Nell’ambito del Sondrio Festival, il 22 novembre 2018 Nasim Eshqi, free climber iraniana di fama internazionale, ha raccontato la sua passione per le montagne, la sua scelta coraggiosa di libertà ad alta quota.
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Nasim Eshqi al Sondrio Festival
Ha parlato dei suoi rapporti con la cultura iraniana e con i suoi genitori, dell’amore per la montagna e per il privilegio di insegnare ai bambini: si è raccontata a trecentosessanta gradi Nasim Eshqi, free climber iraniana di fama internazionale, che nell’ambito della quarta serata del Sondrio Festival, è stata intervistata da Giancarlo Cattaneo di Radio Capital.
Una serata davvero speciale, e il folto pubblico presente al Teatro Sociale, anche questa volta gremito all’inverosimile, ha ascoltato con attenzione e rispetto il racconto di Nasim, interrompendo la chiacchierata per applaudire l’incredibile storia di una donna che lascia il segno.
“In Iran essere una donna non è facile – ha esordito la 36enne – e se si cerca di perseguire i propri sogni è ancora più dura. E, donne o uomini, questo sport è considerata una perdita di tempo. Ho iniziato ad arrampicare a 23 anni, prima ho fatto altri sport, ho studiato l’equivalente delle Scienze Motorie qui in Italia, ed è nata la mia passione”.
“Lo smalto sulle mie unghie – ha spiegato – serve a ricordare che sono una donna, sono femminile, anche se mi vesto in modo sportivo, anche quando arrampico. Non voglio agire o comportarmi come un maschio. Mi piace, poi, vedere le mie unghie rovinate, perché significa che ho arrampicato. Ma non voglio sentirmi definire una femminista, non seguo alcun tipo di ideologia basata sul gender. Sono semplicemente un’umanista, poco importa che si parli di maschi o femmine, parliamo di esseri umani, e tale voglio essere considerata”.
Un capitolo a parte, poi, quello del rapporto con la cultura iraniana e con la sua famiglia.
“La mia famiglia non mi ha mai capito, continua a non capirmi e non mi capirà mai – ha proseguito Nasim Eshqi – Mi chiedono perché non mi do da fare e non mi trovo un lavoro vero, perché non faccio qualcosa per il mio futuro e non mi compro una bella macchina. Ma per me in Iran non vedo un futuro fatto di un lavoro stabile, vivo alla giornata, faccio le esperienze vere, giro e conosco il pianeta”.
Infine, qualche parola sull’ambiente e sulla salvaguardia della natura.
“Non vorrei che pensaste che io sia negativa e pessimista, ma noi esseri umani non stiamo facendo altro che distruggere il pianeta – ha concluso -. L’ambiente e la natura sono ciò che ci circonda, dobbiamo cercare di far sì che siano puliti, puri, luoghi in cui vivere bene. Allo stesso tempo, anche la nostra mente deve esserlo”.
Sondrio, 22 novembre 2018: Luca Calvi, Nasim Eshqi e Giancarlo Cattaneo
Ad accompagnare Nasim e il pubblico un traduttore d’eccezione: Luca Calvi, veneto di laguna trasferito a Milano. Traduttore, di formazione filologo-storico, con anni di docenza e ricerca universitaria alle spalle, conosce più di venti lingue dell’area dell’Europa Centro-Orientale.
Si definisce “malato grave di montagna da sempre”, ha tradotto tra gli altri i libri di Mick Fowler, Simon Yates, Jerzy Kukuczka, Igor Koller, Franc Knez. Collabora da anni con Lab 80, il Trento Film Festival, il gruppo Gamma di Lecco: sul palco ha tradotto moltissimi alpinisti di punta, sempre dalle loro lingue madre. È il traduttore del GognaBlog e per i convegni di Quo Climbis, con Reinhold Messner e per lui ha curato con Sandro Filippini per Rizzoli l’ultimo suo libro L’Assassinio dell’Impossibile dove grandi scalatori di tutto il mondo discutono sui confini dell’alpinismo.
Nasim Eshqi, in mattinata, aveva incontrato i ragazzi della scuola primaria di Campovico, entusiasti dello speciale incontro.
Nasim Eshqi è nata nel 1982 a Teheran. Dopo essere stata campionessa iraniana di kickbox per 10 anni, nel 2005 ha appeso i guantoni al chiodo per dedicarsi all’arrampicata su roccia. In pochi anni ha collezionato oltre 70 vie nuove aperte con l’uso di spit e con tecnica trad. Contemporaneamente lavora come istruttrice trasmettendo la sua sfrenata passione per l’arrampicata alle giovani generazioni del suo Paese. Si tiene alla larga dalle palestre indoor dove le donne possono accedere con il capo rigorosamente coperto dal chador e a giorni alterni rispetto agli uomini perché preferisce di gran lunga la scalata su roccia in montagna e l’esplorazione di pareti su cui tracciare itinerari nuovi. Appena può, ogni volta che riesce a ottenere un visto, Nasim parte dall’Iran per andare alla scoperta delle pareti rocciose di tutto il mondo e per legarsi in cordata con scalatrici e scalatori di tradizione e cultura diversa dalla sua. Ha arrampicato negli Emirati Arabi, in Turchia, in India e nella maggior parte dei paesi europei. «Non importa se sei iraniano, italiano o tedesco – racconta spesso Nasim – perché la forza di gravità ci tira verso il basso tutti allo stesso modo».
Sondrio, 22 novembre 2018. Il pubblico per Nasim Eshqi
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bella dimostrazione di emancipazione femminile in un paese che certamente non è dei più aperti in questo senso.
Questo un pò vale anche da noi. Sopratutto quanto capita un incidente i commenti sono in questo senso:”che ci vanno a fare? se la sono cercata”