Il messaggio dei cacciatori ai bambini

Mauro Corona, che tra qualche mese compirà 70 anni, è bersagliato dagli ambientalisti. Succede a Cartabianca dove l’alpinista è ospite fisso. Ma su questo argomento c’è da riflettere.

Da Dagospia, 27 maggio 2020
Che le sue parole avrebbero scatenato reazioni polemiche se ne era accorto anche lui in tempo reale. Infatti così è stato.

Mauro in un fotomontaggio di Dagospia

Il 26 maggio 2020 a Cartabianca, Mauro Corona ha proposto di mandare nelle scuole elementari i cacciatori per educare i bambini alla vita nei boschi.

Verrò linciato – ha premesso l’alpinista – ma sono anni che lo dico. Nelle scuole bisogna insegnare anche il contatto con la natura, perché può capitare di trovarsi in un bosco. E chi può insegnarlo? Il boscaiolo, il cacciatore, la guida alpina”.

Mauro Corona e Bianca Berlinguer

A stimolare lo scrittore è stata Bianca Berlinguer, che ha trasmesso il video amatoriale dell’incontro ravvicinato tra un orso e un ragazzino. A far notizia è stata la reazione impassibile di quest’ultimo, che ha saputo mantenere il sangue freddo. “Quel bambino non è stato un genio improvvisato, sono stati i genitori a educarlo”, ha insistito Corona.

Immediata la reazione dell’Ente Nazionale Protezione Animali, che ha seccamente rispedito al mittente l’idea: “Mauro Corona a Cartabianca lancia la proposta di portare i cacciatori a scuola per insegnare la ‘natura’ ai bambini. Proposta bocciata: chi è abituato a uccidere animali non ha niente da insegnare a nessuno”.

Lucia Azzolina

Finita qua? Nemmeno per sogno, perché poco prima lo stesso Corona era stato ripreso dalla conduttrice per un commento nei confronti del ministro dell’istruzione Lucia Azzolina. “Io della ministra non comprendo certe labbra rosse, delle labbra improponibili. Un ministro con delle labbra così […] bisogna essere seri”.

Replica della Berlinguer: “Fosse un uomo nessuno direbbe niente, ma siccome è una donna… Valutiamola in base al lavoro che svolge, non se mette o no il rossetto come tante donne, che sono libere di agghindarsi come meglio credono”.

Da centopercentoanimalisti, 27 maggio 2020
Mauro Corona è ospite fin troppo fisso nella trasmissione condotta da Bianca Berlinguer, Cartabianca. Corona si è creato un personaggio, a volte anche simpatico, e deve sostenerlo se vuole comparire in tv. Corona spara spesso giudizi o proposte buttate là, un giorno dice una cosa e il giorno dopo il contrario. Quindi come “opinionista” non è molto affidabile.

Nella trasmissione di martedì 26 ha detto che bisognerebbe far entrare i cacciatori nelle scuole, per educare i ragazzi all’amore verso la natura. Sarebbe facile ironizzare su cosa si potrebbe fare per educare certi anziani troppo devoti a Bacco. Ma evitiamo. Chiediamo a Corona: cosa potrebbero insegnare i cacciatori? A uccidere per sadico divertimento, a devastare la natura, a inquinare i boschi, a impedire a tutti di sentirsi al sicuro? Perché questo è la caccia, caro Corona. E se lo sbevazzone di Erto apprezza i cacciatori, vien da pensare che tutta la sua empatia verso alberi, montagna, boschi sia solo un atteggiamento.
Già tempo fa su La7 aveva denigrato i vegani. E’ meglio che resti a Erto, a scolpire e magari mollare la fiasca in ogni tanto.

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Il messaggio dei cacciatori ai bambini ultima modifica: 2020-06-04T05:16:00+02:00 da GognaBlog

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78 pensieri su “Il messaggio dei cacciatori ai bambini”

  1. @Casanova. I personaggi recitati in televisione dai due, ben poco hanno a che vedere con le persone reali. Mi meraviglio che tu ti meravigli. Lei, gioca a fare Lady Chatterley e lui Mellors. Uno schema che evidentemente funziona, comprese alcune maliziose  allusioni, per eccitare un pubblico un po’ anzianotto come quello televisivo. Lo spettacolo ha le sue regole. Qui in realtà il riferimeto a Corona era solo lo spunto per riflettere sul valore educativo di caccia e cacciatori.

  2. Non sono cacciatore e non sono contrario alla caccia. Cinghiali e cervi sono problemi ambientali che vanno affrontati spogliandosi di ideologie cittadine prive di cultura della montagna, pur rispettabili nella sensibilità profonda che esprimono. Il problema di Corona dalla signora Berlinguer è ben più profondo: l’ho segnalato alla giornalista spiegandomi bene. Mai avuto risposta dalla signora. Corona, anche leggendovi, passa per essere un montanaro autentico che odia gli ambientalisti, cittadini come li definisce sprezzantemente. Corona non sa nulla di ambiente, non ha mai partecipato a un solo incontro nella sua terra laddove si contrastavano le speculazioni, la distruzione della montagna o si proponevano politiche di mobilità, di agricoltura di montagna, di silvicoltura. Raccoglie chiacchiere nei bar e dalla Berlinguer, scorrettissima, le fa passare peer verità. Corona è stato bracconiere (cosa ben diversa dal cacciatore). Sostiene la speculazione delle grandi imprese con il carosello sciistico del Comelico (26 milioni di euro pubblici per un collegamento fallimentare), è contrario alle norme nazionali che tutelano le aree protette in quota (li chiama vincoli), è contrario alle Dolomiti patrimonio mondiale dell’UNESCO. prima di parlare di un simile misero personaggio venite in Cadore o in Dolomiti a conoscerlo realmente. Al di là della sconcezza con la quale propaganda gli alcolisti. E’ un grande sculture, un mediocrissimo scrittore, un gran furbone.

  3. @Riva, arditi e sconvenienti paragoni, dovuti alla pioggia e tanto per rimanere in tema caccia. Il trapezista senza rete (come nel free solo) aggiunge all’intelligenza psicomotoria del gesto la capacità di controllo delle emozioni. A volte può essere, più che controllo,  incapacità di provare emozioni e sfiorare così una specifica patologia psichica. Come negli assassini seriali, che non provano emozioni di fronte alla sofferenza delle vittime. Anche il cecchino è in fondo un cacciatore molto abile,  che unisce all’intelligenza piscomotoria del tiro la capacità nel momento della prestazione di controllare le emozioni, magari per sparare ad un bambino (vedi film di Clint Eastwood). Non è roba per tutti: solo per individui con particolari abilità ( o patologie) specifiche. 

  4. La differenza che c’è fra l’alpinista e l’arrampicatore sportivo che fa lo scalatore, è anche la stessa differenza che c’è fra il trapezista che esegue l’esercizio senza la rete e quello che lo esegue con la rete.

  5. Il 9a + di Laura Rogora è una fantastisca manifestazione di intelligenza psicomotoria. Una delle tante forme di intelligenza: spaziale, emotiva, sociale, linguistica, simbolica, logico-matematica……la nostra specie a volte riesce a fare cose straordinarie grazie ad individui particolari con capacità specializzate eccezionali, spesso linitate a una o due forme del’intelligenza. Bisogna però apprezzarla a 360 gradi senza fare gerarchie tra le diverse forme di intelligenza, altrimenti ognuno ritiene migliore la forma di intelligenza dalla quale si sente più attratto..poi ci sono gli stupidi o meglio gli ipodotati come si dice oggi per non discriminare ma questo è un altro discorso. 

  6. Tempo fa un cacciatore di montagna con cui parlo da molti anni mi ha detto: La quasi totalità degli ultimi arrivati non sono cacciatori ma sparatori. Dentro di me ha pensato all’alpinismo: La quasi totalità degli ultimi arrivati non sono alpinisti ma scalatori. Un alpinista lascia prove d’intelligenza, lo scalatore (l’arrampicatore sportivo) lascia prove di forza.

  7. Scrivere che la caccia consiste in “uccidere per sadico divertimento,  devastare la natura, inquinare i boschi, impedire a tutti di sentirsi al sicuro” dimostra solo grande ignoranza e superficialità di giudizio. Si può naturalmente essere legittimamente contro la caccia, ma in queste parole leggo solo pregiudizio e offese verso i cacciatori. Ne conosco molti che sono mille volte più ambientalisti di tanti alpinisti, che non sanno nulla di fauna e natura e frequentano la montagna come un Luna Park. Se vogliamo parlare di caccia, lo si faccia seriamente.

  8. Premetto che odio la caccia, e che ho simpatia per Mauro Corona, che ho incontrato in un paio di occasioni.
    Al di la del “personaggio” che deve portare avanti, io credo che il senso di quello che ha affermato vada cercato nel profondo contatto con la natura che, da sempre, i cacciatori (e parlo dal neolitico) hanno.
    Il cacciatore uccide, ma originariamente uccide per mangiare e sfamare la sua tribu. Il cacciatore non devasta un ambiente, non distrugge l’ecosistema che gli da da mangiare.
    Ecco, io credo che le parole di Mauro Corona, ammesso che abbiano bisogno di una giustificazione, debbano essere interpretate in questo modo.

  9. molti cacciatori, quando vanno in società, tendano a presentarsi come innocenti fanciulle amanti dell’andare per boschi con il loro cagnolino per apprezare la rugiada e l’alba

    Poi quando al loro cagnolino il cinghiale braccato e infuriato fa la bua, si disperano e piangono come viti tagliate e non mangiano e dormono per una settimana.

  10. @Renzo, le tue parole sono sincere ed esprimono una grande passione. Mi hanno ricordato sensazioni ed emozioni provate in anni giovanili nelle mie montagne di casa. Non sono tuttavia d’accordo sulla tua interpretazione delle cause della diminuzione dei cacciatori. Certo cacciare costa. Ho letto una ricerca di marketing in internet che stima complessivamente in 3.500 & l’anno il costo sostenuto da un cacciatore appassionato. Tuttavia, anche altre attività ricreative in natura hanno costi elevati e non mi sembra questa una spiegazione esaustiva. Io penso che oggi alcuni istinti ancestrali legati alla caccia non siano considerati socialmente accettabili e che questo generi una certa riprovazione nei confronti di chi la pratica. È innegabile che nella caccia, ci sono le emozioni in mezzo alla natura che tu descrivi bene, ma c’è comunque la ricerca e uccisione della preda e a molti questo aspetto sembra poco educativo, anzi pericoloso e barbaro. È interessante il fatto che anche tu, come il mio amico senese, provi pietà per la preda uccisa e vorresti riportarla in vita. È esattamente il tema di Totem e Tabù. Ci portiamo questa ambivalenza da millenni: uccidiamo gli animali per vivere ma poi sentiamo il bisogno di riparare e a volte ne facciamo oggetto di culto. Oggi l’uomo moderno accetta o moderaramente si indigna per lo sterminio nei macelli e poi compensa e “ ripara” con l’amore “proclamato” più che agito per la natura e la cura per gli animali domestici ( 9 milioni di cani in Italia, non penso allevati solo da vegani).  Così siamo fatti. In questo contesto il cacciatore per molti rappresenta solo il lato aggressivo della nostra natura di predatori che ormai sono andati oltre i meccanismi di controllo dell’habit naturale che ogni predatore rispetta per non morire. È dunque diventato un simbolo negativo. Dubito che il tentativo onesto di persone come te di far vedere anche l’altro lato della caccia possa avere successo, ma trovo anche un po’ ipocrita che molti cacciatori, quando vanno in società, tendano a presentarsi come innocenti fanciulle amanti dell’andare per boschi con il loro cagnolino per apprezare la rugiada e l’alba. Cerchiamo di essere sinceri da qualunque parte poi ci si schieri. Al cacciatore sparare piace, e anche l’abbattimento selettivo, addotto da alcuni come giustificazione, potrebbe essere fatto con altri metodi. Lealmente, detto da chi ha visto praticare la caccia con passione.

  11. Buongiorno! Io sono un educatore ambientale e divulgatore scientifico. Tecnicamente un ambientalista.
    Ho ascoltato Corona per caso (mi piace ascoltarlo quando parla di montagna e di boschi) e, dal mio punto di vista, è stato genuino nella sua proposta e ho capito cosa voleva dire. È stato sostanzialmente ripetuto in molti intelligenti commenti qui.
    Sono cresciuto in parte sui monti Sibillini, nelle Marche, dove il cacciatore era in famiglia, era una presenza normale e culturale. Dove persino il bracconiere aveva una sua identità sociale e persino una giustificazione. 
    A modo loro mi hanno insegnato ad essere ciò che sono, sono parte della mia identità. La caccia è stata una delle prime attività umane, attraversando mille evoluzioni ognuna con un proprio percorso, nei diversi paesi e nelle diverse culture. 
    I tempi cambiano e cambia anche il senso delle azioni. Oggi la caccia può avere ancora giustificazioni, sono state esposte dal Cominetti e da altri. 
    Personalmente non sono contro i cacciatori, sono contro gli imbecilli, che si possono trovare in quantità anche nel mondo ambientalista, come in ogni ambito.
    Sui cacciatori nelle scuole, preferirei che incontrasse i bambini chi ha deciso di non cacciare più, forse avrebbe cose interessanti da dire. Soprattutto chi ha sostituito il fucile con l’obiettivo fotografico. 
    In fondo sono attività, caccia e fotografia, che si portano dietro un bagaglio di conoscenze e di vita molto simili.
    Ma non nascondere ciò che la caccia ha rappresentato per la vita in montagna. 

  12. Sapete quanto si paga di tasse per andare a caccia? 500, euro a stagione.
    Questa è una tassa giusta (viva le tasse!!!) ma la cifra è misera. La tassa dovrebbe essere portata a 5000 euro a stagione! Favorirebbe una bella scremata e sarebbe un ottimo deterrente/soluzione per iniziare a scoraggiare di impallinare la povera innocente selvaggina.

  13. Chissà quanti sono fra i cacciatori quelli che sfogano nella caccia il desiderio di ammazzare qualcuno per come vanno le loro e altrui cose nel Bel Paese?
     
     
    Nessuno stai tranquillo. I cacciatori, raro esempio nella società moderna, per avere la licenza di caccia devono anche essere incensurati (e qui ce ne sarebbero cose da aggiungere) e certe cose non le pensano neanche.  Dite che i cacciatori sono in diminuzione? Per forza! Sapete quanto si paga di tasse per andare a caccia? 500, euro a stagione. Sapete quanto costano fucile, munizioni, mantenere i cani, ecc… È  evidente che non tutti lo sapete. Purtroppo per come vanno le cose nel nostro Bel Paese molti non  possono permettersi queste spese e devono tagliare qualcosa. Ecco spiegato il motivo della diminuzione dei cacciatori. State tranquilli non andremo nelle scuole con fucile cartucciera e lepre sanguinante e ne avremo di cose da insegnare ai ragazzi, ma tante proprio. A cominciare dal rispetto per gli altri, a non esultare quando muore un cacciatore. Ma di quale moralità parlano certi animalari? La caccia è tradizione, cultura, stile di vita. Questo insegneremmo ai giovani nelle scuole. Certo, per alcuni è meglio che i nostri ragazzi passino il tempo a rincretinirsi con i videogiochi o a sballarsi nei locali notturni piuttosto che imparare l’ARTE, (si l’arte) della caccia e di vivere nella natura. State sicuri che avremmo molto da insegnare anche a certi adulti. Studiate, e quando, nella vostra vita incontrerete un CACCIATORE saprete che potete fidarvi perché avrete di fronte una persona seria, non un assassino, nemmeno potenziale. 
     

  14. Vado a caccia da più di 40 anni. Non ho mai considerato la caccia come uno sport e non sono mai stato d’accordo con chi la considera come tale, perché non ha capito niente. Sono sempre stato contrario ai video che vengono pubblicati suo social dove si vedono solo uccisioni di animali che fanno venire i brividi anche a me. Sono contrario anche alle foto pubblicate suo social che ritraggono animali uccisi. Queste cose non fanno bene all’immagine della caccia . Sono contrario ai richiami elettronici, ai visori notturni, alle torcie alogene e a tutti i marchingegni moderni simili. Mangio la selvaggina che  caccio e vi assicuro che non è da paragonare agli animali degli allevamenti intensivi, che però muoiono come quelli selvatici, anzi peggio, perché non hanno scampo. Il mio lavoro mi ha costretto ad assistere alla macellazione degli animali nelle moderne filiere, vi assicuro che è uno spettacolo tra i peggiori che ho visto in vita mia, altro che caccia. Andate a vedere cosa fanno i maiali e le mucche prima di essere uccisi nei macelli, il sangue che ricopre tutto, l’odore nauseante di morte. Io ho vomitato e sono quasi svenuto e non credo di essere tanto tenero. La caccia la senti dentro di te, è qualcosa di innato che non è  facile spiegare a chi si è tanto civilizzato da non sentire più queste emozioni, per questo dico che Corona ha ragione. Non è uccidere gli animali è…. L’Alba, la rugiada, l’odore del cane bagnato, il freddo che ti blocca pure le dita, la pioggia che ti bagna, la fatica di raggiungere la cima del monte, di arrivare sulle sponde del lago, di condividere la passione con i veri amici, il cucciolo che hai allevato che ferma la sua prima beccaccia e tu che non riesci ad abbatterla, è la carezza che fai al tuo cane dopo che ha riportato un’anatra caduta a 150 metri dalla riva del lago in inverno, è quando recuperi il selvatico e vorresti che tornasse di nuovo in vita, perché tu e lui fate parte della natura, è  passare le sere a caricare le munizioni, provare e riprovare per trovare le dosi migliori, è il tuo compagno di caccia del quale ti devi fidare ciecamente, è quando improvvisamente ti viene voglia di pregare, è ……. tanti altri meravigliosi momenti, altro che uno sport. Non sono mai andato a caccia di polli colorati nelle riserve e non ho mai sparato alle quaglie di allevamento che hanno perso pure l’istinto di covare le uova. Mi chiedo spesso cosa mangeranno i vegani e compagnia bella quando sapranno (e ci sono tanti studi che lo confermano) che anche le piante sono essere senzienti e provano delle emozioni. Mi fermo per brevità ma potrei continuare ancora a lungo. 

  15. Chissà quanti sono fra i cacciatori quelli che sfogano nella caccia il desiderio di ammazzare qualcuno per come vanno le loro e altrui cose nel Bel Paese?

  16. prendiamo la caccia alla volpe ricordata da Ginesi, fiore all’occhiello del passatempo dell’annoiata aristocrazia britannica.
    Una povera bestia inseguita da orde di cani e di “nobili”  a cavallo con tanto di trombetta.
    Una bella dimostrazione di civiltà . Proprio un bello sport.

  17. L’analisi di Cominetti è a mio modo di vedere condivisibile. Anche nella nostra zona, la presenza dei predatori naturali non è sufficiente a mantenere bassa la popolazione di cinghiali e ungulati. Sarebbe invece urgentissimo migliorare l’indennizzo dei danni causati. Lo scorso anno, un pastore di pecore mi diceva di aver avuto 14 pecore e un cane sbranati. Aveva fatto richiesta solo per i primi due capi poi, per le complessità burocratiche aveva rinunciato. Per lui era poi impossibile lasciare l’alpeggio e impiegare più giorni per recarsi a Belluno. Tra parentesi dopo un anno non ha nemmeno ricevuto i soldi dei primi capi. Stando così le cose si mettono a rischio anche i pochi predatori presenti in zona poichè è naturale che i pastori si difendano.

  18. Ai bambini delle scuole il cacciatore che gli racconta? Tutte le più grandi balle che un cacciatore può raccontare infarcite con  un falso amore per l’ambiente. Insegnamo ai bambini a non farsi incantare e cacciare (sbattere fuori) i cacciatori fuori dalle scuole se si dovessero presentare e a difendersi dalle balle dei cacciatori.

  19. In ogni caso, il concetto espresso da Corona era piuttosto elementare e non certo caccia sì o caccia no, ma insegnare ai giovani a riscoprire quell’ambiente naturale di cui si sta perdendo la concezione, rinchiusi nelle bolle cementizie dei centri urbani. Altra occasione sprecata di creare un dibattito su un argomento non di poco conto!

    Su questo sono totalmente d’accordo con Corona e con te Stefano.
    Ma è un pò come quanto Bigazzi disse in televisione che si mangiavano i gatti. Fu butatto fuori ma aveva detto la pura e semplice verità.
    Io da ragazzotto mi magiavo i ranocchi che mi pescavo nel fosso vicino casa e le lumache ( da noi chiocciore)  che raccattavo qua e là.

  20. Mi nutro anche di proteine animali, e non intendo cambiare. Uso scarponi di pelle che sono mille volte meglio di quelli sintetici ed in quanto ad inquinamento in fase di produzione ne fanno molto meno. Mi fanno una gran pena quelle bestie fatte nascere e vivere in un allevamento intensivo, ormai d’uso comune visto che siamo diventati quasi (forse ci siamo già) 8 miliardi ed allevarli sulle strade cittadine non appare una buona idea. La caccia intesa come mezzo di sostentamento o meglio dire di nutrimento la considero un’attività umana di tipo ancestrale e quindi fuori discussione che sia fuori dal tempo, lo può pensare chi fa l’ambientalista col culo al caldo e fa il difensore della natura (della quale capisce ben poco evidentemente), seduto sulla sua bella poltrona di materiale sintetico che per essere prodotta ha distrutto un altro tassello dell’equilibrio ambientale, se ne va in giro col bel macchinone che quando lo compra ci fa festa colla famiglia ed emette ogni giorno tonnellate di idrocarburi che avvelenano l’aria (però non mangia carne…). Questo è l’assurdo del’ambientalismo da salotto, del benpensante che nutre la sua coscienza di falsità pur di sentirsi bene lui ma del pianeta e del resto gliene importa nulla.Caccia per sport attività da eliminare senza ombra di dubbio, è un’altra realtà che devasta l’equilibrio come il falso ambientalismo (sul quale ce ne sarebbe da dire molto).Sono e faccio la Guida Alpina, non sono cacciatore, ne conosco molti, alcuni degni di stima altri dei gran pezzi di merda, ai quali come di mia prassi personale non manco di sputar loro addosso quando mi capita di incontrarli. Rispetto chi fa le cose nei modi corretti ma un insegnante caro Bortot, che in barba alle leggi come fai tu, accompagna i ragazzi in ambiente naturale pur sapendo (se non lo sai non sei un granché come insegnante) che farlo significa commettere un reato penale (art. 348 c.p.) ad insegnare anche no! Prima di parlare degli altri sarebbe il caso di rispettarli e sembra tu non lo stia facendo. Se non capisci ti rimando ad altri post su questo blog per farti una cultura in proposito.
     
    In ogni caso, il concetto espresso da Corona era piuttosto elementare e non certo caccia sì o caccia no, ma insegnare ai giovani a riscoprire quell’ambiente naturale di cui si sta perdendo la concezione, rinchiusi nelle bolle cementizie dei centri urbani. Altra occasione sprecata di creare un dibattito su un argomento non di poco conto!

  21. un conto è la caccia di sopravvivenza per procurasi cibo ( in Italia si deve  cacciare altrimenti si muore di fame? dai non diciamo minchiate), un conto è la caccia di selezione per  regolarizzare il numero di animali per evitare malattie e altre problematiche legate ad un numero eccessivo.
    Ma ben diverso è la caccia per sport, per divertimento.
    Come si fa a dire mi diverto ammazzando un animale. Come si fa a definire sport, ammazzare ???
    AMMAZZARE = SPORT = DIVERTIMENTO.
     
    Perchè alla fine è questo che si fa: AMMAZZARE per divertimento un essere vivente che fa i cazzi suoi.
    Vogliamo mettere sullo stesso piano i cacciatori di qualche tribù della foresta amazzonica   con i cacciatori italiani con fucili a più colpi, richiami elettronici, fuori strada per arrivare ai luoghi di caccia ?
    Visto che è uno sport, una sfida tra esseri viventi, perchè i cacciatori non si mettono sullo stesso piano degli animali?
    Non mi sembra che gli animali siano armati. Non mi pare che gli animali abbiano fucili a più colpi, magari con tanto cannochiale.
    Al massimo un’uccellino al cacciatore gli può fare una cagata sulla fronte.

  22. Gent. Bortot, visto che sono stato chiamato in causa, rispondo.
    Premetto che sono stato io a suggerire a Alessandro Gogna di trattare l’argomento (ma forse lo aveva già messo in programma prima) perché essendo prima che guida alpina, padre di diversi figli, mi preme particolarmente l’aspetto educativo.
    Vedo sempre più giovani incapaci di usare le mani, di stare in armonia nella Natura o di fare un minimo di fatica essendo ripagati da un’emozione. Vivo in una zona di montagna poco popolata nonostante si collochi a poca distanza da stazioni turistiche rinomate mondialmente e casa nostra è letteralmente circondata da ungulati in grande quantità, trovandosi in una frazione piuttosto isolata a 1600m di altitudine.
    Il fatto che non si sia spesa una parola a favore degli insegnanti non significa, almeno per me, che non abbiano un ruolo determinante nella questione. Lei ha le competenze e penso anche la passione, per trasmettere ai suoi allievi certi valori nei confronti della Natura ma non tutti i suoi colleghi possono dire lo stesso. Concordo con le parole di Ginesi (anche ‘stavolta!) sulla caccia in generale ma non posso cambiare la mia opinione nei confronti di certi cacciatori di cervi e camosci che conosco e che considero delle persone intelligenti e rispettosissime dell’ambiente. Quando sono stati nella scuola elementare dove andava mia figlia minore non sono di certo entrati armati o con le cartucce a tracolla, né tantomeno hanno parlato o mostrato armi. Si sono presentati come conoscitori del territorio insegnando ai giovani scolari molte cose interessanti. Questo non lo posso negare, oltre al fatto che la caccia di selezione vada fatta (nonostante l’uccidere animali mi faccia orrore) per salvaguardare delle specie che diversamente si ammalerebbero e indebolirebbero a scapito di tutti i branchi di ungulati.
    Se la caccia com’è oggi intesa a livello nazionale, e cioè comprendendo ogni pericoloso idiota dotato di uno schioppo con assurda autorizzazione a usarlo come sappiamo, venisse abolita, io farei una grande festa!
    Forse l’abbattimento selettivo non rientrerebbe più nella caccia propriamente detta, cambierebbe nome, ma poco importerebbe e sarei anche felice se non fosse più necessario.Le parole che Corona ha buttato l’altra sera nell’incalzare anche pedante della moderatrice Berlinguer, erano generiche e si riferivano sicuramente a una condizione geo-sociale simile alla mia, ma volevano sottolineare che nelle scuole, anche se non in tutte, lo so, si da troppo poca importanza all’aspetto “selvatico” che giace sepolto dalla tecnologia in ognuno di noi.
    Mi creda, io vivo in una maniera talmente selvatica che anche Corona ci starebbe scomodo. Scherzo, ma cerco così di spiegarmi perché non mi fa piacere essere frainteso!
    Quando faccio la guida ho spesso problemi con i clienti più “delicati” perché proprio non riesco a fare la babysitter come invece riescono a fare molti miei colleghi che…così facendo lavorano di più, bontà loro.
    Mi augurerei più insegnanti come lei, anche disposti ad avercela con chi la pensa come me, ma purtroppo non credo ce ne siano abbastanza. La saluto cordialmente.

  23. Sottoscrivo ogni parola di Ginesi. Chi ancora distingue tra cacciatori “bravi” e cacciatori “beceri” non ha veramente capito nulla, in questo modo si continua a dare dignità ad una pratica assurda e fuori dal tempo. E poi vorrei spezzare una lancia a favore della mia categoria, gli insegnanti, per i quali nessuno ha speso una parola. Sono laureato in scienze naturali, se mi muovo in un bosco riconosco il 90% della flora e della fauna presente e sono in grado di descriverne le caratteristiche, conosco le rocce e la loro origine e ogni anno porto più volte le mie classi in ambienti naturali dove faccio io da guida perchè anche saper spiegare le cose è un mestiere. Un cacciatore non entrerà mai in una mia classe: e come si presenterebbe? Con la cartuccera a tracolla, la doppietta in spalla e la lepre sanguinante al collo? Non siamo ridicoli! Io abito in campagna e ogni anno, all’apertura della stagione venatoria, ci sono cacciatori ovunque che arrivano a sparare a pochi metri da casa ed è una discussione ogni volta con questi ignoranti che, in gruppo, pensano di essere padroni del territorio. E a chi sparano poi? A quattro fagiani addormentati che sono stati liberati la sera prima per farli divertire, come al luna park. Semmai porterei in classe un contadino, una guardia forestale, vorrei aggiungere una guida alpina ma se ha le idee di Cominetti anche no.

  24. Il tema non è La conoscenza della natura, che esiste certamente nei cacciatori cui fa riferimento cominetti ( che peraltro rappresentano una sparuta minoranza, provate a frequentare qualunque armeria in periodo di caccia e ascoltate solo dieci minuti). 
    il punto è ha un senso oggi uccidere per gioco e per sport? Ha un senso sopprimere esseri viventi che come noi sono espressione di una meraviglia della natura? Ha un senso che un migratore che ha volato per migliaia di chilometri obbedendo ad un istinto ancestrale finisca impallinato dal primo imbecille che quella domenica non aveva di meglio da fare? 
    quando gia le mutate condimzioni ambientali rendono a tutti difficile sopravvivere la caccia dovrebbe semplicemente rientrare fra le follie dimenticate.
    Guardatevi qualche video di caccia alla volpe, ai migratori o al cinghiale e riflettete se simili brutalità hanno un senso.
    non si tratta di essere vegani o vegetariani. Quelle son scelte personali. Si tratta di semplice rispetto, per le forme di vita che ci circondano.
    il buttarla in caciara di alcuni commenti ultimi non servira a distogliere lo sguardo dall’assurdita di una attivita inutile e anacronistica che oggi non ha piu alcuna ragion d’essere se non alimentare un discreto giro di affari. 

  25. @luca montini. Non appartengo al partito dei vegani/ambientalisti come li chiami tu e come ho detto ho imparato a muovermi in montagna dai miei familiari cacciatori ossolani ma mi sembra che nella tua invettiva  esageri il ruolo dei cacciatori nella società odierna. Se fosse come dici tu dovremmo seriamente preoccuparci, visto che il loro numero scende costantemente, almeno in Italia, nonostante tutti gli sforzi promozionali di varie associazioni/lobbies. Al contrario aumenta costantemente il numero di possessori di armi da fuoco ad uso “sportivo” . Forse il vento è cambiato  e andare a caccia non è più considerato parte del percorso educativo del giovane maschietto, come lo è stato per secoli. Non per questo rishiamo di rimanere a corto di proteine animali da consumare, ma qui si aprirebbero discorsi diversi dalla caccia e ne abbiamo già parlato in altre discussioni.

  26. Ma cosa può capirne di caccia, ambiente e animali chi come Lusa (n. 50) non sa nemmeno che le allodole non si posano sui rami degli alberi? Ennesima dimostrazione che Corona ha proprio ragione. Tutti a scuola, grandi e piccoli. Hanno molto da imparare gli animalari, gli ambientalisti, i vegani e compagnia bella che seguono solo pedissequamente la moda del momento, senza usare il cervello. 

  27. I cacciatori sono quelli che hanno fatto sopravvivere e progredire la razza umana sono quelli che conoscono la natura e sono i primi a difenderla, l’uomo non si è di certo evoluto mangiando bacche ed erba raccolta qua e la quindi voi ambientalisti e vegani di sto caiser prima dovreste imparare a vivere nella natura invece che chiacchierare a vanvera a pancia piena ricordatevi che il nostro cibo viene dalla terra qualunque sia il livello tecnologico che raggiungeremo e quando saranno finiti gli allevatori gli agricoltori e i cacciatori finirà il mondo perché con le penne ed i computer non si mangia e non si mangerà mai

  28. Cacciatori puri e cacciatori impuri? Ma dallo schi0ppo di entrambi non escono i soliti pallettoni che fanno schiattare la selvaggina?
    Un’allodola canta beata su di un ramo e boom in un attimo non canta più.
    Ai bambini delle scuole il cacciatore che gli racconta? L’allodola era stonata?
     

  29. I cacciatori italiani sono una specie in via di estinzione. Il loro numero è più che dimezzato e oggi sono circa 700.000 con un’età media di 70 anni. L’età di Corona, appunto. La maggior parte degli incidenti è provocata da cacciatori di età elevata.

  30. Probabilmente anche fra i cacciatori esistono i puri e quelli che io chiamo i cannibali. Quindi urilizziamo il generico termine caricatori, ma intendiamo due cose ben diverse. Quelli cui si riferisce il buon Corona immagino che siano i puri

  31. Quoto gli ultimi die commenti. Sono stato cacciatore di cinghiali in anni lontani, appassionato di armi da sempre, oggi sparo a bersagli e sono sostanzialmente vegetariano.
    ho conosciuto cacciatori in gamba (pochissimi) che amavano e coniscevano la natura assai piu di molto ambientalisti d’accatto, e autentici idioti ( la maggioranza) a cui dovrebbe esser vietato di girare per un bosco con lo schioppo.
    oggi la caccia, pur portatrice di cultura e conoscenza, non so giustifica più, e ai ragazzi va spiegato che quegli animali sono nostri compagno di viaggio su un pianeta in cui coabitiamo  e il senso è conoscerli e rispettarli.
    per me il fatto è solo etico e infatti la scelta e non mangiarli ne selvatici ne, tantomeno, di allevamento, attivita che provoca ben piu danni che la caccia.
    se poi vi è necessita di bilanciare popolazioni selvatiche, facciamolo su base istituzionale e scientifica, non per sport.
    un paese semplicemente civile abolirebbe una attività che consente a miriadi di cialtroni di ammazzare a destra e a manca esseri viventi che consideriamo oggetti.
    la caccia di corona, e a maggior ragione di rigoni stern (che amo), andava bene 100 anni fa.
    oggi non ha motivo di esistere e nelle scuole mandiamo qualcuno che insegno ad amare forme do cita analoghe alla nostra, sulle quali non abbiamo alcun diritto di interferire . 

  32. Anna, come non essere d’accordo!
    I cacciatori cui si riferiva Corona sono persone che hanno dell’ambiente il massimo rispetto e conoscendone svariati, posso dire che probabilmente sono i montanari con il più alto e nobile senso del territorio e della sua flora, fauna e cultura.
    Certo che sotto il nome di “cacciatore” ricadono anche quelli che citi tu e che sarebbe meglio se non esistessero. 

  33. In un solo anno i fucili dei cacciatori italiani sparano sul territorio nazionale 500 milioni di cartucce*. Vengono così disperse ogni anno nell’ambiente 17.500 tonnellate di piombo sotto forma di pallini, un diluvio di frammenti velenosi che si accumulano nei prati e nei boschi, sul fondo di laghi, fiumi e stagni. A tutto ciò vanno aggiunte le tonnellate di plastica dei bossoli (che per legge i cacciatori sarebbero tenuti a raccogliere).
    Per non parlare degli incidenti in ambito venatorio da settembre 2019 se ne sono contati 80 : 8 feriti non cacciatori + 20 morti e 52 feriti cacciatori… 
    L’unica cosa da spiegare ai giovani, senza pregiudizi, è che i cinghiali di origine orientale sono stati introdotti dai cacciatori, che vengono ad alimentarli e che la caccia in braccata (erroneamente chiamata “battuta”) è la principale causa dei danni prodotti dai cinghiali alle colture agricole e dell’avvicinamento dei cinghiali alle aree urbane. 
    Bisogna spiegare che la caccia NON è un metodo di gestione faunistica, ma esclusivamente un divertimento, che genera scompensi nell’equilibrio naturale dell’ecosistema e non gli permette di autoregolarsi, che il piombo è gravemente dannoso per la salute e compromette le funzioni cerebrali (come è evidente in moltissimi cacciatori), che la fauna selvatica ha un valore (anche economico) molto più alto da viva che da morta e genera benessere grazie ai servizi ecosistemici che offre, etc. etc.
    Ovviamente c’è chi è molto preoccupato dalla continua diminuzione dei cacciatori, che rappresentano una scorta di voti provenienti da teste completamente marce! 

  34. @angelo brega. Mi riferivo ad uno dei temi chiave di Totem e Tabù. L’ambivalenza di noi uomini nei confronti dell’uccisione ( vera o simbolica) dell’animale Totem (il Padre secondo Freud) prima ucciso per far procedere la vita della specie e poi oggetto di pratiche riparatorie, i Tabù. Una volta,  non un primitivo della Papuasia, ma un appassionato cacciatore senese, dirigente di un’azienda farmaceutica, mi disse che la caccia lo eccitava tantissimo fino all’uccisione dell’animale,poi quando lo vedeva ferito o ucciso, si commuoveva, ne aveva pena  e avrebbe voluto farlo tornare in vita. La sua pratica riparatoria era lo studio e il rispetto per gli animali e la cura dell’ambiente nella quale era attivamente impegnato. Dentro di noi rimangono pezzi del nostro passato primitivo di predatori, violento ma anche animista e panteista. È corretto educare l’aggressività, magari per qualcuno anche con la caccia, illusorio e pericoloso negarla.

  35. L’articolo e la presa di posizione delle associazioni è per me particolarmente irritante. Sopporto male tutto ciò che è “politicamente corretto”. La trovo irritante poiché attaccano Corona per aver criticato il look della  Ministra e per la questione caccia, ma lo fanno insultando la persona. Si può criticare ma denigrare la persona che l’ha espressa per svalutarne l’idea è inaccettabile. Tra l’altro conosco Corona  da molti anni ed è persona intellettualmente onesta. Nel merito concordo con la maggioranza dei commenti. Comunque per dirla fino in fondo, in Inghilterra hanno aperto prima le scuole dei pub; questa è la misura dell’importanza che diamo alla scuola.Dino Marini

  36. E comunque il massimo rispetto per una persona lo si dimostra dicendo che fa qualcosa di sbagliato.
    Che sia cacciare o mangiare carne di allevamenti intensivi.

  37. @Roberto Pasini, fra un assassino simbolico e uno reale ci corre una certa differenza “pratica” (“i buoni lo pensano i cattivi lo fanno”, pare lo dicesse appunto Freud). E, a costo di essere accusato di specismo, direi anche che spiaccicare  una mosca e scannare un cervo non siano proprio la stessa cosa.
    @Aurelio: giustissimo rispettare le persone; contestualmente si possono anche rispettare gli animali evitando appunto la caccia e l’alimentazione carnea. Una cosa non esclude l’altra, anzi.
    Saluti..

  38. Quando mangiate una bistecca ;una salsiccia o le crocchette di pollo;sappiate che anche quelli sono animali tanto piu’ prigionieri;lasciamo in pace i cacciatori, e rispettiamo di più le persone .
     

  39. @riva. Siamo tutti “assassini” simbolici e/o reali, magari di mosche e zanzare. Intervenendo in un blog che ha una rubrica che si chiama Totem e Tabù di freudiana memoria non ci dovrebbero essere dubbi in proposito. 

  40. Cacciatori: ASSASSINI! Se non ci fossero i cacciatori che uccidono gli animali, gli animali verrebbero a trovarci giù in città come ci han fatto vedere durante il COVID-19. Potremmo ospitarli e coccolarli, non gli faremmo mancare proprio niente, come già facciamo con cani, gatti e tutto il resto del regno animale. I più bisognosi di attenzioni e affetto potrebbero curarsi e mangiare con noi, allo stesso tavolo, e dormire nei nostri lettoni, perchè gli animali sono più intelligenti degli uomini, alcuni di loro sono come dei figli. Sicuri che bastino il Corona & C per chiarire le idee a queste categorie?

  41. Marcello, la caccia, anche quella “vera” o “autentica” contrapposta a quella dei “cannibali” cacciatori, categoria dello spirito copyright by Crovella, ha a che fare con l’uso delle armi per uccidere un essere vivente. Sparare a un capriolo in montagna e poi trovarlo in una pozza di sangue e doverlo finire per non farlo soffrire e magari trascinarlo lungo la neve lasciando una lunga traccia di sangue  (cosa che ho visto fare una volta in Svizzera da autentici cacciatori valligiani causa la ripidita’ del pendio e il peso dell’animale) ha un impatto diverso dal comprare le ali di pollo confezionate in un supermercato. Non è roba per tutti. Ogni cacciatore, come ogni sciatore, se ha un po’ di soldi si compra più di un fucile, lo cura e ha passione per il suo strumento, che è uno strumento di morte, una volta per nostra la vita, oggi più per divertimento e soddisfacimento di un istinto antico. Non per nulla i controlli per concedere una licenza di caccia sono più stringenti. Non è come permettere alle persone di avere in casa tre o quattro canne da pesca. Nella caccia ci sono anche queste componenti. E’ ipocrita negarlo. Se porto in classe un cacciatore, certamente oggi parlerà della natura e degli animali, ma sicuramente nei ragazzi, soprattutto maschi, si ecciteranno anche altri istinti e curiosità.  A me non scandalizza l’idea di una aggressività educata, finalizzata e incanalata e mi irritano le anime belle che fanno finta che questa dimensione non esista, con il risultato che poi ciò che si espelle dalla porta rientra dalla finestra in modo incontrollato.

  42. Agilulfo, col fucile vai dove vuoi perché puoi importi con la schioppettata, mentre con una materassata risulti meno minaccioso, quindi in certi posti non ti fanno passare.

  43. D’accordo con Matteo: “cacciatore” non vuol dire niente.
    PS: poi mi piacerebbe capire perché se ho una carabina a tracolla posso andare dove voglio, mentre se ho (ad esempio) un crash pad sulla schiena invece no.

  44. Ho letto tutto, sono cacciatore, facciamo una proposta a tutte le associazioni ambientaliste, perché non proviamo a entrare nelle scuole e lasciamo giudicare alle famiglie  e ai ragazzi sui risultati…. Se non vogliono…. Qualcuno ha la coda di paglia.. 

  45. I cacciatori sono considerati assassini 
    Gli ambientalisti sono considerati santi
    Eppure chi puliscono i boschi , ripristinano pozze in montagna per i Pascoli
    Puliscono zone sporche
    x quello che vedo io sono sempre e solo i cacciatori 

  46. Con l’uso delle armi credo siamo andati fuori tema. Non ho mai voluto riferirmi a quello e devo dire che nella caccia che intendo e che vedo intorno a casa mia, il cacciatore spara un solo colpo per uccidere l’animale che il Guardacaccia gli ha designato in anticipo. Esiste caccia e caccia, mi sembra e mi riferivo a quella che definirei “romantica” adattata alla situazione odierna.
    Capisco che la linea che divide quel tipo di caccia da quella becera che in più di uno qui ha citato (Hunter74 si è autocitato), sia molto sottile e predisposta a fraintendimenti.
    Fatto sta, come sostiene giustamente anche Crovella, che il rapporto con la Natura, per chi già non ci vive a contatto, va insegnato fin da piccoli a meno che da genitori non si decida a priori di rifiutarlo e di farlo rifiutare ai figli. Questo genera le persone che malauguratamente poi si dedicano anche alla politica e che ci ritroviamo a governare o all’imprenditoria sciacalla sempre più diffusa.
    Tornando all’articolo mi incuriosisce di più Bianca Berlinguer, che non fa mistero della sua totale estraneità a tutto ciò che è pratico e/o naturale, rappresentando solennemente la categoria cui accennavo prima. Di tipi alla Corona ne conosco fin troppi per meravigliarmi di certe pose ritenute stravaganze. Però Corona porta la montagna vera (quella del montanaro e i suoi problemi) davanti a molti che vedono i monti un po’ come quelli del presepe, e questo un effetto positivo, secondo me, ce l’ha.

  47. Sul fatto che “l’ empatia verso alberi, montagna, boschi” di Corona sia genuina e non un atteggiamento io i miei due eurini li metterei.Non altrettanto potrei fare per certe associazioni ambientaliste/ecologiste ricche più di preconcetti manichei che di altro

  48. Buongiorno,
    Faccio un po’ fatica a capire l’accostamento che viene fatto fra animalisti e vegani da un lato, e “ufologi e terrapiattisti” dall’altro: se si vuole criticare certe scelte, almeno bisognerebbe fare lo sforzo di argomentarle un po’ invece che fare paragoni senza senso.
    Personalmente, da “semplice” vegetariano, considero la scelta vegana coerente e più che condivisibile sul piano etico. Naturalmente sono del tutto d’accordo sugli allevamenti intensivi: chi condanna la caccia dovrebbe a fortiori condannare quelli, così come la corrida e tutte quelle attività che implicano l’uccisione di animali, non strettamente indispensabile alla sopravvivenza.

  49. Mio padre era un appassionato cacciatore di montagna e con lui i suoi amici. Tutti profondi conoscitori dell’ambiente montano e legati indissolubilmente a una concezione romantica e rispettosa dell’ambiente. Seguivo mio padre e i suoi amici prima dei diciotto anni come osservatore e poi, compiuta la maggiore età, come cacciatore.
    Mio padre muore  abbastanza giovane nel febbraio del 1985, ho 23 anni e la stagione venatoria successiva per me sarà l’ultima. Erano gli anni della massima espansione numerica dei cacciatori ed anche in montagna si vedevano gli effetti di questo con un numero molto alto di cacciatori, molti dei quali senza grande consapevolezza ambientale. Il romanticismo di cui ero avvolto mi spinse alla scelta draconiana di smettere.
    Di quei tempi mi rimane una profonda conoscenza dell’ambiente montano e delle sue manifestazioni. Riconosco le fatte degli animali, so calcolare a occhio l’età di un camoscio solo sbinocolando, distinguo senza difficoltà un maschio da una femmina. Solo dal frullare d’ali so se si sta involando una coturnice o un gallo forcello.
    Resto un appassionato pescatore di trote a cucchiaino in sperduti torrenti di montagna dove a volte rischi di più che ad arrampicare. Ho una mia etica, rilascio se la trota è piccola, non uso il guadino, ma la preda che tengo me la pappo volentieri e ha tutto un altro gusto rispetto a quelle degli allevamenti intensivi.
    Corona non ha detto che l’educazione ambientale dei ragazzi sia esclusivo appannaggio dei cacciatori; ha citato le categorie che più di tutte potrebbero insegnare a conoscere un ambiente montano, fra cui i cacciatori.
    E sono d’accordo. L’unico modo per far prendere consapevolezza su una fruizione consapevole delle terre alte è cercare di educare a questo i ragazzi giovani usando passione, conoscenza e un pizzico di romanticismo.
    Penso che tanti amici di mio padre, molti dei quali “montagnini” sarebbero stati dei bravissimi educatori in questo senso.

  50. Quindi farebbe bene imparare a sparare…perché darebbe consapevolezza e paradossalmente eviterebbe un uso sconsiderato delle armi”
    Già, in effetti è proprio così…basta guardare ai paesi più avanzati ed evoluti, tipo gli USA per rendersene conto subito

  51. Bello il concetto di maschia gioventù (di sinistra) e penso che le esperienze giovanili di caccia così ben descritte da Pasini farebbero bene a tutti i giovani/giovanissimi, a prescindere dal tema più generale del sapersi muovere nell’ambiente. Sono esperienze che (purtroppo dico a questa età) non mi appartengono per nulla, ma tutto quanto descritto nel commento 25 da Pasini arricchirebbe ogni individuo portandolo ad una maggior consapevolezza della vita in natura. Noi cittadini (a maggior ragione gli attuali giovanissimi) non abbiamo idea di cosa sia davvero la vita in termini naturali e la caccia, cioè il rapporto predatore-preda, ne è un elemento strutturale. Quindi farebbe bene imparare a sparare, a saper prendere le prede insanguinate, a scuoiarle ecc. Solo che proporre una cosa del genere è politicamente scorrettissimo, figurati poi in un paese catto-comunista come l’Italia. Non si farà mai. Peccato, perché darebbe consapevolezza e paradossalmente eviterebbe un uso sconsiderato delle armi. Buona giornata a tutti.

  52. Riprendo qui una mia considerazione di molti (troppi, purtroppo) anni fa: ci sono cacciatori rispettabili (“veri” come si autodefiniscono) che praticano la loro attività con un elevato rispetto della natura e degli esseri viventi (in realtà, a parte i vegani, siamo tutti responsabili della uccisione di esseri viventi per farne cibo, ma “Est modus in rebus”). 
    Ce ne sono, però, molti che di tale rispetto sembrano non avere il minimo sentore (uccidono specie protette, si spingono con veicoli motorizzati ben oltre dove sarebbe ragionevole, vandalizzano la segnaletica, etc.). 
    Il punto è che le associazioni dei cacciatori, per poter dire che rappresentano un ampia componente della popolazione (e quindi poter influenzare le scelte dei politici), mantengono questi “falsi” cacciatori nei loro ranghi, invece di sanzionarli ed espellerli per violazione delle regole della “vera” caccia, come invece dovrebbero.

  53. Raccontiamola tutta però,  senza remore. I miei nonni e i miei zii abitavano in Val d’Ossola, erano poveri ed erano cacciatori. Da loro ho imparato ad apprezzare la natura e gli animali,  a muovermi anche fuori dai sentieri abituali, a maneggiare un’arma e ad apprezzarne le qualità, a sparare (sapevo già sparare bene prima del militare)  a non farmi impressionare dal sangue quando raccoglievano le prede e poi a casa le squoiavano, a difendermi dalle vipere e dalle zecche. Questa è la caccia tradizionale. Non è solo un’attività da ecologisti in gita domenicale nella riserva coi prati pettinati e gli animali da allevamento introdotti per fare le battute e poi fatti preparare dal macellaio sotto casa. Si imparano tante cose, anche istinti che oggi non è fine esplicitare, almeno in certi contesti, e di cui magari qualcuno si vergogna, ma così è, piaccia o non piaccia.

  54. Da Vegano approvo il discorso di Corona se il Cacciatore da lui ipotizzato è quello di altri tempi descritto da Alberto Benassi nel suo commento: “Cacciatori che si accontentavano, che non facevano stragi, che non facevano a gara a chi sparava più cartucce e non sparavano su qualunque cosa si muovesse”.
    Sel caccia è legata ad un bisogno di sopravvivenza la condivido pienamente. Va da se che l’ambiente non potrebbe mai sostenere al giorno d’oggi una interna popolazione che va a caccia per approvigionarsi di carne per non andare al supermercato… 
    Come sport la detesto e la ritengo una pratica barbarica a dir poco demenziale…
    Se poi si volesse riflettesse sull’esigenza tal volta di dover controllare la popolazione di alcune specie, come i Cinghiali, si inevitabilmente piomberebbe in un territorio a dir poco minato di opinioni contrastanti. 
    Detto questo preferirei comunque che andasse uno della Forestale ad insegnare ai bambini il mondo del Bosco.

  55. Quando si dice che l’uomo è il migliore amico del cane non ci si sbaglia, come invece potrebbe sembrare. Anche i bracconieri potrebbero insegnare molte cose.

  56. Sono un cacciatore. Da sempre. E x sempre. Cacciare è nel mio DNA. Ho letto alcuni dei commenti alla proposta di Corona e mi fa piacere appurare che tanta gente che non va a caccia, non ha il benché minimo pregiudizio verso tale attività che esiste da quando l’uomo è sulla terra. Non mi meraviglia affatto la reazione dell’Enpa che neppure voglio commentare xké neppure la prendo in considerazione, ma posso assicurarvi di aver trasmesso alle mie figlie un amore ed un rispetto x la natura indescrivibile. Di aver insegnato loro a riconoscere animali, i loro versi. A non infastidire gli animali in riproduzione e tante, tantissime altre cose che l’Enpa, molto probabilmente, saprebbe dove stanno di casa. Bravo Corona. E non me ne vogliate se sono stato anche un po’ di parte. 

  57. Non so che esperienza tu abbia Marcello, ma quando tu dici cacciatore pensi evidentemente a uno con l’esperienza e la coscienza di Rigoni Stern: esistono non c’è dubbio.
    Ma esistono (e magari sono di più) i fucilatori di animali allevati in riserva, vestiti da rambo e con la panza, che un bosco non sanno cos’è.
    Quello che ho detto è che è stupido pensare che avere la qualifica di cacciatore basti per insegnare l’approccio corretto alla natura selvatica, che non basta coltivare per insegnare ecologia o abitare in montagna per essere titolato a risolverne i problemi antropici.
    Se non capisci qualcosa chiedi, non tirar sassate.
    E non pensare di essere l’unico a sapere, perché sei una guida che abita in montagna

  58. Marcello, ho parlato di pescatori subacquei ( purtroppo l’ho fatto anch’io per tanti anni, ora non lo farei più) che sparano al pesce per il gusto di prenderlo, non per fame, l’equivalente dei nostri cacciatori. Diverso è il pescatore professionista che prende il pesce da mettere sulle tavole dei compratori. Sono sicuro che la differenza delle due persone sia netta, e un eventuale mio “insegnamento” da pescatore subacqueo a dei ragazzini su come affrontare il mondo marino sia pedagogicamente diversa da come potrebbe essere affrontata da un educatore marino.

  59. Non capisco perché i favorevoli all’idea dei cacciatori maestri debbano fornire una versione prevalentemente ecologista e politicamente corretta del messaggio educativo che questi potrebbero portare nelle scuole. Nella pratica della caccia c’è sicuramente la conoscenza della natura e degli animali ma anche la conoscenza e l’abilità nell’uso delle armi, la capacità di procurarsi da soli proteine animali uccidendo in prima persona senza farsi impressionare dal sangue ed eventualmente di difendersi dagli attacchi delle prede più aggressive ( che in Europa abbiamo in gran parte sterminato ma non altrove)  competenze che abbiamo sviluppato in gran parte della nostra storia come cacciatori/raccoglitori. Qualcuno potrebbe pensare che sono abilità, conoscenze, istinti che potrebbero servire anche in epoca moderna, in caso di bisogno. Ci vorrebbe dunque un po’ più di coraggio e meno ipocrisia da parte dei proponenti. Che Corona dunque vada dunque fino in fondo, nella sua rivisitazione da sinistra di una “maschia gioventù “ anche se la capitolina Bianca Berlinguer ne soffrirà molto, avendo rimosso l’eredità dei suoi avi sardi, grandi cacciatori più che pescatori. 

  60. @Marcello Commento 13: questa è una delle poche volte in cui non mi sono trovato d’accordo con te… Ma forse è una provocazione… 

  61. Non sono né un sostenitore né un denigratore di Corona, di cui ho letto solo il primissimo libro e poi più niente perché i successivi libri mi diedero l’impressione di essere dei gran copia e incolla. Per cui lo conosco poco o niente. Il risvolto che più mi piace di Corona è l’imitazione che ne fa Crozza. 
     
    Detto ciò, condivido il ragionamento che la società consumistica e tecnologica sta allontanando tutti (e in particolare i giovanissimi che nascono già digitali) dal contatto con l’ambiente naturale, cioè con i boschi, i campi, le vette, le creste. Per esempio nessuno dei giovanissimi ha dentro di sé il senso dell’orientamento. Racconto sinteticamente un aneddoto: 3-4 anni fa avevo in programma una conferenza serale in una Sezione del CAI nell’hinterland torinese. Il mio interlocutore organizzativo era un giovane 27enne, settimo-ottavo gradista, istruttore titolato con patacca ben in vista ecc ecc ecc. Molto deferente nei mie confronti e molto disponibile, per carità, nulla di dire. Però nell’ultima telefonata gli ho chiesto due dritte stradali per raggiungere più facilmente la loro sede (dove non ero mai stato). “Uscito dalla tangenziale che strada mi conviene fare?” fu la mia domanda. Risposta: “Ah, basta che digiti nel navigatore l’indirizzo della nostra sede e il navigatore ti porterà senza problemi fin da noi.” Mi cascarono le cosiddette… Nord, Sud, Est, Ovest, vai dritto, gira alla seconda… niente di tutto questo, non sapeva neppure descrivere il territorio di pianura (figuriamoci, allora, quello non antropizzato…). I bambini, che digitano alla velocità della luce e parlano di programmi che io manco so che esistano, sanno da che parte tira il vento? dov’è il Nord e come lo si riconosce? come si mettono i piedi sulle lose umide per la pioggia? come ci si orienta in un bosco? se incontrano animali “non antropizzati”, sanno come comportarsi?….ecc ecc ecc…questo è un tema sul quale tutti i cittadini dovrebbero riflettere a fondo, indipendentemente dall’interesse o meno per l’andar in montagna. Tempo fa avevo letto una statistica ISTAT dove si dimostrava che il 30% (cito a memoria potrei sbagliare) dei bambini italiani entro i 10 anni NON sono MAI stati in un bosco.
     
    Condivido quindi il pensiero di Corona che sia necessaria un’educazione ambientale a sostegno delle giovani generazioni. Che i cacciatori siano i soggetti più indicati a ciò, in effetti potrebbe essere opinabile. Non sono gli unici, certo, ma ci sono anche loro. Tuttavia i cacciatori con la filosofia che ha descritto Benassi (circa suo padre) non sono un esempio negativo, anzi. In ogni caso, molto meglio insegnare alle nuove generazioni come muoversi nell’ambiente non antropizzato e se questo significa che ci sarà qualche lepre in più che finisce in salmì… personalmente penso che sia un prezzo che ha senso pagare, anche da parte di sostenitori dell’ambiente come sono io.

  62. Maestri, si. Ho un amico pescatore di Oristano che va nelle scuole a mostrare le caratteristiche del mare agli studenti. Visto che tanto i pesci quanto le bistecche di cervo, ce li mangiamo con gusto quasi tutti, è interessante sentire anche il punto di vista di chi ce li procura da mettere in tavola. Pescatori e cacciatori non sono tutti degli spietati assassini. Sto parlando di cacciatori con coscienza, che fanno abbattimenti selettivi utili a tenere in forza le specie e non gli sparatori di fringuelli, a quelli sparerei nel culo (a sale). Ovviamente non credo che queste lezioni siano esaustive dell’argomento ma sicuramente portano nell’istruzione un punto di vista esperto e pratico che serve a qualcosa.
    Matteo, con tutto il rispetto ma mi sembra che dici tutto e il contrario di tutto agitandolo in un frullino di nonsenso come risultato finale.
    Parlo per esperienza, sennò ascolto: non essendo multitasking non faccio le due cose insieme.
    Ripeto un antico adagio sardo: chi sa, sa. Chi non sa, sassate.

  63. Marcello Cominetti, ma scusami, hai mai visto pescatori subacquei insegnare l’ambiente marino nelle scuole del sud ? 

  64. Non ho idea di cosa pensi realmente Corona e non ho capito bene cosa dica Lorenzo, comunque pensare che uno perché è cacciatore (o contadino, montanaro o omm salvadégh) conosca o difenda la natura è esattamente duale al pensare che chi è cacciatore (o contadino, montanaro o omm salvadégh) distrugga la natura: una cazzata. Pensare che chi abita o frequenta o lavora in un determinato ambiente sia ipso facto detentore della conoscenza e della sapienza riguardo a quell’ambiente è stupido e non verificato dalla storia.
    Storia che riporta come il mondo sia pieno di zone disastrate dai contadini (mezza luna fertile) e dai cacciatori (le isole del Pacifico o l’estinzione dei grandi mammiferi nordamericani) o da chi si è trovato ad abitarlo senza capirlo (cultura dei Pueblos), anche senza disporre di mezzi lontanamente paragonabili a quelli a nostra disposizione.
    La stessa cosa vale (mutatis mutandis) per guide alpine, montanari, alpinisti e arrampicatori: non è vero che chi abita la montagna la capisca, la ami e la difenda e chi la frequenta per salirla, o comunque per scelta, no.
    E ovviamente non è vero nemmeno l’inverso.
    Non è perché si appartiene a una categoria che si ereditino delle qualità a prescindere.
    Un Rigoni Stern o un Corona possono senz’altro insegnare ad amare e vivere nella natura anche se sono stati cacciatori, il fucilatore di uccelli di passo ai roccoli di certo no.
    E per insegnare ai bambini (o ai grandi) a muoversi in un bosco vorrei assicurare qualche qualità più specifica che saper sparare (o tagliare un albero o arrampicare sul 6b)

  65. Maestri (vedo che oggi piove per tutti eh?!), sicuramente d’accordo per i Guardacaccia nelle scuole ma costoro esistono perché ci sono i cacciatori, come esistono i poliziotti perché ci sono i ladri.
    Se eliminiamo i cacciatori i Guardacaccia perdono il lavoro.
    Se tutti fossimo onesti cosa farebbero Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza? Migliaia e migliaia di disoccupati che assalterebbero i supermercati per sfamarsi. Così si dovrebbero ricostituire le Forze dell’Ordine.
    E’ un bel casino, ammettiamolo….

  66. Caccia e cacciatori: NO GRAZIE! Lasciamo che la natura si riprenda quello che gli è stato rubato!

  67. sono figlio di cacciatore, da ragazzo sono andato a caccia con mio babbo molte volte . So che dietro la caccia c’è una cultura, un filosofia, un rispetto di valori, una storia che si affonda nella storia dell’uomo, una conoscenza della natura, degli animali, del bosco.
    Questo però secondo me oggi come oggi sono cose del passato, sono cose che appartenevano ai cacciatori di un tempo che non c’è più. Cacciatori che si accontentavano, che non facevano stragi, che non facevano a gara a chi sparava più cartucce e non sparavano su qualunque cosa si muovesse.
    Capisco il messaggio di Corona e lo trovo anche giusto, va oltre la caccia, va oltre uccidere un animale . E’ un messaggio di vita rurale a contatto con la natura, è un invito a conoscere la natura, ad imparare  come si sta nel bosco, come ci si muove, a riconoscere un’albero, ad orientarsi senza la teconologia,  cose che oggi si stanno perdendo. 
    Detto questo io non sono mai diventato un cacciatore, perchè giusto uccidere per mangiare, a me la bistecca piace, come piace il fagiano.
    Ma alla fine non ho mai compreso come ci si potesse divertire ad uccidere un animale come potesse essere chiamato sport ammazzare un’essere vivente.
    Cacciare per bisogno è un fatto. Cacciare per sport per evere dei trofei magari da esporre in casa, sinceramente no.
     

  68. Al di là del personaggio Corona, che ognuno può vedere come più gli piace a seconda dei propri gusti, quella di mandare i cacciatori nelle scuole elementari è una realtà che fortunatamente già accade. Parlo della mia valle di Livinallongo nelle Dolomiti bellunesi, ma sono certo che lo stesso accada nelle valli limitrofe perché simili per cultura e necessità ataviche.
    La proposta di Corona è quella del montanaro, di quello che giustamente parla della montagna perché ci vive e non lo fa dal salotto cittadino da dove la montagna riveste un simbolo idealizzato trito e ritrito di quello che in realtà non è.Premetto che non ho mai ucciso un animale né sento il bisogno di farlo ma non dobbiamo dimenticare che la caccia sulle Alpi è da sempre stata un mezzo per sopravvivere. Oggi che l’uomo ha sottratto molti spazi agli animali (mica ci potevamo ammassare tutti nelle città!), la caccia serve a regolare nella maniera più logica, le due presenze sul territorio. D’altronde, nonostante si parli spesso e a sproposito dello spopolamento della montagna, questo fenomeno riguarda solo una parte minima dell’arco alpino e dell’Appennino, e il numero di abitanti in certe zone è notevolmente cresciuto. Vuoi a causa del turismo e vuoi a causa della decentralizzazione di certe attività che una volta si pensavano possibili solo nelle grandi metropoli e ora si possono fare anche da un paesino sperduto.
    L’ho visto nei miei figli ma lo vedo nei cacciatori che conosco, almeno dalle mie parti, quanto grande per il territorio sia il rispetto che hanno e che ci tengono a tramandare. I cacciatori nelle scuole elementari portano gli scolari nel bosco a scoprirne i segreti e le regole naturali e portano il bosco nella scuola tramite interessantissime lezioni non solo su flora e fauna ma anche sulle attività dell’uomo in boschi e dintorni, perché volenti o nolenti, i piccoli studenti della razza umana fanno parte. 
    Non ho mai visto i cacciatori inquinare o distruggere boschi, ma semmai li ho visti adoperarsi per proteggerli, per portare fieno ai cervi negli inverni più nevosi e per impedire che certi interessi imprenditoriali distruggessero aree naturali.Infine aggiungo che per avere la licenza di caccia occorre superare degli esami molto impegnativi, almeno dalle mie parti, che non sono distanti da dove vive Corona, e che certi intellettuali e politici cittadini barricati (specie adesso con il Corona -sempre lui- virus) nei loro salotti farebbero bene a parlare di ciò che conoscono anziché fare tanta propaganda “naturista” quando poi si spaventano se vedono una vacca al pascolo.

  69. Ci sono gli educatori ambientali, i forestali, gli accompagnatori di montagna, le guide alpine, queste persone sono quelle che devono insegnare ai giovani come ci si confronta con la natura. Oltre a queste persone i cacciatori possono soltanto avere più conoscenza su come si abbatte un animale nel suo ambiente. Non se ne vede alcuna necessità.

  70. Mauro è un personaggio, lo è diventato e nel bene e nel male sostiene la parte. Poi c’è il mondo dei perbenisti a tutti i costi quelli che non vedono e si trincerano dietro a falsi miti tipo gli stessi vegani che dicono abbia denigrato… ci vuole poco a farlo sono da barzelletta, gente che vomita davanti ad uno scarpone in pelle ma nel frattempo apprezza la microfibra che per essere prodotta inquina l’ambiente… Avete mai visto un video (ne girano parecchi) sugli allevamenti intensivi? Beh… mille volte meglio un animale cacciato nel bosco che ha vissuto la sua realtà, di quelle povere bestie nate cresciute e morte in una gabbia!Non sono cacciatore ma chi rispetta i termini di legge non fa nulla di male, è un’attività umana anzi, procacciarsi il cibo cacciando è una delle principali attività umane e se vogliamo mangiarci una bistecca, l’animale lo dobbiamo uccidere, da vivo risulta difficile mangiarlo. E mi sa che fare le bistecche di microfibra non sia una grande idea…L’ENPA farebbe meglio a lavarsi la bocca (per gli animalisti-vegani-terrapiattisti-ufofili ecc. ecc. nemmeno spendo una parola), magari col vino di Mauro che gli farebbe bene.I cacciatori sono conoscitori dell’ambiente naturale è una cosa ovvia ed è questo il messaggio ma trovare un modo per dare la caccia alle streghe sembra sia diventata una moda alla quale non si riesce a rinunciare, questa sì è un tipo di caccia da condannare!

  71. @matteo Ai vostri occhi… di chi? Mi sembra che i commenti per ora siano tutti allineati in una sola direzione 😉

  72. Non capire cosa  Corona intende significa partire da preconcetti radicali, che non ammettono analisi. Lasciamo perdere la facile polemica sui contratti alla caccia che fanno la spesa in macelleria. Quanti bambini sanno cosa indossare per una gita nel bosco? Secondo voi i genitori sanno cosa mettergli ai piedi? Manca una seria ed enorme cultura non fatta dagli indispensabili grandi autori , stavolta, ma dalla saggezza popolare, quella saggezza che ti fa stare lontano dalla pietraia assolata, perché è casa della vipera, oppure ti fa camminare sui sassi giusti, non su quelli verdi di lippo. Quella che ti insegna che le carote crescono sottoterra, e che bisogna zapparle, se si vogliono raccogliere.  Ma sono cose contadine, da buzzurri, ai vostri nobili occhi. 

  73. Non sono cacciatore, non vorrei mai uccidere un animale, e soffro quando vedo un riccio spiaccicato sulla strada… Ma amo la carne alla griglia, le lasagne e i tortellini… Nonchè le alette di pollo speziate. Contraddizioni? Certo. Ma lo accetto. Penso anche che l’opinione del ENPA riguardo al fatto che chi caccia non può insegnare niente a nessuno sia fondamentalmente sbagliata. Fa parte di un assolutismo che non accetto. Cosi’ come l’articolo di centopercentoanimalisti è infarcito di giudizi sul fatto che Corona beva, ma non tiene conto del fatto che molte persone erano persone per necessità e forse oggi gli è rimasta dentro. 
    Rispetto Corona e credo che quello che dice lo pensa veramente… e molto lo condivido pure.

  74. Ovvero…la caccia e i cacciatori di cui parla Corona non è quella sadica e inutile del passatempo domenicale, ma è quella di sussistenza praticata da chi ne aveva bisogno per integrare la propria dieta..che quindi mangiava o comunque rivendeva quello che uccideva.
    Si parla quindi di persone che conoscono luoghi e abitudini della fauna, che sanno bivaccare in un bosco o su una cengia, che sanno accendersi un fuoco senza causare un incendio, che sanno muoversi senza percorrere necessariamente un sentiero…
    Non sono un cacciatore e non concepisco la caccia come sport. Ma non condanno la caccia in se’…anzi.
    Non sopporto invece chi condanna la caccia e poi compra le ali di pollo disossate al supermercato.
     

  75. Se prendessimo alla lettera i giudizi dei due articoli, allora saremmo costretti a dimenticare tutta la produzione non soltanto di Corona, ma anche di Rigoni Stern, perché essendo entrambi stati cacciatori “non hanno niente da insegnare a nessuno” e “la loro empatia verso alberi, montagna, boschi è solo un atteggiamento“.
    Mi chiedo se gli autori abbiano una minima idea di chi e cosa stiano parlando. Non conosco molto i libri di Corona, ma so che con Rigoni Stern basta leggere una pagina per cogliere il suo viscerale e genuino attaccamento alla montagna, ai boschi e alla caccia, che se vissuta in un certo modo permette di immergersi nell’ambiente alpestre con rara profondità.
    Non sono un cacciatore, ma non nascondo che più volte ho provato simpatia per certi (non tutti) cacciatori avvistati in remote vallate a ore di cammino dal fondo valle. In realtà sono abbastanza sicuro del fatto che non sparerò mai a un animale, non fa parte della mia storia familiare e personale. Se però avessi avuto un nonno come Rigoni Stern credo non sarebbe stato difficile apprezzare ancor di più quel mondo e magari scegliere di viverlo in prima persona, consapevole del suo potente lato educativo.

  76. La lettura delle forme della realtà non ha legami con quella dei simboli.
    Una  è travestita da forme sempre diverse.
    L’altra alllude a poche sostanze sempre identiche.
    Una è limitata e di parte.
    L’altra è filosofica e di tutti.
    Gli attrezzi formali non servono a nulla nell’officina delle sostanze.
    La cultura che Corona richiama citando i cacciatori è la cultura che manca.
    Non coglierlo per dedicarsi soltanto all’aspetto gratuito della caccia è strumentale.
    Ma anche tipico in quest’epoca di lontananza dalla Terra.

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