Ci risiamo con i divieti! Questa volta abbiamo a che fare con il Grignone, vietato per almeno cinque giorni da oggi.
Era dei giorni scorsi l’ordinanza del sindaco di Ardesio (in Val Seriana) Alberto Bigoni che vieta lo sci alpinismo sul monte Timogno, da dove potrebbe scendere a valle una grossa valanga in grado di investire la pista da sci Pagherolo, agli Spiazzi di Gromo, e al monte Secco da dove scende la valanga del Vendulo che minaccia da sempre l’abitato di Ludrigno. Siamo in un quadro da Protezione Civile.
La salita sul versante orientale del Grignone
In una situazione non minacciosa per gli abitati, ecco oggi l’ordinanza del comune di Pasturo: “Considerato che nell’ultimo periodo si sono verificate abbondanti precipitazioni e carattere nevoso, considerato pertanto che, sulla base delle indicazioni del Centro Funzionale Monitoraggio Rischi naturali della Regione Lombardia, riprese anche dai Bollettini Info Point della Comunità Montana della Valsassina, Val d’Esino e Riviera a cura della Casa delle Guide di Introbio e patrocinato dal Soccorso Alpino in relazione al progetto ‘Montagna Sicura’, risulta alto il rischio di distacco di slavine e valanghe specialmente in alta quota. Ritenuto per quanto espresso, di dover limitare le escursioni alpinistiche e scialpinistiche a tutela dell’incolumità pubblica, il Sindaco ordina il Divieto di escursioni scialpinistiche e alpinistiche di ogni genere, su tutto il territorio comunale sulle pendici della Grigna Settentrionale a partire dalla quota di 1400 metri dalla data odierna a martedì 4 febbraio 2014 e comunque fintanto che persistano di pericolo di distacco slavine e valanghe, sulla base dei bollettini di allerta meteo di Regione Lombardia”.
Accanto a questa notizia, abbiamo il bollettino nivo-meteo che giudica di grado 3 (quindi “marcato”) il pericolo di valanghe; questa classifica potrebbe essere rivista al rialzo per il sopraggiungere del vento di scirocco; abbiamo inoltre l’annunciata chiusura per il week-end del rifugio Brioschi, la struttura di solita aperta tutto l’anno situata proprio sotto alla vetta alla Grigna Settentrionale (Grignone), a 2410 m. Chiusura evidentemente decisa dai gestori per non favorire in alcun modo scelte azzardate di escursionisti incauti. Tutti segnali importanti che dovrebbero dissuadere chiunque.
L’ordinanza è stata emessa dal Comune di Pasturo, uno dei paesi ai piedi del Grignone, e ovviamente non riguarda il territorio degli altri comuni limitrofi.
I vigili dell’Unione Centro Valsassina e della Grigna Settentrionale spiegano che in passato erano stati emessi solo degli avvisi, non ordinanze vere e proprie. Gli ultimi fatti di cronaca, come quello riguardante un disperso sulla Grigna Meridionale, avrebbero convinto le autorità a prendere un provvedimento di questo tipo, cioè un divieto.
Si può facilmente comprendere il desiderio umano del sindaco di “mettere in guardia gli escursionisti”, come tra l’altro predicano in tutte le salse le televisioni e la stampa. Si può anche comprendere come l’autorità voglia, con tale ordinanza, mettersi al riparo dalle possibili pretese di parenti di vittime piuttosto che di opinioni pubbliche male informate e tendenti a uniformarsi a un ombrello di sicurezza autoritario.
Non si può invece comprendere come si ritenga necessario il divieto, perché siamo persuasi che non è d’autorità che si riesce a convincere la gente, che ha diritto di fare scelte libere, a non fare scelte avventate. Un divieto prevede sempre delle sanzioni applicabili, ma non è questa minaccia che riesce a scalfire la presupposta fiducia nella propria fortuna: chi è convinto di essere al di sopra di una minaccia naturale, al punto da ignorare un avvertimento più che giustificato e sfidare il buon senso, figuriamoci quanto potrà essere distolto dai suoi intenti auto-lesionisti per una possibile pena pecuniaria…
In sostanza l’Osservatorio per la Libertà in Montagna sostiene che è doveroso diffondere avvisi di pericolo mentre è inutilmente liberticida emettere divieti, utili solo a sgravare la coscienza di chi li formula quando in realtà nessun carico di questo genere dovrebbe pendere sull’autorità.
Il rifugio Brioschi in vetta al Grignone
In questo senso è confortante il comunicato dei vigili che precisano che non ci saranno blocchi stradali, pur nella volontà di mettere sull’avviso: questo infatti evidenzia il genetico non intento che sia data effettiva esecuzione al provvedimento “esemplare” (sarebbe salva ovviamente la sanzione data a qualcuno, ad demonstrandum).
Il diritto al “libero volere” è ben presente nei paesi anglo-sassoni, quasi assente nei paesi latini e nelle nostre municipalità. Libertà in montagna è libertà di movimento arricchita dall’esercizio della consapevolezza: che vuol dire preparazione, disciplina, consapevolezza del limite, e, solo secondariamente, raggiungimento di una prestazione. Libertà è anche quella di rinunciare, avere il coraggio di tornare indietro se i presupposti non sono sufficienti alla progressione o se qualcuno ci sconsiglia di farlo. Per questi motivi l’attività alpinistica e scialpinistica è e deve rimanere libera, pura e consapevole, ovunque e in ogni periodo dell’anno. E non deve essere confusa con l’attività sportiva, ispirata invece a criteri di pratica “sicura”.
L’Osservatorio auspica che qualcuno si decida finalmente a impugnare queste ordinanze, perché sia fatta giurisprudenza, anche se sono evidenti i problemi tecnici (si pensi ad esempio alla durata temporale dei divieti, in genere brevissima).
31 gennaio 2014
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