La devastazione delle Olimpiadi “verdi”

La devastazione delle Olimpiadi “verdi”
di Roberta De Monticelli (filosofa)
(pubblicato su Domani dell’8 febbraio 2022)

Mentre il parlamento italiano partoriva con gran fatica e tormenti il nuovo — o forse il vecchio—presidente della Repubblica, in molti consigli comunali non una discussione, non un conflitto o lo straccio di un’opposizione rallentava di un attimo il vecchio che avanza, travolgendo a furia di opere cementizie e incentivi al consumo rapace qualunque idea di sviluppo “sostenibile”. In barba ai fiumi di retorica versati da tutti i media in lode di Greta Thunberg e della nuova sensibilità ambientale, cui pareva l’universo intero si fosse convertito nei giorni delle Conferenze sul clima a Milano e a Glasgow. Davvero, a leggere i bollettini di Italia nostra, ad ascoltare gli isolati gridi di dolore che pure si levano, e da tutti gli angoli della penisola, sembra che Greta avesse ragione quando, guardando di sottecchi le labbra del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani parlare di lei, sembrava rifargli il verso con il suo martellante bla bla bla.

Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina2026 sono l’esempio emblematico delle devastazioni che, nonostante i proclami, avvengono sul nostro territorio.

Stupefacente indifferenza
Sono davvero molti i casi di stupefacente indifferenza ai proclami sulla transizione ecologica indifferibile e sui vincoli posti dal Pnrr all’impiego delle risorse in direzione di una riconversione dell’economia verso uno sviluppo sostenibile. Stupefacente per l’apparente assenza non dico di sanzioni, ma addirittura di comunicazione fra i territori dove attentati e scempi ambientali si compiono e i responsabili della cosiddetta transizione ecologica a livello centrale.

Insomma, sindaci e giunte continuano a fare esattamente quello che gli pare, soprattutto se generosamente finanziati dalle regioni di appartenenza, come se il disastro globale, il Pnrr e i suoi vincoli, le transizioni ecologiche e il suo ministero, per non parlare del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, appartenessero a un altro pianeta. Vorrei proporre un caso fra i molti all’attenzione di tutti — se possibile, anche a quella del ministro Enrico Giovannini, appunto. Un caso cospicuo per la quantità e qualità dei luoghi interessati e per la risonanza del pretesto che motiva questa nuova ondata di devastazioni: le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

Quando si legge cosa succederà alle Dolomiti, viene letteralmente a mancare il respiro. Ma c’è fra le altre una devastazione che riguarda le Alpi Retiche, dunque la Lombardia, e che come tutte le altre di minor richiamo mediatico resterà sottotraccia, nell’ombra del fondovalle.

Succede a Bormio
Minaccia la piana dell’Alute, meglio nota come piana di Bormio: la sua cosa più bella oltre al centro storico, quella che guadagnò un tempo alla Contea di Bormio e alle convalli il nome di «Magnifica Terra». È un progetto di tangenziale già finanziato dalla regione Lombardia con una valanga di denaro (12 milioni di euro) e perfino già inserito nel Piano di governo del territorio del comune di Bormio, insieme ad altre opere ad alto impatto ambientale, prima ancora di richiedere la Vas, la Valutazione ambientale strategica oggi resa obbligatoria dalla legislazione europea, e nonostante le fortissime riserve espresse dallo stesso team di lavoro che aveva curato l’iter di approvazione del progetto già una decina di anni fa, e lo aveva quindi fortemente sconsigliato. Sono riserve che riguardano l’irreversibile danneggiamento della Rer (Rete ecologica regionale), attraverso la separazione dalla piana agricola del suo torrente, il Frodolfo, nella sua parte ancora non antropizzata, per non parlare del consumo di suolo (sei metri minimi di larghezza, rotatorie e svincoli) e dell’incentivazione senza limiti del traffico automobilistico, con la scusa risibile di alleviarlo in Bormio: cosa che nel migliore dei casi sarebbe vera per due settimane d’inverno e una d’estate, a Natale e Ferragosto.

E per tacere dello scempio paesaggistico di una delle poche aree (in parte) miracolosamente scampate all’assalto delle seconde case, in una delle poche valli dove questo assalto è stato contenuto almeno nella volumetria degli edifici. Quanto a dire: una valanga di soldi impiegata a distruggere quel po’ che resta di attrattiva turistica e quindi di lavoro per le generazioni a venire. Investita per correre in direzione ostinatamente contraria al cambiamento necessario: perché i ghiacciai, proprio lì, si sciolgono a una velocità impressionante, e stringe il cuore vedere oggi una foto della valle in veste primaverile, con la sola lingua bianca delle piste, di neve sparata fra le stoppie brulle, e un dispendio di risorse idriche che rende sempre più vizioso il circolo della siccità e dell’artificio violento. Tutto per le Olimpiadi invernali con gli occhi ostinatamente chiusi al fatto che prestissimo non ci sarà più in Europa neve per ospitarle. Con le orecchie ermeticamente chiuse alle denunce della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CiprA), che dichiara l’assoluta incompatibilità delle infrastrutture olimpiche con la fragilità del sistema idrogeologico alpino, e in una lettera aperta al Comitato internazionale olimpico chiede che i progetti programmati per Milano-Cortina siano riconsiderati e ridimensionati.

L’appello
Ministro Giovannini, o delle Infrastrutture sostenibili: l’ascolterà questo appello, almeno Lei? Ascolterà gli appelli di Italia nostra, del Wwf, di Libera, del Comitato pro Olimpiadi sostenibili che ha lanciato una petizione ancora firmabile su Change.org e una richiesta di intervento all’Unione europea? Risponderà ai consiglieri che si sono opposti, alla lungimirante esponente della locale Associazione commercianti che sperava in una vista più lunga anche da parte del suo comune? Risponderà a questa neolingua che chiama “verdi” le Olimpiadi 2026 e “valorizzazione” della Piana la sua cementificazione? Certo non lo stanno ascoltando gli amministratori locali del luogo dove si svolgeranno – sulla pista dei Mondiali – le discese libere maschili: intenti come sono a peggiorare anche il degrado paesaggistico, e a dissipare il patrimonio storico e culturale di questa antica contrada. I cui statuti comunali scolpivano in un roccioso latino medievale un’assai più civile nozione del bene comune. E la cui grazia sopravvisse al Sacro macello, ai Lanzi, alla Guerra dei trent’anni, visse un periodo di splendore illuminato sotto gli Absburgo, resistette alla carneficina della Grande guerra, quando il fronte passava a tremila metri su quelle montagne. Sopravvisse perfino agli anni spensierati del boom economico, mentre la speranza di una rinascita vera delle civiltà dopo l’orrore già si ritirava, in quel rapido crescere di asfalti, ingordigie e facili fortune che chiamarono «miracolo italiano» e rese questa Lombardia sempre più somigliante allo stato gaddiano del Serruchon, la Brianza di La cognizione del dolore e delle villette a schiera. Una grazia, quella della Magnifica Terra, che a quanto pare non sopravviverà alla nostra ingordigia post pandemica o al nostro cupio dissolvi. A meno che il pianto smisurato dei ghiacciai non rompa tutte le dighe della nostra protervia, fino a travolgere – e dissolvere – anche noi. Finalmente.

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La devastazione delle Olimpiadi “verdi” ultima modifica: 2022-02-16T05:21:00+01:00 da GognaBlog

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29 pensieri su “La devastazione delle Olimpiadi “verdi””

  1. Una magra consolazione è che la demolizione e’ sempre  possibile, muove macchinari e lavoro di esperti  e quindi quando certi resort o impianti non rendono,la loro costosa demolizione contribuisce al pil come la loro costruzione .Poi c’e da praticare scongiuri sulla destinazione del terreno liberato.

  2. L’infarcitura del programma olimpico invernale con declinazioni fantasiose di vecchi sport , porta a non avere troppo spazio per eventuali differimenti.Oggi  sabato 19 slalom parallelo a squadre  in forse per vento in alta quota..domani 20 ultimo giorno utile per spostare  tale gara..(Indispensabile?? , tradizionale o invenzione? a quando una discesa libera o staffetta di fondo  biathlon o partita di curling  hockey  versione scapoli contro ammogliati?? tanto per allungare la mienestra e far durare i giochi  una settimana in piu’.).Ovvero anziche’ una sana semplicita’ , un circo Barnum con molti spettacolini vari. Per gare eccentriche spettacolari pero’le infrastrutture e battiture piste e delimitazione cronometraggio e  tutto il resto si devono pur fare..ed incidono sulla sostenibilita’ambientale, costi..ma anche alla finecontroproducenti per  noia indotta negli spettatori in carne ed ossa e pure globali mediatici. ma …saturi .

  3. Passiamo dalla lamentela  o invettiva alla fase propositiva:le  linee del tracciato di gara  sulle piste  per gare discesa, siano fatte con liquido verde alla clorofilla o con liquame scuro da letamaio di stalle o sangue di macelleria, …almeno con  la fusione della neve rilasciano materiali  concimanti naturali.Poi..seminare in estate le piste con semetti di erbe speciali autoctone adatte ad alta quota. Attualmente dovrebbero essere i privati che adescati con  ecobonus gratis (sic!) diventano gli abbattitori della co2, quando poi  le amministazioni rilasciano permessi per nuove zone commerciali asfaltate o centri residenziali a fronte di un calo di popolazione residente e chiusure di capannoni nuovi mai  funzionanti o per nuove circonvallazioni, superstrade senza dismettere le  vecchie strade  ormai inadatte  e piantumarle. 

  4. Roberto, grazie. E meno male.
     
    Pure io non ci credevo, però ammetterai che la successione cronologica dei commenti e qualche riferimento sembravano puntare diritto a me. E mi sono detto: “Qui il Pasini, a forza di aprire sentieri in Liguria, ha perso la bussola oppure c’è stato un malinteso”. Era un malinteso. 👍👍👍

  5. Non mi pare che l’ articolo dica un granché. Gli amministratori locali fanno il loro mestiere più vecchio  che e quello di portare il massimo delle risorse cioè soldi verso le loro aree di competenza. Perché dovrebbero essere green,evoluti,moderni quando la loro gente non lo è? Chi aveva il dovere di essere green è chi aveva ed ha responsabilità di livello superiore e quindi teoricamente doveva essere più preparato e attento dei Don Abbondio locali. Chi ha proposto promosso appoggiato la candidatura alle olimpiadi e chi la ha accompagnata al ” successo” va incolpato del ben prevedibile disastro e citato nome cognome e soprannome . Davanti allo schiacciasassi della macchina olimpica cosa vuoi che faccia oggi un ministruccio di paese od un politico locale se non ballare il ballo del quaqua?

  6. Bertoncelli, non mi riferivo a te ma ai provocatori occasionali o abituali che frequentano il blog. Inzigare in dialetto lombardo significa provocare. Non vedo come hai potuto pensare che mi rivolgessi a te. Mah a volte resto stupito da come vengono lette le cose che si scrivono. Cancellare in ogni caso vuol dire buttare nel cesso diremmo a quattrocchi. Caro Perth tu hai sollevato come lettore due temi già sollevati da altri: il fatto che a volte si percepisce una differenza tra articoli montani e di altro argomento, con l’implicito invito a limitarsi ai primi ; l’orientamento fortemente caratterizzato di molti contributi non alpinistici. Opinioni personali di un lettore che Gogna potrà considerare o meno e altri condividere o meno. Ma se dici Fogna Blog come pensi che qualcuno le prenda in considerazione? O vieni mandato al diavolo/macero o ignorato. Comportamento genera comportamento. Poi ci sono quelli che ti insultano anche se tu non lo fai, ma sono una minoranza “anomala”. La maggior parte delle persone si sintonizza sul tuo comportamento e lo rispecchia.

  7. Roberto, non so a chi tu ti riferisca all’inizio del tuo commento 20.
    Per quanto mi riguarda, io NON ho invitato Gogna a buttare albertperth nella fogna. Io ho invitato Alessandro a ELIMINARE un commento che conteneva un insulto SCHIFOSO. La differenza tra le due cose è enorme, pari a quella che passa tra l’otto e il diciotto.
     
    In quanto a “inzighella”, non so che sia ed è voce al di fuori del vocabolario della lingua italiana. Da quanto intuisco dalle tue parole io non mi ci riconosco affatto; anzi, sono l’esatto CONTRARIO.
    … … …
    Tanto per puntualizzare.

  8. Convengo Sig.Gallese.Di certo è vero se vogliamo sopravvivere dovremo mettere mano al portafoglio.Non era mia intenzione offenderla  personalmente, e me ne dolgo se lei si è risentito di questo, ma è l’approccio  e il sito che è sbagliato, quando sono approdato casualmente a questo sito, ho pensato OK, di alpinismo si parla ,e senza magari, in modo competente. Poi tutto scivola in ambiti non pertinenti, e negli ambiti non pertinenti  si intrufola il pensiero ..libero… delle ideologie..che non necessitano di dati oggettivi e stringati ,propri dell’alpinismo. In questi spazi,e non solo su questo ,scorribande di pensieri allo stato brado intervengono gettando semi non utili a nessuno.Allora diventa impossibile pensare una relazione di risposta  pertinente  ed equilibrata, è perdente e irrisoria.La prevaricazione di chi opta per aspetti puramente ideologici (leggersi bene alcuni argomenti presentati) e  il loro (consenso) rende nullo un confronto dialettico seppur da social,che sia se diverso da ciò che in realtà e di per sè già diverso ( realtà).Quindi  resta in tali casi la provocazione ,dove da la stessa  emergono  nelle risposte le contradizioni e i limiti. Poi ha ragione il Sig. Pasini basta ignorala la provocazione. 

  9. Le differenze. Così parlò l’inzighella: questo blog è una fogna, questo articolo merita di essere gettato in un fogna insieme ai commenti che lo hanno seguito. Sottinteso: siete tutti da fogna. Risposta naturale: ma va a cagher, Gogna butta lui nella fogna ! Così parlò il critico (alias l’inzighella educato) spesso questo blog ospita accanto ad articoli di montagna, articoli sull’ambiente che sono tutti orientati in una certa direzione. Io comprendo gli autori e i commentatori ma non condivido questa impostazione perché la ritengo troppo ideologica e di parte e mi sembra che non permetta di capire davvero i rapporti tra l’uomo e l’ambiente. Risposta: parliamone, la tua visione è solo in parte accettabile…….La domanda è perché si deve spesso partire  dalla modalità uno, facilmente gestibile e anche abbastanza “normale” quando siamo tra amici intorno ad un tavolo e ci mettiamo la faccia e che invece in questo ambiente virtuale, coperto spesso anche dall’anonimato, porta facilmente dentro un buco nero perché i recuperi, una volta che parte la spirale, sono difficili? Non sarebbe il caso di imparare ad usare una “grammatica” dei social più efficace e utile, oppure è proprio così, non c’è niente da fare, è lo strumento che è tentatore e potenzialmente destinato a sfrugugliare gli istinti e aveva ragione Eco dicendo che è una cloaca senza speranza? Io non ho trovato una risposta finora e il mio atteggiamento alterna infatti partecipazione e speranza a pessimismo e ritiro. 

  10. @12. Riva. La carne è debole e l’inzighella professionale, non quello occasionale, sa dove pulsa forte il sangue, come astuta zecca o tafano. Tutti dunque ogni tanto seguiamo l’istinto. Siamo uomini o caporali? Saluti.

  11. E’ corretto, ma se si esagera è l’uomo a passare dei guai, l’ambiente e la vita vanno avanti lo stesso. Nel nostro piccolo, se cambiano le condizioni, si tratterà soprattutto di mettere mano al portafoglio perché, come dici, dall’ambiente ci dobbiamo difendere. E lui non guarda in faccia nessuno. 
    C’è ideologia nel giudicare o denunciare chi se ne frega e mette a soqquadro queste condizioni?

  12. Una cosa è certa siamo noi a doverci difendere dal clima e dall’ambiente…e non viceversa se non lo avesse fatto l’uomo sarebbe scomparso. E la  stupefacente di cui  sopra, poco avrebbe potuto ( argomentare?)….tra gli urlettini e gli insulti che peraltro  sono  assai difficili  da dimostrare…..

  13. Impattare sull’ambiente non mi sembra un’ideologia. È un fatto.
    Porsi domande sul perché avvenga è cosa ideologica? E anche fosse, dove sta il problema?

  14. “Sacrestia ideologica” sti due maroni. A parte il fatto che non significa nulla. L’articolo, oltre che formalmente accorato, è sostanzialmente corretto. Bormio, cui voglio bene, non ha alcuna necessità di essere attraversata da una sorta di autostrada. La superstrada ti scodella già in valle. Poi, in direzione Livigno un traforo bypassa il centro, e in direzione Santa Caterina non c’è praticamente alcun semaforo. Il traffico locale, come dice l’autrice dell’articolo, è pressoché inesistente, e quello turistico, ancorché massiccio, concentrato in brevi periodi. Le altre opere non le conosco, ma questa merita un deciso veto.

  15. Sig.Pasini
    In primis debbo riconoscere che la sua previsione sulla nomina del Prof.Amato a Capo di Stato, è stata puntuale. Pertanto mi rivolgo a Lei fine conoscitore  delle dinamiche, per esporre  quanto segue: come si sarà potuto notare i miei interventi, sono provocatori,atti a mettere in ridicolo argomentazioni che sono fruste  e moralizzatrici da sacrestia ideologica  come l’articolo pubblicato. La maggior parte  utilizza questo spazio per veicolare argomenti sociali ideologizzati,tranne quello sui Masai o quelli prettamente alpinistici gli altri sono deplorevoli. E’ben chiaro che i collaboratori social  eco impegnati, sono squisitamente partigiani, di un idea   che  vogliono veicolare tra argomenti alpinistici. Quì sta l’errore del Blog. Il termine che ho usato è squisitamente forte e irriverente volutamente. Poi quelli che si accodano dimostrano come la pensano, e si rotolano loro stessi nell’essere partigiani tra partigiani.Un aspetto ridicolo- le discese libere maschili- i lanzichenecchi, oilalà,pane per i filosofi,hai hai ….era un anarchico arrestato e la didascalia  diceva una risata vi seppellirà

  16. Se proprio vogliamo, persino Dino Buzzati aveva disegnato piazza del Duomo (Milano) con la cattedrale a mo’ di guglie dolomitiche… 😀

  17. Gallese. Paolo, gli “inzighella” (perth non è l’unico) non sono interessati a dialogare. Si divertono a provocare e ad innescare piccole lotte virtuali. Ognuno ha i suoi passatempi. Cio’ che li accomuna, come avrai notato, è l’attacco alla persona, possibilmente sotto la cintura, con l’obiettivo di colpire aree sensibili e di innescare la reazione scomposta dell’interlocutore in modo da avviare la spirale. C’è un solo modo di gestirli che non è cancellare ma ingnorare e non farsi agganciare. Reagiscono di solito in un primo momento in modo ancora più aggressivo, a volte con insulti e urlettini di rabbia ripetuti ma poi si acquietano fino al prossimo inevitabile scatto.  È un ciclo che si ripete sempre uguale, qui e altrove.

  18. Alessandro, lo SCHIFOSO insulto di tale albertperth (commento 7) deve essere ELIMINATO.

  19. Albertperth, se hai qualcosa da dire da cui, noi fogna, si possa imparare o pensare, sei libero di comunicarlo.
    Come sei libero di andartene.

  20. Tra l’altro cosa ha a che fare il duomo con il colle del Gigante? Mi perdo qualcosa? O stiamo parlando di Cortina? 

  21. Orribile devastazione. Inoltre: la competizione è il male del mondo. C’è quasi da sperare che quello che deve succedere per arrestare il male (la civiltà industriale, la crescita economica, il denaro) succeda al più presto. Quale può essere l’innesco? Qualche virus, i cambiamenti climatici, qualche forma di “pazzia collettiva”? L’ipotesi più tragica è che tutto vada avanti così…

  22. Ormai viviamo, ahimè!, nella società del dio denaro. Il Duomo di Milano, che originariamente era un monumento alla divinità immateriale e sacra, è finito nelle immagini promozionali delle prox Olimpiadi (vedi foto 1). Chi ragiona avendo negli occhi solo il simbolo $, è come se fosse ubriaco, anzi si è fatto una pipata di coca: è euforico, non distingue più nulla di altro, non guarda oltre la punta del proprio naso. Mala tempora currunt.

  23. La carriera e la vita politica di un amministratore locale è breve. Deve essere remunerativa. A ciò si aggiungono i piccoli satrapi con funzioni amministrative, senza mandato politico, inamovibili, inaccessibili ma capaci di far funzionare la macchina. Se i primi rispondono agli elettori (dunque devono fare in fretta), i secondi sono soggetti solo alle regole, agendo poi da puccolu Imperatori bizantini e complici.
    Non esiste, nella nostra democrazia, uno strumento per i cittadini che consenta di interferire con queste due forze.
    Se a ciò si aggiunge una cultura vecchia e deteriore, il danno è completo e irreversibile, perché attuato nel rispetto delle leggi vigenti.
    Fine.

  24.  Come per l’ecobonus 110%..(in fase di revisione e ripensamenti e incasinamenti burocratici, banche che  si ritirano dall’acquisto dei crediti, truffe scoperte a fronte di zero materiale applicato,prezzi inflazionati  e cantieri a lunga permanenza attorno ad abitazioni in nuova forma di lockdown) VARI E INGEGNOSI SONO I MODI DI FARSI CAMPAGNA ELETTORALE, NON CON CONTRIBUTI PRIVATI di tesseramenti o cessione del 2% MA A SPESE DEI CONTRIBUENTI.(…Insomma, sindaci e giunte continuano a fare esattamente quello che gli pare, soprattutto se generosamente finanziati dalle regioni di appartenenza..)MA PURE I SOLDI DEGLI SPONSOR..poi vengono scaricati sui prezzi di abbigliamento, assicurazioni..bibitone, formaggi.. reti tv .E’ una partita di giro , una catena di santantonio,(con s minuscola)..il succo viene sempre dai lavoratori e pensionati che non sfuggono..e non avranno mai il tempo e l’occasione di assistere alle Olimpiadi con vera vacanza.Massimo maratone tv con tanti spot.

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