Divieto di arrampicata

Se le proposte del National Park Service e del Servizio forestale degli Stati Uniti passeranno, gli ancoraggi fissi nella natura selvaggia saranno considerati illegali a meno che non venga concesso un permesso speciale.
L’americano NPS vuole vietare di fatto l’arrampicata nella wilderness.

Divieto di arrampicata
di Steven Potter
(pubblicato su climbing.com il 9 febbraio 2024)

A mezzanotte del 30 gennaio 2024 si è chiuso il periodo valido per i commenti pubblici sulle due proposte del National Park Service (NPS) e del US Forest Service (USFS) che vieterebbero gli ancoraggi fissi (spit, chiodi, picchetti da neve, cordini) nelle aree wilderness americane.

Ho scritto molto su questo argomento, quindi, se si desidera ulteriore approfondimento, leggere Nuove proposte di gestione della natura selvaggia potrebbero rendere illegale ogni scalata su El Cap. Ma ecco i tre fatti essenziali che dovete sapere sulle proposte e sulle loro implicazioni:

1. Gli ancoraggi fissi sarebbero vietati salvo prova contraria individuale
Usando un astuto linguaggio legale, l’NPS e l’USFS stanno cercando di riclassificare tutti gli “ancoraggi fissi” come “installazioni”. Poiché le “installazioni” sono esplicitamente vietate nelle aree wilderness, a meno che non venga ritenuto diversamente caso per caso, anche tutti gli ancoraggi fissi sarebbero vietati. Ciò sostanzialmente inverte la formula che NPS e USFS avevano precedentemente utilizzato per gestire l’hardware fisso per l’arrampicata: in precedenza, gli ancoraggi per l’arrampicata erano considerati legali a meno che non ci fosse qualche motivo (generalmente archeologico o ambientale) per vietarli; ora l’arrampicata è illegale a meno che il parco non decida diversamente.

Come mi ha detto diversi mesi fa Erik Murdock, direttore esecutivo ad interim di Access Fund: “Se questa proposta passa, tutti gli ancoraggi fissi saranno considerati illegali finché non verrà loro fornita un’eccezione. L’amministratore della wilderness può prevedere tale eccezione. Ma potrebbe non farlo se non lo desidera.

2. Questo non è solo un problema degli scalatori sportivi
Il termine “ancoraggi fissi”, come definito dai servizi forestali e dei parchi, non si applica solo agli spit. Comprende infatti tutte le forme di tutela permanente o semplicemente lasciata in loco. Oltre a spit e cordini da doppia, include i cordini o fettucce lasciati su alberi, dadi incastrati, picchetti da neve, chiodi e qualsiasi attrezzatura di sicurezza che uno scalatore si lascia dietro, anche in ritirata. Un divieto di attrezzatura permanente vieterebbe di fatto la frequentazione di migliaia di falesie e montagne negli Stati Uniti.

Sarebbe illegale ogni forma di fittone (fix, spit, ecc.)

Per vedere le potenziali implicazioni di ciò, basta guardare al North Cascades National Park, dove gli ancoraggi sono vietati per (secondo il loro sito web) per “preservare l’esperienza wilderness che riflette lo stile crudo dell’alpinismo originale in una catena che è ben poco cambiata dal tempo in cui Fred Beckey effettuò le prime ascensioni delle vette sconosciute che oggi sono famose”.

Ciò significherebbe, però, che gli alpinisti che affrontano la discesa siano generalmente costretti a evitare di scendere in corda doppia le sicure pareti rocciose, obbligati a scendere invece attraverso canali ripidi e soggetti a valanghe, e senza il diritto legale di lasciare dietro di sé chiodi da ghiaccio o picchetti da neve anche ritenendolo necessario.

3. Opporsi al divieto proposto non significa sostenere lo spit
La stragrande maggioranza degli alpinisti è stata storicamente entusiasta sostenitrice degli spazi wilderness; in effetti, gli alpinisti e le associazioni di arrampicata concordano quasi uniformemente sul fatto che il posizionamento degli ancoraggi, in particolare degli spit, nelle zone selvagge dovrebbe essere supervisionato dai gestori del territorio. Ma gli alpinisti pensano che gli ancoraggi siano compatibili con le aree selvagge che abbiamo contribuito a creare.

Mark Udall, scalatore di lunga data ed ex senatore del Colorado, ad esempio, ha contribuito a portare la protezione federale della wilderness in vaste aree del Colorado, comprese parti del Parco nazionale delle Montagne Rocciose, e quando lo ha fatto ha considerato l’arrampicata un uso legittimo di quella natura selvaggia. Per questo motivo, si è opposto apertamente al tentativo dell’NPS e dell’USFS di distorcere il linguaggio del Wilderness Act per vietare l’arrampicata.

Sarebbero illegali anche i chiodi vecchi

In un articolo pubblicato da The Hill lo scorso novembre 2023, Udall ha scritto: “In qualità di sponsor principale del Rocky Mountain National Park Wilderness and Indian Peaks Wilderness Expansion Act, voglio essere assolutamente chiaro: nulla in quelle leggi era inteso a limitare la sostenibilità e appropriate pratiche di arrampicata nella natura selvaggia o vietare il posizionamento giudizioso e condizionato di ancoraggi fissi, molti dei quali esistevano prima dell’approvazione delle leggi. Ho utilizzato ancoraggi fissi per arrampicare in queste aree e voglio che i futuri alpinisti vivano in sicurezza avventure profonde e diventino così essi stessi sostenitori della Wilderness”.

E il gioco è fatto: anche le persone che hanno creato queste aree selvagge si oppongono al tentativo dell’USFS e dell’NPS di gestirle.

Puoi leggere la guida di Access Fund su questi temi qui .

Scopri di più su come sostenere il Protecting America’s Rock Climbing (PARC) Act qui

Nota finale
di Steven Potter
Il termine per il periodo di commento pubblico è ormai scaduto. Ma puoi comunque sostenere l’arrampicata nella natura selvaggia sostenendo l’Expanding Public Lands Outdoor Recreation Experiences (EXPLORE) Act, che è attualmente al congresso e include un linguaggio che protegge apertamente l’arrampicata nella natura selvaggia e l’uso di ancoraggi fissi.

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Divieto di arrampicata ultima modifica: 2024-03-04T05:53:00+01:00 da GognaBlog

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16 pensieri su “Divieto di arrampicata”

  1. Molto IMHO: qui c’è, come del resto in molte altre discussioni di questo tipo, una fondamentale incomprensione delle derive fanatiche e assolutiste di certi movimenti ecologisti e ambientalisti, fenomeno del resto ben noto e inevitabile in qualsiasi posizione su basi fortemente ideologiche in base al concetto secondo cui “c’è sempre qualcuno più puro che ti epura”. In altre parole, la discesa verso il fanatismo cieco e’ pressoché scontata.
    Chiunque vada in montagna, su qualunque livello di difficoltà, si sente istintivamente in sintonia con le varie istanze di protezione dell’ ambiente, ed è perciò portato a credere che alpinisti ed ecologisti combattano essenzialmente la stessa battaglia ( da cui cose come “Mountain Wilderness”, ecc.). Errore fatale, perché gli ecologisti “duri & puri” (che sono quelli in controllo del movimento) vedono chiunque osi aggirarsi per la loro pretesa “natura”, sia pure a piedi, come un nemico da abbattere.
    Credo di riuscire già raccontato cosa sia successo, qui in Germania, con la maggior parte delle falesie e palestre di arrampicata (comprese quelle ricavate in cave abbandonate, e quindi ben poco “naturali”). Gli ecologisti cominciarono col pretendere che certe pareti, frequentate da rapaci per la nidificazione, dovessero essere dichiarate “off limits” nel relativo periodo. Giustissimo, disse il DAV, siamo d’accordo, quelle zone devono essere chiuse nei mesi in cui ci sono i nidiacei. Poi però si passò subito a sostenere che non bastava, e che il divieto doveva essere permanente, perché altrimenti gli uccelli, vedendo tutto quel trambusto, potrebbero spaventarsi e non nidificare. Il passo successivo è stato quello di pretendere la chiusura di TUTTE le aree in cui i rapaci non nidificano, ma ” potrebbero voler nidificare”.
    E perché limitarsi ai rapaci? Una cava abbandonata a pochi km da casa mia, con parecchi monotiri divertenti, è stata chiusa (e sbarrata con reti metalliche, filo spinato ecc.) per proteggere le lucertole.
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

  2. Rocce, alberi ed animali compongono il mondo naturale che tanto ci piace frequentare.
    E proprio perché apprezziamo tanto queste cose, si preoccupiamo anche che vengono protette.
    Ma tra tutti gli animali, gli alberi, e ogni cosa che compone questo mondo, alcune hanno una caratteristica singolare: le rocce affioranti sono le entità più antiche che possiamo vedere e toccare in tutto il nostro mondo.
    Animali e piante si trasformano, si riproducono, muoiono e altri nascono.
    I terreni delle pianure e delle colline vengono modellati e trasformati dall’acqua.
     Ma quando appoggiamo le mani su una placca di granite del Monte Bianco o sul bianco calcare nella Valle del Sarca, allora, anche se non ce ne rendiamo conto, entriamo in contatto con un mondo vecchio di milioni e milioni di anni.
    A volte penso che anche questo tipo di esperienza abbia contribuito ad alimentare inconsciamente la mia passione per l’arrampicata su roccia.
    Per milioni e milioni di anni pioggia vento e terremoti ci hanno provato, ma non sono riusciti a trasformare quella piccola parte della superficie terrestre costituita dalle rocce affioranti.
    Poi, un bel mattino, si presenta un tizio armato di trapano a batteria, che ha deciso che la sua strada passerà proprio di lì.
    Quello stesso giorno, prima del tramonto, il nostro autore potrà contemplare la fila dei proiettili, come sparati da una mitragliatrice, che d’ora in poi testimonieranno la sua intuizione.
    E siccome l’arrampicata che ne era risultata non corrispondeva come difficoltà alle sue aspettative, Il giorno dopo si impegnò anche in una preziosa opera di scarpellino, per “migliorare” alcuni appigli e ridurne altri.
    Va bene così?
     

  3. Sottoscrivo il commento 10. Minkiata iperbolica e galattica “born in the USA”.

  4. Se proprio vogliono mantenere wilderness dovrebbero impedire di accedere ai parchi con automezzi, quindi solo a piedi, in bici o a cavallo, ma allora non ci sarebbero più molti visitatori di conseguenza i soldi per finanziare i parchi ….

  5. Come in ogni ambito servirebbe buon senso. E quando esso manca, nascono le posizioni estreme. Purtroppo molti climbers sono degli zozzoni e lasciano al loro passaggio, segni evidenti della mancanza di rispetto verso quella natura, che dovrebbero per primi ammirare e rispettare. 

  6. Mark, se mi chiedessero di abbattere gli alti palazzi che stanno cambiando l’identità di tutte le città, sarei favorevole.

    Sono innumerevoli le vie di mezzo tra le città come New York e Manarola.

    Quasi inutile puntualizzare che l’idea di vietare gli spit è collegata ai divieti dilaganti.

  7. Anche le città prima erano zone wild, quindi? Buttiamo giù tutto e torniamo nella caverna? Non buchiamo una parete portiamo rispetto, abbracciamo le piante e accarezziamo i sassi. Fondamentalismo da religione pagana

  8. Scommetto che un ambientalista come il sindaco Lorenzi, per esempio, vedrebbe con favore una legge del genere…
     
     
    ovviamente con pronta la deroga per le ferrate, l’accesso ai rifugi, le funivie, la pista da bob…

  9. Il solito amico ignorante mi ha chiesto se sono gli stessi del monte Rushmore?

  10. Dice bene Benassi quando dice che si guarda il dito e non la Luna. 
    Bel modo di ringraziare chi ha contribuito alla nascita dei Parchi Nazionali.

  11. Anche a me piace una montagna più selvaggia, più scomoda. E ritengo che gli arrampicatori, gli alpinisti dovrebbero essere i primi ad avere a cuore la preservazione degli ambienti naturali, tenendo dei comportamenti di massimo rispetto dei luoghi dove praticano il loro giochino.
    Però mi sembra che si guardi il dito e non la luna. Con tutti gli attacchi, le distruzioni, le devastazioni che vengono portate giornalmente all’ambiente naturale, dalle attività economiche dell’uomo, ci si va a concentrare sugli ancoraggi delle vie d’arrampicata.
    Come al solito si va ad infierire sui più deboli.

  12. Ancoraggi fissi e arrampicata sono sinonimi ?
    Non lo sapevo…

  13. Il trend a livello mondiale è ben chiaro: una montagna meno antropizzata, cioè più selvaggia, non può che essere una montagna più “scomoda”, meno addomesticata. Ciò comporta prese di posizione come questa, inconcepibili anche solo 20 anni fa. E’ probabile che questo andazzo complessivo si estenderà a prescindere dalla volontà popolare.

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