Le grane del Soccorso alpino lombardo

2008. Riccardo Riva è capostazione del Soccorso di Mandello. Giacomo Arrigoni è capostazione di Lecco. Decidono di unire le due stazioni di Mandello e di Lecco e dar vita a un’unica Stazione delle Grigne, dietro presa di posizione del Consiglio di Zona della Delegazione Lariana. Il compianto Daniele Chiappa era stato il promotore di questa operazione, da anni, e riuscì a vederla, poco prima di morire (30 agosto 2008).

Daniele Chiappa aveva posto le basi per una migliore definizione di procedure e tecniche, in accordo con il Sistema Sanitario di Regione Lombardia.

Arrigoni diventa capo-stazione delle Grigne, Riva è il vice.

Giacomo Arrigoni
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Vogliono fare per migliorare. Sanno che la loro Stazione Grigne è la parte forte della XIX Delegazione Lariana, guidata da Gianattilio Gianni Beltrami (lo farà per 23 anni), quella che fa più interventi in un anno. Quindi vogliono premere perché la Delegazione Lariana abbia più peso nel Consiglio del Soccorso lombardo. E vogliono fare in modo di ottenere una migliore gestione del finanziamento pubblico.

Se la Regione Lombardia decide di rifare tutte le giacche dei soccorritori, non è che un presidente regionale o un delegato possono decidere che Montura è la marca giusta. E’ una decisione che deve essere presa più collegialmente con il coinvolgimento dei volontari.

Se la regione Lombardia stanzia 100 e a ottobre si è speso 80, non si deve correre a spendere gli altri 20.

Non si può dire a un fornitore: ho 100 disponibili, fammi un preventivo. Bisogna invece prendere un consulente, che dirà che quel lavoro vale 60, e a quel punto si fanno fare tre preventivi da tre fornitori diversi.

Basta gestione verticistica. E’ vero che ai volontari poco importa, ricevono la giacca a vento e sono contenti così. Ma una tale gestione non può funzionare a lungo. Infatti l’ambiente è diventato facile “preda” delle guide alpine, gli elisoccorritori per eccellenza. Non è stata data ai volontari l’opportunità di diventare tali. Fior di alpinisti preparati sono stati messi in un angolo. Per citarne uno, Enrico Lanfranconi, dopo 30 anni di servizio, si è visto escluso dalla possibilità di fare un corso. C’erano molti ammessi ai corsi, che però poi venivano regolarmente dichiarati non idonei. Il cerchio così si è ristretto, con un notevole risultato per le guide: “se in quella giornata c’era il cliente, questi aveva la precedenza; in mancanza del cliente, si pareggiava con l’elisoccorso”. Il gruppo operativo si è ridotto a sole guide alpine, un cerchio ristretto in cui prendere ogni decisione.

E non stiamo parlando solo della XIX Delegazione Lariana: il problema è comune alle altre delegazioni operative del CNSAS lombardo: V Bresciana, VI Orobica, VII Valtellina – Valchiavenna, XIX Lariana, IX Speleologica.

La sede regionale lombarda del CNSAS è a Pescate, quindi è molto comodo per il presidente Barbisotti e per Beltrami prendere assieme decisioni. Decisioni che venivano poi ufficializzate, ma la procedura non era adeguata a una corretta gestione di danaro pubblico.

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La Delegazione Lariana, quando a capo c’era ancora Daniele Chiappa, aveva costituito la Società Soccorso Lombardia Service S.r.l., un’entità privata collegata: serviva per far transitare i soldi della Regione e pagare gli elisoccorritori. Il problema infatti era la regolarizzazione di questi pagamenti. Essendo richiesta la loro presenza e disponibilità giornaliera era evidente che non potevano farlo per puro volontariato e quindi senza essere pagati nel rispetto della legge vigente. E allora si doveva trovare una formula che consentisse questo pagamento in modo più regolare.

All’inizio non giravano tanti soldi, l’elisoccorso era fatto ancora da una maggior parte di volontari non pagati.
Poi le cose sono cambiate nettamente, e la gestione è mutata, creando parecchi malumori. Si parlava apertamente della mancanza di pezze giustificative e di gestione “allegra”. E’ chiaro che ad alcuni la soluzione piaceva sempre meno.

Beltrami ricorda: “La S.r.l. pagava anche gli istruttori “impegnati in un ciclo di addestramento continuo per tenere aggiornati i tecnici ma anche il personale sanitario del 118 presente sull’elisoccorso. Anche quest’altra attività, molto qualificata, non poteva a sua volta essere svolta a livello di volontariato”.

Ma, agli occhi di molti volontari, non reggeva che Gianni Beltrami, delegato della Delegazione Lariana e volontario della Stazione Grigne potesse essere pienamente sodale con l’amministrazione della Soccorso Lombardia Service S.r.l. Il conflitto d’interesse era evidente, perciò è continuamente attaccato.

L’atmosfera si fa incandescente. Nell’ottobre 2010, durante la giornata di formazione avvenuta al Resegone, un istruttore si accorge che una delle due corde alla quale sono appesi tre volontari è fortemente rovinata, in gergo addolorata. Scoppia un vero e proprio caso, sono chieste giustificazioni in merito e nel frattempo la corda “incriminata” sparisce. Ed è così che 29 uomini del Soccorso Alpino decidono di depositare un esposto in magistratura per furto e sabotaggio. Tra di essi non c’è Beltrami. A quel tempo il responsabile tecnico della Stazione Grigne è Fabio Lenti. Questi viene coperto e sostituito da Giambattista Gianola.

All’inizio del 2011, dopo molti anni di appartenenza alla Stazione delle Grigne, forse proprio per non rispondere a domande cui non può dare risposte, Beltrami decide di trasferirsi nella Stazione della Valsassina.

Tra l’altro, subito dopo il fattaccio delle dimissioni (che vedremo tra poco), torna alla Stazione Grigne e, con la proposta di Giuseppe Rocchi attuale capostazione, le cambia il nome in Stazione di Lecco.

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Lenti era anche responsabile tecnico del CNSAS lombardo, quindi responsabile dei corsi di formazione dei volontari (Corsi di TSA, tecnico soccorso alpino). La sensazione è che a questi corsi si accettavano solo alcuni. E le location erano sempre dove per alcune persone era più conveniente farli. I volontari, magari con un’anzianità di 30 anni, erano esacerbati.

Ma è anche vero che le guide alpine non sono sufficienti, da sole, al fabbisogno di certi weekend o della stagione estiva. I volontari sono dunque ancora necessari.

Ecco dunque il perché otto volontari della Stazione Grigne il 4 marzo 2012 consegnano lettera di dimissioni a Giacomo Arrigoni, presidente della suddetta stazione. Si tratta di Riccardo Riva, Christian Meretto, Valerio Corti, Marco Madama, Vasco Lanfranconi, Giulio Rompani, Mario Barelli e Marco Clozza.

Questi, nella lettera di dimissioni, evidenziano tra le altre cose: “il perdurare di continue prevaricazioni su regole statutarie e su leggi sul volontariato e nuove convenzioni da parte della ‘catena di comando’. Si fanno i nomi di Piergiorgio Baldracco (presidente nazionale), Danilo Barbisotti (responsabile regionale) e Gianni Beltrami. Costoro hanno innescato una vera e propria bomba destinata a scoperchiare il più classico dei vasi di Pandora.

Beltrami dichiara (Lecconotizie.com, 10 marzo 2012): “Sono due anni che ne stiamo discutendo. Gli otto dimissionari hanno una loro visione e una determinata teoria che è diversa da quella che hanno i 250 uomini della delegazione Lariana e i 1100 a livello regionale. Non avendo trovato seguito alle loro aspettative, che sono in netto contrasto con tutto il resto dell’associazione, gli otto volontari in questione hanno deciso di dimettersi e le loro dimissioni sono state accettate. Da parte degli organi istituzionali e dei vari consigli di delegazione nazionali e regionali c’è piena compattezza e riteniamo che quello che i dimissionari sostengono non corrisponda a verità. Dispiace sempre quando si perdono delle persone, ma è altrettanto vero che se non si riesce a trovare sintonia forse è meglio salutarsi”. Poi Beltrami getta acqua sul fuoco: “Quello che è accaduto non è nulla di eclatante. Ci sono già stati dei precedenti, quindi non ne farei un dramma”.

Ma l’acqua sul fuoco si rivela essere altra benzina. I dimissionari contestano che le loro dimissioni ‘siano state accettate‘, sostenendo che in realtà la Stazione delle Grigne ha respinto con una votazione le dimissioni (che poi si sono rivelate irrevocabili).

Emerge pure che, alcuni giorni prima delle dimissioni, ai Volontari della stazione delle Grigne sia pervenuta un’altra lettera di dimissioni, quella del vice di Beltrami (Alessandro Spada, ndr), giunta dopo l’ennesima critica di alcuni che, come riporta la missiva, gli contestavano ‘di non aver fatto nulla per far rispettare statuto e regole dell’associazione, programma di delegazione compreso‘. I volontari dimissionari commentano: “Se per Beltrami, come ha sempre dichiarato ‘quello che è successo non è nulla di eclatante‘, allora a fronte di più raccomandate e messaggi di posta elettronica certificata inviate a tutti gli organi istituzionali interni, sarebbero dovute pervenire altrettante risposte”.

Gianni Beltrami
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Alessandro Spada dichiara a Lecconotizie.com (13 marzo 2012): “E’ vero, ho presentato le mie dimissioni circa tre settimane fa. Poi il Consiglio di zona (Delegato, Vice-delegati e i sette capostazione, ndr) le ha rifiutate confermandomi e rinnovandomi piena fiducia”.

Pochi giorni dopo, altro colpo di scena all’interno della XIX Delegazione del Soccorso Alpino: Giacomo Arrigoni, capo della Stazione Grigne di Lecco, rassegna in modo irrevocabile le dimissioni dal suo incarico.

Due o tre mesi dopo le dimissioni, Riva, Clozza e altri sono chiamati negli uffici della Finanza. I verbali sono depositati dal giudice.

La Guardia di Finanza fa visita alla sede del Soccorso Alpino di Pescate, dove preleva, assieme ad alcuni faldoni, anche dei pc. Due le ipotesi che si fanno sul motivo per cui le Fiamme Gialle si sono mosse: o è stato depositato un esposto in Procura oppure è arrivata direttamente alla Finanza una denuncia, ma l’ipotesi più accreditata sembra essere la prima.

Non è stata una sorpresa il blitz della Finanza, ce lo aspettavamo – commenta senza scomporsi il responsabile della IXX Delegazione Lariana Gianni Beltrami – a seguito delle polemiche che ci sono state davamo per scontato che sarebbero potute arrivare visite di questo tipo, quindi la cosa non ci ha sorpreso e non ci sono problemi di alcun tipo perché è tutto regolare”.

E’ ovvio che si sospetta che sia stato proprio qualcuno degli otto dimissionari a far scattare il blitz. Ma tutti questi smentiscono seccamente. Beltrami: “Non sappiamo ancora nulla su chi possa aver compiuto un’azione simile, ma è evidente che ci sono alcune persone che non vogliono bene al Soccorso…”.

Appare in ogni caso ovvio che a distanza di qualche mese dai bisticci interni la Finanza accenda i riflettori sul CNSAS lombardo, presieduto da Danilo Barbisotti, e sulla Soccorso Lombardia Service S.r.l., di cui amministratore unico è ancora lo stesso Barbisotti.

Barbisotti e tutti i Delegati lombardi del periodo 2008-2010 sono raggiunti da avviso di garanzia. Lecconotizie.com del 1 agosto 2012 ne dà regolare informazione, informando l’opinione pubblica anche delle dimissioni di massa di quasi cinque mesi prima.

Nello stesso momento giunge notizia che la S.r.l. è stata messa in liquidazione. “Sia ben chiaro – precisa Beltrami – che questa decisione è stata presa prima dei controlli della Finanza nella sede di Pescate del CNSAS. Infatti, il suo smantellamento è stato deciso in seguito a uno studio che abbiamo commissionato all’Associazione Biagi, la quale ci ha informati che, essendo quella dell’elisoccorritore una mansione talmente particolare e specializzata, costante, programmata e non saltuaria, può essere pagata direttamente dal Soccorso. E così, siccome mantenere una S.r.l. ha dei costi elevati, abbiamo deciso di chiudere la società”.

Ad agosto 2012 inizia la lunga attesa dei risultati delle indagini delle Fiamme Gialle, mentre il presidente lombardo Barbisotti in una nota stampa fa sapere: “Il Soccorso alpino lombardo ha sempre presentato i bilanci all’assessorato alla Sanità della Regione, che li ha sempre approvati. Ogni singola voce è stata documentata, come avrà modo di verificare la Guardia di Finanza. Le fatture emesse dalla S.r.l. sono il mero costo dell’attività di elisoccorso e della attività dei formatori. La società non ha mai distribuito utili, i membri del Cda non hanno mai ricevuto un emolumento, né un rimborso spese e i bilanci sono sempre stati a disposizione dei soci”.

Danilo Barbisotti (a sinistra) e Alessandro Spada
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La nota continua: “Tutte le figure professionali sono state “pagate” in esecuzione di contratti o lettere di incarico per mansioni realmente svolte. Un’attività di controllo è sempre stata svolta prima di ogni pagamento. Tutti gli obblighi contributivi e assicurativi sono stati assolti e le imposte versate. Il presidente Danilo Barbisotti ha sempre fornito il suo tempo all’organizzazione gratuitamente sacrificando famiglia e lavoro. Esser presidente di una associazione di circa 1000 volontari, che effettua più di 1000 interventi all’anno, non è facile, come pure riuscire a ricoprire questo incarico solo con il proprio tempo libero, non potendolo destinare a svaghi o altre attività”.

Due anni dopo, il 30 giugno 2014, a Barbisotti è comunicato dalla Guardia di Finanza il procedimento a suo carico come presidente della Soccorso Lombardia Service S.r.l., in liquidazione. Girano voci su alcuni particolari delle voci di spesa, famosa quella sui treni di gomme delle auto del soccorso, rinnovati assieme ai treni di altre auto.

Marco Arrigoni, guida alpina e fratello di Giacomo, era assunto dalla delegazione regionale lombarda del CNSAS. Con l’intervento della Finanza, egli ha dovuto dare le dimissioni da volontario per poter tenere il lavoro.

Sembra anche che la fase istruttoria sia già arrivata a 1500 pagine. Nessun comunicato ufficiale è stato mai diramato, nonostante la decisione (verbalizzata) di Consiglio, per informare degli avvisi di garanzia a Barbisotti e ai cinque presidenti di Delegazione. Nessuna spiegazione dei compensi ai volontari sulle piste di sci, nessuna delucidazione sui fidi bancari fino a 250.000 euro.

Dopo 23 anni Gianni Beltrami ha lasciato la XIX  Delegazione Lariana e al suo posto è entrato Antonio Fumagalli, già capostazione del Triangolo Lariano. Il vice delegato è Salvatore Zangari, che succede ad Alessandro Spada, ora vice presidente regionale, che in precedenza aveva ricoperto il ruolo di capostazione per Dongo.
La XIX Delegazione Lariana è ancora parecchio inquieta. Attualmente è costituita dalle stazioni di Dongo (Giorgio Airaldi), Lecco (Giuseppe Rocchi), Lario Occidentale-Ceresio (Lorenzo Peschiera), Pavia oltrepo (Claudio Garlaschelli), Triangolo Lariano (Alberto Redaelli), Valsassina-Valvarrone (Fabio Paruzzi) e Varese (Antonio Bucciol).

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Le grane del Soccorso alpino lombardo ultima modifica: 2015-12-14T05:18:28+01:00 da GognaBlog

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2 pensieri su “Le grane del Soccorso alpino lombardo”

  1. Nella procedura penale l’archiviazione viene disposta dal Gip (giudice delle indagini preliminari); il pubblico ministero, se ritiene, ne può solo fargliene richiesta (vd. artt. 408 ss c.p.p.). Vero che se il pm la chiede, poi facilmente il gip archivia davvero, ma non è detto; inoltre i motivi di una possibile archiviazione possono essere vari (c’è differenza ad es. tra il caso in cui sia provata l’innocenza dell’indagato, rispetto a quello in cui non si sappia chi ha commesso il reato, ecc.).

    Strano anche l’inciso: “la richiesta di archiviazione, recentemente pervenuta alla Direzione del CNSAS della Lombardia da parte della Procura della Repubblica di Lecco”; in genere, la procura non fa pervenire la propria richiesta a chi sia stato indagato (però può succedere di tutto).

    Tradotto: fino a che l’archiviazione non è stata formalmente disposta dal gip, non si può ancora avere certezza che la vicenda penale sia chiusa (e neanche dopo, in verità).

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