Piolet d’Or 2015 – parte 1

Piolet d’Or 2015 – parte 1
(informazioni raccolte da Planetmountain.com)

Ecco le tre salite selezionate e premiate al Piolets d’Or 2015: la Traversata della catena del Fitz Roy di Tommy Caldwell e Alex Honnold, la salita del Thamserku dei russi Alexander Gukov e Alexei Lonchinskiy e la salita del Hagshu degli sloveni Aleš Česen, Luka Lindič e Marko Prezelj. Durante la 23a edizione del prestigioso premio di alpinismo, andata in scena tra il 9 e 12 aprile 2015 a Courmayeur e Chamonix, è stata celebrata anche la carriera alpinistica del britannico Sir Chris Bonington (classe 1934) che ha ricevuto il Piolet d’Or Carrière (Premio Walter Bonatti) nella serata finale a Courmayeur l’11 aprile 2015. Nell’albo d’oro succede allo stesso Walter Bonatti e a Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot, Kurt Diemberger e John Roskelley.

L’alpinista britannico Sir Chris Bonington, Piolet d’Or 2015 alla Carriera. Foto: © Piolet d’Or 2015
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Tommy Caldwell e Alex Honnold durante la Traversata del Fitz Roy, Patagonia. Foto: © Tommy Caldwell / Alex Honnold
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Si tratta delle imprese compiute nel 2014 dagli statunitensi Tommy Caldwell e Alex Honnold (la traversata completa della catena del Fitz Roy, in Argentina), dagli sloveni Aleš Česen, Luka Lindič e Marko Prezelj (apertura di una via sull’Hagshu, in India), e dai russi Alexander Gukov e Alexey Lonchinskiy (apertura di una via sul Thamserku, in Nepal).
A individuare le ascensioni finaliste – su 58 inserite nella prima ‘big list’ – è stata una giuria tecnica formata da nove tra i più forti scalatori del panorama internazionale provenienti da altrettanti paesi: Hervé Barmasse (Italia), Kazuki Amano (Giappone), Valeri Babanov (Russia), Stephane Benoist (Francia), Andy Houseman (Gran Bretagna), Michael Kennedy (Stati Uniti), Ines Papert (Germania), Raphael Slawinsky (Canada), Andrej Stemfelj (Slovenia).

Tommy Caldwell nella Traversata del Fitz Roy, Patagonia. Foto © Tommy Caldwell / Alex Honnold
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LE ASCENSIONI FINALISTE
Traversata della catena del Fitz Roy 3405 m

Argentina, Patagonia
Dal 12 al 16 febbraio 2014 gli statunitensi Tommy Caldwell e Alex Honnold hanno realizzato la traversata completa, da nord a sud, raggiungendo sette cime per un totale di 4.000 metri di scalata, con un grado massimo di 7a e passaggi a 65 gradi su ghiaccio. Info-Planetmountain.com

Alex Honnold, sveglia su Fitz Roy dopo una lunga notte d’arrampicata assieme a Tommy Caldwell. Foto © Tommy Caldwell / Alex Honnold
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Hagshu 6657 m

India, Kisthwar
Gli sloveni Aleš Česen, Luka Lindič e Marko Prezelj hanno aperto una via sulla parete nord, alta 1.350 metri. La ripidità e la durezza del ghiaccio li ha obbligati a scalare il primo giorno fino alle 2 di notte. Il giorno dopo (30 settembre) hanno raggiunto la vetta alle 17 per poi scendere lungo la via aperta dai polacchi nel 1989. Info-Planetmountain.com

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La linea di salita sulla parete nord di Hagshu salita da Aleš Česen, Luka Lindič e Marko Prezelj. Photo by Marko Prezelj.PioletdOr-1-27353

Thamserku 6618 m
Nepal, Khumbu
I russi Alexander Gukov e Alexei Lonchinskiy hanno aperto una via sulla parete sud-ovest, alta 1.620 metri, ribattezzata Shy Girl. Hanno effettuato sei bivacchi in quota. La via è stata stimata 6a/6b, presenta passaggi ripidi di ghiaccio con sezioni di misto M4/M5 e dei tratti da superare con arrampicata artificiale. La discesa è avvenuta dalla cresta sud e lungo il versante sud-ovest. Info-Planetmountain.com

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Alexander Gukov e Alexei Lonchinskiy al Thamserku. Foto: © Alexander Gukov, Alexei LonchinskiyPioletdOr-1-29269

Thamserku (6618m), Nepal, e la linea salita dai russi Alexander Gukov e Alexei Lonchinskiy. Foto: Alexander Gukov, Alexei Lonchinskiy
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Piolet d’Or 2015 – parte 1 ultima modifica: 2015-06-30T07:00:46+02:00 da GognaBlog

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1 commento su “Piolet d’Or 2015 – parte 1”

  1. Tanta bella roba!
    Belle notizie ogni tanto da varie parti del mondo,
    e forse anche il Piolet D’or migliora collegando le generazioni di umani:
    La premiazione di Chris Bonington,
    La via degli sloveni che par bellissima e quasi comprensibile pure a noiartri
    La via dei russi, ma li siamo proprio su un altri pianeti di sofferenza ed estasi post-soviet 🙂
    Forse l’alpinismo è vivo.

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