Gli accenti trionfalisti continuano: dopo il via libera all’atteso collegamento con la Pusteria, Franz Senfter detta i tempi della realizzazione: «Lavori dal 2025». Il presidente della Drei Zinnen: «Così il turismo bellunese amplierà la sua offerta, investimenti ripagati in 15 anni».
Comelico, carosello pronto nel 2026
di Andrea Ciprian
(pubblicato su ilgazzettino.it del 27 febbraio 2023)
Il progetto
Il collegamento sciistico tra le piste di Padola e quelle dell’Alta Pusteria sarà inaugurato all’inizio della stagione invernale 2026/27. Questi sono i programmi della Drei Zinnen Dolomites, società che gestisce gli impianti delle due vallate.
«Finalmente, dopo 15 anni, siamo giunti a una svolta con il parere favorevole della Soprintendenza al Paesaggio di Venezia – dice il presidente Franz Senfter – Ora contiamo che in tempi brevi i si possano avviare i lavori per realizzare i due impianti e le piste necessari a dare vita al nuovo carosello sciistico. Vorremmo completare l’iter burocratico per la concessione edilizia entro il 2024, per poi passare alla fase costruttiva al più tardi nel 2025. Confidiamo che le tempistiche siano queste. Dobbiamo essere ottimisti, anche se sappiamo che i tempi della burocrazia non sono facilmente quantificabili a priori. Un imprenditore deve ragionare così: se ha una visione, un obiettivo, deve fare di tutto per portarlo a termine nonostante imprevisti e difficoltà. E il nostro primo obiettivo è sempre stato quello di allargare il nostro comprensorio, soprattutto sul versante bellunese. Perché l’economia del Comelico ha un bisogno vitale di potenziare la sua offerta turistica. E ritengo che si vuole sviluppare l’economia delle nostre valli, il turismo sia oltretutto la via più ecologica e sostenibile».
Cambiamenti climatici
A proposito di sostenibilità e di cambiamenti climatici, ecco che cosa pensa Senfter del futuro dello sci: «Si sente spesso parlare di crisi dello sci, ma noi continuiamo a registrare incrementi di clientela. Quest’anno, rispetto allo scorso, siamo a un 15% di presenze in più. Cresce il fatturato degli impianti e di pari passo quello delle strutture collegate, come i rifugi. Vediamo che i turisti vengono sì in montagna, ma nelle zone dove possono sciare dimostrano di apprezzare le migliorie a impianti e piste. Aumentano gli stranieri e questo trend non dovrebbe arrestarsi, anzi. Giusto per fare un esempio: abbiamo dati attendibili che ci dicono che in Cina 300 milioni di persone praticano lo sci. Questi, negli ultimi anni, a causa della pandemia non si sono mossi. Cosa succederà quando i loro spostamenti diventeranno più semplici?».
Lo sviluppo
Investire continuamente per rinnovare l’offerta per gli sciatori è sempre stato il pallino di Senfter. Negli ultimi anni sono stati spesi 100 milioni di euro per collegare tra loro le aree sciistiche del Monte Elmo e di Croda Rossa, entrambe in Pusteria. Altri 150 milioni serviranno per connettere direttamente il Comelico e anche le piste di Sillian, oltre il confine austriaco, andando a creare il primo grande comprensorio transfrontaliere del Dolomiti Superski. «I nostri bilanci chiudono in attivo e finora non abbiamo mai redistribuito gli utili tra gli azionisti perché li abbiamo sempre tutti reinvestiti – spiega l’imprenditore –Lavoriamo puntando al lungo termine, non certo guardando alla resa immediata di un singolo nuovo impianto: serviranno almeno 15 anni per ripagare gli investimenti che faremo per collegare il Comelico. Ciò che conta per noi è quello che gli impianti portano all’intero indotto, allo sviluppo complessivo delle vallate».
Il record
Intanto la stagione sul comprensorio delle Tre Cime sta proseguendo al meglio: «Questo inverno sta andando oltre le aspettative, siamo già a 30 milioni di fatturato, dovremo quindi superare i 32. Un record». Cresce il fatturato e crescono tutti i numeri della Drei Zinnen Dolomites, a cominciare da quello dei dipendenti: erano 260 prima del covid, ora sono 400. E se per vedere operativi i grandi collegamenti con il Comelico e con l’Austria bisognerà attendere la fine dei 2026, già dal prossimo anno verranno realizzate opere che miglioreranno la connessione tra il Passo Monte Croce e la zona di Croda Rossa e del Monte Elmo: i due skilift paralleli sul passo rimarranno, ma quello più in quota sarà sostituito da una seggiovia a sei posti: a Versciaco la cabinovia che sale dal paese verrà cambiata con una tutta nuova, dotata di cabine da 10 sedute: Tutto ciò renderà molto più snello il “Giro delle Tre Cime”, il tour “sci ai piedi” da Padola al Monte Elmo, che ora richiede l’utilizzo di uno ski-bus per la tratta verso il Comelico.
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E a l’Aprica, nemmeno Alex Bellini è riuscito ad arrivare con la barca.
In Trentino non c’è la possibilità di far attraccare navi da crociera e cargo, a Savona anche gli amministratori più pazzi non approvetebbero investimenti per impianti di risalita. Ognuno sfrutta ciò che ha.
Che Tirreno Power viva solo dei suoi soldi e non di appoggi pubblici ( soldi, permessi, concessioni), lo vedo un po azzardato.
Piccola nota a margine: Tirreno Power è una società privata che investe i propri soldi. I porti sono invece infrastrutture strategiche di proprietà pubblica e dei cui benefici gode l’economia del paese grazie ai commerci internazionali. Paragonarli a degli impianti di risalita mi sembra un po’ azzardato.
Sicuramente anche a porto di Savona, o a quello di Vado, o alla Tirreno Power sono stati fatti ” investimenti” cjeverranno pagati dalle tasse dell’albergatore di Aprica
Gent.ma Sig.ra Cesco Frare, vede il punto non è che è un blog di maschietti, visione edulcorata, il difetto sta nel manico, osservi bene le dinamiche degli argomenti, e guardi gli ,definiamoli interventi?Ora vi è un procedere che vuole affrontare il tutto del tutto, quasi fosse il bigino delle problematiche, poi si da la stura ai soliti eminenti, sorvolado sulle inesattezze, e anche le violenze verbali, le minacce, il blog quando esce dall’argomento prettamente alpinistico, in quanto,rappresentazione di uscita o report alpinistico, vuol farsi accreditare per quello che definisce il blog stesso,di società analisi cultura etc.etc..madornale cantonata,gli interventi sono sempre i soliti fritti, attacco capitalista ,società amorale,pescecani,sfruttatori e via peggiorando. Di qua i colti coloro che hanno capito tutto e all’interno degli stessi chi ha capito di più e prima e guai agli altri. Faccia allora come il sottoscritto un occhiata agli articoli alpinistici, intesi come prestazioni, e il resto supercazzole alla Tognazzi,senza offesa per il grande Ugo, da non confondersi con il mitico traversugo del Rif.Torino.
@Cla: ed allora che gli investimenti li facciano gli operatori. Non è giusto che un contribuente di Savona debba pagare le tasse per permettere all’albergatore di Aprica di guadagnare. Comunque la storia che i soldi rientrano in tasse è tutta da dimostrare e non basta una frase di tizio o caio.
Il mio commento 29 considera soltanto l’aspetto economico dello sci di pista.
È esclusa qualsiasi riflessione sulle devastazioni ambientali, sul consumo di acqua e di energia per l’innevamento artificiale, sugli impianti sciistici in vetta alle montagne (Corno alle Scale, M. Gomito, Alpe Tre Potenze, Sasso del Morto al Cusna).
È pure escluso qualsiasi giudizio etico sul fatto di costruire luna-park anziché preservare i boschi.
E non parlo neppure del turismo alternativo, a cui in Appennino prima o poi si dovrà pensare, dato che la neve è sempre piú scarsa.
“Investimenti” perché poi la gente arriva, spende alla grande, gli operatori guadagnano e pagano tasse 10 volte superiore agli “investimenti”.
Nell’Appennino Tosco-Emiliano si tratta di contributi a fondo perduto: le stazioni sciistiche sono in perenne perdita (con le uniche eccezioni del Cimone e, forse, dell’Abetone) e Pantalone paga.
La stazione sciistica del Corno alle Scale è già fallita una volta negli ultimi venticinque anni. Ciò nonostante ora si progetta il collegamento Doganaccia-Scaffaiolo, su un versante sud, il che è all’incirca come pretendere di costruire funivie e piste da sci a Pavullo nel Frignano (682 m). Beninteso, col denaro dei contribuenti.
A partire dagli anni Novanta gli impianti dismessi (soprattutto sciovie, oltre a qualche seggiovia) si contano a decine e decine, e sono numerose le stazioni sciistiche dismesse (Doccia, Passo delle Radici, Appenninia, Valle del Sestaione, Pian di Novello, Pratorsi, ecc.) o agonizzanti (Doganaccia, Sant’Anna Pelago, Febbio, ecc.).
“Investimenti” perché poi la gente arriva, spende alla grande, gli operatori guadagnano e pagano tasse 10 volte superiore agli “investimenti”.
Già detto dal Cominetti nel suo primo post.
Perché continuiamo a chiamare “investimenti” montagne di soldi del contribuente dati a fondo perduto ? Io non sono contro gli impianti di risalita ma voglio che vengano finanziati unicamente dagli operatori sia in senso stretto che allargato alle attività che campano del turismo ma basta soldi pubblici.
A quanto pare risulta quasi impossibile un dialogo pacato, in questo blog. Me ne dispiace veremente! Questo continuo parlarsi addosso, con aggressività, con parole offensive e volgari è inaccettabile. Finitela di ragionare sempre e solo con il c… Altrimenti ditelo che è un club per soli “maschietti”, così eviterò di leggere e di condividere.
Siete fastidiosi e non portate alcun contributo utile alla discussione.
Spero che il collegamento vada in porto il prima possibile!
Sig. Capo (ironia un tanto al kg), Alessandro Gogna,
più che dichiarata la mia stima per il valore assoluto della sua attività alpinistica e l’apprezzamento per quanto scritto in molti libri con doti letterarie pregevoli, trva qualcosa di positivo nel profluvio di commenti che si ripetono ogni giorno, qualunque sia l’argomento, astiosi, schifati, con toni messianici, provocatori per scelta, sprezzanti per distruggere un “avversario”, ecc, un autentico schifo. Certo, in molti diranno, basta non leggere, non sei obbligato, con un discorso chiaramente del …pene. Credo, spero, sono certo, che anche a lei una certa deriva stia sui testicoli.
“chi possiede un terreno su cui paga oneri e ne fa cose su cui non siamo d’accordo è inattaccabile.”
Non sempre e non comunque…ma sopratutto, non è vero che chi abita in Cadore (per rimanere nel caso specifico) è padrone delle montagne del Cadore
Sign. Cominetti….noto, con piacere, che ha finalmente iniziato a darmi del lei. Com la L maiuscola in futuro, grazie
Guardi, Sign. Cominetti….e legga ciò che scrive….e, poi, si scusi
Anonimo Carlo io non insulto nessuno perché manco dici onestamente chi sei. Ingombri di parole scontate, banali e per nulla ponderate questo spazio democratico. Sembra che scrivi senza fare una minima analisi del tuo pensierino..
Matteo, chi possiede un terreno su cui paga oneri e ne fa cose su cui non siamo d’accordo è inattaccabile. Per quello che ho perso da tempo la voglia di mettermi contro come spesso si fa qui, buttando tempo. Nel mio piccolo faccio tantissimo e parlo poco. Qui invece mi sa che si parli tanto e non so faccia un cazzo.
Cadorino sarà lei! Io sono apolide (così mi sento) ma sono ligure-alpagotto-cimbro-siculo-lecchese.
E fottiti. Ectoplasma del cazzo.
Marcello, quale commento di Carlo trovi profondamente idiota?
Io trovo assolutamente imbecille l’intervento di Govi e pericoloso quello di Paola Cesco-Frare: perché sebbene io non sia del Comelico e non viva in montagna, purtuttavia il ramo che stanno segando è anche quello dove sono seduto anch’io.
E non è consolante sapere che la decisione di segarlo sia in capo a valligiani, che ben poco conoscono della montagna e dimostrano ben poco sentimento di appartenenza.
E, senza offesa, considero idiozia sentirsi abitante di Sellaronda anziché Cadorino
Sign Cominetti, la immagino vestito in 3/4 di casmire, elegantemente volgare, fascistamente violenti…..e non è la prima volta che offende con violenza
È l’inconsapevolezza dell’infelicità a provocare il tutto. Dalle mie parti, in pieno Sellaronda, i giovani manager con cappottino 3/4 in cachemire fanno disastri ma sono convinti di essere dei fighi della madonna perché si arricchiscono nel portafogli sempre di più.
Trovo i commenti dell’anonimo Carlo della più profonda idiozia. Non so voi…
Questo Signor Senfter non è un giovanotto, chissà perché si da tanto da fare per costruire porcate del genere. Penso ci creda veramente e che si senta un benefattore dell’umanità intera, montanari in cerca di welfare e cittadini corazzati, e di guadagnarsi in questo direttamente il Paradiso. D’altra parte i suoi managers incravattati, laureati dalle migliori Università, gli avranno spiegato e dimostrato che gli investimenti nella “sostenibilità”che sta facendo, quelli con tanto di certificazioni europee, sono i migliori che oggi si possono fare per aumentare la redditivitá, e quindi il valore, delle sue imprese. Anche di quelle la cui attivitá non ha nulla, dico nulla, di sostenibile. Senza andare a scomodare il green washing degli imprenditori eletti. Nell’attesa dell’invasione cinese sui caroselli dolomitici, direi che siamo alla frutta, beato chi non se ne accorge e morirà felice.
Il concetto fi terra di tutti non è certo mio ma di un famoso capo indiano d’America. E sicuramente non ha valore apolitico
Mi sarei volentieri fermata li, ma le parole sel Signor Carlo mi spingono a chiarire il punto sul “loro” territorio che è di ” tutti”
Io sono una Comeliana e quando dico la “MIA VALLE” mi riferisco non certo ad un Concetto di proprietà, ma a quello di appartenenza, a Radici affettive e culturali, fatte di Storia condivisa e di storie familiari…
Credo che nessuno potrebbe obbiettare se io scrivo mio padre, mia madre, la mia casa. Nessuno potrebbe rispondermi che sono di Tutti..
È per questo che il mio dispiacere è così forte, perché sento che in tanti miei co-valligiani è andato perduto questo sentire. Ora mi sembrano degli stolti che stanno segando il ramo dell’ albero antico sul quale stanno deduti, senza pensare che la bellissima Valle nella quale sono nati e vivono, ci è stata tramandata dalle generazioni precedenti, che ne hanno avuto cura e rispetto, e non l’ hanno venduta al primo offerente in cambio di denaro, come se fosse un prodotto commerciale!
Signor Carlo, sebbene comprenda il concetto di fondo insito nella sua affermazione, e in parte lo condivida, non credo che il sentimento profondo di appartenenza possa essere pienamente compreso da ” tutti”.
Certe affermazioni apodttiche rischiano di apparire, soltanto ideologia, quindi astratte.
Beh, con 2600 euro al mese potete venire quando volete con il Vs suv audi, purtroppo non troverà me ad AccoglierLa, ma qualche vorace albergatore/ristoratore al quale Voi aspirate essere
“Togliere, togliere, togliere!” il grido di chi ama le montagne e la Natura in generale.
Invece in giro sentiamo solo: “Aggiungere, aggiungere, aggiungere!”
Giusto battere sul ferro, a costo di provocare cistiti acute.
Illustr. Sig. Carlo,
non so di che mestiere Lei si procura da vivere nella Sua contrada, forse di Ragioniere o di Notaio, ebbene noi che abitiamo nelle montagne gradiremmo venire ogni tanto nelle Vs citta’ e vedervi sporchi e puzzolenti di carbone, o – a sua preferenza – impiastrati dell’inchiostro delle stamperie.
Certo di un vs. gentile riscontro,
Ossequi.
Si , l accelerata ai lavori che il mondo imprenditoriale del turismo piste e alberghiero sta attuando è alquanto da Urka, restando comunque molto comprensibile nel metodo e nei tempi è come se nel dopo covid le concessioni e gli iter prima aggrovigliati e latenti abbiano magicamente trovato abili mani e appoggi nelle alte sfere alleate e oliate banche ,politica e imprese .Ora se MW non sale di livello in parallelo e mobilita molte più coscienze e personalità di spicco penso che sarà un triste elenco da spuntare giornalmente.
E dopo il Carosello tutti nuovamente a dormire.
Urca, ogni giorno dopo i giornali apro il blog ed è una nuova mazzatta. Forse sarebbe bene che si alternassero le miserie con qualche storiella edificante tipo “gestore di impianti da discesa redento dopo aver visto la foto di Crovella”, “Cannibale diventa vegano dopo aver vagato tre notti in mezzo ai lupi in Val Susa” e magari anche qualche pezzo un po’ più spintarello su Sex & The Mountain su amori passati e presenti degli alpinisti e alpiniste famose, ovvianente a largo spettro. Altrimenti qui tra poco Gogna deve distribuire buoni marchiati MW per l’acquisto massiccio di Prozac. Buona settimana sperando anche in qualche sorriso.
Penso che un problema vada affrontato in base a cosa lo provoca e non con le solite banalità superficiali che spesso riempiono di nullità anche questi spazi.
Sign. Paola Cesco nel condividere la Sua tristezza vorrei precisare che il territorio non è “loro”….ma di tutti
…e i chirichetti osannano il rais che regala 2600 euro al mese
Carlo, qui nessuno guadagna 1300 euro al mese. Qui gli stipendi partono dal doppio e vitto e alloggio per i dipendenti che vengono da fuori, sono compresi.
Ecco il Pifferaio Magico, dietro al quale corrono tutti i topi, pronti a buttarsi nel precipizio….
Ora non possiamo che stare a guardare quello che veramente succederà. E potrebbe essere proprio il Cambiamento Climatico a dettare la tempistica dei lavori e la cronologia degli avvenimenti.
Purtroppo questo peana di gloria porterà altre sconsideratezze nel territorio del Comelico, come l’ ICE Challenger ( gara di auto sul ghiaccio) che si sarebbe dovuto tenere poco tempo fa in Val Visdende, con il benestare del Comune di S. Pietro e delle sue Regole. Per fortuna il ghiaccio preparato si è sciolto…. ma ci rimproverano il prossimo anno.!
Che tristezza!! Che poco amore per il proprio Territorio!
Premetto per l’ennesima volta che io non sono favorevole allo sci sulle piste che trovo di una noia mortale, non prendo gli impianti da anni e non mi fa di certo piacere che ne vengano costruiti di nuovi.
Detto ciò non posso che comprendere le parole di Senfter che, come molti altri imprenditori coinvolti nell’area Dolomiti Superski, fanno appunto impresa perché funziona alla grande.
Praticamente ogni sciatore di pista del mondo sogna di “farlo” qui, dove ogni giorno puoi fare un viaggio diverso tra montagne bellissime. Per me è difficile da comprendere ma lo capisco.
Nonostante si continuino a scrivere articoli basati su “studi” che dicono che lo sci su pista è in crisi perché è caro e fa caldo, io dalla finestra vedo (fortunatamente da lontano) piste sempre più affollate, alberghi sempre pieni, negozi e ristoranti dove si fa fatica a entrare.
Il motivo profondo di tutto ciò è da ricercare nella pessima qualità di vita di un’enorme moltitudine di persone che hanno una buona disponibilità economica.
Noto che chi ha una bella automobile, si veste con capi costosi, prenota spesso il ristorante stellato, si pseudo-intende di vini costosi e manda i figli nelle migliori università è spesso un infelice. Lo stesso nei fine settimana imbraccia gli sci e si traveste da eroe stellare, giacché oggi per sciare ti devi bardare come nelle guerre medievali, visto che là fuori il corpo a corpo è la norma. Ma non importa, anzi, dopo la battaglia co sarà tempo per passare in negozio ad acquistare l’ultimo modello di casco e di protezione per ogni parte del corpo come fossero l’armatura di un soldato spendaccione. La vacanza costa qualche decina di migliaia di euro per una normale famiglia. Ma i soldi non mancano!!!
E i Senfter di ogni valle impiantano grandi rastrelli per far si che vi si impigli la maggior quantità di denaro possibile. Per loro la natura distruibile è il luogo da vivere esattamente come fa il turista che gli dà da vivere. Non hanno la pretesa di capirla per rispettarla perché il rispetto spetta prima alle persone, che si presentano ben vestiti e pettinati in società fin da piccoli e rispettano quella moda che crea bisogni inesistenti ma che favorisce consumo e crescita.
Se il cane continua a non accorgersi che si sta mangiando la coda, continua a mangiarsela.
Qui gli imprenditori sono bravi perché sono esattamente come i turisti che riescono ad attirare. È una mattanza tra tonni in cui il Rais è Dio, se esiste.
….e il tutto per dare 1300 euro al mese a 400 valligiani …nella speranza di attrarre 300 milioni di cinesi. Un benefattore dell’umanità!!
Maledetta Soprintendenza