Il 5 agosto 2018, ore 16, Abbazia di Roti, Matelica, San Severino Marche (MC), Lorenzo Jovanotti ha tenuto gratuitamente un grande concerto sulla montagna dei Monti Sibillini, all’aperto con un pubblico sulle 70.000 persone. La redazione di Alpinismo Molotov è critica su questo evento, e anche noi, con le dovute attenuanti, ci permettiamo di esserlo. Alpinismo Molotov l’8 agosto 2018 riportava il post apparso su facebook di Phil Connors, provocatorio, a volte quasi indigesto. Anche noi, pur non condividendo appieno il pensiero del prestanome, lo riproponiamo: perché riteniamo che questa materia possa essere argomento di forte interesse. Il 20 agosto 2018 a Malga Tassulla, ai piedi del Monte Peller, propaggine settentrionale delle Dolomiti di Brenta, la giovane cantante, trombettista e compositrice catalana Andrea Motis ha tenuto con grande successo un concerto jazz davanti a oltre 1000 persone salite fino al Pian della Nana. E’ trascurabile che siamo in pieno Parco Adamello-Brenta? Un evento in montagna dev’essere sempre osservato con molta attenzione. Se questo evento poi, come nel caso di Risorgimarche, si appoggia su una grande tragedia e dichiara d’essere strumento di rinascita del territorio, è facile lasciarsi convincere che ciò sia bene. Pur apprezzando la buona volontà degli artisti e del pubblico, per noi il problema non è l’idea in se stessa, è la modalità che a nostro avviso tende subdolamente con la complicità dell’euforia di folla a convincerci che il peggio sia passato quando invece innumerevoli sono le carenze per una vera e seria ricostruzione.
Lettura: spessore-weight(2), impegno-effort(1), disimpegno-entertainment(3)
Curare il sisma con un sisma
a cura della redazione di Alpinismo Molotov
(già pubblicato su www.alpinismomolotov.org l’8 agosto 2018)
La montagna come zona depressa, luogo in cui portare lavoro, ricchezza, turismo: a questa narrazione semplificatoria abbiamo sempre prestato attenzione e posto critiche alle false soluzioni: eliski, nuovi impianti di risalita, eventifici d’alta quota, eccetera.
Il concerto di Jovanotti a Risorgimarche.
Le montagne sempre più sono ridotte a splendido e muto scenario per eventi e spettacoli, scenografia non artificiale per artificiali attrazioni da luna park.
Siamo organizzatori di Diverso il suo rilievo, una festa che si svolge in montagna, a suo modo il nostro banco di prova della teoria che si fa prassi, abbiamo sempre sostenuto un festival importante come quello di Alta Felicità in Valsusa e ci siamo chiesti esplicitamente come si possa fare una festa in montagna.
Quel che ci è chiaro è che non c’è una risposta conclusiva, univoca e definitiva, al quesito. Al solito, la realtà è complessa ed è buona pratica non accettare risposte semplici(stiche).
Detto questo, ci sono casi in cui le dimensioni, l’impatto e le modalità con cui vengono svolti determinati eventi in aree montane non dovrebbero lasciare dubbi sulla loro inopportunità o comunque sulla loro criticità.
Ci sono eventi però che pare non possano essere messi in discussione, come Risorgimarche, kermesse di concerti che vengono proposti sui Monti Sibillini.
In maniera appassionata Phil Connors (uno pseudonimo, NdR) ne ha messo in luce le criticità in una sua analisi apparsa su Facebook. La proponiamo volentieri sul nostro blog.
Risorgimarche e la montagna che non ha nulla da festeggiare<
di Phil Connors
Provo a spiegare perché Risorgimarche è un evento che mi sta profondamente sulle palle. Inizio con due precisazioni.
A chi dice (tanti amici e amiche che stimo) “io ci sono stato ed è bellissimo” rispondo laconicamente “grazie ar cazzo”, un concerto di un’artista che ti piace (presumo, visto, che ci sei andato), gratis e in una location evocativa. Ovviamente, ti è piaciuto. Purtroppo però dire che una cosa ci piace non può essere l’unico discrimine o l’ancora di salvezza, anche chi va in un resort a 3000 metri di quota o chi parcheggia sopra alla fioritura di Castelluccio dice “io ci sono stato ed è bellissimo”. La propria singola soddisfazione, ripeto, non basta.
Seconda precisazione rispetto a chi dice “e allora … (le foibe, i marò, Montelago, Woodstock, la sagra de la papera, il deltaplano, le SAE)” vorrei dire che a colpi di “allora” siamo arrivati a dover rispiegare perché bisogna vaccinarsi o perché se sei nero hai diritto di campare come me.
Lorenzo Jovanotti a Risorgimarche
Ora, premesso questo, vi dico perché mi sta sulle palle, e non da oggi ma da prima della prima data della scorsa edizione.
Risorgimarche innanzitutto ha come sottotitolo una cosa tipo «per il sostegno delle aree e delle comunità colpite dal sisma», quindi lo spirito iniziale dovrebbe essere chiaro. Non sono io che sovraccarico l’evento, queste sono le dichiarazioni iniziali degli organizzatori. Siccome mi pare evidente che la ricaduta per gli esercizi commerciali dei vari luoghi è pressoché nulla (viste le location) direi che non ci siamo da questo punto di vista. Fosse stato un festival “normale” l’avrei criticato ugualmente, ma almeno non ci sarebbe stato questo vulnus iniziale.
Poi, l’impatto ambientale, lascio a chi è più tecnico di me la valutazione dell’impatto reale sulla flora/fauna. Io parto dalle basi. Mi viene detto che “tutto viene lasciato come prima”. Anni fa litigai con un vicesindaco perché di fronte alla mia contrarietà ad una zona industriale mi veniva risposto che non ci sarebbe stata alcuna azienda insalubre. Come se una cementificazione di ettari di terreno non fosse insalubre di per sé. 10/30/70 mila persone su un prato in montagna anche se non lasciano una sola cicca di sigaretta a terra sono impattanti per il fatto di esistere. Per non parlare delle migliaia di auto parcheggiate “a prato”, delle code, ecc.
Veniamo ai contributi pubblici, Luca Cerescioli (presidente Regione Marche) parla di 500 mila euro circa. Sono d’accordo con chi dice che la cultura va sostenuta dal pubblico, che deve essere gratuita, ecc. ma siccome non vengo da Marte so che un’associazione qualsiasi di ragazzi del cratere per prendere un contributo da 5 mila euro deve partecipare ad un bando, rendicontare tutto, cofinanziare, ecc., quindi i conti non tornano, anzi: i torni non contano. Nelle aree SAE non sono previsti neanche i centri di aggregazione, se li vuoi devi trovare uno sponsor. Se vuoi organizzare un piccolo festival devi chiedere la questua al comune sperando nell’assessore amico.
Ora due parole sul motivo principale per cui critico Risorgimarche, cioè il messaggio che fa passare rispetto alla fruizione degli ambienti naturali. E su questo mi dispiace ma non sento cazzi. È chiaro che se sei una “brava persona” un concerto di Risorgimarche non ti rincoglionisce, ma per la maggioranza delle persone (che non sono mai state a Macereto, Roti, Casalicchio, ecc.) l’approccio della montagna vissuta come evento è profondamente sbagliato, anche perché in settantamila che cazzo vuoi goderti di un prato? Che ti rimane “della natura”? L’odore di crema solare Bilboa di quello davanti a te?
Ho letto più di una persona fare paragoni con il Festival Alta Felicità che si tiene in Valsusa. Ecco, grazie, perché questa cazzata è utile per far capire cosa è Risorgimarche. Alta Felicità si tiene di fianco ad un paese e sotto al cavalcavia (lunghissimo) dell’autostrada, chi cucina o lavora negli stand è tutta gente del posto, nel corso della giornata ci sono dibattiti e incontri su migranti, ambiente, clima, ecc. Il sabato, quest’anno, c’è stata una manifestazione fino al cantiere della TAV in cui si sono abbattute le reti. Alta Felicità è un festival del territorio basato sulla conflittualità. Risorgimarche è l’esatto contrario, è una cosa che non può non piacere a tutti, è ruffiana, calata dall’alto, faziosa (nel senso che pare fatta da Fazio), in cui nessuno dirà mai “cari amici dei governi vari vi strappo le palle per come avete gestito la ricostruzione”. È una cosa alla volemoce be’, Ceriscioli passeggia con il pass e si fa le foto con Simone Cristicchi, e via discorrendo.
In conclusione risorgi marche è secondo me figlio del suo tempo, rientra pienamente nel periodo che stiamo vivendo. Chiaramente c’è di peggio, a partire dall’eterna emergenza post sisma. Ma per quanto mi riguarda criticare Risorgimarche è criticare un sistema di fare le cose, che è lo stesso per tutto.
Io credo che a questo mondo
Esista solo una grande chiesa
Che passa da Che Guevara
E arriva fino a Madre Teresa
Passando da Malcom X
Attraverso Gandhi e San Patrignano
Arriva da un prete in periferia
Che va avanti nonostante il Vaticano (Penso positivo, Jovanotti)
Ecco io no, io penso che Malcolm X a madre Teresa se la incontra la gonfia, penso che San Patrignano sia una merda, e che non facciamo parte tutti di una grande chiesa.
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Manifestazioni musicali di massa che prevedono l’utilizzo di impianti di amplificazione e spettacoli pirotecnici non valorizzano affatto l’unicità delle nostre montagne, ma tendono ad omologarle ad ambienti urbani finendo così per svilire i tratti distintivi del patrimonio naturale.
Una montagna come luogo spirituale dove godere della bellezza del paesaggio, del silenzio e delle emozioni che la natura sa offrire, ma poi ci si imbatte con frequenza in comportamenti che vanno nella direzione opposta e che, a mio avviso, offendono la montagna e sviliscono il contesto naturalistico, oltre che mettere in pericolo la fauna selvatica.
L’inverno poi è il momento di maggior vulnerabilità per la fauna a causa delle difficoltà di alimentazione e di spostamento su terreni innevati. Qualsiasi forma di disturbo, soprattutto quelle più invasive, rappresentano concreti fattori di minaccia e di stress per gli animali, la cui tutela è prioritario interesse della gestione di un Parco naturale.
Joseph Masé, presidente del Parco Adamello-Brenta
Contributo pubblico (?) 500.000+soldi raccattati : 70.000 persone (?), circa = 10 euro a testa.
Una spesa procapite elevata per il ritorno pubblicitario che ho letto.
Una festa di sicuro (con tanti bei e bravi volontari più o meno gratuiti).
Secondo me vista la situazione di quei posti potevano usare meglio il cervello per spendere tutti quei soldi, ma ormai devo ammettere: viva l’ipocrisia!
Grazie , ho già dato quando sono stato delegato nel Consiglio di Fabbrica di un’industria metalmeccanica dal ’70 al ’97 ( Anni di Piombo inclusi: quando ci preoccupavano più i “compagni che sbagliano” che non il padrone):
Ho una radicata allergia a chi si soprannomina “Molotov” ( a parte il personaggio di Staino ). E poi ai miei parenti marchigiani ( mia madre era di Pioraco-MC) l’iniziativa è piaciuta molto ( saranno “piccoli borhesi.?..).
Renato Br,
che ha conosciuto Guido Rossa ( e arrampicato con Ettore Pagani, Paolo Armando..
L’articolo potrebbe avere anche un senso. Sono gli attivisti di Alpinismo Molotov che non hanno senso. Bravissime persone per caritá, purtroppo hanno una visione del mondo che è stata seppellita dalla storia; e questo non perché sbagliata, ma perché irrealizzabile in modo oggettivo.
SETTANTAMILA persone non sono poche per accalcarsi su un terreno di montagna che rientra in un parco. LA PIPI’ E LA POPO’ CHE TI SCAPPA… L’HAI DOVUTA FARE… IMBOSCANDOTI! I prati sono stati calpestati, speriamo solo dai piedi! SETTANTAMILA PERSONE CHE NON HANNO LASCIATO A TERRA NEANCHE UN FAZZOLETTINO! BRAVI! Chissà la reazione DELLA FAUNA SELVATICA, TUTTA, E DEI FIORI E PIANTE QUALE E’ STATA? Ormai è una abitudine che attira sempre più persone COME I TRENI A VAPORE, DIESEL, ECC. D’altronde delle circa 80 associazioni ambientaliste riconosciute dal ministero dell’ambiente, qualcuna ha reclamato? IL CAI REGIONALE CON IL TAM SI E’ ESPRESSO? Allora… BUON ASCOLTO E DIVERTIMENTO!
non so chi sia questo tipo ma il fatto che si firma con una pseudonimo, mi da fastidio.
Non ha tutti i torti. Però non si può nemmeno dire sempre no a tutto.
Certo che se pretendi di fare un concerto con centinaia di persone in Vallaccia o in val de Piero, sono d’accordo che è una boiata e si fanno dei danni. Forse anche irreparabili perchè sono luoghi molto delicati dove bisogna entrare in punta di piedi.
Ma farlo in luoghi che si possano prestare , con un minimo disturbo e la massima attenzione , non sono contrario.
Jovanotti mi è abbastanza indifferente. Ci sono canzoni che mi piaccino altre che mi fanno cagare.
Mi trovo molto d’accordo con Phil Connors e adesso m’iscrivo ad Alpinismo Molotov. Dubito spesso degli eventi. E mi sta sulle palle anche Jovanotti.
Non vedo quale sia l’incompatibilità. Se certe manifestazioni sono organizzate e fatte nel rispetto dell’ambiente , per altro fatte per buoni scopi, non vedo cosa ci sia di sbagliato.
Chiaramente tante gente può creare problemi. Ma se tutti ci comportaiamo correttamente questi problemi avranno il minimo impatto facilmente e velocemente ripristinabili.
Diverso è invece trattare la montagna come un luna park per scopi puramente economici o di puro, solo ed egoistico divertimento. Come se fossero un oggetto usa e getta.
Ho avuto modo di partecipare come Guida Alpina iscritta al Collegio delle Marche a due concerti di Risorgimarche.
Solo due, perché un po’ a luglio ovviamente per me è stagione altissima, un po’ perché il tutto è avvenuto a spese mie ossia mi sono sobbarcato la spesa di viaggio e tutto il resto offrendo gratuitamente il servizio guidato per l’accompagnamento lungo i percorsi che portavano alle aree del concerto, dove era assolutamente proibito salire in automobile malgrado fossero servite da strade normalmente percorribili ma visto che l’organizzazione voleva mantenere il più possibile intatto l’ambiente, passavano le sole auto di servizio (pochissime) ed i mezzi di emergenza nel caso vi fosse stato bisogno.
L’organizzazione ha fatto un lavoro egregio e, strano ma vero, i migliaia di partecipanti hanno lasciato i prati puliti. Strano davvero perché di solito la merda non manca in questo tipo di manifestazioni ed avendo operato diverse volte per “Suoni delle Dolomiti” ne sono certo.
Il Collegio Guide Alpine delle Marche ha messo a disposizione gratuitamente un gran numero di iscritti tra Guide Alpine e Accompagnatori di media montagna che a spese proprie hanno contribuito allo spirito della manifestazione ovvero portare a conoscenza il pubblico di zone attualmente disagiate che hanno però molto da offrire a chi vi si avvicina al fine di fare escursionismo o turismo attivo.
Il baretto del paese quel giorno non ha guadagnato granché? La manifestazione serve a far conoscere la zona affinché domani la gente la frequenti non ad aumentare gli incassi del bar , il quale di conseguenza in futuro potrà beneficiare del riflusso dato dalla manifestazione.
Di invidie a quanto ho potuto venire a conoscenza ce ne sono state e anche piccoli grandi ostacoli ce ne sono stati molti ma, sempre per mia esperienza personale, alla fine il cerchio è stato quadrato ed è stat una bella manifestazione.
Chi dice che la cultura, musica in questo frangente, non sia compatibile con l’andare in montagna?
Mi piacerebbe capire quali altre soluzioni, se di soluzioni si deve parlare, sono state proposte al fine di dare visibilità ad aree colpite da un dramma che difficilmente avrebbero potuto contare su qualcosa di concreto.
Per finire:
come sempre il Gogna-blog appare puntuale a dare voce sui più svariati argomenti, sarebbe a questo punto opportuno sentire l’altra campana!
lapidario e VERO !!