Collegamento tra Doganaccia e Corno alle Scale
Lettura: spessore-weight(2), impegno-effort(1), disimpegno-entertainment(1)
Entro il 2020 una funivia unirà la Doganaccia al Corno delle Scale. Dopo anni di discussioni sul progetto di collegamento tra la Toscana e l’Emilia Romagna, il sogno dei Comuni del crinale dell’Appennino Bolognese delle due regioni (Toscana ed Emilia-Romagna) potrebbe purtroppo realizzarsi. Per l’attuazione dell’opera è previsto un investimento di 11,5 milioni di euro di cui 5,5 milioni verranno assegnati nel 2018 all’Emilia e 3 milioni alla Toscana ai quali si aggiungeranno 1 milione e 150mila euro nel 2019. Ma c’è chi parla di un investimento da 27 milioni di euro.
Lo Stato Italiano, la Regione Emilia Romagna, la Regione Toscana e tutti i Comuni di crinale, sono determinati a realizzare diversi interventi relativi agli impianti sciistici attualmente presenti. Non solo invasi per neve artificiale o nuove seggiovie, ma anche una funivia, a nostro giudizio devastante, che collegherebbe la Doganaccia con il lago Scaffaiolo, cantato anche dal Boccaccio, con addirittura la delirante costruzione di un tunnel finale per arrivare in ascensore al lago stesso.
“La realizzazione di questo impianto ha una valenza che va ben oltre rispetto al turismo invernale. Per me è un’infrastruttura per potenziare il turismo slow – ha detto Andrea Corsini, Assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna – Allargherei un po’ il tiro rispetto agli sport invernali, il nostro Appennino non può vivere solo di quello”.
Con l’unione dei due versanti si verrebbe a costituire un comprensorio sciistico con oltre 120 km di piste da sci con un unico skipass che permetterebbe il “rilancio” del turismo nell’Appennino tosco-emiliano.
Come già accennato, oltre al collegamento tra la Toscana e l’Emilia Romagna, sono previsti anche il potenziamento del sistema d’innevamento e i bacini idrici del Monte Cimone, un sistema di controllo accessi agli impianti di risalita del comprensorio Abetone-Cutigliano e nuovi impianti di innevamento.
Osservazioni
In un momento in cui si dovrebbe parlare solo di turismo sostenibile, di cambiamenti climatici, di progetti a impatto zero, questo progetto ci pare delirante. Come noto, una volta rovinato il nostro paesaggio, non si può tornare indietro. A chi ha cercato di illustrare ai sindaci queste problematiche, questi hanno risposto che vogliono andare avanti, in nome di uno “sviluppismo” cieco, invitandolo a non occuparsi ulteriormente di questo tema… Sta a noi cittadini far sentire la nostra contrarietà all’opera.
Paolo Cane osserva: “Già oggi è difficile sciare a Montecreto che ha impianti a bassa quota ed esposti a sud. Per fare la Baggiolara da Piancavallaro bisogna essere dei fondisti (sciatori di fondo) e nel 2017-18 non hanno aperto la seggiovia delle Aquile al Cimoncino. C’è bisogno di piste nuove oppure piacerebbe agli sciatori riuscire a percorrere quelle già esistenti? E non sfioro neppure lo scempio che ritengo esagerato della costruzione dei grossi impianti che prevede il progetto”.
Loca Aries: “Lo considero un bel progetto, e poi collegare i due versanti e da anni che si dice. Tremeranno i comprensori di Cimone e Abetone? Temo proprio di sì… Potrà deturpare la montagna? In Toscana, tra aeroporti e inceneritori, dove è il problema per venti piloni e qualche posto di lavoro in più?”.
Francesco Lorenzi: “Mi fate ridere, questo è solo un modo per deturpare la montagna… per cosa, poi? Per una manciata di turisti in più che si aggirano per i crinali con le scarpe da tennis e che non si immaginano nemmeno che la montagna è rispetto, fatica e sacrificio! Con finanziamenti di questa portata ci sarebbero cose molto più importanti da sistemare e migliorare nella nostra montagna”.
Andrea direi proprio di no perché il doppio troncone delle ipotetiche funivie servirebbe più che altro per portare i toscani da doganaccia verso corno alle scale, leggevo che il discorso adesso è fermo per questioni politiche e di cambi di gestioni proprio della stazione del corno, oltretutto mi dicevano ieri e spero sia una burla che vorrebbero ripristinare anche la funivia che da doganaccia va in croce Arcana dalle antenne, quella che hanno smantellato agli inizi del 2000, ma qui ci vado con i piedi di piombo
@Alessio anch’io non ne ho più saputo nulla, ma se tolgono la “pista” dal progetto, immagino anche l’impianto, no?
Ciao ragazzi qualcuno ha info sul collegamento?
C’è una calma piatta preoccupante, non se ne legge più, a me hanno detto che la pista che volevano fare sul versante toscano (sud) non è più nel progetto…
E poi, se vogliamo discuterne fino in fondo, chi ha scelto le fotografie pubblicate? Siamo a 1500, 1600 metri su un versante esposto in pieno sud, senza nemmeno un Cervino che ombreggi. Le foto ritraggono una Doganaccia innevata che esiste solo per diciassette giorni all’anno, forse diciotto. Voglio essere generoso: diciannove.
Ragazzi peccato che sto covid nn permetta assembramenti, pensavo assieme ad amici di fare una maxi pellata / ciaspolata si protesta provando a richiamare tanta gente, ahi noi al momento nn si può
…per il resto del collegamento, dalla prossima estate partano i lavori sul versante Emiliano, dai, dai….
No effettivamente è il primo tassello sul collegamento, ocio che questi lavorano in silenzio ed in poco tempo ci troviamo la zona croce / scaffaiolo con tre piloni di cemento..
Bene, bene…
@Fabio, spero sia come dici tu, il sottotitolo dell’articolo mi aveva fatto pensare a questa:
L’Appennino ha un nuovo impianto sul crinale verso la Croce Arcana un altro tassello per sognare un unico grande comprensorio sciistico
Andrea, da quanto ho letto la seggiovia sostituisce una preesistente sciovia, con identico tracciato, e non ha nulla a che fare con la funivia in progetto. Non arriva sul crinale, ma, come l’impianto di cui ha preso il posto, si sviluppa nelle vicinanze immediate della Doganaccia. Spero tanto di non sbagliare!
In ogni caso si tratta di uno sperpero di denaro e di un obbrobrio ambientale. Paga Pantalone.
https://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2020/12/17/news/appennino-lavori-finiti-sotto-la-neve-la-nuova-seggiovia-di-doganaccia-e-pronta-1.39669624
Nonostante tutti i nostri autorevoli pareri negativi, è pronta :-/
Sono un amante del Corno alle Scale, sono Bolognese, è la mia montagna di casa, ci vado d’estate, d’inverno, d’autunno, camminare, sciare, da un po’ si può anche fare boulder (io no), a mangiare, a rilassarmi su un prato.
In inverno lo adoro ancora di più, poca gente, prezzi bassi, piste sempre vuote… forse sono uno dei pochi, tutti vanno al Cimone; io no, vado al Corno alle Scale, dove chi scia in pista ha piste preparate meglio, dove chi scia fuoripista ha itinerari di tutti i tipi e per tutti i gusti, anche estremi come la Nordest dello Spigolino (basta ci sia neve…).
Ma collegarlo alla Doganaccia è la più grande follia che si possa fare.
Già tanti pareri giusti sono stati espressi, ma rimane che lo stato di abbandono invernale dei paesi lì intorno (Lizzano, Vidiciatico, La Cà), la limitatezza di alcuni operatori turistici (la stragrande maggioranza), la fatiscenza di tante strutture ancora sulle piste, abbandonate a sè stesse dopo la dismissione, la miopia di chi gestisce la stazione (che ha interessi anche al Cimone), è il primo grande freno.
Come fai a collegare 2 comprensori dove nevica poco, dove non hai nemmeno il 40% delle piste coperte da innevamento artificiale, dove dovresti sventrare mezza montagna per scavallare in crinale più ventoso d’Italia; che ti farebbe arrivare ad un comprensorio esposto a OSO (!!), dove anche nel 2018, anno normale per le nevicate, la neve naturale sarà resistita sì e no 20 giorni.
Poi uno legge certe dichiarazioni: serve per far salire la gente d’estate!
Veramente crediamo a queste baggianate, quando d’estate è GIA’ pieno di gente che ci cammina in tranquillità, su dolci pendii morbidi, con dislivelli ridicoli, e il Passo della Croce Arcana raggiungibile non solo da Cutigliano per strada asfaltata, ma con un minimo di prudenza anche da Capanno Tassoni, lato Modenese? Arrivi a 1669m, con il rifugio Duca degli Abruzzi 175m di dislivello più in alto.
Ma stiamo scherzando?!?
Se lo fanno, saranno 2 impianti che causa vento e condizioni climatiche, girerà 10-15 giorni in inverno (su una stagione che quando va bene regala sciate FANTASTICHE da dicembre fino a metà aprile), e magari tutti i giorni d’estate, ma sarà sottoutilizzano a meno di non chiudere definitivamente il tratto Doganaccia – Croce Arcana (mantenendo NON asfaltata la salita dal versante MO).
Che tristezza.
È solo speculazione . Si continua a non capire che c’ è da cambiare rotta.
Una cosa senza senso….il continuo alzarsi delle temperature e gli inverni sempre più corti e qui si vuole realizzare addirittura una funivia che parte da 1400m, veramente senza un senso logico, oltretutto in quella zona i venti soffiano sempre (ricordo 239km/h lo scorso anno) e gli impianti verrebbero realizzati a sud dove la neve non c’è praticamente mai e non si arriverebbe a 1800m. , in svizzera non costruiscono più impianti dai 2000m. in giù ma si vede che qui siamo più intelligenti.
Oltre ad andare ad intaccare una delle più belle zone wild dell Appennino emiliano, sono completamente contro a questo mostro che si vuole realizzare senza, ribadisco, un minimo senso
Ma speriamo che si faccia davvero, dopo anni che se ne parla e non si è combinato nulla….più nuovi impianti e piste nuove, così non dovrei fare 300 chilometri con la macchina a gasolio per andare a sciare in Trentino ogni due settimane….e condivido anche il pensiero di Paolo Cane che dice che sarebbe l’ora di poter nuovamente sciare su piste quasi dismesse per via di impianti non più a norma e obsoleti, quindi sarebbero necessari anche altri soldi per poter ammodernare anche quelli…
…in risposta a Loca Aries dico, io che sono TOSCANO E FIORENTINO, che ben venga una nuova pista per l’aeroporto, visto che quella che c’è è pure corta e pericolosa ed in merito agli inceneritori, NON mi risulta che in TOSCANA si abbiano grandi problemi di spazzatura e puzza per le strade, come in altre città d’Italia e che gli inceneritori sono indispensabili per chiudere il ciclo della raccolta differenziata, almeno che non si faccia una bella buca e si butti tutto dentro, ma a parlare son tutti dei fenomeni…
per me e’ buono fare questo impianto per 5 piloni li colori di bianco o di verde sono 500 metri e colleghi due comprensori porta piu’ turisti le cose non buone sono le fabbriche che ti avvelenano le discariche le auto e i motorini che inquinano non una seggiovia cari signori date retta fatela e in fretta auguri
Anche io abito la montagna, quella apuana e l’uomo la stà distruggendo con la scusa che non ci sono alternative economiche a quella fel marmo, dell’escavazione.
Per me è solo miopia e arroganza di pochi che pensano solo al loro portafoglio comportandosi da razziatori da distruttori.
Voi chi??
Pensi che tutti quelli che sono contrari a nuovi interventi sul territorio siano come li descrivi te?
Ci sono tanti modi per promuovere il turismo montano non solo con nuove infrastrutture.
Allargate la mente, la visione. La salvaguardia del territorio come natura l’ha fatto è un capitale.
In ci abito sulla Montagna ho rispetto per il mio territorio, e questo collegamento si farebbe con un impatto minimo! Purtroppo la montagna muore, abbiamo bisogno di questo collegamento, è un progetto che porterebbe più lavoro e turismo! Non capisco tutto questo accanimento, noi dobbiamo morire perché la funivia sarebbe uno scempio o perché toglierebbe lavoro clientela a impianti sciistici più “importanti”???? Io rispetto la natura e voi che venite e raspate e raccogliete senza logica? Voi che inquinate gettando di tutto in terra? E soprattutto voi andate a sciare in Trentino, Austria, Valle D’Aosta? Non andateci più….lassù e pieno di scempi! Tornate a sciare nei campi e risalite a piedi.
Meno male che ci sei te ROBERTO !!
Un posto brutto come la DOGANACCIA, con tutte quelle costruzioni/case stile speculativo, molte chiuse, per altro tenuto anche molto male, sinceramente era già un pò che non ne vedevo.
Ma te ne sei accorto che nevica sempre meno?
Forse ci sarebbe da cambiare rotta….non ti pare?
Giusto!
Anzi, propongo di fare di meglio e di piú: si ricopra TUTTO il versante toscano di uno strato di CEMENTO (o di ASFALTO, a scelta degli imprenditori turistici) spesso almeno MEZZO METRO.
In questo modo potranno essere livellati tutti i vari buchetti maligni che la natura ci propina e si potrà sciare allegramente sul crinale (pardon, sul cemento) anche con i tacchi a spillo: modello discoteca.
In quanto al «comprensorio» sciistico, mi chiedo: quanto dura l’innevamento su quel versante esposto a sud a 1300-1600 metri di quota? Tre settimane? Al massimo quattro o cinque, ma con i cannoni che lavorano a pieno ritmo, giorno e notte. Ma forse io faccio confusione: quello in realtà sarà un «comprensorio» per lo sci sull’erba.
A questo punto esigo un «comprensorio» anche a casa mia: Castelfranco Emilia, Pianura Padana. E guai se qualcuno protesta.
Il Trentino, Veneto e Lombardia hanno le montagne piene di funivie e comprensori da 300/400 chilometri di piste. Qui per fare una funivia che non va oltre il chilometro e mezzo sembra di deturpare chissà cosa, nemmeno si parlasse di un grattacelo di Manhattan. Ma fatela finita di dire stupidaggini. Il turismo è lavoro per un sacco di gente. Se si creerà un comprensorio sciistico adeguato sarà possibile intercettare un sacco di turisti che risiedono dalla Toscana in giù e che sono costretti ad andare in Trentino perché hanno strutture più appetibili. Essere contro il collegamento è davvero incredibile…
Secondo me ogni gruppo politico al potere cerca di massimizzare i propri introiti. Questo è un bell’esempio del passato.
Non so se il nuovo possa fermarlo.
Oggi alla Doganaccia solo neve sulla pistina,evidentemente sparata.Tutto intorno sui finchi dei monti ZERO neve. Una vera risteza. Ho fatto alcune foto che magari invierò così ci credete di più.
E volete fare altri impianti…???? Per cosa….sciare sull’erba…???
Purtroppo non conosco i nomi e cognomi, ma non vale neppure la pena di indagare. Possiamo infatti domandarci: chi amministra la Regione Emilia-Romagna ininterrottamente dal 1945? chi amministra la Regione Toscana ininterrottamente dal 1945? quale governo ha finanziato il progetto, con finanziamenti a fondo perduto?
Un po’ di alternanza farebbe bene all’amministrazione della cosa pubblica e alla democrazia, forse perfino all’ambiente naturale. Non mi interessa se l’amministrazione è verde o blu o gialla; mi interessano i fatti e la soluzione dei problemi.
Pure Mao si espresse in modo simile a proposito del colore dei gatti che devono acchiappare i topi. Su questo punto – ma è l’unico – concordo col “Grande Timoniere”, il quale tuttavia non applicò mai il suo principio: sterminò tutti i “gatti” (leggi: esseri umani) a eccezione di quelli dal pelo rosso.
… … …
Beninteso, in numerose altre regioni d’Italia di diverso orientamento politico il problema è analogo.
Pregasi fare cortesemente i nomi, così si evita di votarli o elogiarli altrove.
Caro Alberto, gli amministratori e i politici responsabili non sono affatto miopi. Semplicemente, se ne fottono del denaro pubblico. Se ne fottono del Parco Regionale del Corno alle Scale. Se ne fottono della devastazione ambientale. Se ne fottono del fallimento economico che seguirà tra pochissimi anni.
Insomma, «io so’ io e voi nun siete un c***».
Miopia voluta per il portafoglio di pochi, ma che farà danni per tutti.
Bravi per l’ottima visione.
Da decenni frequento questi crinali e non posso che condividere i pareri di quanti giudicano inutile la realizzazione di queste opere. Innevamento insufficiente o assente per buona parte della stagione invernale (stagione “corta” rispetto alla media delle località alpine), vento forte frequente (il vicino valico di “Croce Arcana” registra non di rado venti superiori ai 100 km/h con punte, misurate dalla stazione di rilevamento in loco, che superano i 200 km/h: l’11 gennaio 2016 raggiunti i 238,2 km/h battendo il precedente record del 5 Novembre 2012 di 224 km/h !). Senza contare le problematiche relative agli sbancamenti, alla captazione delle acque per l’innevamento artificiale, compresi gli additivi per produrre il manto nevoso… Non si capisce l’ottusità di quanti credono (o fingono di credere per propria opportunità) alla validità del progetto che, in proiezione, finirà per lasciare sul terreno costose strutture inutilizzabili che lentamente andranno in malora, testimoniando la stupidità delle scelte compiute mentre quello che è stato distrutto rimarrà tale. Le nostre montagne sono piene di esempi simili ma nulla o quasi insegnano. Per un approccio poi alla montagna in veste estiva non credo che queste opere siano fondamentali ma, piuttosto, il contrario… In definitiva: non ci resta che piangere!
Scusa Carlo, spiegati meglio. Importantissimo unire il comprensorio del Corno, uno dei pochi che ancora sopravvivono in Appennino, alle due piste in croce, esposte a sud, della Doganaccia, con impianti nuovi sul crinale quando già quelli esistenti sono quasi sempre chiusi, appunto per vento, maltempo e assenza di innevamento? Si considera anche il collegamento in bus Cutigliano-Abetone, l’altro comprensorio importante li vicino (sarebbe solo mezz’ora di curve)? L’intento è quello di dirottare i toscani, sottraendoli al più comodo Abetone, sul nuovo mega comprensorio facendoli arrivare a Cutigliano, con viabilità inadeguata e senza sufficienti parcheggi?
Io non capisco fino in fondo importanza ed essenzialità del progetto, sicuramente per mia parziale ignoranza sulla realtà locale, e attendo pazientemente che qualcuno mi spieghi meglio…
Fra qualche anno di quegli impianti non rimarrà nulla perché si scierá una settimana all’ anno. Soldi buttati.
E’ proprio qui il problema. Oggi abbiamo talmente tutto che ci ANNOIAMO.
Conosco la zona alla perfezione. Unire i due comprensori sarebbe importantissimo. Opera essenziale per tutta l’area interessata. Il vero problema e vera incognita è il vento.
Anche a me piacciono le montagne inviolate, ma se voglio sciare in pista non scelgo una stazione con tre sciovie, perché dopo mezzora mi annoio.
Capisco quindi il punto di vista di chi vive del turismo invernale: le stazioni sciistiche troppo piccole e mal collegate non possono sopravvivere.
Al di là dell’ impatto ambientale dello specifico progetto, che non conosco nel dettaglio, ritengo che debbano essere fatte delle scelte di campo: se si ritiene che il clima sull’ appennino toscoemiliano non consenta una redditizia attività di turismo invernale legata allo sci di pista, allora tanto vale avviare lo smantellamento completo e la rinaturalizzazione della doganaccia e del corno alle scale; se invece si vuole mantenere in vita e rilanciare questa attività, probabilmente il collegamento ha senso.
Progetto delirante , un’ennesima espressione di quanto sovente non si riesca ad uscire da logiche perverse di sfruttamento del territorio con metodiche ad altissimo impatto ambientale, fra l’altro, in questo caso, per sostenere un comprensorio sciistico che ( con tutto rispetto) per la quota media e la posizione geografica in cui si trova, è destinato ad esaurirsi nel giro di un decennio (osservare le statistiche delle nevicate in loco degli ultimi vent’anni). Con tutti questi milioni di euro si può valorizzare il territorio non necessariamente puntando sullo sci alpino ma su moltissime altre attività ricreative che non necessitano di risorse energetiche enormi ma che potrebbero rappresentare un motivo di valorizzazione di quel territorio nelle quattro stagioni dell’anno.
Ma le valutazioni sull’impatto pa saggistico non credo che siano state fatte. E nemmeno la valutazione di quante giornate questo scellerato impianto resterà chiuso per la nebbia, il vento, il ghiaccio.
Roba da non credere.
Andrea Corsini: «Per me è un’infrastruttura per potenziare il turismo slow» (sic!).
L’impudenza di molti politici è pari solo alla loro ignoranza e arroganza. Qui addirittura abbiamo un assessore di un partito che da decenni ciancia di verde.
Una volta quel partito si definiva «di lotta e di governo». Ora è il partito del verde e del vandalismo: pochissimo verde e molto vandalismo.
Vero, però, in Svizzera ed Austria ad esempio, stanno installando impianti di innevamento artificiale a temperatura positiva, addirittura riescono a produrre neve a 25°. Purtroppo è la direzione che prenderanno le stazioni sciistiche che potranno permetterselo, e, come è quasi sempre accaduto, a nulla valgono proteste, petizioni, manifestazioni, lo chiamano progresso, mah…
Quote ormai troppo basse, basta impianti!
Condivido in pieno la frase finale dell’articolo
Ski MIT uns.