Vanni Santambrogio

Un uomo di montagna un maestro di vita e un esempio per molti, che verrà ricordato per sempre.

Vanni Santambrogio
a cura della Redazione di Uomini e Sport
(pubblicato su Uomini e Sport, n. 35, novembre 2021)
Foto: Archivio Famiglia Santambrogio

La primavera del 2021 sarà tristemente ricordata i come il periodo segnato dalla terza ondata di contagi da Coronavirus. Nonostante le misure restrittive adottate, tra marzo e aprile, si sono verificate perdite improvvise e inattese, che hanno lasciato tutti sgomenti.

All’età di 75 anni, il 3 aprile, Vanni Santambrogio è mancato. Il suo nome è riecheggiato per giorni; non solo tra la Brianza lecchese e quella comasca, ma anche nel mondo alpinistico nazionale, nell’incredulità generale: fino a pochi giorni prima, infatti, lo si poteva incontrare ancora sui sentieri erbesi.

Vanni Santambrogio

Era istruttore nazionale di alpinismo e scialpinismo e accademico del CAI. Era direttore della scuola di Alpinismo Alta Brianza, la stessa in cui mosse i primi passi nel mondo verticale, e aveva al suo attivo innumerevoli salite sulle principali montagne italiane. Varie anche le spedizioni internazionali tra le quali la partecipazione ad una spedizione scientifica durante la quale si sottopose ad alcuni test per lo studio dell’ipossia ad alta quota, nel 2008, al campo base dell’Everest curata dall’Istituto auxologico italiano e dall’Università degli Studi di Milano Bicocca. Dopo quattro anni di ricerche effettuate a 4559 metri di quota, sul Monte Rosa, la ricerca arrivò anche nella zona himalayana fino a 5300 metri di quota. Santambrogio rimase al campo base per circa un mese.

Una passione infinita per la montagna: era un autentico punto di riferimento per intere generazioni. Numerose le ascensioni alle quali partecipò: dal Monte Bianco al Monte Rosa, alle Dolomiti. Tra le sua salite si ricordano la Nord-est del Badile a 20 anni, la Torre Trieste al Civetta lungo la via Cassin e ancora la Nord delle Grandes Jorasses sempre lungo la via Cassin.

Da sinistra: Marco Ballerini, Antonio Briciola Peccati, Vanni Santambrogio.

Nella sua carriera alpinistica andò anche in Himalaya sul Cho Oyu, nel Pamir sul Muztagata, in Turchia sull’Ararat, in Argentina sull’Aconcagua, in Grecia sul Monte Parnaso, in Sicilia sull’Etna, in Marocco a sciare sulle dune di sabbia e in Groenlandia per una traversata con i cani da slitta. Imprese ripetutamente balzate sulle pagine della stampa locale, come La Provincia di Como, che lo avevano reso un uomo conosciuto, apprezzato e seguito da tutti gli amanti della montagna. Una passione infinita e smisurata per la montagna, coltivata sin da piccolo e che lo portò anche a gestire per ben 11 anni (dal 2006 al 2017), assieme alla moglie Hilda e ai figli Francesca, Mattia e Andrea, il rifugio Capanna Mara 1125 m situato tra i monti Bollettone e Palanzone.

Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un’alpinista d’altri tempi, con un amore infinito e puro per la montagna, che non si vantava delle innumerevoli salite compiute. Era sempre disponibile, solare e sorridente. Era amato e ben voluto da tutti, impossibile contare gli amici e i conoscenti che aveva. Nella sua lunga carriera condivise ascensioni e viaggi con tantissimi compagni di cordata, impossibile elencarli tutti, per la parte alpinistica si ricorda però l’amico Antonio Peccati, mentre per quella scialpinistica l’amico Luciano Gilardoni. Negli ultimi anni seguiva con la stessa passione di sempre il gruppo Senior del CAI Erba, di cui era consigliere con incarico alle serate culturali.

Il rifugio Capanna Mara che si trova nel triangolo lariano, sopra l’Alpe del Viceré, tra i monti Bollettone e Palanzone e precisamente poco sotto il valico che mette in comunicazione la Val Bova e la Val di Gaggia. Una passeggiata adatta a tutti, poco faticosa e veramente piacevole tra pini, faggi e betulle.

Questo è un breve ricordo dell’amico Vanni Santambrogio, il Vanni, per i lombardi “El Vanni“, che ci ha lasciati in questo nefasto anno “021. Il ricordo dovrebbe riguardare Vanni come: Uomo, Alpinista e Istruttore di alpinismo e sci-alpinismo.

Ci limitiamo ad illustrare la sua attività di istruttore, lasciando ad altri di ricordarlo come uomo e come alpinista. Vanni inizia la sua attività come allievo alla Scuola di Alpinismo Alta Brianza, con sede presso il CAI di Caslino d’Erba. Superato il corso inizia la sua attività alpinistica con gli istruttori della Scuola e diventa presto anche lui istruttore della Scuola di Alpinismo Alta Brianza.

Vanni Santambrogio guarda il tramonto

All’inizio degli anni ’70 inizia anche a svolgere l’attività nello sci-alpinismo come istruttore della Scuola Nazionale di Scialpinismo “Pietro Gilardoni” presso la sezione di Como.

Innumerevoli sono stati i corsi condotti da Santambrogio come Direttore:
• sia di alpinismo, nella Scuola Alta Brianza;
• sia di scialpinismo, nella Scuola Pietro Gilardoni.

Nel 1975 frequenta il Corso per Istruttori Nazionali di Sci-alpinismo ottenendo il titolo di INSA. Nel 1976 frequenta il Corso per Istruttori Nazionali di Alpinismo ottenendo il titolo di INA.

Negli anni successivi si può vedere un crescendo di attività per le Scuole del CAI, viene chiamato a far parte come Istruttore della Scuola Centrale di scialpinismo e della Scuola Centrale di alpinismo, e partecipa con assiduità e competenza in qualità di Istruttore ai corsi di formazione per ottenere la qualifica di Istruttore Nazionale di sci-alpinismo e di Istruttore Nazionale di alpinismo.

In seguito viene nominato componente della Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo e Scialpinismo del CAI, incarico che ha svolto per parecchi anni.

In questo lungo periodo in cui si è dedicato alle Scuole del CAI non ha mai cessato di svolgere un’intensa attività alpinistica e scialpinistica sulle Alpi e sulle montagne di quasi tutti i continenti, attività che gli ha permesso di entrare a far parte del Club Alpino Accademico Italiano nel 1984. Vanni è stato un Istruttore preparato, su cui si poteva far affidamento, non si tirava mai indietro quando bisognava organizzare dei corsi; famoso il suo detto: “bisogna lavora quand el ghè“.

Santambrogio in Groenlandia, marzo 1999

Era una persona splendida – ricorda l’amico Carlo Neri, attuale vice- presidente del CAI Erba col quale ha fatto numerose uscite – Vanni è sempre stato una persona disponibile, solare, sorridente. Quando gli chiedevi un favore se poteva te ne faceva due. Era amato e ben voluto da tutti, impossibile contare gli amici e i conoscenti che aveva. Negli ultimi anni seguiva con la stessa passione di sempre il gruppo Senior del Cai Erba senza mai mancare ad un appuntamento. E’ stato un esempio per tutti noi”.

A ricordarlo è anche l’attuale presidente del CAI Erba, Daniele Figini: “Si è impegnato fino all’ultimo, dispensando utili consigli. Aveva sempre la battura pronta e quando apriva il libro dei ricordi, era un piacere stare ad ascoltare le sue imprese”.

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Vanni Santambrogio ultima modifica: 2022-01-25T05:57:00+01:00 da GognaBlog

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1 commento su “Vanni Santambrogio”

  1. Che bello grazie !
    ancora mi sembra impossibile che il Vanni sia andato oltre la Soglia … lui che ci tranquillizzava sempre con un sorriso : il nostro eroe! Giovanna 

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