Quel che segue è il programma elettorale della Guida Alpina Stefano Michelazzi, candidato per le prossime elezioni al Consiglio Direttivo del Collegio Nazionale delle Guide. Con un suo commento esplicativo. Entrambe le comunicazioni sono tecnicamente rivolte alla Guide Alpine italiane, ma per la chiarezza delle idee, e per la loro forza (così necessaria oggi), le pubblichiamo volentieri.
Se altre guide vorranno seguire l’esempio, saranno le benvenute.
Un buon programma elettorale
di Stefano Michelazzi
Caro Collega,
prossimamente vi saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo del Collegio Nazionale delle Guide Alpine.
Ho deciso di candidarmi e di seguito indico alcune delle motivazioni che mi hanno spinto a farlo.
Dieci minuti del tuo tempo dedicali a leggerle e a pensarci su.
Intanto grazie e Buon Lavoro!
Programma
“Il mondo evolve, le persone evolvono, la montagna rimane sempre al suo posto. La Guida Alpina con la sua ormai secolare tradizione ne caratterizza la frequentazione e deve essere detentore di una cultura dell’Alpe che sia formativa per chi la frequenta, sia nella sua figura di massimo professionista, sia nel rispetto della montagna stessa come ambiente da preservare.
Il tecnicismo e la commercializzazione sfrenata delle nostre attività che rappresentano l’andamento dell’ultimo decennio, hanno sconvolto la figura della Guida avvicinandola lentamente a quella di un accompagnatore da parco turistico, più che a quella tradizionale di conoscitore profondo della montagna, allontanando il grande pubblico da quel mito che, anche senza volerlo, rappresentiamo.
Questo atteggiamento ha fatto sì che la nostra figura professionale venisse intaccata da diversi fronti danneggiandola e in alcuni casi calpestandola come i recenti emendamenti della legge trentina di cui tutti abbiamo sentito.
Un ritorno e un’evoluzione in positivo di ciò che sarebbe bello definire ancora “Professionista del vuoto” è il mio impegno!”
Commento
In poche righe ho sintetizzato un impegno che credo sia “non da poco”, se consideriamo che qualsiasi azione, sia essa positiva o negativa, che il nostro “Collegio Nazionale delle Guide Alpine” porterà avanti avrà in ogni caso una ricaduta sui suoi iscritti e quindi su di noi, le Guide Alpine.
Guida Alpina o guida alpina? Maiuscolo o minuscolo per definire questa professione così unica e in alcuni casi (troppi purtroppo) sconosciuta o mal-conosciuta?
Personalmente per diventare Guida Alpina, per realizzare quel sogno che sono convinto, per diversi motivi uguali o completamente diversi tra loro, tutti abbiamo avuto, ho messo in gioco molto della mia personale esistenza e per esercitare a tempo pieno questa unica (ripeto) e meravigliosa (almeno io, nel bene e nel male, la vedo così) professione, le fatiche sono tante, sempre più complesse e sempre più destabilizzanti della figura stessa. Continuo imperterrito a definirla col maiuscolo “Guida Alpina” perché credo che non vi sia altra professione, mestiere o quant’altro, in grado di paragonarsi a ciò che ogni giorno tutti noi viviamo tra soddisfazioni, preoccupazioni, dubbi che sono sempre presenti quando siamo sul campo e non ci sono Santi cui rivolgersi…
Siamo soli a dialogare con l’ignoto! È bello questo dialogo?
Certo! Credo, anzi sono convinto, che sia il motore più importante che ci fa andare avanti e non mollare anche quando la stagione è un disastro, quando speriamo col brivido nella stagione successiva e quando poi appena arriva una giornata di lavoro sorridiamo e ci sentiamo realizzati.
Poco, vero? Se lo guardiamo senza passione è così, ma è la nostra passione che ci fa considerare queste “pochezze”, soddisfazioni che possono riempire un’esistenza in pochi attimi.
Soddisfazioni che probabilmente solo chi esercita questa professione può provare.
Ma capire tutto questo non è facile se non lo vivi e credo che ormai sempre troppo spesso chi si interessa dei nostri problemi, delle nostre gioie e dolori anche economici (perché si può essere eleganti solo con la pancia piena, a pancia vuota si è miseri), è distaccato dalla realtà di vivere ogni giorno le nostre reali problematiche.
Non voglio con ciò dire che vi sia un qualsivoglia fattore di colpa, perché sono convinto che tutti vorrebbero il meglio, ma certamente molte delle azioni portate avanti dal Collegio negli ultimi anni non hanno sortito effetti che si possano dire positivi se non, forse, su piccole questioni.
Mi piacerebbe vedere un Collegio che opera ai fini di creare una nuova figura della Guida Alpina, consona a ciò che oggi viene a essa richiesto. Una Guida Alpina che torni a essere “Signore delle montagne” e non più un accompagnatore a pagamento.
Stefano Michelazzi sulla via Rossi alla parete ovest della Croda di Re Laurino
Personalmente non mi sento una Escort (e non nel senso della vecchia utilitaria della Ford…), ma fatico a farlo capire specialmente ai clienti italiani, i quali culturalmente, malgrado il nostro Paese sia formato per l’80% del suo territorio da montagne, in questo senso sono totalmente da formare.
La vecchia figura della Guida Alpina con cappellaccio e pipa ce la ricordiamo tutti, credo, ed è ormai un ricordo del passato, ma la figura attuale della Guida super-tecnologica che stenta però a far apprezzare l’uscita in ambiente al proprio cliente è un opposto che sta creando diversi danni, primo fra tutti, come detto, una falsa figura professionale che in questo modo viene aggredita ogni giorno da chi tenta di smembrarla per proprio tornaconto. Prova ne sia (oltre a molti altri esempi possibili) l’ultimo emendamento alla legge turistica del Trentino che ammette albergatori e loro inviati a condurre escursioni, novità che ha allarmato anche la stampa straniera…
“Meglio un uovo oggi che una gallina domani” è un proverbio che il contadino non ha mai apprezzato, lui cura le sue galline affinché le uova domani siano di più e ancora più buone oltre che avere galline sane da mangiare!
Una nuova figura capace di fondere esperienze antiche e moderne, con un occhio di riguardo all’ambiente (uno in più, visto che assieme a diversi colleghi spesso ci si è trovati a far pulizie in montagna, ma non basta…!), che sia capace di promuoversi non solo in senso commerciale ma anche formativo e che diventi di nuovo il riferimento sui monti: è ciò cui mi piacerebbe si arrivasse.
Per gradi, senza denigrare ciò che è stato fatto e si fa, ma anche senza ipocrisie, prendendo il buono di uno e dell’altro e facendosi sentire anche e soprattutto a livello mediatico, considerato che è la forma di comunicazione attualmente con più possibilità di raggiungimento dei traguardi.
E cosa comunicare? Ciò che le Guide decidono e non più quello che i Collegi decidono, creando una rete di comunicazione che dia possibilità a tutti di esprimersi e di collaborare!
Demandare il nostro futuro agli altri può essere comodo ma non certo una soluzione. Non siamo in tanti, anzi direi quattro gatti, perciò comunicare fra noi non è così impossibile.
Giungo alla mia candidatura dopo un anno intero a valutare pro e contro, e dopo che molti colleghi in diversi modi mi hanno spronato a farlo.
Non posso promettere a nessuno che ciò che ho scritto potrà essere realizzato, né ipotizzo che sarà una passeggiata, ma non provarci sarebbe come mollare prima del tempo.
Spero che condividerai questi miei progetti.
http://www.stefanomichelazzi.eu/index.html
Alessandro Gogna, Stefano Michelazzi, Silvia Eterni, Ivo Rabanser
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Mi trovo concorde al cento per cento con quello che dice il mio amico Stefano e lo appoggio volentieri, negli ultimi anni ho sentito e letto poco che abbia così spessore.
Auguri Stefano
Non conosco nè ho mai incontrato Stefano Michelazzi, ma bastano queste poche righe del suo programma per dirmi concorde con quel che scrive!
“Il tecnicismo e la commercializzazione sfrenata delle nostre attività che rappresentano l’andamento dell’ultimo decennio, hanno sconvolto la figura della Guida avvicinandola lentamente a quella di un accompagnatore da parco turistico, più che a quella tradizionale di conoscitore profondo della montagna, allontanando il grande pubblico da quel mito che, anche senza volerlo, rappresentiamo. Questo atteggiamento ha fatto sì che la nostra figura professionale venisse intaccata da diversi fronti danneggiandola e in alcuni casi calpestandola…”
I temi sollevati meritano apertura, confronto e fuga dall’autoreferenzialità che spesso affligge tante categorie professionali.
Accidenti! Auguri di cuore. In bocca al lupo! ..e che possa vivere in eterno. Se posso ti chiederei una maggiore apertura verso il resto delle figure professionali che popolano, a vario titolo, quell’ottanta per cento di territorio italiano.