Turisti o vuoti a perdere?
di Stefano Michelazzi (Guida Alpina iscritto al Collegio delle Guide Alpine del Trentino)
Viaggiamo ormai da un decennio per le strade d’Europa senza passaporto, condividiamo nel bene e nel male le sorti di francesi, tedeschi, inglesi, ecc., paghiamo con la stessa moneta, regoliamo le nostre leggi sulle basi di quelle comunitarie, giusto o sbagliato che sia, perché non esiste comunità che si possa così definire, se non vi sono regole, diritti e doveri, uguali per tutti i membri appartenenti.
Ma nella realtà, siamo davvero cittadini europei che operano per il bene della Comunità?
Lo scorso 23 ottobre, la Provincia Autonoma di Trento (e con il termine autonoma sembra ormai si approvi più il significato di “al di fuori dello Stato italiano”, piuttosto che “autorizzata a gestire situazioni uniche e caratteristiche”) sigla una legge provinciale, la numero 11, dove all’articolo 48 bis punto 1 e 2 si legge:
”I gestori degli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri al fine di promuovere e incoraggiare i propri clienti a frequentare, ammirare e meglio apprezzare il patrimonio ambientale e naturalistico locale, possono organizzare percorsi di accompagnamento sul territorio. L’attività di accompagnamento prevista dal comma 1 può essere svolta dai gestori o dai familiari che operano nella struttura ricettiva, esclusivamente per i propri clienti, purché sia garantita una copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi per lo svolgimento dell’attività. Sono comunque escluse le escursioni che comportano difficoltà richiedenti l’uso di tecniche e materiali alpinistici”.
Ma come…? Non esiste una legge dello Stato italiano che si basa su concertazioni internazionali (LEGGE 2 gennaio 1989, n. 6 – sull'”Ordinamento dell’attività di Guida Alpina”), di valore superiore, che indica chi siano i professionisti autorizzati all’accompagnamento di persone in ambiente montano?
Evidentemente per qualcuno nella Provincia di Trento questo conta poco, non si conosce assolutamente o si evita di conoscere per altri non ben identificati motivi.
Ma procediamo per gradi.
Perché a suo tempo fu ravvisata la necessità di legiferare in merito all’accompagnamento guidato di persone in ambiente montano?
Non ci vuole gran intuito per comprenderlo, e le migliaia di turisti che ogni anno affidano la propria vita alle mani di una Guida Alpina lo sanno molto bene. Ma probabilmente questa conoscenza di tipo più che popolare, sfugge alla cognizione di causa di chi amministra la politica trentina…
Ogni anno e ormai in ogni stagione, le statistiche delle varie stazioni del Soccorso Alpino riportano dati estremamente allarmanti, sempre in aumento, su incidenti di vario tipo e genere che accadono in ambito montano.
A causa di chi pur di vendere qualche articolo crea un’atmosfera da tragedia attorno a tutto ciò e grazie a chi invece, coscientemente e per amor di verità, mette a conoscenza di questi episodi, è ormai universale una, seppur vaga e spesso errata, concezione dei pericoli che si corrono o possono correre andando per monti.
Il concetto di rischio ne esce piuttosto modificato nelle sue caratteristiche, tanto da creare quasi nell’opinione pubblica una sorta di condanna nei confronti dei frequentatori dell’Alpe senza l’ausilio di una Guida, e su questa posizione di fruizione limitata dell’ambiente montano, che la maggior parte di noi Guide vede non come una forma di business ma come una forma altamente limitante delle libertà umane e di conseguenza alpinistiche, ci stiamo battendo in molti per riuscire a stravolgere culturalmente un modo di pensare assolutamente errato.
Di punto in bianco però, senza preavviso alcuno, tutti i nostri sforzi, e chi tenta di far cultura in qualsiasi ambito sa bene quali difficoltà si incontrino nel tentare di cambiare un’immagine ormai consolidata, arriva la doccia gelata della legge trentina…
Una legge che stravolge il concetto di certezza nell’affidarsi a un professionista e lascia senza alcun parametro di valutazione, visto che il citato “uso di tecniche e materiali alpinistici” non viene definito da alcuna parte.
Viene quindi spontaneo chiedersi:
1) perché mai qualcuno debba essere ancora interessato a seguire i corsi di abilitazione alla professione di Guida Alpina o di Accompagnatore di Media Montagna;
2) perché affidarsi a un professionista, screditato nella sua professione da un Ente pubblico, pagando probabilmente molto meno con figure certamente non professionali ma comunque autorizzate;
3) perché nell’opinione pubblica si va formando un concetto di pericolosità della frequentazione montana, così ampio e a volte catastrofico, se basta gestire un B&B per assicurarne una frequentazione sicura;
4) quali interessi si possono ravvisare nello screditamento di una figura professionale altamente specializzata e con una tradizione ormai consolidata, la quale, amata od odiata rimane comunque “il riferimento” per chi sale le montagne;
5) quali interessi si possono ravvisare nell’agevolare alcune figure piuttosto di altre accreditandone caratteristiche che fino al giorno prima risultavano “abusivismo della professione” e venivano sanzionate in base all’articolo 348 del Codice Penale.
Oltre a queste domande, tra le tante che chiunque potrebbe porsi davanti ad una legge come questa, sorge spontaneo chiedersi:
La prossima riguarderà magari i dentisti? I fabbri meccanici potranno estrarre i denti, trapanare le carie e impiantare protesi a patto che usino strumenti chirurgici?
… e ancora: i turisti che affolleranno nella prossima stagione i monti trentini saranno considerati come visitatori da accogliere con professionalità in modo da vederli tornare a vivere le bellezze di questi monti nelle stagioni a venire, o si potrà considerarli come vuoti a perdere senza alcun valore?
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Cosa c’entra essere anarchici? Io le leggi le rispetto anche se ritengo che ce ne siano di assurde. E tante. In questo momento non mi sento rappresentata da nessun politico. E credo di essere in buona compagnia.
Buona giornata!
Cristina allora sei anarchica! Allora se un giorno vorrai cambiare casa ti puoi trasferire a Carrara. Lì sono tutti o quasi anarchici. Si sentono in diritto di fare tutti quello che gli pare.
Infatti tutti ci stanno mettendo del loro per rovinare il territorio.
Per tutti, intendo: politici, amministratori, funzionari ma anche cittadini.
Infatti ho scritto: CERTI legislatori.
Comunque io non mi sento rappresentata da nessuno.
non diamo sempre tutta la colpa ai legislatori di oggi. In fondo non sono altro che lo specchio di questa società. Cioè di NOI!!
Beh… Sì… In effetti… Paragonare gli antichi Romani a certi legislatori odierni è parecchio azzardato…
Sono d’accordo con quanto scrivi, soprattutto sul fatto che una legge non fatta sia meglio di una mal fatta. E in ambito montano, purtroppo, di leggi mal fatte ce ne sono tante! Basta pensare a quelle nate sull’onda emozionale di incidenti causati dalle valanghe…
Grazie e ciao!
Cristina, in parte è vero però ultimamente ho maturato la convinzione che siamo circondati da emeriti tonti che non credo nemmeno siano in grado di fare dei ragionamenti così fini. Sicuramente hai ragione te quando dici che bisognerebbe sedersi attorno a un tavolo rotondo e cercare di fare il punto, sarebbe nell’interesse di tutti.
Credo, per es., che un organismo come il CAI avrebbe, o quantomeno dovrebbe avere, le giuste competenze per entrare nel merito della questione e farsi carico di presentare alle istituzioni, a livello nazionale, un progetto teso a disciplinare adeguatamente la materia, senza tenere la parte di questo o di quello. I limiti di ciascuna attività montana sono troppo farraginosi. Ho fatto l’esempio della distinzione fra alpinismo ed escursionismo perché eclatante.
In ogni caso, fra una legge “mal fatta” ed una “non fatta” sinceramente preferisco la seconda. Di quest’ultima norma non se ne sentiva proprio il bisogno anche perché, di fatto, non tutela nemmeno coloro a cui si prefiggerebbe di andare incontro.
Le istituzioni hanno sempre, fin dalla notte dei tempi, fomentato guerre tra poveri. Divide et impera.
In Italia siamo dei campioni nell’affrontare le cose con superficialità. Un’analisi di tale atteggiamento porterebbe molto lontano e sarebbe difficile comprendere se è nato prima l’uovo o la gallina. Rimane il fatto che le leggi risentono, nella stragrande maggioranza dei casi, di una mancanza di visione d’insieme, si legifera in base alle necessità del momento, a volte per tutelare interessi personali o di categoria, altre volte per far fronte a situazioni d’emergenza (basta guardare alla babele di norme fiscali che si sono succedute dalla riforma degli anni settanta ad oggi).
L’art. di legge riportato è a mio avviso ridicolo, non tanto nelle intenzioni, che se vogliamo possono anche essere meritevoli se le si leggono nell’ottica di incentivare il turismo montano ed aiutare gli operatori turistici, quanto perché non viene definito in maniera chiara l’ambito dell’operatività ed i requisiti necessari per svolgere l’attività in oggetto.
Non voglio entrare nel merito di altre normative, come quella nazionale, mi limito semplicemente ad evidenziare che l’andare in montagna è un’attività dalle infinite sfaccettature. La parola che la fa da padrona in quest’ambito è “dipende..”. Cosa voglio dire con questo? Una cosa molto semplice e cioè che l’andare in montagna spazia dalla visita alla malga raggiungibile col fuoristrada alla salita della parete sud della Marmolada per vie alpinistiche estreme. Nel mezzo ci sta’ di tutto e di più.
Il semplice riferimento all’utilizzo di tecniche e materiali alpinistici è semplicemente ridicolo. Ricordo che la scala UIIA inizia dal 1° grado e che oggi è abbastanza normale trovare guide escursionistiche dopo si citano passaggi di 2°. Non c’è nemmeno uniformità di vedute su cosa s’intenda per escursionismo e cosa per alpinismo in quanto il limite di demarcazione fra le due attività è estremamente labile ed è abbastanza normale affrontare percorsi che presentino entrambe le caratteristiche.
Infine nulla viene detto riguardo ai requisiti tecnici dei gestori e dei familiari della struttura ricettiva (il termine familiare è anch’esso ridicolo, stiamo parlando del babbo, della mamma, dello zio? Ma per favore).
Pertanto, è abbastanza evidente che quando si legifera in questo modo gli animi si scaldino. Sarà anche una guerra fra poveri ma di certo le istituzioni fanno di tutto, diciamo pure l’impossibile, per farla scoppiare.
Buongiorno Sig. Valagussa, ho apprezzato molto i suoi interventi e in particolare questi:
“non vedo perchè un professionista dell’ospitalità non possa accompagnare l’ospite. e vedo bene anche il malgaro o l’artigiano del paese.”
I tuttologi non esistono, quindi ritengo che sarebbe molto bello potersi rivolgere a persone altamente specializzate in un certo campo per poter attingere informazioni che altri, difficilmente, sarebbero in grado di dare. Quanto avrei voluto fare anche solo una breve e facile escursione con Piero Rossi o con Giovanni Angelini! Loro non avevano nessuna particolare qualifica per accompagnare le persone ma io ci sarei andata di corsa! (anche su qualche cengia del Pelmetto…).
“La Guida Alpina può fare didattica ed illustrare la natura, la storia e le caratteristiche ambientali delle aree attraversate ma ne ha la professionalità? Sicuramente alcuni si, ma altri no e la legge non distingue.”
Appunto.
Quest’anno ci sarà il boom delle escursioni sui luoghi della grande guerra. Io, per caso, ho avuto la fortuna di conoscere alcuni figuranti. Cos’è un figurante? Apparentemente è un tizio che si veste come i soldati del 1915/18. Concretamente è una persona con una cultura e una preparazione NOTEVOLE sulla prima guerra mondiale, specializzato nella storia della zona in cui “esercita”. Non sono professionisti della montagna ma ne sanno tanto più di questi ed è normale che sia così.
“Se non usciamo dalle posizioni “di bottega”, e scusate il termine forse troppo forte ma non ne ho un’altro, ed affrontiamo la realtà per quello che è, con le sue specificità, o continueremo a chiedere sempre più leggi protettive di questo o quel gruppo ed a chiedere il denaro pubblico necessario per andare avanti dimenticando le leggi del mecato, domanda/offerta.”
Come scrivevo ieri: guerra fra “poveri” che non porta a niente. Anzi: a chiudersi ancora di più nel proprio orticello.
“Ci sono in ambito di accompagnamento turistico varie specializzazioni e, proprio perchè il nostro paese è prevalentemente montuoso, ci si trova ad operare in quota senza che questa corrisponda ad un pericolo soggettivo, cioè richieda una preparazione sportiva o una conoscenza approfondita dei pericoli della montagna.”
Esatto!
In passato ho portato più volte i miei alunni di quinta sul Monte Piana (montagna che conosco molto bene, soprattutto sotto il profilo storico) per visitare le postazioni della grande guerra. Quest’anno si replica e spero di poter rendere ancora più interessante il tour con la presenza di alcuni figuranti.
“Quello che voglio dire è che non possiamo partire dalle esigenze dei legislatori o da chi li influenza ma dalla realtà che è variegata, soprattutto in un settore come quello dell’offerta di turismo ambientale e culturale. O ci si siede attorno ad un tavolo rotondo e senza capotavola o lo scontro sarà inevitabile e non sarà una legge a sistemare le cose.”
Parole sante!
Grazie Sig. Valagussa! (Ci siamo incontrati una decine di anni fa, proprio a Lozzo!)
Buona giornata a tutti!
Stefano se posso rispoderti anche io, dico: è per alimentare ancora di più un mercato selvaggio che si chiama GLOBALIZZAZIONE!!
Gianfranco il tuo sarebbe un ragionamento ottimo se tutto questo non esistesse già:
i Corsi Aspirante Guida Alpina e Corsi Accompagnatore media montagna, prevedono la frequenza di una sessione con esami finali di geologia, botanica, zoologia, metereologia e ovviamente in un ambito ben più esteso in quanto parte di più esami, nivologia.
Per farti un esempio il testo su cui abbiamo studiato geologia era di 700 pagine e l’esame ovviamente non è a scelta di argomento ma random. E le merdine di animali che abbiamo studiato per capirne la provenienza erano un centinaio…
Questo per capire che i corsi guida non sono difficili soltanto in ambito tecnico-atletico.
Un malgaro secondo te ha tempo da dedicare per fare il cicerone in una gita? Oltre al fatto che oggi il 90% dei malgari sono tutti immigrati stagionali dai paesi dell’est europeo e delle nostre montagne sanno solo che l’erba è verde come da loro…
Istruttore di nordic walking, bella attività che è riuscita a coinvolgere molte persone ed è socializzante ma non è un’attività di montagna, prima di tutto ed è comunque un’attività sportiva fine a sè stessa (puoi farlo tranquillamente al mare sulla sabbia, anzi, mi sa che lo fanno…) non comporta quindi alcuna conoscenza dell’ambiente montano e se parliamo di conoscenze personali allora tutti dal primo all’ultimo frequentatore dell’alpe ha esperienze personali da poter divulgare, ma non credo sia questo il modo giusto di fare turismo.
Oltre a Guida Alpina sono Perito per il turismo e ho operato per molti anni nel settore intorno agli anni ’80, un discorso di spezzettatura delle specifiche è stato fatto allora su vari fronti del turismo (accompagnatori, guide, ecc.) col solo risultato di creare una giungla caotica come oggi si presenta il mercato turistico e far guadagnare di più i gestori di realtà non specializzate a scapito di operatori che utilizzando negli anni personale specializzato si son visti surclassare da una conocrrenza sleale fatta di offerte (fasulle spesso, come molti di persona han potuto constatare sulla propria pelle) al ribasso.
Gite e uscite varie (spesso organizzate dalle APT) con figure specifiche (geologi, botanici o anche solo esperti locali delle tradizioni) ne ho fatte più di una, vengono organizzate abbastanza spesso e non vi è controindicazione alcuna neanche sui costi, quindi, questo tentativo di portare su termini di libero mercato selvaggio le figure operanti in ambito montano è una questione di business e non di offerta di puro servizio. Anche perché, come già detto, collaboro con più di un albergo che offre uscite con le guide e quindi non c’è certo problema ad offrire un pacchetto con servizio incluso. Questione di costi? Non direi, visto che un dipendente occupato in altra attività rispetto a quella d’origine è un costo (molti si erano già organizzati con dipendenti a basso costo per uscite e gite in accompagnamento, alcune valli trentine in primis ed erano stati allora bloccati). Quindi una pura questione di lucro e non di amore per l’ambiente o cura del turismo…
Tutte le attività che tu hai illustrato si possono tranquillamente fare, in quanto non ricadono sotto alcuna legge le attività svolte in ambito privato. Allora perché, se non per lucrare, si tenta di creare figure alternative?
Sono d’accordo con le precisazioni di Stefano, ma proponevo un’altra via. Ci sono in ambito di accompagnamento turistico varie specializzazioni e, proprio perchè il nostro paese è prevalentemente montuoso, ci si trova ad operare in quota senza che questa corrisponda ad un pericolo soggettivo, cioè richieda una preparazione sportiva o una conoscenza approfondita dei pericoli della montagna. Esempio per capirci: anello delle Tre Cime di Lavaredo in periodo estivo, siamo in quota e può cadere un masso da qualsiasi parte, sia dalle Tre Cime che dal Paterno o Passaporto. Io ci organizzo escursione geologica con scolaresche. Sempre estate salita al Corvo Alto o monte Mondeval dagli omonimi prati, escursione geologica e naturalistica con turisti. Gruppo ridotto max dieci pax, salita invernale alla Costa della Spina con pericolo Due, osservazioni ambientali di morfologia alpina, riconoscimento vegetazionale e ricerca tracce di animali. Potrei continuare ma mi paiono esempi concreti. Altro. Istruttore di nordic, salita alla Cresta di Confine, salita alla Croda de ra ancona, salita ai Colli Alti. Altro ancora: Malgaro che accompagna a visitare i pascoli sopra Sauris con spiegazione dell’architettura delle malghe e della tipologia dei pascoli, periodo estivo ovviamente. Mi paiono buone proposte turistiche ma sono escursionismo in ambiente alpino. Quello che voglio dire è che non possiamo partire dalle esigenze dei legislatori o da chi li influenza ma dalla realtà che è variegata, soprattutto in un settore come quello dell’offerta di turismo ambientale e culturale. O ci si siede attorno ad un tavolo rotondo e senza capotavola o lo scontro sarà inevitabile e non sarà una legge a sistemare le cose. Occorre rivedere il turismo in senso generale come una “industria” dove esistono varie mansioni coordinate per raggiungere uno scopo. Se poi parliamo di etica della montagna i discorsi cambiano e qui ancora meno centra una legge sola. Complessa la faccenda. Ripeto ci vuole un confronto, un tavolo largo e degli accordi su cui costruire una legge più strutturata che oggi non c’è.
Gianfranco Valagussa
Per fare un po’ di chiarezza:
http://www.guidealpine.it/assets/doc/organizzazione/legge_quadro_nazionale_6_89.pdf
e questo è il testo della legge dove all’articolo 2) lettera a – si legge inequivocabilmente:
Art. 2
Oggetto della professione di guida alpina
1. E’ guida alpina chi svolge professionalmente, anche in modo non esclusivo e non continuativo, le seguenti attività:
2.
a) accompagnamento di persone in ascensioni sia su roccia che su ghiaccio o in escursioni in montagna;
Nella legge le altre figure professionali inquadrate sono: Accompagnatori di media montagna, Guide Vulcanologiche
e nella categoria dei non professionisti le Scuole e gli istruttori del CAI.
A titolo professionale o volontario, sono attualmente le uniche figure abilitate all’accompagnamento in ambiente con le differenti specifiche del caso, previste sempre dalla stessa normativa.
Guide Naturalistiche, Escursionistiche o Accompagnatori di territorio, sono figure nate in seno a leggi regionali, non previste dalla normativa nazionale.
Su questo punto si sta dibattendo da anni in quanto le leggi regionali surclassano quella nazionale aprendo di fatto la possibilità di aprire a qualsiasi figura il politico di turno si svegli al mattino e decida di creare… e su questo punto concordo appieno con Valagussa, anche se il Dlgs 9 novembre 2007, n.206 che recepisce le norme europee ha messo di fatto un fermo, almeno provvisorio alla giungla.
Per capire qualcosa sulle guide naturalistiche e altre figure non previste:
http://www.aigae.org/index.php?option=com_content&view=article&id=40:legislazione-di-riferimento&catid=18:chi-siamo&Itemid=191
http://www.altalex.com/index.php?idnot=18000
Per quanto riguarda l’accompagnamento in ambienti specifici che non rientrino nella normativa, se non contrastano con le normative che regolano le professioni turistiche extra-montagna non vi è alcun veto in proposito (vedi su questo anche il secondo link)
Ho operato per diversi anni come accompagnatore in una grotta turistica in Venezia Giulia e per un po’ di tempo come guida presso un museo all’aperto di arti e tradizioni locali in Trentino, realtà come quelle o miniere o caseifici o che dir si voglia non ricadono in alcun vincolo se non quelli fiscali ed assicurativi per i visitatori e gli accompagnatori, in quanto non di tipo ambientale e solitamente private o in concessione. Per questi casi non vi è certo necessità di essere Guide Alpine e mi sembra cosa ovvissima. La preparazione di chi vi opera viene fatta dai gestori sulla base delle proprie competenze e conoscenze.
Questa situazione della legge trentina quindi, non va ad inserirsi in quelle caratteristiche proprio perché già previste e normate. Va invece a cozzare un’altra volta con una legge dello Stato, come fu a suo tempo con gli accompagnatori di territorio, nei confronti della quale figura, ci siamo più volte fatti sentire dalla Provincia e sulla stampa in quanto non concordi poiché esiste già una normativa che prevede gli AMM e quindi crearne un’altra con vincoli di formazione ridicoli, non era certamente cosa buona… e si è visto con una denuncia penale scattata dopo un episodio assolutamente increscioso… oltre a “scroccare” opportunità di lavoro a chi giustamente aveva seguito un iter formativo ufficiale e difficile.
Purtroppo questo è il Paese delle scappatoie, delle scorciatoie (se clientelari tanto meglio) e dei pacheggiatori abusivi che se non paghi ti rompono la macchina…
Sembra di capire che qualcuno ritiene non adatto o umiliante per una Guida accompagnare alla malga su strada larga 2 metri. Può essere. Peccato che la Guida possa intrattenere i clienti su argomenti che difficilmente l’albergatore riesce a sostenere ( a meno che non sia una Guida o non abbia una preparazione universale), Il cliente poi si fa un’idea dell’organizzazione turistica e dei soggetti coinvolti. Se per ogni attività che faccio, trovo le figure adatte e preparate sono più contento, parlerò meglio della mia vacanza. Sapere che chi è all’accettazione dell’albergo mi accompagnerà nelle gitarelle potrebbe infondermi qualche dubbio….Diciamo allora che per le gitarelle “fuori porta” esisterebbero gli accompagnatori di territorio, i guardiaparco e altre figure non impegnative come la Guida, ma più adatti allo scopo, in quanto preparati, non solo tecnicamente. Sai quante storie possono raccontarti strada facendo? Quanti albergatori non sanno i nomi di tutte le cime che sono sul territorio ? Credetemi, sono tanti. Ripeto, l’albergatore faccia il suo mestiere che è di per sè molto difficile e lasci ad altri certe incombenze. Che poi il Legislatore si metta anche a facilitare tutto questo, mi sembra un assurdo. Italia, il Bel Paese. Il turismo, unico vero petrolio che abbiamo. Il Paese più bello e vario del mondo. L’unico al mondo ad avere il segno negativo in quanto a crescita turistica. Ovvio, il perché lo si comprende anche da queste piccole cose.
acc… dimenticato firma: Gianfranco Valagussa il Nonno.
Si ci sono le Guide di Media Montagna o Accompagnatori di Montagna o, come annunciato, le Guide Escursionistiche, poi ci sono le Guide Naturalistiche e gli Accompagnatori delle Associazioni, gli Istruttori d’Arrampicata Sportiva e quelli di Nordic, ora gli accompagnatori degli alberghi. Forse stiamo esagerando ed il giusto passaggio potrebbe essere il riconoscimento delle Professioni Turistiche all’interno della legge nazionale o in quelle regionali. Ad oggi nelle leggi regionali gli unici professionisti dell’accompagnamento turistico sono gli Accompagnatori Turistici, le Guide Turistiche e le Guide Naturalistiche, tutti non possono accompagnare professionalmente negli ambienti che richiedono l’uso di strumenti tecnici per la progressione. Per conoscenza le Guide Alpine rientrano con il CAI nel settore Sport e da quello ricevono i finanziamenti. Io sinceramente, e lo dico da unica figura professionale cui darebbe economicamente fastidio, non vedo perchè un professionista dell’ospitalità non possa accompagnare l’ospite. e vedo bene anche il malgaro o l’artigiano del paese. A Lozzo di Cadore c’è una vecchia centrale elettrica rimasta funzionante fino a pochi anni fa, chi meglio del vecchio proprietario può fare una visita guidata. Cosi in latteria o in miniera. La Guida Alpina può fare didattica ed illustrare la natura, la storia e le caratteristicheambientali delle aree attraversate ma ne ha la professionalità? Sicuramente alcuni si, ma altri no e la legge non distingue. Il problema credo stia nei legislatori che danno retta di volta in volta o al tecnico d’ufficio o al rappresentante della lobby cara al partitello del presidente. Ogni istituzione ha un presidente “eletto” o “designato”, un tecnico che dalla scrivania interpreta la realtà ad uso e consumo del richiedente, una lobby che chiede favori per i propri rappresentati. Se non usciamo dalle posizioni “di bottega”, e scusate il termine forse troppo forte ma non ne ho un’altro, ed affrontiamo la realtà per quello che è, con le sue specificità, o continueremo a chiedere sempre più leggi protettive di questo o quel gruppo ed a chiedere il denaro pubblico necessario per andare avanti dimenticando le leggi del mecato, domanda/offerta.
Ma, non esisteva la figura dell’accompagnatore di media montagna?
Perché, se magari per una guida andare su semplici mulattiere può essere riduttivo, per gli accompagnatori certamente no.
La figura dell’accompagnatore non è ancora affermata, e non è sempre prevista dalle varie normative, però la volontà di creare una figura professionale che affianchi (inserite negli stessi collegi) le guide alpine per soddisfare esigenze per le quali la preparazione tecnica delle guide appare certamente sovradimensionata (ma magari non così quella culturale) mi pare giustificata.
La norma della provincia di Trento mi pare quindi poco coerente.
Buongiorno!
Per Alberto: anch’io mi ero fatta la tua stessa idea a proposito di Blitz. Anche perché mi è capitato di vedere diversi suoi reportage in giro per il web e non ho mai avuto l’impressione che sia un provocatore.
Rileggendo il tutto posso trarre le seguenti conclusioni
1) È in corso l’ennesima guerra tra “poveri”, scaturita dalla visione della montagna come macchina per far soldi o, meglio, per sopravvivere. Guerra in cui non ci sono solo buoni da una parte e solo cattivi dall’altra. Guerra in cui la situazione in cui si trova l’Italia in questo momento (la crisi c’è, eccome!) gioca un ruolo importante. E quando parlo di crisi intendo sia economica che culturale.
Vedremo come andrà a finire…
2) Discutere con chi ha sempre e comunque ragione è tempo perso. (Lo sapevo già ma poi ci casco sempre)
Buona giornata a tutti!
Alberto probabilmente è cosí… so bene che è una persona come tutte le altre, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma la consideravo una sorta di Ferrari degli alpinisti, e il mio rammarico e la mia disillusione sono nati dal vedere una Ferrari che vuole fare la 500…
Marco “Blizt” forse hai una visione della Guida Alpina un pò troppo mitica e da eroe senza macchia e senza paura.
E’ una persona come tutte le altre….
Caro Alberto, scozzesi e inglesi si sono scannati eccome!
Ma a quel tempo io non li avrei certo ospitati nel mio blog…
Scherzi a parte, il paragone (un po’ ardito) è giustificato solo dal mio voler mettere l’accento sul fatto che spesso lo humor la vince sulla provocazione.
Alessandro, tra inglesi e scozzesi non è che tutto è sempre filato liscio e con humor. Mi sembra che nel passato si siano ben scannati.
Ero in Scozia quando c’era il referedum a sinceramente dalle bandiere con lo YES esposte sulle case scozzesi avrei giurato che avrebbe vinto il SI.
Invece stranezze del mondo è andato diversamente…. Un pò come in Italia ai tempi della Democrazia Cristiana. Nessuna la votava ma vinceva sempre….Boh???
ALESSANDRO ti chiedo scusa perché sostanzialmente tutto sto putiferio è venuto fuori per colpa mia: il mio primo commento (a parte la voluta provocazione finale) è stato scritto con una punta di rammarico e disillusione e senza alcuna intenzione di voler offendere o sminuire qualcuno
Caro Alessandro,
concordo appieno col tuo prurito.
La discussione da parte mia non sarebbe nemmeno intervenuta se come già specificato non ci fossero state più o meno velate offese.
Dover partire dalla definizione di un termine come ignorare e dover spiegare e specificare che non è per forza di cose dispregiativo è quantomeno disarmante, dimostra una volta di più, se ce ne fosse ancora bisogno, che spesso si scrive e si discute sul sesso degli angeli senza trovare un punto fermo o un punto di riflessione comune, quindi non risponderò nemmeno all’ultimo intervento.
Mi ci metto ovviamente in mezzo pure io che seppur involontariamente, mi faccio travolgere a volte, dal morbo della tastiera e quindi cado come tutti nella trappola dell’arroganza da tecnologia.
L’articolo c’è, ti ringrazio di averlo pubblicato, in quanto ritengo sia molto importante portare a conoscenza di chi vuol farlo, una situazione che coinvolge le vite di molte persone, da una parte e dall’altra.
Abbandono quindi qualsiasi replica a venire su questo post.
Grazie ancora
Stefano Michelazzi
Conosco bene il Cai, ti dico che sono anche istruttore sezionale (titolo per cui ho dovuto fare corsi ed esami). Quando dici che per le gite sociali si fanno pagare ti sbagli, perché si tratta di un mero “rimborso spese”, non certo di un compenso con cui le varie sezioni si ingrassano. Sinceramente dimmi, il semplice fatto che gli albergatori portino a fare 4 passi i turisti ti toglie veramente qualcosa dalle tasche? Ho fatto, da ragazzo, numerose stagioni in albergo per pagarmi gli studi, e visto come sono addirittura sottodimensionati come personale dubito che siano in tanti a poter perdere tempo a “scarrozzare” turisti in giro. Quello che dico è che, a parte dare dell’ignorante a gente che non conosci, dovresti pensare veramente a quanto questo possa incidere nella tua attività (se esercitata a tempo pieno lo è)
Cari Stefano Michelazzi e Marco “Blitz” Benetton, il vostro “vivace” scambio di opinioni è riuscito a passare su questo “mezzo” solo perché avviato e condotto in orario “tardo”.
E si sa che poi è inutile chiudere un pollaio deserto.
Ciò non toglie che siate andati ai limiti della sopportazione. Per uno che gode pruriginosamente di un battibecco, ce ne sono (mi auguro) almeno nove che non lo apprezzano, e io sono tra questi.
A volte rimpiango di non essere nato in Gran Bretagna dove con humor e democrazia riescono anche a risolvere velleità separatiste basate su dissidi secolari.
Grazie per una futura maggiore attenzione alle esigenze di questo blog.
Manuel Rossi, fai bene ad intrometterti.
Il tuo modo di vedere qualcosa che non conosci evidentem,ente, rispecchia purtroppo l’ignoranza sull’argomento dell’italiano medio.
Non del tedesco o dell’inglese che le montagne le vedono soltanto in ferie, ma dell’italiano, cittadino di un Paese formato per l’80% da montagne e che di queste sa poco o nulla.
E’ ovviamente una falla culturale, la quale, essendo di questi tempi la montagna un argomento che fa parlare, si rivela in tutte le sue forme.
Chi dice che le Guide Alpine facciano altri lavori? Alcuni di noi certamente, altri invece come il sottoscritto lo fanno a tempo pieno, esercitano una libera professione che ha originie agli inizi del ‘800 e quindi come dicevo, per il resto del mondo è assodato esista ed abbia una sua connotazione ben precisa.
Cosa significa esercitare a tempo pieno? Significa non avere altre fonti di reddito e quindi come qualsiasi persona che lavora, impegnarsi affinché questo lavoro non manchi e impegnarsi per farlo al meglio.
I due ifgnori che volgiono conoscere qualcosa sull’ambiente che li circonda, possonorivolgersi all’APT di riferimento, acquistare per pochi euro una cartina geografica ed imparare a leggerla o acquistare una qualsiasi altra pubblicazione in commercio sull’argomento.
Volontariato poi esiste eccome, esiste il Club Alpino che organizza cosri e uscite per gli iscritti ma anche quelli asono a pagamento… quindi per quale arcano motivi chi vive di questa attività dovrebbe devolvere gratuitamente tempo e conoscenza in una società che si fonda per tutti sul guadagno?
La montagna dici, è uno stile di vita? Gli alberghi del tuo stile di vita li paghi o ti fanno soggiornare grtuitamente? I servizi vari (impianti a fune per fare un esempio semplice) li paghi o te li fanno utilizzare gratis?
La montagna è un ambiente di vita e come tale c’è chi ci vive e per vivere l’aria non basta…!
Purtroppo oggi tutti/tutti si ragiona in funzione del business e sempre più la ricchezza della diversità viene cancellata.
Mi intrometto nella discussione solo per centrare un punto: i soldi. Perché care guide alpine, visto che comunque di mestiere fate anche altro, non mettete a disposizione la vostra cultura, la vostra esperienza, la vostra professionalità (cito parole vostre) a titolo gratuito a turno? Preciso, solo su sentieri facili e su mulattiere. Perché partendo dalla funivia del Grostè, tanto per citarne una, non vedo mai il cartello “alle ore 14.00 piccola spiegazione gratuita per interessati riguardo il Brenta”? Una comitiva vuole fare un percorso impegnativo? Paga, è giusto. Ma quanto deve pagare un paio di persone di 50 anni che vuole solo approfondire la montagna?
Ve la prenderete forse anche con gli anziani, che ai rifugi raccontano le montagne, perché non hanno il brevetto da guida alpina e quindi non sono abbastanza pataccate?
La montagna è uno stile di vita, non un business!
Scusate, mi è partito il messaggio prima che avessi concluso.
Dicevo che non credo che esistano tutti ‘sti pazzi che accompagnano le persone su itinerari impegnativi. Aggiungo che sono assolutamente convinta che anche un albergatore o un gestore di rifugio possano avere una preparazione culturale (quanto viene scomodata questa parola! Soprattutto quando non si hanno piu’ argomenti!) Per accompagnare delle persone su semplici itinerari. Anche chi ha una grande passione e frequenta assiduamente la montagna puo’ farsi una cultura in merito. Mi viene in mente un esempio a caso: Piero Rossi.
Se, come scrive Alberto, mi si dice che l’appiattimento e il fatto che tutti fanno tutto siano aspetti negativi, sono perfettamente d’accordo. Ma non tiriamocela troppo!
Mi è capitato un paio di volte di parlare con delle GA di cime poco frequentate. La risposta è stata: “dove scusa?” E ci abitano sotto… E non sto parlando di paracarri.
Non esistono categorie che sono più belle, brave e buone di altre. Esiste la diversità e io sono a favore di questa. Quindi non approvo l’iniziativa della provincia di Trento.
Tuttavia, leggendo certi commenti, penso che sia meglio restare ignoranti che frequentare certi Maestri d’Alpinismo.
Buonanotte!
“Vi fate un mazzo tanto tra corsi, esami e controesami per cosa? per accompagnare la famigliola a fare la passeggiata per le malghe lungo una sterrata larga 2 metri dicendogli guarda quello è il Catinaccio e quell’altro è il Latemar?
Avete proprio una grande autostima di voi stessi allora…”
“Alberto, se una guida deve abbassarsi a piangere perché le “rubano” i clienti per il giro delle malghe è proprio messa male… magari mi sbaglio, ma ho un altro concetto di Guida Alpina…”
E poi basta così spero… se il concetto non vi è chiaro non sta a me darvi lezioni di lingua italiana…. ma credo vi sia ben chiaro… quindi la questione è un’altra…
Oltretutto non basta essere “convinti che”, affinché le cose non accadano, se se ne sta parlando dal 24 di ottobre su vari siti e testate giornalistiche, tanto che ne hanno parlato con critica negativa anche le testate inglesi, il problema che sussiste non è certo quello del sentierino e se neanche questo vi è chiaro…che dire… non vedo soluzioni…
Buonanotte!
Rileggendo tutti i commenti non ne ho trovato nessuno che contenga offese al sig. Michelazzi ed alle sig.re GA. Qui ci si arrampica sugli specchi, non solo sulle montagne.
Al massimo c’è qualche espressione ironica. Strano che il sig. Michelazzi si risenta per queste visto che lui, invece, ci va giù pesantuccio con chi lo contraddice o non la pensa allo stesso modo.
Credo che, in fondo, la cosa che dá più fastidio sia la concorrenza sleale che la nuova normativa inevitabilmente creerà.
Tuttavia non credo che ci siano in giro tanti pazzi e incoscenti pronti a portare le comitive sulle cenge esposte.
Guarda che l’ acidità da gastrite acuta l’ hai dimostrata tu nel tuo papiro, a cui ho semplicemente risposto punto per punto con lo stesso tono…
Poi le offese in tutta onestà non so dove tu le veda… anzi mi pare che sia stato tu a cominciare con le punzecchiature “simpatiche”… cosa fai lanci il sasso e nascondi la mano? o stai cercando di nascondere il vuoto?
E non ti preoccupare per la Guida che mi accompagnerà, sarà un divertimento accompagnarmi 😉
C’è bisogno di repliche a questa sprizzata di acidità da gastrite acuta?
Mi sa che chi legge può ben valutare chi è borioso e chi no e chi continua ad offendere dalla prima riga scritta…
Auguri alla guida che ti accompagnerà… ne ha estremo bisogno!
Ero indeciso tra il non rispondere e il rispondere come meriteresti, alla fine ho scelto una moderata via di mezzo…
Innanzitutto mi pare che tu abbia una discreta coda di paglia se ti attacchi a una cavolata per lanciare le tue invettive…
Quindi tanto per cominciare
“Blitz…! Ma chi è costui?
Sarebbe bello che quando si entra in una discussione con sparate bibliche avesse almeno il coraggio ed il buongusto di firmarsi, ma meglio da dietro uno schermo eh…”
mi chiamo Marco Benetton, sono un emerito signor nessuno con solo la passione per la montagna e per i sentieri “ravanosi” e un po’ selvaggi, e ho commesso il madornale errore di firmarmi in buona fede con il nickname che uso sui vari forum di montagna dove scrivo, errore cosí madornale da aver scatenato l’ inferno.
Andiamo avanti
“Sei un albergatore per caso? Sei il Reinhold Messner della situazione o un eroe senza macchia e senza paura?”
No, non sono un eroe senza macchia e senza paura a differenza tua, non sono il Messner della situazione (non ho problemi a dire che per certi itinerari “particolari” che ho in programma mi vorrei affidare a delle Guide Alpine, SE hai letto i miei interventi precedenti), non sono un albergatore, né annovero albergatori tra i miei amici o parenti (gli unici operatori di montagna tra i miei amici sono 3: un operatore SAGF e due operatori CNSAS, quindi non parti in causa)
Poi
“Certo che la bella massima educativa di “conta cento prima di aprir bocca per non aprirla a vanvera ” o l’hai mai sentita o mai capita…”
come ho detto ad inizio commento, qua ho contato fino a mille, e tu? hai la coda cosí incendiata che non sei neanche arrivato a uno
Avanti
“Insegnare ad apprezzare la montagna in ogni sua sfaccettatura fa parte di questa professione che ci vede non solo Guide Alpine ma anche Maestri d’Alpinismo e l’alpinismo non sta scritto da nessuna parte che inizi dal 6° grado”
1 – non ho mai scomodato i gradi visto che c’è chi sale il 6° in falesia e si ammazza sul 1° in ambiente
2 – a me sembrava tu stessi parlando di $$ e basta, e la professionalità delle Guide fosse solo un pretesto
Sempre alla carica
“così poi potrai sparare altre fregnacce”
giusto solo tu puoi fare un papiro di fregnacce, te ne lascio l’ autorità
Avanti
“l’ospite, ideatore e moderatore, di questo spazio, ha più volte dichiarato che il suo essere Guida Alpina lo sviluppa ed esercita non in modo classico con l’accompagnamento o l’istruzione ma anche con occasioni come quelle rappresentate da questo blog e quindi tentando di sensibilizzare ad un cultura della montagna…”
appunto, non credo che Lui si lamenti se un albergatore accompagna gli ospiti a fare una passeggiata su sentiero turistico
“Se la strada è larga due metri e ci si passa con la macchina credo che nessuno a questo mondo abbia bisogno di essere accompagnato”
la legge che citi si riferisce ad itinerari che non prevedano tecniche alpinistiche, quindi penso ti sia risposto da solo: carrarecce e mulattiere e poco più: tutto ciò che viene inquadrato come turistico ed escursionistico
avanti
“(magari tu sì…?)”
Sai cosa ti dico? ti do anche soddisfazione: SI’, se vado in un posto per la prima volta può anche farmi piacere che qualcuno mi accompagni raccontandomi che suo nonno portava su le capre, che alla malga X si mangia bene ma alla malga Y si mangia meglio, e che dietro c’è un bellissimo viàz da cacciatori e se voglio mi può mettere in contatto con una Guida Alpina per andare a percorrerlo
Ti do ancora una volta ragione
“nel momento in cui capiterà un incidente per un qualunque errore di valutazione”
sai, visto che sono un emerito pirla mi spieghi in che errori di valutazione si può incorrere in itinerari da converse e perizoma come quelli indicati dalla legge?
NON RACCONTIAMO PALLE PER FAVORE
“alcune cenge dolomitiche espostissime vengono considerate escursionistiche e quindi non vi si utilizza di solito materiale alpinistico”
quelle cenge espostissime di cui parli (e qua stai attento alle cavolate perché hai la sfiga che non so andare sul sesto ma sono un “cane da cenge”) se sono classificate per escursionisti sono attrezzate, quindi per escursionisti sì, ma esperti e con attrezzatura, quindi fuori dal raggio d’azione della legge in questione
Per concludere, mi delude che una Guida Alpina si riduca a lamentarsi per una legge che riguarda percorsi “quasi da infradito” e soprattutto screditi tutta la categoria con un atteggiamento borioso e arrogante barricandosi per di più dietro frasi fatte e luoghi comuni.
A mio avviso non è una questione di difficoltà, ma di professionalità.
Ci può essere, ritengo, altrettanta professionalità nell’accompagnare gente per malghe come nelle vie alpinistiche più impegnative.
Anche perché la difficoltà è soggettiva.
C’è ci può trovare difficoltoso un sentiero escursionistico, e quindi decide di affidarsi a una guida, e chi no.
C’è ci può trovare difficoltosa la traversata in cresta della Marmolada, e quindi decide di affidarsi a una guida, e chi no.
Dov’è il confine ? Chi fissa il limite ? Il signor Blitz ?
Le Guide Alpine fanno questo per mestiere e per questo sono retribuite, garantendo, tramite la loro associazione, professionalità, serietà e competenza.
Accompagnare gente per malghe, andare per boschi, se fatto con professionalità, non è sminuire il proprio ruolo. Tra i tanti modi di fruire la montagna c’è anche questo e sicuramente una Guida Alpina ha la competenza e la cultura per farlo al meglio.
Consentire a un albergatore di accompagnare in montagna i propri clienti con un rapporto di tipo professionale (cioè retribuito e continuativo) è a mio parere una pericolosa invasione di campo delle prerogative delle Guide Alpine e non può che generare confusione nei clienti e perdita di credito sia nei confronti delle strutture alberghiere sia verso (purtroppo) le stesse Guide Alpine.
Confusione e pericolo derivanti dalla presenza di doppioni, figure indefinite prive delle necessarie garanzie sulle effettive capacità professionali e con limiti poco chiari entro cui possono svolgere questo tipo di attività.
Non resta che sperare che a chi frequenta la montagna sia rimasto quel minimo di buon senso necessario per poter decidere se affidare la propria sicurezza a un professionista di provate capacità o a qualcun altro…
Chi vuol capire chiede non proclama offendendo (anche senza parole scurrili…).
Mamma mia quanta prosopopea!
Peccato perchè gli argomenti in questo blog sono spesso molto interessanti.
Ma poi spesso si scade nella denigrazione e nelle offese (che sono tali anche se non si usano termini scurrili) nei confronti di chi la pensa diversamente o di chi sa meno e vuol capire…
Blitz…! Ma chi è costui?
Sarebbe bello che quando si entra in una discussione con sparate bibliche avesse almeno il coraggio ed il buongusto di firmarsi, ma meglio da dietro uno schermo eh…
Sei un albergatore per caso? Sei il Reinhold Messner della situazione o un eroe senza macchia e senza paura?
Certo che la bella massima educativa di “conta cento prima di aprir bocca per non aprirla a vanvera ” o l’hai mai sentita o mai capita…
Insegnare ad apprezzare la montagna in ogni sua sfaccettatura fa parte di questa professione che ci vede non solo Guide Alpine ma anche Maestri d’Alpinismo e l’alpinismo non sta scritto da nessuna parte che inizi dal 6° grado.
Tanto per capire meglio (così poi potrai sparare altre fregnacce ma almeno non potrai dire che nessuno te l’aveva detto) l’ospite, ideatore e moderatore, di questo spazio, ha più volte dichiarato che il suo essere Guida Alpina lo sviluppa ed esercita non in modo classico con l’accompagnamento o l’istruzione ma anche con occasioni come quelle rappresentate da questo blog e quindi tentando di sensibilizzare ad una cultura della montagna… Avrà mica bisogno di questo?
Se accompagni un amico in montagna non sei un abusivo e basta che ti legga su un vocabolario la definizione di questo termine o ti prenda la briga di acculturarti un pochino leggendo la 348 del codice penale… è scritto molto chiaro che cosa significhi…!
Se la strada è larga due metri e ci si passa con la macchina credo che nessuno a questo mondo abbia bisogno di essere accompagnato (magari tu sì…?). Quindi la questione è ben più ampia e meno semplice di come qualcuno come te vuol farla sembrare e servirà a ben poco dire “non lo sapevo…” nel momento in cui capiterà un incidente per un qualunque errore di valutazione. Se ai corsi di formazione ci fanno un “mazzo tanto” ed una delle materie con esami è l’accompagnamento in escursioni non alpinistiche, evidentemente non è cosa tanto banale e stupida il guidare persone inesperte su terreno montano. Per fare un piccolo esempio, alcune cenge dolomitiche espostissime vengono considerate escursionistiche e quindi non vi si utilizza di solito materiale alpinistico, hai mai provato a condurvi un neofita che a fatica sa dove si trova e si sente opprimere da un ambiente a lui sconosciuto?
GIOPONZ… Heliski è una questione (vi è più di un capitolo su di questo nel blog ed in altri siti di discussione), questa faccenda è un’altra cosa.
Infatti è questo che non capisco… come dici tu non dovrebbe esserci conflitto quindi non capisco di cosa si lamentino…
Per Blitz
Conosco una decina di guide tra Ampezzo, Cadore e Comelico. Nessuna di queste accompagna gente alle malghe. Le gite più facili le fanno sulle ferrate. Tutte, però, hanno un secondo lavoro che svolgono “fuori stagione” (una di queste è fabbro e presto diventerà il mio dentista! :-D). Forse c’è chi, per arrotondare o per non avere un altro lavoro, è disposto ad accompagnare i clienti anche su itinerari facili. Non so. Quelle che conosco sono falegnami, elettricisti, effettivi del SUEM, carpentieri, fabbri (dentisti)…
Non dovrebbe esserci conflitto di interessi.
Buona serata!
Processioni e lavoro, assicurati. 😉
A me parole come albergatore, APT, Trentino, ma anche guida o rifugista… suscitano certi pensieri.
Che si piazzi una statua del Cristo Pensante su ogni cima, come per il Castellaz, e morta lì!
Scusa Roberto, ma ci vuole una preparazione da Guida Alpina per portare delle persone su una strada forestale larga 2 metri dove passano pure i fuoristrada per andare a mangiare in malga? Dai per cortesia non siamo patetici…
Capirei se gli albergatori si inventassero di accompagnare i clienti a fare percorsi alpinistici, sarei il primo a dire lasciamo a ciascuno il proprio mestiere, ma qua veramente stiamo raschiando il fondo del barile della dignità professionale.
Ripeto, non so che competenze siano necessarie a camminare su un percorso del genere, dicendo guarda questo monte si chiama cosí e l’altro si chiama colí… dai, per cortesia!
Io non voglio massacrare niente.
Ho solo fatto una constatazione di come stanno le cose. E non ho affatto detto che mi vanno bene così.
Forse prima di scrivere a vanvera citando altre persone, sarebbe meglio leggere con attenzione quello che scrivono, caro Roberto!
E’ triste ma è così, scrive Cristina Bacci. Allora massacriamo pure tutto ciò che resta del turismo, tanto è finita per davvero, stavolta. Esistevano i negozi, noleggiatori e riparatori di biciclette, se non azzerati fortemente ridotti dalle pensate dell’albergatore che mette a disposizione dell’ospite (naturalmente gratis) il mezzo a due ruote. Adesso porta l’escursionista a mangiar polenta in malga, i più furbi avranno anche l’edicola o il negozio di souvenir, l’anno prossimo sicuramente l’albergatore potrà insegnare i primi rudimenti dello sci, ma solo su piste per principianti con pendenza inferiore a una certa percentuale, di lunghezza inferiore a 500 metri e distante dal centro abitato non più di 355 metri. Siamo alla follia. Se ognuno facesse bene il proprio mestiere ce ne sarebbe (poco magari) ma per tutti. Poi spesso è proprio l’albergatore a lamentarsi se il paese è deserto, se la gente non gira, se gli esercizi chiudono. Avanti con la desertificazione e la rottura della compagine sociale delle nostre località montane e turistiche, questa è la strada giusta, sembra studiata a tavolino.
Mi sa che le guide non siano messe tanto bene.
Quante guide alpine ci sono oggi in Italia? mi sa veramente tante. Forse troppe…??
Alberto, se una guida deve abbassarsi a piangere perché le “rubano” i clienti per il giro delle malghe è proprio messa male… magari mi sbaglio, ma ho un altro concetto di Guida Alpina…
magari fra poco lasceranno portare i clienti degli hotel a far heliski senza GA, col semplice albergatore 😀
…o non son forse le GA le uniche figure autorizzate a farlo???
Stefano, scusa l’entrata a gamba tesa in questo post… ma io ‘sta cosa di veder guide lamentarsi da una parte e poi tapparsi il naso dall’altra proprio nn la reggo.
lo so benissimo che non è il tuo caso, ok. ma pure dalle tue parti ci son fior di professionisti che si prestan a questo -infame- giochetto.
quindi ripeterò a sfinirmi la mia lamentela: serietà e coerenza ci vuole. sempre!
ciao, e buon lavoro ;o)
A me sembra che questo paese si sta trasformando sempre più in una giungla. Tutti vogliono fare tutto.
Risultato: appiattimento e guerra tra poveri.
Anche al mare i bagni non si limitato più a vendere sdraie, ombrelloni e al limite qualche gelato e panino. No adesso vogliono fare anche i ristoratori.
Risultato: i ristoratori sono incazzati neri perché si vedono portare via il lavoro.
Mah… Io ho semplicemente fatto una mia considerazione personale e del tutto disinteressata. Basata anche su dati che vedono il turismo in calo ovunque. Certo, in Trentino la situazione non è drammatica come in provincia di Belluno.
È chiaro che molti approveranno! Sia operatori turistici che turisti. La cosa non mi stupisce: in un paese dove si diventa medici per corrispondenza questa è roba da ridere!
Buona serata!
Vado controcorrente, ma sinceramente questo articolo mi pare un’ autosvalutazione della vostra Professione…
Vi fate un mazzo tanto tra corsi, esami e controesami per cosa? per accompagnare la famigliola a fare la passeggiata per le malghe lungo una sterrata larga 2 metri dicendogli guarda quello è il Catinaccio e quell’ altro è il Latemar?
Avete proprio una grande autostima di voi stessi allora…
Io che ero convinto che la Guida Alpina fosse quella a cui potermi rivolgere quando vorrò fare la traversata delle creste della Marmolada (in particolare tra P. Rocca e P. Penia, su misto ghiaccio/roccia, ovviamente non c’è sentiero segnato né altro, forse qualche vecchio resto di attrezzature austriache del 15/18) a chi dovrò rivolgermi se le Guide adesso vanno per boschi?
PS ma allora 2 anni fa quand’ ero in vacanza in montagna e ho accompagnato a fare il giro delle 3 Cime due amici che erano saliti a trovarmi, ho esercitato abusivamente la vostra professione?????
Scusate l’anonimo sono io…
Personalmente collaboro con diversi alberghi dolomitici che offrono pacchetti all-inclusive e si servono di professionisti non del primo che capòita e chiede di meno. Servizio di qualità si chiama.
Se poi si vuole portare il tutto ad un discorso del “c’è la crisi non si può fare altro” direi che sono anni che continuoa sentire queste frasi, anni che si parla di crolli imminenti dell’economia nazionale ed anni che vedo i soliti noti arricchirsi , mentre la massa che dovrebbe colare a picco ha limitato sicuramente alcuni tipi di spesa ma continua ad andare in ferie ad alzre il reddito dei negozi di marche di lusso (statisticamente più di prima) e comprarsi I-phone da mille e una notte…
Oltre a ciò direi che l’atteggiamento del “non ci si può fare niente” ossia l’accettazione passiva non porta e non abbia mai portato a nulla di buono se non a ritrovarci oggi in condizioni da quinto mondo (altro che il terzo mondo deglianni’70…).
Più che non ci si può fare niente, direi che molti potrebbero apprezzare ed approvare azioni come questa del Trentino per convenienza, ovvero pago meno e bevo due birre di più.
La montagna come parco giochi.
In ogni caso la battuta finale dell’articolo riguardante i fabbri – dentisti era ovviamente un allusione a ciò che paradossalmente potrebbe succedere e non una battuta tanto per rderci sopra…
TRADUCO:
Sig.ra Bacci se Lei o qualche suo famigliare aveste bisogno di cure dentistiche, io costo ancora meno del fabbro mecanico, mi avvisi che la metto in lista d’attesa…
TANTO NON CI SI PUO’ FARE NIENTE… E’ LA LEGGE DEL MERCATO
”I gestori degli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri al fine di promuovere e incoraggiare i propri clienti a frequentare, ammirare e meglio apprezzare il patrimonio ambientale e naturalistico locale, possono organizzare percorsi di accompagnamento sul territorio”.
Traduzione: offrire un “pacchetto completo” al turista significa avere più richieste, essere competitivi. Coi tempi che corrono si cerca di invetarsele tutte pur di rimanere a galla. Cominciano a organizzarsi così anche molti esercizi in provincia di Belluno.
L’all inclusive va per la maggiore e bisogna accontentare l’ospite in tutto. Più l’offerta è ampia e più i clienti aumentano. Niente e nessuno si salva da cio’, soprattutto in tempi di crisi. E poco (anzi niente) importa se non è corretto, etico, sicuro.
È triste ma è così.
Non per nulla ci definiscono il paese delle… BANANE
Certo che conoscendo il serio ed impegnativo percorso formativo e di aggiornamento delle guide, voluto da una legge provinciale, cadono letteralmente le braccia ad apprendere con quanta leggerezza vengono prese certe decisioni “politiche”! Un saluto e grazie dell’articolo.
Grande Stefano, hai centrato veramente il problema, ma io mi domando: il collegio trentino delle guide e il nostro presidente erano forse in spedizione su qualche pianeta remoto?
Penso che se ci fosse stata un’operazione di vigilanza seria tutto questo non sarebbe successo.