La vicenda di Punta Venezia

Recuperati alpinisti bloccati a 3000 metri sotto la vetta della Punta Venezia (gruppo del Monviso).

La vicenda di Punta Venezia

La Punta Venezia 3095 m è una notevole cima situata sulla cresta spartiacque italo-francese a nord della ben più alta cima del Monviso.

Sei alpinisti italiani, impegnati nella salita a questa montagna, sono stati recuperati a circa 3000 metri di quota nel pomeriggio del 26 maggio 2024 dal soccorso alpino. Il gruppo (composto, secondo le notizie di agenzia, da elementi abitanti tutti nella zona) era nel canale nevoso che solca la parete nord.

La parete nord di Punta Venezia è alta circa 500 m e ha un’inclinazione di 40° con punte a 45°.

Una quindicina di metri sotto la cima, a 3080 m, è situato il bivacco di Punta Venezia, anche noto semplicemente come bivacco Venezia. Si tratta di un ex bivacco militare che venne ristrutturato nel 1991 dalla sezione del CAI di Cavour. Come la maggior parte dei bivacchi fissi, aperto tutto l’anno, è una costruzione metallica con tetto a botte, internamente rivestita e rinforzata in legno. I sei alpinisti che salivano la parete nord lo avrebbero trovato subito sotto la vetta sulla loro via di discesa al Colle del Couloir del Porco 2920 m.

La parete nord di Punta Venezia

L’ascensione della parete nord di Punta Venezia non è per nulla attraente nella stagione estiva. La guida di Michelangelo Bruno (Monte Viso e Alpi Cozie Meridionali, CAI-TCI, 1987) la liquida in poche righe descrivendola come un ammasso di rocce friabili e non riportando i nomi dei primi salitori (in effetti sconosciuti) del canalone che la caratterizza. Né si raggiunge l’attacco, a circa 2600 m, salendo direttamente da Pian del Re 2020 m (oppure passando dal rifugio Vitale Giacoletti 2741 m, ma così facendo si devono riscendere circa 150 m) per raggiungere l’inizio del Couloir Bianco (a circa 2600 m) che termina al Colle del Couloir Bianco 2986 m.

L’ascensione non si può certo definire semplice, dati i dislivelli, e nella stagione primaverile ha il suo meritato interesse. E’ una salita abbastanza frequentata anche per la psicologica presenza in vetta del bivacco fisso.

Il fatto dunque che, con ingente movimentazione di elicotteri, si sia provveduto a recuperare il gruppo che aveva chiamato soccorso via cellulare, non dovrebbe stupirci più di tanto. Ma a volte la cronaca riserva delle sorprese per le quali diventa praticamente obbligatorio occuparsi della cosa.

In questo caso si è saputo che i sei erano seguiti dal cane di una ragazza facente parte del gruppo. Purtroppo, a neppure un centinaio di metri di dislivello dalla vetta, il povero animale è scivolato ed è precipitato.

In seguito a questo incidente la ragazza è stata presa da una crisi di panico, si è bloccata, e con lei tutti gli altri. Momenti duri, di paura e lacrime, a 45 gradi di pendenza. Poi la chiamata ai soccorsi e l’intervento, il recupero col verricello, la salvezza. Un ottimo lavoro dei tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico piemontese. Una volta depositato a terra, uno dei sei si è rimesso lo zaino in spalla ed è risalito alla base della parete alla ricerca del cane, ma purtroppo senza risultato.

Salendo sulla parete nord di Punta Venezia. Foto: gulliver.it.

Il commento
Sui social si è scatenata la polemica ai danni delle persone soccorse (che per loro fortuna sono riuscite a rimanere anonime), nella convinzione che ci voglia una maggior “coscienza” quando si sceglie un itinerario. E anche mentre lo si percorre. Non si hanno maggiori dettagli sull’episodio specifico, ma in effetti la scelta di far salire il cane slegato è sconcertante.

Oggi sono sempre più numerosi gli alpinisti che, in nome della “libertà” individuale, scelgono di andare a cacciarsi in situazioni che poi gli si rivelano problematiche. E fin qui nulla da eccepire: la libertà in montagna è sempre stata questa, è il sale stesso dell’andarci.

Non sappiamo di quale esperienza alpinistica disponesse il gruppo, e ovviamente non sappiamo quanto la certezza di poter essere recuperati dall’elicottero, piuttosto che la presenza di un bivacco fisso, possa aver influenzato la scelta dei sei. Rimane però il sospetto, piuttosto prepotente, che tutto questo non sarebbe successo se non ci fosse stata la cieca fiducia nelle capacità tecniche del soccorso alpino.

Il vero, profondo problema della società sicuritaria è che vizia i suoi figli, li abitua al principio che tutto sia dovuto. La società attuale non educa, in tutti i risvolti della vita, alla responsabilità. Perciò ci deve arrivare l’individuo, almeno il capogruppo. Se il capo ha questa “formazione” ed è abituato a considerare tutti gli aspetti di un’ascensione (scelta dell’itinerario, composizione del gruppo, tipologia di “divertimento” che ci si aspetta dall’indomani), le probabilità di arrivare a situazione illogiche come questa dovrebbero ridursi.

La parola chiave della didattica, ovvero dell’educazione alla montagna, è “autodisciplina”: saper auto-frenarsi prima di cacciarsi in situazioni non idonee alle proprie caratteristiche o alle condizioni della montagna di quello specifico momento.

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La vicenda di Punta Venezia ultima modifica: 2024-06-04T05:29:00+02:00 da GognaBlog

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79 pensieri su “La vicenda di Punta Venezia”

  1. Una regola ferrea è che: LA SOSTA DEVE SEMPRE TENERE!Quindi ben venga ogni sistema, veloce o fisso per renderla comunque a prova di bomba.Questo non significa che lo spit sia l’unico sistema per farlo. 

    Appunto!! Non è l’unico sistema. 
    Ma c’è chi vorrebbe che tutti si faccia come vuole lui…

  2. Una regola ferrea è che: LA SOSTA DEVE SEMPRE TENERE!
    Quindi ben venga ogni sistema, veloce o fisso per renderla comunque a prova di bomba.
    Questo non significa che lo spit sia l’unico sistema per farlo. 
    Assicurato a una sosta precaria, sia in salita che in discesa, nessuno è più bravo perché rischia di più. 
     

  3. @ Cominetti
    .
    E’ tutto vero , vale per molte vie facili.
    Pero’ a me sembra che i vari Aste , Cassin e c. non cercassero deliberatamente rischi “alla Honnold” , semplicemente usavano per proteggersi quello che il loro tempo metteva a loro disposizione.
    .
    Se potevano rinforzare una sosta dubbia , la rinforzavano , senza che neanche passasse loro per la testa di commettere un sacrilegio verso il Dio del rischio.
    .
    Certo poi ci furono enormi talenti e teorici che della scarsita’ delle protezioni fecero la loro cifra , ma mi sembra che il grosso dei classici , se poteva mettere un buon chiodo per evitare un rischio , lo mettesse senza problemi.

  4. Credo di avere poca voce in capitolo per pensare di andare arrogantemente a modificare cio’ che hanno fatto alpinisti migliori di me , anche nella direzione di una maggiore sicurezza.
    .
    Tuttavia penso che sia sbagliato e tragico morire morire calandosi da una sosta lasciata volutamente insicura , e penso che alcuni principi dell’attivita’ alpinistica siano legati piu’ all’interpretazione degli esegeti attuali che alle intenzioni dei primi salitori.
    .
    Aste , che credo non abbia bisogno di presentazioni , rimarcava spesso che la sicurezza di una via fosse prioritaria rispetto a molte altre considerazioni , e molte vie storiche dell’ alpinismo ante anni 70 venivano spesso e volentieri choodate dai primi e schiodate dai secondi.
    .
    In questo caso l’idea di “rispettare la via” era abbastanza peregrina , a meno che non fosse stata aperta con protezioni rimovibili.

  5. Sugli incidenti (visto che è venuto fuori in qualche modo) e sullattrezzatura delle vie:
     
    oggigiorno con la mole di informazioni a cui ogni appassionato (o utente, mah..) può accedere, anche senza volerlo, si può sapere in anticipo com’è attrezzata una via. Di salita e/o di calata. Resta per tutti la possibilità di scegliere. Tra spot e/o chiodi o comunque sport o alpinismo. Ed è bene che esista questa differenza.
    Purtroppo l’errore umano è sempre in agguato, proprio perché umano…
    Sarebbe sbagliato livellare tutto portando sicurezza da manuale ovunque. Non per mancanza di rispetto a chi l’errore può averlo compiuto, ma per onore delle differenze di scelta, che devono restare dei capisaldi della nostra vita, cultura e società. 

  6. Premessa 1) De André diceva pure ” sentendosi come Gesù nel tempio etc etc.” e chi è che non ha cattivi esempi e grandi cazzate nel suo zaino storico?tutti in vacanza in Trentino sulle Giudicarie.
    Premessa 2) personalmente su quel tipo di ambiente un cane mai e poi mai.
    Penso anche però al gran dolore di chi ha perso la sua cara bestiola (nome e razza?) penso anche che la fine che ha fatto sia molto meglio e rapida piuttosto ad alternative della morte da veleno , schiacciato in strada o tumore tutte cose provate sulla pelle anzi sul pelo dei cani da me avuti.
    Assieme al suo capobranco in libertà e nella natura…cos’altro desiderare?
    Assodato poi che la montagna è frequentata da cani e porci la domanda da porci e chi siano i porci e chi i cani…accenti esclusi  propositatamente.
    E speriamo che la lezione dei 6 serva almeno a qualcuno o a qualcosa…

  7. Le sfrutti per ribadire la tua opinione.
    E comunque Benassi non Besassi.

  8. @ Besassi
    .
    Io “sfrutto” ?
    .
    Ma che cazzo sfrutto , che non sai nemmeno cosa dici !
    .
    Ma vai a dare via il culo , pirla !

  9. @ 68.Meglio tre morti che uno spit in sosta eh ?.Tutto già successo tante volte : sulle calate del Manduino , dove lo spit in sosta era già stato piallato e altrove dai soliti noti.

    Cai a cagare.
    Uno che sfrutta queste tragedie, e lo fa nascondendosi dietro una sigla fasulla, è solo una testa di cazzo!!

  10. @ 68.Meglio tre morti che uno spit in sosta eh ?.Tutto già successo tante volte : sulle calate del Manduino , dove lo spit in sosta era già stato piallato e altrove dai soliti noti.

  11. 65) A me sembra banalotto dire che cominque moriremo tutti :

    A me invece sembra assai arrogante e irrispettoso (e mi fermo…) quello che hai scritto qui:

    58) Altri tre finanzieri , impegnati in Val di Mello sul 4/5 tiro di “Amplesso complesso” vengono via dalla sosta , che tradizionalmente era su uno spuntone di roccia , e volano fino alla base..Ascolto un video su youtube in cui Eraldo Meraldi intervista uno degli apritori , e lui spega che “Qualche cacasotto aveva provato a mettere uno spit , ma lo abbiamo tolto”.Lo Spigolo Vinci era stato liberato dagli spit messi da guide svizzere qualche tempo prima. La libertà confina da qualche parte con la coglioneria ?

  12. Delfo 66: contrariamente ad Enri, trovo che il suo ragionamento faccia acqua da tutte le parti, forse per questo non riesco a coglierne il presunto senso profondo.

  13. Enri 61: sono parole davvero gentili, grazie! Amo l’alpinismo e le montagne, non la retorica che spesso vi si vuole edificare attorno…
    Carla 64: anche io concordo con lei, almeno in parte. Però in questo caso – a mio parere – sappiamo troppo poco di chi erano e di cosa facevano di solito quelli del gruppetto  (compreso il cane) per esprimere un giudizio. Per la sorte del cane ha ragione, e spiace anche a me. Ma chi non ha mai accompagnato (e dunque messo implicitamente a rischio, in quel momento o per il futuro) non forse un cane, ma amici o fidanzati/e inesperti, lanci pure la prima pietra.. non sarò io. 
    Luciano R. 63: De André diceva: “ho pochissime idee, in compenso fisse.” Il fatto le mie poche siano confuse è solo una forma di umiltà nei confronti del maestro. La ringrazio dunque per aver afferrato il senso profondo del mio scritto.
     

  14. A me sembra banalotto dire che cominque moriremo tutti : ho il sospetto che giocare alla roulette russa ogni mattina con cinque proiettili nel tamburo o scommettere su un Roma-Milano contromano sulla A1 , comporti una probabilita di morire superiore per noi e per altri , ad esempio chi ci viene a cercare.

  15. Delfo, capisco e concordo, anche, fino a un certo punto, ma c’è un confine stretto eppure fondamentale tra mettersi alla prova e la coglionaggine. Tra amare il rischio, e assumerselo, e non rendersi nemmeno conto del rischio perché incapaci o impreparati a valutare la situazione. Gli alpinisti estremi corteggiano la morte, forse, e ci si può rompere il collo anche andando a cercare funghi nel solito posto, è successo a un mio conoscente. Ma andare così per andare e poi vediamo cosa succede è un passo oltre, a mio parere. Mi fa rabbia il destino del cane, perché uno di se stesso fa ciò che vuole ma non è giusto coinvolgere persone, bambini ad esempio, o animali, che non hanno scelta.

  16. 59 “se non accettiamo di giocare a un gioco in cui le regole ce le diamo da soli e il buon senso direbbe di starsene a casa o andare su con l’elicottero hai voglia a ragionare sull’argomento.”
    Che cavolo significa? Poche idee e ben confuse?

  17. Stupidi nel senso che mettono a rischio la propria vita per averne un guadagno pressoché nullo.

    Dal momento che si nasce, si è già a RISCHIO, visto che siamo a scadenza ma  non ci è dato di conoscere quando.

  18. Delfo 59
    Raramente ho letto una descrizione più azzeccata di chi fa alpinismo, scalata e tutto il resto…
    Davvero magistrale!
    Detto questo, il cane su per un canale a 45° ….vabbè…

  19. Se Dio non avesse voluto che ci masturbassimo, ci avrebbe fatto con le braccia più corte. Così magari la finiamo.

  20. Cara Carla, sommessamente: tanto gli Alpinisti valorosi et eroi quanto gli escursionisti sventati (bell’aggettivo) e forse persino i camminatori sul bordo degli scogli di San Fruttuoso sono sostanzialmente, tradizionalmente, intimamente stupidi. Stupidi nel senso che mettono a rischio la propria vita per averne un guadagno pressoché nullo: sa la storia della conquista dell’Inutile? Per la società umana sono (siamo?) stupidi, e forse non è neanche tanto sbagliato dirlo (dircelo). Ora non mi metterei a discettare se è più stupido uno col cane su un pendio nevoso, Bonatti che lancia una corda per aria e prende uno spuntone (altrimenti è ancora lì), chi fa trad, chi highball, chi ripido, chi a 25 anni prova a fare un 6a da primo avendo a malapena imparato l’otto, chi si allena duramente per fare una gita di 8 ore che l’anno scorso non riusciva a fare… se non accettiamo di giocare a un gioco in cui le regole ce le diamo da soli e il buon senso direbbe di starsene a casa o andare su con l’elicottero hai voglia a ragionare sull’argomento.
    Per chiudere sulla sua massima, concordo, anzi rilancio: se dio avesse voluto farci fare i canali di neve ci avrebbe fatto nascere ramponati.
     
     

  21. Altri tre finanzieri , impegnati in Val di Mello sul 4/5 tiro di “Amplesso complesso” vengono via dalla sosta , che tradizionalmente era su uno spuntone di roccia , e volano fino alla base..
    Ascolto un video su youtube in cui Eraldo Meraldi intervista uno degli apritori , e lui spega che “Qualche cacasotto aveva provato a mettere uno spit , ma lo abbiamo tolto”.Lo Spigolo Vinci era stato liberato dagli spit messi da guide svizzere qualche tempo prima.La libertà confina da qualche parte con la coglioneria ?

  22. Oltre alla vicenda “animalistica” in cui condivido l’idea di buon senso di non portare un cane dove potrebbe sfracellarsi , vorrei “Toccarla piano” su un’altro punto..Alcuni “cannibali” come li chiama Crovella si portano un cane su un’ascensione di ghiaccio ,  molti li criticano , e molti altri ammoniscono : “Bisogna sapere che cosa è successo”..Uno degli elefanti nella stanza è che ovunque , e più che mai in montagna , deve esserci la libertà di fare il cazzo che si vuole , con l’attrezzatura che si vuole , con il cane che si vuole , e con l’idea bacata che si vuole , tanto poi si discuterà a tavola , e nessuno pagherà un euro , fra ricostruzioni fantasiose e giudici inetti..La settimana scorsa mi trovavo in montagna e i media hanno passato due gravi fatti di cronaca..Tre ragazzi sono andati sul greto di un fiume , non si sono accorti che l’acqua stava salendo , e sono stati portati via dalla piena..Adesso qualche magistrato con il cronometro sta valutando le carenze dei soccorsi <…>..
     

  23. In quanto ai cani, se il Signore avesse voluto farli arrampicare su per i canaloni innevati li avrebbe dotati di zoccoli, come i camosci. 
    Amen!

  24. Infierire? Si sono salvati, grazie anche al soccorso, potevano scivolare dietro al povero cane e sarebbero state le ennesime “vittime della montagna”. E non confonderei gli alpinisti veri con questi gitanti sventati. In quanto ai cani, se il Signore avesse voluto farli arrampicare su per i canaloni innevati li avrebbe dotati di zoccoli, come i camosci. 

  25. 52

    Maj says:
    6 Giugno
    ma dormi, di notte?  vivi la vita vai in montagna godi dei momenti magici della natura, anche perché hai qualche problema di relazione, a cominciare dagli Ucraini che difendono la loro terra da chi li ha invasi.   Qui si parla di montagna, sei leggermente off topic, immagino che tu abbia questo problema spesso, ma a tutto c’è rimedio????

  26. Caro Maj, devi anticipare l’orario delle medicine.
    Non va mica bene che alle ore 7.48 tu sia già in delirio.

  27. Piu che pagare gli interventi… Vi direi.. sentitevi sollevati che pagate un sacco di armi a quei viscidi nazisti ucraini.. ma che vi frega se si porta un cane.. troppo giudizio in queste cosette e zero quando dovete .. ma vaccinatevi e andate in ucraina a consumare la.vstra inutile vita.. amen.. speriamo Putin ci liberi!

  28. I cani, all’interno di un parco devono essere tenuti al guinzaglio, probabilmente si sarebbe salvato. Spero vivamente intervenga l’ Ente Nazionale Protezione Animali 

  29. Se devo dirlo il richiamo al “buonsenso del capogruppo” è già una deroga al concetto di autodisciplina e di responsabilità. 
    Passi (forse) nei corsi Cai dove i discenti-paganti si mettono nelle mani di un istruttore; tra amici sentire la parola capogruppo fa venir voglia di mettere mano alla fondina della piccozza.
    Tolto questo, riguardo l’accaduto: credo che per giudicare si sarebbe dovuti essere là, sapere chi c’era, com’erano le condizioni, quante e quali gite avevano già fatto assieme (tra di loro, e perché no insieme al cane). In gite BS i cani vanno senza troppi problemi, almeno in buone condizioni della neve: di per sé portarne uno su un pendio a 40º non è un’eresia.
    E ammettendo pure avessero sbagliato tutto, ricordarsi che siamo esseri umani e non è davvero il caso di infierire.

    Vedo invece, al netto di alcuni commenti equilibrati e di qualcuno critico nei limiti del buonsenso, che l’argomento sembra magnetizzare sapientoni e benpensanti.
    Cinquant’anni fa qualcuno si domandava se gli alpinisti fossero molto spesso “falliti”: chissà che sollievo sapere che ora molti di più sono i “Riusciti”. Bravi, bravissimi voi, che volete che vi si dica?

  30. @ Ugo Bottari al 32. Grazie. Ci avevo pensato sorridendo, ma mi era sembrato assurdo nel 2024 per tutto quello che si può fare per ovviare al problema. La regola mi ricorda quella zia che da ragazzi andavamo a trovare ogni tanto. Dopo averci aperto la porta di casa, ancora prima di salutarci, ci imponeva l’uso delle pattine per non rovinare il pavimento. Però erano gli anni 50/60 del secolo scorso.

  31. L’uomo non è il miglior amico del cane in quanto lo “umanizza “a suo piacimento.  Il moderno rapporto uomo /cane andrebbe analizzato . Giusto prestare soccorso e sacrosanto far pagare gli interventi che, con un minimo di buon senso, sarebbero evitabili. Questo vale in montagna, sul lavoro e negli innumerevoli incidenti stradali. 

  32. Evito giudizi o polemiche sull’accaduto, mi permetto solo di precisare che la Regione Piemonte non si avvale della legge Regionale 27-2363 del 02.11.2015, nè di quella nazionale, poichè il TAR accoglie immancabilmente i ricorsi di chi è stato colpito da eventuali sanzioni.

  33. Vecchio proverbio Cherokee:
    ” Quanto più allarghi le strade tanto più crei traffico, se vuoi meno traffico stringile.” 

  34. La summa magna della follia e a farne le spese un povero cane iganro di avere cotali padroni.
    Dopo oltre venti anni di soccorsi non mi stupisco più di nulla, mi resta solo l’amaro che in piemonte e in valle non riusciamo mai a emettere fattura per intervento improprio perchè alla fine non seguiamo il sistema dle trentino anche se abbiamo le delibere in regione.
    Peccato davvero perchè sta gente la tocchi solo sul portafoglio.
    E la triste fine del Falco di belluno non ci ha insegnato nulla, perchè poi si accende sempre motore e si va a levarli d’impiccio….a gratis….per modo di dire.

  35. Interdizione perpetua dal eseguire più di 100 m di dislivello e pagamento all istante di 5-10 Mila euro. Così la montagna si apprezzerà di più 

  36. Sono un escursionista, terra-terra anzi scarso, ho provato un corso di arrampicata senza evoluzioni ( per mia ed altrui fortuna) ed adoro da sempre la montagna. Perché è democratica, per tutti e fino al punto dove la si desidera; perché istruisce, anche nostro malgrado. Chi però ci arriva sempre più spesso mi pare gente che potrebbe con lo stesso spirito andare meglio altrove: sovente senza educazione sia tecnica che civica, a cercare il piatto gourmet in quota od a tentare, perché “debbono”, imprese ben oltre le loro capacità ed immaginazione. Ignoranti, soprattutto, delle conseguenze per se stessi,  come bambini stupidi che poi il papà toglie dalle peste. Peccato che qui il papà siano volontari, professionisti, piloti, guide che accorrono quando il pargolo stupido si avvede di aver mal calcolato tutto, rischiando la loro buccia. Desolante. 

  37. Uomini imbragati legati con piccozza ramponi casco e abbigliamento tecnico; il cane senza niente di quanto sopra e pure slegato…evidentemente l’animale era ritenuto superiore agli uomini stessi. Col senno di poi si può dire certamente sì, quantomeno come intelligenza. 

  38. Sono rimasto sconcertato dalla vicenda di questi dilettanti allo sbaraglio, che portano il cane in una salita del genere. Incoscienza, imprudenza e un po’ di  ignoranza hanno causato il decesso dell’animale. Che pena! Soccorrere le persone in difficoltà è un obbligo, ma in questi casi e sono tanti ogni anno, si deve fare recapitare la fattura della spesa.  Solo toccando il portafoglio, gli imprudenti si renderanno conto dell’errore.                     Mec

  39. “Ma sei uno che va in montagna, oppure intervieni per dire stronzate?!?!?”
     
    La seconda che hai detto.

  40. No comment tutto ciò che è inerente al cane. Conosco bene la zona, se questi 6 “poverini” fossero comunque usciti dal canale, la discesa per la normale e poi giù dal couloir del Porco non sarebbe stata una passeggiata considerando la lunghezza dell’itinerario e le condizioni atipiche d’innevamento in questa stagione. Poi mi domando se salire in 6 tutti insieme con il cane (slegato) come per una bella scampagnata non fosse già un eccesso di zelo e nel caso di difficoltà, che poi purtroppo si è  presentata, avessero avuto corda/e e materiale (e capacità tecniche) per attrezzare una discesa in sicurezza, nello specifico per la persona che si è impanicata.            Forse è proprio grazie alla fittizia sicurezza che ci da il cellulare e alla grande professionalità e celerità del soccorso alpino solerte alla chiamata, che accadono anche queste cose.        Un elicottero con team di soccorso alpino al completo ha compiuto numerose rotazioni ed è stato impegnato per parecchio tempo…

  41. Questa gente va lasciata dove si trova. Dopo due casi di gente crepata appesa via si danno tutti una bella regolata.

    33
    Ma sei uno che va in montagna, oppure intervieni per dire stronzate?!?!?

  42. Piemonte, deliberazione della Giunta Regionale 2 novembre 2015, n. 27-2363
    Indica come sono a carico della persona soccorsa i costi per chiamata immotivata e inappropriata nella misura di: 120 € per il costo di chiamata; 120 € al minuto per operazioni con elisoccorso; 50 € all’ora nel caso di intervento via terra (costo per ogni ora aggiuntiva di operazioni oltre la prima per ciascuna squadra).

  43. Non credo che la gita panoramica sia stata gratuita:
    Valle d’Aosta, deliberazione n. 1054 in data 4 agosto 2016
    La Giunta Regionale ha regolamentato i trasporti sanitari programmati e definito il sistema tariffario dei trasporti sanitari di soccorso e di elisoccorso. In sintesi, in caso di chiamata immotivata o inappropriata (la valutazione è dell’equipaggio di Soccorso) si applica una tariffa forfettaria di 225 € a intervento a carico dell’utente. Se viene usato l’elisoccorso di 120 € a minuto. Nel caso di ricovero nessun costo per la persona soccorsa.

  44. “tutto questo non sarebbe successo se non ci fosse stata la cieca fiducia nelle capacità tecniche del soccorso alpino.”
    il resto del racconto è del tutto inutile, come le cronache del 97% dei soccorsi in tutta Italia.
    È vomitevole. Soldi per chi si svaga. Io pago le tasse x chi ha bisogno. Questa gente va lasciata dove si trova. Dopo due casi di gente crepata appesa via si danno tutti una bella regolata.
    Ma è business anche il soccorso, ormai, anche se non lo si vuole dire. E che business… Sempre più voli, infatti.

  45. A Riva Guido preciso che i tecnici del pronto soccorso hanno i preciso compito di togliere i ramponi ai “verricellati”. Questo perchè non rovinino il pavimento dell’elicottero.Detto questo trovo assurdo che su sei “alpinisti” sei non ce ne sia stato uno che prendesse in mano la situazione e guidasse i compagni a togliersi dagli impicci. Comodo chiamare il 112 e ritornarsene a casa con un volo gratis !

  46. Perché il vostro ego vi fa’ portare i vostri cani dove non c’è la fate neanche voi umani ? Portateli nel bosco, dove andate con le ciaspe… voi bloccati su una simile pendenza e cosa pensavate ?  Che il cane si sarebbe divertito? Mi dispiace, per voi è per il cane, di sicuro è stato uno shock perdere così uno di famiglia, ma non capisco perché i proprietari di cani devono per forza portarli dappertutto. A voi è  andata bene per fortuna

  47. La prossima volta che salirò la punta Venezia mi porterò il pappagallo, almeno se vola “vola”. Sulla superficialità di chi ha allertato il Soccorso Alpino meglio che stia zitto…

  48. A me spiace molto per il cane, vittima di una padrona irresponsabile. Loro, li avrei lasciati lì. 

  49. Da vecchio alpinista sono stufo di queste cronache di interventi di soccorso per salvare gente che si caccia in situazioni difficili e/o fuori dalla loro portata.Anche perché, prosaicamente, paghiamo noi.Il SUEM diPieve di Cadore ha più di €300.000 da recuperare per assistenza ad “alpinisti ‘ non a rischio. Ora basta!Ad maiora.

  50. ehhh prima di cacciarsi… facile da dire… quando te ne accorgi spesso ti se già cacciato

  51. Poi penso che per il povero cane sramponato , che sarebbe saltato nel burrone per stare con il suo padrone , ci siano condizioni e condizioni.Se la neve fosse stata morbida il cane con il 4×4 sarebbe salito e sceso magari meglio degli umani , ma con seve ghiacciata ed “effetto scivolo” , il padrone è stato un pirla a non fermarsi..Ricordo un lupoide sui 10+ anni che poco sotto il passo di Corna Piana nelle Orobie , ha fatto un volo di una decina di metri da un sassone sopra un traverso scialpinistico..Il padrone orgoglione diceva che :”Tanto il cane c’era abituato..”Il coglione

  52. 16 mah … se il cane è andato giù ed è morto, come par di capire, di neve portante mi sa che ce n’era ben poca. e, aldilà della pendenza e delle ripetizioni  canine di quel canalone, se non sei in grado di non far morire il tuo cane in montagna su un itinerario evidentemente per lui pericoloso, ritorniamo al concetto base. 
    https://notizie.virgilio.it/alpinisti-soccorsi-a-3-000-metri-sul-monviso-dopo-essere-rimasti-bloccati-il-loro-cane-caduto-in-un-burrone-1621865
    “Sei alpinisti sono rimasti bloccati sul Monviso per la morte del cane di uno di loro che li accompagnava”

  53. #20 “a me me pare…”, errore, “è una strunzata”. Non si deve giudicare il non conosciuto, certo, ma chiami il Soccorso se uno ha un malore, uno si è fatto male, se il meteo è improvvissamente e in modo non previsto peggiorato molto, incapacità tecnica di superare le difficoltà, è tardi e non si è attrezzati per un bivacco, e forse altro. Ma qui niente di tutto questo, il cane vola giù, panico della ragazza, panico che prende tutti !?! Sono vicini alla punta, non è tardi, le difficoltà sotto controllo, i più esperti non riescono a fare rientrare il panico con le buone o le cattive, non riescono a imbastire l’ultima parte di salita a costo di tirare su la ragazza come un salame che ha smesso lacrime e delirii, procedendo in sicurezza ? Scusate ma, nel tutto, c’è tanto che non mi torna. Se tutto vero come descritto, cazzate a mucchio.

  54. Le condizioni di salita del canale sono state ritenute prive di difficoltà perché guardando il filmino si vede che l’alpinista soccorso, a differenza del soccorritore, non calzava i ramponi.

  55. Comunque, a parte la battuta scherzosa al 19, un cane su un canalone a 45° a me me pare ‘na strunzata.
     

  56. O voi che sentenziate, avete mai saputo di Tschingel, la cagnetta del reverendo Coolidge?
    Serve il curriculum?
    😀 😀 😀
     
    P.S. E i gatti?

  57. Ma non si scriveva “couloir”, mica “coulor”?
    Però l’articolo non riporta l’unica cosa veramente importante: il cane è morto o si è salvato?
     
     
    “Da allora la situazione è assai peggiorata: l’idiozia sta devastando il mondo.”
    …e tutti noi dobbiamo fare la nostra parte!

  58. 14 MG. Guarda che nell’episodio specifico, il cane in punta al canale non sarebbe stata di certo una “prima” ma al massimo una ripetizione. Non era di certo il primo cane su quel canale. Raggiunge al massimo, e solo all’inizio, una pendenza di 45 °. Anni fa l’ho salito e sceso con gli sci ed io pe primo ho incrociato una coppia con un cane, perfettamente a suo agio.
     Ma non possiamo sapere che cane era, se era abituato a quel tipo di gita, e che tipo di neve c’era. Un conto è un canale di neve portante primaverile o farinosa, un altro è un canale gelato. Anche per i cani, così come per gli umani è questione di allenamento e preparazione.
    Io lo avrei fatto? Probabilmente no. Però, senza conoscere i fatti, al contrario dell’estensore dell’articolo preferisco astenermi da giudizi e, soprattutto, da pregiudizi.

  59. e aggiungo che, una volta in piano, prenderei a pedate chi lo ha fatto morire in quel modo . 

  60. Penotti “Mah.. io direi che al di la della assurda vicenda del cane e del triste epilogo”
    MA io solo e unicamente a quello mi riferivo, sul resto non mi permetto (e non mi sono mai permesso) di dire nulla su incidenti in montagna, poiché per capire bisogna vedere (e lo dico essendomi appeso a quel verricello come tecnico per un paio di decenni).
    Però portarsi un cane su per un canalone a 45 gradi è comunque a mio avviso una scelta imbecille. 

  61. Quello degli itinerari, delle capacità dei singoli sono discorsi triti e ritriti, fortunatamente non ho mai avuto bisogno del soccorso alpino..ma, mai dire mai, potrebbe anche capitare, per cui non conoscendo esattamente la dinamica non voglio giudicare. Ma ragazzi!!…un cane in un canale, che arriva anche a 50°, per lo più slegato!…sembra quasi una barzelletta!!…il suo padrone è sicuramente mancante di qualcosa…tipo l’intelligenza!!

  62. “A mio avviso la percentuale di tale categoria [gli imbecilli], grazie ad anni di rimbambimento social, televisivo e di azzeramento culturale, quindi di generale imbarbarimento, è in drastico aumento.”
     
    Un giorno il generale De Gaulle stava tenendo un comizio, in vista delle elezioni politiche.
    All’improvviso dalla folla si alzò un grido:
    Mon general, morte agli imbecilli!
    – Caro amico, il suo programma è troppo ambizioso…
     
    Da allora la situazione è assai peggiorata: l’idiozia sta devastando il mondo.
     

  63. Mah.. io direi che al di la della assurda vicenda del cane e del triste epilogo, sarebbe meglio non lasciarsi andare a moralismi vari. Le cazzate le abbiamo fatte tutti. Quel canale non è difficile ed è anche una classica dello sci ripido. La pendenza è tutt’altro che proibitiva. Non sapendo nulla di quello che è successo e sulla preparazione tecnica dei protagonisti della vicenda io prima di trinciare giudizi ci andrei piano.

  64. ho vissuto 17 bellissimi anni con un husky che mi ha accompagnato in infinte corse,  pellate e discese, nottate sotto le stelle. ma mai mi sarebbe venuto in mente di portarlo in un luogo del genere.
    semplicemente degli imbecilli, anche se il tono dell’articolo è fastidiosamente crovelliano e propone riflessioni inutili.  
    se uno è imbecille, tale rimane. ne abbiamo esempio tutti i giorni per strada, in coda al supermercato o sul luogo di lavoro (quale che sia).
    A mio avviso la percentuale di tale categoria, grazie ad anni di rimbambimento social, televisivo e di azzeramento culturale, quindi di generale imbarbarimento, è in drastico aumento.
    cosa c’entrano la formazione o la società sicuritaria?
     

  65. Leggo molte considerazioni ragionevoli sulla preparazione di una gita , che a volte manca.Un incidente è sempre possibile , ma non fare di tutto per evitarlo è sbagliato o  da”rinco”.Il cane qui poi è la vittima del proprietario coglione , lui povertto seguirebbe ovunque il suo padrone.

  66. Domenica ho visto l’elicottero ma non sapevo. Una delle cose che mi ha insegnato la montagna è valutare le mie capacità e condizioni del momento secondo la mia condizione fisica, il meteo, dove sono diretto e con chi sono. La facilità, la superficialità con cui vengono proposte certe escursioni portano a questi risultati e spesso qualcuno ne paga le spese. Occorre avere la capacità e razionalità di saper rinunciare alla metà, anche se si è da soli, a maggior ragione con dei cani o compagni per vari motivi non preparati. Purtroppo il buon senso non appartiene alla nostra specie. Riguardo ai soccorsi, beh in casi simili si deve pagare l’intervento. 

  67. Art. 544 bis Codice Penale  ” Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”. Nel caso in esame la morte del cane è stata provocata ” senza necessità”, dunque mi auguro che i responsabili siano penalmente perseguiti.
     

  68. Frequento con rispetto l’ambiente delle nostre Alpi è ho un cane che è la mia gioia e di cui ho il massimo riguardo, pur cercando di farlo correre sui pendii dove si può.  Conosco bene anche l’eroica disponibilità dì chi si impegna nel soccorso alpino per altruismo e spirito di servizio civico volontario. Per tali premesse,  dico che quel gruppo si è  comportato con egoismo ottuso, dimostrando totale incapacità di affrontare una esperienza alpinistica e soprattutto di allevare un cane, vittima di una padrona immatura e stolta
     

  69. Credo ci sia un problema relazionale con i cani. Cane nel passeggino lungomare, cane nello zaino, cane su sentieri attrezzati e cane in caduta libera su canale a 45°. Quest’ultima mi mancava.  I cani sono vittime dell’uomo, sia quello nel canale che quello nel passeggino da bimbo. Il limite è stato ampliamente superato.

  70. Purtroppo, girando sui social  mi capita spesso di imbattermi nelle pagine di taluni influencer con cani impegnati in itinerari più adatti ai camosci e agli stambecchi che ai cani. Probabilmente costoro sono preparati a fare ciò , e per loro è un lavoro, ma i follower non sempre sono in grado di valutare le difficoltà implicite in una salita con animale al seguito. L ‘idea che danno è che tutti possono farlo, con esiti disastrosi. E così succede per tanto altro (ferrate, trekking ecc ecc)

  71. Premesso che non ho cani e che conosco bene la zona, la scelta di portarselo dietro “senza ramponi” in una salita del genere, mi fa pensare subito a un gruppo di “rinco” senza la parvenza di uno almeno un po’ responsabile. Non credo, voglio sperare, che in qualche modo volessero eventualmente contare sul Soccorso Alpino o sul bivacco. Semplicemente gente sprovveduta e incosciente, per il fatto del cane e credo di suo, come gruppo.

  72. Pur concordando pienamente con il pensiero espresso nell’articolo, mi è sembrato di leggere la copia di mille altri scritti simili. Che l’autore sia qualcuno di conosciuto sul blog?
    A parte questo, l’episodio ricorda un fatto simile di fine anni ’70 quando Stefano De Benedetti e due compagni risalirono il couloir Coolidge sulla nord del Monviso e un cane sconosciuto li seguì. Arrivati a una pendenza in cui il cane si trovò in difficoltà, cercarono di prenderlo per infilarlo in uno zaino, ma l’animale terrorizzato precipitò, scomparendo alla loro vista. Terminata l’ascensione e la discesa, lo ritrovarono a Pian del Re che dolorante si leccava le ferite e lo portarono da un veterinario.
     
    Come in falesia, uno dei problemi della frequentazione della natura sono i proprietari di cani, che credono di potersi portare i loro animali ovunque. Anche dove servono i ramponi. Ma non glieli mettono.

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