Due vie nuove trad in Sardegna
di Giuseppe Peppe Obinu e Luciano Muroni
Grazie dell’opportunità di far conoscere questi nuovi itinerari veramente molto belli e interessanti. Questi itinerari non hanno mutato minimamente l’aspetto della parete con spit o altro genere di attrezzature.
Queste pareti sono talmente a ridosso del sentiero che paradossalmente passano inosservate in quanto questa struttura si trova a ridosso delle pendici del Monte Oddeu, nel Supramonte di Dorgali, in Sardegna.
Questa struttura, Sas Palas de su Puntale, presenta un dislivello modesto (intorno ai 100 metri), ma la qualità della roccia è pressoché ovunque molto elevata.
Entrambi gli itinerari presentano degli entusiasmanti passaggi obbligati ed estremamente tecnici.
Grande vantaggio è l’avvicinamento, davvero molto breve, per via della vicinanza al parcheggio. E’ facile pubblicizzare e condividere le nuove vie di arrampicata sportiva: più complicato lo è con le vie trad. Noi però pensiamo che le vie in trad siano l’espressione più romantica di questa disciplina.
Siamo motivati, soprattutto dalla voglia di condividere la bella e improvvisata esperienza che abbiamo vissuto, dando l’opportunità agli amanti di questo genere di arrampicata di ripetere queste brevi ma sorprendenti vie!
Sas Palas de su Puntale
Località: Supramonte di Dorgali
Data di apertura: 28 maggio 2023
Dannata bellezza (trad)
Apritori : Peppe Obinu e Luciano Muroni
Parcheggio: Monte Oddeu (Iscala de Surtana)
Avvicinamento : circa 10′
Tempo: 2 h
Sviluppo: circa 95 m
Dislivello: circa 80 m.
– Visto dal parcheggio, Sas Palas de su Puntale risulta essere il promontorio subito a destra del Monte Oddeu. Per l’avvicinamento bisogna seguire il sentiero per s’Iscala de Surtana per circa 10 minuti, fino ad arrivare a una scritta su un masso (Via tra Ombre e Luce). Da qui si prosegue per il sentiero a sinistra per circa 10 metri fino a trovare l’attacco della via contrassegnata da ometto e scritta, via trad Dannata bellezza.
1aL: risalire verticalmente l’evidente sperone in Dulfer, successivamente seguire il sistema di fessure inclinate verso destra, per poi puntare verticalmente a un alberello con cordone. Proseguire obliquando decisamente a destra su un delicato piano inclinato che conduce all’evidente e bellissimo diedro, vincerlo e successivamente salire con facili passi verso l’evidente ginepro dove si sosta. Presenti in parete: 1 cordone su clessidra, 1 cordone su alberello, 1 chiodo, 1 nut. 32 m, VII.
2aL: dalla sosta salire verticalmente per poi spostarsi sulla destra, vincendo una facile ma non banale pancia esposta. Proseguire leggermente a sinistra puntando alla parte più alta dell’avancorpo, dove si effettua una sosta intermedia su spuntone, necessaria per contrastare l’eccessivo attrito della corda. Dopo aver disceso l’avancorpo per circa 2 metri, risalire l’entusiasmante e facile placca appoggiata puntando all’alberello con cordone dove si sosta. 20 m, IV+/III.
3aL: dalla sosta proseguire obliquando verso destra facendosi spazio tra la vegetazione e proteggendosi con una grande clessidra sulla parete di sinistra per proseguire fino a ricongiungersi all’evidente diedro. Innalzarsi su di esso per poi sfruttare la netta fessura inclinata situata sulla parte destra del diedro. Dopo averla vinta ci si sposta verticalmente a sinistra utilizzando un masso incastrato e sporgente che rende entusiasmante l’uscita dall’espostissimo tiro. Da qui salire verticalmente l’ultima parte fino a raggiungere una nicchia sulla cresta sommitale dove si sosta su uno spuntone (scritta 3a sosta + nome della via). Presente in parete: 1 cordone su sosta, 33 m, VI+.
Sas Palas de su Puntale
Località: Supramonte di Dorgali
Data di apertura: 17 maggio 2023
Tra Ombre e Luce (trad)
Apritori : Peppe Obinu e Luciano Muroni
Parcheggio: Monte Oddeu (Iscala de Surtana)
Avvicinamento : 15/20’
Tempo: 3 h
Sviluppo: circa 150 m
Dislivello: circa 100 m
Dal masso con la scritta di cui all’itinerario precedente, piegare a destra facendosi spazio tra la vegetazione e salendo verso le placconate gialle strapiombanti ben visibili dal parcheggio (10’). Non appena sotto di esse, costeggiarle a sinistra fino ad arrivare all’attacco della via (ometto + scritta).
1aL: risalire la difficile struttura semi cilindrica inizialmente leggermente appoggiata, subito dopo verticale che poi diventa strapiombante. Ristabilirsi su un piano inclinato per poi traversare a sinistra per circa due metri. Rimontare la facile placca soprastante fino a raggiungere l’albero dove si potrebbe effettuare la sosta utilizzando il masso soprastante. 25 m, VI+.
2aL: dalla sosta salire verticalmente tenendo leggermente la sinistra (facendosi spazio tra la vegetazione) puntando alla pancia strapiombante; una volta raggiuntala, superarla leggermente sulla destra (parte più interessante e impegnativa, facilmente proteggibile). Proseguire facilmente sulla linea verticale fino a raggiungere la cresta sommitale dove si sosta. Circa 40 m, V+.
3aL: dalla sosta traversare verso nord seguendo la cengia frastagliata in leggera discesa per circa 50 m, fino a raggiungere un ampio terrazzo con albero dove si sosta. II/III.
4aL: risalire il muro verticale superando il difficile passo iniziale, per poi proseguire più facilmente sulla verticale puntando a un alberello, traversando a destra e raggiungendo la bella terrazza panoramica con albero dove si sosta. 20 m, V+, un passo.
5aL: risalire l’invitante e meravigliosa fessura strapiombante che conduce alla sommità, dove si sosta tra due pietroni. 15 m, V/V+.
4
Ce n’est pas, ce que j’appelle, une belle voie.
Trovo veramente assurdo che si entri in casa d’altri deturpando il territorio. Non siete autorizzati ad aprire nuove vie visto che siamo all’interno di 2 Zone di Protezione Speciale.
TRAD è un termine errato, anche se diventato di uso comune nell’odierno vocabolario arrampicatario. Anche un chiodo messo dal basso è trad. Solleder, Comici, Rebitsch, ect, negli anni 20/30 facevano del trad.
Se sulla via si usano solo protezioni veloci che non lasciano traccia del nostro passaggio, credo che il termne giusto sia CLEAN
Caro Luca Mozzati. Condividiamo lo spirito della tua critica, ma consideriamo fuori misura le modalità con la quale l’hai espressa.
Il trad non esiste.
già, perchè?!?!?
Quello di scrivere i nomi delle vie sulla roccia per facilitare i ripetitori è proprio una brutta abitudine.
Scrivi su un foglio di carta, non sulla roccia.
Tutto bello, bravi etc, giustissimo non modificare con attrezzature artificiali. ma perché la scritta a vernice? “Questi itinerari non hanno mutato minimamente l’aspetto della parete con spit o altro genere di attrezzature.” Forse che le indicazioni stradali non sono un’attrezzatura? Per giunta permanente e invasiva? Scritte, frecce e bolli sono, oltre che poco etici nei confronti dell’ambiente in cui ci si muove: da un lato, come gli spit, ubanalizzano l’esperienza dell’arrampicata; dall’altro affermano indelebilmente e in modo arrogante, te, con le proprie iniziali e il nome di battesimo imposto a un ammasso di rocce, la volontà di segnalare il possesso di quello che non appartiene a nessuno. Una via di arrampicata è solo il cammino che si percorre lungo una parete, ha un valore “storico” rispetto al microcosmo degli arrampicatori, che se sesnibili amano saper chi come e quando è passato di lì. Ma nel macrocosmo che è l’ambiente non è nulla e credo che, soprattutto per chi pratica “romanticamente” questo modo di entrare nel mondo verticale, questo dovrebbe essere un concetto superiore all’innato istinto animale di marcare il territorio.