Otto mesi dopo

Otto mesi dopo
di Lorenzo Merlo
(ekarrrt – 25 marzo 2023, aggiornato)

Il 25 settembre 2022, più di otto mesi fa, si svolgevano le elezioni parlamentari. Il popolo, allibito dalla gestione della pandemia, dalla posizione dell’Italia nei confronti della guerra in Ucraina, dalla politica di Draghi, propaggine italica di quella voluta per la realizzazione del Nuovo ordine mondiale, ansimava davanti all’opportunità di portare in Parlamento ciò che singole unità come Sara Cunial, Pino Cabras, Emanuele Dessì, Vittorio Sgarbi e altri avevano giustamente già fatto.

La chiamata alle urne, seppure nel suo piccolo, era una grande occasione per convogliare lo spirito molteplice di una moltitudine incredula, critica, inferocita, delusa. E anche certamente radunata intorno all’impossibilità di adattarsi a quanto stava avvenendo e a quanto ancora sarebbe avvenuto.

I partiti e i movimenti (1) che si sono ritrovati davanti a detta opportunità, invece di raccoglierla, l’hanno fatta cadere.

Ogni volta che mi ritorna in mente, mi ritrovo un po’ stranito. All’origine dello sbigottimento personale c’è una domanda tanto banale, quanto appunto sorprendente. Come mai dopo le elezioni, che gli antisistemici hanno pensato bene di condurre separatamente – invece di unirsi attorno al pensiero che avere seggi è meglio che non averli – nulla è accaduto? Cioè – per abbreviarla – come mai dopo l’esclusione assoluta dal parlamento non è partito un tentativo di radunare le forze di quella moltitudine insofferente, sull’orlo – almeno nei sentimenti di qualcuno – della guerra civile?

Le compagini politiche, organizzate per poter essere presenti nelle schede elettorali, avrebbero potuto ottenere qualche scrannico successo alle votazioni. A cose fatte, la somma delle loro individuali percentuali ottenute lo ha dimostrato.

Se l’accorpamento non è stato possibile, certamente ognuno avrà avuto le sue rispettabili ragioni. Tuttavia, c’erano argomenti e temi condivisi. Dunque, se l’unione di forze non è avvenuta, la questione è di tipo vanesio-egoico. Esattamente quella in scena sul teatro della politica (in nome del politicamente corretto la si potrebbe chiamare individualismo mascherato) ormai da lunga, pluridecennale, data.

Nessuno, preso da se stesso, magari “per il nostro bene” – come è facile sentici dire in campagna elettorale –, tirannicamente rapito dalla propria visione delle cose, non è in grado mai di utilizzare l’ascolto. Ovvero di raccogliere quel tipo di informazioni basilari che viaggiano su onde lunghe e condivise, sempre nascoste da altre, fibrillanti, frenetiche, ossessive e disorientanti.

È sì una giustificazione. Ma meglio vederla in forma di critica e, volendo, anche di discredito. Come possono andare oltre le attuali sataniche modalità dell’individualismo mascherato, usando i medesimi criteri che vorrebbero sostituire?

Ma esprimevano altre idee, antisistemiche! Risposta accettabile, ma anche in questo caso meglio vederla come una o più di quelle frenetiche fibrillazioni ossessive citate. Chi vuole raccogliere accoglie, unisce, rinuncia. Chi vuole guidare ha vista lunga, traguarda oltre a ciò che la impedisce.

Quindi, perché a batosta conclamata nessuno della triplice separazione ha neppure tentato – e se lo ha fatto, pardon, ma io non l’ho visto – di mettersi a un tavolo? Di agire in funzione di radunare la moltitudine spiritualmente – e non solo – disperata? Spero che una possibile risposta non sia: “Troppo presto rispetto alla prossima tornata elettorale”. Ma che c’entra? Non è per noi, quelli che hanno le idee come voi, che esistete? Non ha senso per nessuno di voi radunarsi, studiare, produrre documenti, inchieste, critiche strutturali che vadano al di là degli slogan? Che creino relazione con la moltitudine? Non è per voi opportuno andare oltre i piccoli interventi, più simili ad azioni private, che di partito o movimento (individualismo mascherato)?

Perché a otto mesi nulla del genere è avvenuto? Perché ognuno – e ci metto anche le testate e i blog che hanno e stanno facendo un gran lavoro di controcultura – segue pacifico la propria linea? Sarei e – penso di possa dire – saremmo ansiosi di ascoltare le risposte dai più diretti destinatari di questo lamento, nonché di questa critica.

Ansioso, in quanto la sola risposta che da solo posso fornirmi richiama troppo la matrice individualista, che tutto sta demolendo. O che tutto ha già demolito? È una domanda, prima di essere una considerazione, un dubbio, un’ipotesi, una certezza.

Per buona parte di quella moltitudine, è da tempo il tempo di radunare i pensieri e le forze di chi non si capacita dei marosi della geopazzia, in cui il mondo non è che un barcone in balia dell’insipienza, a causa della quale sarà presto naufrago.

Non abbiamo più l’eros necessario per alzarci dal divano e scendere in piazza? Non serve a nulla scendere in piazza? Non serve nulla di nulla, con la comunicazione detenuta dai soli soddisfatti della situazione?

La situazione è ampia, molte forze sciamano, orientandoci di qua e di là come posidonie nella risacca. Ma dovrebbe essere un motivo in più per rimboccarsi le maniche, non per deporre le armi e darsi per vinti. Ma, se così fosse, arriveremo a tacere, a fuggire, a vaneggiare del tutto. Nessuna battaglia è vinta dall’eroe, l’eroe non esiste senza un plinto di popolo sul quale elevarlo.

Non ci sono i soldi? Dubito, ma può capitare. Ma, se invece così fosse, perché non avviare una campagna di autofinanziamento? Lo fanno diversi emeriti blog e testate web – anch’esse qui ringraziate, ma anche criticate – che vivono appunto di eros, di etica, di dolore, di volontà.

Il popolo somma dei tre schieramenti, unito a quello astensionista e a quello dei furono cani sciolti, dei manifestanti della pace, dei singoli visionari, merita di vedere un minimo frutto del suo scoordinato spingere in opposta direzione al sistema. E non si citi ora l’azione della procura di Bergamo che, spiritualmente parlando, in quanto opera del sistema stesso è un’offesa alla inerte moltitudine citata. Certo, possiamo condividerla e trarne soddisfazione, ma noi? Noi, che si fa? Che si è fatto, oltre a sperare, aspettare, criticare?

L’avvento del Great Reset è in essere. Stiamo morendo soffocati dall’incredulità di ciò che passa come progresso, di quanto ha già attecchito come tale nell’altra immensa moltitudine dei divanisti. Il culto della tecnologia, quello della digitalizzazione, l’affermazione dello scientismo, la cancellazione delle culture, l’imposizione dell’identità digitale, della corsa al vaccino, l’abbattimento delle identità comunitarie e individuali, la guerra per l’egemonia del capitalismo occidentale, la censura in nome della democrazia, le bombe in nome della pace, il controllo in nome della sicurezza, il razzismo antirusso come politica e il nazismo ucraino come insistenza, il tribunale infame che vuole perseguire Putin, la corsa ai diritti colorati, alla donna come industria di merce vivente, la repressione civile ucraina come espressione di uno stato democratico sono solo alcuni esempi di sinapsi premiate dal sistema.

Può bastare per non far passare altri otto mesi in stile Partito Democratico, inetti alla politica autentica?

Note
(1) Italexit, Italia sovrana e popolare, Alternativa per l’Italia, facenti rispettivamente capo a Gianluigi Paragone, Francesco Toscano e Marco Rizzo, Mario Adinolfi e Simone Di Stefano.

Otto mesi dopo ultima modifica: 2023-06-08T04:55:00+02:00 da GognaBlog

Scopri di più da GognaBlog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

6 pensieri su “Otto mesi dopo”

  1. Noto anch’io che la modalità di propaganda dell’antisistema è ormai identica a quella del sistema. Ogni notizia pare filtrata, censurata e comunicata a proprio uso e consumo, in base alle proprie linee guida. I giornali antisistema, oltretutto, hanno ormai preso la brutta piega di focalizzarsi solo su determinati argomenti, escludendone altri a priori. A mio parere si salva solo “L’indipendente”, testata che trovo obiettiva, raramente superficiale e con una visione più ampia degli argomenti trattati.
    Per quanto riguarda l’incapacità di unirsi evidenziata prima delle urne, è stata la dimostrazione che anche questi “rappresentanti” non sono stati in grado di dialogare. Nonostante i punti in comune, si sono voluti accanire sulle diversità e hanno affondato l’unica possibilità di dare voce ad una parte di popolo arrabbiata e pronta a lottare. La molteplicità di idee dovrebbe essere sfruttata come trampolino di dialogo, slancio della mente, dimostrazione di socialità e di libertà, un antidoto alla staticità del pensiero. E invece…

  2. Cla. Le infiltrazioni e i provocatori prezzolati esistono e come se esistono, ma non penso siano una spiegazione adeguata per il fenomeno della diaspora piuttosto frequente nei movimenti di opposizione. Temo che la faccenda sia molto più complessa e che un’attenta attività di vigilanza non sia sufficiente. Troppo semplice e illusorio attribuire tutto o quasi all’azione dell’avversario. 

  3. Per chi comanda è molto meglio gestire le forze del dissenso che quelle del consenso, cioè : il dissenso lo creo, lo gestisco e poi lo faccio morire quando voglio io, il popolo dissenziente vede svanire anche anche l’unica illusione che si era fatto. Elementare Watson!!! 

  4. Il “frazionismo” è un fenomeno che ha caratterizzato le forze di opposizione per tutto il secolo scorso. Spesso è stato anche all’origine di pesanti sconfitte. Io mi sono dato questa possibile spiegazione. Non certo l’unica, ma una delle molteplici cause. Questi gruppi sociali tendono ad attirare una quota significativa di persone nelle quali è forte la spinta ad “opporsi” e a “differenziarsi”. Un tratto di personalità presente in tutti ma in alcuni particolarmente forte. Un po’ come avviene, all’opposto, per la spinta ad aggregarsi e a “conformarsi” alla maggioranza di volta in volta dominante. Mi vengono in mente due bei film che ben dipingono in modo estremo, come avviene nello spettacolo, queste due tipologie : “Il conformista” e “Uomini contro”.Altri esempi potrebbero essere alcuni “caratteri” opposti che compaiono nel blog in modo ricorrente.  La spinta oppositiva e differenziante può essere in alcuni così forte che si rivolge non solo verso gli avversari ma anche verso gli affini. Ecco dunque che spesso ci si divide su questioni che viste dall’esterno appaiono di dettaglio e abbastanza irrilevani, ma per le persone coinvolte sono invece essenziali e caratterizzate da una forte carica emotiva. Poiché questo orientamento a mettere in primo piano le differenze piuttosto che ciò che unisce porta sovente a conseguenze negative, ci si potrebbe aspettare che magari dopo le sconfitte la ragione porti ad un equilibrio e ad un controllo maggiore dell’impulso “scorpionesco”(vedi favola dello scorpione e della rana) ma non è così. Ci devono essere sotto dei bisogni così forti e profondi (a parte i piccoli interessi di bottega e le miserie umane) che il comportamento si ripete sempre uguale, con uno schema che non cambia, la famosa “scissione dell’atomo”, a meno che le pressioni esterne siano così forti e drammatiche da indurre almeno temporaneamente un contenimento più equilibrato tra i due poli convergenza e divergenza. Poiché questa dinamica dura da tempo temo che sia difficilmente superabile anche se vale la pena di continuare a provarci, almeno fin che si hanno energie da spendere. 

  5. Ma il sig.Merlo non ha ancira capito che le sue strampalate pseudoidee agli italiani civili non interessano? Vive in un mondo tutto suo nutrito dal suo odio per l’Occidente.per fortuna nessuno lo segue. Gli italiani hanno votato csx e dopo 8 mesi se ne vedono i benefici effetti sull’economia, ha aiutato i più poveri, tolto il RdC che andava solo ai mafiosi o ai truffatori e messo chi può lavorare nelle condizioni di dover aaccettare un lavoro o non avere nulla. Il Miglio governo degli ultimi 30 anni. E chi se nefrega di quel che pensa la maggior parte dei lettori del gognablog, sinistri e sconfitti, che non riescono a capire che il polpolo non vuole più la sinistra, soprattutto questa sx radicalchic e che guarda solo alle Ztl e ai ricchi

  6. Purtroppo in questa frammentazione dei vari movimenti si vanno ad inserire spesso una miriade di interessi (personali e comunitari) spesso portati avanti da persone che alimentano questo sistema abilmente condotti e manovrati con grande facilità. Nei mille blog e gruppi che frequento spesso c’è leggerezza o superficialità sull’approfondimento delle news che girano e molti si fanno influenzare in modo acritico da questi personaggi. Di fatto molti canali (vedi byoblu e momti altri) fanno “informazione” proprio come il main stream vuole che venga fatta, in modo parziale e manipolatorio. Risultato? Perdita di fiducia totale in una rivendicazione comunitaria di liberta’ e diritti che vengono abusati. Sia la cosiddetta dx che sx sguazzano nel mondo della comunicazione mainstream evidentemente falsa e in questi sprazzi di “verità” dei “complottisti” che sono scomposte e frammentarie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.