Numeri e contagi falsi, morti veri: che fare?
(Coronavirus 31)
di Geri Steve
(scritto il 16 ottobre 2020)
Tutto il mondo è in allarme perché sta salendo il numero di contagi e l’indice RT, la John Hopkins University continua a pubblicarli chiamandoli “casi”. E’ necessario ripetere che tutte quelle informazioni sono false.
I nuovi casi e i casi totali dovrebbero essere i malati, il che è due volte falso: falso perché quei numeri si riferiscono invece ad alcuni tamponi positivi di persone che non è affatto detto che siano malati di CoViD-19 e falso perché quei numeri non sono neanche il numero di contagiati delle popolazioni cui sono riferiti.
Quei numeri sono soltanto i numeri di tamponi effettuati giorno per giorno e risultati positivi, quindi numeri che non tengono conto dell’enorme numero di contagiosi in quella popolazione che se fossero tamponati risulterebbero positivi. Inoltre il numero dei contagiosi, cioè dei portatori del virus, non include affatto i tanti contagiati che non sono più portatori e che quindi non sarebbero più positivi. L’incredibile bugia è ben visibile dal fatto che nei giorni in cui vengono fatti pochi tamponi i contagiosi (impropriamente detti “contagiati”) sono pochi e diventano tanti di più quanti più tamponi si fanno. Per questo motivo la curva dei contagi e gli indici di contagio di cui tanto si parla sono emerite fesserie o, meglio, emerite truffe. Esistono enti come l’ISTAT, l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) che per il loro ruolo dovrebbero denunciare queste truffe e dire come si dovrebbero rilevare e presentare i dati rilevati, ma invece non lo fanno.

Alcuni commentatori cercano qualcosa di più veritiero e credono di trovarlo calcolando il rapporto fra i positivi e i tamponati, intendendo che questo sia indicativo della proporzione fra i tutti i contagiosi e la popolazione italiana. In effetti lo sarebbe, cioè ne sarebbe una buona stima, se i tamponati fossero un campione rappresentativo della popolazione, cioè se avesse perlomeno le stesse distribuzioni geografiche e di età della popolazione italiana e la stessa probabilità di essere contagiosi. Purtroppo così non è, perché in alcune regioni si fanno molti tamponi e in altre pochi relativamente al numero di abitanti, perché nessuno stratifica il numero di tamponi in base alle età prevalenti in quella zona e perché molti tamponi vengono fatti su sospetti malati perché sintomatici o perché a contatto con positivi. Inoltre sappiamo che alcune persone (perlomeno quelle rilevate positive) vengono tamponate più volte e conteggiate come se fossero invece diverse persone positive. Quindi quel rapporto è un indicatore decisamente impreciso del numero dei contagiosi, ma è molto meglio di niente.
Da dati pubblicati mercoledì 14 ottobre quindi riferiti a martedì 13, risulterebbe che in Val d’Aosta e Liguria quell’indice superava il 12%, in Campania, Piemonte, Veneto, Trentino e Alto Adige superava l’8%, in Umbria, Sardegna, Puglia, Friuli, Sicilia, Toscana, Marche, Abruzzo superava il 5%, lo sfiorava in Emilia Romagna (4,9 %), il Lazio stava al 3,6%, mentre Basilicata, Molise e Calabria oscillavano intorno al 2%. In Italia il rapporto fra positivi e testati quel giorno era del 6,2 % il che indica che all’incirca il 6% della popolazione, quasi 400.000 italiani, sarebbe portatore del virus SarsCoV2.
A questi livelli si può tranquillamente dire che in Italia la CoViD-19 è endemica e quindi sarebbe arduo individuare tutti i contagiosi tracciando i contatti dei positivi: servirebbero circa mezzo milione di tamponi al giorno con risposta in giornata e ci si metterebbe alcune settimane, dopo le quali comparirebbero nuovi contagiosi. Invece siamo normalmente al di sotto dei 100.000 tamponi giornalieri e talvolta la risposta arriva dopo tre giorni, perfettamente inutile perché ormai i contatti da tracciare sarebbero troppi. Prelevare e analizzare tamponi con poi la risposta che supera le 32 ore rappresenta un inutile spreco. Con queste capacità di analisi l’app Immuni è perfettamente inutile e l’importante programma di tracciare i contagiosi e isolare i focolai di contagio è diventato quasi un fallimento.
Se noi disponessimo di una buona stima del numero dei contagiosi e soprattutto del loro numero totale, cioè del numero di contagiati dall’inizio dell’epidemia, dividendolo per il numero dei morti attribuiti alla CoViD-19 potremmo finalmente capire quale sia stata la letalità di questa malattia.
Per conoscere e capire l’andamento della CoViD-19 servirebbe rilevare e analizzare diversi altri dati, quali l’attività, l’età e lo stato di salute dei positivi (sani, malati lievi e gravi) e dei ricoverati; dei guariti si dovrebbero rilevare i danni permanenti, dei morti si dovrebbero rilevare e documentare perlomeno l’attività, l’età e le malattie pregresse.
Con tutti questi dati epidemiologici si potrebbero individuare le categorie più a rischio e quindi elaborare dei fondati programmi di prevenzione mirata.
Un grosso punto interrogativo riguarda il numero e le caratteristiche dei portatori sani. Pare che si dividano in due categorie quasi opposte: quelli che con la loro risposta immunitaria riducono la quantità dei virus fino ad eliminarlo completamente e quelli che invece non lo combattono, non sviluppano anticorpi e ci convivono in pace. Chi lavora direttamente sui tamponati dice che i sani positivi siano buona parte, la metà o la maggioranza.
Per valutare il loro numero adesso si è aperto uno spiraglio: per la prima volta ieri l’Unità di Crisi della Campania ha comunicato il numero dei positivi sani.
Su 13.780 tamponi si sono avuti 1.127 positivi di cui 1.055 sani e 72 sintomatici.
Quindi giovedì sono risultati positivi l’8,2 % dei tamponi (poco meno di prima) e (quel giorno e in Campania) ben il 93,6 % dei positivi sono portatori sani, mentre i sintomatici sono soltanto il 6,4 %.
Quindi sappiamo che il virus si diffonde facilmente ma che poi ammala soltanto circa il 5-6% dei contagiati. Come detto, non conosciamo la letalità sui contagiati né quella sui malati, ma supponendo che questa vari fra lo 0,1 e l’1% avremmo che il virus uccide soltanto dallo 0,005 % allo 0,06 % dei contagiati. Ovviamente questo conteggio non è granché affidabile, perché basato sui dati di un solo giorno in una sola regione e con una stima grossolana della letalità sui malati, ma è comunque indicativo.
A questo punto, se questi sono i dati, val la pena di domandarsi se invece di affannarsi a individuare i contagiosi non sia invece più utile contrastare il contagio e individuare bene le categorie veramente a rischio da proteggere.
Probabilmente Mattia, il trentottenne paziente numero uno a Codogno senza malattie pregresse e poi completamente guarito ci ha depistato, perché guardando invece i non-guariti pare che muoiano soprattutto persone già con altre malattie e piuttosto anziane. Per saperlo servirebbero accurate statistiche su malattie pregresse ed età dei deceduti; non sarebbe difficile, lo si potrebbe fare facilmente, ma oggi non le abbiamo. Avendole, sapremmo identificare le persone più a rischio.
Sarebbe il caso di dedicare quasi tutti i test rapidi e i tamponi a queste persone e monitorarne continuamente lo stato di salute.
Per contrastare la diffusione dei contagi chiudere le scuole è gravissimo e sostanzialmente inutile, perché i giovani sani corrono rischi trascurabili se si segue la regola di areare almeno ogni ora e se si indossano le mascherine o delle visiere trasparenti, almeno quando si parla.
Quando si mangia, a scuola o nei ristoranti, non si possono usare le mascherine ma si potrebbero usare le visiere.
All’esterno le mascherine servono soltanto se c’è affollamento, ma è meglio indossarle sempre invece che togliersele e mettersele.
Tenere a casa gli anziani? Se non c’è troppo freddo, vento o pioggia, stanno molto meglio all’aperto.
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Per Benassi. E se ci fossero stati gli alieni? (via aperta da poco da Alberto. Vedi PM) .Un po’ di leggerezza e speranza. Ne abbiamo bisogno. Approfitto per farti i complimenti. Messa nella lista per Babbo Natale Chissà?
Il Corona virus ha ovviamente connotazioni partitiche, come l’ambientalismo, l’editoria, l’edilizia, certi sport e la pesca facilitata alla trota. Quest’ultima, assieme al gioco degli scacchi (politicizzato dai tempi di Kasparov e Fischer o forse prima), è da considerarsi sport o che cosa, secondo voi?
Io non li ho votati di sicuro!!
E comunque anche ci fossero stati gli altri, su quelle poltrone, sarebbe stata più o meno la stessa cosa.
@Geri (58) Grazie per la risposta. Il tuo parere mi e’ chiaro fin dall’inizio. L’esempio di quanto hai estratto dal Corriere, nell’interpretazione che tu ne dai, puo’ certo essere letto come una disinvolta imprecisione giornalistica, basata per altro sui dati trasmessi dalle autorita’ sanitarie. Ribadisco pero’ che la tua interpretazione parte dal pregiudizio di poter distinguere tra positivi al test malati e non malati. Questa distinzione dovrebbe essere basata su una diagnosi complementare al test molecolare, che dovrebbe sbrogliarsi nell’ampia casistica di asintomatici, pre-sintomatici, pauci-sintomatici e sintomatici, molto distante da un ben distinto bianco/nero. E’ ovvio che tale diagnosi e’ indisponibile per un’ampia, forse maggioritaria frazione dei contagiati. Ma non solo non e’ disponibile, non e’ neppure utile, dovendo comunque trattare anche gli asintomatici nelle categorie da sottoporre quanto meno ad isolamento.
Semmai sarebbe importante, per fornire alla gente un idea realistica della gravita’ della situazione, il numero dei positivi ricoverati ( la Francia lo da’ quotidianamente ).
In buona sostanza, si affida al test molecolare il compito della diagnosi: positivo=malato, negativo=sano. Ovviamente, come del resto anche per le diagnosi effettuate da umani ( medici ), si avra’ una certa percentuale di risultati errati. La “guarigione” e’ definita consistentemente. Tutto qui. Come gia’ detto, e’ una questione semantica ma ha una sua ratio non solo convenzionale, visto l’ampio spettro di sintomi e la variabilita’ della loro intensita’. Non dovrebbe scandalizzare, ne tantomeno fare gridare al complotto, ai dati falsi, gonfiati, e tutte le varianti piu’ o meno demenziali che si possono leggere nei commenti. E pur riconoscendo che le variazioni giornaliere sono influenzate dal numero di tamponi effettuati, gli aggregati settimanali sono ben descrittivi di come evolve l’epidemia. La pendenza della curva dei contagi, per quanto si ritengano parziali i dati, si riflette con tutta certezza in quella dei ricoveri.
Infine: sicuramente, e logicamente, si tratta di cifre raccolte per difetto piu’ che per eccesso. Spiegatemi chi e quale interesse puo’ avere ad annunciare piu’ contagiati di quanto in realta’ non ci siano. Semmai, ovviamente, il contrario…
Fuoriluogo con i commenti in corso ma solo fino a un cero punto.
Manca sempre l’informazione che il sistema immunitario è il vero scudo a questo e a tutti i virus nonché patologie, manca l’informazione su come agire per favorire il suo potere.
Manca sempre la valenza patogena dei sentimenti e delle emozioni negative, il loro potente potere inibente nei confronti del sistema immunitario.
Oltre che i ciarlatani, ora lo dice anche la Pnei (vedi).
Vi ricordo che i governanti nazionali appartengono ad un governo di centro-sinistra… rivolgete a costoro tutte le domande che volete, ma ricordatevi che se stanno su quelle poltrone è grazie ai vostri voti. La domanda chiave è come mai voi li avete votati (anche indirettamente, attraverso i parlamentari che avete contribuito ad eleggere). Non vi piacciono questi governanti? Bene, cambiateli: chi ve lo impedisce? Eppure anche le recenti elezioni amministrative dimostrano che la popolazione predilige governanti “sceriffi” (da Del Luca a Zaia). Anziché andare a fare le pulci se questo o quel numerino sia fondato o meno, chiedetevi come mai la popolazione ha “desiderata” diversi dai vostri. PS: gira voce che, per decisione del governo nazionale, già dalla prossima settimana potrebbe scattare il divieto di spostarsi da una regione all’altra. Se avete amici/parenti/fidanzate che risiedono in altre regioni rispetto a voi, affrettatevi a vederli in questo week end, perché “dopo” non è da escludere che li vedrete solo su Skype anche per mesi e mesi. Buona giornata a tutti!
Rispondo assieme a Carlo e Giuseppe poi la pianto lì perché mi sono rotto i coglioni.
Se non sai a chi vengono fatti i tamponi, come vengono fatti, come vengono contati, ecc. semplicemente il numero dei tamponi è un dato inutile. Come inutili e non indicativi sono i numeri derivati, positivi o negativi che siano. In altre parole se ieri ho fatto 100000 tamponi di cui 1000 positivi e oggi 150000 di cui 1500 positivi, non significa che i malati sono aumentati del 150% (ovviamente i numeri sono ab minchiam).
Se non sai come viene scelto chi entra in terapia intensiva, non sai perché hai riempito le terapie intensive: infatti a febbraio le terapie erano piene di gente per errore di cura, gente che 3 mesi dopo non hanno più messo in terapia intensiva.
Molti, moltissimi (e comunque troppi) dei morti dei mesi passati sono stati fatti perché mandati in quarantena nelle case di cura…un po’ come cercare di limitare un incendio mettendo mucchi di materiale infiammabile. Però non si conoscono i numeri e quindi cosa puoi dire a riguardo?
E’ notizia di oggi che il presidente dell’Accademia dei Lincei, G. Parisi, afferma che se non hanno dati non è possibile agire in maniera corretta e che al momento attuale non si solo non si hanno, ma non si sa nemmeno se vengono raccolti. E’ quello che sta dicendo da un po’ il pirla che scrive.
Invece c’è qualcuno che pretende di sapere quale approccio è sbagliato e quale sia la variabile chiave e cosa capirò o non capirò mai.
A prescindere.
Non è un grosso problema finché questo qualcuno si chiama Carlo Crovella, ma lo diventa quando la stessa posizione è assunta da medici, politici e tutti i media e su questa base prendono decisioni, governano, curano, influenzano l’opinion e pubblica.
Io questo odio, combatto e contesto. Crovella ritiene non solo ragionevole, ma necessario continuare con questa posizione.
Padronissimo, ma io credo che nemmeno lui possa essere d’accordo con le cose già fatte da questo tipo di gestione, tipo vietare le autopsie, bruciare i cadaveri, mettere i malati nelle RSA o anche solo affermare “le mascherine sono inutili perché non ti proteggono” (e si potrebbe continuare a lungo).
Ma i pregiudizi (che sono i giudizi prima di conoscere i fatti) sono diventati “analisi oggettive” e quanto sopra citato viene dimenticato (perché metterebbe in questione il pregiudizio), mentre non si sente affatto il bisogno di dati o analisi nuovi o più approfonditi, non si deve nemmeno dire che bisogna essere convinti, perché questo non serve certo al pregiudizio.
E allora avanti così, mettiamo le mascherine per strada (dove non servono a nulla) ma non parliamo della medicina sul territorio, facciamo un costoso ospedale in fiera, ma non assumiamo i medici per farlo funzionare, chiudiamo le scuole e la peccaminosa movida, ma non nominiamo nemmeno la possibilità di sostenere gli anziani a casa.
Però noi sì che siamo i veri cittadini, perché marciamo al passo offrendo i nostri petti come baluardo alla Patria…ah no, questo era l’altra volta, adesso, invece:
“Siamo responsabili e facciamo quello che la tragica situazione creata dal maledetto virus impone a tutti coloro che hanno Coscienza Civile.”
secondo Crovella, tutti quelli che si fanno delle domande e non prendono alla lettera, non beccano dove gli altri sputano, tutto quello che gli viene propinato dall’informazione come se fosse vangelo, dalla politica come se non avesse interessi di parte, come se fosse sempre linda e immacolata, non sono dei buoni cittadini ma anzi sono dei sovversivi, egoisti, individualisti e irresponsabili.
Ma quando, chi ha le responsabilità di condurre il paese ed è anche profumatamente pagato per farlo, gli verranno contestate le cazzate, le mancanze, i giochini che hanno portato, ad esempèio, alla rovina della sanità pubblica?
Possibile che tutti i problemi e le responsabilità di quello che accade vengano sempre e comunque rovesciate, scaricate sulla cittadinanza e non su chi decide…?!?!?
Matteo (@88), volevo dire che sarebbe meglio evitare di partire dalle conclusioni (le nostre interpretazioni) per ottenere gli assunti (i numeri).
Pure io sono d’accordo con Geri sul significato probabilistico che hanno i positivi al tampone (aggiungerei che la probabilità dipende non solo dalla specificità del test, ma anche dalla classe di persone sottoposte ai tamponi – mi aspetto che sia molto alta, ad esempio, nei sintomatici).
Ma questo rende falsi i numeri dei positivi al tampone che vengono diffusi da più parti ?
O piuttosto sono le nostre differenti interpretazioni che possono eventualmente essere false ? (Ma preferirei usare il termine discutibili)Quanto alla mole del cigno o del passero, al di là di numeri ingigantiti o meno, io un altro periodo con le terapie intensive e i posti letto negli ospedali ai livelli di occupazione di marzo/aprile scorsi proprio non me lo ricordo. Nemmeno negli anni della peggior influenza stagionale.
E tu ?
E’ proprio errato il tuo approccio. Non è che ti devono convincere gli altri, ma ciascuno di noi dovrebbe giungere alle corrette conclusioni comportamentali opportune in questo quadro. La variabile chiave è se possiedi o meno il senso del dovere verso la collettivita’: se ce l’hai, tu da solo maturi le convinzioni da me citate, se non ce l’hai, non le capirai mai. Il punto è che posizioni ribelli come la tua affossano il quadro difficile anziché alleggerirlo e quindi richiedono maggiormente il pugno di ferro delle autorità. Se la gente capisse da sola e ne stesse più ritirata, non ci sarebbe necessità di imporre il coprifuoco. Invece lo si deve imporre d’autorita perché le cose non le maturate da soli dentro di voi. In pratica (tu e tutti quelli che ragionano come te), vi autocondannate al ruolo di sudditi, perché dimostrate che non siete, da soli, dei cittadini responsabili. Lo dico senza volontà offensiva nei tuoi confronti, ma è la conclusione di un’analisi oggettiva.
Guarda Carlo, molto semplicemente o mi convincono o mi costringono; e alla TV ho smesso di credere da mò.
Sono molto lontano dall’essere convinto, ma non vedo nessuno che provi a farlo (il lavaggio del cervello tramite media è l’esatto opposto)
Crovella, te di quale regime sei suddito?
Caro Giuseppe, non capisco bene cosa tu voglia dire, però il problema a me pare che sia proprio sui numeri.
Gli unici numeri forniti (e con grande enfasi) sono quello dei positivi ai tamponi e dei morti del giorno, che sono come minimo poco utili, come brillantemente spiegato da Geri. Ma molto ansiogeni.
Gli altri numeri sono aggiornati al 5 maggio (Ei fu siccome immobile…piuttosto a proposito!) e comunque nessuno ne parla o li analizza.
Però si impongono obblighi stupidi (mascherine all’aperto), probabilmente inutili (chiusura scuole) e vessatori (chiusura dei locali alle 21, perché fuori ci sono assembramenti).
Inoltre si opera attivamente per chiamare in causa tutti, perché tutti si sentano colpevoli se non si uniformano e perché vengano controllati e censurati dalla riprovazione sociale e dalla delazione.
Probabilmente sono stato (negativamente) impressionato dal commento 30. Lo leggo come la conferma di un modo di ragionare individualista (“egoista” nella mia accezione): “io non rischio quasi niente dal Covid e quindi non mi vaccino”. Non è l’approccio giusto. Bisogna invece che tutto ragioniamo in questo altro modo: “ciascuno faccia tutto quello che serve a stroncare al massimo la circolazione del virus” (il motivo tecnico e’ nelle dichiarazioni di Zaia di ieri sera, non le ripeto). Quando ci sarà il vaccino, l’ “obbligo” morale di tutti sarà quello di vaccinarsi, a prescindere dal proprio rischio individuale. Nell’attesa del vaccino (a mio parere almeno un annetto ancora, in termini di diffusione capillare fra la popolazione), per stroncare la diffusione del virus dobbiamo auto imporci del lock down personali, cercando di minimizzare/azzerare i contatti, limitandoli agli incontri “necessari” (lavoro, familiari stretti ecc). Le statistiche, sulla cui fondatezza vi scervellate profondamente da giorni non sono e non devono essere la bussola della nostra vita. Proprio ieri sera in TV ho sentito che la variabile chiave è che non dovremmo incontrare in termini privati (al chiuso e a un metro) più di 15 individui ogni giorno. Dobbiamo autolimitarci (es rinunciando alle serate in birrerie) non per evitare di stare male noi, ma per evitare la diffusione del virus. Chi viene contagiato e, non appartenendo alle categorie a rischio magari asintomatico oppure ha sintomi molto tenui, e’ però veicolo di diffusione. È questo l’elemento chiave. Dobbiamo tirare il freno a mano sui ns contatti non necessari il tutto per alleggerire l’intero sistema socio-economico (non solo quello sanitario in senso stretto). Questo è un approccio “responsabile”, invece continuare a fare polemiche e ribellioni alimenta solo la propensione propria e magari di altri a “girare”, con fenomeni esasperati come nell’estate scorsa (bello il riferimento agli asini di Cavour). PS: dal mio punto di vista, ovvero che sguazziamonostro malgrado nel regime del diffuso egoismo, chi assume posizioni individualiste ed egoiste è ” suddito” del regime dell’egoismo. Ognuno hai i suoi padroni. Buona serata a tutti!
Essendo la nostra interpretazione sicuramente corretta, se i numeri non vi si adattano ne consegue che i numeri devono essere falsi (ingigantiti o minimizzati, a piacere).
Da questo assunto discendono numerosi corollari.
“Il nostro sistema sanitario non riesce a gestire la routine + il cigno nero quando quest’ultimo si ingrossa e qualcuno, innocente, ne paga le conseguenze.”
Proprio per questo mi viene da contestare questa gestione e polemizzo con gli utili portatori d’acqua, i corifei e il coro del tutto andrà bene.
La cosa si aggrava poi se viene il sospetto che il cigno nero sia al massimo un passero un po’ grasso, ingigantito ad arte e preso a scusa per continuare a fare quello che si è sempre fatto!
Matteo. Uso italianizzandolo un motto piemontese che Carlo conosce bene. (Vantaggi di noi meticci) Gli asini di Cavour, se nessuno li loda si lodano da soli. Noi abbiamo fatto come gli asini di Cavour questa estate. Il nostro sistema sanitario non riesce a gestire la routine + il cigno nero quando quest’ultimo si ingrossa e qualcuno, innocente, ne paga le conseguenze. Era difficile pensare che questo governo, per diversi motivi, riuscisse a ribaltare la situazione in cinque mesi. E adesso siamo di nuovo qui a dover fare delle scelte tra una conseguenza o l’altra, dei trade-off come dicono pomposamente gli economisti accademici. Il problema riguarda chi sta in alto ma anche ciascuno di noi nel suo piccolo. Il problema dell’ubbidienza all’autorita’ per me, come per molti altri che appartengono ad un certo filone di pensiero e azione è un non problema. Condivido il tuo approccio critico e anche un po’ ribelle. La propria coscienza è in realtà un deterrente ben più severo di qualche ghisa o caramba o pulotto , come si diceva una volta, che ti multa se non rispetti una norma. Non abbiamo avuto paura quando sparavano i candelotti ad altezza uomo, figurati adesso, anche se il livello di testosterone e quindi di aggressività è decisamente calato. Stammi bene.
Ormai è diventata una babele di commenti che s’intrecciano fra loro senza un filo logico.
Proposta per l’amministratore, forse si dovrebbe cominciare ad ipotizzare una griglia in stile Facebook che consenta di seguire dei filoni di commenti.
In ogni caso sarebbe il caso di riportare l’attenzione sul titolo dell’articolo “Numeri e contagi falsi, morti veri: che fare?”. Il problema è che ci troviamo di fronte a numeri falsi che però hanno dei risvolti veri in termini di morti, ospedali sotto pressione, ecc..
Credo che a questo punto, come già scritto da Geri, proseguire con la logica dei tamponi a man bassa, di cui noi italiani siamo stati dei veri campioni andando a tamponare anche il non necessario, abbia veramente poco senso.
Ciò che forse si sarebbe dovuto fare nel periodo per così dire morto era rinsaldare le fila delle forze armate, leggasi operatori sanitari e strutture sanitarie, sia in termini di personale sia in termini strutturali e logistici, dando vita, per es., a delle strutture intermedie sparse sul territorio al fine di evitare la possibile Caporetto ospedaliera.
Invece stiamo andando avanti da mesi ad isolare persone sane, sulla cui contagiosità non vi sono nemmeno certezze scientifiche, e a tormentare le persone fino all’esaurimento con le note conseguenze economico sociali.
Forse sono io a non vedere il disegno occulto ma a me pare ci sia molto pressapochismo.
Carlo, chi ha più senso della collettività, chi scatta sull’attenti e marcia al passo perché siamo in una situazione di emergenza o chi vuole verificare dell’esistenza l’emergenza? Erano più umani i socialisti francesi che si sono schierati con lo stato nel ’14 o quelli tedeschi che avrebbero voluto opporre un rifiuto la guerra?
Sono più vecchio di te, non sono dalla parte dei “forti e vispi”.
Ma rifiuto di mandare il cervello all’ammasso solo perché è stato creato il panico e tutti strillano “siamo rovinati, moriremo tutti”
Mi rifiuto di essere suddito in una dubbia emergenza e pretendo di essere trattato come un cittadino: convincimi e sarò il primo, obbligami e sarò una spina al culo!
@76: si vede che mia madre aveva “torinesizzato” la canzoncina, in effetti “testa plà” è termine piemontese… ma come al solito vi incaponite su stupidaggini collaterali (che rilevanza ha la fonetica? l’importante è il messaggio del contenuto ideologico)… I tuoi ragionamenti mi lasciano basito per l’ego-ismo (come scrive Pasini) smisurato che li alimenta. Egosimo per individualismo o per egotismo, sono tutti sinonimi. Intendiamoci: non fai nulla di costituzionalmente vietato, semplicemente sei privo di quello che io chiamo il senso del dovere verso la collettività e che ho descritto in un precedente intervento. La diffusione di questo egoismo è il vero male della nostra società e la constatazione di quanto sia diffuso mi amareggia profondamente. Tra l’altro, prudenza impone di non essere spietati (“s” privativa di pietas nel senso latino del termine), perché, come ho già scritto ieri, adesso sei dalla parte dei forti e dei vispi ma domani… potresti trovarti nei passi di Testa plà… Non è un malaugurio, ma una valutazione prudenziale.
Matteo. Effettivamente anch’io mi chiedevo quale fosse la lingua della nonna di Crovella. Però bisogna raccontarla tutta a Carlo. Parte da lontano, dal Caravaggio, dietro c’è roba piccante e si passa anche per Mussolini. Dai che la vita “la va avanti e indre’”.
https://www.alessandrorobecchi.it/index.php/202008/la-crapa-pelada-del-duce-e-la-peppa-che-amo-caravaggio/
Non penso che la perplessità sul vaccinarsi abbia a che fare con l’egoismo, E’ una argomentazione fuorviante spesso utilizzata per mettere a tacere chi solleva il dubbio.
Personalmente mi pongo il problema più per mio figlio che per me stesso.
Il dubbio nasce dai grossi interessi economici e propagandistici che ci sono a monte e nella poca chiarezza.
Perchè se il covid può essere ripreso una seconda volta vaccinarsi dovrebbe metterci al riparo dal virus? ( e lo domando da ignorante in materia).
Siamo sicuri che non sarebbe sufficiente vaccinare le persone maggiormente a rischio? Quanti sono coloro a rischio che potrebbero veramente condurre una vita “normale” se tutti gli altri si vaccinassero?
Quanta serietà c’è nel preparare i vaccini e quanta nei controlli fatti sulla composizione dei medesimi da parte di veri organismi “super partes”?
Se veramente questo vaccino, come qualunque altro, fosse veramente la soluzione ottimale al problema, basterebbe ci fosse più serietà nel trattare l’argomento e nel dare spiegazioni approfondite alle persone.
Invece come al solito l’interesse maggiore è dividere nelle due classi: pro e contro e iniziare a insultarsi dandosi dell’egoista piuttosto che del pecoron
Antono, 66, le mie fisse non le condivido neppure io.
Le considero prospettive traguardabili con gli elementi in campo.
Perché non considerarle?
Oppure siamo tutti innocenti, trasparenti, innocui, senza debiti, senza interessi, senza scheletri, al punto da permetterci di dormire sonni tranquilli?
Chi dice che non sia in essere una sorta di piano Marshall: aiuti in cambio di complicità.
Di cosa?
Per esempio a fare da cavia vaccinale; a testare il livello di accodiscendenza popolare raggiungibile; a testare progetti per il problema demografico; a distrarre dalle questioni sociali esiziali (disoccupazione, povertà, fatiscenza dei servizi e delle infrastrutture, indisponibilità economica tendenzialmente perdurante se non permanente per qualsivoglia ripresa che con sia elitaria, sovranità azzerata, totale dipendenza da terzi, forza politica nazionale e internazionale senza peso, problema ambientale che da primario quale dovrebbe essere è nella bocca di chi ci parla e mai nei fatto se non con la balla del sostenibile e equipollenti).
Chi ha interesse a mantenere il sistema capitalistico, chi è dedito al vortice della tecnologia, del progresso, della produzione, dell’accumulo ha fatto e farà di tutto per tenere le redini delle sue pariglie.
Con piccole correzioni, continua a farci credere che di meglio non ci sia. Senza naturalmente farci presente il prezzo umano, ambientale, spirituale bruciato nelle sue fornaci.
Da precisare che il 6% corrisponde a quattromilioni di Italiani e non a 400.000 ed è, secondo me, una stima veritiera dei casi attualmente positivi in Italia, a questi vanno aggiunti tutti i casi che risultano negativi ai tamponi perchè nei giorni e nei mesi passati il virus lo hanno già avuto, che statisticamente dovrebbero essere almeno altrettanti e si va verso almeno 12 milioni di persone che il virus lo hanno già avuto se rapportiamo i casi letali a questa cifra il rapporto di Mortalità è poco di più di una semplice influenza, quindi cautela e attenzione ma nessun allarmismo, i numeri sono falsi e almeno comunicati in modo sbagliato e non e capisco la ragione.
“I ragionamenti di Matteo mi lasciano basito. “
Non so a cosa ti riferisci, ma mi sa che non hai capito bene
Comunque tua mamma ricordava maluccio la lingua nativa: “Crapapelada la fà i tortei/ ghe ne dà minga a so’ fradei/so’ fradei fà la fritada/ghe ne dànn minga a crapapelada”
https://www.youtube.com/watch?v=qckWhsw-RZM
Errore, l’ “ ego-ismo” è la categoria dello spirito alla base dell’opzione tre….mi dispiace per le capre che ci andranno di mezzo ma….
Per Matteo, commento 69.
Esiste anche il fenomeno dei cosiddetti ricoveri sociali, cioè dei ricoveri di persone che per ragioni di età, indigenza, ecc. vengono ricoverate sebbene non in gravi condizioni. Si tratta di persone che se avessero un tetto sopra la testa, qualche familiare in grado di assisterle, ecc. potrebbero essere curate a casa.
D’altronde questo fenomeno è facilmente riscontrabile anche in situazioni normali, basta recarsi in un pronto soccorso qualsiasi e vedere chi si trova lì.
Continuando a scavare chissà quante cose salterebbero fuori.
Attenzione: non ho detto che è SOLO colpa di chi se ne frega, né dico che tutta l’umanità è composta solo da gente che se ne frega. Sottolineo, con amarezza, che l’approccio arido e individualista è oggi molto esteso, anche se non raggiunge i 100% degli individui. Questa estensione è in ogni caso un ostacolo in più all’obiettivo specifico di stroncare la circolazione del virus. I ragionamenti di Matteo mi lasciano basito. Non intendo minimamente impostare una polemica nei suoi confronti (e di chi è animato da pari ragionamenti), né voglio esprimere una “condanna”, dico solo che sono disorientato che oggi ci possano essere in giuro ragionamenti di questo tenore. Personalmente sono molto amareggiato dal fatto che la società si sia imbarbarita verso questo stadio di insensibilità nei confronti dei superiori interessi della collettività. Io sono stato educato (nella regal Torino sabauda) al motto “prima il dovere e poi il piacere” e vedere che oggi il “piacere” (inteso come interessi individuali e ragionamenti individualistici) è sistematicamente anteposto al senso del dovere” mi scombussola completamente. Mala tempora currunt! A mio parere questa è la vera “epidemia” di cui soffriamo oggi (ribadisco a livello planetario).
Anche per stemperare il clima emotivo, mi concedo una piccola parentesi di alleggerimento. A chi ha poca sensibilità verso i concittadini in difficoltà già effettiva o potenziale (esempio: i milioni di disoccupati che potremo vedere affamati per strada dal 1 gennaio in poi) cito una canzoncina milanese che mi snocciolava sempre mia mamma (nata a Milano e lì vissuta fin dopo i 20 anni): “Testa plà fa i fidei, gnanca diane a so fratei. So fratei fan la frità, ganca daine a testa plà”………………………..
Giuseppe, mentre scrivevo, Carlo ti ha in qualche modo risposto per interposto Zaia.
Quindi adesso il problema non sono i morti per Covid, ma quelli a cui sono negate (o differite) le prestazioni essenziali per altre patologie.
Bene, così non passo per un crudele uccisore di vecchietti.
Male invece se la soluzione passa sempre per il mio sforzo, il mio sacrificio e il VACCINO, che come dice Trump sarà pronto prestissimo, forse anche prima delle elezioni se lo votano, senza che nessuno possa permettersi di mettere in questione la gestione e la politica.
Non potrebbe essere che sia il caso di invertire la tendenza degli ultimi 30 anni e aumentare l’investimento pubblico in medici, infermieri e strutture (e magari pretendere la restituzione di un qualcosa dai privati che abbiamo largamente foraggiato)?
Fare una terapia intensiva diciamo “basic”, ad hoc per i malati Covid non dovrebbe essere troppo difficile, lungo o costoso e c’era qualcuno che parlava di 30000 medici disponibili sul mercato; credo ne basterebbero molti meno…
Però non è che puoi offrire loro un tozzo di pane a tempo determinato e come minimo devi impegnarti a tenerli anche a emergenza finita.
Ma spendere poco e offrire lavoro stabile non conviene ad alcuni, …e se non ci sono dati e analisi serie non puoi nemmeno dimostrare o contestare.
E purtroppo ci sarà sempre qualche terrorizzato solone, vittima impressionabile della mancanza di informazioni serie, che parla di impoverimento della società, di egoismo e chiami a stringersi a coorte per il bene di tutti. Sostenendo così il bene di qualcuno.
Per Crovella. Caro Carlo, malati, morti, depressi, disperati fanno tutti parte della categoria “Dolore”. Quando ero giovane andava di moda tra noi ragazzotti di belle speranze un libro del marxista-freudiano Herbert Marcuse “Eros e civiltà “. Marcuse,rifacendosi a Freud, diceva in sintesi che la civiltà implica un certo livello di repressione delle pulsioni, ma poi le civiltà si differenziano per la quota di “repressione aggiuntiva” che fanno pagare agli uomini per garantire loro sicurezza e benessere. Lo stesso si potrebbe dire del Dolore. Assodato che una certa quota di Dolore fa parte della vita, il cigno nero che abbiamo incontrato inaspettatamente in un’epoca di relativa sicurezza fisica e di costante allungamento della vita media ci pone di fronte al problema classico di quanto Dolore “aggiuntivo” siamo in grado di tollerare per mantenere la giostra in funzione. Qui ci si divide. Qualcuno pensa che grazie al debito si possa salvare capra e cavoli, qualcuno dice che per salvare un po’ di capre si può rinunciare a qualche cavolo con politiche redistributive, altri che per salvare i cavoli bisogna rassegnarsi a perdere qualche capra “aggiuntiva”, infine qualcuno pensa che sia l’occasione per cambiare tutto il sistema nel quale vivono le capre e si coltivano i cavoli. L’egoismo di cui parli tu è la base soprattutto dell’opzione due. Vedremo ( se ce la caviamo) quale opzione prevarrà. Non si accettano scommesse, anche se sono permesse previsioni.
Concordo sulla prima parte dell’analisi di Carlo (commento 68), anche perché Zaia l’ho sentito anch’io.
Vorrei ricordare che questo problema lo si conosce comunque fin dall’inizio solo che nel marasma generale lo si è dimenticato o si è fatto finta di dimenticarlo.
Non concordo invece sulla seconda parte dell’analisi perché Carlo continua a sostenere che la colpa è di chi se ne frega, la qual cosa trova solo parzialmente riscontro in quanto a fronte di una minoranza becera esiste una stragrande maggioranza di persone disciplinate le quali però rischiano di essere parte attiva e passiva nella circolazione del virus semplicemente perché devono campare, non potendo fare a meno di lavorare in condizioni a rischio e di utilizzare mezzi pubblici stipati come sardine.
Insisto, avrò anch’io le mie fisse, ma ribaltare anche solo ideologicamente tutta la colpa sulla popolazione che non fa il proprio dovere non è solo fuorviante ma addirittura offensivo. Personalmente uso la mascherina ormai anche quando non è necessario, non foss’altro per evitare lo sceriffo di turno animato da sacro zelo, cerco di evitare gli autobus pieni, di fare spesa quando c’è meno gente, conduco una vita sociale minimale anche in situazioni normali perché non amo il casino, ma che cacchio devo fare di più? E come me tantissima altra gente!
Però quando penso che molti ospedali erano alla canna del gas anche prima del Covid, che bastano pochi malati Covid in terapia intensiva per mettere in crisi una struttura ospedaliera, che i medici di base continuano a non avere gli strumenti di protezione idonei, che sono stati presi dei ventilatori (mi pare) inutilizzabili perché le istruzioni sono solo in tedesco, che in certe regioni i posti in terapia intensiva non sono stati significativamente aumentati, che le assunzioni del personale sanitario non sono state fatte, cosa cavolo devo pensare? Che la colpa sia solo dell’egoismo delle persone che fanno la movida? Ma per favore.
Roberto, probabilmente non sono stato chiaro e ci riprovo.
Non sto contestando la risposta alla pandemia e nemmeno le singole azioni/obblighi imposti come tali.
Sto contestando il metodo comunicativo basato su informazioni carenti, scorrette e evidentemente allarmistiche e ansiogene, mancanza di dati e analisi serie e la conseguente imposizione di dictat dall’alto.
E’ una strada intrapresa praticamente dal primo momento (ricordate i due quad sulla spiaggia di Rimini e gli inseguimenti in elicottero degli escursionisti in Trentino? Ma sopratutto ricordate gli unanimi osanna/deplorazioni dei media?) e che continua a essere tenuta in vita e oserei dire con pervicace accanimento terapeutico, perché al momento non c’è crisi né allarme.
E’ una cosa che ho denunciato da sempre su questo blog, perché è il metodo con cui si trasformano i cittadini in sudditi.
Non sono certo uno sterminatore di vecchi, non ho sostenuto che debbano esser lasciati morire.
Non ho la competenza e la conoscenza per dire cosa si dovrebbe e cosa si potrebbe fare…In realtà non so nemmeno come sia fatto, su cosa si basi e come funzioni un reparto di terapia intensiva.
Però mi pare che manchino i dati oggettivi perché qualcuno possa studiare una strategia efficace che non sia pura reazione agli eventi e applicarla.
Solo un esempio: se non so l’età media dei ricoverati in terapia intensiva e la percentuale di sopravvivenza (magari per classe di età) come faccio a decidere chi è ragionevole ricoverare e chi no? Se non mi sono accorto che sopra i XX anni la terapia intensiva è inutile, occuperò inutilmente un posto per tot giorni, condannando qualcuno solo perché arrivato dopo.
Ma, ribadisco, se (e sottolineo se) il problema sono gli anziani con patologie, mi pare assurdo ritenere che la panacea sia chiudere le scuole d’infanzia e i bar alle 21; così non affronti il problema e di certo non lo risolvi : speri solo che funzioni, magari solo per diluizione nel tempo.
Io temo che vi focalizziate tutti (qui sul Blog ma anche fuori di qui) su un “falso” problema: quello dei quanti morti da Covid o di altri pèroblemi conseguenti quiali il rapporto fra i morti 40enni e quelli 80enni ecc ecc ecc. C’è ANCHE quel tema, ma il vero problema del Covid è un altro. Ne ho avuto conferma da quanto affermato ieri sera alla TV (TG2 o meglio il programma di approfondimento che c’è subito dopo il TG2, verso le 21). Ha parlato Zaia, Presidente Veneto, e ha detto che il vero problema del Covid è che “riempie gli ospedali, di persone che, poi, in gran parte per fortuna guariscono”. Quindi il problema NON sono i morti, statisticamente pochissimi, ma i ricoverati, che, mentre sono in un letto di ospedale, lo tolgono ad altri concittadini che hanno altre patologie completamente indipendenti dal Covid (malati oncologici, cardiopatici, diabetici oppure individui reduci da incidenti ecc ecc ecc). Zaia ha confermato che gli ospedali sono ingolfati, perché tutti concentrati sull’emergenza Covid e non hanno spazio (fisico e attenzionale) verso gli altri concittadini. Ecco perché dobbiamo stroncare la diffusione del Covid.
Oggi la diffusione del Covid la possiamo stroncare attraverso l’alleggerimento dei contatti sociali (nelle diverse intensità: lockdown duro, coprifuoco, auto-lockdown), domani vaccinandoci tutti. Auto-limitarci oggi e sottoporci al vaccino domani, nonostante lo scarsissimo rischio individuale di stare male in prima persona, corrisponde alla presa di coscienza di un senso del dovere verso gli interessi della collettività. Purtroppo manca totalmente tale senso del dovere. Gira e rigira sempre lì caschiamo: l’attuale modello sociale si è inaridito, si guarda solo alla propria realtà individuale, nessuno è disposto a automimporsi un seppur minimi sacrificio personale in nome del non far star male qualche altro concittadino. Io questo lo chiamo “egoismo“, sarà un uso improprio del termine, ma ora la questione NON è lessicale, ma sostanziale. Chiamatelo come volete (individualismo, egocentrismo, egostismo…), ma la sostanza è quella descritta. Viviamo nel regime dell’egoismo: non c’è un manovratore, inteso come espliciti poteri forti che dall’alto manovrano i governanti. Il regime è che c’è l’egoismo della massa che giorno per giorno condiziona, attraverso il consenso o meno, le decisioni di chi sta al governo. E’ un problema planetario (non solo italiano) e coinvolge esponenti di destra e di sinistra, perché l’egoismo è trasversale, è peggio della gramigna, è il vero cancro della nostra società.
Matteo, grazie per il link.
Però nel documento non c’è scritto che “solo la metà di questo aumento è attribuibile al Covid“, bensì che “il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19“.
Non mi pare la stessa cosa, perchè potrebbe voler dire, ad esempio, che sia stata diagnosticata solo la metà dei morti effettivi di Covid-19.
Oppure che metà dei morti in eccesso sia per patologie non-Covid, ma vada attribuita al sovraccarico delle strutture (comunque sempre causato dalla Covid).
Lo stesso documento prospetta diverse ipotesi.
A quali altri eventi verificatisi nel periodo esaminato ma non legati (direttamente o indirettamente) alla Covid-19 possono riferirsi, secondo te, i morti in eccesso ?
Il commento 59 di Roberto Pasini è molto equilibrato e comprendo anche i dubbi di Matteo (commento 61), che sono poi i dubbi di molti, e Geri sta’ facendo come sempre un ottimo lavoro divulgativo.
Lorenzo ha le sue fisse e anche se non condivido tutto ciò che dice non disdegno certe sue riflessioni. Rimane però un fatto ineludibile, e mi riaggancio al commento di Roberto, le strutture sanitarie, sebbene non tutte sono, stanno andando o rischiano di andare in sofferenza. Perché?
La risposta potrebbe sembrare ovvia però c’è qualcosa che non torna e allora mi vengono in mente situazioni d’ordinaria follia, se così le vogliamo chiamare, in tempi non sospetti, ben documentata da vari reportage facenti largo uso di telecamere nascoste, in cui si vedono reparti di pronto soccorso praticamente al collasso.
Vogliamo poi parlare dei ritardi cronici coi quali vengono somministrate le visite di controllo e non? Un mio caro amico, gravemente malato da anni, ha postato su Facebook una frase che suonava un po’ così “Anche oggi tre ore di fila per una visita di controllo. D’accordo che c’è il Covid ma dopo 23 anni di questa vita è una cosa che faccio sempre più fatica ad accettare”. Per chi facesse finta di non aver capito, sono 23 anni che il mio amico fa normalmente tre ore di fila per una visita.
A questo punto credo ci siamo già detti, se non tutto, sicuramente una buona parte. Ora, su cone funzionino e su come dovrebbero funzionare gli ospedali e più in generale la sanità bisognerebbe sentire il parere dei medici, e sicuramente avremmo pareri discordanti, ma rimane il fatto che sembra non volerci molto per mandare in tilt un sistema sanitario che presenta evidenti lacune già in una situazione ordinaria.
Ovviamente c’è di peggio, di molto peggio, sicuramente siamo in ottima compagnia, ma discutere di questo credo che ai cittadini gliene freghi il giusto.
Detto ciò, giusto e sacrosanto che ciascuno faccia la propria parte ma diventa dura per un civile, anche solo sul piano della comprensione, sostenere una guerra quando le forze armate sono impreparate ad affrontare il nemico.
Per Matteo. Certamente c’è un’opzione Trump sul tavolo. Facciamo il minimo senza interferire troppo nella vita delle persone e accettiamo il prezzo da pagare. In Italia potrebbero essere alla fine un 100.000 morti “aggiuntivi” , non sappiamo bene quanti poi davvero dovuti al Covid e quanti solo “accelerati”, in gran parte anziani più un certo numero di “sfigati”, selezionati dall’evoluzione per essere “estinti”. Pubblicamente pochi osano dirlo. Qui sul blog c’è stato uno solo, il famoso “sterminatore”di vecchi, ma in privato è un discorso che fanno molti, di solito non anziani o convinti di non essere sfigati, oppure di poter difendersi con la dieta, i fiori di Bach, la meditazione, la mindfulness o la vecchia e sempre valida visita a qualche santuario con annessa candelina da 1 €. I più sgamati sono per la versione meno truce e texana, del tipo “si fa ma non si dice”, ma comunque ci vuole un bel fegato, sia verso gli altri sia verso se stessi. Io personalmente non ci riesco. Ammesso di cavarmela, sono un ottimista e ho sempre condotto una vita sana, avrei qualche problema con lo specchio la mattina quando mi faccio la barba.
Sul rapporto ISTAT del 4 maggio 2020, relativo al primo trimestre dell’anno, che con un po’ di fatica si trova in rete:
https://www.istat.it/it/files//2020/05/Rapporto_Istat_ISS.pdf
Matteo, i 142739 mancanti sono il totale degli attualmente positivi. Segui il link nel commento di Geri e vedrai che li trovi.
Piuttosto, sui morti in eccesso dici: “al massimo solo la metà di questo aumento è attribuibile al Covid“.
Su cosa basi questa affermazione ?
“Ma sopratutto mi fa sospettare che sia in atto non tanto un risibile “progetto” dei “poteri forti” o di indefinito grande fratello, ma una involuzione del pensiero politico, della cultura e del sentire collettivo, che porta alla deresponsabilizzazione personale, al pretendere di lasciare libero il manovratore, ai “tecnici” al comando senza possibilità di controllo, proposta o opposizione.”
Il manovratore è libero da noi ma non dal suggeritore.
Noto con piacere che tutti hanno una opinione basata sul proprio pregiudizio e si discute e ci si accalora senza leggere o prendere in considerazione i numeri, che spesso sono sbagliati o fantasiosi.
Sbagliati, come quelli che ho dato io iersera: è palese che per avere 80 anni di età media dei morti, per un quarantenne che devono esserci 4 novantenni e non 12! (che comunque è un numero enorme!)
O fantasiosi, come quelli del Corriere citato da Geri: se 434449 sono i contagiati, 36705 i deceduti e 255005 i dimessi (guariti), mancano all’appello 142739 persone che se non sono contagiate, né guarite, né morte non so proprio cosa possano essere…il che mette come minimo in dubbio tutti i numeri citati!
Roberto dice: “Poi però i ricoverati e i morti, quelli sono dati reali” e magari ha anche ragione, però pare che nessuno raccolga e tantomeno analizzi i dati con criterio; o perlomeno nessuno ne porta a conoscenza il pubblico.
A me paiono evidenti due cose ed entrambe mi fanno inc*$*!*?*are:
1 – i dati noti sui morti si fermano a maggio (e già questo…) e mostrano che effettivamente c’è stato un aumento di mortalità rispetto ai cinque anni precedenti. Ma al massimo solo la metà di questo aumento è attribuibile al Covid: nessuno parla o si preoccupa di cosa siano m orti e di cosa si sarebbe potuto o si dovrebbe fare per evitare queste morti non Covid in eccesso (e quindi evitabilissime con mezzi normali)
2 – Se fosse confermato che la media dei morti è di ottantenni pluripatologici, ditemi che senso ha chiudere le scuole o i bar, girare per strada con le mascherine e imporre limitazioni agli spostamenti di tutti. Sono dispiaciuto per loro e provo umana simpatia, però per “proteggere” un nonno già malato grave non si può rendere uno schifo la vita dei nipoti.
La concomitanza delle due cose (mancanza di dati e analisi serie e puntuali e leggi che paiono grida medioevali di manzoniana memoria) mi da fastidio come insulto alla mia intelligenza.
Ma sopratutto mi fa sospettare che sia in atto non tanto un risibile “progetto” dei “poteri forti” o di indefinito grande fratello, ma una involuzione del pensiero politico, della cultura e del sentire collettivo, che porta alla deresponsabilizzazione personale, al pretendere di lasciare libero il manovratore, ai “tecnici” al comando senza possibilità di controllo, proposta o opposizione.
E questo mi preoccupa molto
Le persone – tra cui anche qualche medico –, terrorizzate dalla propaganda dei falsi numeri, che altro possono fare non accalcarsi?
Nessuno ha detto loro che tanto si può fare a casa e da soli. Tutt’altro gli è stato detto.
E nella calca la diffusione virale si compie pure meglio.
@ Geri, Govi & Michele. Ho seguito con diligenza e attenzione il vostro confronto perché anche a me piace la precisione e sono interessato, per deformazione professionale, alla costruzione sociale della realtà attraverso la comunicazione, ma ad un certo punto mi sono perso. Penso di non essere l’unico. Provo a vedere se ho capito. Se sbaglio correggetemi. Ho imparato da voi che c’è un gran casino, per alcuni colpevole e anche un po’ truffaldino, per altri solo frutto di confusione lessicale, nel comunicare i dati dei positivi al test del tampone (chiamiamolo così per semplificare). Va bene prendiamone atto e cerchiamo di usare questo dato di base con giudizio e prudenza valutativa, senza sbraitare o farci prendere dal panico o dalla sottovalutazione. Poi però i ricoverati e i morti, quelli sono dati reali, anche se ancora non conosciamo in modo dettagliato il valore in tempo reale dei morti “aggiuntivi”. Tutte le persone che io conosco a Milano che operano nella sanità, sono preoccupate del fatto che i diversi reparti, a partire dal pronto soccorso, si stanno riempiendo di nuovo con malati portatori di patologie Covid 19. E parlo di persone equilibrate, miei coetanei o un po’ più giovani, quindi professionisti con almeno 30 anni di ospedale sul groppone. Può essere che io abbia perso completamente la capacità di fare diagnosi e valutazioni, ma con onestà mi pare di poter dire che non si tratta di fantasie di isterici, paranoici o catastrofisti sadici. Mi dicono che se la situazione dovesse di nuovo precipitare ci sarebbero problemi seri per i settori più a rischio della popolazione. Questo è il problema da affrontare individualmente e collettivamente partendo dalla base della piramide, la diffusione del contagio. Poi possiamo arrabbiarci con i nostri bersagli preferiti per quello che hanno fatto o non fatto ma non ci risolve il problema. Qui Rodi, qui danza amico mio, dicevano gli antichi. Buona notte e buoni sogni, spero tanto. Sembra che il problema Covid stia influenzando l’attività onirica di molti. Stanno studiando il tema. Letto su Scientific American e non su Chi.
per Giacomo Govi (53)
sui “contagiosi impropriamente chiamati contagiati” hai ragione tu: io avrei dovuto scrivere “i contagiosi impropriamente chiamati i contagiati” per far capire che è sbagliato, in quanto l’insieme dei contagiati è ben più vasto dell’insieme dei contagiosi.
tu mi scrivi:
dici che “di solito” i casi si definiscono in modo diverso, ma attualmente la maggior parte delle strutture sanitarie, ovunque nel mondo, non seguono la tua convenzione
E’ vero! ed è proprio questo che crea disinformazione e confusione: in letteratura medica i “casi” sono i “casi rilevati della malattia in questione”, non è una mia convenzione. Va detto che finora il rischio di confusione quasi non si poneva, perchè nelle altre malattie infettive si sapeva che potevano esserci dei portatori sani, ma di fatto li si ignorava perchè se ne ignorava la consistenza. Perciò a nessuno è mai venuto in mente di chiamare “casi” gli infetti, perchè si rilevavano soltanto i malati. Con questa bella trovata di chiamare invece “casi” gli infetti e rilevando con i tamponi gran quantità di infetti, si è creata una confusione enorme.
Se guardi sul corsera di oggi:
https://www.corriere.it/salute/20_ottobre_20/coronavirus-italia-bollettino-oggi-20-ottobre-10874-nuovi-casi-89-morti-e3e5144e-12d4-11eb-85d0-55c1b589a562.shtml
ci leggi:
In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 434.449 persone (+10.874 rispetto a ieri, +2,6%; ieri +9.338) hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, 36.705 sono decedute (+89, +0,2%; ieri +73) e 255.005 sono state dimesse (+2.046, +0,8%; ieri +1.498).
Se prendiamo per buono il dato campano, più del 90% dei positivi al tampone che quindi (con le solite riserve sulla specificità del test) hanno contratto il virus sono perfettamente sani (gli asintomatici) e che senso ha scrivere che i sani sono stati dimessi? Chi legge capisce che si tratta di malati!
Il termine “dimessi” è del tutto falso e proviene dal bollettino ufficiale che però ci aggiunge, fra parentesi, : guariti. Ma un guarito non dimesso sarebbe un malato che è guarito a casa sua senza essere stato ricoverato in ospedale, non un sano che ha contratto il virus e che quindi è un portatore sano che ha continuato a vivere come prima!
Di fatto si disinforma la gente agitando allarmisticamente numeri di “nuovi casi” che non sono nè i nuovi contagiati (che certamente sono enormemente di più) nè i nuovi malati, che non c’entrano niente e che probabilmente sono molti meno.
Spero di essermi spiegato.
@56: non e’ chiaro: pensiamo a proteggere loro. Loro chi?
Poi c’è un discorso diverso che è più generale: bisognacdebellare questo virus in ogni modo per alleggerire il quadro, sennò attività economica di ogni tipo, scuola, sanità e ogni altra cosa resteranno imballate e moriremo di fame. Ogni mezzo per debellare il virus è da mettere in campo. Fra questi anche il (futuro) vaccino. Buona serata a tutti!
Carlo lo so che esistono anche i quarantenni ecc., però con un età media dei deceduti di 80 anni, per un (1) quarantenne sono morti dodici (12) novantenni.
Di questi meno di tre (3) senza altre patologie.
Rimango della mia idea: pensiamo a proteggere loro, non a chiudere le scuole o ha demonizzare la movida
“Per me l’informazione “falsa” e’ tutt’altro che tale ( semmai sono dati da saper leggere) e la truffa ( =”inganno per trarne un qualche profitto” ) certamente non sussiste.”
Già, proprio vero: non viviamo forse nel migliore dei mondi possibili e tutto ciò grazie ai nostri governanti saggi ed illuminati che non bisogna disturbare con futili questioni pretestuose
@48: beh non esistono solo gli anziani pluripatologici. Ci sono i 40enni cardiopatici, malati oncologici, asmatici, diabetici, ecc ecc ecc. Il che non significa che sono in un letto terminale, ma sono persone che si muovono, lavorano, hanno famiglia ecc. In situazioni normali, cioè non Covid, con accorgimenti vari se la cavano e fanno una vita normale. In caso di coinvolgimento nel C9vid potrebbero trascorrere momenti non piacevoli e magari non uscirne. Mi pari più crudele di chi teorizzava lo sterminio di massa… Attenzione che oggi tu sei sano e vispo e quindi ti senti “forte” verso il Covid, ma in un domani potresti scivolare in una di queste categorie di persone con problemi di salute… chi può escluderlo? Allora la stessa ferrea rigidità che tu auspichi oggi, la dovrai accettare anche domani quando magari sarai dall’altra parte del confine. Interrogati: sei disposto? A parte ciò, l’interesse sociale della collettività è quello di stemperare il piu’ possibile la pandemia sotto ogni punto di vista: economico (allontanare ogni rischio blocco attivita’), sanitario (evitare congestionamenti ospedali e strutture sanitarie), sociale (evitare ogni rischio di disordini per licenziamenti ecc)… Penso che la coscienza di un cittadino serio dovrebbe anteporre queste attenzioni alle proprie considerazioni individuali. Oltretutto si tratta di una punturine di 20 secondi (do per scontato che stiamo parlando di un vaccino testato e approvato dalle autorità)… non è che ci si chiederà di fare un mese di febbre continua… sono abbastanza senza parole di fronte ai tuoi ragionamenti, ma ognuno risponderà alla propria coscienza. Ciao!
@ Geri: saro’ io che capisco male ma tu lo scrivi:”Inoltre il numero dei contagiosi, cioè dei portatori del virus…”, “i contagiosi (impropriamente detti “contagiati”)”…
Secondo me in generale fai un buon anzi ottimo servizio, la maggior parte delle informazioni che fornisci sono certo preziose ai piu’. Per questo mi risulta invece sorprendente la scelta di avvitarsi in un’accusa basata su un pregiudizio piu’ che altro lessicale ( dici che “di solito” i casi si definiscono in modo diverso, ma attualmente la maggior parte delle strutture sanitarie, ovunque nel mondo, non seguono la tua convenzione ). Tu hai effettivamente esposto i tuoi motivi, ma riprendendo gli argomenti ben esposti da Michele, credo tu sia in errore. E alla fine la ripetuta polemica basata su un’ opinione ( o forse un’incomprensione ) personale non fa altro che alimentare i gia’ ampiamente diffusi istinti dietrologi e le ansie da regime eterodiretto. Per me l’informazione “falsa” e’ tutt’altro che tale ( semmai sono dati da saper leggere) e la truffa ( =”inganno per trarne un qualche profitto” ) certamente non sussiste. Ma poi chi vorrebbe far credere cosa?
per Giacomo Govi
Confermo la mia accusa di truffa e allarmismo inguistificato riguardo al fatto di presentare il numero di tamponi positivi in modo tale da far credere che quello sia il numero totale di “casi”, termine con il quale comunemente si intendono i malati. Non mi sembra utile ripetere i perchè.
Quando tu scrivi: <Geri … li chiama “contagiosi” se ho capito bene, e rifiuta che siano “contagiati> hai per l’appunto capito male.
Li chiamo “contagiosi” per semplificare. Se dovessi essere preciso dovrei dire che sono risultati positivi ad un tampone, che ciò attribuisce a loro una certa probabilità di essere portatori del virus e quindi una ulteriore probabilità di essere contagiosi. Le due probabilità dipendono dalla specificità del test (che non può essere nota per un test che si usa da poco tempo ma che pare essere non trascurabile, perchè la PCR amplifica anche virus inattivi o loro frammenti) e dalla contagiosità del portatore (su cui ad oggi non abbiamo alcun dato attendibile).
Scusami, ma non è proprio neanche pensabile che “io rifiuti che siano contagiati”: è ovvio che si diventa contagiosi dopo essere stati contagiati.
La necessità di usare termini come contagioso o come portatore dipende dal fatto che non è per niente vero che i contagiati siano contagiosi. Quando si fa riferimento alla famosa indagine ISSS-ISTAT (su cui si potrebbe scrivere un volume intero di critiche) si fa spesso quella confusione, perchè i test sierologici segnalano (con le solite limitazioni) degli anticorpi relativi ad un contagio precedente e danno anche informazioni su quanto possa essere antico il contagio, ma non ci dicono affatto se quella persona è ancora contagiosa.
Si potrebbe dire quasi il contrario, cioè che coloro che risultano contagiati non sono più contagiosi, perchè se un contagiato ha subito il test sierologico è molto probabile che non sia malato (ai sospetti malati si fa il tampone) e quindi che non abbia più il virus. Si può anche quasi escludere che sia stato contagiato da poco e la malattia sia ancora in incubazione, perchè gli anticorpi si formano nel tempo.
Marcello, secondo me puoi stare tranquillo perché, salvo il vaccino non diventi obbligatorio, non rientreresti nelle cosiddette categorie a rischio e nemmeno in quelle che per prime verrebbero vaccinate.
Anche a me la cosa fa un po’ paura però, sempreché non siano state dette delle falsità, i tempi compressi con i quali stanno procedendo le case farmaceutiche derivano anche da fattori non prettamente sanitari. Per es., ho sentito dire che il reclutamento dei volontari per il vaccino contro Ebola ha richiesto un anno di tempo (probabilmente perché con Ebola non si muore al 0,5/1% ma in percentuale di gran lunga superiore) mentre il reclutamente dei volontari per il Sars Cov2 solo tre ore. Se questa informazione fosse vera significherebbe che si è già recuperato un anno rispetto ad altri vaccini.
Io non sono contrario tout court ad un vaccino, anche se preferirei una cura, ma non vorrei né essere il primo né tantomeno subire delle limitazioni agli spostamenti. Se per esempio un tot di stati cominciasse a dire che non entri se non sei vaccinato sarebbe una bella limitazione (ovviamente dipenderebbe dagli stati).
Gli scenari sono aperti e ho sempre fatto una valutazione di rischi benefici, se i rischi sono molto bassi generalmente scelgo i rischi.
Concordo su ciò che dice Roberto Pasini (commento 35), la posta in palio è molto alta e a sbagliare si rischia veramente molto, non solo la faccia.
Cambio argomento ma rimango in tema, cioè sul coronavirus, oggi mentre pranzavo ho sentito un po’ di Zaia in diretta. Diceva che in Veneto, ma è poi così in tutta Italia, il 93,6% dei positivi è asintomatico. Ragioniamo un attimo, stando così le cose significa che una parte del restante 6,4% finisce in ospedale e una parte di chi viene ospedalizzato va in terapia intensiva. Morale, basta una percentuale irrisoria di sintomatici gravi e gravissimi per mandare in tilt il sistema sanitario.
Ieri ho sentito Bertolaso il quale ha chiarito un altro aspetto. Se in una terapia intensiva finisce un malato covid significa che in quel reparto puoi metterci solo malati covid, non ci puoi mettere un infartuato non covid. Pertanto non è solo una questione di posti letto disponibili perché basta un malato covid per far chiudere 10 posti letto o, per meglio dire, spostare quei 10 letti da un’altra parte.
In poche parole basta poco per sprofondare nel caos più totale. Quindi la domanda conseguente è, in che misura vengono scaricate a valle, cioè sui cittadini, le inefficienze a monte? Però secondo la narrazione ufficiale la colpa è dei patiti della movida. Poi ci si domanda del perché la gente s’incazza.
Ma la cosa bella o meglio triste è che molti cittadini credono a spada tratta in questa narrazione farsa, soprattutto quelli che hanno il sedere al caldo e che il 27 di ogni mese vedono lo stipendio accreditato sul c/c. Ma a chi vive di movida, cioè bar, ristoranti, pub, ecc. tutto questo suona abbastanza male e non mi sento di dargli torto.
Belli questi scambi di oggi complice la pioggia. Io avevo fatto riferimento agli interessi ereditari per sfottere un po’ uno spietato angelo sterminatore che si era affacciato sul blog. Il tema è comunque serio e legato a quello delle diseguaglianze. Un articolo professionale sull’aumento dei trasferimenti ereditari di ricchezza, sulla loro concentrazione e sul macato effetto redistributivo della tassazione attuale è uscito proprio oggi su La voce. It
https://www.lavoce.info/archives/70044/le-eredita-degli-italiani-per-pochi-e-sempre-piu-ricche/#.X47ankveBY4.whatsapp
Non dire anarchico così.
@Govi: dimentichi l’opzione più probabile e storicamente spesso già avvenuta: il virus muta e diminuisce di aggressività
@Crovella: insisto: vaccinare 60 milioni di persone perché muoiono anziani pluripatologici non mi pare una scelta ragionevole. Come non è mai apparsa a nessuno ragionevole per le influenze nel recente passato: il vaccino è stato consigliato ai soggetti a rischio (anche se le case farmaceutiche sarebbero state entusiastiche sostenitrici di vaccinazioni a tappeto).
Secondo me -e per me- non cambia poi molto da quella situazione: padronissimo di ritenermi uno sciagurato anarchico nichilista e antisociale
Cominetti, il mio voleva essere un discorso generale. Non mi riferivo ad alcun commento su questo blog, bensì a quelle pratiche come il cherry-picking, ilfalse-balancing, l’interpretazione creativa dei dati, la generalizzazione delle eccezioni o qualunque altro metodo atto a confermare quanto sostenuto a priori, a cui spesso si assiste quando si tratta di questi argomenti.
Se ti sei sentito la coda (o la corda 🙂 ) pestata, me ne scuso. Non era mia intenzione, sebbene una pestatina di coda ogni tanto possa avere anche effettibenefici 🙂
Con simpatia,Giuseppe
Se si convive nella stesa casa con altri soggetti, sia ha un bel porsi l’obiettivo di conservare sistematicamente la “distanza” con l’eventuale parente “fragile” (nel caso: genitore anziano), ma la convivenza sistematica porta a mescolare gli ambienti e gli oggetti (bagno, cucina, ecc). Bisognerebbe disinfettare ogni minimo oggetto che si tocca, esempio anche solo l’interruttore quando si accende/spegne la luce della stanza, e cambiare l’aria in ogni stanza prima di farci entrare il parente fragile. Figuriamoci il resto, bagno in primis. Se si convive con soggetti a rischio, anche solo lontanamente a rischio (cioè sani ma nei range di età considerati a rischio), non c’è alternativa alla vaccinazione per essere completamente sicuri di non contagiarli. Dipenmde dall’attaccamento che si prova nei confronti di tali soggetti… Magari, come aveva teorizzato argutamente Pasini qualche tempo fa, nel mare magun della popolazione ci sarà anche qualcuno che potrebbe essere interessato al “passaggio di consegne generazionale” (dell’intestazione della casa, per es). Dando invece per scontato che si sia legati da affetto al parente fragile, le scelte alternative alla vaccinazioni sono “individualiste”: ognuno poi risponda alla sua coscienza. Io non convivo con soggetti a rischio perché anzi anagraficamente sono più vecchio sia di mia moglie che, per definizione, dei miei figli. Semmai saranno loro a porsi il problema se vaccinarsi in prima persona, visto che fra pochi anni io entrerò nella fascia di età considerata a rischio (>65). Magari è la volta che, piuttosto che vaccinarsi, andranno a vivere da soli…
Purtroppo ci sono solo 3 alternative: 1. miracolo, il virus, come e’ arrivato, scompare. 2. Si arriva a curare il Covid19 perfettamente, azzerando la mortalita’ 3. Il vaccino.
Onestamente non saprei quale delle 3 sia la piu’ plausibile. Una buona cura probabilmente si trovera’ per gran parte dei casi. E’ pero’ una patologia complessa, con uno spettro ampio di problematiche, alcune anche invalidanti. Notare poi che i casi di secondo contagio sono ormai numerosi e ben documentati. Alcuni addirittura con gravita’ maggiore nel secondo episodio. Quindi l’immunita’ di gregge, molto invocata, non sembra aiutare. E per lo stesso motivo, ci sono seri dubbi sull’efficacia dei vaccini. Nell’attesa di saperne di piu’, chi dice “io non mi vaccinerei” sarebbe disposto a continuare a convivere con il virus come attualmente siamo costretti a fare? Oppure spera che tutti gli altri si vaccinino, eliminandogli il problema? Siamo alle solite…
Quanti pre-giudizi Marcello. La letteratura scientifica e non è piena di “libricini” che contengono più sapere e saggezza di mega tomi. (Come nella musica, che ti è tanto cara). Che la giornata possa evolvere per te in modo più lieve.
Cominetti. Capisco. Però se hai voglia di investire 12 euro leggi il libricino del genovese. Si legge in poche ore. Ho capito un sacco di cose sui meccanismi che stanno alla base di molta comunicazione sui media oggi (compreso questo nostro blog) e poi la raccolta di insulti con la spiegazione delle loro radici semantiche e fonetiche è davvero divertertente. Buona giornata.
E quando il concetto di egoismo viene, secondo me, banalizzato e stravolto, mi girano le balle. E comunque i libricini non li leggo, mi spiace.
Pasini capisco e chiedo venia se il mio tono è aggressivo, ma oggi sono incazzato. Ciao
Balsamo, i miei non sono affatto dei preconcetti. La mia è una scelta ragionata che si basa sui fatti che osservo. Vedo anche che moltissime persone si comportano in maniera totalmente irresponsabile e pure idiota, nei confronti di una semplice prevenzione della diffusione del virus. Io soffro di ipercolesterolemia e il medico, anni fa, mi aveva detto di assumere dei farmaci che avrebbero risolto il problema subito e che tutti li prendevano. L’alternativa era una dieta ferrea che prevedeva una quasi nulla assunzione di certi cibi grassi, ma, sempre parole del medico, poi nessuno riesce a farla, mi disse. Non ho mai preso un farmaco per abbassare il mio colesterolo ma ho cambiato dieta (scoprendo pure cose buone che non conoscevo) e il colesterolo si è abbassato. Secondo me, in molti attendono il vaccino per prenderlo e continuare a vivere come preferiscono (da veri egoisti, quindi) senza rinunciare adesso a qualcosa che ci salverebbe tutti senza vaccini. È dalla stupidità umana che dovremmo vaccinarci, non dal Corona virus.
Cominetti. Non capisco perché senti il bisogno di definire in anticipo come sommanente egoisti e ristretti di vedute quelli che decideranno forse di vaccinarsi. Poi mi sono ricordato di un piccolo libricino che ho appena letto di un linguista che insegna a Genova, Filippo Domaneschi, Insultare gli altri. (12 euro) Spiega bene perché si utilizza oggi molto questa forma linguistica per differenziarsi e marcare la distanza tra “noi” ( o “io”) e loro. Se senti il bisogno interiore di porti al di fuori del “sistema” e del “gregge”, va bene, “nulla di umano mi è estraneo” però potresti farlo anche in forme meno aggressive. Proponi il tuo punto di vista senza dare dei fessi agli altri. È così difficile?
La vaccinazione contro il SARS-CoV-2 (se e quando diventerà disponibile un vaccino) verrà fortemente consigliata o esplicitamente imposta con obbligo ?
Personalmente sono fortemente contrario agli obblighi vaccinali (in generale).
Ritengo che la decisione di sottoporsi o meno a una (qualsiasi) vaccinazione debba essere l’esito di una attenta e libera valutazione caso per caso di rischi/benefici sia personali che sociali (senza dimenticare, quindi, il beneficio che la nostra vaccinazione può portare ad altri che magari vaccinarsi non possono).
Mi piacerebbe però che questa valutazione venisse fatta nel modo più consapevole possibile, partendo da dati oggettivi e seguendo sia la ragione che il sentimento (non necessariamente queste due forze devono essere in antitesi, possono anche lavorare in sinergia). Altrimenti la scelta non può essere veramente “libera”.
Invece ho l’impressione che le discussioni sui vaccini siano (quasi sempre) “inquinate” da preconcetti.
P.S. @12, Merlo.Grazie lo stesso.
P.P.S. Ritengo poco corretto comparare la mortalità di una malattia infettiva con quella di una che non lo è.
Sulla responsabilità verso il genitore anziano la vedo che prima di tutto io stesso mi comporti in maniera responsabile tenendo distanze e similia. Questo perché sono una persona responsabile e non egoista come Crovella sostiene facendo le sue solite considerazioni col paraocchi! Il vaccino servirà a chi avrà l’ennesima rassicurazione fornita dal sistema di cui si sente parte, dando così prova di egoismo sfrenato e pure di ristrettezza di vedute. Circa la supposta immunità di gregge, ognuno faccia e pensi come vuole, ma è proprio nel gregge che non mi è mai piaciuto stare.
C’è poco da meditare, ma solo da aspettare.
Io comunque ragiono. e penso che il vaccino che arriverà, come tutti i vaccini antinfluenzali, sarà probabilmente a copertura parziale (diciamo 60-70%), basato su un virus “vecchio” e con un certo numero di controindicazioni, qualche volta anche pesanti, magari dopo anni.
Anche se cercheranno di convincerti in tutti i modi a farlo io non credo lo farò.
E comunque, il modo corretto di ragionare è che se hai un genitore anziano (che purtroppo non ho più), vaccini lui, non l’universo mondo!
Visto che siamo alle dichiarazioni di voto io dico la mia. Io mi vaccinerò, ma non perché ho fiducia. Ho frequentato per lavoro il retrobottega di molte aziende farmaceutiche sia multinazionali che padronali italiane. So bene cosa c’è sotto i tavoli. Però so anche che una competenza distintiva, soprattutto dei pirati, è lo spirito di sopravvivenza. Qui se se sbagli sei fottuto per sempre. Non è come per altre patologie. Troppa esposizione. Non bastano qualche decina di milioni depositati in un conto svizzero per salvarti la pelle, in senso figurato ovviamente ma non tanto. Ci può sempre essere un giustiziere solitario, magari parente di un camorrista che hai fatto morire col tuo vaccino, come nei film che ti aspetta magari dopo qualche anno mentre corri intorno al Lago di Ginevra. Sei proprio fottuto, tu e tutta la tua famiglia. Non è il ponte Morandi, nonostante la sua tragicità. Qui il rischio è troppo alto , persino per certi caimani dalla pelle coriacea.
Non sono contro i vaccini tout court ma semplicemente mi dico che questo è un problema che riguardando l’umanità intera è inevitabile che coinvolga interessi farmaceutici di proporzioni mai viste prima. Da qui la mia diffidenza. Oltre ad avere avuto un cognato amministratore di una grande azienda farmaceutica che a tavola si vantava dell’incremento del fatturato grazie alla maggiore diffusione di certe malattie. Per fortuna mia sorella ha divorziato!
In effetti le scelte sono molto soggettive e risentono non solo del carattere individuale, del modello educativo ricevuto, dell’età….ecc ecc ecc, ma anche della situazione di vita personale. Chi convive con familiari e magari è padre (o figlio) potrebbe ragionare al di là dello specifico rischio personale di danni gravi a se stesso per il Covid. Faccio un esempio semplicissimo (che non riguarda la mia persona): se un 40enne convive con un genitore anziano, dovrebbe vaccinarsi per evitare il rischio di trasmettere il Covid al genitore. Estendendo però il ragionamento, se tutti ci vaccinassimo, indipendentemente dalla nostra specifica esposizione al rischio personale, dovremmo ridurre il contagio generale. Si genererebbe una specie di immunità di gregge ottenuta con il vaccino: questo è il vero obiettivo del vaccino sui grandi numeri, non tanto evitare i malanni del singolo. Traggo una conclusione, che non vuole assolutamente essere polemica, ma di semplice analisi socio-comportamentale: questo del (per ora ipotetico) vaccino contro il Covid, è il classico esempio dove il “senso del dovere verso la collettività” dovrebbe prevalere sull’esigenza del singolo. Se invece domina la valutazione del singolo, entriamo nel “regime della priorità delle libertà individuali” che è in realtà il “regime dell’egoismo individualista” (e qui mi fermo, ma teoricamente ci sarebbe da collegarsi al dibattito sull’articolo di qualche giorno fa circa il regime imperante nel quale viviamo…). Meditate, gente, meditate…
Chi pensa ancora che Hollywood non faccia parte del sistema?
Matteo. Ognuno è arbitro del suo destino. Le scelte sono sempre un misto di ragione ed emozione. Come fece la mia mamma negli anni ‘50 quando decise di vaccinarmi, anche senza aver letto Kanemann e senza sapere cos’è l’”economia emotiva”. E, come è noto, al cuor non si comanda. Soprattutto quando c’è di mezzo la fiducia, materia quantomai sfuggente, malgrado sia uno dei temi più studiati dalla psicologia sociale, spesso asservita alle esigenze dei markettari.
P.S.: io non credo che mi vaccinerò contro il Covid, perché sono convinto dai dati che leggo, che per me il rischio di contrarre la malattia con sintomi gravi o esito fatale sia solo leggermente superiore a quello del tumore all’utero…
Molto interessante Carlo.
La cosa secondo me più interessante è che non si parli mai dei morti, Covid e mica Covid, che è l’unico dato fermo (essendo difficile mettere in questione i morti…), ma pare che sia difficilissimo da ottenere…il che è almeno significativo, se non sospetto.
L’unico rapporto che ho presente è quello di ISTAT relativo al primo trimestre e dal quale pare evincersi che le morti Covid sono responsabili di circa della metà dell’eccesso di mortalità rispetto ai 5 anni precedenti. Cosa che sarebbe sicuramente significativa, se confermata.
Aspettiamo adesso il rapporto sul secondo trimestre…
i vaccini hanno risolto tante malattie. Una su tutte la poliomelite.
Quindi non è essere contrari al vaccino. Il problema è la fiducia.
Incomprensibile l’insistenza di Geri ad accusare di falsita’ la John Hopkins ( credo sia il suo quarto post in cui lo sostiene ), e sono totalmente d’accordo con quanto esposto da Michele. Del resto, i contagi definiti come persone positive al test ( neppure su questa definizione Geri e’ d’accordo, li chiama “contagiosi” se ho capito bene, e rifiuta che siano “contagiati ” ) , vengono definiti “casi” un po’ da tutti i siti informativi ufficiali dei paesi ( vedi per esempio Francia e Svizzera ). Quindi nessuna falsita’, bugia o tantomeno truffe (??), si tratta semplicemente di leggere i dati ( e le curve), asciutti come sono, per quello che sono.
completamente d’accordo con Marcello.
Non mi fido .
E mi/vi domando: come si fa a fidarsi?!?!?!?
Non è essere contrari al vaccino. E’ un fatto di fiducia.
Per Cominetti. La pioggia qui nel Levante suscita i ricordi. Quando ero bambino la poliomelite colpiva duro. In classe alle elementari avevo un compagno rimasto zoppo, figlio di un noto avvocato della città, di cui divenni amico per lungo tempo. Si trascinava in modo tragico sulle stampelle e su una carrozzina. Poi e’ cresciuto è diventato avvocato di successo anche lui. Era un uomo bellissimo, seduttivo, amato dalle donne ma è stato segnato per la vita dal suo handicap ed è finito alcolista schiantandosi sulla Milano Torino. Ad un certo punto è uscito il vaccino. Io ero già grandino. Mia madre come altre sue amiche non sapeva che fare. Vaccinarmi o meno? Chiese al mio pediatra ma le risposte non la convinsero. Mio padre era più confuso di lei. Da vecchio comunista era sensibile ai temi della speculazione farmaceutica e via cantando. Poi ci fu in film con Danny Kaye. Una tragica storia di un bambino poliomelitico che ricordò a mia madre la storia del mio compagno di classe. Prese in mano la leadership e trovò il coraggio di rischiare per amore. Le sono riconoscente. A volte trovare il coraggio passa più dai sentimenti che dalla ragione. Vedremo.
Per Carlo (poi, prometto, non scrivo più!):
L’articolo è interessante, ma mi sembra ci sia un equivoco di fondo: se la percentuale di casi gravi è stabile ma il numero di contagi aumenta in maniera esponenziale anche i casi gravi, in numeri assoluti, risentiranno dello stesso andamento…sarebbe una buona notizia se questo dato si riducesse, ma così non è.
Faccio un esempio: i ricoveri in T.I..
Nell’articolo se ne parla come di un dato ‘stabile’ se comparato con il numero di contagi rilevati (ci sarebbe da discutere dello sfasamento temporale, non possiamo mettere in relazione tamponi e ricoveri dello stesso giorno in quanto questi sono ‘figli’ di infezioni contratte molti giorni prima).
Se però guardiamo i numeri assoluti, questi ricoveri nell’ultima settimana hanno avuto un incremento medio giornaliero superiore all’8% (ogni giorno i ricoverati sono stati superiori dell’8% rispetto al giorno precedente). Il che significa, a livello matematico, che di questo passo in 3 settimane superiamo il picco di ricoveri di questa primavera (circa 4.000) ed in un mese arriviamo alla saturazione di tutti i posti disponibili in T.I. (circa 8.000?). Anche senza voler essere catastrofista questo tipo di andamento mi preoccupa…
Uscendo un momento dal ginepario contagi/tamponi e rifacendomi a un’osservazione di Pasini: Adesso chi trova il tesoro per primo fa bingo, mi chiedo, se e quando verrà scoperto un vaccino efficace, tutti si faranno vaccinare? Dico questo perché nell’evidente fretta dettata dalla situazione (nella mia ignoranza in materia mi sembra però tutto molto caotico) personalmente non mi farei iniettare un bel niente. Sicuramente la maggior parte dell’umanità occidentale che vive nelle metropoli non vede l’ora di fare da cavia all’ipotetico vaccino, ma non mi sento di rientrare tra quelli.
Forse il paragone è assurdo ma mi viene in mente quando negli anni ’70 certi miei conoscenti si facevano di eroina comprando una bustina per strada da ceffi sicuramente poco raccomandabili (non che oggi non accada, ma non ho adepti tra le mie frequentazioni). Alcuni sono morti, infatti, ma la bisogna li faceva diventare dipendenti da delinquenti matricolati. Ecco, in questo caso io vedo le aziende farmaceutiche assieme agli Stati, esattamente come quei ceffi venditori di bustine nei vicoli di Genova (allora vivevo là), con la differenza che questi ultimi provocavano un numero di vittime ridicolo se paragonato a certi danni operati nel mondo dalle multinazionali dei farmaci.
Mi dico anche che una grossa percentuale dell’umanità si vaccinerà mestamente e questo servirà sicuramente a debellare (speriamo) il Corona virus, ma io il culo non ce lo metto, visto che ci sarà chi non vede l’ora di mettercelo. Sempre stato codardo e non ambizioso.
Salvatore, nessun complotto. Vedo che la sottomissione che stiamo dimostrando è solo un ulteriore gradino di quella espressa finora. Vedo che la distanza dalla vita, dalla natura, dalla gioia, dall’amore cresce a favore di un avvicinamento sempre più radicale verso una vita amministrativa, tecnica, schematica, fissa, ripetitiva, siritualmente esiziale. E vedo in certe inconsapevolezze la vera mano autrice di questa deriva.
Tutto questo sarà ovviamente sfruttato dai padroni del vapore.
Chiamalo pure fine del mondo e complotto come fanno tutti con mani autrici e ammaestrate.
Antonio, “sperare in sto cavolo di vaccino” è quello che vogliono sentirsi dire. È il segnale della loro vittoria, del loro dominio. E lo sfrutteranno ancora.
Mi sembra interessante:
https://www.huffingtonpost.it/entry/piu-tamponi-piu-contagi-vero-solo-in-parte-il-tasso-di-positivi-e-quadruplicato-in-15-giorni_it_5f8d9efac5b69daf5e156eff?eq&utm_hp_ref=it-homepag
l’indagine potrebbe essere arricchita da ulteriori considerazioni.Vi sono dei dati che non sembrano essere resi di pubblico dominio.Ad esempio non si dice se: 1- il totale dei tamponi resi noti va ripartito tra soggetti che avevano contratto il virus poi guariti e ricaduti oppure se si tratta di positivi riscontrati per la prima volta,nè se il totale comprende più tamponi eseguiti sul medesimo soggetto; 2- i tamponi quotidiani sono effettuati su base volontaria cioè su soggetti che si presentano spontaneamente ed in quale percentuale sul totale di quelli eseguiti; 3-al ritmo attuale di circa 130/150 mila tamponi giornalieri, a meno che il tampone sia esteso obbligatoriamente a tutta la popolazione disponendone l’esecuzione in termini calendariali ristretti (ma occorre verificare l’applicabilità dell’art,32 Costituzione nella parte in cui prevede che “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”) per completare lo screening di almeno un tampone per ogni individuo servirà come minimo un altro anno.
Per Geri (2)
Ho dimenticato una cosa: le statistiche giornaliere riportano, oltre al numero totale di tamponi fatti, sia i ‘casi testati’, ovvero il numero di persone su cui sono stati eseguiti i test (indipendentemente dal numero di tamponi), sia i ‘nuovi positivi’, ovvero il numero di casi testati per i quali è confermata la positività.
Il fatto che i positivi siano correlati ai tamponi e non ai casi è frutto di una scarsa precisione comunicativa (più che di dolo comunque parlerei di ‘faciloneria’), ma i dati grezzi sono disponibili a chiunque.
In ultimo: non ho mai sostenuto che si potesse ricavare una stima del numero totale dei contagiati sulla base dei tamponi: ho detto esattamente l’opposto, cioè che sono stati utilizzati i risultati dei test sierologici, che producono informazioni diverse rispetto ai tamponi e più utili allo scopo.
Per Geri
Permettimi di non essere d’accordo con quanto dici relativamente alla ‘mortalità’. In questi mesi ho letto un po’ di tutto, e mi sembra di aver capito che ci sono almeno tre indici utilizzati con diverso significato. Uno è la ‘mortality rate’, che è un rapporto tra morti e popolazione, il virus o la malattia non vengono proprio citati. Valuta in maniera sintetica l’impatto del virus sulla popolazione. Un altro è l”infected fatality rate’ (IFR) , ovvero il rapporto tra morti e contagiati, indipendentemente dalle manifestazioni cliniche. È difficile da calcolare, in quanto il numero vero di contagiati non si conosce e non si conoscerà, al massimo avremo stime più o meno precise, ma non può essere ‘immediato’. L’ultimo è il ‘case fatality rate’ (CFR) che invece misura il rapporto tra morti e contagiati confermati. In nessun caso si fa menzione della manifestazione clinica della malattia, e a ben pensare questo mi pare abbastanza ovvio: qual è la definizione precisa di ‘malato di covid-19’? Se ho solo una forte tosse sono malato? Se ho una tosse meno forte? Se tossico due volte in 20 minuti sono asintomatico oppure no? Non si può tracciare facilmente un confine netto, e forse nemmeno serve, in realtà. Ai fini delle statistiche è più utile considerare tutti gli infetti come ‘casi’ che svilupperanno la malattia con diverso grado di severità, il grado zero corrisponde a colui il quale non sviluppa alcun sintomo: in questo senso i ‘recovered’ sono coloro i quali non sono più portatori del virus.
Sul fatto che il tracciamento ormai non funzioni più sono d’accordo, occorre adottare altre strategie, che in realtà speravo fossero già state individuate. Per deformazione professionale mi piace combinare numeri, e gli andamenti che vedo mi rendono piuttosto preoccupato, il tempo rimasto per evitare cose già viste (ma ora su scala nazionale) non è molto.
I mezzi diagnostici e terapeutici a disposizione sono quelli che sono, con un grado di attendibilità sicuramente non ottimale. Mi viene da ridere e piangere al tempo stesso pensando alla presentazione di qualche anno fa di un guru del marketing farmaceutico, a cui ho assistito, nella quale il tizio sosteneva che le malattie infettive erano un problema del passato e che non era molto interessante dal punto di vista del business continuare ad investire in quella direzione. Adesso chi trova il tesoro per primo fa bingo. Se ritrovo il suo indirizzo gli scrivo. Qualche piano decente con i mezzi a disposizione era stato elaborato almeno sulla carta. Poi ci si è scontrati e ci si scontra con il problema della governance, come si usa oggi dire. E qui le democrazie occidentali non sono fortissime di questi tempi e noi in particolare non siamo messi benissimo dal punto di vista dell’efficacia dei processi decisionali e operativi. Nel periodo di difficoltà non breve che ci attende molto dipenderà dunque dai comportamenti individuali e dalla tenuta del ricco sistema di relazioni sociali e familiari che ci caratterizza e che è sempre stata una risorsa anche nei momenti più oscuri. Dove non arrivano le istituzioni può arrivare un certo spirito familistico in senso buono degli italiani ( non il famoso “familismo amorale”) che, a differenza di Crovella, io non penso sia stato completamente corrotto nella “piccola gente” che mi capita di incontrare magari non nelle grandi aree urbane dall’egoismo e dalla guerra di tutti contro tutti. Spero di non sbagliarmi e a questa speranza mi aggrappo, senza dare troppo peso alla “rappresentazione” fornita dai media.
preciso che “G” sono io.
Geri
Per Michele
Ci sarebbero moltissime altre cose da precisare e moltissimo da polemizzare con l’OMS. Ho sempre dei dubbi su quanto andare nel dettaglio e quanto invece tralasciare i particolari per focalizzare sulle cose importanti.
Hai ragione tu sulla definizione che dà l’OMS, ma ha torto l’OMS a dare quella definizione, anche se teoricamente potrebbe essere accettabile.
Il fatto è che tradizionalmente per “casi” si intendono invece “i malati”, per il semplice fatto che normalmente si hanno informazioni soltanto su questi: i portatori sani sfuggono completamente, e spesso non vengono neanche censiti i malati lievi, ma adesso non complichiamo.
Non c’è dubbio sul fatto che chiamare “casi” i positivi generi confusione; tanto per fare un esempio, la John Hopkins University che chiama “cases” i positivi, come consiglia l’OMS, poi li suddivide fra morti e “recoverd”, che vuol dire “guariti”, non certo “diventati negativi al tampone”; perciò chi legge non può che interpretare i “cases” come malati.
Faccio un altro esempio: in tutto il mondo la letalità di una malattia è il rapporto fra morti e malati. Se si accettasse il punto di vista dell’OMS avremmo soltanto per la cov19 una diversa definizione di letalità:
letalità di cov19 = morti / contagiati dal virus sarscov2
mentre per tutte le altre malattie:
letalità di M = morti /malati di M
per il semplice fatto che di tutte le malattie si ignora il numero di contagiati non malati.
Precisato questo, mi sento di confermare che chiamare “numero di nuovi casi” il numero di tamponi positivi riscontrati è due volte una truffa.
Nell’articolo non ho precisato, per non ripetere cose già dette, che è una truffa disinformativa anche dire o scrivere “il covid”, come se la covid19 e il virus sarscov2 fossero la stessa cosa. Se si dice che tizio ha il covid significa che è malato o che è positivo al tampone e cioè portatore del sarscov2 ?
Sul numero dei tamponi tralascerei, ti ricordo soltanto che nel fine settimana risultano meno contagi perchè gli operatori sono di meno e che in tutto il mondo è stato denunciato che certi stati effettuano pochi tamponi per tener basso quel numero…
Hai invece perfettamente ragione sul fatto che 400.000 non è il 6% della popolazione (lo è 3.600.000) e ti ringrazio per la tua attenzione e per la tua correzione.
Stupidamente, invece che calcolare a mente ho usato una calcolatrice e devo aver digitato male per cui mi è venuto 360.000 per cui ho poi scritto “quasi 400.000” tenendo conto che secondo quei rozzi parametri la percentuale di tamponi positivi era leggermente superiore al 6%.
Ritengo che la stima di oltre tre milioni di portatori sia eccessiva per i motivi già scritti: l’insieme dei tamponati non è rappresentativo della popolazione italiana relativamente all’essere contagiati, perchè si vanno a tamponare dei sospetti contagiati per vicinanza ad altri contagiati. Comunque, che siano tre milioni o uno o solo quattrocentomila, vale la considerazione che ormai la covid19 è endemica e che non c’è speranza di stanare tutti i contagiati, come si è fatto in Sud Corea ed in Islanda e si è creduto di aver fatto in Israele e in Giappone.
Ha ancora senso effettuare alcuni tamponi mirati là dove c’è un focolaio di casi gravi, ma ritengo che sarebbe meglio utilizzare la maggior parte dei test rapidi e lenti per testare ai primi lievi sintomi, e anche periodicamente, le persone più a rischio, per avere così diagnosi precoci e maggior probabilità di salvare quelle vite.
Credo che non siamo preparati al bombardamento comunicativo quotidiano.
L’era della comunicazione a buon mercato da parte di tutti, compresi cani e porci, presupporrebbe preparazione, capacità di analisi e di sintesi, in poche parole “cultura” (che in pochi hanno).
Il risultato è un melting pot in cui si gioca a chi ce l’ha più lungo, che non è detto sia il più intelligente.
Chi ci governa fa del suo meglio, può essere vero, e forse sarebbe quasi meglio non sapere nulla, anche perché alla fine scopri che in pochi sanno.
Come diceva un mio ex collega di lavoro passato a miglior vita (ben prima del Covid) “se le cose le lasci lì vedrai che si aggiusteranno da sole”. Filosofia spicciola che però gli ha permesso di campare senza tanti problemi, almeno lavorativamente parlando.
A questo punto dobbiamo veramente sperare in sto’ cavolo di vaccino così si metteranno tutti tranquilli all’alba di un nuovo mondo, che sarà poi sempre il vecchio un po’ rimaneggiato ma sempre a vantaggio di chi c’ha li sordi.
Concordo con il post di Geri Steve, non concordo invece con alcuni commenti da Fine di Mondo. Avesse ragione Lorenzo dovremmo metterci direttamente nella bara ad attendere l’Apocalisse. Per parte mia aspetterò ancora un po’.
Vero è che il problema è mondiale, ovunque i decisori annaspano davanti ad un fenomeno difficilmente inquadrabile e gestibile. Aggiungo, per chi vede complotti dove c’è solo una gran confusione, in parte colpevole (penso alla Lombardia), che se c’è un interesse del “Sistema” così caro a Lorenzo, è quello di non chiudere l’attività produttiva manifatturiera, e nemmeno i bar e gli alberghi e o B&B e le linee aeree e gli aeroporti. Insomma, il “Sistema” vorrebbe tanto tornare alla vecchia normalità. Purtroppo, nelle nebbie attuali pare sia un rischio troppo grande per la tenuta delle strutture sanitarie. Fra l’altro si teme, e giustamente, che il ritorno a situazioni critiche metta in secondo piano tutte le patologie “Non Covid”, che ovviamente riguardano la gran maggioranza dei pazienti.
Credo sia necessario mettersi mentalmente al posto di chi decide e provare a pensare cosa si farebbe al posto loro, ma non per finta o immaginando risorse illimitate, ma ponendosi concreti problemi di risorse e strumenti tecnici disponibili. Chi ci governa non avrà dato prova di grande abilità organizzativa e preveggenza, ma a parte la ricca Germania con la sua gran mole di posti letto adatti alla bisogna, il problema è, di nuovo, mondiale. E l’atteggiamento di chi lo ignora potrebbe costare a Trump la rielezione.
Un saluto a tutti
Ciao Giuseppe. Non ho riferito il link con l’intervista al creatore del tampone perché non ritrovato.
@1 Merlo”I tamponi sono inoltre inattendibili. Lo dice l’esperienza e perfino il creatore del tampone stesso. E lo sono in positivo in quanto possono segnalare la presenza di altri virus (Sars in particolare) e in negativo in quanto la loro attendibilità è secondo il suo inventore intorno al 60%”
In generale, qualunque tipo di test ha il suo grado di attendibilità.
Nel caso in questione (suppongo che per “tampone” si intenda più precisamente il procedimento R-T PCR, essendo la “tamponatura” la sola fase di raccolta del campione biologico – metodica utilizzata anche per altre analisi) si parla di sensibilità (falsi negativi) e specificità (falsi positivi). Entrambe queste figure sono importanti per ciò che possiamo intendere come attendibilità del test.
Gli autori di questo articolo: https://wwwnc.cdc.gov/eid/article/26/8/20-1246_article mi pare che giungano a conclusioni decisamente diverse, sia riguardo all’attendibilità del metodo R-T PCR che alla cross-reattività con virus diversi da SARS-CoV-2.
Mi piacerebbe pertanto approfondire e magari anche capire: quanto affermato viene da osservazioni (o esperienze o convinzioni) proprie o v’è del materiale consultabile a supporto ? (E in quest’ultimo caso, quale ?)
Grazie,
Giuseppe
La questione dell’autonomia italiana si mostra nella sua assenza ovunque ti giri.
Le recenti vaccinazioni obbligatorie e la vulgata scientista a suo conforto ne sono campione.
La questione è sovranazionale.
Per Lorenzo Merlo. Sicuramente ci può essere un uso tattico per rimandare il giudizio e l’esame che prima o poi verrà, ma è tanta roba , dura da gestire, per un gruppo misto di reduci di un’antica tradizione e di scappati di casa. S’ingegnano per stare a galla con la supervisione di un comunicatore forgiato dalle lotte del Grande Fratello. Diciamo che il cigno nero è venuto fuori in un monento un po’ grigio della leadership, non solo qui e per ora non ha fatto venir fuori grandi eccellenze. Il “tramonto dell’occidente” ? È tanto che se ne parla. Chissà?
Roberto, come – evidentemente inopportunamente scritto ne Il diversivo, non c’è disegno occulto.
Hanno l’opportunità di sfruttare una situazione e lo faranno. Occultamente.
E’ un discorso che abbiamo già fatto, ma evidentemente occupa le nostre menti e i nostri senti-menti e quindi non si può non ritornarci. A differenza di Merlo, io non vedo una leadership forte con un disegno occulto. Paradossalmente sarebbe meglio. Vedo uno stile di leadership neo-democristiano, fondato sulla mediazione tra interessi lobbystici, sulll’uso della vaselina, all’insegna dello slogan “io speriamo che me la cavo”. Per le ragioni esposte da Michele, e molto efficacemente anche dal matematico scrittore Paolo Giordano, questa tattica, che si è dimostrata vincente su altri temi, rischia tra qualche settimana di essere poco efficace nell’affrontare il problema. Per collegarmi alla discussione trainata da un altro intervento, nel frattempo emergono senpre di più le diseguaglianze tra chi ha le risorse di vario genere per cavarsela e chi non le ha ed effettivamente l’effetto della vaselina sociale potrebbe venire meno, anche se la paura è molto potente come attenuatore, e qui Merlo ha ragione.
Mi sembra ci siano parecchie imprecisioni, per così dire.
Partiamo dalla definizione di ‘caso’: per l’OMS è “A person with laboratory confirmation of COVID-19 infection, irrespective of clinical signs and symptoms.”. In altre parole tutte le persone che sono state contagiate sono considerate ‘casi’, indipendentemente dalle manifestazioni cliniche. Non è una truffa, è questione solo di mettersi d’accordo sulle parole.
Poi, sui numeri. I tamponi non sono fatti a caso, ma (almeno per ora) cercando di tracciare i contatti, quindi fare 10.000 o 100.000 tamponi non è una decisione a priori, ma un effetto: non si trovano più contagi perchè il numero di tamponi è aumentato, ma si fanno più tamponi perchè è aumentato il numero dei contagi. La percentuale di positivi ai test (che tra l’altro, si può calcolare sui presunti casi testati casi invece che sui tamponi, eliminando tamponi doppi, di accertamento, ecc…Il dato dei presunti casi testati è disponibile. La percentuale di positivi chiaramente aumenta, ieri era del 12,2% per esempio) dice anche un’altra cosa: finchè rimane bassa posso essere ragionevolmente sicuro che, tracciando i contatti non mi sono perso troppi positivi perchè ho potuto tracciare ‘a tappeto’, più si sale e più il sistema va in sofferenza, e le linee di diffusione non identificate aumentano.
Per capire qual è la frazione della popolazione italiana che è venuta in contatto con il virus non ci si basa certo su una generalizzazione del risultato dei test giornalieri, ma sono stati fatti alcuni studi basati sugli esami sierologici secondo i quali, a livello nazionale, si tratta di circa il 2,5% della popolazione italiana (1,5 milioni di persone), con picchi in lombardia intorno al 7% (per inciso, 400.000 non è il 6% della popolazione).
Il vero punto però non è il contagio in sè, ma la tenuta del SSN. Le terapie intensive negli ultimi 7 giorni si sono riempite ad un ritmo superiore al 8% giornaliero: in altre parole, ogni giorno il numero di pazienti è aumentato in media del 8% rispetto al giorno precedente. E’ vero che i numeri di marzo non sono gli stessi, ma con questo andamento si arriverà ai 4000 ricoveri in T.I. visti a marzo entro 3 settimane e mezza, non in 3 mesi. E i casi gravi ci mettono un po’ a diventare gravi, questi numeri vanno messi in relazione con i contagi di un paio di settimane fa, non con quelli di oggi, i cui effetti vedremo nei prossimi giorni e, temo, non saranno piacevoli.
Andrea, l'”annullamento” è così indotto e progressivo che non lo si percepisce. Non sarà dittatura tradizionale ma soft. I Decreti cosa sono se no, per quanto apparentemente in essere per ragioni condivisibili? La società liquida ha rotto gli argini dei valori tradizioni nei quali si svolgevano le vite degli individui. Tutto va insieme e l’individualismo dell’Io voglio ora pretende tout court. Del resto come siamo arrivati, se non con un silente passo alla volta, concepito come progresso, a riempire di macchine il mondo? a credere che l’informazione sia necessaria? a pensare che gli specialisti siano una fortuna? a perdere il contatto con la natura? a crederci esseri razionali?
Nel disordine, tutti chiederanno ordine, consapevolmente e inconsapevolmente. E i Decreti, l’Europa, la Nato, l’Economia ce lo daranno. L’appiattimento generale, perfino nelle voci dei giornalisti, dopo quelle dei dj, ne gioirà. Soprattutto quelli che semplicemente diranno che non c’è volontà alcuna ma solo Storia.
Ormai sono 9 mesi dall’inizio della pandemia e io non ho meno dubbi e scetticismo che all’inizio.
Troppe le cose che non mi quadrano. Sono d’accordo al 100% con chi ha scritto l’articolo e anche con il commento di Merlo, anche se non credo molto alla volontà di annullare la democrazia, credo piuttosto ad un ‘accanimento terapeutico”.
E credo anche, come dice Marcello, che i mezzi di informazione si stanno comportando peggio del solito.
Ieri sera su Rai TG 24 news l’annunciatrice esordisce con: SITUAZIONE MAI COSI DA MARZO SCORSO, CONTAGI IN RAPIDA ASCESA, BLA, BLA, MA SENTIAMOLO DALLA VOCE DI (virostar di cui manco ricordo il nome)….
L’inquadratura si sposta sul faccione della virostar di turno (ma quanti sono ‘sti virologi televisivi autorevoli?), che dice: LA SITUAZIONE NON E’ AFFATTO PREOCCUPANTE E I NUMERI ATTUALI SONO MOLTO LONTANI DA QUELLI DELLA PRIMAVERA SCORSA, MA DOBBIAMO AVERE PRECAUZIONI, BLA, BLA….Quando l’inquadratura è tornata sull’annunciatrice, quest’ultima aveva un’aria smarrita e chiaramente imbarazzata, ma senza pudore ha presentato il servizio successivo con il solito tono catastrofista e quella dizione sensazionalistica che sposta gli accenti delle parole rendendo tutto ridicolo, tipico di ogni notiziario nazionale (sic). Amen.
“Alcuni commentatori cercano qualcosa di più veritiero e credono di trovarlo calcolando il rapporto fra i positivi e i tamponati, intendendo che questo sia indicativo della proporzione fra i tutti i contagiosi e la popolazione italiana. In effetti lo sarebbe, cioè ne sarebbe una buona stima, se i tamponati fossero un campione rappresentativo della popolazione”
I tamponi sono inoltre inattendibili. Lo dice l’esperienza e perfino il creatore del tampone stesso. E lo sono in positivo in quanto possono segnalare la presenza di altri virus (Sars in particolare) e in negativo in quanto la loro attendibilità è secondo il suo inventore intorno al 60%.
Fallimento operazione tamponi.
Fallimento operazione Immuni.
Letalità Covid gonfiata.
Falsità quantità morti per Covid.
Cancellazione causa delle morti: cremazione autopsie.
Nessuno studio tra morti e gruppo sanguigno.
Nessuna attenzione a come incrementare le difese immunitarie, anzi la criminalizzazione e la censura dei ciarlatani che dall’inizio lo hanno fatto.
Massima dedizione al presunto valore delle vaccinazioni. Nessuna segnalazione che possono non bastare, che il vaccinato per l’influenza è, nei primi 15 gg, maggiormente esposto al contagio da virus ed è pure più contagioso a sua volta. Che quello per il covid sarà preparato su un tipo di virus che nel frattempo sarà evoluto, rendendo la vaccinazione una questione di mercato.
“Probabilmente Mattia, il trentottenne paziente numero uno a Codogno senza malattie pregresse e poi completamente guarito ci ha depistato”.
Un sistema immunitario può essere debole anche senza la presenza di altre patologie/farmaci.
Osservare queste ed altre contraddizione e bugie del Regime è, per loro, essere negazionisti.
Sono osservazioni del genere Ovvio, eppure vengono dal basso e sono taciute – da molti mesi – dall’alto.
Possibile? Possibile siano così modesti nelle loro cieche osservazioni?
Non posso pensarlo. Posso pensare ci sia una ragione, che tutto ciò sia un diversivo a favore di altri progetti.
Di certo – è letteratura ubiqua – con la paura si ottiene tanto, tutto.
La fine della democrazia è agli sgoccioli: capi di governo non eletti, decreti e Parlamanento esautorato, sovranità nazionale al macero, cancro burocratico, corruzione, partiti comprati dall’economia, disoccupazione, debito pubblico, Nato, progresso e consumi, scienza e denaro, istruzione e materialismo.
Non è che che ci toglieranno il voto, la questione non fisica è metafisica. Ci stanno togliendo la vis e l’eros, lo spirito della vita, ci stanno formando per quello dell’amminstrazione, ci stanno ammaestrando molto più di quanto abbiano fatto finora.
Il conto lo paga chi sappiamo, potrebbe essere che si rivoltino? Per quanto l’acqua dell’opulenza abbia spento i fuochi della ribellione, per quanto la comunicazione sia un’onda che impedisce ai meno dotati delle opportune consapevolezze di pensare, il rischio di disordine sociale c’è. Vuoi che non lo sappiano?