Prendiamo le dovute distanze da questo articolo che pubblichiamo solo perché lo riteniamo decisamente rappresentativo del limitato livello culturale dell’attuale élite arrampicatoria. Si nota la totale assenza di ricerca, accanto alla totale e supina accettazione del tramandato orale e del distillato da internet. Siamo ben consci che stilare una classifica dei dieci free solo più straordinari sia un compito immane: però ci aspettavamo almeno che, dopo l’elenchino raffazzonato, l’autore ci spiegasse che “non è una cosa seria”.
Una lista di dieci free solo fra i più straordinari
di Austin Howell
(pubblicato su redbull.com il 29 novembre 2017)
Al mondo ci sono poche imprese audaci come l’arrampicata “free solo” (arrampicata solitaria senza assicurazione). L’arte di scalare pareti infide con nient’altro che mani e piedi – e senza l’ausilio di corde – per prevenire una caduta potenzialmente fatale. La disciplina comprende tutto, dalle piccole pareti rocciose a intere montagne: ho selezionato alcuni dei più incredibili e significativi “free solo” della storia, con l’aiuto dello storico free climber in solitaria Austin Howell.
Freerider su El Capitan
Location: Yosemite, USA
Climber: Alex Honnold
Anno: 2017
Alex Honnold, 31enne campione di arrampicata free solo, è salito sui 915 metri di parete di granito di questa iconica montagna americana usando solo le mani, i piedi, le scarpe e una borsa di gesso. In seguito Honnold ha detto che il 5.13a è stato «di gran lunga il più difficile» e che «è stato fantastico. Ho fatto quello che faccio normalmente, solo senza una corda questa volta», ha detto.
L’arrampicata libera era vista come l’ovvio “passo successivo” dell’arrampicata in solitaria, ma tutti si chiedevano se sarebbe mai accaduta. Ciò che è sorprendente è che sia servito così tanto tempo perché accadesse (Questa considerazione di Howell è decisamente poco informata. Scritta nel 2017, dimentica una quantità impressionante di scalate solitarie compiute in vero e proprio free solo a partire dai primissimi anni Ottanta! (NdR).
Widow’s Tears
Location: Yosemite, USA
Climber: Vitaliy Musiyenko
Anno: 2016
Questa immensa salita di ghiaccio alta 305 metri si forma raramente, ma quando è avvenuto il 1° gennaio 2016 l’alpinista californiano di origine ucraina Vitaliy Musiyenko l’ha scalata con solo un paio di attrezzi. Più tardi ha confidato: «Tutto quello che volevo era salire la via, se ci fosse stato un gruppo di persone alla base che avesse voluto arrampicarsi in cordata con me probabilmente mi sarei legato a loro». Non c’era nessuno, quindi l’ha fatto da solo.
Cnoc na Mara
Location: Donegal, Irlanda
Climber: Iain Miller
Anno: 2016
Con i suoi 100 metri sopra il mare d’Irlanda la parete di Cnoc na Mara non richiede solo di arrampicare, perché per raggiungerla devi andare in barca attraverso il mare. È stata scalata per la prima volta nel 2008 ed è stata completata da meno di 30 persone. Iain Miller ha detto dopo averla scalata in solitaria: «Mi ci sono voluti 10 anni per trovare il corretto approccio mentale e contemplare anche solo l’idea di arrampicarmi in free solo su quella parete».
Come arrampicata free solo non è poi così notevole, ma ho amato il messaggio di libertà nel video mentre nell’intera ascensione si mescolavano fuoristrada, free solo e kayak in un modo davvero fantastico.
Chiaro di Luna
Location: Massiccio Fitz Roy, Patagonia, Argentina
Climber: Brette Harrington
Anno: 2016
Il Fitz Roy è uno dei massicci più iconici della Patagonia e la ventitreenne californiana Brette Harrington è stata la prima ad arrampicare in free solo su questo percorso di 762 metri, classificato di 5.11a. «Non vorrei vivere quell’esperienza ogni giorno», ha detto. «Sarebbe troppo, ma una volta ogni tanto è una bella sfida scoprire dove possa arrivare il tuo livello mentale».
Questo è senza dubbio uno dei più bei free solo fatti da una donna, e faccio notare che è uno dei pochi free solo realizzati sulle grandi montagne della Patagonia. 10/10.
Cayan Tower
Location: Dubai, Emirati Arabi
Climber: Alain Robert
Anno: 2015
Non un’arrampicata ordinaria, questa scalata di 75 piani è stata il free solo urbano più alto del mondo, ed è stata realizzata da Alain Spiderman Robert in un’ora e mezzo. Questa leggenda del free solo ha iniziato a scalare pareti rocciose oltre 25 anni fa, quando ha realizzato il primo free solo di un 8b e uno dei free solo più folli di sempre su La nuit du Lézard, a Bijoux. Ha anche scalato, tra gli altri, la Sears Tower, lo Shard di Londra (un grattacielo alto 309,7 metri), le Petronas Towers e il Burj Khalifa (imbragato).
È un’arte piuttosto interessante che Alain sta perseguendo, ma vale la pena notare che è stato uno dei più forti scalatori free solo su roccia negli Anni Novanta. Se qualcuno sostenesse che Alain è il migliore di tutti i tempi faticheremmo a dire che si sbaglia.
Parete nord dell’Eiger
Location: Svizzera
Climbers: Ueli Steck e Dean Potter
Anno: 2008
Una delle scalate più famigerate d’Europa: questa possente parete di calcare e ghiaccio è stata liberata in solitaria da due leggende purtroppo scomparse. L’alpinista e arrampicatore Ueli Steck ha scalato la via Heckmair – normalmente una salita di tre giorni – in 2 ore e 47 minuti, mentre l’americano Dean Potter ha fatto il primo free BASE al mondo (free solo con un paracadute) sulla via Deep Blue Sea, con un grado di difficoltà 5.12. Potter disse che avere un paracadute fosse «molto meglio, perché con il free solo sai che è finita se ti stacchi dalla roccia».
Questi sono due stili molto diversi. Steck fece il free solo in inverno con piccozze e ramponi e Potter lo realizzò su roccia in estate. Ciò evidenzia quanto personale possa essere il free solo.
Via Attraverso il Pesce
Location: Marmolada, Dolomiti, Italia
Climber: Hansjörg Auer
Anno: 2007
Questa salita di 850 metri comprende una nicchia a forma di pesce che dà il nome al percorso ed era una delle vie più difficili nel momento in cui fu scalata. Hansjörg Auer impiegò meno di tre ore e disse: «Ho avuto bisogno di un certo numero di giorni per scendere completamente a patti con quello che avevo realizzato. In cima sentivo il vuoto totale, combinato con un inimmaginabile senso di fortuna».
Molti sostengono che questo sia il contrappunto alla salita di El Capitan di Honnold. Freerider è “solo” due gradi più difficile, ma è più sostenuto e meno sicuro: ciò lo rende il free solo più difficile. All’epoca questo era probabilmente il free solo multipitch più duro e difficile (Anche questa affermazione di Howell è abbastanza sballata. Come si fa a dire che il Pesce è una via “più sicura” di Freerider? E come si fa non accennare neppure ai dieci anni di differenza tra le due imprese? NdR).
Kommunist
Location: Schleierwasserfall, Wilder Kaiser, Tirolo, Austria
Climber: Alexander Huber
Anno: 2004
Questa scalata di 5.14a del tedesco Alexander Huber ha alzato il tiro per l’arrampicata in free solo, anche se il punto cruciale è a 10 metri dal terreno. Lo ha fatto senza alcuna protezione anticaduta e ha lavorato sulla via fino a quando non ha saputo di avere perfettamente il controllo. «Ero convinto che non sarei caduto», ha detto. «Ma non si sa mai al cento per cento, quella scheggia di potenziale pericolo è l’essenza dell’alpinismo e dell’arrampicata».
Il free solo classificato più difficile mai completato, e nessuna lista è completa senza di esso, ma è un’interessante peculiarità del free solo che il grado di difficoltà non dica tutto. Lo stesso Huber ha detto che il free solo di Alain Robert di La Nuit Du Lezard è stato più impressionante pur essendo un 5.13c.
Bear’s Reach
Location: Lover’s Leap, Lake Tahoe, California, USA
Climber: Dan Osman
Anno: 1997
Questo classico percorso tecnico prende il nome dal punto cruciale della seconda lunghezza, una lunga distanza tra due grandi prese che Dan Osman ha fatto con un lancio dinamico a due mani in quella sua famosa scalata veloce di 4 minuti e 25 secondi. Alex Honnold lo ha omaggiato 20 anni dopo migliorando il tempo di 10 secondi. «Ho scalato la via quattro volte quel giorno. Ogni volta salivo più velocemente che potevo e poi scendevo lentamente, 4 minuti e 15 secondi è stata la mia performance migliore».
Questo è stato assolutamente fantastico. Negli Anni Novanta nessuno avrebbe mai pensato a qualcosa del genere. Si dice che l’idea sia iniziata quando Osman ha sentito qualcuno in un bar locale dire che nessuno poteva scalare la Bear’s Reach in meno di sei ore. Lui ha detto che avrebbe potuto farlo in meno di sei minuti.
Separate Reality
Location: Yosemite, California, USA
Climber: Wolfgang Güllich
Anno: 1986
È famosa per la sua esposizione pazzesca: questa fessura si trova 200 metri sopra al fiume Merced. Wolfgang Güllich è stato il primo a liberarla in free solo, un vero “trofeo” che in seguito è stato conquistato anche da Heinz Zak, Dean Potter e Alex Honnold. All’uscita Güllich ha detto: «Improvvisamente ho avuto l’impressione che ci fosse in gioco la mia vita, non era soggettivamente pericoloso. È il pensiero della morte che ci insegna a dare valore alla vita».
In un certo senso questo è il free solo perfetto. Solo cinque persone lo hanno completato. Richiede impegno fin dalla prima mossa e termina con un’inversione a testa in giù. Qualsiasi singola parte di questa arrampicata potrebbe essere classificata come la singola lunghezza più esposta sulla Terra.
Il 31enne Austin Howell, climber anticonformista che ha fatto sorridere il mondo cimentandosi nel primo free solo nudo della storia, realizzato nella primavera 2015 su Dopey Duck (5.9) a Linville Gorge nella Carolina del Nord, è deceduto il 30 giugno 2019 proprio mentre arrampicava a Linville Gorge.
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Cominetti. Come abbiamo già detto altre volte, le capacità umane sono spesso “specializzate” e unilaterali. Si può essere estremamente performanti in un ambito e un disastro in altri aspetti della vita umana. Anzi, per ottenere certi livelli oggi bisogna essere quasi “maniaci” concentrandosi in modo quasi ossessivo sulla propria disciplina, con il pericolo di trascurare il resto. Siamo noi che andiamo a cercare qualità a 360 gradi in individui che spesso ci deludono per la loro unilateralità e per le banalità che dicono quando escono dalla loro area di eccellenza. Però è vero che, senza bisogno di essere il polivalente Leonardo, un minimo di apertura e spessore non guasterebbe anche sopra l’8a.
Il limitato livello culturale dell’attuale élite arrampicatoria è un cancro che non ci sono parole per descriverne la portata. Dopo certi fine settimana (in settimana è meglio) in falesia ho pensato di mettermi delle cuffie fonoassorbenti ma pesano e ingombrano così ho deciso di andare in falesia (in certe falesie) durante i week end solo se mi pagano. E non mi sento di esagerare affatto.
Prendiamo le dovute distanze da questo articolo che pubblichiamo solo perché lo riteniamo decisamente rappresentativo del limitato livello culturale dell’attuale élite arrampicatoria. Si nota la totale assenza di ricerca, accanto alla totale e supina accettazione del tramandato orale e del distillato da internet. Siamo ben consci che stilare una classifica dei dieci free solo più straordinari sia un compito immane: però ci aspettavamo almeno che, dopo l’elenchino raffazzonato, l’autore ci spiegasse che “non è una cosa seria”.
Riteniamo doveroso mettere questo commento a presentazione del post.
Ascoltiamo cosa disse Auer un anno dopo la sua impresa sul Pesce:
https://vimeo.com/8096347
L’ avesse provata anche 1000 volte resta un’ impresa da marziani!!
“Tornò qualche giorno prima di salirla free solo, si calò dall’alto per guardare i passaggi, ci dormì sopra e il giorno dopo con giacchetta e sacchetto del magnesio arrivò in cima”.
Ha fatto molto bene il grande Auer, non doveva mica fare il giro dell’orto.
Ha fatto la via in free solo. Una grandissima ed eccezionale impresa!
Tutto il resto non conta nulla.
Articolo, come già detto, un po’ da bar e da yankee che devono sempre fare classifiche su tutto.Ciò detto, la salita di Auer andrebbe contestualizzata. Ci andò l’anno prima con un amico ma non passarono e si calarono. Tornò qualche giorno prima di salirla free solo, si calò dall’alto per guardare i passaggi, ci dormì sopra e il giorno dopo con giacchetta e sacchetto del magnesio arrivò in cima. Se non fosse per due alpinisti che lo fotografarono da una via vicina, chissà per quanto si sarebbe tenuto la cosa per se.
Sarò troppo trad ma, anche per me, di Alain Robert, “La nuit du Lèzard” (Buoux, non Bijoux come riportato) ci stava meglio della “Cayan Tower”.
“Freerider è “solo” due gradi più difficile, ma è più sostenuto e meno sicuro: ciò lo rende il free solo più difficile.”
Mi piacerebbe leggere l’originale in Inglese, perché seguendo la logica mi sembra che “più sostenuto e meno sicuro” si riferisca al Pesce, altrimenti quel “ma” non ha senso (è più difficile di due gradi “ma” è più sostenuto?)
E che dire di Claude Barbier, che ho avuto la fortuna di conoscere e di arrampicare insieme. Considerando l’epoca veramente un campione di solitarie (senza corda)
“Si dice che l’idea sia iniziata quando Osman ha sentito qualcuno in un bar locale dire che nessuno poteva scalare la Bear’s Reach in meno di sei ore. Lui ha detto che avrebbe potuto farlo in meno di sei minuti.”
Anche stando in un bar talvolta possono nascere delle idee….
L’articolo poteva essere più completo ed esaustivo considerando la particolare disciplina del free solo, magari allungando la lista. Comunque è già una base per un buon approccio all’argomento per farlo conoscere al di fuori della cerchia degli adetti ai lavori.
Non era male,rimanendo alle falesie la salita di Beat su Mordillo.
Dimenticavo di sottolineare che ritengo notevole la prestazione di Diego perché la sera è tornato vivo e vegeto dalla sua famiglia.
L’articolo è da bar sport, concordo.
A me aveva impressionato Alex Huber sulla Brandler Hasse alla Cima Grande di Lavaredo senza neppure l’imbragatura addosso. Comunque una prestazione che considero notevole è anche quella del mio amico Diego Zanesco che ha concatenati in poche ore la via Palfrader sul Col di Specie, la via Spitagoras in val di Rienza e la Comici Dimai alla Cima Grande di Lavaredo tornsndosene poi a casa in bicicletta.
Articolo un po’ da bar sport ma tutto sommato ci puo’ stare. Nella lista mancano, e vanno doverosamente citate, Orange Mecanique ( Cimai) di Edlinger e Polpot ( Verdon) e la Nuit du Lezard (Bioux) per Alain Robert, quest’ultima appena accennata nell’articolo. Il Clamore mediatico avuto da Honnold su free rider e’ stato certamente motivato, impresa immensa che ha portato la scalata in avanti. Certo il free solo di Hauer sul Pesce non fu da meno a ben vedere…