La decisione del Castello della Pietra

Metadiario – 172 – La decisione del Castello della Pietra (AG 1993-004)

In questo 172° capitolo del Metadiario, che va dal 7 novembre 1993 al 28 dicembre 1993, non ci sono grandi avventure da raccontare né particolari vicissitudini lavorative. Si fonda pressoché esclusivamente su un’importante decisione che Bibi ed io prendemmo assieme e in un contesto del tutto particolare.

La sera di sabato 20 novembre era in programma con i nostri amici più stretti una cena nelle Langhe, non ricordo più in quale paesino né in quale ristorante/locanda, però di certo il tema sarebbe stato quello dei tartufi, con barolo, barbaresco e affini. Era previsto anche il pernottamento in loco, dunque non era ammesso alcun limite agli eccessi alimentari e alcolici.

Spiaggia di Levanto: Petra in braccio a nonno Angelo.
Pietro Sorbini, Petra e Tommy Ferrari: estate 1993, Levanto
Castelletto Ticino, ottobre 1993

Siccome se si fa un po’ di sport prima della crapula di solito si ha più appetito, anche se faceva piuttosto freddo decidemmo di andare la mattina a Isola del Cantone, sul rigido versante settentrionale dell’Appennino Genovese, e da lì, lungo la Val Vobbia, fino al Castello della Pietra, un luogo a me assai caro e pieno di ricordi (in genovese, Castellu da Pria). Dopo le mie visite degli anni Sessanta, la proprietà dei ruderi del castello nel 1979 era passata al comune di Vobbia; e nel 1981 la provincia di Genova, su stimolo del Centro Studi Storici per l’Alta Valle Scrivia (Busalla), aveva avviato diversi interventi di restauro recuperando le antiche macerie ed effettuando rilievi per comprendere meglio l’intera struttura nel suo complesso. Nel novembre 1993 i lavori di parziale restauro erano terminati, ma il sito era ancora interdetto alle visite perché sarebbe stato aperto al pubblico solo nel 1994. Di tutto ciò non sapevo nulla e fui abbastanza sorpreso nel vedere lo sbarramento che impediva l’accesso all’interno, quindi nell’intaglio tra il Torrione Grande e quello Piccolo. Più che altro però m’interessava capire se, una volta saliti in cima per la via Avanzini, avremmo potuto scendere per la via normale al castello e da lì uscire… Da una sommaria ricognizione capii che la cosa era possibile, così continuammo sotto al versante meridionale del Torrione Grande per raggiungere la base dell’elegante spigolo est.
Faceva davvero freddo ed eravamo entrambi goffamente imbacuccati al massimo.

Finale Ligure, Falesia dei Maleducati, 7 dicembre 1993
Marco Marantonio sullo Spigolo Avanzini del Torrione Grande del Castello della Pietra, 1 maggio 1980
Bibi e il Castello della Pietra

Con le dita rigide affrontai il difficile tiro che mi attendeva. Era la terza volta che lo facevo, dopo la prima “eroica” (con Giovanni Scabbia, 27 marzo 1965) e la seconda con Marco Marantonio per inserire l’itinerario nei Cento Nuovi Mattini (1 maggio 1980). Con le dita sentivo assai poco le arrotondate asperità della puddinga: per fortuna occorreva lavorare di piedi, anche se con molta delicatezza. Il tiro si confermò pericoloso, proprio come lo ricordavo (soprattutto per l’assenza di possibili protezioni), ma procedendo con cautela tutto sommato non estremo. Ciò non toglie che trassi comunque un respiro profondo di sollievo non appena riuscii, alla fine della lunghezza, a scavalcare i resti del muretto medievale sfiorando appena i vetusti mattoni. Mi preparai a far salire Bibi, la quale però non si lamentò e mi raggiunse in breve tempo con relativa facilità. Da lì alla vetta nessun altro problema.

Dopo la foto ricordo iniziammo la breve ma molto esposta discesa verso i ruderi del castello. All’interno avevano fatto parecchio lavoro, non sempre bene. Per fortuna, pur essendo la porta sprangata, la finestra accanto era senza vetri. Reperii all’interno un ancoraggio valido e ne uscimmo a corda doppia.

Torrione Grande del Castello della Pietra: lo spigolo est è tra ombra e sole. 20 novembre 1993.
Bibi e Alessandro in vetta al Torrione Grande del Castello della Pietra, 20 novembre 1993

Mi sentivo pieno di amore ricambiato. In discesa verso l’auto ci venne spontaneo ricordarci a vicenda che avevamo appena deciso di mettere in cantiere un altro figlio. Dentro di me speravo in un’altra bambina, ma non lo dichiarai: sarebbe stata “Petra 2, la vendetta”. In effetti, facendo i conti, il parto, procedendo in questi giorni, si sarebbe posto a fine luglio, più o meno 32 mesi dopo la nascita di Petra. Eravamo al limite. Con gli occhi di oggi, non credo che avrei avuto particolari problemi nell’avere a che fare con un maschi, ma allora, sinceramente, tifavo per una femmina senza ammettere che in realtà avevo timore del maschietto. Battuta dopo battuta saltò fuori che il nuovo nascituro avrebbe avuto di certo l’imprinting delle Langhe meravigliose e del tartufo pressoché unico al mondo. Da quel momento pensai alla nostra decisione come alla “decisione del Castello della Pietra”. E fu con questo spirito che viaggiammo alla volta della locanda dove, alla spicciolata, stavano arrivando anche i nostri amici per la memorabile serata.

Il Castello della Pietra ricostruito. Bibi ne sta uscendo a corda doppia, 20 novembre 1993
Petra, Monte Stella di Milano, 26 dicembre 1993
La decisione del Castello della Pietra ultima modifica: 2024-03-25T05:16:00+01:00 da GognaBlog

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3 pensieri su “La decisione del Castello della Pietra”

  1. Posto sempre magnifico, ora con le relativamente recenti limitazioni lo spigolo è praticamente off-limits da arrampicare ( ufficialmente…). Restano permesse le vie sulla parete nord, ma il marcio lì è “oltre” e deve piacere. Io a salire meteorix lì mi sono divertito molto ed è una delle vie che ricordo con più piacere tra tutte quelle salite, anche in posti più blasonati. 

  2. Davvero affascinanti, la rocca e il castello!
    Bellissimo il modo in cui avete raggiunto l’edificio e lo avete visitato!

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