Con le strade e la funivia (sì, quella tragicamente famosa) che ne raggiungono la cima, e con gli impianti sciistici e le antenne radio-televisive che la devastano ulteriormente, il Monte Mottarone 1491 m, sopra il Lago Maggiore, è uno dei massimi esempi di cattivo gusto e di degrado turistico-tecnico, senza alcuna speranza di redenzione. E’ da evitare nei giorni festivi perché letteralmente preso d’assalto (nonostante che una delle due strade sia a pedaggio). A dispetto di tutto questo, il panorama che si può avere dalla disastrata vetta è uno dei più notevoli delle Prealpi intere.
Inoltre, ciò che i più non sanno, il Mottarone ha conservato intatta la sua parte più selvaggia e precipite: la sommità del versante nord-ovest, assai articolato, è facilmente raggiungibile dalla cima turistica. Lì, ai nostri piedi, si apre un mondo diverso, per molti versi assai “alpinistico”. Molte vie di più tiri vi sono state aperte ma è spesso assai complicato, per chi non conosca la zona, accedere agli attacchi e districarsi tra uno sperone granitico e l’altro.
Chi volesse approfondire e magari leggersi un po’ di storia alpinistica di questa montagna, clicchi qui.
Ri-attrezzature al Mottarone
di Florian Kluckner
Mottarone 1491 m, Il Regolare
Cresta delle Principesse
Florian e Andrea Kluckner, Heinz Grill, dicembre 2006
Difficoltà: 6a, A1 (6b), spesso 5b R1
Sviluppo: 500 m + 200 m di trasferimenti su creste facili e canaloni erbosi
Esposizione: nord-ovest
Quota dell`attacco: 800 m c.
Chiodatura: Ottima a fix. Per migliorare l’assicurazione portare una serie di friend fino al bd.2 (giallo), fettucce.
Caratteristiche
È la via più lunga del Mottarone. “Alterna tiri magnifici a tratti erbosi di raccordo che, invece di diminuirne la bellezza, contribuiscono a dare alla via un aspetto molto alpinistico e selvaggio (Alberto Paleari)”.
C’è la possibilità di abbandonare la via per canali erbosi e ripidi a sinistra (nord) dopo la prima torre, oppure si può scendere in corda doppia dalla sesta torre (risalita attrezzata) e uscire prima del “Regolare”. Queste possibilità rendono la via meno severa. La salita, anche solo del primo tratto fino alla prima torre come punto di arrivo, offre già una bella arrampicata fino al 5c (con la variante del 3° tiro).
La sesta torre era già stata salita il 18 aprile 1948 da Isolo Rasi, Carlo Alberti, Emilio Caldirola con l’esploratore di Borgomanero Pietro Ghiglione, e in quell’occasione fu chiamata “Pizzo S.E.O.”.
La via è stata ripulita nel maggio 2024 e sono stati aggiunti spit e 11 anelli di cordino.
Avvicinamento
Omegna – Granerolo – Località Brughiere (280 m) P: N45°53`49.3“ E8°25`12.5“
Dal parcheggio si ritorna per 100 m c. sulla strada carrozzabile per salire la ripida via Alle Cave, seguita dalla mulattiera che si inoltra nel Rio Inferno (cartelli indicatori). Dopo un primo tornante prendere la ripida lizza fatta dai cavatori (bolli azzurri). Si segue il sentiero e i cartelli “Rio Inferno” fino alle costruzioni diroccate della vecchia e dismessa Cava Gattoni. Continuare a salire sulla pietraia fino all`attacco. (Ore 1.30).
Ritorno
Dalla cima del Regolare seguire la breve cresta verso sud, fino a un colletto (passaggi di I). Da qui in circa 30 minuti al piazzale del Mottarone.
In caso di ritardo, oppure di brutto tempo, si può evitare la salita del “Regolare”. Prendere il canale erboso tra Regolare e Monolito per arrivare al piazzale del Mottarone.
Discesa dal Mottarone
In auto: portando una macchina al Mottarone o facendosi venire a prendere. La funivia che parte da Stresa ora non è in funzione per l’incidente che provocò 13 morti nel 2021, ma probabilmente verrà prima o poi ripristinata, bisognerebbe comunque lasciare una macchina a Stresa per tornare a prendere l’altra a Granerolo/Brughiere (informarsi sul suo eventuale ripristino e sull’orario dell’ultima corsa dal Mottarone).
A piedi: dal colletto del Regolare si scende sul lato apposto per arrivare al sentiero P1 che scende a Omegna (località la Verta) dall’alpe Bertogna. 2 ore + 20 minuti per arrivare in località Brughiere.
Discesa dalla Prima, Seconda e Terza Torre
Dalle vette lungo il versante nord per arrivare ad un torrione con freccia blu (ca. 30 m). Scendere il canale ripido e erboso, poi a sinistra in direzione della via dell’attacco, sopra il rudere della cava (segni blu).
Discesa dalla Sesta Torre
Due doppie da 25 m, risalita alla quinta torre (uno spit), con due altre doppie si arriva al colle dopo la Terza Torre, poi seguire i bolli blu come per la discesa dalla Prima Torre.
Materiale fornito dal progetto SOS climbing 5% bolting e rebolting. Aderiscono a questa iniziativa i negozi Red Point, Climbing Village, Rock&ice di Arco e Trento.
Mottarone 1491 m – Cima delle Guide 1320 m, pilastri occidentali, settore delle capre
Via carina
Florian Kluckner, gennaio 2007
Difficoltà: 5a (4a obbl.) S3
Sviluppo: 320 m (10 lunghezze)
Esposizione: ovest
Chiodatura: Ottima a fix. Per migliorare l’assicurazione portare qualche friend fino al bd.2 (giallo), fettucce.
Caratteristiche
E’ la via più facile dei Pilastri Occidentali, si svolge su placche ben appigliate, fessure, camini, crestine. I primi 4 tiri cercano la linea su zone rocciose tra l’erba e l’erica. Il tiro più bello è lo spigolo aereo del 4° tiro, poi i salti rocciosi sono interrotti da zone erbose e segue una specie di cresta con spuntoni. Per individuare la via sono state messe delle frecce e dei bolli azzurri. Come dice il nome, la via è carina, mai noiosa. Nel maggio 2024 è stata ripulita e sono stati aggiunti alcuni chiodi.
Avvicinamento
Dal piazzale superiore del Mottarone scendere verso nord al laghetto artificiale. Al bivio poco dopo il laghetto continuare in salita per pochi metri la sterrata di destra, cartello indicatore “per Gravellona”. Seguire la sterrata che prosegue in leggera discesa sul versante Lago Maggiore, per raggiungere e superare i pali dello skilift La Rossa.
Continuare lungo un bel sentiero erboso in mezza costa sul versante Lago Maggiore, fino a un dosso sulla cresta spartiacque con cartello indicatore del sentiero per Gravellona. Da qui si vedono la Cima Cusio (bandiera), la valle del Rio Inferno e la città di Crusinallo.
Seguire il sentiero che scende a un primo colle, aggirare la Cima Cusio (Madonna) sulla destra per un sentiero ricavato tra blocchi di granito (segni blu). Oltrepassata la Cima delle Guide si arriva a un primo colletto (falso Colle), poi al vero Colle delle Capre
(N45°53`32.4“E08°26`36.0“). 30 minuti c.
Scendere il canalone ripido, si raggiunge una corda fissa metallica. Si scende su prati fino all’attacco (vedi relazione). 1 ora. Da agosto a causa dell’erba alta il sentiero è più difficile da trovare.
Ritorno
Dalla Cima delle Guide si risale in circa 30 minuti al Mottarone.
Mottarone 1491 m, Cima delle Guide 1320 m, pilastri occidentali, settore delle capre
Via delle Capre
Florian Kluckner, Robert Meister, Frank Richter, 30 giugno 2006
Difficoltà: 5b+ (5a obbl.) S 2-3
Sviluppo: 220 m
Esposizione: ovest
Chiodatura: ottima a fix inox. Qualche friend potrebbe essere utile fino al bd.2 (giallo), fettucce per alberi.
Caratteristiche
La via è divisa in due parti: la prima parte comincia con due tiri su placche inclinate in mezzo ai prati. Poi la roccia si raddrizza e diventa ben appigliata e molto interessante. Con un trasferimento su un sentiero da capre (unico neo) si raggiunge la seconda parte, che comincia con il tiro più difficile e forse più bello della via. Con due altri tiri si arriva in vetta alla Cima delle Guide.
Si consiglia questa via a coloro che vengono per la prima volta ad arrampicare sulle vie lunghe del Mottarone, per familiarizzarsi con l’ambiente e con la roccia ma anche per orientarsi nei non facili approcci. Nome scritto all’attacco e fix. Dopo una pioggia, la placca della prima parte è spesso bagnata. Nel giugno 2024 è stata ripulita e sono stati sostituiti e aggiunti alcuni fix inox.
Avvicinamento
Dal piazzale superiore del Mottarone scendere verso nord al laghetto artificiale. Al bivio poco dopo il laghetto continuare in salita per pochi metri la sterrata di destra, cartello indicatore per Gravellona. Seguire la sterrata che prosegue in leggera discesa sul versante lago Maggiore, per raggiungere e superare i pali dello skilift La Rossa.
Continuare lungo un bel sentiero erboso in mezza costa sul versante lago Maggiore, fino a un dosso sulla cresta spartiacque con cartello indicatore del sentiero per Gravellona. Da qui si vedono la Cima Cusio (bandiera), la valle del Rio Inferno e la città di Crusinallo.
Seguire il sentiero che scende a un primo colle, aggirare la Cima Cusio (Madonna) sulla destra per un sentiero ricavato tra blocchi di granito (segni blu). Oltrepassata la Cima delle guide si arriva a un primo colletto (falso Colle), poi al vero Colle delle Capre (N45°53`32.4“E08°26`36.0“). 30 minuti c.
Scendere il canalone ripido, si raggiunge una corda fissa metallica. In piano per 20 metri verso sinistra all`attacco (nome scritto e fix, ca. 45 minuti).
Ritorno
Dalla Cima delle Guide si risale in circa 30 minuti al Mottarone.
Materiale fornito dal progetto SOS climbing 5% bolting e rebolting. Aderiscono a questa iniziativa i negozi Red Point, Climbing Village, Rock&ice di Arco, Trento e Cortina.
Mottarone 1491 m, Cima Tre Guglie, pilastri occidentali, settore delle capre
Via delle Tre Guglie
Florian e Andrea Kluckner, aprile 2006
Difficoltà: 6b+ (6a obbl.) S3
Sviluppo: 200 m
Esposizione: ovest
Chiodatura: ottima a fix. Per migliorare l’assicurazione portare friend fino al bd.2, 3 (giallo, blu), fettucce
Caratteristiche
La via è aerea e solare.
Prendo la descrizione di Alberto Paleari: “Delle due la mia preferenza va a questo gioiello perfetto che alterna splendidi tiri in placca ad altri, forse ancora più belli, in fessura. In sette tiri, di cui uno facile di trasferimento e uno breve, sono qui concentrati tutti i tipi di passaggi che si incontrano su granito: dalla placca inclinata priva di appigli alla placca ripida a tacchette, dalla fessura larga a bordi svasati, alla stretta a bordi netti, dal diedro allo spigolo e al camino (memorabile quello dell`ultimo tiro)”.
Nel maggio 2024 è stata ripulita e sono stati messi gli anelli per fare la corda doppia con una corda singola da 50 m.
Avvicinamento
Dal piazzale superiore del Mottarone scendere verso nord al laghetto artificiale. Al bivio poco dopo il laghetto continuare in salita per pochi metri la sterrata di destra, cartello indicatore “per Gravellona”.
Seguire la sterrata che prosegue in leggera discesa sul versante lago Maggiore, per raggiungere e superare i pali dello skilift La Rossa.
Continuare lungo un bel sentiero erboso in mezza costa sul versante lago Maggiore, fino a un dosso sulla cresta spartiacque con cartello indicatore del sentiero per Gravellona. Da qui si vedono la Cima Cusio (bandiera), la valle del Rio Inferno e la città di Crusinallo.
Seguire il sentiero che scende a un primo colle, aggirare la Cima Cusio (Madonna) sulla destra per un sentiero ricavato tra blocchi di granito (segni blu). Oltrepassata la Cima delle guide si arriva a un primo colletto (falso Colle), poi al vero Colle delle Capre (N45°53`32.4“E08°26`36.0“). 30 minuti c.
Scendere il canalone ripido, si raggiunge una corda fissa metallica. Si scende su prati, risalire prima delle corde fisse per arrivare all’attacco (vedi relazione). 50 minuti c. Da agosto a causa dell’erba alta il sentiero è più difficile da trovare.
Ritorno
Dalla Cima Tre Guglie si attraversa facilmente in un minuto al Colle delle Capre e si risale in circa 40 minuti al Mottarone.
Sono molto contento che ogni tanto qualcuno si ricorda e scrive del Mottarone ,è sempre stata una montagna un po’ snobbata dalla massa di aŕampicatori ,io li andavo negli anni 90 anche perché è la montagna di granito più vicino alla pianura novarese e mi ha sempre fatto divertire e anche formare. Magari a tanti non piace per via del granito un poco friabile però il suo colore rosa è unico.
@ Alessandra
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Ci ho passato almeno una giornata senza arrampicare perche’ fra ravanamenti in su e in giu’ non trovavo la struttura…
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Piu’ volte vagando come Fitzcarraldo nei rovi prealpini ho sospettato che molte strutture indicate nelle relazioni e semisommerse nella giungla fossero mere supposizioni e leggende tramandate dagli anziani.
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Pero’ alla fine e’ bello , malgrado la folla dei merenderos concentrata nel perimetro di 200 mt da “Cima Coppi” , l’effimera e stramba pista da sci sulla cima , e gli edifici turistici con l’aria di avere vissuto tempi migliori.
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Avevo conosciuto e praticato il Mottarone partecipando all’omonima GF di MTB che partiva da Brovello Carpugnino , e mi ero invaghito di quegli alpeggi incontaminati , del verde , e dei paesini inattesi , tipo Coiromonte , in cui non mancavo mai un giro nel bar dei fricchettoni.
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In quel mondo bucolico mai avrei immaginato di trovare quelle belle strutture di granito praticabili anche in inverno , se solo si riusciva a farle materializzare…
Per noi verbanesi amanti della montagna riteniamo il mottarone una montagna persa lasciata al turismo quello brutto… Ma esiste una sua parte quella legata al l’arrampicata, magica.. Il paese dei sassi parlanti ho pensato la prima volta che ho scalato li..
La falesia acquario dove ogni masso parla racconta di secoli di vento… Acqua.. Neve…che insieme hanno disegnato la roccia… D’inverno il contrasto del marmo rosa e la neve racconta una favola… Un balcone sul rosa e per la sua posizione uno spettacolo a 360 gradi! Le vie sono bellissime ma purtroppo potresti passarci la giornata a cercare da dove partire… Perché come tutte le cose belle… Vanno curate e difese.. Ma sappiamo tutti quanto tempo e dedizione ci vuole per farlo.. Il nostro amato e odiato mottarone è tutto questo.. A volte penso un sacrificio al turismo e al dio denaro come potrei citarne altre… Ma ormai tutto si sacrifica per quel dio… Se pensiamo all everest… Una montagna che dovrebbe essere protetta e tutelata come patrimonio dell’umanità e invece venduta al migliore offerente!!
Essendo che (è uno dei massimi esempi di cattivo gusto e di degrado turistico-tecnico, senza alcuna speranza di redenzione) come dice lei perché allora non lo fa lei?
Poi comunque non vorrei dire ma c’è già un libro appena aggiornato il 2024 con oltre 200 percorsi da fare, non solo 4 in croce
E soprattutto con tutti i sentieri sistemanti perché se un si aspetta di arrivare e trovare il tappeto rosso
Scrittore da tastiera
“La predisposizione a un eventuale ravanage è fondamentale.”
Ne ricordo alcuni epici, in effetti…ma che granito!
Vi è ambientato il capolavoro di Alberto Paleari: Il giorno dell’Astragalo.
Uno dei miei libri preferiti.
Bellissimo granito rosa e ravanamenti epici.
Le vie del Mottarone sono sempre avventurose e riservano sorprese di ogni genere. Gli avvicinamenti quasi sempre complicati e da ricercare, ma roccia, ambiente e atmosfere hanno un fascino unico.
Il tutto a due passi da famigliole, motociclisti e merenderos vari. Così vicino e così lontano (cit.)
La predisposizione a un eventuale ravanage è fondamentale.
Adoro quel posto