La funivia più alta delle Alpi

Dopo l’inizio in aprile 2019, già nel 2020 veniva annunciato trionfalmente il Progetto Alpine X (Alpine Crossing) che prevedeva il collegamento “sospeso” fra due Paesi “più alto del mondo”. L’inaugurazione, prevista per la stagione 2021-2022, è stata rimandata di un anno e mezzo ma, alla fine, l’1 luglio 2023 ci sarà l’ennesima dimostrazione di quanto non sia possibile che l’uomo si ponga un qualche limite nei confronti della Natura. Dimenticato qualunque dubbio instillato dal CoVid-19, accantonato ogni buon proposito di un mondo più sostenibile, a dispetto di guerra, immigrazione e siccità: tutto ciò è molto meno importante del fatto che finalmente migliaia di sprovveduti (alcune centinaia dei quali in ciabatte) possano essere scarrozzati di qua e di là con vista continua sul Cervino.

Riproponiamo, con qualche aggiornamento, l’orgoglioso delirio di onnipotenza già letto tre anni fa.

La funivia più alta delle Alpi
a cura della Redazione di leitner.com
(pubblicato nel 2020 su leitner.com, aggiornato)

Che cos’hanno in comune Annibale, Napoleone, il pioniere dell’aviazione Geo Chavez e Zermatt Bergbahnen AG? Sono uniti dallo stesso spirito pionieristico che li ha spinti a tentare la traversata delle Alpi. Con il progetto Alpine X (Alpine Crossing), Zermatt Bergbahnen AG (ZBAG) ha posto la prima pietra per il collegamento in funivia sulle Alpi più alto d’Europa. L’impianto trifune Matterhorn glacier ride II collegherà le località di alta montagna di Zermatt, in Svizzera, e Cervinia, in Valle d’Aosta.

L’impianto rappresenterà il coronamento di un sogno coltivato a lungo in questo territorio di confine. Nel 1939 le località di Breuil-Cervinia e Zermatt furono collegate per la prima volta dalla funivia Plan Maison-Plateau Rosa, seguita nel 1979 dall’impianto tra Zermatt e il Piccolo Cervino. La tappa successiva è stata l’apertura del Matterhorn glacier ride I, nel 2018. Ora, l’ultima lacuna tra Zermatt e Breuil-Cervinia verrà colmata con la costruzione del Matterhorn glacier ride II, una funivia trifune identica a quella in funzione tra la Testa Grigia e il Piccolo Cervino.

L’investimento milionario di Zermatt Bergbahnen nonostante la crisi
Il lockdown dell’economia e della società dovuto all’emergenza COVID-19 è stato fonte di insicurezza per l’intero settore del turismo. Ciò nonostante, piuttosto che rimanere paralizzata dall’incertezza, Zermatt Bergbahnen AG si è concentrata sul «dopo». Nonostante le premesse siano meno incoraggianti, l’azienda dispone di una solida base finanziaria e prosegue con la realizzazione del Matterhorn glacier ride II. Il costo stimato del progetto ammonta a 35 milioni di franchi svizzeri. Grazie a una rapida attuazione delle misure di sicurezza, i lavori sono ripresi già nella primavera 2020.

Il collegamento tutto l’anno apre a nuove opportunità
«Il Matterhorn glacier ride II e il progetto Alpine X per il collegamento tra Zermatt e l’Italia tutto l’anno aprono a tante opportunità per ZBAG, per Zermatt-Matterhorn come località e per la Valle d’Aosta, e faranno decollare le attività invernali, ma soprattutto quelle estive. Da molti anni Zermatt si distingue per il suo spirito pionieristico e imprenditoriale, per la sua fiducia nel turismo e nel futuro, ma anche per il rispetto e l’umiltà nei confronti della natura. Matterhorn glacier ride I e II, assieme all’offerta di infrastruttura e servizi debitamente adeguata sul Piccolo Cervino, scriveranno un capitolo tutto nuovo della storia del successo di Zermatt» afferma con convinzione Franz Julen, Presidente amministrativo di ZBAG.

Tecnologia su misura per la funivia a circa 4000 metri di altezza
L’installazione di una funivia trifune in condizioni di spazio limitato, a un’altezza di oltre 3800 metri sul livello del mare, richiede la massima precisione da parte degli addetti ai lavori. Per la realizzazione del Matterhorn glacier ride II gli ingegneri funiviari di Leitner ropeways hanno sviluppato una soluzione personalizzata che si adattasse a queste condizioni estreme, tenendo conto dei seguenti fattori:

* Stabilità al vento: grazie alla maggiore stabilità al vento del sistema trifune, non sono necessari sostegni per la campata di circa 1,7 km tra le due stazioni.

* Sistemi di azionamento indipendenti per il risparmio di energia e il funzionamento anche in caso di emergenza: il distacco alla stazione di montagna avviene grazie a due potenti motori sincroni DirectDrive, impiegati in modo indipendente. Il sistema DirectDrive opera senza alcun meccanismo di trasmissione ed è collegato direttamente alla puleggia. Tutto ciò consente di ridurre al minimo la manutenzione, l’usura e il fabbisogno energetico. La ridondanza del sistema garantisce di poter riportare in sicurezza i viaggiatori in stazione in caso di emergenza. L’impianto dispone di quattro sistemi di azionamento separati e indipendenti l’uno dall’altro, alimentati tramite rete elettrica o generatori di emergenza.

* Stazione motrice più corta: a causa dello spazio limitato, la stazione a monte è stata realizzata con una lunghezza ridotta. Consente la salita e la discesa dalle cabine a una velocità di 5 metri al secondo, così che queste possano essere frenate o accelerate prima di entrare in stazione. La stazione motrice più corta a monte permette inoltre di ridurre il fabbisogno energetico.

* Possibilità di scambio delle cabine per risparmiare spazio: la terza novità nella stazione a monte è la possibilità di scambiare cabine tra i due tratti dell’impianto grazie a un sistema di binari. Le cabine dell’impianto MGR II che hanno bisogno di manutenzione possono passare al tratto del MGR I ed essere condotte nel padiglione della stazione di Trockener Steg per la revisione. In questo modo si risparmia lo spazio altrimenti necessario per un’ulteriore stazione.

Cabine di design ad alta quota
Leitner ropeways ha soddisfatto le esigenze di Zermatt Bergbahnen AG anche dal punto di vista del design (Pininfarina) e dell’eleganza. Gli ospiti avranno infatti il piacere di viaggiare in cabine progettate da Pininfarina, sedere su sedili in pelle riscaldabili e ammirare il paesaggio di montagna dalle finestre panoramiche. Gli amanti del lusso in cerca di adrenalina potranno anche prenotare le cabine Crystal ride nel tratto tra la Testa Grigia e il Piccolo Cervino. Grazie alle luccicanti applicazioni di cristalli Swarovski e al pavimento in vetro con vista sul ghiacciaio, li aspetta un viaggio indimenticabile.

L’inaugurazione (1 luglio 2023)
a cura della Redazione

Il Matterhorn Glacier Ride II collegherà la Testa Grigia 3458 m con il Piccolo Cervino 3821 m in soli 4 minuti, completando così l’esperienza di viaggiare da Breuil-Cervinia a Zermatt e viceversa attraverso il più alto valico di frontiera delle Alpi. Così, a partire dal 1° luglio 2023, sarà possibile viaggiare senza sci tra le due rinomate località sciistiche, già collegate sciisticamente.

Saranno in tutto 10 le cabine, firmate Leitner e disegnate da Pininfarina, del Matterhorn Glacier Ride II. In ogni cabina potranno salire sino a 28 persone.

L’impianto coprirà un percorso di 1,6 km per un dislivello di 363 metri ed una velocità di 7,5 m/s con una capacità di trasporto oraria di 1300 persone. Due cabine saranno “Crystal Ride”.

La stazione a monte (Piccolo Cervino)
Come per la prima parte del progetto della funivia 3s da Trockener Steg al Piccolo Cervino, la forma del cristallo ha l’obiettivo di integrare a livello ottico la stazione nella parete rocciosa del Piccolo Cervino. Anche la struttura del padiglione, come nella stazione esistente, è stata realizzata in legno, che, oltre a “dare alla stabilità della stazione a monte”, deve anche far sì che “l’edificio abbia un buon impatto estetico e trasmetta un senso di calore all’osservatore”.

La stazione a valle (Testa Grigia – Plateau Rosa)
La stazione a valle del collegamento Matterhorn Glacier Ride ll è stata costruita direttamente lungo il confine italiano, ma interamente in suolo svizzero. Con questa stazione a 3458 m sarà “finalmente chiuso il divario tra l’Italia e la Svizzera” e in effetti tutti noi sentivamo questa grande mancanza… Come nelle altre stazioni della funivia, la stazione a valle Plateau Rosa con la sua struttura in legno vorrebbe creare un ambiente caldo e moderno. Grazie al sistema di costruzione aperta, la luce diurna penetra all’interno della stazione e trasmette all’osservatore “un senso di modernità e leggerezza”. La modernità è quanto di più ricercato oggi un turista possa desiderare… A dispetto dei quasi quattromila metri, anche in questo caso Zermatt Bergbahnen desidera che la nuova stazione sia visivamente in sintonia con il paesaggio e perfettamente integrata nell’ambiente. Per sentirsi “leggeri” nel vedere finalmente realizzato il collegamento continuo tra le due destinazioni, auspicato per più di 80 anni.

Appena il tratto Matterhorn Glacier Paradise – Plateau Rosa entrerà in funzione, i passeggeri che arrivano a Plateau Rosà potranno passare direttamente dalla funivia Cime Bianche Laghi – Plateau Rosà alla nuova funivia trifune in direzione Matterhorn Glacier Paradise. Il tratto tra le stazioni è di soli pochi metri e può essere facilmente percorso anche in sedia a rotelle. Ciò vale non solo per la stazione di Plateau Rosa, ma anche per l’intero percorso tra Breuil-Cervinia e Zermatt.

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La funivia più alta delle Alpi ultima modifica: 2023-06-05T05:43:00+02:00 da GognaBlog

24 pensieri su “La funivia più alta delle Alpi”

  1. Inaugurata in pompa magna il 30 giugno 2023: LEGGI L’ARTICOLO,
    la nuova funivia Plateau Rosà/Piccolo Cervino, che doveva girare 11 mesi l’anno, ha già subito due importanti fermi, il primo dal 20 novembre al 22 dicembre 2023 e ora per ben tre mesi: LEGGI L’ARTICOLO

     

    Qualcosa non torna: un’interruzione così lunga può essere motivata unicamente da problemi tecnici di errata progettazione/realizzazione oppure da costi troppo elevati di gestione a fronte di scarsi introiti.

    In questo caso valgono probabilmente entrambe le ragioni: 

    – si stanno facendo importanti lavori sulle funi, sugli elettrodotti e sui motori posizionati a monte;
    – la funivia dal punto di vista dello sci non serve a nulla e anche in estate i passaggi non sono stati quelli attesi.

    Ci attendiamo che almeno la Società Cervino renda noti i dati dei passaggi nei poco più di 5 mesi di attività (157 gg) dal Breuil verso il Piccolo Cervino e verso Zermatt: 10, 100, 1000 passaggi al giorno? a fronte di una portata oraria di 1300 persone.

    Considerazioni:
    1) il completamento del collegamento funiviario fra Italia e Svizzera è fuori discussione, lo è invece la scelta di puntare unicamente sugli “alto spendenti” con un impianto fuori scala e con prezzi inabbordabili ai più;
    2) dato che qualcuno, ad Ayas, ha avuto l’ardire di prefigurare un’analoga funivia incassata nel Vallone delle Cime Bianche quale sorta di nuova skyway, sarà interessante mettere a confronto i dati dei passaggi sulla skyway del Monte Bianco e quelli sulla skyway del Cervino.
     

    Il flop della Matterhorn Alpine Crossing secondo gli organi d’informazione svizzeri
    Successivamente alle nostre osservazioni sono stati alcuni organi d’informazione svizzeri ad occuparsi dei problemi tecnici e della capacità attrattiva della nuova funivia del Piccolo Cervino lato Plateau Rosà da 1.300 px/h.
    I toni sono piuttosto severi e confermano come l’obiettivo strategico sarebbe quello di dirottare sulla direttrice Milano (capitale della moda)/Zermatt/Parigi o Vienna una clientela ricca americana
    o asiatica, interessata a visitare l’Europa in una settimana e a condividere selfie sul Piccolo Cervino e sulla Tour Eiffel.
    Quale possa essere l’interesse per la conoscenza dei territori attraversati e delle loro peculiarità non è difficile da immaginare…e ancor meno a transitare incassati nel Vallone delle Cime Bianche.
    “La traversata alpina del Cervino è un flop” > LEGGI L’ARTICOLO https://shorturl.at/bmU89

    “Utenza scarsa sulla funivia tra Zermatt e Cervinia” > LEGGI   L’ARTICOLO” >  https://shorturl.at/ehlK2 

    La riapertura anticipata il 2 marzo

    Risentiti dalle informazioni diffuse, la società degli impianti di Zermatt ha deciso di rimettere in funzione la funivia dal 2 marzo 2024: LEGGI L’ARTICOLO

     

  2. quello che mi fa ancora più paura è il pensiero che la Matterhorn AG e le funivie Monterosa non si fermeranno qui .. chissà che altri progetti devastanti avranno sulla carta 

  3. La montagna ad uso e consumo dei ricchi che vogliono godersela nelle lussuose comodità è un crimine contro la Natura e l’umanità. Sarebbe questo il nuovo modello di turismo montano ecosostenibile? Devastazione dell’ambiente per pochi eletti? 
    Modestamente conosco lo spirito della Montagna, essendoci nata anche se non sono mai diventata nemmeno una modesta alpinista. La Montagna è egualitaria non fa differenze sociali ma contemporaneamente è selettiva, per arrivarci bisogna essere davvero innamorati, rispettosi, sportivi e capaci. Valori che sono stati estinti dal motto “Montagna per tutti quelli che hanno un bel portafoglio”. Amen

  4. Riguardo al commento n.20 , vorrei cortesemente sottolineare che gli impianti sono di società regionali , e quindi finanziate da tutti gli italiani , visto che al signore preme il sostegno al turismo , sarebbe auspicabile che i valligiani dessero il buon esempio pagando a tariffa intera gli impianti e non a circa metà prezzo ( tra le tante agevolazioni …. ) .

  5. signorinae signore….i commenti romantici  sono belli e da apprezzare, ma  ricordiamoci che la gran parte degli abitanti in valle lavora e guadagna grazie al turismo. Come chi urla contro le auto e le raffinerie: quando andranno col calesse e il cavallo gli stringerò la mano.

  6. Tutto vero ma il collegamento in questione non coinvolge proprio due luoghi selvaggi e inaccessibili … a Plateau si va in funivia dal 1939 mentre al Piccolo si sale senza fatica, da Zermatt, dal 1979 … poi si arriva su e si trovano impianti di risalita attivi estate e inverno, gatti delle nevi, motoslitte, spesso elicotteri. Alla faccia della mountain wilderness … personalmente, in mezzo a tutta questa tecnologia di risalita meccanica, non mi turba più di tanto vedere qualche cavo in più per aria e due cabine che salgono e scendono. Se fiato e gambe mi sosterranno, continuerò a sciropparmi (ogni tanto …) i 1.800 mt. che separano Cervinia dal “baby Matterhorn” e quando arriverò sù mi darà molta soddisfazione guardare con sufficenza i “ciabattoni & similari” mentre tolgo le pelli e rispondere a monosillabi a chi mi chiede da dove sono partito. La differenza con oggi sarà che le domande potranno essere poste anche in italiano …

  7. Commento 9 molto bello.  Chi è veramente appassionato di montagna, per apprezzare la soddisfazione della gita, non utilizza questi sistemi di risalita. L’escursione non avrebbe valore. 

  8. Le tariffe sono di €120 Cervinia-piccolo Cervino A/R ed €240 Cervinia-Zermatt A/R , dubito che ci sia coda sull’impianto nuovo .

  9. Comunque il prezzo del biglietto a/r Cervinia Zermatt o viceversa sarà di 220 franchi perché gli svizzeri non vogliono i peones italiani in giro per Zermatt ma solo i riccastri…

  10. Questa funivia permetterà’ a molti di salire il Breithorn dal versante diciamo italiano facendo 300 mt di dislivello. Peggio, indurrà’ molti a fare il Castore e Polluce in giornata ancor più di quanto non si faccia oggi. A fare la Traversata Dei Breithorn di corsa per essere a Cervinia per l’aperitivo. Tanti anni fa ho fatto anche io queste corse, che giudico ora del tutto senza senso. In questo sono d’accordo con Crovella: rifugi che servono da appoggio per il giorno dopo, non locali dove la birra scorre a fiumi alle sei di sera. Ma questo capita anche lontano dagli impianti. L’ultima volta che sono stato al Vittorio Emanuele ho trovato un locale stile milanese con tanto di addette con vestiti e movenze improbabili. Il giorno dopo ho portato un amico in vetta e ho capito che non avrei mai più messo piede in un rifugio ( tanto è’ che la volta successiva che decisi di andare sul Gran Paradiso l’ho fatto partendo di notte dal parcheggio di Pont e ho capito che una parte del divertimento non sarebbe consistito nel raggiungere nuove vette o più alte ma nel spostare in basso il punto di partenza). Mi auguro di riuscire ancora a salire il Breithorn dal Breuil, se non ce la farò’ pazienza. Per quanto all’azzeramento degli impianti esistenti, detto che potenzialmente siamo tutti d’accordo, la domanda è come. Io sono convinto che un giorno questo modo di intendere la montagna coinciderà’ con gli interessi e le necessità’ dei locali. Ma fino a quel momento il rischio è’ che non rimanga più nulla da salvare o quasi. Ogni tanto su legge qualche commento di Guide Alpine locali, non mi sembra che sparino a zero su questi scempi tipo questa nuova funivia. Certo è’ tutta “economia” che gira ed anche per loro vuol dire sostentamento, legittimo, ma se qui in Liguria buttassero petrolio in mare e le bandiere Blu sparissero non credo che i gestori degli stabilimenti balneari sarebbero così contenti. In montagna però’ sembra che questo rischio non sia ancora evidente ai locali. Tanti discorsi, sostenibilità’ ma alla fine prese di posizione poche. Mi sbaglio? Felice di essere smentito.

  11. “[…] già che ci siamo… perché non sogniamo anche l’azzeramento di Cervinia???
     
    Sogni mostruosamente proibiti (Fantozzi).

  12. “Domestiquer” la montagne,
    s’enrichir grâce aux paresseux incapables de faire un effort,
    cela marchera toujours !
    Il faut arriver à légiférer pour empêcher cela.

  13. Ai giorni nostri, probabilmente, per salire sul Breithorn dal Breuil (dico Breuil perché, già che ci siamo… perché non sogniamo anche l’azzeramento di Cervinia???) io dovrei idividere l’asesa in due, con un pernottamento al rifugio Teodulo.  Mi piacerebbe pernottare in quel rifugio, ma sapendo che nel frattempo è tornato quello d’un tempo, cioè un rifugio solo per alpinisti, una base per l’ascensione del giorno dopo. Mi dicono invece che, un po’ dappertutto a Palteau Rosa, si sta perdendo il ben dell’intelletto, ma anche questo problema fa parte del famigerato Circo Barnun, costantemente alla caccia di nuovi “sghei”. Se lassù, in zona Palteua Rosa, non arrivasse la “maraia” (piemontesismo) in ciabatte, ma con gli euri fumanti in mano, tutto tornerebbe al silenzio originario. Quindi il male è portato dagli impianti, poi si estende. Per questo motivo, mentre fino a poco tempo fa ero per NON fare nuovi impianti ma tenere quelli in essere, adesso mi sono convertito ad una visione più radicale. E’ necessario 8oltre a impedire i nuovi) togliere quanti più impianti possibile, quanto meno snellirli, ridurli di numero, di portata, per dissuadere la “maraia”. Lasciamo che la montagna torni ad essere solo per quelli che la amano genuinamente, non per tutti, in particolare per gli appassionati di apericena al tramonto in quota e in ciabatte. Se uno ama genuinamente la Montagna, quella con la M maiuscola, e non ce la fa più a salirci per i più svariati motivi, non soffre a vedere il Breithorn da lontano, se sa che l’isolamento delle grandi altezze fa di nuovo del bene alle vette…

  14. Che bello il commento di Marco. L’ho fatta anche io tanti anni fa la ‘tratta pedonale’ Cervinia Breithorn e penso che oggi (ne ho 59) potrei farla ancora dopo buon allenamento e mettendoci tutto il tempo necessario.  Che altro dire? 

  15. Un’altro dei tanti disastri ambientali dell’Homo stupidus che contribuiranno alla scomparsa della vita biologica sul nostro Pianeta. 

  16. 44 anni fa a 16 anni sono partito a piedi da Cervinia alle 4.00 del mattino e alle 11.30 ero in cima al Breithorn, una esperienza straordinaria che conservo ancora oggi, il punto più alto che ho raggiunto a piedi.
    A circa metà percorso mi ha sorpassato un turista che era salito in funivia a Plateu Rosà e da lì puntava la cima, mi ha fatto una battuta ed ha proseguito. Probabilmente sono arrivato 1 ora dopo, ma felice di esserci arrivato solo con le mie gambe. Oggi non sono più in grado di salire tale dislivello ma probabilmente con la nuova funivia e qualche giorno di acclimatamento con solo 300mt di dislivello penso di riuscirci ancora.
    Ma non lo farò mai per non cancellare quel fantastico giorno.
    Quest’estate voglio salire a Cime Bianche dalla val d’Ayas e speriamo che non realizzino anche lì il collegamento con un’altra funivia.
     
     
     
     
     
     
     
     
     

  17. Penso che i danni ambientali di questa “grande” opera siano paragonabili a quelli che si creeranno con il Ponte di Messina. E poi c’è sempre il rischio di qualche “imprevedibile” cedimento per le avversità meteorologiche, o anche di una sola svista in qualche controllo fondamentale. 

  18. Questa nuova funivia farà la fortuna anche dei cardiologi perchè non c’ è nulla di peggio che essere scaraventati a 3900 metri in un’ora o poco più (magari avendo raggiunto i 2000 metri di Cervinia direttamente in auto la mattina da Milano / Torino…).  Se poi veramente verrà usata per andare da Cervinia a Zermatt e ritorno magari il tutto nello stesso giorno, beh, il danno alla salute è garantito. Anzichè pubblicizzare di farlo dovrebbero vietarlo.
    Per quanto ai danni all’ambiente, un disastro, non c’è molto altro da dire. 
     

  19. La variabile prettamente numerica della demografia impatta certo, ma non è l’unica. dipende anche da come ci si comporta: quanto si consuma e quanto si devasta l’ambiente. Paradossalmente gli individui potrebbero anche “ridursi” ma continuare ad essere devastanti. Opere come queste, oltre a danneggiare irreversibilmente i luoghi, comportano aumenti spropositati di risorse consumate, solo per scorrazzare turisti in ciabatte e aumentare i (falsi) alpinisti capaci, con 300 m circa di dislivello, di calcare la vetta del Breithorn.
     
    Altro che “conquistare” nuovi spazi con la tecnologia: dovremmo ritirarci, lasciando di nuovo questi spazi alla vita selvaggia. Questo è il cambio di paradigma cui siamo chiamati, come umanità nel suo complesso, ma anche come singoli individui. Se non sappiamo fare un piccolo passo indietro nella nostra spicciola quotidianità, come possiamo pretendere che l’umanità intera ia capace di modificare lo stile di vita? La conclusione è inevitabile: il pianeta in quanto tale continuerà ad esistere, ma non ci saranno più le condizioni compatibili per la sopravvivenza umana.
     
    Opere come questa non sono direttamente la causa dell’estinzione umana, ma sono la conferma della impostazione da delirio di onnipotenza. E’ quest’ultimo che, se non lo invertiamo irreversibilmente entro al massimo una ventina di anni, condurrà a condizioni incompatibili con la vita umana.

  20. Come annichilire i paesaggi della montagna per esaltare la megalomania di chi dirà di esserci stato in montagna. Amen.

  21. Veramente le curve di crescita prevedono che raggiunta la soglia dei 9 miliardi la crescita si fermerà…. non mi si chieda come vivranno che in gran parte dipenderà da come vivremo noi nei prossimi decenni

  22. Questa funivia – come del resto tutte le altre – devasta l’ambiente e rovina l’esperienza umana.
    Tuttavia NON ha nulla a che fare con l’estinzione della nostra specie.
     
     
    Il collasso della società – non l’estinzione dell’uomo – sarà semmai provocato  dalla sovrappopolazione terrestre: otto miliardi, poi dieci, quindici, venti?
    Poi il tracollo.

  23. E’ proprio un delirio di onnipotenza… la specie umana è talmente stupida che non coglie neppure che decisioni di tale natura accelerano la devastazione dell’ambiente, riducendo il timing di estinzione della stessa specie umana, quando non ci saranno più, sul pianeta, condizioni a lei compatibili. Purtroppo, facendo parte anche io, l’estinzione della specie coinvolgerà anche me. Tuttavia amaramente non posso negare che ce la siamo proprio voluta.
     
    E’ il paradosso dell’intelligenza umana. Visto che siamo la specie più intelligente, cadiamo nel delirio di onnipotenza, cioè pensiamo che non ci siano limiti al nostro agire e, invece, proprio dal nostro agire derivano le condizioni per la nostra prossima estinzione. Nella storia del pianeta Terra, altre specie si sono estinte, ma nessuna per autocondanna all’estinzione come stiamo facendo noi. In fondo, quello che capiterà ce lo siano voluti, anzi lo abbiamo addirittura cercato pervicacemente.

  24.  Zermatt si distingue per il suo spirito pionieristico e imprenditoriale, per la sua fiducia nel turismo e nel futuro, ma anche per il rispetto e l’umiltà nei confronti della natura

    Questa me la appendo in camera sopra il letto
     

     Per sentirsi “leggeri” nel vedere finalmente realizzato il collegamento continuo tra le due destinazioni, auspicato per più di 80 anni.

    E questa proprio di fronte, a fianco degli ormai obsoleti scarponi da ghiaccio

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