Penso sia importante e urgente dare voce agli studenti che hanno dato vita ad un’assemblea d’istituto (circa 450 studenti, ginnasio e liceo classico) sul tema della biodiversità, dell’acqua e dei ghiacciai, in anticipo sulla Giornata Internazionale del 21 marzo 2025 per la sensibilizzazione al tema della fusione dei ghiacciai del Pianeta. Una ragazza del IV Ginnasio ha scritto l’articolo qui sotto riportato, a riprova di come gli studenti (non tutti), se sensibili, sanno essere consapevoli, hanno voglia di chiedere e vogliono essere informati. La scuola superiore talvolta è distante rispetto alle loro richieste e impreparata perché i temi sono molto sfidanti. Trovo importante dar voce a questa “bella gioventù” che chiede più impegno e reclama di sapere come stanno andando le cose su questo Pianeta: perché si tratta del loro futuro (Ines Millesimi).
Toccherà a noi
di Margherita Boccanera (Liceo Classico, Rieti)
“Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, quando avrete pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato l’ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro (Toro Seduto)”.
Queste sono le parole riportate da una ragazza durante l’assemblea degli studenti, molto partecipata, che si è tenuta a Rieti, al Liceo Classico Carlo Jucci, giovedì 6 marzo 2025. Una consultazione volta a sensibilizzare gli alunni sul tema dell’ambiente: al centro dell’approfondimento sono stati la biodiversità, gli ecosistemi, l’acqua e i ghiacciai. Questo macro argomento ci ha unito e insieme coinvolto perché si tratta non solo del futuro del Pianeta ma del nostro futuro e della salute degli esseri viventi, anche dei nostri futuri figli.
Per celebrare la Giornata Internazionale dei ghiacciai abbiamo ripercorso dal punto di vista scientifico e divulgativo la loro agonia. Culminata con un time-lapse di un ghiacciaio lombardo in sofferenza, con le foto degli orsi polari che non hanno più il loro ecosistema, con il racconto del Ghiacciaio del Calderone (Abruzzo) estinto visivamente ma ora declassato a glacionevato, l’assemblea, pur nelle difficoltà di audio, è stata utile. Ci hanno colpito gli “animali migranti” che abbandonano le terre e le loro fasce climatiche per salire più in alto a causa del riscaldamento globale o scendere più in basso per cercare cibo. Ecco perché si tratta di una questione che ci riguarda, ed ecco perché dobbiamo preoccuparcene non solo per il presente, ma soprattutto per il futuro facendo nostro e riflettendo su quel detto indiano: “noi non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli”, citato nel dibattito degli studenti.
All’assemblea nella grande palestra del Liceo sono stati invitati da noi alcuni esperti di riferimento di alcune associazioni (WWF Lazio, Pos Tribù) e l’Università (corso di Scienze della Montagna). Giampiero Cammerini, rispondendo dopo la sua presentazione digitale alle nostre domande, ci ha fatto capire la differenza che passa tra progresso, crescita e sostenibilità ambientale alla luce dei nuovi scenari. Filippo Bellini ha illustrato la problematica dell’inquinamento dell’acqua (per esempio i PFAS in Veneto), ma anche la crisi idrogeologica in relazione al cambiamento climatico, e ci ha parlato del fiume Velino e delle sorgenti del Peschiera. Abbiamo capito come tutto è interconnesso. L’ecosistema e gli esseri umani in stretto contatto hanno bisogno di equilibrio. Perciò toccherà a noi, se non si cambia paradigma, superare la logica estrattiva di sfruttamento selvaggio delle risorse perché non sono infinite. Inoltre gli esperti hanno mostrato qual è il maggiore problema ambientale degli ultimi decenni dopo la seconda rivoluzione industriale, ovvero il riscaldamento globale, un fenomeno che non riguarda solo le calotte polari che si fondono, ma anche di riflesso l’intera Terra.
Anche a Rieti possiamo constatare che la neve ormai è un evento raro che non perdura come un tempo, a causa dell’atmosfera mediamente più calda. L’innalzamento delle temperature medie dell’aria sta portando al ritiro e fusione dei ghiacciai con le loro conseguenze, tante e molto preoccupanti, comprese le migrazioni dei popoli a causa della siccità e le guerre per l’accesso all’acqua potabile. O al progressivo aumento del livello del mare. Sembrano cose distanti dalla nostra “oasi mediterranea”, eppure come ci ha mostrato la prof.ssa Ines Millesimi che ha partecipato alle giornate di studio sul Ghiacciaio della Marmolada organizzate dall’Università di Padova con la Carovana dei Ghiacciai di Legambiente, l’innalzamento delle acque, se continua a questo ritmo accelerato, farà scomparire molti ghiacciai e alcune spiagge dell’Adriatico dove abitualmente noi andiamo in vacanza. Non domani, ma nel 2050 non ci sarà più il Ghiacciaio della Marmolada e si camminerà sulla nuda roccia. Non domani, ma nell’ipotesi della crescita di immissioni di CO2 nell’atmosfera, e non nel loro contenimento, nei secoli a venire la geografia dell’Italia cambierà: le coste di Marche, Abruzzo e Molise assumeranno l’aspetto di fiordi, la Pianura Padana sarà allagata, la Sicilia un deserto roccioso.
Qual è quindi la causa principale di tale scenario catastrofico? La risposta dei nostri tre invitati è stata la stessa: l’impronta antropica e l’uso eccessivo di combustibili fossili. Quali le conseguenze? Tutti gli effetti del cambiamento climatico sulle nostre vite, sulla economia e sulla sopravvivenza delle specie animali e vegetali. Sembrerebbero inevitabili quindi la perdita di alcuni ecosistemi, il riscaldamento climatico che renderà la terra invivibile e calda, i disastri alluvionali e un futuro apocalittico e di desolazione. Ma ancora si può fare qualcosa, ed ecco perché le prospettive che abbiamo elencato ci devono spingere a trovare soluzioni, ad agire e soprattutto a recuperare il salvabile.
Cominciamo da noi, si è detto nel dibattito degli studenti. Sono piccole le azioni quotidiane di cui possiamo farci carico, come prendere i mezzi pubblici per andare a scuola, evitare gli sprechi anche dell’acqua, diminuire l’utilizzo dell’elettricità quando non serve, comprare meno vestiti di fibre sintetiche che rilasciano microplastiche nell’ambiente e finiscono in discariche. Ma anche impegnarci per le cause giuste. Se uniti e consapevoli delle conseguenze e degli impatti, possiamo combattere per esempio l’eccessivo disboscamento. Gli alberi infatti sono un mezzo tramite il quale riusciremmo a diminuire alcuni gas serra prodotti dalle attività umane, tra i quali c’è anche l’anidride carbonica. Nell’assemblea è stata ricordata l’Enciclica di Papa Francesco, le posizioni di Pier Paolo Pasolini sull’ambiente, i detti indiani e il richiamo al “cervello ghianda” che pensa a lungo termine. Sono importanti i piccoli gesti, le idee e gli obiettivi per creare un domani migliore. Insieme aiuteremo il nostro territorio, i suoi animali, il mare, aiuteremo la terra, la nostra casa e il nostro futuro.
In questa fase storica di transizione, in cui si parla più di guerra che di pace, è necessario fermarsi e intraprendere tutte le azioni necessarie per la sopravvivenza.
La raccomandazione alle Redazioni
di Ines Millesimi
Ho chiesto alla collega responsabile dell’Istituto dei rapporti con la stampa locale di inviare lo scritto di Margherita Boccanera per diffonderlo sulla stampa online, ma mi ha risposto negativamente, perché 1) già il nostro liceo rischia di essere sovraesposto per le tante iniziative che intraprende (e la bulimia della comunicazione danneggia chi la fa, osservazione che condivido); 2) sebbene virtuosa e meritoria, non è una notizia pubblicare cosa si fa in un’assemblea degli studenti (non sono affatto d’accordo, nella misura in cui nelle scuole occorre stimolare livelli più alti di dialogo e di dibattito; gli studenti se resi protagonisti sanno benissimo coinvolgersi e coinvolgere, preparandosi).
Ecco perché vi ho chiesto di pubblicare cortesemente questo contributo con le modifiche che riterrete opportune per i vostri spazi redazionali e tra i vostri canali. Spero che i ragazzi si contagino tra loro, sappiano replicare in altri contesti le loro azioni partecipative e democratiche. Invio anche foto di cui avete il nullaosta con la presente per pubblicare, se lo riterrete opportuno.
Sul fronte della cattedra del tavolo dei relatori figurava la bandiera celeste della Carovana dei ghiacciai che abbiamo portato sul Ghiacciaio della Marmolada. Per dare voce, dal basso.
Come scrive Erri De Luca, le nuove idee e spinte di posizione, seppure talvolta in modo scomposto e incoerente (aggiungo io), vengono oggi solo dalle Università, dalle assemblee delle scuole, dagli artisti internazionali. Non vedo altro intorno a me.
Grazie della vostra considerazione, un caro saluto e W la pace.
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Tra apocalittici e integrati sicuramente sono tra gli apocalittici…..ad ogni modo ….abbiamo permesso a questo sistema di diventare assurdo e l’abbiamo permesso perché abbiamo vissuto un periodo di vacche grasse estremo……esempio metto i soldi in banca e pago( assurdo) ma non ho scelta se voglio lavorare devo avere un conto. …assicurazioni…..obbligatorie quasi per tutto….eppure se crolla un ponte e crepano 40 persone …non importa….il Pianeta è al collasso …eppure, il mercato delle certificazione green pare non essere mai stato così florido…..hai una raffineria di petrolio? Ti compri un boschetto da qualche parte e sei green che problema c’è…..???? Ma poveri ragazzi che gli lasciamo un mondo di merda …..altro che cyber bullismo?????
Ci puoi andare a piedi, oppure in bicicletta.
E poi chi te l’ha detto che i rifiuti abbandonati li guardo e basta?
Sai una sega te di me se li lascio lì.
Non ci vado, perché il mio viaggio da qui a li inquina più delle cartacce che invece che guardarle basta raccogliere
Vai sulla spiaggia dopo una giornata di libeccio e poi vediamo cosa ci trovi
E’ solo il turista che sporca?
I rifiuti abbandonati dovunque, sarebbe il turista che ce li lascia?
Ma tu sii un pò oggettivo.
Guardate la pagliuzza e non vi accorgete della trave
Messia bentornato!Ce ne ha messo… però devo dirle con rammarico e molta umiltà dolore(molto)e tristezza che ci siamo accorti del palo e preferivamo la pagliuzza ahhhii che dolor!
Ma quale turista?!?!?
Ma quale carta?!?
Ci accorgiamo di tutto!!
Non abbiamo gli occhi foderati di prosciutto fatto con i maiali lasciati a marcire nella merda degli allevamenti intensivi.
Continuate a confondere la cartaccia lungo la strada ( segno di maleducazione) con un danno ambientale.
Il vero danno è il sistema che ha condotto li il turista a gettare la carta. L’ambiente è offeso dall’aereo che prendere per andare a scalare le montagne….non dalla bombola di ossigeno che abbandonate sulla montagna.
La biodiversità marina non è vittima della plastica che le correnti stanno raggruppando in una immensa isola, ma dall’overfisching per il susci.
Guardate la pagliuzza e non vi accorgete della trave
Oggi in un qualsiasi supermercato hai l’opportunità ma anche paradosso / opzione di prendere le verdure sfuse oppure confezionate e così per carne e pesce e pure il pane, ma che la fa davvero sporca è l affettato mito dei ricordi di qualsiasi drogheria di paese..confezioni di ogni tipo e peso e quindi tutto raddoppiato per la gioia ecocentrica.
“Signo’ glielo affetto er salame?
Mica sono un salvadanaioo! ”
Giusto per sorridere un po’
Con la civiltà dell’usa e getta è l’ora di farla finita. Ci sta sommergendo di rifiuti.
Quando ero ragazzo mia mamma mi mandava a prendere il latte dalla contadina con la bottiglia di vetro.
Adesso non si può, è pericolosoooooooo!!!!!!!!
Sta di fatto che io sono ancora vivo e vegeto.
Ma oggi si preferisce la plastica, è più “igienica”…..
Il problema è esattamente questo.il green è un business….altrimenti sarebbe troppo facile. soluzione. Ridurre i consumi quasi a zero. Faccio un esempio: io e mia moglie 1 sola automobile 1 PC. Ecc ecc ecc. niente. ridotto tutto al minimo. Certo crollerebbe l’economia( questa) se tutti facessero come noi però non si può avere la botte piena e la.moglie ubriaca…..
“Non so perché non si progettino imballaggi alimentari riurilizzabili ed autoclavabili”
La risposta è semplice caro Expo, perché i padroni della melonera pensano che a loro non convenga.
Per fare un esempio, quando io ero giovane le bottiglie della birra e del latte erano uguali per tutti i produttori, con una cauzione (che qualche volta mia mamma mi lasciava come mancetta se le riportavo io in negozio) e riutilizzate.
C’è anche da notare che i produttori si erano autorganizzati per questo.
Ma poi qualcuno ha pensato che c’era il libero mercato, la libera concorrenza e che per aumentare il fatturato avrebbe dovuto distinguersi. Eppoi le bottiglie rese dovevi lavarle, togliere l’etichetta, sterilizzarle tutto a tue spese. E probabilmente gli stava anche sul culo restituire la cauzione per la bottiglia di un concorrente!
Così adesso abbiamo millemila forme e dimensioni differenti e le bottiglie di plastica per il latte.
Secondo me andrebbe enfatizzato il fatto che prima ancora di riciclare dovremmo riusare.
Non so perché non si progettino imballaggi alimentari riurilizzabili ed autoclavabili , con un importante “cauzione” se non li rendi.
Incasina un po’ le cose , ma ridurrebbe un frego di schifezze in giro.
Non si tratta di libera interpretazione.
Ma del concetto di produrre meno rifiuti, (come giustamente ha scritto Grazia) che non vuol dire non fare la raccolta differenziata, ma ad esempio, limitare gli imballaggi che sono assurdamente esagerati, è più l’imballaggio che il contenuto. Quindi fare un cambiamento radicale alla base.
Libera interpretazione di parole non mie.
Vabbè, avanti al centro contro gli opposti estremismi
Te la suoni e te la canti.
Con la merda, bottino/perugino, come faceva il mi nonno, ci concimo l’orto. Prima l’assaggio intingendoci il dito, per vedere se è maturo al punto giusto. Mi vengono de pomidori buonissimi.
Uuuuuu….ti scandalizzi per una parolaccia. Sei talmente più educato fino a giustificare i rifiuti gettati e abbandonati in giro a marcire lungo strade, nei prati, nei boschi, sulle spiagge. Bella educazione la tua. E che la penso diversamente da te, non ci sono dubbi e ne sono orgoglioso.
…o forse è gente che la pensa diversa da te…. E senza dubbio più educata.
Mah! Poveri figli se questi son padri
Ah…, mi dimenticavo le teste di cazzo. Quelli sono i rifiuti peggiori.
e te, ci seguirai a rota.
Visione ben poco ambientalista considerare merda come rifiuto.
Voi che proponete rifiuti zero anziché impegnarvi a produrre rifiuti utili…..temo anticiperete la nostra inevitabile estinzione
31. Sì Carlo. Peccato che il loro rifiuto permetta di vivere a tutte le specie viventi della Terra, mentre il nostro insieme di rifiuti le fa estinguere, noi compresi. Una sottile differenza che evidentemente ti è sfuggita.
E certo, e come dici te. Infatti sui bordi delle strade non ci sono lattine e plastica, SONO pieni di mucchi di merda di vacca. In mare finiscono gli stronzi galleggianti, e NON la plastica. Non ci sono le microplastiche, ma la micromerda. A Taranto l’aria è avvelenata dal puzzo degli stronzi di vacca e NON dai fumi dell’acciaieria.
Non è nemmeno difficile da capire che il grosso dell’inquinamento viene dall’ allevamento e dall’ agricoltura che producono proprio quegli alimenti che hanno bisogno della confezione.
Quindi il rifiuto è il contenuto o il contenitore?….di quale dovremo provarci?
Non è difficile rendersi conto che sono più gli imballaggi che gli alimenti in essi contenuti.
Rendo noto agli ambientalisti che sostengono la non produzione di rifiuti che l’ossigeno è per le piante ….un rifiuto
Ha ha ha vorrei vederlo l’asinello condotto da disagio sociale in tangenziale a Milano.
La soluzione non è affatto non produrre rifiuti, la natura di basa sul riciclo e ne perpetua un circolo chiuso……ma non saranno le nuove generazioni, né i loro genitori a farlo
Raccontava una fiaba che in alcune grandi città del centro e del Sud Italia , alcuni esponenti politici del “Partito delle stelle” avevano promesso ai loro elettori che avrebbero superato la raccolta differenziata degli stati scandinavi semplicemente non producendo più i rifiuti con una “grande magia”.
I saggi del paese apparivano dubbiosi , perché i cittadini di quelle città uscivano dai centri commerciali sfondati di imballaggi di plastica per alimenti e non , che combinavano sapientemente con gli altri rifiuti per creare una merda inestricabile.
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Altri anziani si chiedevano dove sarebbero finite le camionate di oggetti imballati consegnate da Amazon e Alibaba, ma i politici stellati compativano la loro ignoranza : grandi cose erano in arrivo.
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La storia non racconta che ne fu delle promesse strane , dice solo che molti sindaci tornarono a casa incalzati dai cinghiali che rovistavano nella spazzatura creata ad hoc da qualche stupido nemico politico.
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https://www.google.com/amp/s/amp.romatoday.it/politica/termovalorizzatore-decreto-aiuti-m5s.html
vero!!!
Carlo, non so in quali termini sia apparsa scortese.
Dove abiti?
La soluzione ai rifiuti non è differenziare, ma non produrli.
Posso raccontare che Zafferana Etnea è stata fra le prime città in Italia a fare la differenziata e che Castelbuono, comune delle Madonie, pratica la raccolta differenziata a dorso d’asino impiegando cittadini con disagi sociali.
Questa, tuttavia, non è la soluzione.
Recentemente ho visto una serie televisiva inglese che mi ha colpito al cuore: “Adolescence”. Ho scoperto la cultura incel, red pill & blu pill e altre cose che noi adulti ignoriamo. Veicolate dalla rete girano tra gli adolescenti sostanze tossiche, non solo chimiche, ma ideologiche e noi baby boomer sappiamo bene quanto da adolescenti sia facile cadere nelle trappole della dipendenza e dei falsi profeti e ne abbiamo viste le conseguenze su un’intera generazione. Ho paura che oggi con i social imperanti, i pericoli siano ancora maggiori di quelli della nostra adolescenza analogica. Ben vengano dunque gli antidoti a queste tossicità, anche se magari ingenui e idealisti. Ma è giusto così: quando mai l’adolescenza è stata l’età del realismo pragmatico? E mi permetto anche di rivolgere un sentito grazie alle persone come Ines e i suoi colleghi che sono sulla linea del fronte e che indipendentemente dalle loro posizioni politiche e ideali tengono botta, non ammainano la bandiera bianca e non dimenticano che un insegnante è anche un educatore. Grazie te e agli altri per quello che fate. Da moderato quale irrimediabilmente sono, non sempre condivido le tue posizioni ma sono convinto che gli insegnanti come te e i tuoi colleghi in giro per il paese siano un baluardo di importanza fondamentale per i nostri ragazzi. Tenete duro.
Poco cortese grazia
Qui la differenziata è all88% quindi ha poco da semplificare se non prima di essersi avvicinata a simili virtuosismi
Qui da noi la monnezza non bien gettata, ma conferita….in bidoni chiusi a chiave custoditi presso le isole ecologiche
Nel suo mondo nin sò
Gli studenti???? Ma che siamo tornati nel 68-78???? Fatemi ridere…..sono la nuova generazione di uomini topi…pronti ad essere inginocchiati a servire valori della società…..poveracci …..lì fanno il lavaggio del cervello e come aspettative pulire i cessi all’Ikea….i giovini punk inglesi negli anni settanta l’avevano ben capito…e infatti dicevano drink fast die young……piuttosto che come voi ci ammazziamo insomma …….che dire oggi si ammazzano per qualche scommessa sui social…..che vergogna ……
Il premio va senz’altro a te: io non ho mai sperimentato che si provi a puntare il dito su chiunque nascosta dietro a uno pseudonimo e a lanciare anatemi senza conoscere gli attori, soprattutto quando si tratta di morte, per di più prematura.
Non ho mai capito quelli che insultano e commentano brutalmente gli incidenti in montagna e altrove senza essere stati presenti. Mi sai che sei tra questi.
E ora torno al blog, magari cercando e leggendo qualcosa di costruttivo da condividere.
Grazia , calma e gesso , sono il primo a dispiacermi per un ragazzo annichilito dalla depressione che si toglie la vita o ci prova , ma non lo faccio per un coglione che muore cercando di inghiottire sei krapfen per fare il figo con gli amici.
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Premio Darwin
Expo, oltre a non volervi mettere la faccia, non leggi con attenzione: suicidi, autolesionismo e atteggiamenti che mettono a repentaglio la vita come... bla, bla.
Caspita, che analisi con giudizio! Si direbbe che lo conoscessi di persona, invece come i più avrai letto qualche articolo che prendi come oro colato.
Per me resta il fatto grave che i ragazzini non vedano il valore della propria vita, poi ci sono magari dietro famiglie disastrate, senza ideali né capacita di seguire i figli, ma non io non so chi fosse quel ragazzino, quali sogni avesse, perché si sia spinto a fare e non fare. Rimango solo addolorata per la tragedia familiare in corso, che non è qualcosa di sanabile.
come il ragazzino che poco tempo fa è caduto dal tetto di un centro commerciale del catanese.
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Quello non era un suicidio: il ragazzo , in esubero da intelligenza o sostanze, si è arranpicato sul tetto del centro commerciale, e , davanti agli amici basiti , ha mostrato loro quanto era ganzo , saltando su un lucernario.
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Avrebbe potuto ispirare Charles Darwin
A scuola hanno persino reintrodotto l’educazione civica.
Naturalmente mi fa piacere se si costituiscono movimenti studenteschi che abbiano a cuore temi attuali, posto che non si limitino a chiacchierare ma cerchino di mettere in atto qualche strategia nel quotidiano, magari non solo andando a scuola in bus, ma riducendo bisogni e consumi in generale.
Purtroppo si moltiplicano i casi di suicidio, autolesione, atteggiamenti che mettono a rischio la vita, come il ragazzino che poco tempo fa è caduto dal tetto di un centro commerciale del catanese.
14 @Grazia for president!
14@Grazia for president
Esistono corsi per imparare a comunicare la sostenibilità.
Non per praticarla ma per comunicarla.
C’è poco da fare dal terrorismo in giù.
Sarebbe un ottimo dissuasivo. Prima di buttare una lattina, una bottiglia di plastica dal finestrino della macchina, o lasciare i rifiuti dopo il bagno al fiume, ci penseresti.
Grande novità: la maggior parte della spazzatura in giro è quella che cade dai camion della nettezza.
Forse viviamo in mondi separati, ma dare il merito della presenza di spazzatura OVUNQUE ai netturbini mi pare un po’ semplicistico e poco leale.
La maggior parte del pattume lungo le strade è quello che cade dai camion della nettezza.
Poi va aggiunto chi, per vari motivi, non ha la chiave dei cassonetti.
Una società unica è quella profetizzata da Marx dei molti deboli contro i pochi forti …..han vinto questi ultimi
Avanti così, è nel nostro destino estinguerci…. l’ambiente si riprenderà come ha sempre fatto.
Peccato per chi dovrà vivere la fine del sapiens
L’immagine di tre impiccati al tramonto con lo sfondo di una catena montuosa e una musica di Morricone non è male
Prima o dopo esserti beato di un immacolato paesaggio alpino?
Grido di dolore??? Agnello all’altare???
La mia è pura incazzatura. Io questa gentaglia l’appenderei al primo albero.
Il grido di dolore che non modula la sua acutezza di fronte ad un “tutto male” che va dalla estinzione delle Apuane alla monnezza per le strade è pari al belare dell’agnello sacrificale che, nell’avviarsi trotterellante all’altare, dice in un unico rantolo: toro seduto, Pasolini papà Francesco.
Dimenticavo…avercene di studenti e docenti come la Millesimi!
Plauso!
Gia Alberto – Il menefreghismo a latere delle strade ,dei primi facili boschi come delle rive e spiagge è visivamente doloroso per chi come il sottoscritto è da una vita che raccoglie nelle passeggiate col cane i rifiuti che vanno dalle bombolette spray anni 70 alle lattine performanti 2025…non mi sembra affatto ci sia più coscienza e rispetto dell’ ambiente oggi che come attenuante dovremmo avere la conoscenza.
Ma mentre non si può imporre, ma neppure convincere gli altri dei propri valori personali – in questo caso il rispetto dell’ambiente – si può sanzionarli in base a leggi comunitarie.
Non è solo maleducazione, è vera e propria intenzione, è arroganza: “non me ne frega un cazzo”.
Ma, mentre la maleducazione a livello “comunitario” può andare incontro ad una sanzione, perché ci sono regole condivise, a livello planetario no.
Ma, mentre la maleducazione a livello “comunitario” può andare incontro ad una sanzione, perché ci sono regole condivise, a livello planetario no.
Pia illusione, come si fa a pensarlo, dal momento che in molti se ne sbattono dell’ecologia. Basta vedere un fenomeno banalissimo, il pattume gettato e disseminato lungo i bordi delle strade.
La questione ecologica, per non diventare un ennesimo millenarismo inconcludente che si esaurisce nelle buone intenzioni, dovrebbe interrogarsi sulla possibilità di pensare l’umanità tutta come una unica comunità.
Questo perché un’etica, cioè una serie di norme comportamentali basate su valori condivisi, è pensabile solo a partire da una condizione concreta e generale di fini.