La missione Beyond Epica ha portato il professor Carlo Barbante di Ca’ Foscari in una delle zone più estreme del Polo Sud per studiare gli effetti del riscaldamento globale.
In Antartide per due mesi
di Cristina Nadotti
e a cura di Paola Rosa Adragna e Gaia Scorza Barcellona
Infografiche: produzione Gedi Visual
(pubblicato su lastampa.it il 29 gennaio 2022)
Il primo obiettivo in Antartide è stato raggiunto, anche se solo qualche settimana fa il team di Beyond Epica (Oltre Epica, cioè European Project for Ice Coring in Antarctic) ancora non aveva alcuna certezza che si sarebbe riusciti a perforare 130 metri di ghiaccio antartico. I primi passi sono stati fatti e ora è tutto pronto per arrivare molto più giù, fino a prelevare i depositi ghiacciati di oltre un milione di anni fa per il progetto europeo arrivato alla sua seconda fase e destinato ad andare avanti.
“Abbiamo preparato il campo e la strumentazione per l’anno prossimo – dice Carlo Barbante da Little Dome C, il campo di carotaggio a 40 chilometri dalla base italo-francese Concordia, nell’Antartide orientale. Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr e professore dell’Università Cà Foscari Venezia coordina glaciologi, ingegneri e tecnici del gruppo internazionale che collabora al progetto Beyond Epica.
La missione in Antartide è soltanto una delle perle nel curriculum di questo professore 59enne che da Feltre, dove è nato, è arrivato ai ghiacci del Polo Sud studiando la dinamica dei processi ambientali nelle sue Dolomiti. È stato professore distaccato presso l’Accademia Nazionale dei Lincei dal 2012 al 2014 e ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi per i suoi studi dell’impatto antropico sul clima in epoca pre-industriale. Ma libri, pubblicazioni, premi sono nulla rispetto a trovarsi su quelle distese bianche di cui Barbante coglie molto più dell’aspetto scientifico, come mostrano anche le foto che scatta nelle sue spedizioni.
Nell’estate antartica le condizioni meteo sono meno proibitive e Barbante non nasconde che nonostante la passione, a volte è davvero dura. Insieme al suo gruppo ha lavorato da inizio dicembre a un’altitudine di 3233 metri sul livello del mare a più di un chilometro dalla costa, dove le temperature medie sono di -35°C.
Lavorare a -35°C
“È davvero difficile fare anche le operazioni più semplici in condizioni estreme, come quelle in cui ci muoviamo ogni giorno”. Barbante, che sta per rientrare in Italia, ha il viso segnato: sole, riverbero e vento (in uno dei video soffia a quasi 20 km all’ora) colpiscono la pelle nonostante le protezioni. E poi bisogna fare attenzione a ogni gesto, controllare ogni movimento, perché a queste temperature una disattenzione può costare cara. “Non possiamo stare fuori a lungo – racconta Barbante – per questo cerchiamo di organizzare tutto alla precisione e per fortuna il gruppo è affiatato. Abbiamo undici ricercatori sul campo dall’inizio di dicembre e una programmazione serrata, perché l’estate australe sta finendo e poi sarà impossibile proseguire”.
Le immagini scattate da Saverio Panichi dell’Enea, da Thomas Stocker dell’università di Berna e dallo stesso Barbante documentano le difficoltà di lavorare in uno degli ecosistemi più ostili per l’uomo. Fissano però anche i momenti di pausa, quando si taglia la pizza (con aglio e peperoncino per i palati più esigenti) o si prende dalla dispensa la mortadella per il pranzo. E immortalano che a volte, nonostante la tecnologia avanzatissima del progetto, ci si arrangia come si può, quando per tagliare il prosciutto si usa una morsa dell’officina.
Il gruppo ha passato qui le feste di Natale e la sera di Capodanno dalla base Concordia è arrivato anche lo champagne per brindare, ma in anticipo rispetto a casa, e non per questioni di fuso orario. “La sera siamo tutti davvero molto stanchi – dice Barbante – alle 21 al massimo di solito siamo a letto, anche perché i tempi di lavoro sono stretti: sveglia alle 7 per la colazione e via sul campo. Pausa caffè alle 10 circa e pranzo dalle 12.30 alle 13.30, uno stop per la merenda e poi lavoro fino alle 19”.
In Antartide: il carotaggio del ghiaccio
Stare lontani da casa, mangiare soprattutto cibi preconfezionati, farsi bruciare la pelle da gelo e sole che il ghiaccio moltiplica sono un sacrificio indispensabile perché è soltanto in Antartide che si possono trovare le informazioni essenziali per comprendere la temperatura e la concentrazione di gas serra nell’atmosfera del passato. Negli strati di quel ghiaccio, accumulati in centinaia di migliaia di anni, sono intrappolate bolle d’aria da cui gli scienziati traggono i dati indispensabili per la loro ricerca. Una lettura che procede lentamente, per andare indietro nel tempo, anche se l’urgenza di capire di più per poter fermare la crisi climatica spinge ad andare oltre. Subito.
Cosa si legge nelle carote di ghiaccio
Una parte importante del progetto si svolge anche nei laboratori e nei centri elaborazione dati delle università europee. Il gruppo di Little Dome C è in costante contatto con l’Italia. “Il mio gruppo di ricerca all’Università Cà Foscari Venezia analizzerà la composizione isotopica della carota di ghiaccio Beyond Epica, in collaborazione con i laboratori dei partner di progetto – dice Barbara Stenni, professoressa di geochimica e paleoclimatologia – questo permetterà di ricostruire le temperature al sito di perforazione in Antartide. Le variazioni di temperatura saranno rapportate a quelle ottenute dall’analisi dei gas serra. Un obiettivo, insieme a Cnr-Isp Venezia, sarà fornire l’ampiezza delle variazioni e i tempi di risposta di questi parametri nelle transizioni tra periodi glaciali e interglaciali negli ultimi 1,5 milioni di anni”.
Le temperature e la concentrazione di CO2
La precedente campagna di Epica ha già dato la certezza che negli ultimi tre milioni di anni ci sono stati periodi in cui le temperature hanno oscillato e si sono alternati intervalli quasi regolari più caldi e più freddi. I dati raccolti nel 2008 hanno verificato che le concentrazioni di gas serra nel passato non sono mai state così alte come oggi. E intorno al 1850, in corrispondenza con l’aumento delle attività antropiche e l’uso di combustibili fossili per l’industrializzazione, c’è un picco spaventoso di aumento delle temperature.
Un progetto da 11 milioni di euro
Beyond Epica vuole scavare ancora di più nel passato per migliorare le nostre capacità di prevedere gli scenari climatici del futuro. È un progetto emblematico dell’impegno dell’Unione europea per la mitigazione e l’adattamento al cambio climatico, finanziato dalla Commissione Europea con 11 milioni di euro. L’Italia ha un ruolo importante visto il ruolo del professor Barbante, che coordina dodici istituti di ricerca internazionali europei ed extraeuropei con le sinergie dell’Istituto Polare Francese e le attività del Programma Nazionale Antartico Italiano.
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Mentrecchè o’ miediche studia o’ malato muore.
In Ucraina oltre il catorcio di Chernobyl parecchie altre centrali nucleari di epoca sovietica sotto attacco.E tu mi fai:”tenimme o referiendùm e stammo apposte “apposto non ce sta nisciune!ecluso qualcune! l’e’ verai oigarci i ghà el rifuzo antiatomnico..e il nostro de monte Soratte? tuto desfà, e po’ i vertici che se salvera’ non sarà piu’ gnanca piu’ boni de ripopolar l’umanità..gnafanno!
Ghe pensa el Pu***n! tanti putei e putee somejanti de aspeto e de testa.
Nel momento stesso in cui si studia quell’ambiente, LO SI PERTURBA E PURE INQUINA. da un certo punto di vista, pure i resti della base di Scott sono inquinamento nonsolo reperto storico.PIU’ COMODAMENTE , IN MODO MENO AVVENTUROSO , timbrando il cartellino in noiosi laboratori RICERCATORI DI MICROPLASTICHE E ALTRE PARTICELLE TOSSICHE E CON EFFETTI MUTAGENI SONO GIA’ IMPEGNATI IN RICERCHE IN REGIONI ITALIANE E… TROVANO! ECCOME SE TROVANO!ptfe, AMIANTO , CROMO ECC. QUALCUNO *POTREBEB SBOTTARE”CHE ROTTURA DI CO***I! E CI INDOVINA…SONO GIA’ATTIVE PURE NELLE GONADI MASCHILI E FEMMINILI E NEI NEONATI.SE LE CIUCCIANO COL LATTE.
Mi ricordo che, da ragazzo (quindi immagino fossero i i primi anni ’70) avevo visto un documentario di ricercatori italiani, che anche in quella occasione avevano trascorso un lungo periodo in una base antartica, Non ricordo se due mesi o addirittura sei mesi. Oltretutto c’erano difficoltà e tempistiche di spostamento molto più accentuate rispetto ad oggi. Forse erano stati via da casa 7-8 mesi o magari anche di più, chissà… La proiezione era avvenuta durante un incontro a tal fine in qualche istituzione torinesi, io ero andato al seguito di mio padre. Al termine della proiezione c’era lo spazio per il “dibbatito” (pr alla romana) come usava allora, e per domande ai due ricercatori presenti in sala. Mio padre chiese loro cosa di preciso li avesse spinti a auto-relegarsi ai confini del mondo per così tanto tempo, senza veder famiglia ecc. Mi colpì la risposta di uno dei due: “Cercavo Dio”. Prese così di contropiede l’intera sala che… nessuno ebbe il coraggio di chiedergli: “Ma lo ha poi trovato”. Credo che ancor oggi (nonostante condizioni di vita molto meno provanti di allora) ci voglia una molla particolare per desiderare esperienze del genere. Se portano utilità all’intera umanità, non possiamo che ringraziarli. Buona giornata a tutti.
In teoria sentimentalmente e razionalmente perchè vecchio con ricordi degli anni in cui c’era poco spreco energetico ed idrico poca plastica, sono per limitare l’effetto serra e l’inquinamento, ricorso alle rinnovabili a piu’ non posso..e RISPARMIO OPERANTE A MO’ DI FACHIRO .Pero’ se adesso avessimo in funzione le centrali a carbone e nafta dismesse, per puntare tutto sul gas … non saremmo con le bollette alle stelle e l’industria , commercio , turismo asfissiati appena dopo un sintomo di ripresa e pure ricattati. Gli altri fornitori extranazionali ci soccorreranno , dato che le linee ad alta tensione sono interconnesse?lo sappiamo come producono la corrente elettrica da dove ci sta arrivando quella che stiamo usando?? gli elettroni son tutti uguali, non ci sono quell verdi e quelli rossi o neri.Poi ci sarebbe da litigare in famiglia(troppo bucati di lavatrice, asciugabiancheria e lavastoviglie imposti con martellanti campagne pubblicitarie pluridecennali contro aloni e puzze e contro l’olio di gomito !) Poi in palazzo litigi quando giovani atletici usano l’ascensore mentre far scale sarebbe utile preriscaldemento o defatigamento,e via di questo passo. Facile essere ecologisti e poi nel quotidiano tenere abitudini sprecone..e’la somma che fa il totale.Troppe micropalstiche assunte dal corpo? Emerge che nei giovani occidentali che pur si ritengono gran fighi E SGOMITANO PER ANDARE NEI TALK SHOW, gli spermatozoi sono in crisi di quantita’ e qualita’. Contenti loro ..anzi un è abbassamento del trend riproduttivo CHE A LIVELLO GLOBALEL E’POSITIVISSIMO .Per conto mio..decisione:invece di sdrenarmi con sciata e trasferta motorizzata in montagna, pratico skiroll in una strad diperiferia ed il corpo suda ugualmente…e..non mi lavo e metto gli abiti inzuppati ad asciugare al sole e vento e quando diventero’ inavvicinabile..acqua tiepida tendente al freddo e sapone solido e non liquidi contenuti in flaconi dorati o perlacei.Pane non ne avanza e neppure scarti e quel che avanza si riscalda.
Propaganda vaccinale.
Gedi.
Datato 29 gennaio 2022..allora sembrava interessante e coinvolgente. Oggi 26 febbraio 2022 si e’ritornati all’ era delle guerre ,delle trincee , dei cannoneggiamenti , delle diffusioni di notizie pretestuose e falsificate. Gli scenari climatici del passato e del futuro sono meno impellenti, e’caccia alle risorse acqua grano gas.I combattenti invasori non sono semplici esecutori di ordini pena il codice militare di guerra,( interessante rileggere caduta Libera di NicolajLjlin) ci mettono buona volonta’ e gusto sadico per lo streminio di appartenenti alla stessa specie…si sono stancati di mirare alle sagome di cartone .