla volontà di riportare l’unità in maggioranza, la norma avrà davvero ali per volare. Tradotto: quanto peso finanziario avrà in questa fase di avvio?
Alessio Manica
In ambito politico, Pd e Upt hanno dato disco verde al progetto: «Uno strumento utile suggerito dalle nostre aspre critiche».
«Se il dibattito, anche acceso, di questi giorni ha portato a dire che è tempo che il Trentino si doti di strumenti di riconversione di alcune zone che decidono di cambiare modello di turismo, il nostro giudizio è positivo. Forse avremmo dovuto dotarcene già quest’anno. Come sosteniamo progetti di riconversione dell’industria è opportuno farlo anche per il territorio. La mia speranza, e voglio leggerla così, – spiega il capogruppo del Pd trentino Alessio Manica – è che questa norma possa aiutarci a considerare ancora il Rolle come un’ipotesi di lavoro aperta. Se così non fosse, se non si potesse applicarla anche al Passo al centro del dibattito, sarebbe una sorta di strabismo».
Il capogruppo dell’Upt, Gianpiero Passamani: «Ci pare positivo che questo tipo di investimenti venga strutturato con una norma. Senza fare tanti giri di parole potrà essere utilizzato in modo proficuo anche sul Rolle. E aldilà dell’esempio attuale de La Sportiva di Delladio ci saranno altre località che potranno utilizzarlo».
La notizia delle agevolazioni per chi smantella gli impianti di risalita ha colto di sorpresa molti, tra i quali lo stesso Lorenzo Delladio (CEO di La Sportiva).
«È la prima volta che sento questa cosa. Ma per me il caso è chiuso» replica Delladio, dicendosi estraneo all’ultimo capitolo della vicenda passo Rolle.
Così l’imprenditore si sfoga con il giornalista Andrea Selva: «Che effetto mi ha fatto questo dibattito politico dopo che gli impianti sono stati venduti e quindi a giochi fatti? Per me è una cosa strana, sono fuori dalla politica, anche se mi hanno spiegato che il dibattito ritardato è piuttosto normale.
Mi sono trovato dentro una situazione che non avevo calcolato: volevo inseguire un mio sogno e ora mi sento un pesce fuor d’acqua perché questo non è il mio mondo… Io faccio l’imprenditore, porto nuove idee, voglio innovazioni nella mia azienda e in questo caso mi accosto al turismo. Qualcuno non ha voluto capirlo. O forse non ha potuto capirlo…
Si è trattato di pochissime persone che la pensano in modo diverso, mentre la maggior parte delle persone ha capito questo progetto. Da Messner che è intervenuto l’altro giorno (e non è certo l’ultimo arrivato) fino a tutte le persone che intervengono sui social network. Ma ormai è tardi…
Il progetto (che mi è costato tempo e soldi) è in un cassetto. Non l’ho certo stracciato, ma i numeri e i dati erano logici al passo Rolle, da altre parti secondo me sarà difficile portare una cosa del genere. Lì al passo Rolle il progetto aveva una sua unicità: tolgo degli impianti per fare un parco. Per andare in un altro posto lo può fare chiunque…
Il rilancio per prendere la società Sitr era possibile: i 200 mila euro in più (che pure sono soldi) non erano così determinanti all’interno dell’operazione. Non è una questione di soldi, ma del clima sbagliato in cui maturava questa cosa. La corsa al rialzo non mi avrebbe portato da nessuna parte, perché mi sarei ritrovato contro proprio i primi interlocutori con cui avrei dovuto lavorare…
Francamente non vedo le condizioni per ripescare il progetto dal cassetto. Non è più possibile, mi sono anche demotivato. Era un sogno che coltivavo assieme ai miei amici e nella nostra logica non ci doveva essere nessuno contrario, ma ci aspettavamo tappeti rossi. E invece niente, c’è stata un’assoluta minoranza di contrari. Ora lasciamoli andare avanti. Diciamo che si sono presi una grandissima responsabilità nei confronti del loro territorio e del passo Rolle. Secondo la mia logica non funzionerà, perché il turismo vuole qualcosa di differente. Auguro a loro di portare avanti questo progetto, ma in funzione degli abitanti e degli operatori del passo che hanno bisogno di lavorare».
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Totalmente d’accordo con Casanova! Ma vorrei sapere cosa ne pensa del turismo del lusso all’insegna di un’effettiva sostenibilità ambientale. Per quanto ne sono io si tratta di una gallina dalle uova d’oro grazie agli alti margini uniti a un basso rischio imprenditoriale e a una grande visibilità mediatica. Però è un turismo per pochi eletti in grado di permetterselo. Si tratta dell’unica ricetta per difendere l’ambiente? Per il futuro del Rolle? Non ci sono alternative più equilibrate?
E’ una farsa di Rossi per recuperare le idiozie commesse riguardo La Sportiva. E poi perchè dare soldi a chi smobilita? Sono soldi nostri, chi abbandona deve avere la responsabilità ed anche i costi del ripristino. Non cadete in queste trappole della miseria dei politici del Trentino.
In estrema sintesi:
1) denaro pubblico quando si tratta di costruire nuovi impianti sciistici;
2) denaro pubblico quando si tratta di dismettere vecchi impianti sciistici.
Chi paga? Paghiamo noi contribuenti. Nel frattempo i privati fanno i soldi.
Mossa astuta, quella della Provincia di Trento, motivata soprattutto dal tentativo di recuperare consensi dopo il fiume di articoli di disappunto sull’abbandono del progetto La Sportiva per il Rolle, da quelli di ambientalisti più o meno purosangue a quelli di insigni giornalisti di tutte le sponde. Si direbbe che tutti, davvero tutti, si stiano strappando i capelli (almeno chi li ha ancora) per la grande occasione perduta.
Se ho capito bene ci troveremo nell’immediato futuro con una Trentino Sviluppo che investirà soldi pubblici in stazioni decotte costruendo mega bacini nel tentativo di farle rinascere e al tempo stesso investirà nella rottamazione di stazioni con caratteristiche analoghe. Inutile dire che sono perplesso su tale capacità distintiva, che dovrebbe essere propria di chi dovrà prendere tali strategiche decisioni, nonché sull’effettiva ratio delle stesse.
Ma non è questo il punto. Ritornando al progetto La Sportiva che ha scatenato tante reazioni a me pare che si sia perso di vista, non so se volutamente o per disattenzione, un dubbio iniziale, messo in evidenza molto bene da Alessandro Gogna alla fine del primo articolo del 2 luglio scorso su questo blog: il progetto, concludeva Gogna, “non deve diventare la solita isola per ricchi, in realtà ricca solo di quei soliti ed ‘esclusivi’ intrattenimenti che alcuni particolari del progetto lasciano ampiamente supporre”.
Nel mio intervento al suddetto articolo del 2 luglio ed in quello di Luca Visentini allo stesso articolo si sottolineavano le problematiche relative al turismo del lusso, al turismo per pochi, mettendo in evidenza perchè tanto attrae gli imprenditori in quanto redditizio business e anche gli ambientalisti a cui non fanno certo paura i ricchi, purché l’ambiente sia preservato, lasciando le masse di ignoranti pistaioli in città.
Non ho letto in dettaglio il progetto ora custodito nel cassetto di La Sportiva. Non ho seguito le diverse riunioni. Se il progetto è stato corretto e non é più una proposta che si rifà alla filosofia del turismo del lusso, penso sarebbe meglio metterla, più che in un cassetto, in un congelatore a lunga conservazione, come tanti altri buoni progetti del genere che hanno avuto meno fortune mediatiche. In un futuro più o meno lontano potrà essere ripreso o comunque passare alla storia. Se invece il progetto e l’idea di base sono rimasti sostanzialmente ascrivibili al turismo per pochi allora proprio non capisco come continui ad essere presentato su tutti i quotidiani locali (Adige, Trentino, Corriere del Trentino) e sulla stampa specializzata (Dislivelli) come la vera alternativa virtuosa alla quale tutti dovremmo giustamente (sottolineo il ‘giustamente’) mirare.