Pensiamo che siano stati tutti molto bravi, Alessandro Beltrame, Peter Moser, Manolo e ovviamente anche i tre attori. Pensiamo che siano riusciti a esprimere un sentimento che ormai è così nascosto nelle pieghe del successo e del morboso interesse per l’attualità da risultare quasi “missing”.
Sono stati di mano leggera nell’insistere sulla valenza sportiva dell’impresa di Peter focalizzando l’attenzione su come tutto era, e su come tutto è cambiato nell’apparente immobilità rocciosa.
Ne emergono delle Dolomiti silenziose, ma regine della nostra anima. Bravi!
Venerdì 5 gennaio 2024, alle ore 20.30, Pionieri sarà proiettato nella sala dei Vigili del Fuoco a Sagron-Mis (TN).
Un viaggio alle radici dell’alpinismo
Il prossimo 5 gennaio 2024, alle ore 20.30, Alessandro Gogna introdurrà al pubblico della sala dei Vigili del Fuoco di Sagron-Mis (TN) il protagonista di Pionieri, la guida alpina Peter Moser. La presentazione sarà preceduta dall’esposizione, da parte del suo ideatore Aaron Lazzaro, del progetto Alta Via dei Pionieri. Seguiranno la proiezione e le domande del pubblico. Presente in sala sarà anche una delegazione di guide alpine appartenenti al Gruppo Aquile di San Martino di Castrozza.
In un luogo che non ti aspetti, ma proprio lì, in quella valle ricca di boschi e pascoli e sovrastata proprio dall’ultima delle vette scalate nel film, il Piz de Sagron, Maurizio Lazzaro e collaboratori sono riusciti creare un progetto culturale di attivazione e promozione territoriale, il premio annuale riservato al Personaggio dell’Anno. È una forma virtuosa di “cultura di servizio” che serve al territorio, sviluppa risonanza culturale e genera passioni, dà valore alle persone che hanno qualcosa da dire e da mostrare e le invita a presentarsi.
Il 10 agosto 2021 Peter Moser collega in un solo giorno sei delle principali cime delle Pale di San Martino. Ispirandosi ai pionieri dell’alpinismo, Peter compie la traversata in solitaria lungo le vie storiche. Vuole affrontare la montagna alla pari, in velocità ma senza fretta, in un viaggio intimo alle radici del proprio essere montanaro e alla ricerca dello stesso spirito che ha guidato i primi esploratori. Le immagini mostrano la grandezza di un ambiente minerale travolgente e maestoso, unico e severo come le Pale di San Martino. È documentato dall’interno, lungo un “fil rouge” che si snoda dai 3000 m del Cimon dela Pala attraverso cime e valli fino alla cima più meridionale del Piz de Sagron. Accanto al viaggio verticale di Peter Moser, viene messa in scena un’ascensione storica che, unita al commento dello storico dell’alpinismo Luciano Gadenz e agli intermezzi del forte scalatore locale Maurizio Manolo Zanolla, rende il sapore di una montagna senza tempo, uno spazio di avventura e libertà.
Pionieri
di Manuela Crepaz
(pubblicato su L’Adige del 23 ottobre 2023)
Il film Pionieri, finanziato da AKU e presentato nel maggio 2023 al Filmfestival della Montagna di Trento, continua la sua ascesa, portando in giro per il mondo un’immagine emozionante delle Pale di San Martino e cominciando a raccogliere i primi riconoscimenti.
L’ultimo è il premio quale miglior film di montagna alla ventesima edizione del Tegernsee International Mountain Festival in Germania, conclusosi il 22 ottobre 2023. Lo ha assegnato il Deutscher Alpenverein (Dav), il club alpino tedesco, nella categoria “Esperienza di montagna”.
Il cortometraggio, il cui linguaggio cinematografico incentrato sulle Pale di San Martino è di indubbio impatto visivo, si è imposto su 65 pellicole: «Un risultato che mi rende ancora più orgoglioso di aver tanto creduto in questo film, nella bravura dell’alpinista Peter Moser e del regista Alessandro Beltrame», il commento di Teddy Soppelsa, che lo ha ideato con il supporto dell’APT San Martino di Castrozza Primiero e Vanoi. Ripercorre l’impresa della guida alpina di Bieno Valsugana, che il 10 agosto 2021 ha concatenato in un solo giorno sei delle principali cime delle Pale di San Martino, compiendo la traversata in solitaria lungo le vie tracciate dai pionieri dell’alpinismo: dopo aver scalato il Cimon della Pala, è arrivato sulla cima del Piz de Sagron, passando per la Pala di San Martino, la Cima Canali, il Sass Maor e il Sass d’Ortiga.
La giuria è stata colpita dall’approccio del docufilm: il protagonista vuole «incontrare la montagna all’altezza degli occhi, velocemente ma senza fretta, in un viaggio intimo alle radici del proprio essere montagna».
E alla ricerca dello stesso entusiasmo che ha guidato i primi esploratori dell’Ottocento: il risultato è un connubio tra passato e presente che trova l’interesse sia dell’alpinista, sia della gente comune.
Moser racconta la sua impresa in modo sincero, umile, con parole che toccano il cuore e le guide alpine Mariano Lott e Antonio Zagonel, attori “per caso”, danno un’interpretazione altrettanto significativa di Michele Bettega e Bortolo Zagonel, due mitiche “Aquile” di San Martino di Castrozza e Primiero che accompagnarono Beatrice Tomasson (interpretata con aplomb britannico da una espressiva Petra Lott) nella prima salita alla Sud della Marmolada il 1° luglio 1901 con un tempo da cani, rendendo ancora più eroica la conquista.
C’è pure un cameo: il racconto di Manolo, l’indiscusso free climber locale che rende il sapore di una montagna senza tempo, uno spazio di avventura e libertà.
Il 15 ottobre 2023, Pionieri ha vinto anche il Premio della Giuria al Filmfestival Internazionale di Poporad in Slovacchia, che lo ha selezionato tra 56 film in concorso provenienti da 15 Paesi.
Ma c’è dell’altro
di Alessandro Beltrame
Pionieri ha continuato il suo tour, essendo stato selezionato in varie rassegne internazionali, dalla Corea del Sud al Perù, dalla Polonia al Portogallo, ma anche USA e Canada. Perché Pionieri è una storia semplice ma potente che sembra davvero capace di parlare a tutti, ad ogni latitudine.
Raccontare una storia attraverso un film di questa tipologia (docu-fiction-real) significa mettere insieme pezzi, creare legami logici e narrativi, aggiungere qualche idea inedita, verificare una logistica possibile. Poi sparire.
L’archeologo trova un rarissimo reperto e cerca di non contaminarlo portandolo alla luce. La stessa accortezza è essenziale per raccontare un montanaro come Peter Moser, così raro.
La telecamera scompare. Il legame tra il filmmaker ed il protagonista è diretto.
Per riuscirci alcuni step sono fondamentali: la condivisione sincera della quotidianità, la giusta credibilità nella tribù e l’attitudine ad assorbire un linguaggio comune, che poi verrà trasformato in immagini.
Questa, credo, la formula che ha reso Pionieri un po’ speciale.
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Valentino B, 7 : “E il motivo per il quale il Trentino è tutto Trentino, come non succede in nessun’altra parte d’Italia, è che noi siamo orgogliosissimi della nostra storia, della nostra terra e quindi di appartenere a questo popolo. ”
Beh, anche grazie a qualche centinaio di migliaia di morti italiani, dal Trentino (austroungarico) alla Sicilia… Sarebbe bene non dimenticare anche questo… Si chiama Storia…
Nessun astio, ci mancherebbe.
L’appartenenza al bellunese del Primiero è geografica e non certamente storica o politica.
Anche la Valle Aurina è italiana ma geograficamente è in Austria. Infatti ne ha l’ubicazione e il clima.
Ritengo di essermi spiegato.
Ciao.
Caro Marcello Cominetti, il dire che il Primiero sia un pezzo di Trentino in terra bellunese rispecchia un’ignoranza storica e, una mancanza di rispetto per un’intera valle orgogliosamente trentina!
Ti invitiamo volentieri qui, così ci mostri i tuoi confini di sta terra bellunese, e soprattutto ci spieghi il motivo del tuo astio verso noi trentini.
A… E il motivo per il quale il Trentino è tutto Trentino, come non succede in nessun’altra parte d’Italia, è che noi siamo orgogliosissimi della nostra storia, della nostra terra e quindi di appartenere a questo popolo.
ho avuto la fortuna di assistere ad una serata con relativa proiezione del film pionieri nella mia citta di Cremona. Ne ho visti molti di alpinisti, ma questo mi ha letteralmente colpito per capacità a dir poco eccezzionali ma sopratutto per la sua semplicità . Rappresenta uno degli ultimi alpinisti-montanari veri, innamorato visceralmente dei suoi lughi. Il film straordinariamente bello ripercorre un suo concatenamento, estremamente impegnativo e complesso, nelle Pale di san Martino. Molte delle vie affrontate sono state aperte dai primi Pionieri, giunti da terre lontane. Il film racconta proprio di questo, mettendo in evidenza le differenze tra l’oggi e il ieri. stupendo!!!
L’alta via dei pionieri invece è tutt’altra cosa, e ideata da tutt’altre persone già anni fa. (l’ho percorsa qualche tempo fa perché persisteva neve in quota)
Marcello Cominetti, hai visto il film? Nessuna operazione di mktg alla trentina, te lo posso assicurare come ideatore del progetto. E sul fatto che il Primiero è un pezzo di Trentino in terra bellunese, anche qui non mi trovi d’accordo. E’ la storia di quella terra che parla.
Senza nulla togliere alla bravura di Moser, Beltrame e compagnia, questa mi sembra la solita operazione di marketing alla trentina.
Da notare (Vegetti) che la Provincia Autonoma di Trento non ha nulla a che fare con il bellunese, se non con il fatto che il Primiero è un pezzo di Trentino in terreno bellunese.
Anche gli abitanti di Erto scendono più facilmente a Belluno che a Pordenone.
In Trentino tutto è trentino come non succede in nessun’altra parte d’Italia.
Non dimentichiamolo.
Ma viste tutte le discussioni sulla esagerata frequentazione della montagna, creare un percorso, l’Alta Via dei Pionieri, pubblicizzarlo, ecc. ecc non porta altra gente ancora a calpestare quello che si vorrebbe delimitare? Di Alte Vie tra Bellunese e Trentino ce ne sono già troppe direi… E su questa, leggo: trasferimenti da Belluno al posto di partenza, rifugi, eventuale trasporto zaini, materiale multimediale video/foto a ricordo. Il tutto venduto come “pacchetto turistico”. Insomma, proprio da turisti…
Molto interessante… sarà disponibile poi in streaming?
Bello rivedere uno sponsor tecnico che finanzia in modo diretto una produzione di cultura e non solo la realizzazione di performance tecniche sul terreno. Speriamo che questo trend possa continuare: le due gambe dell’alpinismo devono crescere insieme, sennò l’alpinismo zoppica.