The Clean Outdoor Manifesto

Luca Albrisi, Simone Barberi, Andrea Benesso, Davide Zeo Branca, Luca Dalpez, Maria Carla Ferrero, Francesco Paco Gentilucci, Davide Coach Grazielli, Dino Lanzaretti, Jacopo Larcher, Matteo Pavana ed Eva Toschi sono i primi 12 firmatari che, partendo da un’idea condivisa, hanno deciso di realizzare questo Manifesto per cercare di dare un impulso di consapevolezza ecologica al mondo dell’outdoor.

Un impulso che parte dal basso, che può essere condiviso, sottoscritto e “impugnato” da chiunque abbia voglia di contribuire alla presa di coscienza ambientale della nostra comunità e che sia pronto a intraprendere le azioni necessarie per difendere gli ambienti naturali.

Patagonia Store, Milano, 16 maggio 2019

È andata in scena giovedì 16 maggio 2019, presso il Patagonia Store di Milano, la prima presentazione pubblica del The Clean Outdoor manifesto, un progetto dedicato a tutta la comunità outdoor che mira alla creazione di una massa critica pronta ad attivarsi non solo per la difesa degli spazi naturali ma, soprattutto, per un cambio di prospettiva nel rapporto uomo-natura.

Le persone presenti, oltre cento, hanno avuto modo di assistere a un importante momento di incontro tra esponenti delle varie comunità outdoor.

E’ stato sorprendente e anche emozionante vedere qualcosa di così idealista come il The Clean Outdoor Manifesto diventare reale e tangibile.

Vedere un’idea che prende forma nella mente di persone diverse ma con intenti simili – amanti dell’outdoor in molteplici forme ma consapevoli che l’amore per l’ambiente è sempre il medesimo – è qualcosa che dona speranza. Vedere che dalle parole e dalla sensibilizzazione si sta cercando, insieme, di passare all’azione generando una vera e propria massa critica composta da professionisti e amanti dell’outdoor infonde una grande forza e voglia di lottare” scrive Luca Albrisi.

Non sono mancati momenti di confronto su alcune delle tematiche fondamentali espresse dal Manifesto. In definitiva, “una serata sold-out che, nel suo piccolo, ha scritto un po’ di storia “là fuori” ma, soprattutto, dentro di noi (Luca Albrisi)”.

Il 20 giugno 2019 c’è stata la presentazione a Roma, presso il Patagonia Store di Via Salaria 179 a/b.

Chiunque condivida i valori alla base di questo progetto può sottoscrivere il manifesto, che, ad oggi (9 settembre 2019, ore 9.58), conta 559 firme raccolte. L’idea intende dare voce a iniziative dedicate alla diffusione dei valori del Manifesto e supportare la realizzazione di azioni concrete per la salvaguardia ambientale. Sarà infatti possibile per qualunque associazione, gruppo o singolo attivista sfruttare il network del #TheOutdoorManifesto per proporre azioni concrete in linea con i suoi principi.

Luca Albrisi, Davide Zeo Branca, Eva Toschi, Maria Carla Ferrero, Davide Coach Grazielli e Luca Dalpez. Sono 6 dei primi 12 firmatari del Manifesto. Foto: Pietro Toffanelli.

THE CLEAN OUTDOOR MANIFESTO
Siamo snowboarder, siamo sciatori, siamo runner, siamo climber, siamo ciclisti, siamo trekker. Siamo tutto ciò che è OUTDOOR.

Siamo praticanti, siamo professionisti, siamo principianti e siamo – tutti – guidati dalle medesime passioni.

Siamo coloro che hanno provato a cercare se stessi all’interno degli AMBIENTI NATURALI e che riconoscono questo processo come fondamentale per la crescita della CULTURA UMANA.

Simone Barberi

Valorizziamo il superamento dei limiti soggettivi in campo outdoor ma riconosciamo questo obiettivo come assolutamente secondario rispetto all’ESPERIENZA IN NATURA e con la natura.

Ci battiamo per diffondere una chiave PULITA e COSCIENTE delle pratiche outdoor che rispetti in primis l’ambiente naturale e che concepisca l’uomo stesso come PARTE INTEGRANTE di quella natura all’interno della quale – oltre che vivere – pratichiamo queste passioni che ci permettono di imparare, divertirci, condividere e sopravvivere.

Matteo Pavana

In un momento come questo, in cui le pratiche outdoor sono oggetto di un business crescente e sempre più spesso strumentalizzate da logiche di marketing che spingono verso la mera spettacolarizzazione, ribadiamo l’importanza dell’ESSENZA PIÙ PURA DELL’OUTDOOR come mezzo per riconnetterci con la parte più profonda e vera di noi stessi.

Per questa ragione LOTTEREMO per creare e diffondere una CULTURA OUTDOOR che si ponga in prima linea per RIAVVICINARE L’UOMO ALLE PROPRIE ORIGINI oggettive e per difendere il contesto senza il quale queste pratiche non avrebbero senso di esistere: l’ambiente naturale.

Jacopo Larcher

Vogliamo quindi porre le basi e manifestare le nostre intenzioni per creare un CAMBIAMENTO CULTURALE OUTDOOR che non sia imposto e neppure supposto, bensì ricercato, sudato e gridato liberamente da chiunque condivida tali principi.

Vogliamo creare una MASSA CRITICA D’AVANGUARDIA in grado di INFLUENZARE IL MERCATO OUTDOOR e gli operatori del settore perché siano sempre più responsabili verso le proprie comunità di consumatori e sempre più attente ai processi produttivi e organizzativi SOSTENIBILI.

Francesco Paco Gentilucci

In egual modo ci impegneremo per influenzare le scelte politico/economiche verso la CONSERVAZIONE DEGLI AMBIENTI NATURALI e verso uno sviluppo sostenibile dei territori e della cultura outdoor.

Operiamo e lavoriamo dal basso perché crediamo nella PARTECIPAZIONE ATTIVA e perché è in basso che sta la terra su cui ci muoviamo e che, più di ogni altra cosa, desideriamo difendere.

Dino Lanzaretti

CREDIAMO
– Nella centralità dell’ambiente naturale all’interno dell’esperienza umana e in una visione biocentrica del mondo.
– Nell’uomo come effettivo componente della realtà naturale.
– Nell’utilità delle pratiche outdoor come mezzo di riconnessione con l’ambiente naturale.
– Nella funzione della cultura outdoor come mezzo di sensibilizzazione verso le problematiche ambientali.
– Nella limitatezza di una visione delle pratiche outdoor come attività sportive finalizzate esclusivamente al superamento dei limiti.
– Nella necessità di influenzare il mercato outdoor e lo sviluppo territoriale tramite una pressione pacifica e attiva da parte della massa critica.
– Nell’importanza di qualunque partecipazione attiva, dalla più piccola alla più grande.
– Nell’importanza dell’educazione e dell’esempio.
– In una possibile coesistenza tra gli aspetti di sviluppo territoriale legati all’outdoor e il rispetto ambientale.
– Nella necessità di perseguire una cultura outdoor transnazionale e intercontinentale.

Andrea Benesso

CI OPPONIAMO
– A una visione antropocentrica del mondo che riduce la natura a mera risorsa economica.
­- Alla strumentalizzazione della natura.
– All’outdoor come moda consumistica fine a se stessa.
– Allo sterile green marketing che non sia sostenuto da concrete azioni e da campagne volte alla sensibilizzazione verso tematiche ambientali.
­- All’anteposizione di fini sportivi o turistici a quelli di tutela ambientale.
– Allo sfruttamento di aree sensibili in nome di un presunto progresso economico che non tiene in considerazione la sostenibilità ambientale, culturale e i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano.

Per leggere, scaricare e sottoscrivere il manifesto: www.theoutdoormanifesto.org

Luca Albrisi

Per sottoscrivere
https://www.theoutdoormanifesto.org/sottoscrivi/

Ma in seguito Luca Albrisi avverte: “Quando avrete firmato, non pensiate che sia finita lì; perché metterci la faccia è solo l’inizio. Firmare non serve a nulla se non come preludio all’agire. E per agire dovete prendere posizione, proporre, comunicare, sbattervi. Per agire bisogna saper sognare ma per cambiare le cose bisogna prendere in mano la situazione. E questo è dovere di tutti”.

Elenco dei Firmatari (al 9 settembre 2019, ore 9.58)
Adele Gambro, Adele Zaini, Aiche Barikhan, Alberta Orlando, Alberto Biolchini, Alberto Carrera, Alberto Cerri, Alberto Ciannamea, Alberto Ferretto, Alberto Milani, Alberto Pagliassotto, Alberto Perazzo, Alberto Trincanato, Alberto Zuani, Alessandra Erba, Alessandra Gaioni, Alessandra Greta Riccardi, Alessandra Longo, Alessandra Saviotti, Alessandra Tanas, Alessandro Berselli, Alessandro Ceffa, Alessandro Gogna, Alessandro Locatelli, Alessandro Messina, Alessandro Percivale, Alessandro Simone, Alessandro Speccher, Alessia Grisci, Alessia Gualla, Alessia Prin, Alessia Rossetti, Alessia Solazzi, Alessio Albanese, Alessio Di Felice, Alessio Gosso, Alessio Spinelli, Alessio Tagliani, Alex Massafra, Alice Bellini, Alice Diotti, Alisa Boccanera, Allegra Carotti, Anahì Carmen Dalpez, Andrea Antonio Altavilla, Andrea Beccarini, Andrea Benesso, Andrea Bertolo, Andrea De Alessandri, Andrea De Pieri, Andrea Deambrogio, Andrea Fior, Andrea Fusco, Andrea Garelli, Andrea Gialain, Andrea Guglielmetti, Andrea Jacomelli, Andrea Lai, Andrea Levratto, Andrea Lucchi, Andrea Marangoni, Andrea Montonati, Andrea Palazzi, Andrea Palazzi, Andrea Racca, Andrea Rossetti, Andrea Trucco, Andrea Vagliengo, Andrea Zorzan, Angela Castagna, Angela Toschi, Angelo Maroccia, Angelo Nava, Anima Nera, Anna Gerometta, Anna Iovino, Anne-Marie Robles, Antonella Romagnoli, Antonio Fiore, Antonio Munarini, Appennino Splitboard, Arianna Ulizzi, Associazione IO NON HO PAURA DEL LUPO, Audrey Bicelli, Augusto Losio, Barbara Ciulli, Barbara Conrad, Barbara Fico, Beatrice Forrer, Bruno Quaresima, Camilla Soldati, Camillo Bertolini, Carlo Facheris, Carlo Ongaro, Carlotta Purin, Carmelo Mustica, Caterina Gabutti, Caterina Schena, Cesare Dallolio, Chiara Alessandrini, Chiara Donati, Chiara Lainati, Chiara Remus, Christine Godfrey, Claudia Paoletti, Claudia Thoma, Claudio Grazioli, Corrado Mora, Cristian Accastello, Cristian Zanni, Cristiano Muraro, Cristiano Zanni, Cristina Donno, Cristina Falcinella, Cristina Nardin, Cristina Sormani, Daniela Agnes Asprone, Daniele Airoldi, Daniele Bolognani, Daniele Brocca, Daniele Castellani, Daniele Gili, Daniele Niccolini, Daniele Pigoni, Danilo Gatti, Dante Bacolla, Davide “Zeo” Branca, Davide Beduschi, Davide Canepa, Davide Cazzaniga, Davide Fioraso, Davide Grazielli, Davide Montuori, Davide Oggioni, Davide Padovani, Davide Tarsi, Debora Campioli, Demetrio Castignola, Denis Falconieri, Diana Tazzini, Dino Lanzaretti, Domenico Fedele, Duccio Servi, Edith Consoli, Edoardo Lucà, Edoardo Zago, Elena Quaglia, Eliana Rochetti, Eline van Straalen, Elisa Bellomi, Elisa Dalceggio, Elisa Maria Ferrari, Elisabetta Aradanas Batalla, Elisabetta Canovi, Elisabetta Giriodi, Emanuele Almagioni, Emanuele Flamini, Emanuele Morosini, Emanuele Rusconi, Emiliano Giovine, Emilio Previtali, Emily Collins, Enrico Cremagnani, Enrico Cumbo, Enrico Gamba, Enrico Garavaglia, Enrico Granata, Enrico Lodi, Enrico Lodi, Enrico Prenna, Enrico Romano, Enrico Serena, Erica Speranzin, Erik Cosimi, Ettore Pettinaroli, Eva Toschi, Ezio Podestà, Fabio Colombi, Fabio Corna, Fabio De Boni, Fabio Gomiero, Fabio Parisi, Fabrizio Bioli, Fabrizio Bottelli, Fabrizio Cumbo, Fabrizio D’Elisiis, Federica Bergonzini, Federica Del Fabbro, Federica Dellavalle, Federica Livieri, Federico Foltran, Federico Ginesi, Federico Grisa, Federico Modica, Federico Pessina, Federico Piazza, Federico Ravarotto, Federico Sordini, Federico Tomaselli, Fernando Bellotti, Filippo Canetta, Filippo Caon, Filippo Contarato, Filippo Giano, Filippo Lafleur, Filippo Lombardo, Filippo Saccardo, Filippo Scalco, Fiorella Fanoni, Flavia Colacicchi, Flavian Moncéré, Flavio De Gaetano, Flavio Migliavacca, Flavio Zago, Francesca Billi, Francesca Del Vecchio, Francesca Lucchi, Francesca Mariotti, Francesca Zerman, Francesco “Chicco” Meroni, Francesco “Paco” Gentilucci, Francesco Bassetti, Francesco Bonvecchio, Francesco Calapso, Francesco Carrara, Francesco D’Alessandro, Francesco De Riz, Francesco Durante, Francesco Fegatilli, Francesco Gilardi, Francesco Guerra, Francesco Magistrali, Francesco Maroso, Francesco Morello, Francesco Primus, Francesco Romito, Franco Faggiani, Fulvio Guerra, Fulvio Manenti, Gabriele Carrara, Gabriele Duina, Gabriele Entiroldi, Gabriele Ianett, Gabriele Minelli, Gabriele Zanotto, Gaetano Mingrino, Gaia Bianchi, Giacomo Brambilla, Giacomo Noto, Giada Bruno, Giada Mauri, Gianluca Carrara, Gianluca Giusti, Gianpaolo Giaccone, Gigi Keller, Gilles Plat, Gionata Pensieri, Giordano Garosio, Giorgia Dal Farra, Giorgia Pace, Giorgio Sormani, Giovanni Bianchin, Giovanni Ceresa, Giovanni Colosio, Giovanni Cosentino, Giovanni Del Genio, Giovanni Luca Bonomini, Giovanni Ludovico Montagnani, Giovanni Zaccaria, Giulia Bergamini, Giulia Bianchi, Giulia Bottazzin, Giulia Cazzaniga, Giulia Chiorri, Giulia Ficicchia, Giulia Perruchon, Giulia Torresi, Giulio Ferrante, Giulio Repetto, Giulio Vincenzini, Giuseppe Onorato, Giusi Bongini, Graziano Gilardi, Greta Cusini, Guglielmo Tomasoni, 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The Clean Outdoor Manifesto ultima modifica: 2019-09-09T05:06:22+02:00 da GognaBlog

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23 pensieri su “The Clean Outdoor Manifesto”

  1. Mamma mia, si riesce a far polemica, a creare divisioni e discussioni sterili anche su un tema, quello della tutela dell’ambiente, che dovrebbe unire tutti. Il Manifesto è una iniziativa piccola, sincera e del tutto politica, nel senso antico del termine. Se non arrivate a capire che in questo momento storico lottare contro il disimpegno, anche culturale, è una priorità, fatevi un esame di coscienza e, se non funziona, una birra, ma per piacere non rompere i maroni a chi cerca di darsi da fare. Saluti a tutti. A. 

  2. Ognuno ha dei limiti, se cerca spesso di superarli usando mezzi non suoi, allora diventa sempre più incapace e si degrada.
    Lo spit e tanta tecnologia spesso lo dimostrano, ma anche le droghe.
    Molti ora ci cascano di continuo e fanno solo numero, ma consumano bene.

  3. Luca, non preoccuparti per quello che ho scritto ieri, sono solo pensieri, ho capito qualcosa di più di voi e sinceramente vi auguro di “funzionare e creare bene”!

  4. @Paolo Gallese:
    Sarebbe super! (e ovviamente il dubbio ci sta sempre) Dai sentiamoci presto per capire cosa fare…
     
    @Paolo Panzeri:
    Scusa Paolo, io capisco benissimo quello che intendi con questi due esempi, e infatti sono il primo a parlare di Greenwashing e constatarne la diffusione.Però davvero non capisco dove vedi questo risvolto nella nostra iniziativa. La trovi una “vetrina personale”? No, perché come ho detto fin da subito, noi non siamo legati ad alcun brand e non riceviamo fondi da nessuno quindi non capisco bene cosa si “metta in mostra” se non il desiderio di un gruppo di persone di manifestare la propria volontà di agire per un outdoor sostenibile.

  5. Luca Albrisi, nel mio micro piccolo lo farò. Il vostro messaggio è bello e utile. Ma osserverò con beneficio del dubbio (concedimelo). Riguardo cosa fare insieme qualche idea la ho, avendo opportunità di appoggi interessanti sul fronte istituzionale (non politico). Ne parliamo in altro luogo. 
    Paolo Panzeri, capisco benissimo quello che dici.

  6. @Marcello @Paolo:
    Personalmente sono d’accordissimo con voi e il Manifesto è nato proprio da spinte individuali. In pratica un gruppo di amici che agiva nel proprio piccolo cercando di modellare – per quanto possibile – i propri stili di vita e il proprio approccio alle attività outdoor su basi ecologiche.Nel tempo poi ci siamo accorti di non essere gli unici (grazie al cielo) e ci siamo chiesti se ci fosse un modo per cercare di creare una connessione tra noi e le altre persone che non conoscevamo così da sentirsi meno soli e, chissà, agire insieme verso obiettivi comuni.Cosa fare quindi? Una nuova associazione? Perché, quando di associazioni, anche giovani e dinamiche ce ne sono già in abbondanza?
    Abbiamo allora pensato ad una forma che potesse connettere chiunque: liberi attivisti (che magari, come Marcello, odiano sentirsi all’interno di una associazione), associazioni ambientaliste preesistenti, associazioni sportive, gruppi sportivi, ecc.. un qualcosa che gridasse che anche il mondo dell’outdoor è sensibile alle tematiche ambientali.E si, è partita proprio dal basso, senza un euro, senza alcuno sponsor e con un po’ di quel pane e frittata che tutti noi condividiamo.
    Rispetto molto la vostra esperienza e proprio per questo mi piacerebbe fare tesoro di tutto quello a cui avete assistito in questi anni sul fronte outdoor/ambientalista.Allora mi chiedo: perché non ci date una mano (anche senza firmare) e cerchiamo di essere costruttivi mettendo a frutto questa esperienza?Perché forse (anche se non sono completamente d’accordo) sono idee già esposte e già discusse in passato. Ma magari questa è la forma e il momento migliore per ridiscuterle.
    Il concetto del manifesto è molto semplice: è di tutti. E nasce proprio in quest’ottica.Se sei d’accordo con le idee che esprime è anche tuo e puoi farne l’uso che vuoi.Non è pensato per essere usato, e quindi mettere in luce, solo i primi firmatari. É fatto per essere usato liberamente da chiunque lo condivida.
    Perché quello che si deve diffondere, secondo me,  sono le idee e le pratiche che possano metterci nella condizione di operare come singoli e come comunità verso la visione comune di un outdoor sostenibile. Ma fino a quando non riusciremo a costituire una vera “massa critica” che vada al di là di associazioni, formazioni o raggruppamenti – come dice Paolo – “elitari” dubito che ci riusciremo.

  7. Chissà se pubblicheranno ciò che scriverò ancora.
    Ora devo attendere la moderazione.
    Forse devo essere anche io moderato.

  8. Ci sono “cose” che mi sembrano belle perché faticose e piene di umiltà  https://www.montagna.tv/145879/baltoro-portate-via-61-tonnellate-di-spazzatura-dai-campi-base/  
    e cose che mi sembrano sempre ripetuti proclami inquinanti per mettersi in bella mostra e magari vendersi   
    https://www.montagna.tv/145649/partecipa-anche-tu-alla-12a-edizione-di-lafuma-operazione-montagna-responsabile/
    Ma resto sempre speranzoso che una attività intelligente possa cambiare la cultura moderna del divertimento a tutti i costi, senza faticare e impegnarsi.
    Resto però sempre poco speranzoso, ogni volta che vado a scalare, dovunque vada: mi sembra che la gente si muova nel pericolo in maniera scherzosa, gioconda, senza sensibilità, non riuscendo nemmeno a capire chi è capace e chi è competente, anzi rifuggendoli per non sentirsi sminuiti, affidandosi a regolamenti, selezioni, certificazioni e manuali fatti da chi assomiglia totalmente a loro e non ha nessuna cognizione di cosa significhi seguire una disciplina.
    Continuo a ripetere che viviamo nella democrazia della vanità, e, senza accorgersi minimamente, i brocchi si chiudono in se stessi e nei loro gruppi diventando sempre più brocchi e frustrati, in cerca di emozioni forti, ma estranee a loro, e quindi rancorosi e incattiviti quando si devono confrontare.
    Ma non so che fare, la massa è pilotata dai politici al servizio del potere economico e io non sono per nulla un politico.
    Spero nel cambiamento, ma il QI si sta abbassando. 🙂 

  9. Ho 54 anni e vado in montagna da quando ne avevo 10. Ho visto tutta la parabola dell’ambientalismo, con le sue luci e ombre. Ho firmato la vostra iniziativa.
    Non importa se molte cose siano già state dette, o scritte. In fondo ogni decennio ha le sue prese di coscienza, o le sue riscoperte. E più i decenni sono lontani tra loro, più diventa facile cadere (o ricadere) nelle illusioni, come nelle disillusioni. Tuttavia sono sempre positivamente impressionato da chi “ci prova”. E plaudo e incoraggio e partecipo.
    Certo, ci sono nomi di rilievo, nomi che hanno sponsor. Bé, in fondo ben venga se serve a dare voce al messaggio. In un mondo quale è quello di oggi si rischierebbe di non riuscire a dare alcun messaggio.
    Lavoro nell’educazione ambientale da 30 anni e Dio solo sa quanto serva oggi un messaggio come questo. È già stato detto e gridato ai 4 venti? Bene, temo sia necessario gridarlo ancora un po’ perché tutto fa supporre che non l’abbiano sentito in molti. Dunque proviamo, che male fa?
    Ho letto la parola ” fighetti” nei commenti. Ho sorriso dicendo a me stesso “Dai, l’hai pensato anche tu!”. È un pensiero che viene spontaneo a chi ne ha viste e sentite tante, spacciate per ” venute dal basso”, poi invece autoreferenziali per piccole élite. Ma ho fatto scorrere i tanti nomi che hanno firmato. Chissà quanta gente come me, da pane e frittata, quante storie, quanti sogni… E allora dai, formiamo. Vediamo se succede qualcosina o diventa solo la vetrina di qualcuno.
    Si farà presto a capire. E scoprire. Noi, dal basso, intanto proviamo a fare il nostro. Io ci provo, ho in mestiere che me lo consente. 
    Proviamo a dare fiducia, vediamo.

  10. I punti del manifesto sono decisamente condivisibili, ma, come ho sempre creduto (magari sbagliando) sono convinto che i buoni propositi debbano essere in ognuno di noi per agire quotidianamente nella maniera migliore per tutta la vita nei confronti di quello che si crede e in cui si crede. Penso che la Natura sia ai primi posti in questa scala d’importanza, almeno per me. Detestando ogni associazione (ognuno ha i suoi limiti), tessera e raggruppamento, mi spiego questo agire con l’entusiasmo che è in voi e con la voglia di socializzare a fini senz’altro nobili.Personalmente a quasi 60 anni ne ho viste abbastanza per farmi stare in disparte e continuare nella mia lieve ma inesorabilmente costante opera interna tendente a fini simili. I risultati io li vedo, e mi basta. Vi auguro tutto il meglio ma la mia firma mi costa già fatica metterla su documenti legali indispensabili, quindi non la metto da tutte le parti in cui posso non metterla. Certamente non saranno queste mie idee a cambiare qualcosa, ma è il mio modo per commentare che potete andare avanti come meglio credete perché io la penso all’80% come Panzeri. Buon lavoro.

  11. @Nicola Pech:
     
    Ciao Nicola, devo ammettere che questo tuo commento mi colpisce abbastanza, in primis perché credo tu sia una persona sufficientemente preparata per capire la differenza di completezza – e soprattutto di finalità – tra un Manifesto e delle Tesi. Prova ne è la diffusione che ha avuto il Manifesto in questi pochi mesi e la complessità di avvicinarsi alle persone riscontrata dalle Tesi di Biella. Questo ovviamente non sancisce l’uno come superiore alle altre ma ne evidenzia la differenza in termini di comunicazione. 
    La novità, se proprio la vogliamo cercare, sta nel fatto che comunque i presupposti del manifesto sono diversi e che almeno 600 persone si sono prese la briga di leggere un documento e – per convinzione o per moda – hanno deciso di sottoscriverlo, metterci il nome, e in qualche modo iniziare un percorso. Alcuni si sono già dati da fare a livello pratico, altri non lo faranno mai, esattamente come succede nelle associazioni, ma almeno ci proviamo.
    Per giunta la scelta di non fondare un’associazione è derivata proprio dal fatto di non voler differenziare ulteriormente l’offerta associazionistica e, invece, collaborare con associazioni già esistenti. 
    Al momento non siamo un’entità riconosciuta proprio perché vogliamo coinvolgere ANCHE realtà riconosciute già attive e operanti e con le quali stiamo sviluppando progetti, così come stiamo coinvolgendo associazioni sportive, eventi e singoli attivisti che, magari, sentono alcune realtà associative come inadeguate per la propria persona…che male c’è in questo?
    Di “ecologismo” immaginario qui, a mio parere, c’è solo quello di chi non riesce a fare ambientalismo senza uscire  dalla propria autoreferenzialità, senza capire la trasversalità del problema e di quanto sarebbe bello pensare e agire ad ampio respiro, proprio come immagina e cerca di fare il Manifesto.
    Mi rattrista vedere come si riescano a evidenziare sempre le differenze invece di lavorare sui punti comuni in un’ottica collaborativa, come d’altronde stiamo facendo proprio insieme ad altre associazioni. 
    Detto questo, chissà che un giorno non si riesca, anche all’interno del mondo ambientalista, a parlarsi “dal basso”. 
    Che in fondo, nella merda, ci siamo tutti.

  12. @Paolo Panzeri:
     
    Grazie Paolo, poi sarebbe bello che quando critichi qualcuno, o anche solo la “terminologia da fighetto” che usa, andassi un po’ più nel dettaglio…così, tanto per capire e per capirsi. 

  13. Outdoor… cioè :”all’aperto” ? ( scusate, non vorrei fare confusione con Outlet, cioè : “Spaccio”)

  14. Appena l’ho letto mi sono venute in mente le Tesi di Biella. Solo che le Tesi di Biella sono scritte meglio e sono state scritte trenta anni fa. Non vedo quindi onestamente nessuna novità. Se non si vuole rimanere “ecologisti immaginari” gli individui devono diventare gruppo, movimento politico e far sì che i loro valori diventino leggi dello Stato. Esistono le associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell’Ambiente, non capisco la necessità di fondare altre entità che poi rimangono armi spuntate, senza nessuna possibilità di incidere veramente e, quindi, di cambiare le cose.

  15. Grazie, spero e mi auguro che riusciate a smuovere i cervelli dei molti !
    Mi è piaciuto l’accenno all’anarchia, ma non la terminologia molto in voga e parecchio da fighetti, ma sono mie opinioni … da vecchio.
    Seguirò con attenzione la vostra evoluzione.
    Ciao

  16. Capisco quello che dici,il fatto è che questi principi,noi,ognuno di noi,li sta portando avanti da parecchio prima del boom che c’è stato.In tutti i casi,che sia per intenzioni serie,o che sia per moda,l’importante è che questi movimenti (perché è un movimento senza nessun vincolo politico/commerciale ciò che stiamo provando a fare) ci siano,è sempre qualcosa di più del stare seduti al computer a dire ‘guarda brucia la,che rabbia,il presidente degli Stati Uniti sta facendo questo,lo odio,ecc…’..e comunque sul fatto del commercio ti assicuro che ti sbagli,hai nominato Patagonia più volte,io non c’entro niente con loro,anzi,come ‘atleta’ ho un altro sponsor che ti assicuro non sarebbe felice se sapesse che appoggio a pieno un movimento creato da un altro marchio,visto il supporto che mi danno..buona vita!!

  17. Buongiorno Paolo, 
    permettimi di dissentire con quanto dici. I principi dell’ #THEOUTDOORMANIFESTO non sono quelli di Patagonia che – è bene specificarlo – non c’entra nulla con l’origine di questa iniziativa che proviene, appunto, dal basso. Puoi sicuramente trovare alcune attinenze con la visione biocentrica di fondo a cui si ispira anche Chouinard che appartiene però non certo a Patagonia ma a un filone filosofico/antropologico ben preciso (che non mi sembra il caso di illustrare ora).
    Inoltre:
    1. Non so dove tu veda un riscontro “commerciale” in tutto questo e a che “consumo” tu ti riferisca. Il Manifesto non è infatti sponsorizzato o sponsorizzabile in alcun modo da qualsivoglia brand. E non lo sarà mai. Si pone invece come strumento libero, di tutti e per tutti.
    2. L’immagine qui non c’entra proprio nulla e tantomeno gli interessi politici.Ma di chi poi?!
    3. Il Manifesto NON È un’associazione, è solo un libero collettivo di attivisti e amanti dell’outdoor che si danno da fare in modo – passami il termine – anarchico e “open-source”.
    4. Mi piacerebbe capire che tipo di forma di condizionamento vedi in un’iniziativa di questo tipo se non quella di condizionare verso una presa di consapevolezza ambientalista e un’azione in difesa degli spazi naturali.Capisco la tua visione pessimistica e la necessità odierna di scindere le azioni concrete dal greenwashing tanto in voga  (e sono d’accordo con te),  ma prima di pronunciarsi in modo negativo credo sarebbe più corretto informarsi dettagliatamente riguardo all’oggetto delle proprie critiche.
     
    A presto
     

  18. Comunque sono i principi ai quali si ispira(va) il fondatore (Chouinard) di Patagonia.  
    Se ben ricordo quando ho letto il libro.
    (va) perché non credo sia più sotto suo controllo.

  19. Non capisco.
    Mi sembra un abile comunicato commerciale per stimolare il consumo, basato su slogan ora diffusissimi.
    Mi sembra una proposta di aggregazione rispettabile, ma solo di immagine e, come piace dire spesso, condivisione, senza prospettive costruttive, solo con interessi politici, come tante altre associazioni (la vedo come una in più sulle nostre 320.000).
    Da pessimista dico che forse anche questa è una festosa forma di condizionamento.
    Ma ora si funziona solo così….. a guardare bene 🙂 

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