Dove vuole andare La Magdeleine?

Dove vuole andare La Magdeleine?
di Corrado De Francesco
(pubblicato su cordef.net il 16 febbraio 2022)

Lunedì 21 febbraio 2022 si è tenuto a La Magdeleine un incontro con la popolazione per presentare la proposta progettuale relativa alla presentazione di candidatura al bando rigenerazione dei piccoli borghi. L’iniziativa mi ha stimolato alcune riflessioni.

Nel 2006 abbiamo comprato casa e ci siamo trasferiti a La Magdeleine. Da sempre volevamo vivere in montagna e cercavamo una casa che ci piacesse. Dopo tante ricerche siamo capitati per caso qui e la casa ci è piaciuta.

Dal 2006 al 2011 ho fatto il pendolare da lì a Reggio Emilia dove insegnavo all’università: partivo alla mattina molto presto e tornavo 3-4 giorni dopo.

Per le materie che insegnavo (Nuovi media, Editoria Multimediale) era essenziale una connessione Internet. Il sindaco dell’epoca mi aveva detto “nel giro di qualche mese qui avremo la banda larga“, forse si riferiva a quella dei pantaloni visto che a tutt’oggi la fibra ottica è stata posata ma non funziona. Per fortuna qualche mese dopo il nostro arrivo una piccola società di Pont Saint-Martin (Fastalp) ha offerto la connessione tramite segnale radio e da allora ci permette di essere collegati in maniera affidabile e abbordabile. Per completare il quadro aggiungo che la Regione offre una sua connessione wifi gratuita ma il segnale è circoscritto all’area intorno il comune quindi inutile per chiunque voglia connettersi da casa.

Sempre nel 2006, contemporaneamente al nostro arrivo, sono iniziati i lavori edili per un PUD (Piano Urbanistico di Dettaglio di edilizia privata) intorno a noi. I lavori sono andati avanti fino al 2011 e hanno portato all’edificazione di una decina di edifici di stile valdostano con appartamenti di 2-3 locali. Ormai ho dimenticato i fastidi e i problemi creati da questa “valorizzazione” e riconosco che il villaggio Tantané è meno peggio di tante zone del paese. Purtroppo il progetto era ottimistico: 8-9 appartamenti sono rimasti invenduti e la società è fallita.

Il progetto prevedeva anche l’edificazione di un albergo (obbligo imposto all’impresa dalla Regione) che si sarebbe aggiunto ai quattro all’epoca esistenti in paese. A suo tempo avevo anche buttato l’idea di una deroga a questo vincolo destinando le risorse previste per questo nuovo albergo al miglioramento dei quattro alberghi già esistenti. L’idea non è stata degnata di uno sguardo. Comunque, qualche anno dopo, il progetto dell’albergo è stato accantonato e il Comune ha incassato una fidejussione a titolo compensativo. Oggi dei quattro alberghi ne rimangono aperti due in modo continuativo, il terzo in modo discontinuo e il quarto è chiuso e in vendita.

Il paese ha sulla carta 108 residenti (al 1° gennaio 2021), dico sulla carta perché in realtà il numero comprende anche proprietari di seconde case che in questo modo evitano di pagare l’IMU. Durante il lockdown della pandemia (marzo-aprile 2020) c’è stato chi si è trasferito stabilmente in paese e ha avuto modo di scoprire la bellezza di un paese piccolo, soleggiato e tranquillo. Negli ultimi anni ci sono anche stati alcuni arrivi di persone che hanno preso la residenza e sono venute ad abitare qui. Ma ci sono stati anche partenze e decessi degli abitanti storici. Il saldo demografico è quindi negativo.

Il paese oscilla quindi tra il deserto della settimana e il relativo affollamento di turisti giornalieri durante il weekend e pochi altri periodi (Natale, Pasqua, agosto…). Un bel problema visto che le risorse di cui fruisce il Comune dipendono dai residenti e non dai turisti. Una realtà vissuta da tante altre località italiane e a cui lo stato non riesce a dare soluzione. Vuoi dei nomi? Pensa a Cervinia, per stare vicino o a Venezia per guardare più lontano.

Per La Magdeleine, come del resto per l’Italia nel suo complesso, si tratta di fare fronte al calo della popolazione residente. E’ possibile ipotizzare che arrivino in futuro altri abitanti stabili? Forse. Vediamo a quali categorie pensare senza nessuna presunzione di completezza ma solo per stimolare la riflessione.

Lavoratori dipendenti. Si fa un gran parlare di smart working ma, per esperienza personale, mi sembra ipotizzabile la vita qui solo se abbinata a giornate di lavoro altrove. Per me, dal 2006 al 2011, è stato possibile visto che insegnavo all’università (e grazie, ancora una volta, a Fastalp). In caso contrario l’isolamento sociale e mentale, se continuativo, diventa intollerabile e non compensabile dalle relazioni virtuali online. Ma quali sono i lavoratori dipendenti che non devono essere sul posto di lavoro 5 giorni alla settimana? Solo gli insegnanti e i docenti universitari. Sono pochi? Non lo so, so solo che ci sono scuole dell’obbligo e secondarie a distanza non eccessiva dal paese (7 km per Antey, 15-20 per Valtournenche, Chatillon e Saint Vincent), e un’università ad Aosta (45 km).

Lavoratori autonomi. Artigiani (pensa agli artigiani della fiera di Sant’Orso), artisti (penso a personaggi con la sensibilità poetica di Cristina CancellaraFranco GrobberioDaria Covolo, ecc.), scrittori (penso a emuli di Paolo Cognetti): sono tutte persone che potrebbero anche pensare di stare fisse qui se solo ci fossero degli incentivi a trasferirsi e la cui presenza non toglierebbe il pane di bocca a nessuno degli attuali residenti. Tralascio i lavoratori autonomi del settore ricettivo e della ristorazione: la situazione di chi opera già in paese è complessa e il mercato mi sembra povero: La Magdeleine non è Cervinia! E poi, ci sono gli atleti professionisti che hanno bisogno di stare in quota e di muoversi tutti i santi giorni in un ambiente incontaminato. Due nomi per tutti: Lisa Borzani e Paolo Pajaro e la loro attività di campi di ultratrail (Trailoread4you). Ma ci sono quelli che forse si trasferirebbero: penso al tostissimo Paolo Scazzosi e le sue uscite di ciclodisagio.

Pensionati. Penso a pensionati in buona salute in grado di vivere a 1700 metri e, ça va sans dire, amanti della natura. Chissà quanti ce ne sono tra i soci del CAI (Club Alpino Italiano), del WWF, del FAI (Fondo Ambiente Italiano), di Mountain Wilderness, ecc.

Certo, ci possono anche essere coppie giovani normali e un po’ sognatrici che lavorano a tempo pieno a fondovalle e che decidono di abitare qui perché è più bello… Siccome ero anch’io come loro ho l’obbligo di metterle in guardia: dopo i primi tempi saranno portate a rivedere le loro scelte e se ne andranno, specie se nel frattempo avranno avuto dei figli in età scolare… Diciamocela tutta: non vedo un adolescente italiano vivere fisso a La Magdeleine.

Comunque, qualunque sia l’abitante potenziale di La Magdeleine va da sé che deve essere attratto qui da qualcosa e deve conoscere questa possibilità. Gli incentivi materiali sarebbero utili ma mi dicono che susciterebbero comparazioni invidiose (siamo in Italia…). Rimane quindi solo l’attrattiva dell’ambiente che però va fatto conoscere. E’ quindi anche un problema di comunicazione verso i gruppi potenziali di cui ho parlato. Certo, farebbe comodo un George Clooney o una Ferragni anche qui ma bisogna farli venire e soprattutto, fargli piacere il paese.

Attrattiva dell’ambiente. Tutti i nostri ospiti in questi anni quando salivano qui per la prima volta dicevano ma che bello! Non facevano i complimenti, il fatto è che prima erano passati da Châtillon, poi da Antey e magari conoscevano Valtournenche e Cervinia… La Magdeleine ha il grosso vantaggio di non essere stata devastata dalla speculazione edilizia come tanti altri posti grazie, mi dicono, alla presenza in paese del mitico Capitano Lamberti e alla conseguente approvazione, nel 1974, del primo piano regolatore della val d’Aosta. All’italiano medio appare quindi carina anche se, a ben vedere, ci sono ruderi, brutte costruzioni qua e là, disordine ma in misura assai più contenuta che in tanti altri posti in Italia. D’altronde qui siamo in Italia, non in Svizzera o in Südtirol!

Per terminare, due parole sul problema del rapporto tra turismo e residenti. Se si vuole più turismo di massa si deve accettare l’idea di avere meno residenti. L’esempio emblematico di questo rapporto è Venezia: i turisti fanno scappare i residenti, soprattutto certi turisti. Penso ai rifiuti lasciati per strada e sui sentieri, ai parcheggi selvaggi, alla radio che dalle 10 alle 17 di sabato e domenica sono costretto a sopportare perché a quei turisti piace il rumore di fondo se no si sentono fuori posto.

Ho parlato di turismo di massa perché c’è turismo e turismo. Chi va in giro a piedi, in bici, con gli sci o con le ciaspole guarda la natura e vuole il silenzio. Chi scrive, dipinge o se ne sta sulla sdraio sul balcone al sole non ha bisogno della radio altrui di sottofondo. Chi si dedica alla corsa in montagna non ha bisogno del tapis roulant. Mi dicono: i passeggiatori, le gite del CAI, i campi e le gare di trail non portano quattrini… Va là, guarda agli esempi di Chamonix con il suo Ultra Trail du Mont Blanc da 35.000 persone in paese. Certo, alla Magdeleine non ci sarebbe posto per tutta questa gente, ma se togli due zeri vedrai che ci starebbero…

E poi non dimentico chi, non nato qui, trova a La Magdeleine la sua pace: gli esperti enologi di Enosis Meraviglia (Donato Lanati e Dora Marchi), gli habitué come Elda e Giancarlo Buffa, Mauro Moretti e consorte che vengono assiduamente a La Magdeleine da trent’anni, gli innamorati del posto come Silvestro Reimondo e sua moglie, l’artista Elena Cavallo, la fotografa Francesca Alti, e tanti altri.

Chiudo con un’immagine di La Magdeleine innevata di qualche tempo fa (2018) fa destinata comunque a riavverarsi prima o poi, speriamo presto!

5
Dove vuole andare La Magdeleine? ultima modifica: 2022-05-27T05:46:00+02:00 da GognaBlog

6 pensieri su “Dove vuole andare La Magdeleine?”

  1. 6
    albert says:

    Un bel esempio ,anche su ruderi…https://www.theplan.it/award-2017-culture/recupero-della-borgata-paraloup-1  Quando ne vedo di simili  sorge un dubbio: ci avrà messo  una cappa “protettiva”il ministero dei beni culturali detto “belle arti”? a volte in attesa di approvazioni e progetti che fanno andirivieni  , avviene crollo del tetto e poi dei muri. Comunque anche per ruderi, sempre al massimo cartello o annuncio in sito “VENDESI”, MAI “REGALASI”!  vidi casa in pietra …ma  i vicini riferirono che i proprietari erano migrati in Australia Decenni prima e mai piu’ si seppe qualcosa di loro.
    Allora a voce alta espressi un “ma allora si puo’ entrare e usucarpire, restaurando!”  I montanari si fecero il segno della croce, la proprieta’ e’ sacra e inviolabile..infatti ormai quella casa e’ un ammasso di travi marci e pietre..resitono solo gli angoli e  una rete di plastica attrono con alcuni cartelli comunali”pericolo di crollo!

  2. 5
    albert says:

    Medil è una delle poche «vile» ad alta quota in Val di Fassa e in Val di Fiemme, non sfuggita agli insulti del tempo; è attualmente una delle frazioni di Moena, assieme a Forno, Sorte, Someda, Penia, e il Passo San Pellegrino. Fino al 1928 faceva parte del territorio comunale di Forno, di cui era l’unica frazione.
    Alcune “vile  “sono già state”valorizzate”, altre  dopo Vaia attendono…una strada , cui forse seguiranno capitali valorizzanti.https://www.giornaletrentino.it/cronaca/fiemme-e-fassa/buche-e-detriti-sulla-strada-che-porta-a-medil-proteste-1.1740918
     

  3. 4
    albert says:

     Da lavoratore dipendente statal nel secoloscorso, in  2 localita’ montane , il costo a metro quadro era 5-6 volte tanto che in pianura, fuori budget, e pure nelle frazioncine e borghi  satelliti semiabbandonati, pure affitti alti per appartamenti” andanti  sul rustico”e  di difficile reperimento..in quanto per   i proprietari era piu’ conveniente l’affitto turistico stagionale. Davano pure fastidio quanti,pur lavorando in citta’ , stipulavano contratti di affitto annuali per simulare una specie di”seconda casa sempre disponibile”, restringendo il mercato delle opzioni residenziali  per  lavoratori stabili.Ovviamente prima possibile questi , per non spenderci l’intero stipendio  per vivacchiare a livelli di sussistenza , accumulato punteggio, chiedevano ed ottenevano finalmente trasferimento in zone meno costose, e gli stessi abitanti residenti fautori degli alti costi poi si lamentavano del frequentissimo turnover di(medici,  infermieri ,insegnanti, portalettere, e altri travet indispensabili). fino a che si accorsero che pure i loro figli dovevano smammare in altre citta’ o regioni.

  4. 3
    teomatteo says:

    Ho fatto anch’io la stessa scelta di Corrado, trasferirmi in Valle (Valgrisenche) 27 anni fa per passione, la vivevo da sempre come turista. Nel frattempo ho messo su famiglia e ho dovuto scendere di quota, ora vivo a Sarre pur mantenendo la casa di Valgrisa. A 50 anni suonati si vede tutto con un occhio diverso, ma la testa è la stessa e  condivido tutto l’articolo di Corrado. Il problema è che manca, invece, la condivisione o la presa in considerazione di queste tematiche da parte dei numerosi politici che si succedono continuamente sia a livello locale (Comuni) sia a livello regionale. E’ come se ci fossero due mondi diversi: il mondo della politica, con tutte le sue regole?  e il mondo della gente normale . Spesso leggo e sento dire che la gente si allontana sempre di più dalla politica e i politici “denunciano” questo nostro atteggiamento, ma ahimè è l’esatto contrario: sono i politici che sono sempre più lontani dalla vita reale dei cittadini e questo fa male e si vede quotidianamente. Oddio non va tutto a male, anzi,  ci sono tantissime realtà sociali, umili e capaci che danno un senso alla vita, basta stare con i piedi per terra e circondarsi di persone sincere, semplici, a cui dire grazie. “Grazie!” al messo comunale, all’impiegato all’anagrafe, al postino, al negoziante di paese, alla maestra, ma si “Grazie!” anche al sindaco quando si rimbocca le maniche per la sua gente. 
    La vera rivoluzione parte sempre dalla base della società e non dai piani alti dove hanno altro per la testa.

  5. 2
    Enri says:

    Non so se ho inteso bene il senso ed il fine dell’articolo ma provo a dire la mia. Vado stabilmente alla Magdeleine da 52 anni, ne ho 52. Mio padre comincio’ a viverla quando la strada per raggiungerla non c’era se non una sterrata e l’unico luogo di ristoro era l’hottellery Tantane’.  Credo che la Magdeleine voglia andare verso quello che e’ sempre stata: un luogo appartato, silenzioso, per veri amanti della montagna. A 1700 metri come si diceva non tutti vogliono e possono stare. C’e’ un negozio, nessun altro servizio “cittadino”. La gente che sta qui da turista in inverno ed estate vuole questo, silenzio, mattini freddi da maglione in agosto quando in valle ci sono 35 gradi. La popolazione locale non vuole molto altro ben sapendo che questo modo di essere della Magdeleine e’ il motivo del suo impatto su un particolare tipo di turismo. Chi vuol venire a vivere qui sempre effettivamente deve avere un ritmo di vita sganciato dal normale ritmo di lavoro ma i sistemi misti nati in pandemia permettono delle soluzioni intermedie. Per quanto mi riguarda, spesso alla sera tardi finito il lavoro metto pc in auto, e dopo 2/3 ore di viaggio arrivo alla Magdeleine, dove ad accogliermi non c’e’ ovviamente nessuno o quasi, se non l’odore del fieno e le mucche. Tutto sommato le costruzioni degli ultimi 20 anni non hanno rovinato il paese e, ripeto, credo che gli amministratori locali abbiano ben presente che mantenere questa dimensione sia la strada giusta anche per l’economia del paese. Spero che rimanga cosi. Da qui in 52 anni ho conosciuto palmo a palmo la Valle, moltissime delle sue vette, scalato credo sui primi boulder della storia 30 anni fa quando nemmeno il boulder esisteva. Non cambierei la Magdeleine con nessun altro posto in Valtournanche, ovviamente influenzato dalla mia storia personale, ma anche perche’ un altro con le stesse caratteristiche non si trova… E se qualcuno decidera’ di farlo conoscere al grande pubblico confido che tale turismo si stufi e fugga considerando che non si scia (non si scia piu’), negozi non ce ne sono e l’unica cosa che qui si puo’ fare e’ mettersi scarpe da trekking e camminare..  in salita. Per passarci la vita ( non ancora in pensione) dipende tutto dal lavoro che fai.

  6. 1
    Alessandro says:

    Quanti posti in Vda sono nella stessa condizione di la Magdeleine? Valgrisenche?Valsaverenche, Bionaz, Ollomont? Gli amanti della natura a tempo, ma non troppo, resistono poco nella natura vera. Niente farmacia, dove è il dottore, scendi a fare la spesa e metti la benzina. Ma adesso ci sono lupi, 200 macchine di sci alpinisti al week-end, qualche valle sta meglio ma i problemi esistono. Niente bambini, qualche scuola è  chiusa o numeri esigui. Discorsi complicati e molta retorica.

La lunghezza massima per i commenti è di 1500 caratteri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.