Pareti

Un’altra gloriosa rivista di sempre più rara carta stampata si è arresa di fronte all’inarrestabile cambio dei tempi. I piaceri del profumo di stampa e dello sfogliare le pagine interessano sempre meno, come pure si affievolisce la sensazione che ciò che è scritto e stampato duri in eterno.
Di questa mutazione genetica dell’informazione e della comunicazione è, nel suo piccolo, responsabile anche GognaBlog: ma lasciateci almeno esprimere quanto la nostra Redazione sia triste di fronte a questa evoluzione.

La carta non “canta” più
di Andrea Gennari Daneri
(dal suo profilo facebook, 20 dicembre 2024)

Finisce qui. Finisce oggi, adesso. Dopo 28 anni il Forrest Gump dellla verticale italiana, cioè il sottoscritto, ferma la sua corsa editoriale nel mondo della carta stampata. Dal 1996 ad oggi sono stati 156 numeri per oltre quindicimila pagine inventate, programmate, impaginate e alla fine stampate. Quasi tre generazioni di lettori che mi hanno seguito in questa appassionata avventura e, quando mi volto indietro come Forrest per comunicare loro che “sono un po’ stanchino”, mi accorgo che sono ancora in tanti che stavano a correre dietro di me, anche loro con la barba più grigia o addirittura bianca. Quindi ancora bene, ma pochi giovani, un vero peccato per uno sport più che mai giovane, ma che adesso si alimenta attraverso canali differenti dalla carta.

Ringrazio tutti gli alpinisti, climbers e boulderisti che in questi anni si sono improvvisati appassionati autori, accontentandosi dei pochi danè che questo settore di nicchia ha potuto produrre: siete stati preziosissimi e mi sono divertito a lavorare con voi. Ringrazio ovviamente la mia famiglia che avete visto anche troppo immortalata nei reportages di viaggio, costretti dalle economie di scala a fare i modelli verticali per ambientare le foto.
Anche questo sarà un sollievo: viaggiare per viaggiare, scalare per scalare, fotografare per il gusto e non in vista, per forza, di un articolo da preparare secondo certi crismi.
E infine ringrazio ovviamente voi, cari lettori, che avete fatto i miracoli per trovare la rivista malgrado le chiusure seriali delle edicole di questa nazione. E che avete (non scherzo) sottoscritto abbonamenti da qui al 2027!

Andrea Gennari Daneri

Senza di voi l’esperienza di Pareti si sarebbe chiusa assai prima per problemi di soldi e non come accade ora, per esaurimento della mia voglia di lavorarci, e mi sarebbe dispiaciuto davvero tanto di più.
Comunque don’t worry, tutto quanto sottoscritto, pagato e non goduto vi verrà restituito attraverso bonifico bancario scrivendo a paola@pareti.it.
Il “trasferimento” sul web non sarà tanto per dire. Continuerò su www.pareti.it il mio impegno editoriale perchè ho ancora cose da dire, ma senza tempi stringenti e scadenze prestabilite.
Have fun, sulle rocce, sul ghiaccio o sul divano, la vita è lungamacorta, godetevela il più possibile come ho intenzione di fare io, da qui a 120 anni, quando forse le dita non riusciranno più a stringere le prese.

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Pareti ultima modifica: 2025-01-11T05:06:00+01:00 da GognaBlog

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19 pensieri su “Pareti”

  1. Non rimpiango i “vecchi tempi”, ma non sono contento dei nuovi tempi dell’internet e dei pennivendoli aggratis. In cui i blog e i siti di “giornalismo” sono subdirectory delle aziende o spazio libero per lo sfogo di singoli non controllati e verificati. In cui se io scrivo che ho fatto il 9a (e l’ho fatto un 1 aprile) tanti mi hanno risposto allegramente, ma troppi ci hanno creduto…

  2. “Purtroppo questo mondo fagocita tutto e tutti.”
    Caro Benassi, non te l’avevano detto? Benvenuto nel club! 
    😀 😀 😀
     

  3. Non ho sempre condiviso quello che scriveva AGD, ma è un vero dispiacere che una rivista cartacea come Pareti, se ne vada. Non ho tutti i numeri, ma una buona parte si. Purtroppo questo mondo fagocita tutto e tutti.

  4. Due parole per chiarire;non ho nulla contro questa rivista,e ci mancherebbe altro , nemmeno per l autore e il suo rispettabilissimo e lungo lavoro,amo la carta e il libro stampato , non è una forma di supporto vs un altra!
    Guardavo pero’anche alla parte positiva  data da questa chiusura, da li partiva il mio pensiero e che ho scritto.
    Quanto alle foglie di fico  grazie della dritta ,ora son tutte gelate ,anche se non capisco per quale motivo il dialogo debba scendere così dabbasso…Cla con tutto il rispetto puoi e devi fare di meglio!
    Ultima cosa riguardo l odore d inchistro avendo trascorso 20 anni a tirar di stampa so di cosa parlo
    ,è talmente inquinante e indissolubile che può piacerti solo se sei di passaggio e non “dentro” alla stamperia.
     

  5. A chi è convinto che le riviste cartacee stiano sparendo consiglierei di non limitarsi a guardare le edicole nostrane ma di fare una visitina a qualsiasi “maison de la presse” francese: Chamonix, tanto per citare una località di montagna assai vicina al confine, potrebbe fare al caso. Ho parlato della Francia ma potrei parlare ovviamente di tanti altri paesi…

  6. Sembra che si voglia stabilire un collegamento tra la progressiva sparizione delle pubblicazioni cartacee (giornali, riviste d libri, anche se con tempi e modalita’ diverse) a favore di soluzioni digitali, e il relativo impatto rispettivo in termini di comsumi di risorse ed energia. Questo puo’ anche essere legittimo, ma non ha nulla a che vedere con le cause e conseguenze del fenomeno.
    Siccome ho diretto riviste specialistiche per quarant’ anni, posso assicurarvi con piena cognizione di causa che la sparizione della carta NON e’ dovuta al fatto che la gente preferisca il digitale, ma piuttosto all’esaurirsi degli introiti pubblicitari. Nessuna rivista o giornale puo’ sopravvivere aenza pubblicita’, e gli inserzionisti hanno deciso che quei soldi sono meglio spesi nel digitale. Discorso chiuso.

    E a rischio di sembrare paranoico, devo anche precisare che “portarsi la biblioteca nello zaino”, anche se comodissimo, mi sembra estremamente pericoloso per la liberta’ di pensiero – particolarmente in questa epoca di “politicamente corretto” e “cancel culture”. Se io possiedo un libro che non piace al potere, quel libro puo’ essermi tolto solo con una perquisizione mirata. Ma se invece si decide che certi brani di Shakespeare sono antisemiti e certi versi di Dante sono omofobi, e percio’ vanno epurati, bastano dieci minuti al server centrale e ale’, in TUTTI i lettori Kindle o similari quelle parole spariscono per sempre.

  7. Nel commiato di Gennari Daneri c’è scritto che il motivo della chiusura è “per esaurimento della mia voglia di lavorarci”. 
    I tempi che cambiano, con i social che hanno invaso ogni angolo delle nostre vite, non credo abbiano influenzato questa scelta, altrimenti avrebbe smesso ben prima.
     

  8. Sig. Bertoncelli,
    Grazie per la precisazione, mi divertono queste sue precisazioni.
    Quanto a chi deve sempre esprimersi con volgarità ed insulti (@cla)… no comment.
    Meglio tornarsene nel silenzio, è proprio vero che oramai la gente non è più capace di un minimo di educazione.
    Comunque, grazie a Gogna per offrirci queste letture.

  9. Ricordo che le parole incise nella pietra quattromila anni fa sono ancora lí, a narrarci il passato. Che si porti rispetto per loro!
    N.B. Per favore, che ora non spunti qualche buontempone a insinuare che io rimpianga l’epoca degli ittiti e degli assiro-babilonesi. Grazie. 

  10. Panta rei.
    L’aforisma è attribuito a Eraclito. 
    Fu Platone ad attribuirglielo.

  11. “amo il ronzio del 5G – amo il bruciore agli occhi dovuto allo schermo”
    È stata una bella epoca non dimenticheremo. Grazie Pareti-ALP-RDM-SuAlto

  12. Oppure puoi scaricare l’app “culo pulito” e pulirti con quella ,che è molto più ecologica.

  13. Antonio Mereu:
    Pulisciti il culo con la foglia di fico, perché anche la produzione e smaltimento della carta igienica ha un impatto negativo sull’ambiente.

  14. Accetto che dispiaccia vedere sparire un’ennesima rivista, ma gli anni passano e “le cose” mutano.
    Leggevo libri cartacei (ricordo il mio unico mattone da 1000 pagine durante un viaggio di oltre un mese) e da oltre 15 anni uso eReader che mi permettono di viaggiare con la mia intera biblioteca.
    Sorrido sui commenti di amici “…amo il profumo della carta stampata di un libro…”, mi ricorda un po’ “…amo l’odore del napalm la mattina…”. Paragone diverso ed esagerato il mio, lo so, ma io preferisco il profumo del pane appena sfornato ed un Kobo nello zaino.
    Per evitare che qualcuno contesti @antoniomereu con la sua affermazione su carta e natura, dico subito: “E voi fan dei gadget elettronici e di tutto su Internet inquinate con produzione di materiale plastico e consumo di energia”. Mettiamola così, la fine di riviste come Pareti in formato cartaceo è una normale evoluzione della storia.
    In fondo, non sono spariti anche gli addetti all’accensione e lo spegnimento dei lampioni stradali a gas. Non era Platone che si riferiva al “panta rei” dicendo che le cose materiali cambiano, ma le idee possono restare immutabili?

  15. L8′ industria cartaria da sola beve e inquina miliardi di litri d’acqua dolce,cifre spaventose.
    Senza contare l ovvio; il legno  la sua pasta e l energia…
    Capisco il “dramma ” di chi ama tenerlo(Pareti) ancora tra le mani 😉 e  sfogliarlo,ma preservare un po di natura è meglio.
     
     

  16. Dispiace davvero che Pareti chiuda.
    Siamo in tanti oggi a ringraziare AGD per tutto il lavoro che ha riversato nella rivista.
    Oltre a belle immagini, interviste e articoli interessanti, vi ho trovato suggerimenti e falesie per tutte le tasche da visitare, 
    Non ho i primissimi numeri ma li avevo trovati molto ben descritti nel n°100, assieme alla storia dell ‘esordio della rivista.
    Ancora grazie Andrea, anche per “Mangart”,  a parte le parolacce l’ho trovato molto bello!
     
     
     
     
     
     
     

  17. Non sono stato un lettore sistematico di Pareti, ma solo per la mia  vocazione “poco arrampicatoria in senso stretto”, che nulla ha a che fare con la qualità della rivista. Mi è capitato spesso di sfogliarla, a volte di leggerla a fondo (a casa di amici, in biblioteche varie…) e ho sempre apprezzato l’impostazione, i contenuti e il modo di trattarli. La mia tristezza di fronte alla chiusura delle riviste cartacee (non solo di montagna…) prescinde dalla natura di ogni singola rivista, ma per il fenomeno nel suo insieme. Per cui condivido le riflessioni di Gogna.

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