Se vuoi capire l’Afghanistan…
di Geri Steve
Strano: da sempre l’Afghanistan viene descritto come un sassoso paese povero, senza risorse, con montagne inabitabili, eppure in tanti hanno cercato di conquistarsi quel paese povero privo di risorse.
Già ventiquattro secoli fa ci provò Alessandro Magno che vagheggiava di arrivare fino in Cina, ma poi proprio da lì dovette ritirarsi. Lo invasero sia Gengis Khan che Tīmūr Barlas (il Tamerlano), ma anche Ẓahīr al-Dīn Muḥammad (Bābur), discendente di entrambi e fondatore del grande impero indiano Mogul: ma nessuno riuscì ad annetterselo stabilmente. Poi ci provarono i Safavidi persiani ma anche loro non ressero a lungo.
Perfino Napoleone, un paio di secoli fa, quando vagheggiava di diventare l’imperatore d’Europa con la conquista di Mosca e quindi della Russia zarista, aveva in programma di andare, da lì, a conquistarsi proprio l’Afghanistan.
Invece in Russia gli andò male e la sua conquista dell’Afghanistan fu dimenticata. Gli storici ci raccontano che voleva andarci per far dispetto agli inglesi, che effettivamente erano lì, però non l’avevano davvero conquistato: ci stavano provando, ma furono cacciati più volte.
Ma davvero Napoleone progettava di spingere così lontano via terra il suo esercito soltanto per fare un dispetto? Ci si può credere?
Le prime carte dell’Afghanistan sono state fatte da cartografi inglesi e da cartografi russi, ovviamente in gran segretezza e in concorrenza fra loro. I cartografi non erano innamorati della scienza cartografica e neanche di quelle grandi e belle montagne: erano in missione militare per preparare l’invasione da parte dei loro rispettivi imperi. Gli inglesi ci provarono lungo tutto l’Ottocento e ancora nel Novecento: l’agente dell’MI6 (il loro servizio segreto estero), Lawrence d’Arabia, dopo la missione di sobillazione degli arabi contro l’impero turco, fu mandato proprio lì, in Afghanistan. Perché?
I russi, non più zaristi ma sovietici, lo invasero a fine 1979 quando Nur Mohammad Taraki, progressista e comunista, dopo poco più di un anno di governo, fu assassinato (14 settembre 1979), si disse dalla CIA. Misero al potere Babrak Kamal e resistettero lì una decina di anni.
Tim Marshall, giornalista geo-politico che vuole spiegare il mondo con dieci mappe, sostiene che l’impero sovietico lo ha fatto perché, come già prima l’impero zarista, cercava uno sbocco al mare via Afghanistan-Pakistan. Possibilissimo, ma davvero non c’era altro motivo?
Con denaro della CIA l’agente della CIA Osama bin Laden, da tanti diversi paesi islamici, reclutò molti mujaheddin, “combattenti per la jihad islamica” (Reagan li chiamò “combattenti per la libertà”) che in Afghanistan combatterono contro il governo di Kamal contro cui già combattevano mujaheddin di etnia pashtun guidati dal mullah Mohammed Omar e poi anche quelli di etnia tagika guidati dal comandante Ahmad Shāh Masʿūd. Neanche quattro anni dopo che i russi se ne andarono i mujaheddin vinsero e instaurarono il loro Stato Islamico Afghano in cui poi, dopo conflitti interni, presero il potere i “talebani” (fondamentalisti coranici) del mullah Omar, contrastati dai tagiki fedeli a Masʿūd e da “signori della guerra” di etnia sia hazara che uzbeka che contro di loro costituirono l’Alleanza del Nord, sostenuta da Russia, India e Iran; Arabia Saudita e Pakistan sostenevano invece il governo dei talebani mentre bin Laden fondava Al-Qāʿida (letteralmente: Il Data Base, cioè il registro dei suoi mercenari mujaheddin, stipendiati dalla CIA).
Nessuna di queste tre fazioni controllava davvero l’Afghanistan quando il 9 settembre 2001 a Takhar agenti di Al-Qāʿida, travestiti da giornalisti, uccisero Masʿūd; due giorni dopo ci furono gli attentati in USA, il 7 ottobre i bombardamenti angloamericani, poi l’invasione NATO capeggiata dagli USA, a novembre la caduta del governo talebano, a dicembre l’insediamento del capo “provvisorio” di governo Hamid Karzai che con democratiche elezioni truccate restò tale fino al 2014 quando con analoghe elezioni subentrò Ashraf Ghani il cui governo si è liquefatto quest’anno una decina di giorni (non anni!) dopo il ritiro dei militari statunitensi.
Tutto l’esercito afghano era già stato comprato dai talebani, che quindi non hanno dovuto combattere per “vincere”. Sono entrati nelle città e nelle case armati depredando beni e pretendendo in “spose” tutte le donne nubili, loro dicono: “secondo la sharia“, ma somiglia più alla vecchia legge del “bottino di guerra”, o meglio: del potere delle armi, visto che la guerra neanche c’è stata.
Poi Abdul Ghani Baradar e i suoi hanno dichiarato che quelli erano “finti talebani”, che loro sono diventati buoni, rispetteranno le donne che quindi non devono nascondersi, non faranno attentati e non spareranno più alle statue di Buddha. Parola di talebano, a cui nessuno crede, soprattutto gli afghani morti sparati che manifestavano contro il ritorno dei talebani.
Ma perché i talebani, odiati da quasi tutta la popolazione che teme grandemente il loro ritorno, dispongono di così tanto denaro e potere? Chi c’è dietro?
Ufficialmente, in vent’anni gli USA, oltre alle loro spese militari, hanno speso 87 miliardi di dollari per armare, equipaggiare e addestrare il nuovo esercito afghano. Poi i talebani se lo solo comprato, armi e addestramento USA compresi. Davvero la CIA non sapeva che regalo si stava facendo ai talebani con il ritiro militare USA?
Poi sono arrivati i cinesi, anzi, scopriamo che erano già arrivati a fine luglio, prima ancora che Baradar e i suoi talebani arrivassero al potere. Ma perché la Cina aveva tanta fretta di accordarsi con il futuro potere afghano?
Certo, per il corridoio afghano passava la storica via della seta; la nuova dovrebbe passare nell’intricato Kashmir pakistano, ma se invece potesse tornare nel corridoio sarebbe molto meglio.
Ma davvero il passaggio dal corridoio afghano è l’unico motivo di interesse della Cina?

Dell’Afghanistan se ne parla tanto, però si dice poco, o anche niente, che è sempre stato la zona di massima produzione di oppio: attualmente il 90% di quella mondiale. Se noi consideriamo l’oppio, quella stranezza del tanto interesse per la sua conquista si spiega molto bene.
Oppio, morfina, eroina, oggi anche tanti farmaci oppiacei: un enorme e lucroso commercio; ma non è soltanto una questione di soldi: l’oppio è anche potere.
Se tu produci cibo e altre utilità, non potrai venderne più di tanto ai tuoi acquirenti: una volta soddisfatti loro, devi trovarti altri compratori.
Invece il consumatore di oppiacei non è mai sazio: ne chiede sempre e di più. Diventa dipendente dalla droga; sia in termini medici che in termini sociali. Chi gli fornisce la droga lo ha in suo potere.

Nell’Ottocento la Compagnia delle Indie (quella inglese) ha dapprima utilizzato il commercio dell’oppio indiano (“India” nel senso di allora, cioè molto più esteso di oggi) semplicemente per arricchirsi, però poi ha scoperto che l’oppio era un potentissimo mezzo di corruzione e di colonizzazione.
Attraverso l’oppio l’Inghilterra ha esteso il suo dominio senza bisogno di altre conquiste militari: sostanzialmente, con l’oppio si è impossessata dell’enorme Cina e la ha trasformata in un suo mercato.
Pochi sanno che in Cina c’è stato un fortissimo movimento di contrasto a quella colonizzazione di fatto: non sono stati in grado di opporsi gli imperatori e i loro viceré e mandarini, tutti corrotti con l’oppio, ma lo è stato un forte movimento popolare, violento e dapprima vincente, contro la degenerazione portata dall’invasione occidentale, cristiana, inglese. Furono le guerre dei Boxer, i patrioti cinesi che combattevano il dominio culturale e materiale degli inglesi che stavano trasformando la Cina. Oltre che combattere l’oppio i Boxer combattevano tutta la penetrazione inglese in Cina per cui assaltarono i loro cantieri ferroviari. I governi e i giornali europei ne profittarono per dipingerli come feroci selvaggi contrari ad ogni progresso. Nel 1900, oltre agli inglesi intervennero anche soldati russi, tedeschi, giapponesi e francesi. Fu una guerra delle nazioni europee colonialiste contro la Cina che respingeva il loro colonialismo. Anche l’Italia partecipò, ovviamente dalla parte sbagliata e, senza alcun interesse, per una questione di prestigio; comunque fece anch’essa le sue razzie e si prese la sua quota di bottino della banca cinese.
Su Wikipedia val la pena di leggersi questi fatti e il discorso del Kaiser Guglielmo II ai suoi soldati:
«Quando vi troverete faccia a faccia con il nemico… Nessuna grazia! Nessun prigioniero! […] Voi dovete imporre in Cina, per mille anni, il nome «tedesco», di modo che mai più in avvenire un cinese osi anche solo guardare di traverso un tedesco».
E fu effettivamente strage, rapina coloniale e umiliazione dell’impero cinese ridotto a fantoccio degli inglesi che pagava loro pure i danni di guerra.

Già da prima il colonialismo europeo aveva usato droghe più leggere come spezie, zucchero, tè e caffè per invadere i mercati, ma quello dell’oppio fu il grande salto di qualità.
Dopo si aggiunse quello della cocaina sudamericana. Ricordiamoci che la Coca Cola era una droga a base di foglie di coca e noce di kola che poi ha accompagnato e simboleggiato tutta l’espansione dell’imperialismo USA.
Tutti gli stati colonialisti si dotarono di servizi segreti per favorire le loro espansioni e per gestire i commerci sporchi di droga e armi, in cui spesso una serviva da moneta per le altre. In America si sa bene che la CIA, malgrado la sua immensa rete estera, costa poco sul bilancio USA, perché si “autofinanzia”. In altri paesi, come l’Italia, non lo si sa, ma “così fan tutti” i servizi: se lo fa uno, gli altri devono farlo anch’essi per controllarlo e per non essere all’oscuro.
Se una potenza coloniale fosse riuscita ad impossessarsi stabilmente dell’Afghanistan avrebbe avuto il monopolio mondiale dell’oppio. E’ per questo che i servizi segreti delle altre potenze hanno sempre manovrato e sostenuto i signori della guerra afghani contro quel controllo monopolistico: le tante guerre afghane in realtà sono state sempre guerre per e contro il monopolio dell’oppio.
Gli afghani e i loro diritti non c’entrano niente.

I grandi trafficanti di oppio non possono tollerare alcuna democrazia, tranne che le democrazie corrotte che taroccano le elezioni. E’ per questo che non si deve esportare alcuna democrazia vera da quelle parti (e non solo lì).
Oggi i talebani al governo dichiarano che loro bloccheranno la produzione dell’oppio.
Tradotto, significa che loro stanno cercando un accordo mondiale per far diventare un nuovo narco-stato quella che è sempre stata una narco-regione in cui il traffico d’oppio non è mai stato accentrato ma era gestito da tanti diversi aristocratici signori della guerra.
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Cui prodest? Sicuramente alle agenzie dei contractors (si parla di cifre superiori al miliardo di dollari, probabilmente pagati coi fondi neri della CIA, tra cui Academi, ex-Blackwater sciolta nel 2011 per le nefandezze compiute in Iraq e Afghanistan e ricreata con nuovo nome dallo stesso proprietario Eric Prince) che ad aeroporto di Kabul chiuso continuavano a far atterrare e ripartire aerei privati a botte di 6500 dollari a “passaggio” …
Grazie Salvatore,
ho scritto a memoria ma dovrei evitare, perchè la mia memoria è sempre meno valida.
Che allora si trattasse di un complesso militare industriale non c’è alcun dubbio. Che sia un complesso anche politico neppure: la lobby delle armi finanzia sempre sia repubblicani che democratici.
Non capisco però perchè ci devi ricordare che Eisenhower era un generale americano: credo che lo sappiano tutti.
Quel che si sa di meno è che lo sbarco in Normandia costò molte vittime alleate perchè fu organizzato malissimo. Funzionarono bene l’intelligence (finto sbarco a Calais) e la resistenza francese, ma molti soldati furono mandati inutilmente a morire sotto le scogliere e le mitragliatrici; riuscirono a penetrare soltanto truppe che sbagliarono il luogo di sbarco.
Roba che ricorda gli inutili massacri con le spallate dalle trincee, con cui Cadorna si credeva di arrivare a Vienna.
Ignoro chi abbia fatto quelle scelte così sbagliate.
I rapporti fra i diversi comandi alleati furono difficili, basta pensare al conflitto anglo-americani alla conferenza di Casablanca del ’43.
Lì i generali americani volevano pianificare subito lo sbarco in Francia, ma si impose Churchill per lo sbarco in Italia, in funzione anticomunista.
E’ interessante che, mentre allo stato maggiore USA non passava per la testa di sbarcare in Sicilia, invece l’OSS (il servizio militare USA, poi: CIA) lo sapeva da prima e per questo si era già accordata con la mafia sicula americana (Lucky Luciano).
Sono cose che non si possono comprendere quando si parla di “americani” e “inglesi”.
L’OSS era americano e ha fatto fessi i generali americani, conducendo la storia dove era stata pianificata altrove.
Ciao,
Geri
Geri,
per la precisione Eisenhower (che, ricordiamolo, prima di divenire presidente fu comandante in capo delle forze alleate all’invasione della Normandia), parlò di un “complesso militare-industriale”
se riusciranno a sintetizzare una morfina o eroina sintetiche a minor costo, lì i contadini creperanno di fame?
https://ilsalvagente.it/2019/02/27/cose-il-fentanyl-leroina-sintetica-che-sta-diventando-il-nuovo-killer/
anzi , ci sono già arrivati!
Se non si ha tanto tempo per letture , si recuperi la puntata di Presadiretta Rai sul caso Assange…e i risvolti nelle guerre per esportare democrazia, contiene pure un dellel ultime interviste a Gino Strada.
Al netto di infiltrazioni di ogni tipo, i talebani sono nazionalisti, l’Isis lavora per un califfato internazionale antioccidentale. Diversamente da quanto scrivono e dicono i media passacarte è una distinzione a cui riferirsi parlando dei due gruppi.
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Sempre nel ’63, malgrado i consigli di Eisenhower, Kennedy è cascato nella trappola tesagli dalla CIA secondo cui, con lo sbarco alla baia dei porci tutti i cubani sarebbero insorti contro Fidel Castro: quell’ “apparato politico militare” contava di lucrarci una redditizia guerra USA-Cuba. Kennedy si è opposto e ci ha lasciato la pelle.
Secondo notizie di stampa l’attentatore kamikaze all’aereoporto di Kabul sarebbe stato un militante ISIS che i talebani avrebbero appena liberato dal carcere. Chissà, potrebbe essere vero o una delle tante balle, comunque è plausibile che l’ISIS abbia fatto lei “il lavoro sporco”, ma per chi?
Una cosa mi è chiara: il cui prodest : a chi giova quell’attentato?
– giova certamente ai talebani che così sono assurti al ruolo di chi potrebbe “tenere buona ” o addirittura combattere l’ISIS e con cui quindi sarebbe bene trattare. Il vecchio principio della mafia: “creare il problema per presentarsi come quelli che lo risolvono”.
– giova certamente a quei tanti “poteri americani” che così possono fare apertamente quelle trattative che hanno sempre fatto
– giova certamente a tutti i servizi segreti a cui tutti i governi chiederanno di illuminarli su differenze (se esistono) e rapporti (che certamente esistono) fra ISIS, talebani, produttori, commercianti, trasformatori di oppio.
– giova a chi vende armi ed esplosivi, perchè se si usano le armi bisogna ricostituirle e difendersene, e quindi il commercio cresce.
Geri
per Lorenzo.
grazie per la tua interessante segnalazione.
Luciano Lago, cioè l’autore dell’articolo, è stato un senatore leghista, scrive strani articoli su strane riviste come controinformazione.it, faremondo.it, inchiostronero.it e, per l’appunto, ideeazione. it.
Sulla scheda da senatore si qualificava come “artigiano, imprenditore” mentre qui: https://www.controinformazione.info/chi-siamo/
si presenta come ” Analista e giornalista free lance ” che ” ha pubblicato varie recenzioni (!) su opere di autori latino americani…” .
Si presenta anche come esperto di Turchia, Siria, Medioriente, Russia, Cina, geopolitica, questioni militari e servizi segreti, ma dal suo curriculum non risulta alcuna “esperienza” con quei paesi e in quei campi.
Puzza molto di servizi segreti e di disinformazione, ma quel che lui dice che dice l’ Al Suhami potrebbe anche essere vero; chissà.
Io non credo che si possa dire niente di sensato parlando di “americani”, perchè dietro quel nome “americani” ci sono potenti protagonisti, diversi e spesso in contrasto fra loro, tipo CIA, lobby delle armi (quell’ “apparato politico militare”, il cui pericolo nel ’63 denunciava pubblicamente il presidente USA uscente Eisenohwer), l’ FBI, i governi, multinazionali, logge….
Talebani vs Isis.
https://www.ideeazione.it/arriva-la-conferma-sauditi-e-intelligence-americana-dietro-allisis-in-afghanistan/
Il ventennale twin t. è vicino e va’ celebrato senza ombre e troppe-truppe fuori casa…
https://www.corriere.it/esteri/21_agosto_31/perche-usa-hanno-voluto-perdere-afghanistan-da4fb54c-0a2c-11ec-9ad8-3887e018c8c4.shtml
Fabio, se sei interessato ti mando due link. Te li mando separati altrimenti il blog li spamma. Intrigante Nicastro.
https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2021/08/biden-deserves-credit-not-blame-for-afghanistan/619925/
Fabio Bertoncelli. Ecco due link. Intrigante Nicastro: perché gli USA hanno voluto perdere.
https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2021/08/biden-deserves-credit-not-blame-for-afghanistan/619925/
https://www.corriere.it/esteri/21_agosto_31/perche-usa-hanno-voluto-perdere-afghanistan-da4fb54c-0a2c-11ec-9ad8-3887e018c8c4.shtml
se è vero come dicono che gli accordi per andarsene sono stati firmati da parecchio tempo.
Per portare vie le persone hanno aspettato gli ultimi giorni…lasciando laggiù un bel pò di gente. E facendo morire diversi loro soldati nell’attentato.
E come mai hanno lasciato molte delle loro armi laggiù???
Non hanno avuto il tempo per portarle via? oppure ??
Come di che l’Afghanistan é l oppio dei popoli…
I commentatori che ho citato distinguono tra il Vietnam, dove gli americani volevano vincere ad ogni costo, ci hanno mandato un esercito di leva e sono stati sconfitti da un esercito agguerrito tradizionale che applicava tattiche miste comprese battaglie tradizionali ed era guidato da un grande generale come Giap e l’Afganistan, dove i contorni dell’operazione e gli obiettivi erano più sfumati e dove non si è andati fino in fondo per vari motivi. Chissà? Da qui possiamo solo leggere le varie interpretazioni e riflettere in attesa degli eventi.
Applicando la stessa logica di certuni, quasi quasi mi pare di capire che nel 1975 gli USA abbiano gloriosamente vinto la guerra del Vietnam. O no?
Nicastro sul Corriere ha proposto un’interpretazione diversa rispetto alla narrazione corrente sulla “sconfitta” di Biden distinguendo la dimensione dell’esecuzione del ritiro dalla prospettiva strategica. Concetti analoghi sono stati espressi su due colonne della stampa filo-democratica americana: Atlantic e New York Times. Questioni complesse sulle quali è difficile prendere posizioni avendo informazioni non di prima mano. Vedremo.
In aggiunta.
Non il Mullah Omar ma Hekhmatyar comandava la fazione radicale (la prima a disporre dei missili terra-aria Stinger, fornitura Cia) durante la guerra civile. I talebani erano addavenì.
“i talebani, odiati da quasi tutta la popolazione”. L’Afghanistan che passa in tv, e quello sempre esportato, è quello pashtun e/o urbano, sostanzialmente solo di Kabul. Nella sua grande dimensione rurale del paese i sentimenti sono di tutt’altro registro, tanto da prendere le distanze dal comportamento dei cittadini.
“Poi i talebani se lo solo comprato”. Cambio merce: armamenti per vita.
I cinesi operavano in Afghanistan da molti anni. Non hanno mai avuto problemi con i talebani.
Che una Via della seta passasse anche dal Wakhan corridor non è da escludere. Tuttavia le principali vie scorrevano nel Pamir e a nord del Pamir.
Disporre dell’Afghanitan era anche realizzare l’oleodotto che porta al Mar Arabico, era realizzare un avamposto, era aumentare il controllo locale in funzione delle intenzioni egemoniche americane, forse ora da rivedere.
Ho ascoltato una recente intervista a Saviano. Lamentava proprio il fatto che si stesse parlando di tutto meno che dell’oppio.
«Non ha vinto l’islamismo in queste ore, dopo vent’anni di guerra. Ha vinto l’eroina. Errore è chiamarli miliziani islamisti: i talebani sono narcotrafficanti. Oltre il 90% dell’eroina mondiale è prodotta in Afghanistan e negli ultimi dieci anni hanno iniziato ad avere un ruolo importantissimo anche per l’hashish e la marijuana». Roberto Saviano, dalle pagine del Corriere della Sera, offre una lettura laterale di quello che è stato il ventennale conflitto in Afghanistan delle forze statunitensi e della Nato contro i talebani, e conclusosi con la caduta di Kabul e il ritiro delle truppe Usa, lasciando il Paese nel caos assoluto. Secondo lo scrittore è necessario infatti andare alle radici del conflitto, guardando indietro nella storia.