Il sito cantieridaltaquota.eu dà notizia dell’inaugurazione della nuova Seethalerhütte dando giusto rilievo al fatto che il nuovo rifugio sarà in funzione anche in inverno.
La storica Seethalerhütte, piena di gloria ma anche di anni e di acciacchi, non poteva oggettivamente sostenere la domanda di scialpinismo propria degli ultimi due decenni. La sua struttura in legno, priva di qualunque moderna coibentazione, la rendeva inadatta alle nuove esigenze.
Bene ha fatto dunque l’OEAV a progettare il nuovo rifugio che si affianca a quello vecchio ma in pratica lo sostituisce quasi in toto. La scelta di non superare i 40 posti si è resa obbligatoria proprio per non esagerare nelle nuove dimensioni.

La nuova Seethalerhütte asseconda i cambiamenti climatici
di Matteo Trentini
(pubblicato su cantieridaltaquota.eu)
Non poteva essere inaugurata in condizioni migliori la nuova Seethalerhütte 2740 m nel massiccio austriaco del Dachstein, in un dedalo di rupi e ghiacci al confine tra Alta Austria e Stiria. Un inverno d’altri tempi con nevicate eccezionali e temperature finalmente adeguate al calendario ha infatti fatto da cornice alla giornata d’inaugurazione, il 25 gennaio 2019, di un rifugio che, per le sue specificità architettoniche, l’Alpenverein (OEAV), il Club Alpino Austriaco, vuole abbia un ruolo esemplare per altri interventi simili. Non è infatti un caso che l’edificio sia entrato in funzione in pieno inverno: esso va ad affiancare la costruzione un precedente ricovero, realizzato nel 1929, che non era stato pensato per l’attività invernale (stiamo parlando della Dachsteinwartehütte, una capanna in legno in seguito trasformata in rifugio estivo, la Seethalerhütte, appunto. NdR).
Frutto di una stretta sinergia tra i consulenti dell’OEAV e gli architetti dello studio Dreiplus, con sedi a Innsbruck e Graz e già autori di progetti simili come la Salmhütte 2644 m nel massiccio del Großglockner, il nuovo rifugio sarà infatti ora chiamato a rispondere ad un approccio alla montagna che, anche a causa dei cambiamenti climatici, si sta sempre più radicalmente trasformando. L’alta quota diventa meta sempre più ambita dagli alpinisti anche durante la stagione invernale, come testimoniano per esempio i circa 600.000 scialpinisti che frequentano la montagna austriaca anche nei mesi più freddi.

Esito di un concorso di architettura bandito dal Club Alpino Austriaco cui hanno partecipato undici raggruppamenti di professionisti, e realizzato in parte grazie ad una campagna di auto-finanziamento, il nuovo edificio s’impone per il volume essenziale che si relaziona al delicato contesto ambientale del ghiacciaio dell’Hallstatt. Il rifugio, dalla figura chiaramente definita nella sua geometria, non eccede di fatto le misure di una comune residenza mono-famigliare.
Particolarmente rilevanti in un contesto simile si sono ovviamente rivelati gli accorgimenti tecnici e fisici del progetto. Poggiato su un basamento di calcestruzzo per limitare per quanto possibile i movimenti di una situazione geologica alquanto complicata, l’edificio presenta ai piani fuori terra una struttura lignea prefabbricata che ospita circa 40 alpinisti in 5 camerate, oltre ad un locale invernale. Particolare attenzione è stata dedicata alla facciata meridionale, la cui inclinazione permette il migliore soleggiamento diretto verso i pannelli fotovoltaici ivi installati.

Una forma compatta, quindi, dettata tanto dalla particolare situazione geografica dell’intervento quanto dal principio progettuale seguito dagli architetti, che va ad aggiungere un tassello prezioso alla recente serie di ricoveri di pregevole qualità architettonica lungo tutto l’arco alpino.
Dati essenziali
Rifugio Seethalerhütte (ex Dachsteinwarte Hütte) 2740 m
[Austria, regione Oberösterreich, area montuosa Dachstein (Ob), Echerntal, latitudine: 47.47333, longitudine: 13.61250]
Proprietà: OeAV Alpenverein Austria
Custode: Wilfried Schrempf
Telefono: +43 664 32 40 640
Email: seethalerhuette@aon.at
Link: http://www.alpenverein.at/seethalerhuette/
Periodo di apertura: aperta e custodita da inizio giugno a fine ottobre.

Descrizione
E’ situata sulla cresta est del Hoher Dachstein, poco al di sotto della linea di confine con la Stiria. Vi si accede in breve dalla stazione a monte della funivia Dachstein-Südwandbahn 2696 m seguendo la pista battuta dai gatti delle nevi, verso ovest, fino al rifugio. Chi volesse approcciarsi come si faceva una volta deve partire da Hallstatt 511 m e coprire quindi un dislivello di 2229 metri.
Ecco l’itinerario: dal parcheggio di Hallstatt (Echerntalparkplatz) si risale la strada della Echerntal, prima asfaltata poi sterrata, fino alla Grubenalm 1250 m (possibili scorciatoie su sentiero). Dall’alpeggio si prosegue sul sentiero segnalato (segnavia 601-613-E4) che sale verso sud fino alla Wiesberghaus 1872 m. Da qui si segue il sentiero (segnavia 601-650-E4) che sale verso sud-ovest fino alla Simonyhütte 2203 m. Si prosegue sul sentiero che sale verso sud-ovest fino al Hallstatter Gletscher. Si entra sul ghiacciaio a circa 2400 m e lo si risale nei pressi della sponda occidentale fin sotto il valico della Steinerscharte. Da qui si segue la traccia che piega a sud-est e sale al rifugio.
Traversate
Al Rifugio Adamekhütte 2740 metri (F; 2 ore): dal rifugio si segue a ritroso l’itinerario di accesso da Hallstatt fino ad arrivare sotto la verticale della Steinerscharte. Si segue la traccia che sale alla sella 2717 m e da qui si scende verso ovest nel Grosser Gosaugletscher fino ad incrociare la traccia che scende verso nord-ovest alla morena dove si trova il sentiero segnalato che scende all’Adamekhütte.

Ascensioni
La più frequentata è la salita al Hoher Dachstein 2993 m (F/PD; 1 ora):
dal rifugio si segue il ghiacciaio verso ovest, si passa la crepaccia terminale e quindi si sale alla vetta per l’ultimo tratto della cresta sud-est (tratti attrezzati).
Bibliografia
Ostalpen: Schutzhütten in Deutschland, Österreich und Südtirol, Volume 1 (Kurt Kettner);
Dachstein-tauern mit Tennengebirge (Sepp Brandl).
Cartografia
Bundesamt für Eich- und Vermessungswesen Bl. (foglio) 126;
Bundesamt für Eich- und Vermessungswesen Bl. 127;
Freytag & Berndt u. Artaria KG Publishing and Distribution Bl. WK 281;
Alpenvereinskarte Bl. 14.
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le dimensioni contenute fanno capire che la tipica avidità che regna in tante zone del nostro arco alpino, qui pare non essere arrivata.
Si incomincia male nonostante la struttura nuovissima: nella quarta foto dall’alto si vede che la sesta coperta non è stata piegata come le altre cinque.
Ps. Ostello fa rima con bordello.
Mentre in Italia i rifugi e le malghe aperte anche in inverno sono quasi un’eccezione, negli altri Paesi alpini, soprattutto in Austria, sono la regola. In Italia si continua a progettare rifugi e a ristrutturare malghe in quota senza pensare all’utilizzo invernale. Vedi progetto Translagorai. Si tratta di un grave errore, che dimostra mancanza di conoscenza dell’evoluzione in atto nel turismo invernale e impreparazione ad una corretta gestione economica finanziaria delle strutture.
Non ho capito se potrò farmi una doccia calda.
Purtroppo non capisco a cosa servano certe costruzioni se non ad aumentare gli “affari turistici”…. ultimamente ho scoperto che pure da noi ci sono rifugi (anche quelli dove bisogna camminare per raggiungerli) dotati di camera con letto matrimoniale, con modico sovraprezzo.