E la nave (dove) va… (?)
di Stefano Michelazzi
Nel nostro Paese, la formula di governo, si rispecchia nel bicameralismo perfetto. Le Madri ed i Padri costituenti vollero dar luogo ad un sistema che si potrebbe definire asimmetrico, con un Parlamento “giovane” ed un Senato “saggio”, con legislature di durata differente (5 anni il Parlamento e 6 anni il Senato). Oggi risulta tutto stravolto. La diversa durata della legislatura, era pensata come strumento di maggiore adesione della struttura politica attraverso un contatto più serrato e costante con il popolo e le diverse realtà del Paese ovvero un Parlamento che rispecchiasse la gara elettorale ed un Senato di saggi che raccogliesse le indicazioni dei territori, non a caso l’articolo 57 comma 1 della Costituzione: “Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale… “.
Il primo passo per ovviare a questi “paletti” viene fatto nel 1953 e poi nel 1958, con lo scioglimento contemporaneo delle due Camere da parte dei Presidenti della Repubblica e poi mutato il tutto con la legge costituzionale 9 febbraio 1963 n. 2 che istituisce pari tempistiche legislative, rendendo di fatto i due contesti, palcoscenici mirati alla gara elettorale e snaturando i principi costituenti. Ad onor del vero, rimane un flebile lumicino contrassegnato dall’art.88 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse“; ma rimane un lumicino che brilla di luce fioca e poco probabilmente si espanderà mai, come si potrà intuire in seguito.
Rimane in vigore ancora la differenza dei collegi elettorali tra base nazionale per i collegi parlamentari e base regionale per i collegi senatoriali, che pur di poco ma riesce a porre delle differenze di peso politico.
Ci sarebbe ancora da valutare l’aspetto che riguarda l’età minima necessaria per eleggere le due diverse Camere: diciotto anni per il Parlamento e venticinque per il Senato, volendo i costituenti, garantire ancora una volta i contrappesi.
![](https://gognablog.sherpa-gate.com/wp-content/uploads/2022/02/Nave_dove_va_141289-md.jpg)
Almeno fino allo scorso 4 novembre, quando entra in vigore la legge costituzionale 18 ottobre 2021, n. 1, che porta l’età minima per eleggere il Senato a diciotto anni minando ancora una volta se occorresse a quella disparità che si poneva come garanzia di valori democratici. Fa pensare che il Guardasigilli Cartabia abbia avuto nulla da ridire in proposito… e fa pensare anche a come si sia arrivati a questa modifica, ma di questo parleremo in seguito.
Dunque, cambiata la forma, e la sostanza?
Dire che la sostanza si è trasformata dal 1948 (23 maggio 1948 insediamento del primo Governo non provvisorio) ad oggi, emulando e superando poi, quel maestro di mimetismo che è il camaleonte è dire poco.
Le definizioni a dir poco schematiche di Destra, Sinistra e Centro, aldilà di pochissimi esempi e di breve o brevissima durata come il Governo De Gasperi VIII° (16.07.1953- 02.08.1953) che durò soltanto 32 giorni, hanno lasciato spesso il passo a coalizioni dai connotati molto “colorati” ed anzi, spostando l’asse da centro destra a centro sinistra, in base alle correnti politiche interne o alle percentuali elettorali e quindi numero dei seggi che altrimenti non avrebbero permesso di mantenere il governo. Fu il cosiddetto Centrismo degli anni ’50 (DC, PSDI, PLI, PRI).
Tutto ciò in funzione di uno dei due partiti di maggioranza da sempre o almeno fino ad un certo periodo storico: la Democrazia Cristiana, antagonista del Partito Comunista italiano.
La storica ascesa del PSI di Bettino Craxi a fine anni ’70, determinò un’altra trasformazione: il Pentapartito.
Dal 1981 per dieci anni, questa coalizione di centro-sinistra-destra (DC, PSI, PSDI, PLI, PRI), segnò il passo della politica italiana, trasformandosi poi in Quadripartito con l’uscita del PRI. Nel 1991, il PCI crolla dal suo interno e si trasforma in altre realtà e pochi mesi dopo, a causa dell’inchiesta “Tangentopoli”, la DC lo segue a ruota evolvendo dal ’93 in altre due realtà: CCD e PPI; che si evidenzieranno nel 1994.
E’ la fine del primo periodo storico-politico italiano che venne giornalisticamente definito Prima Repubblica. Ne segue un secondo, un terzo ed ora un quarto periodo.
Ma aldilà di una connotazione idealistica che seguì la Repubblica italiana dalla sua nascita agli anni ’90, dopo il crollo dei due colossi politici italiani (DC e PCI), parlare di Sinistra, Centro e Destra, risulta assolutamente antitetico, anche considerando che le grosse spinte politiche derivano non più da scelte ideologiche ma da progetti economico-finanziari che nulla hanno a che vedere con la cosiddetta Prima Repubblica, perciò cambiare definizione per il quadro generale ma mantenere inalterata la definizione dei protagonisti che lo compongono null’altro fa che seminare caos. Fa da esempio principe il recente Movimento 5 stelle che tra i suoi militanti si compone di realtà ideologiche o similari, assolutamente variegate.
Definire ad esempio l’attuale Governo Draghi (peraltro Governo cosiddetto tecnico e non politico), di sinistra, è una contraddizione in termini, dal momento in cui il suo Presidente è uno dei massimi esponenti del Neoliberismo che nulla può condividere con qualsiasi ideale di quella sinistra che ancora poteva considerarsi tale o quasi nelle precedenti tre Repubbliche.
Non è un caso quindi che la politica seguita in questi ultimi due anni, prima dai due Governi Conte e da quello Draghi poi, non abbia una connotazione schematica di tipo politico classico ma che i provvedimenti presi vengano avallati da quasi tutte le forze in campo, ad eccezione di alcuni rappresentanti del Gruppo Misto al Parlamento riuniti in un movimento definitosi Alternativa e pochi altri “dissidenti”.
E veniamo al 9 giugno 2021 prima ed al 8 luglio 2021 poi.
Viene presentato in votazione al Parlamento il disegno di legge per la modifica dell’art.58 della Costituzione, di cui abbiamo già visto nella prima parte le caratteristiche, ossia l’età di voto senatoriale dei cittadini, che vuole essere anticipato da 25 a 18 anni. I numeri dell’approvazione al Parlamento:
PRESENTI 416, VOTANTI 410, ASTENUTI 6, MAGGIORANZA 315 , FAVOREVOLI 405, CONTRARI 5.
Al Senato si procede l’8 di luglio. I numeri dell’approvazione al Senato:
PRESENTI: 224, VOTANTI: 223, ASTENUTI: 30, MAGGIORANZA: 161, FAVOREVOLI: 178, CONTRARI: 15.
(fonte: https://www.senato.it/)
A differenza della riforma sul taglio dei parlamentari, quella del 9 giugno e 8 luglio, non ha suscitato un dibattito pubblico, né l’attenzione della stampa e delle televisioni, né di comitati che intendessero raccogliere le firme per indire un referendum. E non c’è certamente da stupirsene visto che appunto, nessuno ne ha parlato.
Ma perché un referendum?
Si potrebbe replicare che appare tutto regolare, se però non si considera la “solita” Costituzione della Repubblica italiana, la quale all’art.138 recita:
“Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione“.
Ed infatti nel sito del Senato si legge:
“Testo di legge costituzionale approvato in seconda deliberazione a maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi, pubblicato nella GU n. 166 del 13 luglio 2021. Entro tre mesi dalla pubblicazione del testo un quinto dei membri di una Camera, o cinquecentomila elettori, o cinque consigli regionali possono domandare che si proceda a referendum popolare. Legge costituzionale n. 1/21 del 18 ottobre 2021, GUn. 251 del 20 ottobre 2021”.
Si sarebbe quindi potuto contestare o quantomeno discuterne le ricadute, anche alla luce della non presenza dei due terzi. Ma se nessuno dei rappresentanti del popolo avvisa i cittadini come si fa a dar vita ad una raccolta di firme?
E già l’aspetto di tutta questa faccenda, fin qui risulta piuttosto preoccupante visto che un diritto fondamentale non è stato rispettato e soprattutto che chi dovrebbe rappresentarlo non lo ha fatto ma sta di fatto che per la prossima legislatura, dunque, circa 4 milioni di giovani elettori voteranno anche per il Senato.
E non è una situazione di poco preoccupante. Per capire bene lo faccio con le parole del cassazionista Francesco Galanti che evidenzia i motivi per i quali i costituenti affidarono alle due Camere un identico potere legislativo e di controllo dell’esecutivo, introducendo però differenze strutturali rilevanti, al fine di stabilire e garantire i seguenti aspetti:
1) durata del mandato, 2) elettorato attivo, 3) composizione interna, 4) sistema elettorale.
“Per quanto attiene al secondo aspetto, va ricondotta, invece, la differenza di età fra gli elettori della Camera e quelli del Senato. Differenza neutralizzata, oggi, con la nuova riforma, che elimina la distanza di sette anni che separava gli elettori diciottenni dei deputati da quelli venticinquenni dei senatori della Repubblica. I costituenti vollero di proposito che il Senato rappresentasse sette classi annuali di cittadini in meno rispetto alla Camera, così da controbilanciare un ‘altra importante e peculiare disposizione: quella che eguaglia i senatori ai deputati quali rappresentanti della Nazione (ex art. 67 Cost). Ciò rappresenta una particolarità, che difficilmente ritroviamo in altri parlamenti bicamerali moderni.
In un’ottica che tiene conto del principio della sovranità popolare, dunque, il Senato italiano era (prima della recente riforma) progettato per essere meno rappresentativo dell’altra Camera, quale elemento di contrappeso nei giochi elettorali: la differenza di elettorati ha contribuito a formare equilibri politici diversi fra le due assemblee nelle varie elezioni della storia repubblicana. Tali differenze nei risultati elettorali erano state previste dai costituenti, i quali pure volevano garantire stabilità agli esecutivi, ma al contempo ricercavano un freno al monopolio delle maggioranze “monocolori“.
Per chi volesse approfondire:
A questo punto quindi fatti i dovuti calcoli, siamo davanti a due aspetti cruciali della nostra Democrazia:
– un’opposizione praticamente inesistente se non rappresentata da gruppi sparuti e quindi un andamento sempre più costante verso forme di oligarchia delle quali ancora non vi è connotazione;
– lo stralcio della Costituzione o ancor peggio la sua modifica senza controllo.
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Mi viene da dire solo: poveraccio.
Pasini, sulle forme pensionistiche private potrei tenere un simposio. Ne ho avute ben 4 con compagnie nostrane e estere (Svizzera). In breve: ti accolgono a braccia aperte e per farlo ti mostrano tabelle in cui il tuo gruzzoletto si rivaluta nel tempo in maniera davvero invitante e convincente. Ovviamente devi vincolare il tuo capitale, che devi versare regolarmente pena detrazioni severissime (giustamente), per 5-10-20 anni e più se vuoi. Nelle tabelle è chiaro che più vincoli a lungo il gruzzolo-che nel frattempo non è piu tuo, sia chiaro- e più avrai una rendita succulenta che potrai riscattare in toto o in rate tipo stipendio mensile, trimestrale, ecc. come preferisci, mentre il gruzzolo giacente si rivaluta facendoti persino arricchire. A 20 anni mi era sembrato il sistema per avere una pensione da vecchio visto che avevo già deciso che avrei fatto il saltimbanco. A poco più di 40 mi servivano soldi per acquistare una casa, quindi riscattai una delle 4 polizze. Nonostante non l’avessi svincolata prima del termine pattuito di 20 anni, mi dissero che avrebbero potuto darmi praticamente lo stesso importo che avevo versato, meno le tasse X,Y,Z che facevano diminuire il gruzzolo ancor più. La motivazione era che gli investimenti non erano andati secondo i piani a causa di Cernobyl, la guerra del Golfo e altre catastrofi… insomma se li avessi tenuti nel materasso ci avrei perso di meno. Acquistai la casa ancora in lire e dopo pochi anni la rivendetti a più del doppio di quanto l’avevo pagata perché era arrivato l’euro. Mi venne il sospetto di andare a vedere cosa mi avrebbero dato con le altre 3 polizze e la solfa era identica. Nessuna rivalutazione ma solo l’importo che avevo versato nei decenni e l’invito a lasciare i soldi dove stavano versandone semmai altri. Ora, io capisco tutti i vostri discorsi profondi e noiosi, ma vista l’inculata vissuta (e continuo a pagare l’Inps, nonostante tutto) mi sono fatto un’idea di questo sistema che mi fa vivere come mi sento di fare. E fanculo al Crovella pensiero! Aaaaaaaauuuuaaaaahhhhaaaa.
Govi. Non era stata prevista una diminuzione del PIL quando si sono stabilite le regole del retributivo (pregiudizio ottimistico, con un leggero retrogusto di marketing persuasivo) e si è dovuto provvedere. L’opzione del capitale non è prevista nel nostro sistema pubblico a ripartizione. Nel caso dei fondi privati (di categoria o aziendali) le regole sono più stabili. Non può arrivare qualcuno che le cambia unilateralmente come vorrebbe fare Crovella. Però sono saltati anche fondi privati per errori di previsione generando drammi umani, perché le pensioni sono, da Bismarck in poi, ovunque la forma principale di risparmio più o meno forzato per i lavoratori che campano con il loro salario (Vedi USA e il tragico film Nomadland). Adesso però basta. Ciao.
@95 come al solito non cogli il significato più profondo. Partecipare ad una comunità, che sia il condominio o l’intera Nazione poco rileva, non è una questione di “pago le tasse e quindi ho diritto”. La comunità non è una piattaforma di servizi: se sei inregola con l’abbonamento ahi diritto ai tuoi servizi, altrimenti la piattaforma di dice “no”. Far parte di una comunità ha un significato completamente diverso e può richiedere il saper accettare cose che non si trovano adeguate es tutto il tema restrizioni-SGP, tema che NON voglio riaprire). Non mi dilungo, sarebbe solo tempo sprecato: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Sintetizzo con il detto popolare: “Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”. O stai sempre dento (nei pregi e nei difetti) alla comunità, o stai sempre fuori. Non possiamo più permetterci di avere chi sta con un piede dentro (quando ha bisogno) e l’altro fuori (quando vuol vivere anarchicamente). E’ un superfluo che il Paese non può più permettersi, sia nel senso stretto finanziario sia nel senso più ampio, cioè politico-ideologico. Ti assicuro che, proprio post pandemia e faccende SGP ecc, sta crescendo a vista d’occhio la folla di gente che si è rotta di avere sul groppone individui come te. Ciao!
@Pasini (91) Non capisco esattamente dove ci vuoi portare con il tuo spiegone, ma non direi proprio che e’ andata cosi:
“Allora senza far troppo rumore, facciamo una leggina per evitare che ci perdi e diciamo ugualmente Nada. In alcuni periodi ci guadagneresti di più a tenere i tuoi soldini alla Posta. Bene ma alla fine cosa mi dai? Perchè non mi ridai i miei soldini che ci penso io? E no, bello mio, non ti restituisco il capitale rivalutato ovviamente, anche perchè non ce l’ho da qualche parte, ma ti do’ una rendita in base alla tua speranza di vita. Se crepi prima della media prevista ovviamente sei fottuto e fortunati gli altri”
non si tratta di una “leggina fregatura” ma di una scelta economico/politica che non e’ per altro estranea ad altri sistemi/paesi. Il punto nodale e’ implementarla in modo modo sostenibile ed equo. E comunque anche nelle assicurazioni private si ha l’opzione del vitalizio fisso in alternativa al capitale rivalutato
Cominetti. Certo che sono discorsi pallosissimi (come ho detto io non sono uno specialista ma ho lavorato a fianco di gente che gestiva fondi pensione privati, una realtà piccola in Italia ma enorme altrove, anche come business). Però coinvolge milioni di persone e tanti, tanti soldi che vengono prelevati ogni mese e che molti non sanno neppure come verranno usati. E poi riguarda una fonte importante di reddito in vecchiaia per chi non ha potuto nella vita puntare su altre fonti e accumuli consistenti. Ho sempre pensato che per un lavoratore “normale” sia utile fare un po’ di fatica per capire e per cercare di difendere i suoi soldi, se ci riesce e che chi si occupa di personale dovrebbe svolgere un ruolo informativo ed educativo sulla sostenibilità finanziaria della fase post-lavoro, sempre più lunga. Ma questo esula ovviamente dal blog. C’è il sole e andiamo in giro che è meglio.
Crovella, sempre Crovella, ma come puoi arrogarti il diritto di stabilire che quelli come me vanno esclusi? E non vanno curati negli ospedali. Io pago le tasse (anche troppe per quello che chiedo allo stato), non commetto atti delinquenziali, mi impegno nel sociale come posso e con azioni concrete ma senza sbandieramenti, cresco i miei figli nel rispetto del prossimo ma nella libertà personale come obiettivo della vita, cerco di educare chi guido in montagna al rispetto della natura e a un’esistenza essenziale, mi dedico all’arte, alla musica e alla vita sana. Ho una vita fin troppo piena e tutte le volte che mi misuro a parole con i poliziotti mancati come te, guardandoci negli occhi, lascio in loro un senso di smarrimento che però non esiste in chi frequento abitualmente. Forse perché istintivamente ognuno cerca di stare con i suoi simili, ma se ne parliamo, guardiamo a quelli come te come animali chiusi in uno zoo gigante intenti a scannarsi per un osso che non nutre perché è…un osso.
Verso la moltitudine di quelli chiusi nello zoo ho rinunciato da decenni di fare qualcosa che, secondo me, li avrebbe salvati, perché siete già salvi nel vostro mondo, che però è diverso dal mio. Tutto qui. E la differenza è ricchezza, per tutti. Questo concetto va capito. Il resto rimanga pure com’è.
Circa le pensioni (sul cui tema ho perfino sostenuto un esame proprio con la Fornero, allora giovane assistente a Economia: era il 1981), io ho un’idea molto radicale. Tutte le pensioni in essere sopra i 5000 euro/mese vanno tagliate, ovviamente partendo da quelle più elevate cui si impongono i tagli più consistenti. Con effetto immediato e per sempre. Tutto ciò indipendentemente dalla legittimità costituzionale che “giustifica” detti importi. La ratio è che la barca non ce la fa più. Parlo della nave Italia, non tanto del sistema previdenziale in senso stretto: forse, infilasndosi nei bizantinismi che sta tirando fuori Pasini, si riesce anche a dimostrare che il sistema pensionistico in quanto tale stia più o meno in piedi. Io non credo, ma il punto chiave è un altro. Mi importa poco capire se le falle della nave Italia sono a prua o a poppa o se sono più gravi quelle di prua rispetto a quelle di poppa (o viceversa). Il punto cardine è che, nella Nave Italia, ci sono delle falle molto ampie e molto diffuse su tutto lo scafo e, per l’emergenza, occorre tapparle tutte. In tempi brevi. Per poterlo fare, occorre avere mano libera sui lacci e lacciuli dei “diritti costituzionali”. Ecco perché ritengo che si debba entrare con il machete nella Costituzione, che contiene principi nobilissimi e bellissimi, ma elaborati nel ’47-48 e quindi “vecchi e bacucchi”. Via via via, via tutti ‘sti orpelli! Sennò affondiamo davvero e altro che carri armati di Putin visti in TV: li vedremo direttamente agli angoli delle nostre strade, sotto le nostre case.
Pago l’Inps perché me l’ha detto il commercialista ma ho da tempo impostato la mia vita senza fare conto su nessuna pensione futura. Se poi mi arriverà qualcosa di certo non la rifiuterò ma sarà un extra non calcolato. Oltretutto mi evita certi discorsi pallosissimi come gli ultimi commenti. Beati voi che avete tempo di occuparvi di cotanta materia. Chissà se serve a qualcosa. Mi auguro per voi di si. Con ammirazione per voi, vado a spaccare legna.
@85. Allora devi proprio chiamarti completamente fuori dal resto dell’umanità. Qualsiasi consesso umano, che sia un condominio, un’associazione, un quartiere, un’intera Nazione, o addirittura tutto il Mondo, concede alla maggioranza numerica di determinare la direzione e gli obiettivi. In un’assemblea condominiale è la maggioranza dei millesimi che decide, chessò?, di che colore dipingere le scale. L’opinione del singolo condomino, fosse anche Michelangelo in persona, non può prevalere.: se la maggioranza vuole le scale di un banale bianco, si fanno bianche e basta. Ovvero: se la maggioranza numerica propende per una certa ipotesi, quella ipotesi diventa determinante per ogni componente della comunità. Vale per un condominio, ma vale per un’intera Nazione. Inoltre c’è, ma lo metto in un secondo ordine di importanza (sia chiaro), un discorso probabilistico: è difficile che solo “uno” sia illuminato dalla luce divina e, invece, “tanti” siano tutti cretini. In questo quartiere torinese i residenti saranno fra 50.000 e 80.000 (dipende dove metti i confini). Non li conosco uno per uno, ovviamente, ma se risiedono qui significa (salvo particolarissime eccezioni) che qui si trovano bene, cioè che sono in armonia con questo stile di vita, altrimenti si sarebbero spostati, quanto meno in un altro quartiere o addirittura in fondo ad una valle alpina. Ebbene, è arduo sostenere che “ha oggettivamente ragione” uno solo e che 50.000 individui sono tutti cretini. Non lo si può escludere completamente, te lo concedo, ma dai… le probabilità sono così risicate che, realisticamente, è come se fossero pari a zero. Di conseguenza, all’atto pratico, non resta che l’alternativa complementare. PS: una precisazione esistenziale. Se uno si chiama fuori dall’umanità, è liberissimo di farlo. Però deve saper andare fino in fondo. Se tri chiami fuori, poi non puoi pretendere di esser curato in un ospedale perché l’ospedale è un servizio pubblico cui provvede, direttamente p indirettamente, las comunità. O fai parte della comunità, nel bene e nel male, oppure stai completamente fuori. Sono molto puntiglioso su questo tema, perché è sempre più numerosa la folla di gente, come me, che si è rotta irreversibilmente di dover portare il peso (non fosse altro che attraverso la fiscalità generale) per garantire servizi a chi, in genere, vuol farsi i fatti suoi. Se stai fuori, stai fuori sempre. Se stai dentro alla comunità, devi accettare le regole della convivenza, fra cui, in primis, la prevalenza della maggioranza anche sulle tue scelte personali. E’ un discoro che, oggi, rivolgo a te perché siamo arrivati a parlarne, ma è un discorso che faccio a 360 gradi. Secondo me è il “vero” cambiamento di base cui dobbiamo puntare, se vogliamo rimettere in moto la nave italiana. Consci di dover pagare i prezz, tipo “perdere” alcuni soggetti. Ciao!
Sempre Govi. Ti faccio un altro esempio. Se tu affidassi più o meno il 35 % della tua retribuzione ad un tizio che la accumula per 40 anni e poi promette di darti una rendita vorresti sapere quanto fa rendere ogni anno il tuo gruzzolo e quanto ti garantisce in percentuale dopo 40 anni. Bene con l’INPS non succede così. Oggi ti prevala i tuoi soldini ogni mese, il grosso ce lo metti tu e qualcosa il datore di lavoro e non te ne accorgi nemmeno se non guardi bene il cedolino e ti dice che il “montante contributivo”, cioè il tuo gruzzoletto virtuale, viene rivalutato in base alla media della crescita del PIL ogni due anni. Cioè una scommessa su cui non ci puoi fare niente, ne’ tu ne’ l’INPS. E se il PIL non cresce? Nada. E se diminuisce? Allora senza far troppo rumore, facciamo una leggina per evitare che ci perdi e diciamo ugualmente Nada. In alcuni periodi ci guadagneresti di più a tenere i tuoi soldini alla Posta. Bene ma alla fine cosa mi dai? Perchè non mi ridai i miei soldini che ci penso io? E no, bello mio, non ti restituisco il capitale rivalutato ovviamente, anche perchè non ce l’ho da qualche parte, ma ti do’ una rendita in base alla tua speranza di vita. Se crepi prima della media prevista ovviamente sei fottuto e fortunati gli altri. Va bene, ma posso star tranquillo ? Questi saranno i patti? Caro mio sicura è solo la morte (tua). Adesso ti tico che è cosi’, ma tra quarant’anni non lo so, potrei non avere i soldi e visto che i tuoi soldini li ho usati per pagare le pensioni dei tuoi genitori e nonni, potrei anche cambiare le regole del gioco e darti meno, magari non cambio le percentuali per non fare la figura del magliaro ma ci metto sopra un “contributo” speciale e ottengo lo stesso risultato. Ah, dimenticavo, adesso su questi soldini che hai accumulato lavorando e che ti restituisco gradualmente ci paghi anche l’IRPEF, così me ne riporto a casa un po’ io. Si è fatto e si fa una gran discussione sul sistema pensionistico e il bilancio statale, ma poche volte il problema viene affrontato dal punto di vista dell’ultimo anello della catena alimentare: il singolo lavoratore, che spesso ignora come funziona tutto il giochino e non ci pensa perchè lo vede come una cosa lontana. Buona notte.
Govi. Parlo di aspetti di calcolo, come ad esempio i coefficienti di trasformazione e del modo in cui sono determinati dagli attuari (cosa che ben pochi lavoratori conoscono) non ovviamente delle grandi scelte politiche. Fai una prova e chiedi ad un lavoratore che conosci, anche di fascia alta, se sa in dettaglio come verrà calcolata la sua pensione. Purtroppo le istituzioni fanno ben poca educazione su come funziona il sistema pensionistico pubblico e privato integrativo italiano e su quali strategie si possono adottare per gestire la propria situazione finanziaria dopo il lavoro. Un po’ ci pensano sindacati e associazioni e direzioni del personale “illuminate” ma la maggior parte dei lavoratori, deve pensarci da sola, a volte consigliata in modo interessato dagli operatori del mercato asicurativo e finanziario. La stessa cosa riguarda la struttura del sistema retributivo complessivo che non comprende solo la retribuzione annua lorda. La maggior parte delle persone guarda il netto in busta ma non conosce gli altri aspetti della retribuzione e non sa neppure a quanto ammontano i contributi previdenziali, sia quelli che paga lui, sia quelli che paga il datore di lavoro. Di certe cose, ad esempio dei cosiddetti benefit non pensionabili (dalle polizze sanitarie agli sconti, alla mensa etc) si accorge solo quando ad esempio cambia lavoro o va in pensione.
Pasini, quelli che tu sembri chiamare ( se ho capito bene ) “aspetti tecnici” sono il nocciolo del problema pensionistico (cioe’ di uno dei problemi elencati da Crovella) e l’incubo dei ministri dell’Economia italiani…
Govi. Non mi sembra il caso di affrontare qui gli aspetti tecnici della questione. Se hai pazienza leggi il Rapporto. Certamente gli attivi attuali di alcune gestioni potrebbero diventare pesanti passivi se le condizioni cambiassero e il numero di occupati scendesse o se il numero e l’importo delle pensioni da pagare aumentasse, per ragioni demografiche o scelte politiche, rispetto ai contributi incassati dai lavoratori in servizio. I sistemi finanziati a ripartizione possono sostenersi solo sulla base di un andamento ottimistico dell’economia e dell’occupazione e di un calcolo sostenibile degli importi da liquidare. Se la ruota si ferma sei nei guai, come appunto è già successo, perché non hai riserve e i contributi degli occupati non bastano per pagare le pensioni, come tu hai osservato e come potrebbe succedere. Sui sistemi per lo più privati a capitalizzazione andrebbero fatti altri discorsi. Ho lavorato in mezzo a gente che si occupava di questi temi professionalmente e continuo a seguire il dibattito prevalentemente su lavoce.it di Tito Boeri, alla quale ti rimando se ti interessa leggere contributi specifici sul tema.
E invece ha (come sempre) ragione Balsamo. Il grosso delle pensioni, quello gestito dall’INPS, e’ responsabile di una di una bella fetta del debito pubblico italiano (gli appassionati delle cifre controllino pure). A questo problema si devono le varie sofferte riforme, tipo la Fornero. Pensare che il nostro sistema pensionistico sia in attivo, con le quote da considerare alla stregua di una assicurazione (e non di un tasse) e’ pura follia. E in realta’, come osservato da Pasini, e’ passivo per costruzione, in quanto essendo basato su ripartizione e non su capitalizzazione, ( cioe’, in soldoni, chi paga non paga per se ma per gli attuali pensionati ), soffre della diminuzione delle quote versate per decrescita demografica.
Chissa’ se interviene Bragantini e mette un po’ di ordine…
Balsamo. In realtà Matteo ha ragione per quanto riguarda una fascia importante di lavoratori del settore privato. Come avrai visto il disavanzo più forte riguarda la gestione dei dipendenti pubblici (36 miliardi). Quattro gestioni sono in attivo: dipendenti, lavoratori dello spettacolo, commercianti e gestione separata dei lavoratori subordinati. In attivo anche le casse private dei liberi professionisti. Ci sarebbe poi un altro tema più tecnico su cui ho evitato di intervenire. La differenza tra sistema di finanziamento e calcolo dell’importo della pensione. Dal 1969 il nostro sistema non è più a capitalizzazione ma a ripartizione. Non esiste come nei fondi pensione privati un capitale versato e un rendimento di mercato. Il calcolo dell’importo è legato ai contributi versati ma secondo formule che hanno comunque una componente non finanziaria im senso stretto. Ad esempio il montante contributivo è aggiornato in funzione dell’andamento del PIL. Infatti bisogna intervenire per legge quando il Pil scende. Non mi addentro in altri dettagli, ma in sostanza il sistema prevede decisioni politiche e redistributive,anche per il calcolo contributivo.
Mai voluto convincere nessuno in vita mia. Anche a chi viene in montagna con me dico che è pericoloso, faticoso, ecc. Premesso ciò mi preoccupo che chi dovesse prendere decisioni politiche anche per me, possa avere visioni e idee tanto distanti dalle mie. Quindi, senza volere convincere nessuno, combatto quello che trovo aberrante e totalmente inadatto a me perché deciso altrove. Certo, votando, mi dirai, posso in parte decidere certe sorti, ma secondo me non è così, quindi vivo da disobbediente, da emarginato e disadattato. Felice di esserlo e di godere di piccole conquiste semplici e genuine, dando quello che per me è il giusto senso ai giorni che separano la nascita dalla morte. Allineato non lo sarò mai. Io vivo e penso a la Tarzan!
@82 finalmente ti sei convinto di ciò che sto dicendoti da tempo immemore. Nulla di personale, semplicemente qui la vita scorre regolata da un metronomo, silenzioso ma implacabile. Chi si trova bene qui e” perché quel metronomo ce l’ha in testa di natura. Penso che qui con la mentalità che hai, non ti troveresti bene neppure a prendere un rapido caffè al banco. E giusto che ognuno si stabilizzi nel contesto a lui più congeniale. È concettualmente sbagliato, invece, dire che siccome “io” non mi troverei bene lì, allora “voi” sbagliate tutto di sicuro. Ciao!
Pasini, grazie per il link, molto interessante.
Ho dato un’occhiata veloce anche al rapporto integrale, che leggerò con calma quando avrò più tempo.
In estrema sintesi, mi par di capire che il saldo entrate – uscite della spesa pensionistica previdenziale per il 2020 sia stato negativo di 39,3 miliardi di euro.
Sarò distratto, ma non riesco a comprendere come Matteo possa parlare di “bilancio della sola previdenza largamente attivo” (@65) e mi sta venendo qualche dubbio se sia saggio affidargli il portafoglio 🙂
Ma magari ce lo spiegherà lui, se vorrà.
Sono contento se siete tutti felici in quel quartiere ma giuro sulla testa dei miei figli che non capirò mai come si possa vivere così. Mi vengono i brividi, ma è un mio problema.
Nessuna vita di “m”, anzi. Qui nel quartiere siamo tutti felici, operosi come formichine e molto sabaudi di mentalità, a cominciare dal mio parrucchiere, che non è certo figlio di Agnelli. Vivo qui da 30anni, conosco quasi ogni negoziante, un po’ perché mi servo quotidianamrnte da loro (il pane dal panettiere, il latte dal lattaio la frutta dall’ortolano…), un po’ perché tengo i rapporti con la cittadinanza per conto del ns gruppo politico-civico-culturale. Raccolgo le esigenze dei cittadini, dai negozianti al ristoratori ai titolari dei banchi del mercato in piazza (di rilevante importanza, esiste da oltre 100 anni), un po’ perché, chiacchierando con loro, tasto il polso all’opinione pubblica su alcune idee per.posdibili proposte politiche. Per questi motivi so di certo che qui da noi il cittadino non è impaurito se vede forze dell’ordine per strada, anche numerose. Il cittadino normale non ha nulla da temere e, anzi, le forze dell’ordine gli danno un senso di sicurezza. Magari è in parte un effetto placebo, ma che c’è di male? Ci sentiamo sicuri se incontriamo per strada il carabiniere di quartiere, che dopo un po’ e’ conosciuto da tutti e tutti lo salutano. Questa richiesta popolare è molto sentita nella mia circoscrizione, dalla vecchiettina che vive sola, al tabaccaio che non vuole il minimo rischio di un’eventuale rapina. La trovo comprensibile e, anzi, le autorità dovrebbero fornirla di loro iniiziatova in tutta Italia. Sia chiaro: il nostro è un quartiere tranquillissimo di suo, non c’è il minimo rischio, non registriamo per fortuna reati eclatanti, ma ci piace vivere così e ci teniamo che questo quadro non venga minimamente incrinato.
Io e Crovella sulle barricate.
Ma dalle parti opposte.
😂😂😘
Balsamo. Ci provo.
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Balsamo. Su assistenza e previdenza vai al sito di Itinerari Previdenziali di Alberto Brambilla, uno dei massimi esperti in Italia e trovi i vari rapporti sull’articolazione della spesa per questo settore. E’ uscito il nono. Provo a inviarti un link ad una sintesi ma non so se passa. Le convergenze parallele esistono sui singoli “cioccolattini” ma poi purtroppo i cioccolatini finora stanno dentro “scatole” diverse che troviamo sul mercato e che hanno sempre dentro dei gusti che non ci piacciono. Come conciliare equità/disuguaglianza e libertà/dirigismo è il punto chiave su cui ancora oggi dibattiamo. E’ possibile un liberalismo “compassionevole” o un socialismo “libertario”? E possibile conciliare avidità e solidarietà umana senza una mano “forte” e autoritaria e salvaguardando pienamente le libertà individuali? Oppure è possibile una mano forte che non produca oligarchie economiche? La realtà ha spesso contraddetto le speranza e le buone intenzioni di ambo le parti, dando luogo a regimi autoritari o a disuguaglianze tremende e selvagge. Ci siamo ancora dentro, anche in questi giorni, schiacciati come vasi di coccio.
Giuseppe, di questi tempi se non si sorride e si scherza neppure una volta ogni tanto, allora conviene spararsi… Se te lo dico io, che sono il re dei pessimisti, credici.
Pasini & Bertoncelli, la mia @71 era chiaramente una battuta.
Personalmente, nel trovarmi d’accordo su alcune idee e in disaccordo su altre, benchè espresse dalla stessa persona, non ci trovo nulla di sorprendente.
Noto, tuttavia, che spesso agli interventi si tende a dare risposte basate più su chi li esprime invece che sui contenuti effettivi.
Pratica che considero una pessima fallacia logica.
Comportamento tipico nei social, dove la conoscenza dell’interlocutore non può che essere solo di superficie.
Ma, invece di superare questo limite concentrandosi sui temi, spesso si preferisce ricorrere ad attacchi “ad personam”.
P.S. Matteo, non hai (ancora) risposto alla mia richiesta @68. Te la rinnovo.
Balsamo. Come avrai notato in questi giorni, l’URSS come realtà storica non c’è più, ma come principio “spirituale” è viva e vegeta e lotta insieme a noi, come si diceva una volta. Anche dove meno te lo aspetti puoi trovare frammenti postumi dei compagni sovietici e convergenze parallele 🙂
@ 71
Benassi e Crovella uniti nella lotta! 😂😂😂
P.S. Alberto, spero di non averti fatto arrabbiare. 😂😂😂
Autoblindo agli angoli delle strade, carabiniere di quartiere… che vita di merda, mi viene da dire.
Gli spacciatori esistono in funzione dei consumatori. Sarebbero meglio spesi i soldi in palestre e iniziative che educhino anziché reprimere e basta. La guerra non vince mai. E costa cara.
Menomale che vivo nel bosco.
“Se a noi piace avere le autoblindo ad ogni angolo, perché ci dà sicurezza, lasciateci mettere le autoblindo. “
Il problema è che una volta che quelli come voi appagano il loro sogno e hanno le autoblinde per strada, subito dopo pensano: “beh, ma è uno spreco lasciarle lì ferme a far niente…”
Senza contare poi che le strade mi sembrano già abbastanza trafficate e piene di buche!
Commento 62
Come vedi, Benassi, Crovella propone proprio quello che vorresti tu.
Spero che scoprirti d’accordo con lui non ti destabilizzi troppo.
Augh! 🙂
Chi paga i servizi essenziali? Consiglio la lettura di questa Data Room di Milena Gabanelli che si può trovare in rete: “IRPEF ed evasione fiscale: chi paga davvero e quanto sanità, assistenza, scuola”. Una piccola chicca: circa 24 milioni di contribuenti (il 57%) dichiarano meno di 20 mila euro lordi l’anno e versano 15 miliardi di IRPEF. I servizi erogati a questi 24 milioni costano 166 miliardi. Chi ci mette la differenza di 151 miliardi? Gli altri. Ed è giusto così.Chi guadagna di più deve contribuire di più. E’ la tassazione che fa politica redistributiva. A volte pero’ ti viene qualche dubbio sulle dichiarazioni IRPEF quando vai in giro. Un popolo di virtuose pecorelle dedite al risparmio (la ricchezza finanziaria degli italiani ha raggiunto la cifra record di 4.777 milardi, tre volte il PIL) oppresse da avidi e corrotti cattivoni ? Mah….forse sto diventando un pò diffidente. Sarà l’influenza dei miei amici e sodali liguri? In ogni caso, se dichiarate più di 20 mila euro lordi dovreste essere contenti per la vostra generosità, magari un pò meno contenti quando non vi fanno la fattura, non tanto Briatore quando andate al Billionare a spassarvela ma qualche piccolo fornitore meno luccicante e brillante. E anda….
Mah… Che l’assistenza sia in capo all’INPS o in capo a un altro ente/Ministero alla fin fine, contabilmente, non cambia nulla: sempre voce di spesa pubblica è. Va ridimensionata nell’importo e ottimizzata: occorre assistere chi davvero ne ha bisogno e non distribuire mance elettorali a destra e manca (vedi meccanismo del reddito di cittadinanza). Idem per ogni altra voce del bilancio pubblico, ovviamente.
Lo stesso sulla previdenza, che solo da che sarà attivo in pieno il meccanismo contributivo sarà un modello matematico puro. Ma… campa cavallo. In ogni caso io non faccio riferimento alle prensioni con importi citati da Bertoncelli. E’ accertato che, oggi come oggi, vengono distribuite pensioni da 10 o 20 o addirittura 30mila euro netti al mese. E’ lì che si deve tagliare, con effetto immediato, a prescindere dalla legittimità dei diritti acquisiti. Anche a modello contributivo pienamente in essere, io credo che occorrerebbe intervenire per modificare gli importi personali. Tu hai guadagnato tanto e quindi hai versto tanti contributi e quindi, legittimamente, avresti diritto ad una pensione bella ciccia??? Bene, caro cittadino, accetta che te la tagliuzziamo un po’, perché con quel pezzettino andiamo ad alzare le pensioni di chi è riuscito a versare pochi contributi e quindi avrebbe diritto a pensioni contenute. Discorso concettualmente rivoluzionario, soprattutto per voi della sinistra. Vai a proporlo al neo eletto Prtesidente della Consulta, che pare percepisca già (cioè al netto dell’incremento marginale che gli darà la carica in essere) una pensione mensile di 30.000. Non ho visto il suo cedolino, ma pare proprio che sia così. Glielo chiedessero dei mie colleghi giornalisti circa due-tre anni fa e lui ribatté tutto incazzato che erano diritti legittimi e acquisiti e non vedeva perché doveva rinunciarci… Ricordo che era del Partito Socialista… Ai sinistrosi il soldo fa più gola che ai liberali vecchio stampo come me.
Ecco perché bisogna aver mano libera a riformulare la Costituzione, sennò questi squilibri non li puoi correggere. Non possiamo più permetterceli e (facendo di tutt’un’erba un fascio) vanno a scapito delle future generazioni. Ho fatto l’esempio delle pensioni, ma il concetto è generale, dalla scuola alla sanità, dalla sicurezza alla politica immigratoria, dalla politica industriale a quella del lavoro…
Circa il controllo del territorio, qui nel nostro quartiere alcuni anni fa (mi pare sotto un Governo Berlusconi) avevano istituito il Carabiniere di quartiere. Girava per strada (si davano i turni ovviamente), entrava nei negozi e chiedeva “Tutto OK?”, teneva sotto controllo. Era un deterrente a qualsiasi forma di criminalità, sia micro che macro. Una specie di ronda. Non sai quanto facesse piacere a tutti: commercianti, residenti, clienti. Ci piace ricevere questo tipo di servizio. Quando lo hanno tolto, credo per far dispetto a Berlusconi, tutti ne abbiamo sentito la mancanza.
Si vede che viviamo in mondi diversi, noi due: non mi stupisce, data la particolarità della mentalità di cui faccio parte. Quello che mi stupisce è che molti di voi considerino legittima solo la vs mentalità. Se a noi piace avere le autoblindo ad ogni angolo, perché ci dà sicurezza, lasciateci mettere le autoblindo. Se, per finanziare queste o altre cose, dobbiamo tagliare il reddito di cittadinanza, pinzando uno ad uno i percettori abusivi, lo faremo. A giudicare dai feedback che riceviamo (specie dal 2020-21 in poi) la preferenza della gente per un cambiamento strutturale del modello è più verso le nostre idee che per quelle opposte (conservazione dello status quo).
Matteo, concordo con te sul fatto che assistenza e previdenza siano capitoli che debbano restare separati, e che i contribuenti (cioè noi) debbano avere consapevolezza di cosa vada a coprire cosa.
Ma hai una fonte sul fatto che “il bilancio della sola previdenza è largamente attivo” ? (Tuo commento 65)
A me risulta differente, e vorrei verificare.
Grazie.
“Che l’assistenza sia a carico del Min Salute o dell’INPS, alla fine poco rileva, sempre soldi pubblici sono, cioè soldi che vengono prelevati in prima battuta da noi (tasse) e poi andando a debito.”
Carlo, vedo che non capisci: la previdenza è un’assicurazione e il suo finanziamento (ancorché forzoso) non è una tassa; anzi è sottoposto a tassazione. L’assistenza invece è una politica dello Stato ed è finanziata dalle tasse.
Accorparle e mescolarle è indebito e in effetti formalmente lo sarebbero.
E serve solo a generale confusione per buttarla in caciara e a nascondere.
Non entro nel merito del discorso sulle Forze dell’Ordine, che mi pare puramente populistico, se non per dire che Polizia e Carabinieri sono un inutile doppione unico al mondo.
E che la pura repressione si è sempre rivelata storicamente ed evidentemente inutile.
La voce pensioni è una delle tante del bilancio statale. Che l’assistenza sia a carico del Min Salute o dell’INPS, alla fine poco rileva, sempre soldi pubblici sono, cioè soldi che vengono prelevati in prima battuta da noi (tasse) e poi andando a debito. E’ il bilancio pubblico nel suo insieme che va revisionato, non è più adatto ai tempi che viviamo né nella consistenza (troppo pesante per quello che possiamo permetterci a livello collettivo, difatti andiamo sempre a debito, cioè scarichiamo sulle prossime generazioni), né nella congruità delle singole voci. I costi delle Forze dell’Ordine possono essere tanti o pochi a seconda della loro efficienza sul terreno. Esempio: nel famoso bar sotto al mio ufficio, dove vado a prendere il caffè ogni giorno dal 30 anni, spesso ci sono pattuglie o di poliziotti o di Carabinieri o di Finanzieri… prendono anche loro il caffè, ma durante l’orario di lavoro (io non ho orari, sono un libero professionista, se prendo il caffè alle 14 o alle 15, magari quel giorno lanoo fino alle 21 o 22). Poi ti guardi in giro e dall’altra parte della strada, rispetto al bar, proprio in quel momento ci sono degli spacciatori che gironzolano… Allora io (e con me un sacco di gente) preferisco pagare MOLTO di più le Forze dell’Ordine, ma avere davvero l’ordine assicurato… Anche questo è uno dei mille temi su cui stiamo “lavorando”. Se verrà fuori un manifesto ufficiale, lo vedrete a suo tempo. Buona giornata a tutti!
Quello delle pensioni è il perfetto esempio di distrazione di massa.
Il bilancio dell’INPS storicamente è stato minato dall’aver accorpato assistenza e previdenza, due funzioni decisamente differenti e che dovrebbero avere casse ben separate. E’ stato fatto per motivi elettorali “democristiani”, per poter distribuire prebende occulte, nascondendone quanto più possibile i costi.
Adesso è in atto il tentativo di convincere (leggi lavare il cervello) che la colpa è delle pensioni baby, delle pensioni d’oro, dell’allungamento della vita media e perciò dell’età pensionabile troppo bassa, ecc. Insomma che la colpa è nostra che viviamo ben sopra i nostri mezzi e che sono necessari sacrifici, lacrime e sangue.
Tentativo che pare perfettamente riuscito, leggendo gli interventi qui sotto.
In realtà il bilancio della sola previdenza è largamente attivo e l’assistenza dovrebbe essere a carico del Ministero della Salute (che a sua volta non ce la fa più per i continui tagli degli ultimi vent’anni)
Però spendiamo quasi 80 milioni di euro al giorno (con un aumento del 40% dal 2010 al 2020) per l’Esercito di cui: 33% per spese di bilancio, uffici e segretariato generale (=ministero), 27% Carabinieri…praticamente il 60% in baracconi romani e ordine pubblico.
Il resto lo spendiamo per aerei da guerra di ultima generazione, sommergibili e portaerei, che non ci servono a nulla e con ogni probabilità non ci serviranno mai a nulla (anche se Salvini diventasse dittatore i sommergibili paiono un po’ sovradimensionati e costosi per affondare i barconi nel canale di Sicilia!)
Non avevate mai sentito una cosa del genere? Non vi siete mai accorti che i vostri soldi spariscono, ma è sempre colpa vostra?
Beh, però non venite a dirmi che politici e finanzieri non sanno fare il loro mestiere…
Caro Fabio, il problema è che c’è sempre qualcuno che non vuol sentire e fa finta di non capire.
Ma di certo Balsano non fa l’indiano😂
Ma è anche vero che i DOVERI vengono maggiormente pretesi da coloro che hanno meno.
Mentre a chi ha di più gli si creano sempre delle scappatoie.
Chi sà perchè….🤔
Balsamo io sono un tipo semplice, i ragionamenti complicati non mi riescono.
A me non mi pare civile che ci siano pensionati con 600 euri al mese e altri con 15.000 euri e anche molti di più.
Lo propone anche Crovella?
Non mi pare.
Mi par di percepire un leggero tono ironico nella risposta 🙂
Ma non c’è nessun bisogno nè di studi approfonditi nè di economisti.
Il calcolo è semplice: per chi va in pensione a 67 anni, la pensione lorda annua è il 5,575% del montante rivalutato.
Quindi, nel tuo esempio @54, il montante è di €16.523 / 5,575 * 100 = €296.377
Non lontanissimo, mi pare, da quanto verrà restituito arrivando alla vita media.
Avendo versato, invece, un milione di euro, l’importo percepito annuo (lordo) sarebbe di € 55.750 (€ 4288 al mese).
Lascio a voi disquisire se, in questo caso, si tratterebbe di “nuotare nell’oro” o di “fare la fame”.
Non posso, infine, fare a meno di notare come si ponga sempre l’accento sul diritto e mai su quello del dovere.
Di solidarietà, in questo caso.
Eppure la solidarietà fa parte dei principi fondanti della nostra Costituzione.
Da alcuni così tanto decantata.
A parole.
Caro Alberto, Balsamo mi ha richiesto una risposta che esigerebbe lo studio approfondito di un economista, il che esula dalle mie conoscenze, dalle mie competenze… e dalla mia voglia. Ritenevo che la disparità – l’ingiustizia! – tra un pensionato trentaquattrenne e uno sessantasettenne fosse di per sé sufficiente. Di piú, chiara e abbagliante come il sole allo zenit nel deserto del Sahara. Però con Balsamo trattasi di pia illusione.
Per fortuna sei arrivato tu, che in quattro e quattr’otto gli hai chiarito ancor meglio il concetto e a me hai risparmiato di scrivere l’opera omnia in quattro tomi: “Le pensioni ieri e le pensioni oggi. Trattato sull’ingiustizia umana”.
… … …
Confidiamo ora nelle capacità di comprensione di Giuseppe. Tu che dici? 😉😉😉
Deduco quindi che tu sia d’accordo con Crovella quando scrive “per esempio pensioni un po’ tagliate (sto parlando sopra certi livelli) permettono di alleggerire il sistema pensionistico”
e in disaccordo con Bertoncelli quando scrive “se un lavoratore DEVE pagare allo Stato un milione di euro per contributi pensionistici durante un’intera vita, ha il diritto che poi gli siano restituiti sotto forma di pensione”.
Balsamo, certamente Non uno stato dove ci sono pensionsti che fanno la fame e pensionati che navigano nell’oro .
Commento 54
Bertoncelli, per dare una risposta più completa credo che dovresti calcolare e farci sapere anche il montante rivalutato corrispondente ai parametri da te indicati (cioè importo annuo percepito e pensionamento a 67 anni).
Dovresti trovare un totale di contributi versati (rivalutati) non così lontano dall’importo percepito durante il periodo di pensionamento da te calcolato.
Ipotizzando un pieno contributivo, ovviamente. Altrimenti è altra (ben nota) storia.
A quel punto potresti chiederti a chi vada (o dovrebbe andare) il versato rimanente di chi lascia la compagnia anzitempo, o da dove provenga quello necessario per continuare a retribuire la pensione a chi invece si ostina a resistere.
Infine (ultimo tuo commento) non ho capito quale Stato tu non vuoi: quello che prepensiona come se non ci fosse un domani, quello che cerca di arrivare a un sistema pensionistico in qualche modo sostenibile, o entrambi ?
Marco, apprezzo le tue parole. Anch’io ora ritengo che la sanità debba essere gratuita per tutti i cittadini. Una volta invece ero dubbioso: come in Italia o come negli USA?
Purtroppo però la qualità della sanità pubblica peggiora inesorabilmente…
… … …
Tuttavia tasse e pensioni sono due realtà distinte: paghiamo le tasse per il Servizio Sanitario Nazionale (e tanto altro ancora), paghiamo i contributi INPS per la pensione. Non mescoliamo i due problemi.
… … …
In passato hanno regalato la pensione a cani e porci (pensionati baby, legge Mosca, ecc.) e tuttora lo fanno (dipendenti Regione Sicilia, ecc.). Ai suoi tempi una mia conoscente è andata in pensione alla bella età di 34 anni (dicesi trentaquattro anni!), come dipendente statale con figli e appena quindici anni di contributi! Moltiplica tutto questo per milioni di volte.
In tal modo lo Stato ha accumulato una montagna di debito, scaricandolo semplicemente, in modo criminale, sulle spalle delle generazioni future… Finché un bel giorno si sono accorti che la barca stava affondando e all’improvviso hanno aumentato l’età per la pensione di vecchiaia da 62 a 67 anni: cinque anni in piú! Prima qualcuno andava in pensione a 34 anni (o a 40-45), ora a 67. Ti pare giusto?
Da allora la situazione sta ancora peggiorando. I nostri figli e nipoti rimarranno con un pugno di mosche…
… … …
Ebbene, questo è lo Stato che IO NON VOGLIO.
Fabio, premetto che non ne so nulla, per cui su questo tema sono un ingenuo. E’ però vero che il vecchietto si ammala e viene curato dal Sistema Sanitario Nazionale che da qualche parte i soldi deve trovare. Immagino anche dall’INPS. Fossimo in altri Paesi “avanzati” la misera pensioncina annuale non gli basterebbe nemmeno per l’aspirina…
Importo pensione media mensile in Italia: € 1271 (fonte: http://www.finanza.com).
Durata media della vita in Italia: 83,4 anni.
Età pensionamento: 67 anni.
Durata del pensionamento: 83,4 – 67 = 16,4 anni.
Importo percepito in un anno di pensione: € 1271 x 13 mensilità = € 16.523
Importo percepito durante il pensionamento: € 16.523 x 16,4 anni = € 270.977
Michelazzi. Visto che Crovella mi ha tirato in ballo. Nella risposta a Perth (tentativo inutile) ho cercato di fargli capire perché per molti di noi montagna e tematiche politico-sociali sono inevitabilmente intrecciate e non da ora. Il mio riferimento era alla difficolta di sviluppare qui un dibattito di dettaglio e su tematiche più tecniche di riforma costituzionale e istituzionale. E infatti un po’ si è visto. Tutto qui. Il tema è sicuramente molto importante e richiederebbe un clima più pacato e focalizzato sui contenuti e non sulle contrapposizioni personali. Per questo mi sono astenuto, non perché ritenessi il tuo contributo inadeguato al contesto.
Michelazzi. Guarda che T&T è una partizione del GognaBlog, come appunto ho esplicitamente sottolineato al commento 38 (anche tu se in lettore distratto…). In ogni caso, se ci possono scrivere liberamente gli individui, non si capisce perché non ci posso scrivere anche io. Solo perché le idee che esprimo vi infastidiscono? Beh, quello di cui voi “attaccati al passato” (la Costituzione è entrata in vigore nel 1948, ma evidentemente è stata scritta nel corso del 1947, mica l’hanno scritta la notte del 31 dicembre…) non volete accettare è che l’esigenza di cambiare il modello non è del “solo” Crovella. E’ un’esigenza che sta crescendo giorno dopo giorno: è uno tsunami. Noi stavamo lavorando al “manifesto” ben prima della pandemia, poi la pandemia, anzi il lockdown, ha inevitabilmente messo i lavori in stand by. Ma quello che neppure noi ci aspettavamo è che gli ultimi due anni hanno fornito un “booster” pazzesco a questa ns idea. In particolare nel corso del 2021: molta gente si è rotta definitivamente del modello vecchio di 75 anni. Tutta la questione delle proteste dei no vax ha pesato non poco su tale sentiment. Infine il teatrino dell’elezione del Presidente della Repubblica ha dato il colpo di grazia. Infatti il perno centrale della nostra proposta è l’elezione diretta del Capo dello Stato, che avrà anche poteri esecutivi. Puntiamo ad un modello socio-economico-costituzionale più snello ed efficace. Le decisioni devono esser immediatamente esecutive. Tutti ‘sti bizantinismi come quelli in cui sguazzi nel tuo articolo sono solo dei fardelli che impediscono lo sviluppo. La nave si è già arrestata da tempo e anzi sta già affondando, almeno rispetto ai livelli aurei dell’Italia degli anni 70-80 (5 potenza mondiale in concorrenza con UK!): se non interveniamo, la nave affonderà nella palude, i nostri figli e nipoti saranno ancor più facilmente colonizzati dai popoli emergenti (cinesi, arabi, ecc e forse anche ucraini che, fuggendo dall’eventuale guerra, arriveranno dai noi con le palle d’acciaio, altro che bambini dell’asilo che frignano per i “diritti”…). D’altra parte sono due anni che molti di voi (da Benassi a Ginesi, da Bertoncelli a te-ultimamente) vi lamentate perché nell’attuale sistema è possibile concretizzare facilmente atti anticostituzionali (es tutto il tema delle restrizioni e del SGP…): quindi voi stessi ammettete che il modello a voi caro fa acqua da tutte la parti… e alla fine ve lo prendete nel piede (così si dice a Torino). Se non volete fare nulla per cambiare un sistema che fa acqua da tutte la parti… alla fin fine ve lo meritate se continuerete a prendervelo nel piede: se leggi i giornali, avrai verificato che Carlo Calenda, nel congresso di Azione dello scorso weekend, si è schierato nel fronte del CentroSinistra ma ha già anticipato che prevede Draghi come premier anche dopo le elezioni del 2023… Draghi non cambierà come persona fra ante e post 2023: per cui, di fronte ad eventuali nuove recrudescenze della pandemia anche dopo il 2023, preparati a nuove puntate del tema restrizioni-SGP. Lo vogliono quelli di sinistra, cui voi guardate come tutori della Costituzione… Buona giornata!
Cari miei, rassegnatevi: avete di fronte un vero e proprio thin tank e presto ne vedrete i frutti!
…o era un tin tank?
Buonasera a tutti.Non entro nemmeno nel merito delle discussioni questa volta. Ho pubblicarto una riflessione quindi per quanto mi riguarda la posizione è quella indicata, perciò osservo con attenzione le diverse posizioni senza interferire.
Un appunto però mi preme… :Caro Crovella, senza minimamente entrare nell’ambito delle tue incombenze legislative, forse però qualche lacuna su dove scrivi esiste:”Concorfo con Pasini che un blog di montagna (anche se nella partizione “socio-cultiale”) non sia il contesto adeguato per dibattere di riforme costituzionali”
Solo che questo spazio non è Gognabloig ma….:
Totem e Tabù
è una lettura per individui liberi che:- sanno che è priva di contenuti retorici e di luoghi comuni;- sanno che contiene prospettive di carattere eretico;- sanno che certi articoli dovrebbero essere letti con la curiosità, il sospetto o la resistenza che certe idee meritano;- sanno che le persone che l’animano combattono aspramente ogni genere di inquinamento.
Perché può capitare di leggere male…
Saluti
Vi suggerisco sommessamente di attendere se e quando il “manifesto” uscirà pubblicamente, prima di lanciare i vs strali. Sparate a vanvera senza avere sotto gli occhi un testo definitivo. Ho sempre parlato di work in progress. Nel caso di pubblicazione definitiva di tale manifesti potrebbe anche esserci in calce la mia firma, ma non e sicuro e non sarà né la prima né la più importante. Ben altri nomi caratterizzeranno il testo, ma immagino comprenderete che per riservatezza non posso citarli ora. Il secondo passo sarà, con tutti i crismi di legittimita’ e dopo adeguata campagna elettorale, arrivare a una votazione su tale proposta. Immagino che voi voterete contro. Ma ci saranno molti altri cittadini che voteranno a favore. Alla fine si tireranno i conti. Se la maggioranza vuole cambiare, si cambierà, sennò no. Sbraitare oggi, come fate voi, è prematuro e senza costrutto. Per Giacomo: per cambiare il modello è necessario metter le mani nella Costituzione, considerato che la Carta contiene le regole del modello socio-politico-giuridico in questione. Non ho detto che la vogliamo cambiare tutta, ma noi propendiamo per oltrepassare il tabu’ che essa è intoccabile. Sennò non si cambia niente. Noi stiamo lavorando, alacremente, per cambiare il modello in visione futura: il primo passo è apportare modifiche nella Costituzione. Ovvio che le modifiche da noi im aginate sono propedeutiche a come immaginiamo l’Italia del futuro. Buona notte a tutti.
Fabio, perche’ invece di parlare di aria fritta non ti fai un calcoletto. Ipotizza 15-20 anni di pensione (decidi tu con che assegno ), e vedi quanto dovrebbe/avrebbe dovuto versare corrispondentemente il lavoratore per corrispondere a quello che tu sostieni essere gia’ proprieta’ sua. Poi vai a vedere se questo corrisponde a realta’.
Mi spiace, ma da quello che scrivi, tocca dare ragione a Crovella, parli di diritti senza averne alcuna idea.
Giacomo, visto che io non capisco un ca**o (come dice pure Crovella), ti faccio il seguente esempio, facile facile.
Pinco Pallino lavora un’intera vita, che sia metalmeccanico o ingegnere nucleare ovviamente NON ha alcuna importanza. Nel corso dei decenni versa allo Stato un milione di euro. Alla fine ha o non ha il diritto di vedersi restituire i suoi soldini?
Prego rispondere: SÍ o NO. Altrimenti fare come Crovella.
Fabio, a parte il fatto che e’ evidente che non hai capito la domanda. Ad ogni modo non vedo cosa mai ti si possa rispondere ad una affermazione tanto generica quanto vuota di concretezza: di quale categoria di lavoratore stai parlando?
Personalmente, leggendo bene gli obiettivi di cui Crovella parla in modo estremamente generico, lo trovo abbastanza condivisibile. E’ facile cadere nella contestazione aprioristica, vista la reputazione che si e’ costruito qui sul blog. Semmai non condivido che, per arrivarci, si debba cambiare la costituzione. Per i problemi che ha elencato, non mi pare c’entri nulla.
Giacomo, se un lavoratore DEVE pagare allo Stato un milione di euro per contributi pensionistici durante un’intera vita, ha il diritto che poi gli siano restituiti sotto forma di pensione. Altrimenti si parla di furto: lo Stato deruba il lavoratore.
N.B. Il caso dei famigerati pensionati baby, dei pensionati con la cosiddetta legge Mosca, dei pensionati della Regione Sicilia et similia è ovviamente diverso: è l’opposto.
Guardiamo al passato a quelle persone che con il loro impegno e sacrificio hanno lottato per darci i diritti fondamentali della persona. Perchè in uno stato che dice di essere civile non ci sono sudditi.
Non ci devono essere persone da spremere, non ci devono essere privilegi.
Difendere questi diritti, che a noi ci sembrano ovvi, ma non lo sono, perchè a molti sono costati libertà e sangue, è un DOVERE.
Ginesi, nella tua accezione esiste un diritto alla pensione? E’ un diritto “connaturato all’uomo”?
Crovella, ma tu, prima di replicare, leggi i commenti dei tuoi interlocutori? Leggi le loro contestazioni? Le capisci? Riesci ad afferrare i perché e i percome? No, eh?
… … …
Ora io ti domando: la libertà di parola ha un costo? la libertà di lavoro ha un costo? la libertà di circolazione ha un costo? Non sono domande difficili: perfino tu, con il tuo concetto di diritti civili, dovresti riuscire a rispondere.
“I diritti non sono gratis, hanno un costo che grava sul debito”
mi sarei giocato le palle che la risposta sarebbe stata che nella thinktank ci sono eminenti giuristi, ai quali – se non cacciano a pedate uno che scrive simili sconcezze – non farei scrivere neanche il regolamento del cortile del mio condominio.
I diritti connaturati all’uomo, nella accezione filosofica, sono immanenti e non. suscettibili di valutazione economica, almeno sotto il profilo del loro esistere.
Ora non pretendo che chi si abbevera di cappuccini costituzionali sabaudi conosca Kelsen, Hume, Ferrajoli o Calamadrei (per citare schegge di pensiero nel mare magnum della riflessione sul punto, visto che oggi ormai andiamo dietro ai Bill Gates di turno) ma almeno piantiamola di dire che la Costituzione del 1947 (entrata peraltro in vigore nel 1948 e come tale universalmente nota) sia vecchiume.
In quegli anni si colloca anche la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Immagino che per i novelli costituzionalisti cresciuti sotto la mole sia ciarpame vecchio e inutile anche quello.
Francamente, io durerò poco, ma il mio auspicio e che i miei figli e i miei nipoti crescano in un mondo privo di Crovelli e di produttori di pensieri che considerano i diritti fondamentali dell’uomo vecchiume superato.
Mi chiedevo dove fosse finito quello della Settimana Enigmistica che si metteva uno scolapasta in testa e la mano tra i bottoni del cappotto dicendo di essere Napoleone.
Come ho sinteticamente detto all’amico Pasini pochissimi giorni fa, nei commenti dell’articolo precedente a questo, la squadra di lavoro opera in modo riservato ma non eversivo. Concorfo con Pasini che un blog di montagna (anche se nella partizione “socio-cultiale”) non sia il contesto adeguato per dibattere di riforme costituzionali, ma gli ho sinteticamente segnalato alcuni punti cardine.dellr ns idee. Ho anche precisato che l’operatività e’ work in progress, per cui tutte le anticipazioni in cui voi vi sbizzarrire sono fantasiose perché non fondate su proposte al momento definitive. Aggiungo che ovviamente la think tank non è composta solo da me, ma fa numetosi individui, fra cui anche eminenti personaggi, spesso con competenza giuridica e costituzionale di altissimo profilo. I tecnicismi saranno messi a punto con adeguata competenza.
In conclusione mi preme invece sottolineare un punto ideologico. Chi sta attaccato con le unghie e con i denti alla Costituzione vecchia di 75 anni, guarda indiscutibilmente al passato. Noi ci poniamo invece l’obiettivo di guardare al futuro, cipe” di immaginare l’Italia fra 20 oppure 30 o magari 50 anni. Ci poniamo domande del tipo: come desideriamo che possano vivere i figli e i nipoti? Non necessariamente i ns figli anagrafici, sto parlando di prossime generazioni. I diritti non sono gratis, hanno un costo che grava sul debito, ovvero sarà caricato sulle spalle di figli e nipoti. Il nostro auspicio è alleggerire il peso sulle generazioni future. Per far questo occorre che siano maggiori i “costi” (non necessariamente finanziari, ma sociali) che ci carichiamo sulle spalle di non adulti di oggi. Più costi oggi vuol anche dire meno privilegi oggi. Per esempio pensioni un po’ tagliate (sto parlando sopra certi livelli) permettono di alleggerire il sistema pensionistico a favore delle future generazioni. Il padre oggi, rinuncia a un po’ di pane, affinché, in un domani, quel pane ci sia più facilmente sulla tavola dei figlio. Questo è il succo.
È questa la differenza strutturale: voi guardate al passato (la Costituzione del 1947), noi guardiamo al futuro. Ciao!
Massimo, C. fomenta una stupida contrapposizione perché ci vive sulla contrapposizione.
Perché è definito dalla contrapposizione, perché senza contrapposizione non è nulla.
Ci sono persone così, persone che devono sempre poter dire “io ho ragione e tu torto”, “io sono diverso da te” e “io sono meglio da te”, altrimenti non esistono.
Ma francamente mi sono un po’ rotto gli zebedei…a essere sincero non so nemmeno perché scrivo certe cose, ma tant’è.
Bene, Caro Napoleone Crovella, ora posi la feluca, prenda le sue gocce e vada in refettorio che è pronta la cena.
Continuare a confondere lacci e laccioli con i diritti fondamentali farebbe paura anche alla comunità delle scimmie di ngorongoro, altro che progetto di rifondazione costituzionale.
Che taluni parametri del 48 debbano essere rivisti può anche esser vero, ma che i diritti fondamentali (Ad oggi spazzati da un orda di follia normativa, a cui la c.d. pandemia è stata strumentale) siano impedimenti è tesi che può sostenere, more solito, uno che non sa di cosa sta parlando (diamo per assodato che fai parte delle brigate rivoluzionarie costituzionali sabaude, che sei conferenziere e scrittore apprezzato, etc, etc, così ci risparmi il pistolotto, ma ad ogni sillaba che scrivi qui dimostri di ignorare i fondamentali almeno nel campo del diritto).
I fondamenti dello stato e del meccanismo sociale si imparano sui libri, ci si forma nelle università, si approfondiscono temi che hanno infiniti risvolti, non leggendo bene pile di quotidiani in qualche dehors sabaudo o orecchiando quel che dice la figlia studente di giurisprudenza.
Le imprese vessano i giovani semplicemente perché il nostro modello sociale è improntato unicamente alla massimizzazione del profitto e ogni tutela sul lavoro è stata spazzata da finte politiche di sinistra degli ultimi 30 anni, con normative strumentali allo sfruttamento.
La ricetta fondamentale, a mio avviso, è un radicale ricambio della classe dirigente, l’eliminazione dell’ampia fascia di corruttela e spreco che vi è in ogni settore della PA, la semplificazione normativa di moltissimi aspetti, il drastico calo della pressione fiscale sui privati, soprattutto, e sulle imprese.
altro che movimenti costituzionalisti sabaudi.
In questo paese non si vive e non si lavora più perché qualunque iniziativa economica è soffocata da miliardi di adempimenti e tonnellate di costi (funzionali al mantenimenti di un sistema).
Io temo che questo passaggio sia purtroppo utopia, poiché in realtà è connesso a problemi sovranazionali.
e poi, caro Napoleone, hai veramente sfinito con la nostra e la vostra società.
Manco sai a chi e di cosa parli e continui a fomentare una stupida contrapposizione.
caro Matteo allora ho letto e capito anche molto bene.
Crovella non passerai!
[continuazione]
3) Politica: occorre che chi è al governo possa agire senza impedimenti, distrazioni e inutili perdite di tempo e dimostrare cosa è capace di fare. Altrimenti al prossimo giro lo si rimanda a casa. L’ideale sarebbe avere un Presidente eletto direttamente che si sceglie i Ministri e forma il Governo e deve risponderne alle elezioni…si potesse sarebbe meglio eliminare anche il Parlamento, che ci costa tantisssimo e serve solo a far perdere tempo e denaro con inutili pretese.
4)Politica sociale: favorire quanto più possibile la libera impresa e il privato, con leggi ad hoc e finanziamenti a fondo perduto senza chiedere alcunché in cambio, perché questo favorirà l’accumulo di ricchezza che si diffonderà rendendoci tutti migliori. Diminuire e se possibile azzerare l’intervento pubblico in qualunque campo, dalla sanità all’istruzione, perché è per definizione molto più efficiente e questo è un bene per il Paese. Al massimo il Governo può pretendere che ogni cittadino sia obbligato a un’assicurazione (privata , ovviamente) per assicurare a se’ e ai propri cari istruzione e salute.
E qui mi fermo perché altrimenti la mia pressione sale e il mio cardiologo non è contento…però tutto il resto puoi immaginarlo con poco sforzo
Io so leggere e bene, ma qui non c’è bisogno di saperlo fare, Alberto, per capire.
La ricetta è sempre quella:
1) Lavoro: bisogna eliminare i lacci e i lacciuoli (come diceva il Precursore, l’Unto, l’Imprenditore). Quindi meno leggi e più snelle, via le imposizioni e i divieti. Chi ha un’idea deve poterla realizzare senza star tanto a pensare alle conseguenze. Certo magari si inquina un po’, ma poco che gli imprenditori non sono certo pazzi irresponsabili, ma per definizione saggi, lungimiranti e dediti al bene comune. Comunque vivere è rischioso, quindi se anche muoiono 2 o 3 persone al giorno è purtroppo una tragica fatalità.
2) Industria: ovviamente bisognerebbe diminuire le tasse alle imprese per far si che gli imprenditori possano essere competitivi godere del giusto ritorno del loro impegno, intelligenza e dedizione; se riusciamo a creare una classe imprenditoriale ed industriale benestante, poi la ricchezza gocciolerà (trickle-down) anche sui lavoratori. Altrimenti è ovvio che delocalizzeranno e i nostri figli non troveranno mai lavoro. Questo perché il costo del lavoro è assolutamente insostenibile e non riusciremo mai a reggere la concorrenza di Germania o Francia
[continua]
Uno dei tanti problemi dell’attuale società è che la scuola non insegna più a leggere. leggere non inteso come saper distinguere la “a” dalla “b” e dalla “c”, ma leggere inteso come saper cogliere il senso e il contenuto delle frasi (scritte o dette), il che corrisponde a saper cogliere il contenuto delle “cose” della vita. La scuola è sulle ginocchia a maggior ragione dopo due anni di dad e pandemia varia. Se non si interviene, i nostri figli e nipoti saranno ancor più facilmente schiavizzati da cinesi, arabi e vari altri popoli emergenti. Non parlo dei “miei” figli in senso stretto, loro sono corazzatissimi e, nel caso, possono trovare un lavoro a Londra, Berlino, New York quasi con uno schiocco di dita. Parlo di intere generazioni che non hanno avuto le stesse chance dei miei figli e, anzi, patiscono ancor di più per la scarsa preparazione degli ultimissimi anni causa pandemia. Molti di voi ridono quando racconto che trascorro molto tempo, quasi ogni giorno a “leggere”. Ma saper davvero “leggere” è il primo passo che devi fare per saper vivere davvero. E’ come saper scegliere a tavolino l’itinerario giusto per il momento: se canni quel primo passo, tutto dopo è inevitabilmente sbagliato.
Per quanto riguarda i diritti, parlo cumulativamente dell’insieme di pesantezza dei diritti, in particolare di quelli che gravano sul mondo del lavoro, dal cosiddetto cuneo fiscale, alla miriade di spiccioli risvolti della quotidianità. E’ talmente pesante, oggi come oggi, assumere a tempo indeterminato che la reazione del mondo imprenditoriale è: basta, non si assume più. Da qui derivano i miliardi di forme di precariato. Ma non è colpa degli imprenditori, è colpa del sistema in essere. Infatti in un modo o nell’altro le imprese trovano le soluzioni, mentre chi c’è l’ha nel piede (come diciamo a Torino) sono i giovani, che non trovano impieghi a tempo indeterminato (questo acuisce l’indecisione sul futuro, non favorisce i progetti di far famiglia e aver figli ecc ecc ecc). Quindi va cambiato il sistema, radicalmente. Per far si che la “nave Italia” si rimetta in moto la cosa importante NON è star a confrontare se questo p quel decreto corrisponde alla Costituzione oppure no ecc ecc ecc (tutte fisime da gente cvhe non ha capito nulla del problema sul tavolo). Viceversa occorre ristrutturare il sistema dalle fondamenta, iniziando da un nuovo modello costituzionale. Buona giornata a tutti.
Io capirò Roma per toma del resto sono ignorante.
Ma te dall’alto della tua sapienza scrivi in maniera subdola.
Ma allora, visto che non capiamo, illuminaci su questi generici fardelli e diritti che andrebbero eliminati nel mondo del lavoro. Ripetere all’infinito le stesse affermazioni senza entrare nello specifico oltre ad essere noioso non aiuta a “capire”.
Tu non “leggi” mai bene, accipicchia (ma come dai a vivere? capisci sempre Roma per toma…). Il senso corretto è che oggi, nell’attuale mondo del lavoro, c’è solo precariato per i giovani. Puntiamo a sgomberare questa situazione e tornare ad avere un mondo del lavoro che assorba i giovani come Dio comanda (maggiori prospettive reddituali facilitano i progetti di far famiglia e aver figli, la cui scarsità è un altro male attuale della nostra – anzi io direi “vostra” – società). Per ottenere un mercato del lavoro più evoluto ed efficiente, bisogna alleggerirlo di tutti i fardelli che gli avete messo sopra nei decenni, occorre quindi riformulare le regole totali del gioco.
Eccola la bella proposta per risanare questa società: PRECARIATO, cancellazione dei diritti.
Speranza quinquennale anche no grazie. Ma se Nuvolari avesse pensato a tante cose, avrebbe vinto così tanto?
Comunque chi fa per sé fa per tre.
Comunque, quando corre Nuvolari mette paura (Lucio Dalla).
Marco, sto scherzando! E, a mio sfavore, l’ho perfino intitolato “il Pistolotto”!
… … …
Comunque, se volete che mi adegui al livello dei discorsi delle mummie del Politburo durante il XVII Congresso del PCUS, non avete che da dirlo! Lei, signor Gogna, desidera che relazioni il GognaBlog sul prossimo Piano Quinquennale del ministro Speranza sulla pelle degli Italiani?
Non ce la fa.
Fabio, se prendi per diatriba una precisazione storica sulle origini del nazismo e le sue cause, sei un po’ fuori strada. E con Marcello/Nuvolari, sono semplicemente un appassionato di Formula 1… Non vederci quel che non c’è…
——— IL PISTOLOTTO ———
Signori, dopo gli appassionanti duelli Vegetti vs. Merlo, si prospetta un’altrettanto interessante tenzone Vegetti vs. Cominetti.
La scintilla scatenante potrebbe essere la celeberrima vittoria di Nuvolari nel 1935. O era il 1932? o il 1929? Mah… I curiosi compulseranno freneticamente Wikipedia per sviscerare il busillis.
“Checcefrega?”, direte voi. Ebbene, sbagliate! Le guerre scoppiano anche per inezie. Per esempio, se l’arciduca Francesco Ferdinando in quel fatidico giorno non fosse andato in gita a Sarajevo ma – chessò? – a veleggiare romanticamente con la moglie sul Lago Balaton, forse dopo nove mesi avrebbe visto la luce un altro principino erede al trono e il mondo si sarebbe risparmiato nove milioni di morti e tutto quel po’ po’ che ne seguí, Hitler compreso. Per cui anche Nuvolari sarebbe passato in secondo piano. E Vegetti e Cominetti ora non minaccerebbero diatribe nel GognaBlog.
P.S. Morale della favola: la vita – tutta la vita – è un affare complesso e misterioso. Una gita a Sarajevo o i battiti di una libellula tra le paludi del Giurassico possono cambiare i destini del mondo e dell’uomo. Meditate, gente.
Fine del pistolotto.
Confermato. Luna nuova permanente.
Marcello, non mi fare il Merlo… La vittoria di Nuvolari al Nurburgring era del 1935. 28 luglio. Il nazismo era al potere da due anni… Merci!
Vegetti e dove la mettiamo la vittoria di Nuvolari con l’alfa rossa sulle 9 Mercedes al Nurburgring?
Luna nuova? E’ quella che fa venire le mestruazioni alle donne?
Si direbbe che possa avere anche effetti alla circolazione in altri organi…
Sempre luna nuova.
Marcello, la nascita del nazismo? E la fine della Prima Guerra Mondiale e le riparazioni di guerra? La divisione territoriale post-bellica e il conseguente nazionalismo? La disoccupazione dovuta alla crisi del ’29? La borghesia alla ricerca di un uomo forte spaventata da una rivoluzione bolscevica e dalla Repubblica di Weimar? Il modello fascista? Nulla di questo ha contato nelle origini del nazismo? E dove sono tutte queste altre “cosucce” oggi?
A scanso di equivoci, preciso solo che il gruppo di lavoro non è segreto. Ovviamente per ora si muove in modo riservato e informale. Ma ho già detto che non è attività eversiva. Passo dopo passo, se maturano le condizioni, porteremo avanti la ns campagna politica nella piena trasparenza.
Approfittare della situazione provocata dalla pandemia.Tenere l’apprezzatissimo grinpas modificando la Costituzione per renderlo legale.Operare in un gruppo “segreto” che solo l’anestetizzazione popolare pandemica ha reso credibile, ricorda la nascita del nazionalsocialismo.E per dire che siamo ridotti come il terzo mondo, quest’ultimo bisognerebbe averlo visto e vissuto.
@8 non posso qui sintetizzare un piano molto complesso che probabilmente richiederà anni per una sua eventuale concretizzazione. Quello che abbiamo in testa noi (il gruppo di lavoro di cui faccio parte) si incentra sulla riforma di governo, in senso semi-presidenzialista ms non si ferma lì. Sentiamo il bisogno di rivedere le priorità esistenziali. Alcuni “diritti” sono ormai solo più dei feticci dei totem ideologici e nulla più. Meglio riformulare completamente il modello sociale, oltre che costituzionale. Ti faccio uno dei mille esempi di eccesso di diritti che jngolfano la realtà: il mondo del lavoro. A forza di inserire diritti su diritti, nessuno assume più (a prescindere dalla oandemia). Per i giovani quindi solo ipotesi di contratti precari, dalle più fantasiose varianti. E all’opposto quando una multinazionale delicalizza, mette sul lastrico decine o centinaia di lavoratori con le loro famiglie. Non riesco a capire come non siate voi, voi di sinistra, a sentire l’esigenza di cambiare il modello. Invece no, siete agganciati con le unghie e con i denti al vostro totem e ad un modello sociale e costotuzionale che ormai fa acqua da tutti i pori. Boh. Cmq non svelo altro su quello che stiamo elaborando. La cosa rilevante è questa: mentre in era pandemica ci ridevano dietro, nel 2021 abbiamo già registrato molto più interesse. Nelle ultimissime settimane, specie dopo il teatrino delle elezioni del Presidente della Repubblica, l’interesse si è nuovamente acceso con una accelerazione accelerazione impressionante. Mentre c’è una fascia di “vecchietti” nostalgici dei feticci astratti, sta emergendo una nuova ondata che esige altre risposte. Quelle che date voi sono risposte vecchie, storicamente vecchie, e suscitano solo irrequietezza nelle nuove generazioni. Buona domenica.
@ 10
“Chi è ‘sto fantomatico popolo?”. Beh, caro Marco, permettimi di dire che un ex comunista che ignora chi sia il popolo mi lascia – come dire? – leggerissimamente sconcertato. 😅😅😅
Comunque eccoti la risposta, non difficile. Il popolo siamo noi: io, tu, Crovella, Pasini, Cominetti, mia moglie, il mio vicino, il mio barbiere, il barbiere di Crovella, ecc. ecc. Sessanta milioni di eccetera.
Considerato che si tratta del nostro futuro, riconosci oppure no che dobbiamo essere noi a decidere? Si chiama democrazia.
… … …
E se sbagliassimo le scelte, beh… almeno avremmo sbagliato noi, diretti interessati del nostro futuro. Non Draghi (NON eletto dal popolo), non un tizio scelto dai partiti sulla base dei loro interessi di potere. Con Renzi e con i Cinque Stelle ha sbagliato il popolo (o, meglio, chi li ha votati). In ogni caso decidiamo noi. Ripeto (e non mi stancherò mai di ripetere): si chiama democrazia.
Caro Marco, fortunatamente i fascisti in Italia oggi sono rimasti in quarantatré, forse quarantaquattro. È questo oggi il nostro problema piú urgente? Quarantaquattro gatti.
… … …
Se però incominciamo ad aggiungerci tutti coloro che ci stanno togliendo la libertà di lavoro, la libertà di studio, la libertà di muoverci devo desideriamo, la libertà di scegliere cure e vaccini (la mia vita è mia: sono io che ho il diritto di decidere per me, non Draghi), ecco che allora ti do ragione: i diritti fondamentali sono sotto attacco. Sta ritornando il totalitarismo? Sono questi i Nuovi Fascisti in versione ventunesimo secolo?
Fabio, ma chi è ‘sto fantomatico popolo? Quello che per vent’anni ha eletto Berlusconi? Quello che ha eletto il panettiere a deputato? Quello che coi suoi voti ha fatto governare 5stelle e Lega? O anche, eleggiamo il Presidente della Repubblica direttamente? Ok. Da dove vengono i candidati? Chi sono? O facciamo come Macron che 40enne senza esperienza ispettore delle finanze e poi impiegato di banca, grazie alle lobby economiche e partitiche arriva a fare il Presidente?
Ovvio che sottoscrivo quello che dice Carlo. A me sembra, e nessuno si offenda, che siamo noi a difendere quel poco che resta dello Stato di diritto. Che c’è invece un tot di persone (poche mi pare, nella realtà) che insorge (ahahahaha) oggi a difendere quello che noi “vecchietti” difendevamo alle superiori e all’Università: perché anche io credo, che esattamente come noi umani, anche la signora Costituzione sia invecchiata. Eppure a centinaia di migliaia IN PIAZZA ci siamo andati anche dopo (vedi le guerre in Jugoslavia e in Iraq) proprio sulla base della Costituzione e a MILIONI l’abbiamo comunque difesa quando Renzi voleva modificarla pro domo sua con un referendum. Oggi, è talmente in pericolo che nessuno (cento, duecento, cinquecento: nessuno) vai in piazza a difenderla né tenta di raccogliere firme e consensi. Togliatti e De Gasperi (e soci) dovevano uscire da vent’anni di dittatura, non da una pandemia. E, conoscendo bene il PCI di allora, credo proprio sarebbero stati ancor più rigidi di un Draghi. Io mi chiedo davvero: ma se pensate a tutto questo sfacelo democratico, che cazzo fate CONCRETAMENTE per fermarlo? Però nessuno risponde mai. Quattro denunce a una Magistratura che comunque giudicate corrotta e partitica? Io mi indigno di più perché la Costituzione prevede il reato di apologia del fascismo e ricostruzione del Partito fascista, ma si lascia esistere impunemente CasaPound o Forza Nuova.
Carlo, ora cercherò di spiegarmi, ma tu devi rifletterci.
1) Un conto è la struttura istituzionale di uno Stato, in particolare repubblica parlamentare vs. repubblica presidenziale.
2) Un altro conto è considerare “aria fritta” e “oppio dei popoli” (parole tue) i diritti costituzionali.
È ovvio che sono due cose assolutamente differenti!
… … …
Vuoi cambiare l’assetto istituzionale? Preferisci una repubblica presidenziale? Pure io ritengo che la nostra repubblica parlamentare con bicameralismo perfetto sia assolutamente inadatta. Bisogna cambiare! Io ritengo molto piú efficiente la repubblica presidenziale (proprio come pensi tu) oppure – e lo preferirei – una repubblica parlamentare ma con una sola Camera ed eletta con un sistema elettorale agli antipodi di quello in vigore. E perché lo preferirei? Per prudenza: di un solo uomo forte al comando non mi fido e di Mussolini ne è bastato uno.
… … …
Quindi è necessaria anche una legge elettorale che assicuri la piena governabilità per l’intera legislatura. In parole povere, è il popolo – non i partiti, non il presidente della Repubblica – che deve scegliere chi governa. Una legge elettorale che assicuri maggiori probabilità di governabilità è quella francese, a doppio turno, oppure quella inglese, maggioritaria. Per le caratteristiche del popolo italiano forse sarebbe piú adatta quella a doppio turno.
È il popolo che deve decidere! E deve essere chiarissimo chi deve comandare, cioè chi ha l’onere di governare il Paese dopo le elezioni. Lo scopo, tra gli altri, è che a fine legislatura si sappia chi ha fatto che cosa, senza scuse. Ora invece, coi balletti di partito, NESSUNO si accolla la responsabilità di quanto ha promesso alle elezioni ma non ha realizzato durante la legislatura: “Noi avremmo voluto fare, ma per colpa altrui non abbiamo potuto. È colpa loro”.
Ora invece alcuni partiti intendono addirittura reintrodurre una legge elettorale proporzionale, che è l’esatto OPPOSTO di quanto serve, perché permetterebbe ai partiti di proseguire nei loro giochi di potere a tutto danno del popolo.
… … …
Altro punto – del tutto differente – sono i sacrosanti diritti costituzionali: libertà di parola, libertà di religione, libertà di spostarsi dove piú ci aggrada, libertà di studio e di lavoro, ecc. ecc.
Beh, NESSUNO può toglierli. Neanche Draghi, neanche Crovella. Solo Hitler.
… … …
Infine, come avrai notato (forse), NON sono affatto “il solito superficiale”.
Questo tuo modo di affrontare l’interlocutore NON è argomentazione, ma il suo contrario. È tipico di chi non sa reggere una discussione e cosí ricorre a espedienti offensivi, che però si ritorcono all’indietro. Cioè ci dicono chi sei. Vuoi continuare cosí per il resto della vita?
Et de hoc satis (spero).
Comunque uno degli ultimi provvedimenti del governo mi sembra sia consistito proprio nell’ elargire fondi per le cure psicologiche…causa effetti pandemia…direi che c’è n’ è più bisogno di quanto pensassi….
Non voglio offenderti, ma sei il solti superficiale. Se leggi con attenzione, verificherai che ho scritto che sono quasi 50 anni che affermo queste teorie e che da un po’ sono coinvolto con un gruppo di attivisti che sta cercando di portare avanti concretamente una campagna di modifica costituzionale. Certo che “so” quel che scrivo, solo che è anni luce davanti al vostro vecchiume ideologico. Per questo non lo capite minimamente.
D’altra parte siete voi i primi a sottolineare che il vs modello fa acqua da tutte le parti. Affermate che il tanto da voi vituperato SGP (da me apprezzatissimo) è anticostituzionale. Lo dite voi. Significa che con il modello in essere si possono benissimo varare provvedimenti esecutivi, immediatamente efficaci sulla popolazione, pur in violazione di Costituzione. E’ questa la libertà per cui fate gli occhi dolci??? Il modello che vi piace fa acqua da tutte le parti. La piccola oligarchia che governa vi prende sistematicamente per il naso. Vi dà in pasto l’aria fritta, vi dice che la Costituzione è valida, che il nostro è uno Stato di diritto ecc ecc ecc ecc… e voi ci cascate come bambini, ci credete e poi, zac!, vi piantano un SGP fra le scapole. Dovreste esser voi i primi a voler cambiare questo modello. Se non vi attivate, evidentemente vi pace farsi prendere in giro…
La Costituzione del 46-47 è roba da archeologia istituzionale. Il mondo è cambiato molto profondamente, specie negli ultimi 25 anni, occorre cambiare radicalmente anche il modello sociale e di sviluppo. Altrimenti l’Italia resta una repubblica delle banane dove pochi fanno le cose e molti le subiscono. Voi continuerete a frignare come bambini ma non combinerete niente di buono. Chi vuole davvero cambiare le cose, si sta già attivando e la risposta dell’opinione pubblica (ovviamente la parte più dinamica e intellettualmente elastica dell’opinione pubblica, non i retrogradi come voi) si è molto vivacizzata sul tema dopo due anni di pandemia… il Covid ha rimescolato tutto… niente sarà più come prima. Chi lo capisce più in fretta, prende posizioni migliori…
“[…] i cosiddetti diritti [costituzionali], lo stato di diritto ecc ecc ecc è solo aria fritta, è l’oppio de popoli.”
Siamo a posto!
… … …
Quale delle seguenti è giusta?
1) Non sa quel che scrive.
2) Ci crede veramente.
3) Provoca per il puro gusto di farci inca**are.
Non sono certo un esperto, quindi adesso scriverò cazzate. Ma non credo che la crisi italiana (e non solo) sia da attribuire alla vecchia della nostra Costituzione . O al fatto che non siamo una repubblica semi o presidenziale. Si il sistema è un pò un pò lento nel decidere, ma la vera differenza non la fa il tipo di sistema ma la qualità delle persone. Puoi avere il migliore autocarro ma se sei un camionista scarso lo fracasserai presto. Abbiamo alla guida persone assai scarse, di limitato spessore, che non vedono avanti, che apesso fanno buon gioco a certi potentati che pensano solo all’interesse proprio e non del paese tutto.
Puoi cambiare la nave ma se a condurla ci lasci la solita scarsa ciurma, è tutto inutile.
Per pura combinazione, mi è capitato di scrivere pochi minuti fa, nei commenti dell’articolo a fianco, che io sono fra coloro che ritengo la Costituzione obsoleta e che vada cambiata. A esser sinceri, ne sono convinto da sempre. Voglio dire che fin da quando avevo 15 anni (metà dei ’70) ho sostenuto che la Costituzione, i cosiddetti diritti, lo stato di diritto ecc ecc ecc è solo aria fritta, è l’oppio de popoli. Vi viene dato in pasto per stordirvi d’ebbrezza come se aveste inalato cocaina, ma poi a muovere davvero le cose ci pensa sempre una oligarchia. A maggior ragione ora, che dalla metà degli anni ’70, ne sono passati altri 50. La Costituzione è obsoleta. occorre una struttura più efficiente, più snella, più diretta. Sono per il pèresidenzialismo, o meglio il semipresidenzialismo alla francese. Capo dello Stato eletto con doppio turno fra coloro che si sono canditati con pubblica campagna elettorale. C’è un govewrno, ma di fatto governa il Capo dello Stato, almeno sulle quesioni impornati. c’è un parlamento, ramo unico, ma non così elefantiaco come il nostro. La magistratura va nettamente ridimensionata, specie nella sua capacità di condizionare la politica con azioni giudiziarie. Questo NON è un attacco alla Costituzione, è un’attività legittima (e NON eversiva) di diffusione di una visione diversa. Ivviamente io la considero più moderna e più evoluta, soprattutto più adatta ai tempi post Covid. Non ci credereste ma la pandemia ha rimescolato tutto e ha scombussolato molti dei cosiddetti equilibri consolidati. Io noto che questi miei discorsi, che faccio da anni, ora fanno molta più presa sull’opinione pubblica. Per esempio, dopo il teatrino della recente elezione (secondo la procedura in essere) del Capo dello stato, l’esigenza di un’elezione diretta alla francese si è fortemente rialzata. La gente vuole incidere nell’elezione in quesitone. Il campo di modalità di elezione del Capo dello strato è in realtà una modifica molto profonda: si porta dietro una rivisitazione dell’intera architettura politico-istituzionale. per questo parlo di necessità di “ri-scrivere” la Costituzione. D’altra parte fu scritta circa 75 anni fa… le rughe sul suo viso sono molto evidenti. Restare aggrappati a un testo che “invecchia” (perché il mondo “evolve”) è perdente per definizione. E’ questo il motivo per cui l’Italia sta affondando: siamo già a standard da terzo mondo, fra poco caleremo del quarto… La partita è aperta, staremo a vedere.
Articolo molto interessante, come spesso accade Michelazzi riesce a vedere PRIMA quello che la maggioranza delle persone non riesce a vedere neppure DOPO: che si tratti di un appiglio su una via di roccia o che si tratti di un vero e proprio attacco alla Costituzione.
Brigatista!