Climbing Radio

Sono sempre di più quelli che al mattino si svegliano e, ancor prima di fare colazione, accendono Climbing Radio per assicurarsi che tutto funzioni, poi controllano i messaggi e magari trovano qualcosa del tipo: “Ehi guys, solo per dirvi che un sacco di gente intorno a me sta apprezzando climbing radio. La musica, gli spot, tutto. Ce lo diciamo a voce arrampicando o allenandoci invece di interagire con voi in qualche modo misurabile (like, share, …) ma continuate così che spaccate! Non è facile avviare nuovi progetti, credo anche voi abbiate momenti di euforia e momenti di down (sbaglio?), coraggio che questo progetto è fatto bene e deve continuare!”. Di fronte a tanto entusiasmo non si può che essere contagiati, vabbè, allora vuole dire che anche oggi è cominciato bene e sarà una giornata che non passeremo da soli, sarà un’avventura vissuta assieme a quelli cui piace questa radio.

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Con grande entusiasmo e tanta adrenalina, lo scorso 3 maggio 2016 sono partite le trasmissioni online di Climbing Radio, la prima web radio completamente dedicata alle tematiche care agli appassionati di arrampicata in tutte le sue forme e discipline. Creata e pensata per essere la voce narrante del mondo verticale, si è proposta fin da subito di offrire il giusto mix di buona musica e informazioni esclusive 24 ore al giorno e 7 giorni su sette.

La presenza al Melloblocco, dopo un solo giorno di vita, ha raccolto così tanto entusiasmo da far spingere la redazione a trasformare il programma Climbing Radio On Tour in un vero e proprio appuntamento itinerante, che ha portato la radio in diversi eventi “verticali” tra i quali anche il Rock Master di Arco dove anche la voce di Adam Ondra è stata protagonista ai microfoni di Climbing Radio (https://www.mixcloud.com/Climbingradio/the-winner/).

Con un approccio informale e un linguaggio conosciuto agli scalatori, si sono via via aggiunti diversi programmi a scopo divulgativo, quali Fedeli alla linea, che propone la scoperta di una falesia in ogni puntata e le Vertical News nate per raccontare le imprese che vengono realizzate in giro per il mondo.

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Meteoroccia, che ogni week end prende forma con i consigli di chi “vive” in falesia (potete averne un esempio su http://www.climbingradio.it/podcast/6/meteoroccia), è forse l’esempio più bello di come lo spirito di Climbing Radio si è concretizzato: amici e amici di amici, dislocati su tutto il territorio, sono stati contattati per essere i promotori delle proprie falesie e zone di arrampicata, offrendo in maniera del tutto spontanea un consiglio ogni week end su dove andare a scalare in base alle condizioni meteo. Ai primi contatti se ne sono aggiunti altri incontrati durante il tour di Climbing Radio, o che si sono offerti tra gli ascoltatori e ora la carrellata di Meteoroccia è sempre una piacevole passeggiata attraverso l’Italia, punteggiata dai diversi accenti che rendono davvero unico e aggregante questo programma.

Una particolare attenzione è stata data alla selezione musicale fin dalla prima canzone trasmessa e, oltre alla programmazione proposta dalla regia, sono nati programmi come Valley Vibes con musica suonata in stile rigorosamente “trad”, Hard Way to the Top per accompagnare l’allenamento con il rock e l’hard rock più duro e ne sono già pronte altre pensate per approfondire e sviluppare i diversi generi musicali.

Marco Pandi Pandocchi (a destra) intervista Adam Ondra
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Non mancano gli appuntamenti dedicati alla cura fisica con Saluto al Sole e alla scoperta dei singoli climber con Free Solo (https://www.mixcloud.com/Freesolo/simone-pedeferri/) in cui big e no-big hanno pari opportunità.

Una nota di merito va sicuramente a #CrushMode dove ospiti d’eccellenza, come Stefano Ghisolfi, Stefano Carnati e Silvio Reffo, sono stati i primi a essere simpaticamente messi a dura prova dai conduttori, ma tutti hanno lasciato lo studio sorridenti dopo aver trascorso una bella serata, diversa dal solito allenamento (per la registrazione di questi incontri cliccate su http://www.climbingradio.it/podcast/7/#crushmode). Questa trasmissione è la prima nata dalla proposta di ascoltatori che hanno capito di avere a disposizione un nuovo strumento di comunicazione e di poterlo sfruttare al meglio, cioè divertendosi.

Con la partenza di Indoor, Climbing Radio si pone l’obiettivo di entrare nelle palestre di arrampicata, per essere la compagna ideale di ogni allenamento, ma soprattutto un nuovo elemento aggregante di questa comunità sempre in crescita.

Alex Piantadosi alla regia (qui è nella sala indoor di Passaggio obbligato)
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Dopo quasi sei mesi di vita c’è ancora molto da fare: il palinsesto è in continua evoluzione e si sviluppa soprattutto grazie al supporto che i vari collaboratori hanno dato e continuano a dare al progetto, avendone intuito le potenzialità. L’ambizione di Climbing Radio è infatti diventare la prima Social Radio in cui gli ascoltatori diverranno protagonisti e promotori di contenuti, perché la creatività che regna e fermenta dentro tanti climber possa essere condivisa con chi coltiva la stessa passione.

Alex Piantadosi (di spalle) e Marco Pandocchi in trasmissione
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Naturalmente sono molti quelli che chiedono su quali frequenze trasmette Climbing Radio… ma la scelta di essere una WEB radio è motivata dall’abitudine ormai consolidata all’ascolto di canali musicali online e alla capillarità delle reti internet; sono queste le leve che permettono a Climbing Radio di raggiungere gli scalatori ovunque essi siano, dalla palestra alla vetta montana, passando per falesie e zone blocchi: basterà avere una minima connessione Internet per collegarsi al sito www.climbingradio.it con il proprio computer o con il proprio smartphone usando le applicazioni disponibili per Apple (https://itunes.apple.com/it/app/climbing-radio/id1127357312?mt=8) e Android (https://play.google.com/store/apps/details?id=com.hbg.climbing&hl=it) e mettersi immediatamente all’ascolto dei programmi trasmessi h24 dallo studio regia di Milano, in via Longhi 10.

Il braccio sinistro tatuato di Marco Pandi Pandocchi
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Climbing Radio è un progetto nato dalla collaborazione tra Marco Pandocchi, Versante Sud s.r.l. e Alex Piantadosi che ha ricevuto fin da subito degli ottimi riscontri: Maurizio Zanolla Manolo e Stefano Ghisolfi sono due dei numerosi ambassador che fin da subito hanno voluto associare la loro immagine a questa iniziativa.

Marco Pandi Pandocchi è un vero climber “no-big”, con esperienza pluriennale in campo marketing e comunicazione, svolto per aziende internazionali e nazionali operanti sia in ambito tecnologico che outdoor. Per Climbing Radio si occupa della gestione dei partner commerciali, dello sviluppo di programmi e palinsesti e della promozione B2B del progetto Climbing Radio;

Versante Sud s.r.l. è un editore ormai consolidato nella proposta di guide per il mondo verticale e per l’outdoor in generale, della linea editoriale I rampicanti e di Up Climb. E’ il fulcro per la gestione dei contatti con gli ambassador e i climber che rendono unica la proposta radiofonica di Climbing Radio;

Alex Piantadosi è musicista, compositore ed esperto arrangiatore, oltre che appassionato di blocchi e falesie. Alex è la spina dorsale della regia e di tutta l’elaborazione tecnica dei contenuti multimediali trasmessi da Climbing Radio.

Roberto Capucciati di Versante Sud
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Luca Corte Rappis
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Il precedente: Radio in Vetta

Radio in vetta, nata in precedenza, è tuttora una trasmissione radiofonica che vuole raccontare la montagna nella sua interezza: dai luoghi, alle leggende, alla cultura. Si va dai racconti dei grandi alpinisti (i dispacci, ad esempio, di Daniele Nardi quando tentava la salita invernale del Nanga Parbat), alle testimonianze di protagonisti della montagna (Dawa Sherpa), alle storie di chi – semplicemente – ama andare la domenica all’aria aperta. Vuole essere un enterteinment, non una trasmissione tecnica: più che altro racconta la passione, non sempre (o per forza) le avventure estreme. Viene trasmessa da cinque radio locali, ogni tanto è in webradio: ogni puntata è anche in podcast. Climbing radio ha inserito la puntata nella quale Radio in Vetta intervistava Dawa Sherpa nel suo speciale per il Nepal, e siccome la trasmissione è piaciuta, si parla proprio in questo periodo di una maggiore collaborazione. La trasmissione nasce dalla passione di Luca Corte Rappis per la radio e per la montagna: prima lui andava in diretta da una emittente milanese; poi, causa lavoro si è trasferito durante la settimana a Padova, e quindi da là fa tutto in differita. Questo gap però gli ha permesso di iniziare a mandare le puntate anche su altre radio, con il risultato che il network sta crescendo. Luca fa tutto lui, dai contenuti alla produzione, fino alle partnership. Per hobby, per passione… perché nella vita fa marketing, adesso è nel mondo della birra.

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Climbing Radio ultima modifica: 2016-10-28T05:54:31+02:00 da GognaBlog

23 pensieri su “Climbing Radio”

  1. Scusa Dario
    Non ci avevo pensato:-)
    Buona serata
    Francesco Mafessoni
    Monaco di Baviera

  2. Ciao Francesco, non penso che tutti i giovani non amino la natura ma la prevalenza come dici tu vuole “bella” musica da sala, io preferisco il silenzio mentre scalo la Radio quindi si rivolge ad un pubblico specifico, benissimo ora almeno credo di aver capito. Mi resta solo un dubbio visto che rispondi a tutti i post, sei direttamente coinvolto sarebbe bello dal mio punto di vista, metterci la faccia alle proprie idee e non un Francesco anonimo, io sbaglio spesso e volentieri ma presento sempre.

  3. Ciao Dario,
    Personalmente non capisco tutta questa allergia nei confronti dell’artificiale e di tutto ció che stá diventando di dominio pubblico. Se prima l ‘arrampicata era di nicchia, ora stà crescendo attraverso i giovani nelle sale. Sarebbe come giocare a calcio nel campetto della Parrocchia e criticare la serie A e i mondiali. Che senso ha… Si sa che son dur cose diverse. Chiaramente é un’attività sportiva (indoor) come le altre (calcio ecc). Entra alle olimpiadi? E perché no! É uno sport in crescita semplicemente perché ha moltissimi vantaggi.
    La natura, la montagna, i sentieri, il silenzio, sono situazioni completamente diverse; attenzione però, non crediamo che un giovane patito di boulder indoor non sappia apprezzare la natura. Il contatto con lo spazio naturale é un bisogno e un desiderio di quasi tutti i frequentatori dell indoor. Quindi, secondo me, che ben venga la pratica indoor in quanto forma un nr di gente nuova a sognare e desiderare il contatto con la natura. Credo che non bisognerebbe dare estrema responsabilità a climbing radio ln quanto, essi vogliono solamente fare musica per le sale. I neofiti devono si imparare il rispetto con la natura, ma la radio fa musica e non discussioni.

  4. Come dice bene Monica Mazzucchi una radio di “settore” deve prendersi delle grandi responsabilità culturali, penso si debba porre particolare attenzione che il lato commerciale non prevalga sulle idee e le diversità. In ambito Alpinistico, Scalata, Ricerca, Avventura ormai e predominante la spinta del guadagno spiccio. Deve esserci spazio per tutti, spazio per raccontare alle nuove leve cosa è stato prima di loro il nostro non è uno sport da Olimpiadi anche se sembra che il rischio che lo diventi è prossimo. Personalmente non apprezzo la direzione che si è presa con le sale Indoor, senza l’Ambiente la scalata diventa ginnastica e spesso chi inizia al chiuso sulla plastica vive anche l’Ambiente in un modo che mi lascia delle perplessità. Auguro comunque alla Radio di essere portavoce di tutti senza dimenticare da dove proveniamo. Un atto di stima per Monica Mazzucchi e Compagno per come percorrono questo sentiero..

  5. Gentile Francesco
    ti capisco, mio malgrado sono diventata e sono una “sicuramente Povera” (dal punto di vista materiale) impiegata!
    E’ proprio quello che intendevo: un’attività sportiva!
    Non credo nelle competizioni ma per rendere l’idea del particolare e magnifico stato che si intende per “arrampicare” faccio un esempio esasperato: pensa a come le discipline sportive sarebbero diverse se le Olimpiadi si svolgessero in Ambienti Naturali dove gli elementi prevalgono sui regolamenti….
    Non credo ci debba essere scontro tra i diversi approcci del “salire in verticale” dove il corpo esplora magnificamente una dimensione davvero impensata…………
    ma avere piccoli mondi di “diversi modi di salire” crea nicchie separate che inevitabilmente devono difendere la propria identità (tanto ghiotta al lato commerciale del settore) a discapito della Libertà’ di conoscere un altro modo di Salire!
    Una radio sull’arrampicare si deve quindi prendere una grossa e universale responsabilità culturale
    libera dal commercio del settore: è
    quanto mi auguro possa succedere a quella in oggetto!
    Passo&Chiudo

  6. Ottima idea.
    L’attività in montagna chiamata alpinismo, grazie anche a questa radio, diventerà sempre più velocemente un’attività “elitaria” e chiusa in circoli molto ristretti.
    Così la rinascita dell’alpinismo italiano si avvicinerà più velocemente.
    I giovani che stanno facendo domande e pongono quesiti sono in aumento!
    Sono molto contento per questa iniziativa.

  7. “L’approccio sportivo a me non è mai piaciuto sin da Bardonecchia 1985, pensa un pò…”

    si può sono condividere!! bravo Massimo.

  8. Gentile Monica

    Allora mi correggo: poiché sono un povero impiegato a corto di tempo, non posso arrampicare a contatto con la natura utilizzando il corpo e la mente. Per questa ragione utilizzo qualcos’altro (naturalmente non mente e corpo) per cercare di salire su qualche cosa per ragioni di carattere narcisista. Va bene così?!

    Possiamo almeno chiamarla attività sportiva?

  9. Fabio Marasso grazie del Sig.

    Io comunque con l’alpe non ci lotto . Ci vivo in sintonia.

  10. Mi spiace ma:

    l’arrampicata indoor non è arrampicare è “salire su qualcosa con maestria auto-referenziale” per coltivare il proprio narcisismo

    Arrampicare – per fortuna – è percorrere Ambienti Naturali utilizzando il corpo e la mente

    Punto&Basta!

  11. Sono un italiano che vive all’estero e che adora l’arrampicata.
    Vorrei vivere l’arrampicata outdoor ma, per motivi logistici sono costretto a viverla indoor. Quindi nella bolgia! É un compromesso é vero, ma a me piace l’arrampicata (punto e basta). E come me, pure tanti altri milioni di arrampicatori indoor che sognerebbero uns arrampicata su una bella falesia in una bella giornata soleggiata di primavera. L indoor? Va benissimo se non ho altro tempo a disposizione!!! La radio? Ottima idea! Gente che lo fa per passione e non certo per guadagnar soldi. Così facendo collaborate a far crescere la passione per l arrampicata nelle sue forme (indoor, outdoor, nel silenzio, nel frastuono, ecc)

  12. Una “cosa” davvero in sintonia con i tempi attuali dove ogni giorno compare un nuovo cell o pc o una nuova radio…. appunto!
    Perchè non chiedersi “a chi serve” questo parto continuo di novità dal momento che dagli anni ’60 sempre più viviamo 24 h 7 giorni su 7 in un “carrefour” di opportunità?
    Una radio sull’arrampicata temo sia la solita ideona per uomini (di tutti i sessi intendo) che hanno una sacrosanta brama di esserci innanzitutto per gli Altri e a seguire anche per se medesimi…
    Personalmente tutto ciò (radio di nicchia ed esaltazione della stessa) mi danno un marcato senso di penosa Melanconia!
    Avrei voluto allegare la rappresentazione fattane da Albrecht Dürer ma nei commenti non è possibile
    Comunque mi auguro che tra tanta musica bella e notizie sul mondo dell’arrampicata gli autori e gli ascoltatori trovino il tempo di coltivare il legame con il Mondo Naturale altrimenti: quando la radio si spegne che succede?

  13. a me climbing radio fa tristezza, mi fa tristezza l’idea che un’attività come l’arrampicata sia oggi un circo sportivo non dissimile da uno stadio con tutti annessi e connessi e che addirittura ci sia una radio che fa intrattenimento su questo.

    Probabilmente mi farebbe anche una noia mortale, ma è semplicemente un mio punto di vista, non ho detto che non deve esistere, ho semplicemente detto che mi fa tristezza.

    Caro Tauro, datti magari una calmata e sii meno permaloso …

    La vostra radio sarà bellissima, straordinaria, fantasmagorica, eccellente e modernissima, non lo metto in dubbio… e vi auguro abbia grande successo.

    Dire che a me fa tristezza e nulla più di un’opinione personale che non è certo volto ad offendere il lavoro di chi vi si impegna, ma che io personalmente non apprezzo e trovo poco in sintonia con il mio pensiero e il mio modo di vedere la montagna e l’arrampicata.

    Radio e mondo della montagna oggi hanno una fortissima componente commerciale e di consumo e rappresentano una “evoluzione” di una attività che solo trentanni fa era assai diversa.

    E non c’entra nulla la lotta con l’alpe.

    L’approccio sportivo a me non è mai piaciuto sin da Bardonecchia 1985, pensa un pò…

    Ciò non toglie che ognuno sia libero di fare e organizzzare quello che crede, come qualcun altro potrà trovarlo triste e poco opportuno e, magari ancora per poco in questo paese, potrà esprimerlo.

    L’idea che si debba sempre osannare e festeggiare come straordinaria e innovativa qualunque cosa solo perchè fa spettacolo e trasmette buona musica facendo le telecronache delle attività alpine e delle gare (una delle cose più noiose che esistano…) mi pare un tantino fuori misura.

    Ci sono stati grandi personaggi della montagna, per nulla retorici eroici e molto innovativi che si sono tenuti sempre alla larga da quel mondo e lo hanno criticato, ad esempio Patrick Berhault. Non proprio un conservatore…

    Magari prima di dar fiato alle trombe, sentirsi offesi o peggio sparar cazzate (vedi altri nei post qui sopra), sarebbe il caso di contare sino a dieci, pensare (se ci si riesce) e conoscere un pò di più quello di cui si parla.

    au revoir :o)

  14. “Poverino…” o “beato lui…” non lo so,
    in ogni caso vive ancora ai tempi della lotta con l’alpe, gli unici commenti positivi fatti dal sig. Benassi riguardano le storie di altri tempi, che peraltro piacciono molto anche a me

  15. Ostrega stavo leggendo questo articolo e relativi commenti dal mio smartphone

    Che imbecille!

    Climbing radio forever!

  16. PRESUNZIONE??

    io non sono nessuno quindi che presunzione vuoi che sbandieri.

    Trovi offensiva la parola “tristrezza” ?

    Boh, a me non sembra. E’ solamente un termine forte per esprimere la brutta sensazione che uno prova.

    Ognuno di noi ha iì suo modo di concepire questa attività. Non è un fatto di chiusura o presunzione.

    Anche dietro gli smartphone c’è il lavoro e l’impegnao di tanta gente. Ma a me sembra che ci stiano rimbecillendo.

  17. Usare la definizione “una tristezza” non mi sembra adeguato ad esprimere solo un proprio piacere o visione ma è un giudizio a mio parere offensivo verso un’attività dietro la quale si muove il lavoro e soprattutto la passione di diverse persone. Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole ovviamente, ma penso che qui tra il proprio parere e un’offesa piuttosto gratuita ci sia poca differenza.

    A me non cambia nulla perchè tanto per intenderci comunque non è una mia attività nè ci collaboro, magari… La seguo frequentemente quando posso sia per la bella musica sia perchè è divertente e interessante.
    Visto che vivo da anni il mondo dell’arrampicata sono il primo a non essere più in linea con quello che sta diventando ma non penso che ormai qualunque novità, incluse quelle positive, debbano essere sempre buttate nello stesso calderone in quanto manifestazione univoca di una sola corrente decadente

    La mia reazione è univocamente legata ad un atteggiamento eccessivo comunque di chiusura e presunzione che ho intuito nei vostri commenti e che più che unire o far riflettere genera ulteriori divisioni in questo mondo

  18. Albert Tauro stai tranquillo!
    Nel limite del rispetto e delle leggi (di certe purtroppo), ognuno la pensa e agisce come crede . Quindi fate quello che vi pare.

    prese di posizioni RADICALI!!!
    Problemi non ce ne sono, ma Il diritto di critica, di opinione e di esprimerle è sacro.

    A me questa vostra attività non mi piace. Non l’ ascolto e mi prendo il diritto di dire che non mi piace.
    Quindi? Non mi sembra di avere offeso nessuno.

  19. Che tristezza??? Che bolgia???
    Climbing Radio trasmette bella musica, è fondata innanzitutto sulla passione per l’arrampicata di chi la gestisce e di tutte le persone entusiaste che vi collaborano liberamente, big e no big.
    E’ un canale, per la condivisione anche di idee, stili di vita, esperienze, per connettere i diversi mondi dell’arrampicata e per far conoscere diverse realtà…niente di diverso che non avvenga ad esempio su questo blog.
    Show ??? l’arrampicata può essere festa, allegria e spettacoli così come introspezione e solitudine. Questo sta all’azione del singolo, sicuramente non al fatto che esistano radio, siti o gare che obblighino a viverla a senso unico e incanilino la gente in un’unica direzione.
    Il commercio e il consumo poi sono sicuramente un qualcosa che non è alla base di questa radio.
    Tutto è commento? perchè quello che avviene in questo blog non è forse diverso e forse più esasperato, spesso con prese di posizione radicali come quelli alle quali mi trovo ora a rispondere?
    Tra quel poco di positivo che è uscito dall’attuale decadente (in valori, morali ed etica) mondo dell’arrampicata sicuramente trova posto anche climbing radio, dove tra ironia e serietà, dissacrazione e cronaca, sacro e profano, si sta cercando di dare una voce a 360° al mondo dell’arrampicata con la leggerezza e spensieratezza che dovrebbe caratterizzare questo mondo.
    Chi non è interessato può anche evitare di collegarsi, non vedo dove sia il problema.
    ah un’ultima cosa…rumore??? Climbing Radio trasmette ottima musica, sicuramente molto meglio di quella trasmessa sulle radio maggiormente in voga… dove sì il commercio ha un grande peso…
    buon ascolto o non ascolto

  20. già molto triste.
    Massimo io credo di si. Sta solo a noi restare fuori da questa bolgia.

  21. che tristezza. tutto ridotto a commento, commercio, show, consumo, immagine, rumore…
    rimarrà uno spazio in cui si possa camminare e scalare in pace e in silenzio?

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