Ancora sulla via ferrata di Giorré

Qui di seguito gli aggiornamenti nella vicenda della via ferrata di Giorré. Per una cronistoria completa leggi https://gognablog.sherpa-gate.com/denuncia-della-via-ferrata-di-giorre/.

Il percorso della via ferrata di Giorré (in comune di Cargeghe, Sassari) interseca nidi e siti di specie dell’avifauna protette e l’area risulta, nel Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), come un area a pericolosità e rischio molto elevato da frana. Inoltre, essendo alcuni ancoraggi arrugginiti alla base o mobili, Mountain Wilderness ha da tempo ipotizzato che ci sia un rischio di pubblica incolumità e che i lavori siano stati realizzati dai progettisti e realizzatori senza le prescritte autorizzazioni oppure non a regola d’arte.

Via ferrata di Giorré: la zona di passaggio tra la prima e la seconda falesia. Foto: http://www.ferratagiorre.it/
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Dopo le prime segnalazioni, il 17 novembre 2014  Mountain Wilderness onlus ha effettuato, presso la Procura della Repubblica e presso il Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente, denuncia  avente come oggetto il percorso turistico-alpinistico Via Ferrata Giorrè.

Primo a rispondere è stato l’Assessorato alla Difesa all’Ambiente che ha confermato il livello di pericolosità del PAI sollecitando il Servizio di tutela paesaggistica delle Province Sassari e Olbia-Tempio, e chiedendo delle prescrizioni e divieti sulla frequentazione per evitare il disturbo dell’avifauna. Prescrizioni e divieti che dovrebbero coprire parte del periodo invernale, la primavera e parte dell’estate ma che il Comune non ha mai attuato.

Nel frattempo il percorso è stato chiuso il 9 settembre 2015 con un’ordinanza prudenziale a causa di un masso pericolante. Il sito www.ferratagiorre.it dà attualmente notizia della chiusura temporanea “in via prudenziale”.

In data 28 dicembre 2015 l’Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica (più precisamente la Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale e della Vigilanza Edilizia) risponde invitando il Comune di Cargeghe a trasmettere “apposita relazione nella quale si dimostri la coerenza dei titoli abilitativi relativi al progetto in questione con il piano di assetto idrogeologico (PAI). Nel caso si tratti di opera comunale rientrante nella fattispecie di cui all’art. 7, 1 comma, lett. C, DPR n. 380/2001 il Comune è tenuto a comunicare le indagini geologiche e geotecniche in forza delle quali si è addivenuti alla validazione del progetto”.

Il 5 gennaio 2016, la Direzione Generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale comunica allo stesso comune che per parte sua “concorrerà nelle attività di verifica del rispetto delle disposizioni previste nell’Ordinanza Sindacale n. 35/2015 del Comune di Cargeghe”.

Il 17 marzo 2016, la Direzione Generale del Servizio Territoriale Opere Idrauliche di Sassari dichiara di non essere competente su ciò che invece è materia relativa all’amministrazione comunale, cioè l’ammissibilità degli interventi e la necessità di relazione di eventuali studi di compatibilità. Per ciò che riguarda invece l’autorizzazione preventiva, di cui all’articolo 61 del DPR 380, non risulta nel suo archivio alcun documento riguardante il progetto originario.

Il 4 aprile 2016, il Servizio difesa del suolo, assetto idrogeologico e gestione del rischio alluvioni comunica  che “considerato che a questo Servizio non risulta alcuna richiesta di approvazione di uno studio di compatibilità relativo all’intervento in questione, di cui all’art. 23 delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI, si invita codesto Comune a relazionare relativamente alla data di realizzazione, all’ubicazione e alle caratteristiche dell’intervento in questione e alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche e geotecniche del versante da esso interessato. Si invita, altresì, codesto Comune a dare indicazioni rispetto alle modalità di intervento che si ritiene opportuno mettere in atto per risolvere l’oggettiva situazione di rischio da frana che caratterizza la situazione sulla quale insiste l’intervento in questione”.

Un passaggio sulla via ferrata. Foto: http://www.ferratagiorre.it/
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Considerazioni
Sono dunque mesi che il Comune di Cargeghe non risponde ai solleciti degli enti che richiedono la presentazione di un progetto della via ferrata; il comune nicchia ormai da oltre un anno non inviandolo. Dovrebbe essere ormai chiaro che hanno realizzato una via ferrata in un luogo cartografato non solo come a pericolo di frana molto elevato ma anche a rischio di frana molto elevato. In località come queste le norme tecniche dicono in maniera chiara che è possibile realizzare solo opere mobili e provvisorie. E una via ferrata non è né mobile né provvisoria.

In ogni caso le risposte insistono che le opere permesse richiedono la presentazione alla Regione di una relazione di un geologo e un ingegnere geotecnico. Questa relazione non è mai esistita, e ora c’è pericolo che venga presentata, in barba ad ogni divieto, dopo anni.

Speriamo non si cerchi di fare una specie di condono per coprire gli sbagli di tanti.

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Ancora sulla via ferrata di Giorré ultima modifica: 2016-05-04T05:58:16+02:00 da GognaBlog

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2 pensieri su “Ancora sulla via ferrata di Giorré”

  1. REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA
    REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
    ASSESSORADU DE SA DEFENSA DE S’AMBIENTE
    ASSESSORATO ALLA DIFESA DELL’AMBIENTE
    Direzione Generale Difesa Ambiente Servizio tutela della natura e politiche forestali
    Prot. n. 23663 Cagliari, 06-12-2016
    – Al Comune di Cargeghe Ufficio Tecnico
    – Al Direttore del S.T.I.R. di Sassari del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale
    – e, p.c., Spett.le Mountain Wilderness Italia
    Oggetto: riapertura della Via Ferrata Giorrè (Cargeghe) – Segnalazione inadempienza alle prescrizioni e richiesta di adozione di provvedimenti.
    Facendo seguito alla segnalazione di cui all’oggetto, trasmessa da Mountain Wilderness Italia e acquisita al protocollo generale dello scrivente Assessorato in data 22 novembre 2016 (prot. n. 22520) si rappresenta, per quanto di competenza, che con nota del 26 febbraio 2015 (prot. n. 4219) la Direzione Generale della Difesa dell’Ambiente, aveva chiesto l’adozione di prescrizioni e divieti, spaziali e temporali lungo la parete di Giorrè a tutela della fauna nidificante. Come noto ai sensi dell’art. 61 della L.R. 23/98 “è vietato a chiunque disturbare con mezzi luminosi ed acustici la fauna selvatica, in particolare quella inclusa nell’allegato II della Convenzione di Berna (….)” e ai sensi dell’art. 62 della stessa legge regionale, viene disciplinata la tutela dei nidi e dei siti di nidificazione, prevedendo apposite autorizzazioni e prescrizioni finalizzate alla riduzione del disturbo antropico anche rispetto alle “chance riproduttive”.

    In considerazione delle specie di elevato valore faunistico presenti nel territorio, alcune delle quali inserite nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia, SPEC III (Birdlife International) o protette ai sensi della L.R. 23/98, della L. 157/92, della Convenzione di Berna e della Direttiva Uccelli, si ribadisce la necessità di prevedere una regolamentazione temporale, che tenga conto del periodo nuziale e/o di costruzione del nido, della deposizione, cova e involo delle specie dell’avifauna nidificanti sul territorio interessato dalla via ferrata Giorrè, prevedendo un divieto di utilizzo dall’inizio di gennaio a fine luglio.
    Cordiali saluti
    Il direttore del servizio
    Maria Ledda

  2. beh, complimenti. In fondo la Sardegna non è peggio delle altre regioni in questi campi. Violazioni delle tutele ambientali, paesaggistiche, urbanistiche, sicurezza sul lavoro, tutela delle professioni…Benvenuti in Italia.

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