La coraggiosa Amministrazione di Ponte nelle Alpi
Il 19 novembre 2015, in segno di protesta contro l’impianto sotto il ponte sul Piave, il sindaco di Ponte nelle Alpi (BL) Paolo Vendramini e l’assessore all’Ambiente Ezio Orzes hanno accolto in municipio Genio civile, Arpav e progettisti, ma hanno abbandonato la sala poco dopo. «Rigettiamo questo progetto, un’aggressione al nostro territorio», ha commentato Vendramini sul Corriere del Veneto. «Non assisteremo alla presentazione – ha incalzato Orzes – è mancato rispetto da parte dei proponenti, hanno avuto il coraggio di presentare un progetto con tale impatto ambientale».
Il progetto della centralina prevede uno sbarramento gonfiabile che verrebbe installato a valle del ponte che creerebbe un salto di 4 metri e 72 centimetri. A monte della centralina, il livello del Piave si innalzerebbe per 1,7 chilometri e, in caso di piene, la paratia verrebbe aperta liberando l’acqua in un’ora. Ci sono poi i problemi legati ai possibili effetti sulla vicina frana. «Presenteremo un ricorso per ogni passaggio dell’iter – ha spiegato il sindaco – Sarà una battaglia lunga».
A noi sembra che tutti i comuni delle Alpi dovrebbero seguire questo esempio, e smetterla di associarsi allo sciacallaggio del territorio.
Ponte nelle Alpi, il ponte di Rione Santa Caterina
Angelo Soccal, in un commento su facebook, scrive: “Bravo al sindaco di Ponte nelle Alpi e al sig. Orzes, così deve essere un assessore all’ambiente che si batte per la difesa del proprio territorio contro ogni tipo di speculazione, avete il mio appoggio. Per i commentatori che ritengono questa posizione una opposizione a prescindere tipo no-tav, no-tutto, li invito ad approfondire il caso specifico dello sfruttamento del bacino del Piave e del tema della speculazione delle nuove microcentrali grazie al bellissimo ed esauriente articolo di Eco-magazine: http://www.eco-magazine.info/news/5575/quando-lidroelettrico-si-beve-tutta-lacqua-nel-bellunese-la-rapina-e-verde-cementoarricchito.html“.
Stop alle speculazioni sul Piave
di Alessia Forzin (dal Corriere delle Alpi, 20 novembre 2015)
Nessun dialogo con chi non rispetta il territorio. Ieri mattina gli ingegneri dello studio Zollet hanno descritto il progetto della centralina idroelettrica sul Piave solo ai tecnici e alla stampa. Non c’erano gli amministratori di Ponte nelle Alpi, che hanno fatto una scelta decisa: quella di non ascoltare neanche una parola. «Non staremo qui a sentire la vostra presentazione, perché è mancato il rispetto da parte dei proponenti che hanno presentato un progetto tanto impattante sul nostro territorio», ha spiegato l’assessore Ezio Orzes. Il quale ha invitato pubblicamente i progettisti a ritirare il progetto: «Altrimenti usciremo e voi parlerete a un’aula vuota». Richiesta rigettata: la procedura prevede tra le sue fasi la presentazione pubblica del progetto e il sopralluogo, come ha spiegato il dirigente del Genio Civile Alvise Lucchetta, e i progettisti non erano autorizzati a fare altro se non presentare le tavole progettuali. Così la presentazione è proseguita senza l’amministrazione.
Gli ingegneri hanno descritto il progetto e risposto alle domande di chiarimento poste dai tecnici dell’Arpav e della Regione (sezione Parchi e biodiversità), poi insieme ai dirigenti del Genio Civile sono scesi sulle rive del Piave, a vedere da vicino dove dovrebbero essere posizionati lo sbarramento artificiale e la centralina.
Ad accompagnare il sopralluogo, in questa occasione, non c’erano gli attivisti di Acqua Bene Comune. Ciò nonostante Ponte nelle Alpi era blindata: è stato attivato il dispositivo messo a punto dalla Prefettura nel vertice pre-sopralluogo di Belluno (poi rinviato), da Padova sono arrivati una ventina di poliziotti del reparto Mobile e dai comandi cittadini di Polizia e Carabinieri un’altra quindicina di uomini. Aggiungendo il personale della Digos, il numero di forze dell’ordine impegnate ieri a Ponte ha sfiorato le quaranta unità. A loro si è rivolta l’amministrazione accogliendo i partecipanti alla procedura di presentazione in aula consiliare: «Li ringraziamo per essere qui presenti, ma avremmo bisogno piuttosto che ci difendessero dall’aggressione in corso nel nostro territorio», ha puntualizzato Orzes. «La Piave (Sull’uso al femminile di questo fiume vedi qui, NdR) è il fiume più artificializzato d’Europa, è ridicolo che si pensi di presentare ancora progetti che insistono su questo corso d’acqua. E perché lo si fa? Non certo per la produzione di energia elettrica, ma perché è in atto una speculazione. Questi progetti sono incentivati con soldi pubblici e non siamo più disposti ad accettare questa speculazione».
La storica seduta nel municipio di Ponte nelle Alpi
Nella sua accorata arringa, Orzes ha ricordato che il progetto della Reggelbergbau insisterà in un’area di pregio qual è quella nei pressi del ponte di Rione Santa Caterina: «Un ponte che è il simbolo del nostro Comune, come si evince dal nostro stemma comunale. Pensate forse di aggiungere il vostro sbarramento, nello stemma?». Suona come una «provocazione» a Orzes, quella dei progettisti: «Non avete nemmeno interloquito con l’amministrazione, prima di presentare il progetto. Noi vogliamo che le acque scorrano libere nel nostro territorio e vogliamo poter decidere su interventi che riguardano il territorio che governiamo».
Il sindaco Vendramini ha ribadito la posizione dell’amministrazione: «Rigettiamo in toto questo progetto, che è un’aggressione nei confronti del nostro territorio, fatta con procedure anomale». Al termine del sopralluogo ha ricordato che il Comune seguirà la via dei ricorsi qualora la procedura dovesse andare avanti: «Abbiamo inaugurato l’anno scorso la spiaggia di Lanà, vicina al ponte. Abbiamo fatto un investimento importante ed è molto frequentata. Il progetto sarebbe devastante per l’intera area, penso che oggi anche i proponenti si siano resi conto della scarsa percorribilità del progetto».
Mario Ciotti
In questo link il progettista Mario Ciotti, che definisce l’impianto “compatibile con la sicurezza”, ne illustra le caratteristiche.
E per chi di voi avesse più tempo ecco una chicca imperdibile, Vajont di Marco Paolini
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Qualsiasi opinione, o esperienza personale, di cui potrei scrivere, su questo fatto, è inpubblicabile.
non mi rimane che quotare Michele Comi.
Ogni tanto val la pena ricordare qualche esempio di giusta opposizione dei territori contro il profitto predatorio (purtroppo in Provincia di Sondrio inarrestabile, ma quel che è peggio è la non percezione di ciò che viene deciso a nostro danno e la rassegnazione cinica al saccheggio).
“E perché lo si fa? Non certo per la produzione di energia idroelettrica, irrilevante rispetto al fabbisogno nazionale quella prodotta dalle centraline, lo si fa perché c’è una speculazione in atto, qusti progetti sono super-incentivati con dei soldi pubblici, che sfruttando il territorio passeranno nelle mani delle ditte private”.
Per convincere i politici e quindi la popolazione basterebbe ridurre l’energia elettrica disponibile da 3Kw a nucleo famigliare a 2.8Kw e aspettare qualche “giorno di buio”.
Dimenticavo la spiaggia dove si è investito tanto, direi che i politici invece di pensare al ludico e ai voti potevano porsi anche delle problematiche più serie tipo quelle energetico-economiche.
Di certo per pareggiare energeticamente si guarda al pannellosissimo fotovoltaico, è più ecologico (però non si parla mai dello smaltimento) produce quasi niente e bisogna farne tanto, con costi alti, permessi, tasse, autorizzazioni varie che “rendono” molto bene.
L’idroelettrico è una brutta tecnologia assestata che ormai costa poco e quindi “rende” poco, non va bene.
Mi piace sempre sentire quelli che protestano per l’inquinamento e poi hanno l’auto diesel, viaggiano spesso in aereo e vogliono tutti i confort: questi ambientalisti o ecologisti che dir si voglia sono per me fantastici