Tom Arent Van de Plassche – forte trail runner olandese residente a Trento – è partito da Predazzo per omaggiare la notte più trascurata dell’anno: lo scorso 21 giugno 2023 ha infatti corso ininterrottamente dal tramonto all’alba tra i passi e le vette delle Dolomiti che si affacciano sulla Val di Fassa.
Di corsa la notte più breve dell’anno
(4500 metri di dislivello per un importante messaggio sociale)
di Pietro Lacasella
(pubblicato su loscarpone.cai.it il 22 giugno 2023)
Quella del 21 giugno è la notte più breve dell’anno e, come tutte le cose di carattere minuto, rischia di passare inosservata.
Il 21 giugno siamo tutti concentrati sul giorno, sulla luce che si arrampica nella sera inondandola di un chiarore che sembra protrarsi all’infinito. Eppure a un certo punto il sole si stanca di galleggiare nel cielo e si tuffa a picco nell’orizzonte. Tutto si esaurisce in una vibrazione leggera, in quel brivido che accompagna il crepuscolo.
Proprio in quel momento Tom Arent Van de Plassche – forte trail runner olandese residente a Trento – è partito da Predazzo per omaggiare la notte più trascurata dell’anno: lo scorso 21 giugno ha infatti corso ininterrottamente dal tramonto all’alba tra i passi e le vette delle Dolomiti che si affacciano sulla Val di Fassa.

Un saliscendi di 60 chilometri e 4552 metri di dislivello; un saliscendi che non si limita all’atto sportivo, ma si fa portavoce di un importante messaggio sociale.
Così ha infatti scritto Tom sui suoi profili social:
«La Val di Fassa è una delle valli più antropizzate e turistiche delle Alpi, le guglie dolomitiche che le fanno da contorno e l’hanno resa celebre sono ormai diventate lo sfondo a un parco giochi gigantesco fatto di mega impianti e piste su ogni versante; strade cementate sui passi alpini oltre i duemila metri, tunnel, hotel enormi, terme, parchi divertimento e altro ancora. Certo, l’uomo ha ormai modellato profondamente praticamente ogni angolo delle Alpi, ma qui proprio non se ne scampa, tranne che in alcune ore della giornata, cioè quelle notturne.
Appena arriva il crepuscolo i turisti tornano nelle loro comode stanze, le strade sono silenziose e anche nei boschi, sui sentieri, intorno alle malghe e ai rifugi torna la calma. È in questo momento che si svegliano invece i veri abitanti di questa valle: gli animali. Questi si sono dovuti adattare negli ultimi secoli alla presenza dell’uomo, che è diventato così impattante sul territorio da forzarli a modificare i loro ritmi circadiani per poter svolgere le loro attività senza disturbi nelle ore buie della giornata. Volpi, cervi, caprioli, rane, rospi, lumache, non sopravvivrebbero di giorno, troppi umani, e certe volte anch’io mi sento così. Troppi umani intorno a me, me ne scappo in montagna.
Ho voluto quindi riscoprire la Val di Fassa, quella forse più “vera” o, almeno, quella più lontana dall’uomo. Queste montagne sarebbero tra le più belle del mondo, solo che ormai sono presenti più impianti e asfalto che dolomia. È diventato uno zoo dove è stato reso il più comodo possibile al turista ammirare quelle guglie e pareti altissime, bellissime, trascurando però il loro habitat, tutto quello che hanno intorno.
La notte al buio, tutto questo per un attimo sparisce, e torni nelle vere Dolomiti».
Il sovraffollamento, con tutte le conseguenze che comporta, è uno dei grandi problemi delle vallate alpine maggiormente votate al turismo. Un problema ambientale – come rilevato da Tom –, ma anche un problema di carattere sociale. Questa concentrazione eccessiva, per dirla con le parole di Marco Albino Ferrari, porta infatti il montanaro a «percepire l’alta stagione da due diverse prospettive: da una parte, quella positiva, il lavoro e il guadagno; dall’altra, quella negativa, l’occupazione del proprio spazio, dunque il senso della defraudazione» (Assalto alle Alpi, Einaudi editore).
Il paradosso nasce dallo sviluppo balbuziente che oggi caratterizza le Alpi: a vallate ricche ma sfruttate, in un perfetto slancio consumista, fino all’ultima roccia, se ne alternano altre inghiottite dalle tenebre dell’oblio, piegate dallo spopolamento e stravolte dall’abbandono.
Per un turismo più dolce, omogeneo ed equo, la concentrazione dovrebbe cedere il passo alla distribuzione. Questa metamorfosi necessita uno sforzo da parte di tutti (amministratori e turisti), ma anche di un po’ di fantasia.
Un po’ come ha fatto Tom, che è riuscito a trovare la luce nella notte più breve dell’anno.
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e poi… https://headtopics.com/it/scandalo-a-stanford-articoli-accademici-manipolati-si-dimette-il-presidente-dell-universita-41352842
no dai… la scienza che manipola i dati?? ma non erano divinita’ calate dall’alto puri e indipendenti?
Toh! e il tuo climate change… Quello che vi ho SEMPRE DETTO!.
Altro che il “c’è la catastrofe ” di Crovella.
https://twitter.com/Pgreco_/status/1681898050875277313
A volte mi pare che Lei confonda il benessere con lo star bene. Si può vivere una vita misera anche dentro un suv audi, mentre si può star bene anche in miseria. Pensi alla maggioranza della popolazione mondiale che vive con memo della metà del reddito di un occidentale….ammesso che sia il reddito a far il benessere. Si continua, come ai tempi di Pasolini, a confondere lo sviluppo col progresso….il meteo con il clima. Le montagne son state invase da impianti e sciatori al seguito di tal Alberto Tomba
Carlo, l’inserimento della Francia è stato infelice, hai perfettamente ragione, la Francia proprio per il suo piattismo è messa interamente in coltivazione. Ma non puoi dirmi dell’Amazzonia disboscata. Si si è ridotta, e non poco, ma ne resta ancora tantissima. Non parliamo poi della Siberia … quindi quella distesa infinita è tutta piena ogni chilometro di gasdotti, etc? ma va la’…
La montagna è diventata problematica con l’accesso all’auto per tutti che non vi era ancora negli anni 80 ma dal 2000 in avanti.
Io insisto Carlo, tu devi andare in miseria poi vediamo quanto ti preoccupi ancora di orsacchiotti o altro. Certo si puo’ vivere con meno di quello che si ha ora e io sono uno di quelli che consuma meno risorse nel mondo occidentale, pero’, ma la miseria, quella del WEF verso TE E ME è quella di avere al max 3 vestiti all’anno, di avere se va bene il fotovoltaico con zio bill che ti oscura il sole (quindi stai al freddo, almeno i nonni avevano la legna che vieteranno anche quella)…
La miseria ci vuole..avete le pance piene e non vi manca niente e ciarlate senza aver sentito i nonni come vivevano… ci vuole la miseria… per VOI.
Nei deserti ed in siberia si preleva metano, petrolio, terre rare. La francia sono distese infinite di campi coltivati, l’amazzonia è disboscata. Ritirarsi in metà pianeta non dignifica abitarne un terzo per sfruttarne i due terzi restanti. Anni 80 e 90 sono stati gli anni forse più devastanti per l’ambiente, per la montagna in particolare. E proprio in quegli anni gli esperti dicevano attenzione…..li avessimo seguite quelle indicazioni, anziché ascoltate amiocugino!!! Ora vivremmo in un ambiente migliore
Nessuno ha rinchiuso nessun’altro senza possibilità di uscire
marzo 2020 caro… quell’autore che citi è ridicolo. Gia’ la Terra è abitata molto poco… deserti, la Russia in Siberia, vogliamo dire che il Canada è sovraffollato?, che dire della Francia con le sue distese infinite… e l’Amazzonia?. Se te sommi i luoghi dove vive l’uomo e dove ha gli effetti della sua attivita’ se trovi un terzo del territtorio occupato è a dir tanto.
L’ho detto e lo ripeto.. dopo che è stato un sovrappiu’ leggere libri, leggere gli esperti siamo nell’epoca che NON BISOGNA ASCOLTARE GLI ESPERTI… troppi conflitti di interesse, troppo animati da ideologie e poco dai numeri e dal buon senso.
Se ascoltiamo gli esperti andiamo di certo in miseria. Occorre quel sano pragmatismo, quella sana razionalita’, quel sano buon senso che ha permeato gli anni 80 e 90… dove ancora l’olezzo della rivoluzione sessantottina (male di tutti i mali che ha portato alle degenerazioni e devianze attuali) non si sentiva e dove le ideologie erano un triste ricordo.
Ma andate (tutti) a lavorare!
Nessuno ha rinchiuso nessun’altro senza possibilità di uscire. Noto solo che l’umanità si sta inurbando. Per vari motivi intere comunità di “poveri” vanno in città con la speranza di. Leggendo l’ipotesi di Olson che propone di ritirarci su metà pianeta (che personalmente trovo la più completa proposta per la sopravvivenza della nostra specie). Pensavo non sarebbe male accelerare questo” naturale” processo di migrazione. Nulla toglie che si possa poi andare al monte, ma un monte non più turistico, come mi pare molti di questo blog vorrebbe
Stefano, anche se una parte di me prova tristezza, forse non è male che ci sia una parte di umanità, come Carlo, che trova giusto e piacere essere chiuso in una megalopoli senza poterne uscire. Hai presente “Divergente”?
In tutti i casi, grazie al fantomatico virus, qualche test (ben riuscito, ahinoi) è stato fatto.
Egregio trail runner, se ha scoperto un momento in cui la montagna è tranquilla, scevra dalla massa dei frequentatori, ne approfitti, non divulghi, altrimenti nelle notti che verranno sarà un “fiorire”di lampade frontali .
Come da commento 1 non mi pare che ora vi sia tutta la libertà di andare!? (non capisco perché) verrebbe meno con l’umanità in città, anzi si andrebbe in un ambiente privo di infrastrutture semmai sarebbe la capacità individuale di adattarsi alla mancanza di comodità ed agevolazioni a selezionare….che è proprio ciò che ci si auspica per diminuire l’impatto della pesantissima industria turistica
Certo Carlo!! è fatta!! che ti sbattono a vita nelle citta’ 15 minuti, e vedrai quante volte ti lasciano andare in montagna…. 0 (ZERO), cre….!.
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.lescienze.it/edicola/2016/06/01/news/meta_della_terra-3104976/&ved=2ahUKEwjkgs7T3ZOAAxX6bvEDHaOdDi8QFnoECDIQAQ&usg=AOvVaw2258NhbhwIbD4TIwzVgi0r
Aiuto trovato, grazie. Comunque è un fatto che l’umanità si sta inurbando in megalopoli, tra reattori biologici per produrre carne e orti senza terra, pertanto mi pare che si sia imboccata la strada giusta, ancora uno sforzo per produrre energia a ciclo chiuso ed è fatta.
Carlo, hai bisogno di un aiuto, credimi…
Basta accelerare l’urbanizzazione dell’umanità, una volta ritirati tutti in megalopoli resterà metà mondo che si rinatulizzerà senza bisogno che l’umanità vada a distruggere marte o ….. Plutone.
L’alternativa è ormai sotto gli occhi persino di uno che va di corsa e viene da un mondo strappato al mare dove la vetta più alta misura 80 metri.
5:”basta diminuire la pressione turistica a che ritorni la naturalità. ” Come fosse una cosa da niente. Ma dove vivi, su Plutone?
Message social ?
Plutôt une façon de se faire remarquer !
Non credo che le valli antropizzate siano “perse” per sempre, come dimostrato durante l’ultima pandemia, basta diminuire la pressione turistica a che ritorni la naturalità. Dove l’ambiente è “perso per sempre” sono le periferie urbane a ridosso delle campagne. Tra centri commerciali e pesticidi nei campi….andassero li a fare le gare di corsa. Non mancherebbero parcheggi per il tifosi, ristoranti per gli spettatori e, forse, si prenderebbe più coscienza di quanto importante sia essere circondati da natura naturale
Sarebbe interessante sapere cosa fa il runner olandese a Trento:
-muratore specialista in “Sasso a vista?”
– coltiva tulipani?
– pizzaiolo?
– lavapiatti?
Dai dicci cosa fai!!!
Uno dei soliti articoli. Niente di nuovo. Il sovraffollamento etc. E’ vero.. domenica scorsa ero oltre i 3000 e c’era gente… in pieno inverno, in tardo autunno, nella primavera ero solo (e che bene che stavo). Tutti hanno il diritto di salire una cima se ce la fanno.
Redistribuire? certo pero’ devi redistribuire anche le ferie al lavoro e le ditte sovente invece vanno in ferie nello stesso istante (agosto) per far si che gli impatti produttivi siano il meno possibile, perchè se un fornitore ti da un semilavorato e in ditta non hai i dipendenti che possono trasformarlo tu hai una perdita secca. Devi ridisegnare tutta la societa’ in questo senso.
Pero’ farei notare il runner che anche lui contribuisce al sovraffollamento…lui “disturba gli animali” che sbucano dalle tane di notte per evitare la gente.
Quindi se è coerente si chiuda in casa (come vogliono tanto i nuovi globalisti), io cmq non lo faccio 🙂 .
Non credo ci volesse una corsa notturna sui monti per mettere in evidenza l’affollamento in certe zone. Poi da uno che, almeno così sembra, partecipa a gare dì corsa in montagna…. Premesso che le gare dì corsa in montagna a mio avviso non sono la peggiore espressione dì affollamento in quota, non posso che ricordare che ANCHE esse sono parte del problema. Crederete mica che chi organizza queste gare lo faccia per tutelare l’ambiente. Si punta a tanti partecipanti, tante gare tante quote dì iscrizione, tanta gente che dorme la sera prima in albergo…. Quindi che un trail runner spacci per messaggio sociale una corsa sui monti dì notte mi fa un po’ ridere ed anche un po’ arrabbiare perché sempre più spesso vediamo questo gente dì questo tipo che si prende il lusso dì dare una mano dì vernice ecologista ambientalista, chiamatela come volete, alla loro personale attività’ che svolgono solo e soltanto perché gli comoda. Va bene così e’ molto spesso il loro lavoro o al limite la loro passione ma che la smettano dì spacciarla per attività’ da alti contenuti sociali. Ricordo in tal senso i due tizi qualche mese fa partiti da chamonix per andare a bivaccare sul bianco per poi dire ecc ecc….A questo trail runner bisogna ricordare che quella notte sarebbe stato meglio che fosse rimasto a casa se proprio ci tiene alla quiete degli animali. Lo so, un po’ sto esagerando, ma dì sti tizi che si divertono a correre, scalare e poi alla sera dipingono il tutto con contenuti social su Instagram non se ne può’ più.
iniziativa interessante ma completamente inutile, oramai molte delle valli e molti dei monti delle nostre alpi anche nei versanti nord (Francia, Svizzera, Austria, un po’ meglio la Slovenia), dal punto di vista di antropizzazione umana, sono a mio parere da considerare perse. Provate a qualche albergo di proporgli di ritornare ad essere una baita, provate a qualche discoteca di proporre di chiudere per diminuire il rumore ecc., provate a chiedere lo smantellamento della funivia del Pordoi o della Skyway – Aiguille du Midi al Monte bianco e così via. Sono zone perse dal punto di vista ambientale e sarà sempre peggio. Sarà meglio concentrarsi sul salvaguardare le zone, e fortunatamente ancora esistono e che ancora rimangono abbastanza integre, per evitare che facciano la fine della val di Fassa e di molte zone delle terre alte. Nell’estate del 2018, avevo deciso di andare al Bivacco Dal Bianco al passo Ombretta per fare un intervento di manutenzione necessario. Con la mia compagna ad agosto pensiamo di andare il MTB (non elettrica!!) fino al Contrin, poi a piedi fino al Bivacco, fare l’intervento, e scendere il giorno dopo. Solo per arrivare al parcheggio della funivia ad Alba di Canazei 2 ore di coda e impossibile trovare un parcheggio, nemmeno a pagamento. Ok, passiamo dal Falier ovviamente a piedi. Impossibile il parcheggio anche a Malga Ciapela, nemmeno a pagamento. Abbandonato il progetto rientriamo in zona nostra (che non pubblicizzo volutamente), andiamo a passare la notte in una malga (non gestita). Intorno a noi tre cavalli e due mucche al pascolo….