Breathe

Breathe
di Davide Scaricabarozzi
(pubblicato sul suo profilo fb il 20 settembre 2024)

Era la terza settimana di agosto del 1978, arrivammo al bivacco Ghiglione nel primissimo pomeriggio, appena dopo l’ora di pranzo, per occupare due posti sul tavolato prima che si riempisse come un uovo.

Avevo compiuto sedici anni da un mese ed era la prima volta che mi trovavo di fronte alla parete tanto desiderata nei miei sperticati sogni adolescenziali: la Brenva.

Ho bene in mente quando arrivai sul Colle del Trident, la scatola di metallo del bivacco era a pochi metri sulla sinistra ma nemmeno ci feci caso.

Come uscii sul colle dal ripido pendio rimasi annichilito e soggiogato da quell’ambiente così sfacciato e potente.

Era come se fossi stato investito da un treno in corsa, ma prima che ti travolga arriva lo spostamento d’aria che non fa altro che acuire la forza della sua spinta spaventosa in arrivo.

Sulla neve ormai fangosa del colle provai la stessa sensazione di azzeramento totale di quando sentii per la prima volta Breathe dei Pink Floyd col suo incipit stravolgente che ti scaraventa addosso onde sonore quasi solide, capaci di sbatterti contro il muro, in un angolo dall’altra parte della stanza.

Ecco, la stessa cosa l’ho provata nel preciso momento in cui dall’ombra del pendio gelato passai alla visione sconvolgente, assolata e quasi himalayana del circo della Brenva.

Fu uno schianto emotivo feroce, accentuato dalla fresca e improvvisa brezza che mi aveva colto, dal lontano rumore delle cascate di fusione e di qualche sasso che rotolava chissà dove.

Potenza pura, roba da uomini duri, e noi ci tenevamo ad apparire sufficientemente duri e ragionevolmente credibili nella nostra acerba e velleitaria mascolinità ancora tutta da sperimentare.

Dopo una mezzora arrivarono due inglesi, con la faccia da inglesi e i denti storti che sfavillavano sui loro sorrisi sghimbesci per il fiatone e probabilmente per la stessa sorpresa disorientante di trovarsi lì con dinnanzi un preoccupante universo che non avrebbe permesso nessun bluff.

Alla spicciolata una piccola comunità di spostati multinazionali aveva popolato il colle, la piccola e maleodorante scatola di latta era in over booking, la Brenva ormai era in ombra e mi era decisamente meno simpatica rispetto a qualche ora prima.

Mi chiedevo come avremmo fatto a stare tutti dentro a quel fetente loculo metallico.

Improvvisamente fecero la loro apparizione due giovani e splendide donne francesi: la Blonde e la Noire.

Il cieco priapismo imberbe e onanista di sedicenne si sentì defraudato della maschia identità e intimamente svilito.

Il mio machismo, così duramente coltivato perché potesse esprimersi e trovare un orgoglioso compimento su queste “barbare” pareti, venne smantellato in un nanosecondo alla vista di queste iconoclaste madamoiselles che si muovevano leggere e leggiadre sulla neve ramponata di questo stupefacente avamposto.

Oltretutto la Blonde era salita fin lì con un paio di pantaloncini corti che lasciavano in bella vista due annichilenti lunghe cosce tornite all’inverosimile, nonché ulteriormente sbeffeggianti per via delle strette caviglie che si potevano intuire, o forse immaginare, racchiuse nei pesanti scarponi.

Per sovrapprezzo la Noire indossava quello che sembrava essere un paio di frusti pantaloni da sci neri che, a mio parere, per un chiaro calcolo impreziosivano un già prezioso e preciso fondoschiena incriticabile.

Effettivamente ci fu un certo fermento quella sera al Ghiglione…

Tra l’altro, la Blonde e la Noire sarebbero andate su una via più impegnativa della nostra e allora ci pensai su…

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Breathe ultima modifica: 2024-10-09T05:59:00+02:00 da GognaBlog

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75 pensieri su “Breathe”

  1. In Toscana il termine togo o toga si usa per definire una persona buffa: “lellì è proprio toga” oppure “lullì è proprio togo”. Sarà il caso di Sara69…?

  2. Ci si interroga sulla naturalità delle tette della modella che usciva dalla doccia in una pubblicità della ditta Saratoga, anni fa.
    Si sospettano collegamenti e interessi con il commento 69.

  3. Ricollegandomi ad un articolo di alcuni giorni fa mi domandavo:
    Ma le tette naturali fanno già parte dell’UNESCO o dobbiamo organizzare una manifestazione a Roma affinché vengano dichiarate patrimonio dell’umanità e quindi da proteggere???
    Manifestazione che sicuramente non avrà l’autorizzazione del prefetto per paura di disordini provocati da infiltrati pagati dai produttori di silicone. 

  4. Saratoga, il tuo intervento è fuori luogo ma stai tranquilla che tra noi quel giorno non c’era nessun amante del silicone.
    Semplicemente perché nel 1983 le tette di Carmen Russo non erano rifatte come poi sarà successo.
    Ma già non ci interessava più. Il consumismo della tetta si era impadronito di noi, consentendoci di conversare su tette sempre attuali e soprattutto naturali.
    Il silicone è rimasto confinato al box doccia.

  5. Roberto, un pò di illusioni non guastano, come i sogni.  Saremo anche ferri vecchi, ma non siamo ancora morti…in tutti i sensi. Ai giovanotti sicuramente tutti questi discorsi interessano poco o nulla, ma il mondo gira, prima o poi tutti diventano archeologia industriale. Fossi in loro, gli apprendisti,  non mi terrei tanto distante dagli stagionati. Penso che da un  incontro generazionale, tra apprendisti e stagionati, possano guadagnarci entrambi.

  6. Alberto. La continuità è scontata. Tendenzialnente si rimane fedeli agli anni di “apprendistato”.  In più c’è l’umana illusione di far rivivere in qualche modo il passato. Come la cara Carlotta a Weimar che ho citato, con le sue grazie avvizzite e pure il leggero tremito parkinsoniano, come gli fa notare quel bastardo del suo ex amante. Però i comportamenti odierni dei nati nel dopoguerra e negli anni 60 si avviano ad essere archeologia industriale. Li conosciamo troppo bene perché siamo noi. C’è poco da scoprire di nuovo. È una ripetizione, a volte piacevole a volte noiosa ma una ripetizione. Ce la meniamo tra noi. A me incuriosisce francamente di più il presente. Quelli che stanno vivendo ora il loro apprendistato. Sarebbe interessante avessero voce qui, ma non credo gli interessi. Probabilmente le nostre baruffe sono lunari ai loro occhi e pure i teni che ci scaldano tanto. Buona notte. 

  7. Noi degli anni 60 si continua a dire prima, durante e dopo, delle belle pesate. 

  8. Quanto alle tette della Carmen Russo senza importanti iniezioni di materiale consolidante e stabilizzate sarebbero franate come la Bonatti al Dru. 

    nel 1983??
    non credo ne avesse bisogno.

  9. Sarebbe interessante dopo 46 anni rincontrare la “blonde e la noire”, non per forza al Ghiglione, basterebbe anche in un bar a Chamonix. Forse indossano ancora shorts e fuseaux e le forme sono rimaste inalterate e scatenano ancora i desideri di noi 60enni e più.
    Quanto alle tette della Carmen Russo senza importanti iniezioni di materiale consolidante e stabilizzate sarebbero franate come la Bonatti al Dru. 

  10. Cominetti. Forse non mi sono spiegato bene. Mi riferivo a quelli di oggi nella fase 15/25 che vanno per monti non a quelli che sono oggi in altre fasi, cioe noi del dopoguerra e subito dopo voi degli anni ‘60.  La mia ipotesi è che le sfide evolutive sono più o meno sempre quelle nelle diverse fasi di vite comunque sempre più lunghe,  ma forse cambia il modo di viverle, le abitudini, i comportamenti di gruppo e di raccontarle. È un’ipotesi e una curiosità perché ho solo frequentazioni sporadiche. Ciao. 

  11. Pasini:
    Chissa oggi come funziona in quella fascia d’età e fase della vita.
    Per me oggi funziona esattamente come allora. Con i miei amici diciamo cazzate a sfondo sessuale, e non, molto pesanti, nonsense e irripetibili e ci divertiamo come da ragazzi.
    Senza dire cazzate (leggi: freddure/leggerezze, anche quando faccio la guida) per me manco avrebbe senso andare in montagna. Detesto infatti chi si prende troppo sul serio e vede nella montagna il sacro tabernacolo che per me non è. Lo trovo di una noia mortale. 
    Quello che oggi viene considerato machista o politicamente scorretto per me è la norma e non cambio di certo perché a qualcuno è venuto in mente di trovare il pelo nell’uovo. 
    W la figa e il buon vino!
    Non mi piace fare baldoria dopo una scalata impegnativa perché sono stanco e non vedo l’ora di andare a letto. Mi piace dire cazzate prima e durante. Dopo dormo.

  12. Dear mister Perth prima di chiudere,  intermezzo letterario. Abbiamo parlato dello stato d’animo giovane Werther.  C’è anche lo stato d’animo “Carlotta a Weimar” un capolavoro del tardo Thomas Mann. Carlotta torna cinquant’anni dopo a Weimar  dal suo antico innamorato pensando di essere ancora in grado di suscitare la passione che fece fremere tutta l’Europa all’epoca del romanzo autobiografico del grande poeta e…..(ovviamente da leggere per capire come finisce, soprattutto l’incontro finale nella carrozza tra i due ex ). Comunque sempre per rimanere in tema, se oggi si va al colle e si guarda giù viene da piangere, ma non perché sono passati quasi cinquant’anni, anche ma non tanto per questo. Sipario. 

  13. Un post scriptum….la foto,nitida essenziale quasi da immergersi,da l’esatta percezione di quanto registravano i propri occhi in quel contesto…un tema per il Sig.Pasini…Punto linea superficie W.Kandinskj…leggerlo o rileggerlo..osservare la foto. pensare alla propria vita..auguri

  14. Cominetti. Che coincidenze non casuali di schemi comportamentali.  Anche nella mia piccola banda di giovani maschietti pieni di testosterone vigeva questa prassi. All’andata discorsi decisamente osceni, conditi di dettagli irriferibili e ben poco politicamente corretti. anche se eravamo compagnucci anche politicamente. Chiaramente a scopo di scarico di paure e tensioni. Al ritorno, con l’anima purificata e spurgata, timbrato il cartellino e con l’aiuto della birra e delle merende, discorsi sui grandi temi: la Vita, la Morte, il Diavolo. Qualcuno però si addormentava e russava con flatulenze postprandiali.  L’infame. L’ho capito dopo che senza saperlo avevamo messo in sequenza i due lati dell’andare per monti e le sue conseguenze sull’anima e sul corpo dei compagnucci di merende. Quante somiglianze nei comportamenti di noi umani di quel tempo pur nelle differenze di livello di abilità, orientamenti e origini. Chissa oggi come funziona in quella fascia d’età e fase della vita. 

  15. Slegati e piuttosto veloci, non la finivamo di parlare delle tette di Carmen Russo. E basta!

    beh..effettivamente.
    Un saluto a Marco Schenone , ci siamo trovati diverse volte d’inverno in Apuane.

  16. Ho un ricordo agganciabile a questo quando nel Luglio 1983, con Stefano De Benedetti, Marco Schenone e Luigi Guastavino, dopo una notte al Ghiglione, scendemmo a notte fonda nel bacino della Brenva per risalire al Col di Peuterey. Slegati e piuttosto veloci, non la finivamo di parlare delle tette di Carmen Russo. E basta! 

  17. Dear mister Perth, la ringrazio per il contributo. Anche se mi ha un po’ deluso, per essere franco.L’atmosfera del Ghiglione di quei tempi mi è nota, essendo stato uno dei due gestori estivi un mio compagno di corda per qualche anno. Mi sarei aspettato di più. Però lo apprezzo ugualmente.” Il ragazzo sul terrazzo “ sarebbe un bel tema letterario e non solo, anche in versione contemporanea, al di la’ dell’uso compulsivo dello smartphone che è un aspetto di superficie del comportamento oggi diffuso. Ho recentemente letto un articolo : “How to reduce the risk of developing dementia” che mi ha passato la soccorrevole suor Lucia. Pare che mantenere una mente curiosa, aperta verso il futuro, accompagnandolo con qualche puntata di nostalgia per il passato, senza esagerare però, funzioni. Essendo io un seguace delle infami teorie scientiste sul cervello mi adeguo. Grazie degli auguri, però “mi consenta” un consiglio da amico; si sforzi un po’ di più sul piano dei dettagli descrittivi che piacciano ad alcuni di noi o sul piano degli stimoli sognanti e romantici che piacciano ad altri. L’attacco, condito da insulti più o meno coloriti, che pure va per la maggiore sui social, sembra, ripeto sembra, non sia da solo efficace a titolo preventivo della demenza senile. Anzi secondo alcuni sarebbe un acceleratore del processo. Però la faccenda è controversa. Adesso, a questo scopo,  me ne vado io a fare lo scolaretto di suoi conterranei tosti per tre giorni in mare, con la benedizione di suor Lucia che ha letto “Il vecchio al mare” di Starnone e si è commossa alla storia d’amore e di kayak che racconta. Queste suore romantiche. Saluti. 

  18. Sig.Pasini rispondo alla  sua  richiesta per  fair play,il Ghiglione ,quello,non c’è più, e la parete della Brenva è ancora li, forse più impegnativa  e pericolosa  di  35 anni fà,nelle  sue  vie, già nel 1980,si trovava pericoloso  accedere al Col de Peutery dal Ghiglione,per via  di importanti crolli. L’aurea della parete non era data dalle sue dimensioni, erano quei tempi, il bilanciamento delle forze espresse,niente cellulari,i primi attrezzi tecnici, e una cultura propria e circostante  ancora prettamente alpinistica ne creavano una dimensione di  timorosa osservazione volta a capirne  i tempi i passaggi le difficoltà e l’uscita. A un ragazzino di 16 anni se ben orientato, viene più facile osservare le terga, oggi forse di chiunque, o se portato al  posto del Ghiglione  compulserebbe  un cellulare.Poi vi sono  le eccezioni, Le faccio tanti auguri  per la sua salute.

  19. A me il pezzo di Scaccabarozzi piace e intriga cosi’ com’e’ , nel misto di sapori e odori che di solito hanno i ricordi.

  20. Enri. Il racconto fotografa con maestria e nostalgia l’attimo fuggente di un ragazzo che si affaccia sui precipizi e sulle sfide della vita alla fine degli anni ‘60 e tu vuoi sapere come è andata a finire. Anche Cominetti che pure è di Genova ha apprezzato il valore romantico ed evocativo  del pezzo e del titolo e tu vuoi i dettagli della salita. Dai che Genova è città di palanche e banchieri, belli solidi e piantati nei loro Palazzi ma anche di esploratori, artisti e sognatori. Mica australiani come Perth. Ciao. Se vedemu. 

  21. Dear mister Perth, visto che ci è passato 4 volte ed è giustamente attento a sottolineare il ruolo dei bisogni base nelle salite impegnative in quota,  perché non ci racconta della sua esperienza di gestire i bisogni espulsivi primari al Ghiglione, affollato e magari senza acqua? Come Lei probabilmente sa , c’e’ un dibattito in corso tra gli ex frequentatori degli anni ‘70  se fosse un’esperienza da attribuire alla dimensione mistica e spirituale o a quella animale ed erotica dell’andare in montagna. Sono sicuro che un suo contributo esperienziale e concreto in merito non sarebbe ne’ innocuo  ne’noioso e solleverebbe il livello del parterre. È probabile che darebbe anche luogo ad un interessante dibattito sulle deiezioni fluide e woke contrapposte alle deiezioni solide e patriottiche.  Attendiamo dunque con grandi aspettative il suo contributo. Nel frattempo le auguro una buona serata un po’ meno noiosa che leggere il Gogna blog, che le confesso con sincerità ogni tanto anch’io abbandono per sfinimento tranne che per alcuni colpi d’ala come il suo che risollevano la mia ormai spesso vacillante convinzione che gli uomini sono come le castagne che cadano dalle piante, visto che siamo in stagione: non si butta via niente c’è sempre qualcosa di buono che si può utilizzare, come ci hanno insegnato i nostri antenati. Buona serata. 

  22. Ma chi se ne importa delle gambe e del fondoschiena. Si può’ sapere invece come andò’ la salita del giorno dopo?

  23. 4 volte sono passato dal ghiglione per fare lo sperone la sentinella rossa la major e la cretier,fregava niente di chi vi era,2 cose dormire almeno 3 ore,uscire a mezzanotte ed avere un beau fix di 3 giorni,se vi era chi guardava parti anatomiche,non eravamo di certo noi,si doveva salire una via in ambiente,ostile e neutro,lo scritto e tutte le proiezioni non fanno che confermare il parterre.tranquilli vi leggo. noiosi e limitatamente innocui.Tranne il Sig.Crovella che non è ne innocuo ne limitante e per questo da molti di voi avverso.Chiudo

  24. Proviamo a uscire dal labirinto. C’è bisogno di respirare appunto e di cose nuove. Chissa come vivrebbe ( e poi racconterebbe intorno al 2070) un sedicenne di oggi l’esperienza di affacciarsi alla vita e alla montagna da un posto paragonabile alla terrazina del Ghiglione di allora (anche se dubito che i genitori oggi lo farebbero andare da solo senza figure adulte di supporto e presidio e gps impiantati nell’orecchio) . Io non ne ho la più pallida idea. Non vedo sedicenni che arrampicano, se non in una palestra indoor allestita da suor Lucia qui alla villa e aperta all’esterno. Vanno così veloci che non riesco neppure a salutarli e poi a loro di parlare con noi non gli frega niente. Chissà qualcuno ce li ha in casa, magari come nipoti. È vero che i temi chiave delle diverse fasi della vita non cambiano ma canbia il modo di viverli e affrontarli. Piccole curiosità senili che comunque aiutano a tenere sveglio il cervello e soprattutto consolano pensando come si diceva il mese scorso che siamo dentro un grande flusso, non siamo ne i primi ne gli ultimi (probabilmente) e che le nostre certezze e/o incertezze sono relative.

  25. Questa strofa mi pare molto azzeccata a un dibattito, chiamiamolo così, che non cambia mai, da anni.
    Give me a taste of something new 
    To touch, to hold to pull me through 

  26. A parte le farneticazioni di Crovella (si vede che oggi ha avuto una giornata difficile), l’articolo si rifà a una delle canzoni musicalmente più belle e dal testo di  profondità immensa, di tutti i tempi. Forse ascoltarla farebbe bene a qualcuno dei convenuti agitati.

  27. Cosa non capisci nella frase “dipende dal contesto”?
     
    Senza nessun contesto frocio e troia sono semplici insulti e quindi definiscono perfettamente chi li usa, specie se lo fa fuori contesto, aggratise.

  28. A proposito di parole, imparatene bene tutti i risvolti: “acculturatevi” va inteso come “istruitevi”, le mitomanie le vede voi nelle vs paranoie antidraghiane

  29. Incoraggiatelo pure, il cambiamento della narrazione, voi villeggianti dell’Hotel Alzheimer, ma il tema sollevato non era quello quanto il doppiopesismo che emerge genuinamente nelle valutazioni da parte di gente della sinistra sull’uso di parole e/o immagini. Sostenete che non sono le parole a esser “sbagliate” ma al limite i contesti? Ok, ma allora siate coerenti. e non fate la solita nina lamentosa se, prossimamente, nel mio normale esprimermi uso termini come  negro, frocio e troia. Sono solo parole, asettiche.Invece no, figurati! Se in un commento scrivessi negro, frocio e troia, senza nessun contesto morboso, ma semplicemente perché sono termini asettici e basta, vi inalberereste per il solo uso dei termini in sé. Quindi non è vero che per voi le parole “non” sono asettiche. E’ che volete seguire il doppiopesismo per scelta aprioristica. In pratica dite: noi (di sinistra woke e, in ultimo, anche i villeggianti dell’Hotel Alzheuimer) possiamo dire quello che ci passa per la mente, usare qualsiasi parola, formulare qualsiasi immagine anche allusiva ed erotica, ma abbiamo sempre ragione e siamo sempre nel giusto. Voi (alternativi a “noi”) dite sempre cose inappropriate e appena usate un termine un filo fuori luogo ecco che parte la solita tiritera: bastardo, fascista, sessista, maschilista, razzista, xenofobo… E’ il gioco che la sinistra ha fatto per decenni. Solo che la gente si è rotta le palle di questo giochetto. Continuandoi dimostrate solo la fondatezza (di tutti, non solo di alcuni) nell’avervi sistemati all’Hotel Alzheimer

  30. E invece no!
    Sesso e alpinismo vanno a braccetto da sempre. Tutti i castelli che nel frattempo si sono costruiti attorno all’uno o all’altro sono frutto di ipocrisia, vergogna o inadeguatezza. 
    Anche il gioco delle bocce è correlato alla sfera sessuale  o anche il cricket o il basket. Ma nulla come l’alpinismo lo è. 
    Almeno, così l’ho sempre vissuto e visto negli altri. Spesso a loro insaputa. La consapevolezza non è facile da avere.
     
    Crovella, è vero che hai spesso descritto le tue emozioni di fronte a una bella montagna o a una donna, ma considerarlo cultura ti fa ricadere nella tua solita mitomania.
    Mai una volta che…

  31. Due anime mi straziano il petto, disse il giovane alpinista guardando il ghiacciaio della Brenva dal terrazzino  traballante del Ghiglione, novello Werther: Montagna Sacra o Monte di Venere? Dove mi condurra’ il  destino che gli dei mi hanno riservato? Giustamente Cominetti da tempo rivendica la natura animalesca ed erotica dello scalare che affianca quella mistica e spirituale, che piace tanto ad altri.  Ma non è questa secondo me la cosa più interessante. Siamo nel 2024,  un alpinista di 62 anni condivide con migliaia di sconosciuti i suoi ricordi giovanili di 16enne nel 1978 parlando senza remore della potenza “ispiratrice” di culi, tette e coscie. Applausi dal pubblico. Vi immaginate un 62 enne del 1978 (mio padre) che dichiara le stesse cose relative ad una sua esperienza alpinistica di 16enne nel 1933 ? Molto improbabile. La “narrazione” sarebbe stata diversa. Come sono cambiati in una o due generazioni i comportamenti e l’approvazione sociale. Il “privato” è stato sdoganato anche nelle dimensioni più coperte dal pudore e dalla riservatezza (ipocrisia compresa) e se ne accetta la condivisione al di fuori di ambiti amicali rstretti. È un comportamento socialmente accettato e incoraggiato e diffuso in modo molto esteso nelle generazioni più giovani, soprattutto nella dimensione delle foto e dei video,  ma è diffuso anche nella popolazione più matura. È un cambiamento importante su cui riflettere, senza moralismi, giudizi e rimpianti di presunte età in cui si stava meglio, argomento classico degli anziani. Tema forse più interessante di condivisione che non la solita e ripetiva contesa se siano meglio per fare il risotto  le pentole woke di sinistra o le pignatte di alluminio di destra. In altius tendam  come diceva il giovane alpinista combattuto e incerto  sulla direzione di quell’altius. 

  32. In fondo e’ evidente : la montagna sta alla sessualita’ , come il mare al calo del desiderio e la collina al chakra del fegato grasso…

  33. Se mi rinfacciate che non sono mai rimasto a bocca aperta davanti a una parete o a una montagna siete dei lettori molto distratti. Acculturatevi

  34. Eccolo il vittimismo e la mancanza di intelligenza di chi pretende di sapere tutto e non capisce nulla: non avresti potuto scrivere questo brano, perché non sei mai stato al Ghiglione e progettato di salire la Brenva e di questo parla il brano. Semplicemente.
     
    Da nessuna parte ho pensato di collegare la tua esperienza e capacità alpinistica alla fondatezza delle tue tesi e solo la tua coda di paglia che l’ha letto.
     
    Ridi, pollo, ridi, ma se non sei mai rimasto a bocca aperta davanti a una parete, se non hai mai sentito quel brivido davanti alla sua enormità e alla tua piccolezza, tu questo articolo non lo avresti mai potuto scrivere. Anche se hai un’infinita esperienza didattica del nodino, della meteo, della pianificazione e del calcolo dei tempi.
    Tu pensi di valere qualcosa perché dici io conosco questo e quello, io ho fatto questo e quello, io…
    A me non è mai passato per l’anticamera del cervello.
     
    La tua mancanza di  comprensione, sensibilità e finezza poi fa il resto.
     
    Anche di femminismo e maschilismo hai una visione come minimo distorta, ma in realtà semplicemente sbagliata. Sta tutto nella frase di Roberta:  come se essere dei veri maschi corrispondesse a fare qualcosa in più delle donne

  35. @ 31 Cominetti
    Argomento interessante.
    .
    .
    Sono correlati per la somiglianza fra i monti e i tacchi a spillo , o per le sette camicie che bisogna sudare per conquistare la faiga ?

  36. Sesso e alpinismo sono strettamente correlati.
    Se uno/a non lo capisce, gli riuscirà male uno e l’altro. 
     
    L’autore sembra che l’avesse capito fin da giovanissimo. Per questo avevo commentato che l’articolo era bello.
     
    Tra l’altro proprio a lato del libro di Roberta Trucco “Si dice vulva” avevamo già parlato dell’argomento. 
     
    https://gognablog.sherpa-gate.com/alla-scoperta-della-vulvadi-marcello-cominettiscritto-il-17-maggio-2021/
     
    E destra e sinistra non c’entrano quando si è tutti animali.

  37. Ecco, l’ultima spiaggia per smontare la fondatezza dell’opinione altrui: metterla sul curriculum alpinistico/arrampicatorio. Potrei snocciolarti elenchi interminabili di salite ecc, ma non mi faccio impelagare, né mi avete mai visto farlo (se non per gli accenni alla mia esperienza didattica a sostegno di tesi sul tema – oggi NON coinvolto – della didattica).
    Come se fosse autorizzato a esprimersi qui solo che è Accademico o equivalente… Se fosse così, il 99% non sarebbe ammesso neppure a leggere gli articoli, figurati a commentarli. Questo del collegare la fondatezza dell’opinione altrui all’altrui curriculum alpinistico è un errore marchiano che he ho già sottolineato diverse volte nelle ultime settimane (mi pare che Expo abbia condiviso il concetto nelle volte precedenti). Mi pare tra l’altro che, starno ma vero, sia tendenzialmente errore di un certo schieramento di sinistra…
    Ciccio bello, orami sei alla frutta. Le reazioni di giubilo, pur da parte di commentatori appartenenti al mondo sinistra-woke, a questo articolo dimostrano la vs coda di paglia. Con i vostri evviva alle allusioni riportate (che rientrano in un frasario esplicitamente condannato dal politically correct oggi imperante), avete fatto la pipì fuori dal vaso – come si usa dire – e ora non sai come aggiustare la frittata, se non rinfacciandomi di essere (io) alpinisticamente incapace… Fai davvero ridere i polli. E poi sei pure convinto che dentro al tuo cranio alberghi l’intelligenza!!!

  38. Tu non avresti mai potuto scrivere quello che ha scritto Davide per molti motivi, ma di certo non ne hai la sensibilità e nemmeno la finezza.
    E non sono nemmeno sicuro che tu sia mai arrivato al Ghiglione o abbia fatto una via sulla Brenva

  39. Expo interpreta benissimo anche la mia posizioone. Il brano a me è piaciuto, ma la descrizione di un evento di 46 anni fa, se4 viene letta OGGI purtroppo si scontra con il perbenismo delle linea sinistra-woke ecc. Le scemenze che scrivono qui sotto i maschi, che non sono le parole ma i contesti a essere sessisti (?!?), si scontrano cone le urla isteriche delle vestali se a scrivere le STESSE parole è uno di destra. Se questo stesso identico articolo fosse stato firmato da me, la reazione di molti commenti qui sotto NON sarebbe stata la stessa, nazi sarebbe stata diametralmente opposta. ma vi scavate la fossa sotto ai piedi, perché il doppiopesismo, qui applicato a un episodio complessivamente irrilevante, lo applicate indistintamente a ogni risvolto dell’esistenza e alla fine la gente si è stufata del vostro ipocrita doppiopesismo e vi ha girato le spalle. QUESTO MI PREME SOTTOLINEARE, l’ipocrisia e il doppiopesismo della sinistra-woke, non la fondatezza o meno dell’innamoramento di un 16enne o per la Brenva o per due ragazze che gli passano davanti.

  40. @ 23 ) Roberta. l’ ho commentato perché il contesto è al contrario buono per mettere in risalto altro e cioè che le donne non sono meno donne perché  fanno cose che a detta della società  sono cose da “maschi” e che i maschi non sono meno maschi se le donne aspirano a fare cose che loro considerano solo da “maschi”..E’ vero , questa è la parte di quest’esperienza ( bellissima ) , che anche l’autore esplica e spiega , ed è un’ idea femminista ( in montagna anche delle donne possono andare più forte di te che sei il nipotino prediletto di Bonatti )..
    .Il resto del brano , splendido anche lui , mi riporta a considerazioni ormonali adolescenziali , secondo me più che legittime..
    .
    Poi si passa nella vita di tutti i giorni dal rappresentare una donna come :”La noire” , un anonimo paio di pantaloni con dentro un “culo incriticabile” che cammina  , a beccarti del maschilista , perchè ti sembra una cazzata femminista chiamare “Notaia” un notaio donna, o “Chirurga” un chirurgo donna… 

  41. allora tutto è accettato, anzi “che bello, esprime l’innamoramento di un sedicenne” (?!?) 

    Crovella , te che ten’intendi di tutto, ma l’innamoramento del 16enne è per la Brenva, o per le cosce della Bionda e per il culo della mora?
    O per entrambi?
    Certo che tra: Brenva, bionda e mora e ce ne vuole…! Ma a 16anni che ti fa.
    Ma ripeto, diccelo te che ten’intendi.

  42. E’ interessante vedere come per qualcuno sia impossibile contestualizzare una vicenda adolescenziale di 46 anni fa, sentendosi in dovere di porvi un’etichetta identitaria sx-dx Nordsudovestest.Fa anche un po’ ridere.A 16 anni, senza aver conosciuto ancora biblicamente alcuna donna/ragazza/coetanea/overaged (parlo per me naturalmente), ogni desiderio è iperbolico, idealizzato e per sua natura inconsapevole.Nel 1978 non era così comune vedere cordate esclusivamente composte da donne e noi, che eravamo ragazzi convinti di essere immortali, ma soprattutto al vertice della piramide “alimentare” alpinistica, ci siamo resi conto che avremmo dovuto “mangiarne di michette” (cit. milanese).Ma qui si perde di vista l’emozione di quel pomeriggio, che è il nocciolo di tutto assieme a Breathe, e ogni cosa finisce in vacca perchè senza le etichette non si riesce a dare una dimensione di se stessi, ed è un peccato.Ad ogni buon conto noi siamo stati sullo Sperone della Brenva e le ragazze hanno salito la variante del berlinese Gussfeldt.

  43. Caro Carlo non ti conosco ma ti capisco io femminista di sinistra se oso parlare contro la woke culture etc sono tacciata di oscurantismo e di destra. Il punto dunque è che le etichette oggi sono saltate. A volte certe parole in certi contesti vengono additate come sessiste etc ma non sono le parole ma i contesti a renderle tali. Ecco perché a me il testo piace e l’ ho commentato perché il contesto è al contrario buono per mettere in risalto altro e cioè che le donne non sono meno donne perché  fanno cose che a detta della società  sono cose da “maschi” e che i maschi non sono meno maschi se le donne aspirano a fare cose che loro considerano solo da “maschi”. Tutto il resto è rabbia per l’incomunicabilità che regna quando si affrontano questi temi, che però non c’entrano nulla con il racconto poetico .

  44. “Se le STESSE IDENTICHE allusioni le avesse scritte uno risaputamente di destra”
     
    Continui a far fatica a capire: non sono tanto le parole a essere sessiste, ma come le usi e in che contesto le usi.
    Roberta l’ha spiegato benissimo, ma evidentemente è l’intelligenza che difetta (intelligere = collegare)
     
    Non sei ridicolo, sei patetico.

  45. Alcune mie amiche per i commenti sul “Culo che cammina” mi avrebbero cavato gli occhi e trattato come una scimmia repressa , ma tant’è….
    Benvenuto il tuo parere Roberta !

  46. CVD

    PS:
    Aggiungo questo post scriptum solo perché il sistema non permette l’inserimento di commenti con meno di 10 lettere.

  47. IO NON CONSIDERO LE ALLUSIONI DELL’ARTICOLO (NONCHE’ IL COLLEGAMENTO AI SOGNI ONANISTICI DI UN SEDICENNE) NE’ SESSITE NE’ MASCHILIESTE.
     
    Segnalo però il DOPPIO PESISMO del mondo sinistra-woke-paece and love-baciamo tutti in bocca. Se le STESSE IDENTICHE allusioni le avesse scritte uno risaputamente di destra, per esempio il sottoscritto, si sarebbero alzate le urla isteriche delle femministe e dei maschi sinistrosi e illuminati, a cominciare dalla Roberta che, nel commento precedente. tenta maldestramente di salvare la faccia della sua squadra, con evidente stridio delle unghie sullo specchio stile gatto silvestro…
     
    Figuriamoci poi l’ulteriore ridda di grida isteriche per lo “scandolo” se il Gogna Blog, considerato il tazebao dei woke, avesse pubblicato un eventuale articolo di un autori risaputamente di destra, conprenprente le suddette allusioni sessiste ecc!!!!!!!!!!!!!!!
     
    Invece, siccome il racconto è in chiaro stile woke-volemose tutti bene ecc, e l’autore (per quel poco che lo conosco di nome) si inserisce in quel mondo, allora tutto è accettato, anzi “che bello, esprime l’innamoramento di un sedicenne” (?!?)
     
    Non vi rendete conto di quanto siete ridicoli. Il tema è irrilevante perché è un tema da tavolino, ma ridicoli qui su questo argomento, ridicoli di là su “stazione centrale + disordini nelle manifestazioni pro pal”, ridicoli ormai a 360 gradi su ogni argomento dell’esistenza , non riuscite a focalizzare che una fetta importante e dominate dell’opinione pubblica DI E’ ROTTA DEFINITIVAMENTE del doppiopesismo del mondo sinistra-woke-buontutto e ormai è lontanissima da voi e quindi vota per schieramenti a voi alternativi. Di conseguenza a insistere in questo ridicolo doppiopesismo vi scavate la fossa sotto ai piedi e finirete, anzi siete già, numericamente irrilevanti e contenere sempre di meno, fino a non contare proprio più “un cazzo di niente”. Alla faccia del sessismo e del maschilismo, presunto (della destra) o effettivo (vostro, che vi compiacete delle qui presenti allusione). E poi vi credete intelligenti, aperti di mente e illuminati direttamente dalla Spirito Santo…

  48. Grazie Roberta (#15).
    Volevo anch’io rispondere al commento fuori luogo (come spesso accade, d’altronde) di Crovella (#6), ma mi sono trattenuto perché tanto è inutile.

  49. Grazie Roberta, era esattamente quello che intendevo io.
    E tu l’hai saputo scrivere decisamente meglio!

  50. Da tempo mi definisco femminista, perché credo che la prospettiva femminista sia oggi in grado di interpretare i tempi estremi che viviamo.  Ma la prospettiva femminista non è un modello standard applicabile senza autocritica. Piuttosto è una lente attraverso la quale leggere alcune sfumature. Il pezzo è bello perché parla di un innamoramento di un sedicenne per una parete “tanto desiderata” così come desiderabile è un corpo di donna. Nulla di maschilista. La mia lente va semmai alla sincera confessione del machismo svilito perché due donne belle riescono a fare bene una cosa “da maschi”. Come se essere dei veri maschi corrispondesse a fare qualcosa in più delle donne.  Dunque mi pare che ne esca anche un bel tratto di consapevolezza dell’ autore. Per inciso anche noi donne guardiamo e godiamo della vista di un bel culo, una bella schiena muscolosa e le belle mani di chi si appresta a scalare

  51. I “pantaloni della noire utilizzati per evidenziare un culo incriticabile..”
    Una brava femminista vedrebbe pervertiti che vedono cose e intenzioni  dove non ci sono , e parlerebbe di :”mercificazione del corpo della donna” ( aveva anche uba faccia , oltre ad essere un bel culo che cammina ? ).
    A me il pezzo e’ piaciuto molto , ma io non sono ne femminista ne politically correct.

  52. Crovella, non siete certo tu o Espò a decidere cosa è sessismo e cosa no.
    Secondo me se fai leggere il racconto alle peggio femministe non ne trovi una che si senta offesa

  53. Commenti, tra l’latro espliciti, sulle cosce ben tornite dell’una e sul lato B dell’altra, secondo la dittatura del politically corrtect oggi imperante, sono considerati sessisti e maschilisti. 

  54. Proprio no.
    Solo chi non capisce un cazzo può confondere il racconto dei sentimenti e dei pensieri di un sedicenne con il sessismo e il maschilismo, racconto peraltro bellissimo.
     
    Siete in due, per la cronaca.

  55. Sarà forse perché non c’è una sola singola frase che possa considerarsi anche lontanamente sessista o allusiva?
    .
    .
    No eh ?
     

  56. “Curioso che non si siano ancora levate le solite accuse di sessismo e maschilismo”
    Sarà forse perché non c’è una sola singola frase che possa considerarsi anche lontanamente sessista o allusiva?

  57. Chi ha provato l’emozione di affacciarsi su quello straordinario palcoscenico, rivive attraverso questo racconto l’esatta straordinaria sensazione suscitata da quella possente visione. Grazie. (spero di poter leggere anche il seguito della storia…)

  58. Davide è una garanzia. Sai che quando leggeri qualcosa di suo non sarà mai banale.
    Compreso quando racconta le sue avventure con TreNord! 😉

  59. Curioso che non si siano ancora levate le solite accuse di sessismo e maschilismo, oggi stucchevolmente imperanti in ogni dove…

  60. Tra l’altro, la Blonde e la Noire sarebbero andate su una via più impegnativa della nostra e allora ci pensai su…

    A seguire sulla via più impegnativa le “annichilenti lunghe cosce tornite” della Blonde e il “fondoschiena incriticabile” della Noire?

  61. Grandioso! Difficile esprimere meglio uno stato d’animo e un momento.
    Grazie Davide

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