Verso la liberazione

Metadiario – 299 – Verso la liberazione (AG 2019-001)

Il 21 gennaio 2019, alle ore 15, fu messo on line il portale Sherpa, con le sue sezioni originali “Le Grandi Storie”, “Altri Spazi” e “True Faces”. Mentre le prime due sono attive ancora oggi (2025), la terza fu oscurata nel 2023. Era una raccolta di filmati-intervista ad alpinisti e arrampicatori di rilievo, realizzati da Achille Mauri. Per non perderli, tutti i contenuti sono stati trasferiti in “Altri Spazi”.
In marzo fu finalmente stampato il libro Valle della Luce, proprio mentre continuava la realizzazione dell’omonimo film con la casa di produzione Aurora, di Trento. Marco Furlani ed io dobbiamo la redazione del libro all’aiuto volonteroso e disinteressato di Luciano Riva, che già era stato determinante nella redazione della riedizione di Cento nuovi Mattini nel 2016.

Guya in Calanques (Crêtes de Morgiou), 5 gennaio 2019

Guide Alpine
A gennaio fui nominato Guida Alpina emerita, con ciò sancendo definitivamente la mia inattività professionale di guida alpina. Come ho già riferito, in qualità di Consigliere del Collegio Nazionale, avevo ricavato solo piccole e grandi delusioni; inoltre la mia età consigliava ampiamente di non praticare ulteriore attività professionale con clienti. Per un po’ di tempo seguii le questioni all’interno del Collegio, più che altro informato dal sempre attivissimo Stefano Michelazzi. Ecco un suo messaggio del 6 febbraio 2019:
Ciao Alessandro, l’attuale situazione nell’ambito del “nazionale” mi fa essere piuttosto preoccupato per ciò che riguarda il futuro del Collegio e di conseguenza dei risvolti negativi sulla professione.
Tutto ciò che in tanti anni si era riusciti a costruire con grande fatica ora rischia di crollare ed alcuni campanelli di allarme sono già suonati.

Dai pressi del Col du saint-Pilon verso l’Hostellerie de la Sainte-Baume e, più lontano, la Montagne de Sainte-Victoire. 9 gennaio 2019.

Tanto per capirci meglio, è da mesi che ho messo al corrente il nuovo presidente Pietro Giglio del fatto che ad aprile scorso avevamo accreditato la commissione abusivismo presso l’Ufficio per lo sport dal quale dipendevamo. Ma a maggio (quindi un mese dopo) il nostro ordine era stato spostato al ministero delle politiche agricole, lasciandoci di nuovo senza coordinamento per avere modo di organizzare una politica di lotta all’abusivismo come già si era valutato col precedente funzionario di riferimento. Da novembre 2018 non c’è più stato un Consiglio Direttivo, quindi ho chiesto a lui la delega per poter affrontare la questione. Risultato: NULLA! Disinteresse totale, collegi regionali che continuano a scrivermi e telefonarmi in merito a situazioni di spessore nazionale ed internazionale ma ovviamente non posso fare niente, perché se andassi anche di mia iniziativa al ministero nemmeno mi aprirebbero la porta…

Freccia

Passando ad altri argomenti: nel 2017, anche con il tuo voto, accettavo la nomina a Responsabile della prevenzione per la corruzione e la trasparenza, figura piuttosto importante allo stato attuale dell’organizzazione pubblica e sicuramente non di poco conto. Con Cesare Cesa Bianchi, viste le difficoltà dovute al cambio ministeriale ed alle esigenze contingenti, comprese le elezioni del nuovo CD, concertammo di prorogare gli obblighi che derivano dalle normative sull’argomento, con data ultima la fine di luglio 2018, nella convinzione che saremmo stati rieletti. Cosa successe poi dopo lo sai bene. Cambiata la presidenza, ma gli obblighi non cambiano: e già ad ottobre dopo l’elezione e l’insediamento del nuovo CD (ben quattro mesi di vacanza del Collegio, non certo ininfluenti…) metto al corrente il nuovo presidente sulla situazione assolutamente in ritardo ed in onere di risoluzione. Ero convinto, dopo tre telefonate, che si sarebbe prodigato per risolvere la faccenda. Già dal dicembre 2017 avevo preparato assieme alla segreteria tutti i dati da pubblicare, eccetto il contratto col nuovo commercialista il quale è stato messo in atto a gennaio 2018: aspetto fine mese e non arrivando alcuna novità, come già espressogli, invio una mail a presidenza e CD, chiedendo come mio dovere, di correggere la situazione entro il 1° dicembre, visto che il 15 dovevo inviare la relazione annuale (obbligo di legge).

Guya nella Gola dell’Orfento (Caramanico Terme)

Il 7 novembre 2018, in occasione del primo direttivo ufficiale della nuova composizione, metto a conoscenza tutti quanti della situazione, elencando ciò che si deve fare, compresa la comunicazione al sottoscritto dei termini contrattuali adottati per la collaborazione esterna con il nuovo commercialista, il quale presente alla riunione, conferma. Giglio assicura che sta già provvedendo. Telefono ancora a Giglio per evitare passi ufficiali che potrebbero compromettere il collegio ed avvisarlo che c’è stata una proroga ministeriale per la consegna della relazione annuale al 31 gennaio, ma… ancora niente aldilà di rassicurazioni telefoniche. In data 17 gennaio 2019 ultima telefonata e poi niente. A questo punto, siccome il sottoscritto in caso di ispezione sarebbe il primo a beccarsi una qualche denuncia da parte dell’ANAC e di altre istituzioni coinvolte, ho inviato una pec in data 1° febbraio contestando la situazione come da articolo di legge. Dove andremo a parare a questo punto non si sa…

Caramanico Terme: visita alla piccola fattoria di Alina

Ma non è finita qui… Avrai notato che la comunicazione esterna (anche l’interna già aveva i suoi problemi), che con gran fatica ero riuscito a far partire almeno in parte e per la quale ci siamo prodigati insieme per far capire quanto sia importante, anzi indispensabile, si è totalmente arenata.

Ho chiamato Valentina d’Angella per chiedere lumi in proposito. Lei mi ha aggiornato sul fatto che Giglio autonomamente l’ha messa in “pensione” per inserire al suo posto persona di sua fiducia… già questo è piuttosto inquietante (sembra il controllo dei soviet…), ma ancora più inquietante è il fatto che, dopo aver chiesto alla segreteria se ne sapessero qualcosa e chi fosse l’attuale incaricato della comunicazione, visto che a seguito di una sentenza a favore di una Guida alpina avrei voluto far pubblicare un articolo, abbia saputo che Giglio ha deciso, sempre in autonomia e quindi senza sentire il CD, di firmare una lettera d’incarico di addetto stampa alla sua compagna (conflitto d’interesse???): e per di più non passando per il CONAGAI ma mettendo tutto in conto all’AGAI, che, a quanto mi risulta, non si è riunito per deliberare nulla al riguardo.

Valentina e Ugo Manera a Cateissoft, 3 marzo 2019

Come sai, si era deciso di andare molto cauti con incarichi e contratti esterni, per evitare di incappare per qualche motivo in un’altra causa Tristano Gallo, spada di Damocle che ancora pende sulle nostre teste…

Ora mi chiedo, il CAI e Vincenzo Torti che ne è presidente e pure componente di diritto del CD CONAGAI ed AGAI, ne sanno qualcosa? L’AGAI è sommersa di debiti e deve rendere al CAI una cifra esorbitante… Siamo al collasso?

In questo caso sappiamo bene che il commissariamento dal quale ci avevano messo in guardia i legali, sarebbe indiscutibile. Occorre trovare al più presto una soluzione. Vorrei contattare Torti nei prossimi giorni per capire cosa ne sa di tutto questo e che pensa in proposito lui e quindi il CAI. Che ne dici? Un abbraccio”.

Rilessi attentamente questo crudo ma illuminante messaggio ed ammisi con me stesso che ero piuttosto sollevato per non avere più nulla a che fare con tali beghe.

Achille Mauri saluta il master di Elena Gogna alla Bocconi, 15 marzo 2019

Visione verticale
Nel febbraio 2019 firmai con Laterza il contratto per la stesura di Visione verticale. La grande avventura dell’alpinismo. Sapevo già che ci avrei lavorato in agosto e che il libro sarebbe poi uscito nel 2020. Volevo raccontare le diverse stagioni dell’alpinismo attraverso una galleria di ritratti e di azioni più significative dei suoi protagonisti più amati da me per il loro alpinismo visionario. Da Preuss a Bonatti, da Mallory a Messner, da Cassin a Honnold, tutti i grandi della storia dell’alpinismo hanno avuto una propria, personalissima, ‘visione verticale’. E poi: perché scalare? Perché mettere a rischio la propria vita? E farlo facendo ricorso a ogni mezzo o seguendo un’etica rigorosa? A queste domande avevano risposto le grandi imprese del passato e del presente.

Erio Grillo e Matteo Pellegrini all’interno del forno “da Canepa”, Loano, 22 giugno 2019
Povo (TN). Da sinistra, i padroni di casa Giovanni Groaz e Palma Baldo, poi Marco Pilati, Marco Furlani, Laura Furlani e Alessandro Gogna.

A chi gli chiedeva perché voleva scalare l’Everest, George Mallory, il grande pioniere himalayano, aveva risposto: «Perché c’è». In queste tre parole sta tutto il mistero e il fascino dell’alpinismo. L’apparente insensatezza di esporsi ad avventure che mettono a rischio la propria vita e l’impossibilità a resistere all’ignoto, alle difficoltà e alla brutalità della natura e ai propri e umanissimi fantasmi.

Lundo (TN), a casa di Heinz Grill. Da sinistra, Heinz Grill, Barbara Holzer, Franz Heiss e Marco Furlani, 30 aprile 2019.
Voltaggio (AL), 26 maggio 2019. Da sinistra, Giulia Castelli, Marco Furlani, Mario Verin, Laura Furlani, Alessandro Gogna, Salvatore Bragantini, Alessandra Raggio, Guya Spaziani, Stefano Romanengo. Foto: Lucia Bragantini.

Nel corso di quasi due secoli e mezzo di vita, l’alpinismo ha subito innumerevoli rivoluzioni. Non solo e non tanto delle tecniche e degli strumenti, quanto piuttosto della sua stessa etica, delle ‘visioni verticali’ che l’hanno attraversato. C’è stato un alpinismo esplorativo, legato a una dimensione scientifica e conoscitiva; uno romantico, fondato sul confronto a ‘mani nude’ con la roccia; uno eroico, tutto teso alla ricerca della difficoltà estrema; fino alle forme commerciali e sportive che stiamo vivendo. Ognuna di queste ‘visioni’ ha costruito una sua dimensione morale, su ciò che era lecito e ciò che non lo era, su come si ‘doveva’ andare in montagna e sul perché lo si faceva. I grandi alpinisti sono stati e sono anche portatori di una prospettiva che ha influenzato e condizionato migliaia di appassionati che ne hanno seguito gesta e fallimenti. A differenza di ogni altro sport, performance come (tanto per fare solo qualche nome) la ‘prima’ invernale della parete nord del Cervino, la ‘prima’ in solitaria senza ossigeno di un Ottomila in Himalaya, il free solo sul granito della Yosemite Valley sono imprese che hanno scatenato dibattiti infiniti e ci interrogano ogni volta. Sono visioni che pongono domande sul senso stesso della nostra vita.

Parete sud-ovest della Rocca di Fraconalto 754 m, nei pressi di Voltaggio. Il 6 marzo 1965 con Giovanni Scabbia l’avevo salita.
Parete sud-ovest della Rocca di Fraconalto 754 m, nei pressi di Voltaggio. Il 6 marzo 1965 con Giovanni Scabbia l’avevo salita.

Le arrampicate-1
Dal 3 al 10 gennaio Guya ed io andammo in Calanques assieme a Ugo Manera e Valentina. Bellissima vacanza con base in un appartamento in affitto a Marsiglia, anonimo ma con tutti i comfort. Oltre a escursioni varie, più o meno tutti i giorni scalammo, dato il tempo bellissimo.

Purtroppo già in una delle prime uscite mi accorsi che avevo un problema: sotto sforzo avevo perdite di urina. Mi era già capitato, ma non con quell’intensità. Ero assai imbarazzato, mi si vedeva la macchia di bagnato sul cavallo dei pantaloni e dovetti appartarmi per cambiarmi. Evidentemente era un danno collaterale dell’operazione alla prostata e della radioterapia di sette anni prima: e sapevo che il disagio era destinato ad aggravarsi. Fui costretto perciò, nel corso del 2019 e in seguito, a proteggermi con l’uso di assorbenti, prima parziali e poi a mutandina. A rivelare queste cose non avevo mai pensato fino ad adesso… Forse ora sono più conscio di quanto invece per altri versi io mi possa e mi debba considerare fortunato e (di conseguenza?) non senta necessità di nascondere le mie debolezze, ivi comprese quelle fisiche.

Lainate (MI), Villa Arconati. Concerto di Laurie Anderson nell’ambito di Terraforma 2019, 5 luglio 2019
Milano, 23 luglio 2019. Costituzione di Sherpa srls presso lo studio notarile Francesca Giordano. Da sinistra, dietro: Alessandro Gogna, Achille Mauri, Elena Gogna, Marco Furlani, Bibiana Ferrari, Benedetto Sironi e Andrea Gaddi; davanti, Daniele De Negri, Salvatore Bragantini, Federico Bernardi e Gian Luca Moro.

Tra le varie uscite ho un ricordo preciso delle “bastonate” che Matteo Pellegrini, Giovanna Moltoni ed io ci prendemmo alle Gole di Ceraino, alle porte di Verona (9 marzo). Ci trovammo a salire su vie che, numericamente, ritenevamo alla nostra portata e invece si rivelavano assurdamente impegnative. Tanto che fummo costretti a combinare vari itinerari per poter arrivare alla fine della parete (1a e 2a lunghezza di Dedicata a Narcisa + 3a lunghezza di Una Faccia Una Razza + Rambut).

Guya a Framura (SP), agosto 2019
Elena, Bibi e Petra contemplano i lavori ancora da fare nel casolare di Dosso (Levanto), agosto 2019

Indimenticabile fu il 17 marzo al rifugio Ratti-Cassin ai Piani di Bobbio. Per una rara congiunzione astrale quella domenica mattina Guya ed io ci trovammo assieme a entrambe le mie figlie e i loro fidanzati: Elena con Achille Mauri (pro-nipote del mitico Carlo) e Petra con Ruggero Pietromarchi. Il tempo non era un gran che. Con due auto e su suggerimento di Achille ci recammo a Barzio e quindi con la cabinovia ai Piani di Bobbio. Già nel non luogo dell’Alva Market del Colle di Balisio si era capito che la giornata sarebbe stata speciale ma, quando nella nebbia ci incamminammo nel breve tragitto verso il rifugio Ratti-Cassin e incontrammo una sagoma vestita di rosso che mi salutava, ne avemmo conferma. Era l’amico Marco Ballerini che, nella sua divisa di maestro di sci, incontravo dopo tanto tempo e che, in modo goliardico, mi salutava e manifestava tutta la sua simpatia per la nostra allegra brigata. Purtroppo non poteva stare con noi. Ci separammo a malincuore e poco dopo entrammo nei locali del rifugio.

Questo era tenuto da Filippo Peccati (figlio del Ragno di Lecco Antonio), grande amico di Achille. Era praticamente l’ora di pranzo, perciò dopo un consistente aperitivo ci dedicammo alle ordinazioni. Fuori il tempo, nebbioso e freddino, non incoraggiava alcuna attività fisica. Dalle grandi vetrate che davano sulla terrazza passava solo un grigio accecante. Filippo era molto simpatico e ci mise a nostro agio: in effetti, a parte noi sei, la clientela quel giorno (con la neve in disarmo) era assai scarsa. In questi casi l’allegria è contagiosa e presto catalizzammo l’attenzione dei pochi altri con i nostri discorsi. A fine pranzo Filippo mise su della musica con ballabili decenti. Nel giro di dieci minuti la saletta non ci bastava più e uscimmo tutti a ballare in terrazza, a porte e finestre spalancate. S’intensificarono i giri di grappa o similari mentre ci scatenavamo in danze fuori controllo. Altri elementi si unirono a noi: sospettammo che uno di questi avesse qualche problema psichico ma lo accettammo ugualmente. Purtroppo il tempo passò veloce e presto giunse l’ora di prendere l’ultima corsa della cabinovia. Già una volta Guya ed io eravamo stati costretti a scendere a piedi e non volevo ripetere quell’esperienza… Lazzi e frizzi continuarono negli ovetti e durante il viaggio di ritorno a Milano le nostre auto diventarono praticamente delle discoteche.

Freccia

Il 6 aprile andammo con Matteo Pellegrini e Paolo Rosti a Tessari in Val d’Adige. Scegliemmo di salire due vie, Zig zag e Linea grigia, una dopo l’altra, alla vicina Roda del Canale. Fu proprio quel giorno che iniziammo a percorrere metodicamente gli itinerari aperti da Mario Brighente, Manuel Leorato e i loro compagni. Ci piacevano i gradi giusti e la protezione di un corretto numero di spit, oltre alla roccia davvero meravigliosa. Scaricammo da internet il pdf di V come Valdadige e da quel giorno in poi spuntammo quasi tutte le vie lì riportate.

1 settembre 2019, sommità del Colodri (Arco). Da sinistra, Marco Furlani, Andrea Morghen e Lucia Furlani.

Il 1° maggio con Marco Furlani affrontammo ad Arco la Parete di Pezol per la Via delle Pance: questa si rivelò un vero e proprio capolavoro di Heinz Grill e compagni. Data una parete, per nulla evidente, che chiunque avrebbe giudicato poco adatta ad ospitare itinerari di classe, l’intuito di Grill era riuscito a modellare una via di un’eleganza estrema, sulla quale m’impegnai a risolvere le 12 lunghezze in arrampicata libera ma fui costretto a riposarmi brevemente in due punti. La via delle Pance era stata aperta da Florian Kluckner, Sandra Schieder e Heinz Grill il 31 ottobre 2017 (dopo un primo lavoro di pulizia della parete dall’alto) e si snoda esposta a sud con andamento obliquo verso destra, superando una sequenza di tre grosse fasce strapiombanti (le pance). Arrampicata spesso atletica con alcuni tratti eccezionalmente belli.

2 settembre 2019. Adam Ondra scala sul Policromuro (Massone di Arco).

Il 25 maggio con Salvatore Bragantini e Stefano Romanengo andammo a Crocefieschi (GE) e da lì alla puddinga delle Rocche del Reopasso. Salimmo la via dei Re, un itinerario moderno protetto a spit. La sera eravamo ospiti dei Romanengo nel loro bellissimo casale di Voltaggio. Oltre a Lucia Bragantini e Guya, c’erano anche Marco e Laura Furlani oltre a Giulia Castelli e Mario Verin.

30 novembre 2019, rifugio Pirlo, raduno dei Bevitori Supremi. Da sinistra, Giuliano Giovannini, Luca Calvi, Alberto Tonoli, Stefano Michelazzi e Gianfranco Valagussa.

Il 2 giugno, sempre con Stefano e Salvatore e con l’aggiunta di Paolo Rosti, eravamo ancora in Val d’Adige per salire il Leone di Nemea agli Spalti di Tessari. Questa bellissima via, aperta tra l’ottobre 2017 e il gennaio 2019 da Mario Brighente, Christian Confente e Manuel Leorato, si svolge per 11 lunghezze fino al 6b. Sapevamo che sarebbe stata una giornata calda e ci eravamo muniti di adeguata scorta d’acqua. Ma, a dispetto di questa precauzione, il caldo fu davvero terribile. Stefano ed io eravamo davanti, seguivano Salvatore e Paolo: vedemmo che questi nelle ultime lunghezze rallentavano parecchio. Il perché era dovuto a una crisi di Paolo, un vero colpo di calore. Scendemmo assieme disfatti dalla sete e dalla disidratazione, ma era soprattutto Paolo a preoccuparci, anche perché la discesa non si svolge su un sentiero bensì presenta punti esposti e ripidi sui quali lui barcollava. In qualche modo giungemmo alle auto e da lì ci precipitammo al ristorante Al Platano di Caprino veronese. Lì scolammo alcune bottiglie di acqua prima di concederci un po’ di vino o birra…

30 novembre 2019, rifugio Pirlo, raduno dei Bevitori Supremi. Da sinistra, Gionny Selvadek e Walter Novello.

Il 15 giugno, con Matteo Pellegrini e Stefano Romanengo, andammo ai Piani di Bobbio e allo Zucco di Campelli. Qui salimmo la via Castagna-Mauri e, subito dopo, la classica Comici-Cassin-Boga: due vie bellissime.

Instancabili quanto a viaggi in auto, il giorno dopo Matteo Pellegrini ed io ci recammo in Valgrande di Lanzo alla Rocca di Lities. Lì, sulla parete sud, salimmo Il Mago di Oz, un bell’itinerario al quale non si darebbe una lira se visto solo dal basso.

Freccia

Il 22 giugno era una giornata con la pioggia appesa ad un filo e noi ci trovavamo in Liguria alla Rocca dell’Aia. Con Matteo, Erio Grillo e Gian Luca Zambotto salimmo una combinazione di Variante Est+Aia Valley+uscita di via per Beppe e, subito dopo, la sempre bella via Scarason. Riuscimmo ad evitare di bagnarci ma, giunti nel centro di Loano, accedemmo al nostro forno preferito “da Canepa” sotto la pioggia. Il proprietario non ci riconobbe ma fu gentile come al solito, cosa davvero inusuale negli esercizi pubblici liguri… Addirittura ci consigliò di aspettare qualche minuto in più per addentare non la focaccia fredda che era lì avanzata in vendita, bensì la nuova infornata calda. Numerose furono le birre bevute, un giro delle quali offerte dal fornaio stesso (altra estrema rarità ligure). Fuori pioveva e noi eravamo lì a divorare focaccia, più di un chilo a testa, e a conversare amabilmente con il focacciaio migliore che io conosca. Era all’angolo tra via Doria e via Renato Boragine (ma adesso è in via Boragine, 50).

Dal 9 al 21 luglio grande viaggio in furgone da Tbilisi (Georgia) a Milano (vedi qui e qui).

Sherpa srls
Il 23 luglio 2019, presso lo studio del notaio Francesca Giordano, a Milano ci fu la costituzione di Sherpa, Società a Responsabilità limitata Semplice. I soci fondatori erano 11: Federico Bernardi, Salvatore Bragantini, Daniele De Negri, Bibiana Ferrari, Marco Furlani, Andrea Gaddi, Alessandro Gogna, Elena Gogna, Achille Mauri, Gian Luca Moro e Benedetto Sironi. Il 3 settembre, presso la sede sociale di via Morimondo 26 a Milano, si tenne la prima riunione del Consiglio di Amministrazione (CdA) di Sherpa Srls, Alessandro Gogna, presidente, Salvatore Bragantini e Achille Mauri, amministratori, nominati tutti già all’atto della costituzione della società. La riunione prevedeva un solo punto di discussione, cioè l’attribuzione dei poteri di gestione. Mi furono attribuiti, almeno in quella fase iniziale, tutti i poteri di gestione ordinaria, inclusa la rappresentanza di Sherpa in ogni sede.

19 ottobre 2019. Viene consegnato il secondo premio di Leggimontagna 2019 a Marco Furlani e Alessandro Gogna.
In arrampicata su Dolcetto e scherzetto, Parete dell’Ir. Foto: Alberto Rampini.
21 novembre 2019, Monastero Rila (Bulgaria). Guya trova modo di accudire otto gatti.

Le arrampicate-2
Passammo quasi tutto agosto a Levanto a casa dell’amica Giovanna Massola. Lì, mentre Guya conduceva vita da spiaggia, ebbi modo di scrivere Visione Verticale: giornate gloriose di ricerca e di creatività, interrotte solo alla sera all’ora del sacro aperitivo con gli amici e con le amiche.

Dal 31 agosto al 2 settembre mi recai ad Arco per le riprese finali del film Valle di Luce, dove i protagonisti Marco e Lucia Furlani condivisero scene con il mitico Adam Ondra, figura resasi necessaria per il tocco di attualità che ovviamente voleva lo sponsor principale, Montura. L’operatore perdette il drone nella Gola del Limarò. Dopo due avventurose calate dalla pista ciclabile del Limarò cui avevo partecipato pure io, fu ritrovato da Marco e Laura Furlani in una terza discesa solo tre giorni dopo… Da lì in poi iniziò il lungo lavoro di montaggio. Avevamo più di quindici ore di girato, ma molto si giocava sulle interviste che avevamo fatto ai personaggi che più avevano fatto la storia alpinistica della Valle.

21 novembre 2019, Alessandro Gogna e Alessandro Filippini appena entrati nel Monastero di Rila (Bulgaria).
21 novembre 2019, Zvetana Bojurina e Guya Spaziani nel Monastero di Rila (Bulgaria).

Il 15 settembre ci fu la festa di compleanno di Salvatore Bragantini che onorammo al rifugio Sellières in Val Chisone (TO), sotto alla Punta Cristalliera. Fu memorabile.

Il 21 settembre con Matteo Pellegrini salimmo la combinazione America America + Porto Alegre alla Rocca di Lities, davvero splendida e per noi abbastanza impegnativa.

Il 5 e 6 ottobre ci fu una bella riunione a Pietramurata di Dro di una buona parte di “sherpini”. Per l’occasione mi ritrovai ad arrampicare sulla Parete di San Paolo (via Sabina) con Bibi, Elena, Achille, Salvatore e Marco. Erano anni e anni che Bibi non arrampicava…

22 novembre 2019, Kovacheviza (Bulgaria). Da sinistra, Alex Txicon, Guya Spaziani e Alessandro Filippini
22 novembre 2019, Kovacheviza (Bulgaria). Alex Txicon e Zvetana Bojurina all’ingresso della casa di lei.

Il 9 novembre con Matteo salimmo al Salto del Faraone (Val d’Adige) la via Balla coi Buchi, altro gioiellino della squadra di Mario Brighente. Valeva davvero la pena diventare seriali frequentatori di quelle splendide rocce.

Infine, tra le cose che ricordo più notevoli, ci fu il 30 novembre la riunione al rifugio Pirlo (BS) dei Bevitori Supremi. La formazione presente era un po’ cambiata rispetto all’anno precedente a Matraia. Mancavano Marco Preti e Andrea Gobetti, ma avevamo acquisito Gianfranco il Nonno Valagussa, Giuliano Giovannini, Walter Novello e Gianfranco Gionny Selvadek De Giacomi. Fu un’esperienza quasi letale dal punto di vista etilico, ma purtroppo non era paragonabile alla magia vissuta a Matraia. E infatti fu l’ultima nostra riunione pressoché plenaria.

22 novembre 2019, Kovacheviza (Bulgaria). Da sinistra, Alex Txicon, la fidanzata, Guya Spaziani e Alessandro Filippini.

Conferenze e convegni del 2019
Anche questa volta riporto solo gli incontri più importanti. Per il 23 febbraio fui invitato dal Parco nazionale della Majella a Caramanico terme (CH), nell’ambito della quarta edizione di La Maiella-L’altra neve. Così mi scrissero gli organizzatori Giuseppe Maurizio Monaco e Donatella Vitale:

L’idea nasce dalla necessità e dalla consapevolezza di comunicare le potenzialità delle alternative, per vivere la montagna in inverno, alle classiche attività sportive legate alla neve ed alle necessarie infrastrutture.

Eventi sportivi ed incontri, dedicando spazi di riflessione e proposte ad albergatori, ristoratori, guide, tour operator che operano all’interno dell’area protetta, per favorire una nuova coscienza e conoscenza e per una diversa cultura della montagna. Ancor di più, se montagne inserite in un contesto di area protetta.

Bansko, novembre 2019. Da sinistra, Krzysztof Wielicki, Zvetana Bojurina e Alessandro Filippini

In questi anni abbiamo anche ospitato amici in grado di raccontare la montagna e di proporre un percorso educativo per quanti la fruiscono, oggi più che mai necessario.

Con tali premesse abbiamo pensato che Lei avrebbe potuto ben rappresentare tutto ciò, e per questo siamo a chiederLe una Sua disponibilità ad incontrare, a Caramanico Terme, nel cuore del Parco, quanti vorranno conoscerLa, gli innamorati della nostra Montagna Madre, e gli appassionati di scialpinismo, alpinismo invernale, sci di fondo e ogni altra disciplina sportiva che avvicini l’uomo alla montagna con rispetto”.

Al Castello Sforzesco di Milano, il 30 marzo ci fu un importante seminario, uno dei primi sull’argomento in Italia: Mutamenti climatici, che fare? Coordinato da Sara Milanese, si svolse con gli interventi di Gianni Tamino, Mario Agostinelli, Emilio Molinari, Alessandro Gogna, Giulia Persico e Vittorio Agnoletto.
Il 12 aprile ero all’Università della Sapienza di Roma a disquisire su Alpinismo e scienza. Coordinati da Vincenzo Cerulli Irelli, oltre a me i relatori erano Gianni Battimelli, Pasquale Iannetti e Giancarlo Morandi.

Bansko, 23 novembre 2019. Natalie Petrova presenta al pubblico del Festival Alessandro Gogna.

Il 3 maggio, assieme a Roberto Bombarda e Marco Furlani, presentavo Valle della Luce al Festival di Trento. Questa era la prima presentazione dell’opera, seguita da tante altre. Tra queste, le più importanti (e le più riuscite in termini di quantità di pubblico) in quell’anno 2019 furono Arco (Palazzo Panni, 6 maggio) e Valmadrera (10 maggio), seguite da quella del 18 ottobre nel corso della Milano Mountain Week, con Marco Furlani e Luca Calvi. Sempre per la stessa opera, il giorno dopo ero a Tolmezzo, ancora con Marco, perché la 17a edizione di Leggimontagna ci aveva onorato del secondo premio annuale (nella Sezione Saggistica).

Il 22 settembre ero a Pordenone: con Paolo Ascenzi, Luca Calzolari e Roberto Mantovani presentavo a Pordenonelegge il libro scritto con Paolo L’Alba dei Senza Guida.

Alessandro Gogna in arrampicata alla Rocca di Bajedo, 26 gennaio 2019

Il 12 ottobre ci fu a Domodossola il Convegno Nazionale CAAI: lì tenni una relazione sulla “Storia della Est del Monte Rosa”, che mi era costata qualche giorno di ricerche.

Natalie Petrova, direttrice dell’International Film Festival for Mountains, Extreme Sports and Adventures di Bansko (Bulgaria), mi aveva invitato come ospite ufficiale e conferenziere nell’edizione 2019. Nell’invito era anche la lunga lista degli ospiti illustri che mi avevano preceduto nei dodici anni precedenti. Mi sentivo lusingato, lo confesso. Guya ed io prendemmo l’aereo il 20 novembre per Sofia assieme ad Alessandro Filippini e alla moglie (bulgara, ex-atleta pallavolista) Zvetana Zeza Bojurina. Dopo una notte nella loro casa di Sofia, ci trasferimmo con la loro auto a Bansko, non trascurando di visitare il magnifico Monastero di Rila che richiede una non eccessiva deviazione dal percorso. Incastonandola tra i vari eventi del festival, effettuammo una gita fino a Kovacheviza, un bellissimo villaggio tra le montagne bulgare dove Zeza e Alessandro avevano comprato e sistemato una vecchia casa. Con noi erano anche Alex Txicon e la sua ragazza. Alex è davvero un grande, limpido. Tenni la mia conferenza la sera del 23 novembre, presentando una versione ridotta della mia Alpinismo ieri e oggi. Senza nulla togliere al racconto di Txicon, la più bella serata fu comunque quella tenuta dal mitico Krzysztof Wielicki. In generale rimasi assai impressionato dall’atmosfera di quel festival, dove emozioni, curiosità ed amicizia la fanno ancora da padrone, contrariamente ad altri festival in cui troppo spesso prevalgono il business e la cosiddetta “comunicazione”.

31 dicembre 2019, Lucia Furlani sulla parte inferiore della via dell’Incontro, Parete d’Ir Inferiore

Verso la risoluzione dell’analisi
Per tutto il 2019, ad eccezione della pausa estiva, continuarono le sedute con la dottoressa Pessina. Parlare con lei, raccontandole la mia vita interiore e ascoltando come lei dirigeva con grande sicurezza il mio cammino verso le profondità che a poco a poco mi si rivelavano, mi era di grande aiuto nel mio cammino verso la completa accettazione del mio essere e quindi verso l’evoluzione a ciò che davvero ero. Mai un rimprovero o un’esortazione, mai un consiglio aperto. Solo così anche io comprendevo quanto ciò che dovevo fare fosse un percorso solitario guidato solo dall’eco interiore che lei si limitava, con l’emozione, ad amplificare. Poco a poco si delineò il mio destino alla totale accettazione di me stesso, alla contemplazione delle debolezze, degli scrupoli che mi tormentavano, delle indegne meschinità di un io in difficoltà di fronte alla grandiosità dell’essere.

Lucia Furlani assicurata da Elena Pellegrini sulla parte superiore della via dell’Incontro alla Parete d’Ir Superiore, 1 novembre 2019.

Dopo l’inventario puntiglioso degli oggetti e delle idee che costituivano il mio fardello occorreva semplicemente non scegliere tra il loro abbandono volontaristico oppure la supina sopportazione del loro peso. Il pesante bagaglio poteva alleggerirsi solo con la trascendente e piena accettazione di come sono fatto, anche nelle mie pulsioni più segrete. La confessione a lei e a me stesso non aveva le stesse procedure del sacramento cattolico, dove ci si confida dietro ad una grata e, pentiti o meno, si riceve un’assoluzione al prezzo simbolico di qualche leggera penitenza. Qui il confessore ti guarda in faccia e, senza cartelli indicatori, comandamenti o punizioni ti indirizza per simboli e allusioni, senza esaltare le tue qualità né condannare i tuoi peccati. Accettare che i peccati esistono solo quando ci si sente in colpa: senza di questa il peccato non è più tale. E questa è la rivelazione. La liberazione dai dolori di corpo e mente.

Verso la liberazione ultima modifica: 2025-11-07T05:59:00+01:00 da GognaBlog

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2 pensieri su “Verso la liberazione”

  1. bel ricordo le DUE FOTO SCATTATE UNA NELLA GOLA DELL’ORFENTO CARAMANICO PE E DELLA PASTORA ALINA IN VALLE GIUMENTINA – ABBATEGGIO PE. Alina ha dovuto abbandonare la pastorizia AVEVA TROPPE PERSONE CONTRO.

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