Cominciamo dalla Sardegna. Già in passato abbiamo affrontato l’argomento dell’abusivismo in questa regione: quattro sono gli articoli più importanti, alcuni dei quali hanno a suo tempo suscitato le più disparate reazioni. Ecco l’elenco:
22 settembre 2015: https://gognablog.sherpa-gate.com/denuncia-della-via-ferrata-di-giorre/
27 aprile 2016: https://gognablog.sherpa-gate.com/le-indagini-sulla-via-ferrata-del-cabirol-capo-caccia/
4 maggio 2016: https://gognablog.sherpa-gate.com/ancora-sulla-via-ferrata-di-giorre/
22 giugno 2016: https://gognablog.sherpa-gate.com/accompagnare-in-sardegna/
Nell’ambito della revisione, in atto presso l’apposita commissione parlamentare, della normativa a proposito dell’accompagnamento su difficoltà alpinistiche, il Collegio Nazionale Guide Alpine Italiane ha ritenuto opportuno istituire al suo interno un’apposita Commissione Abusivismo che si prenda carico (dopo opportuna consulenza legale) di segnalare alle autorità competenti ogni eventuale caso documentato di esercizio abusivo della professione di Guida Alpina.
Come primo segnale dell’avvenuto cambio di rotta nella colpevole tolleranza finora adottata di fronte ai numerosi casi di abusivismo, il presidente Cesare Cesa Bianchi ha firmato e spedito per raccomandata il 7 dicembre 2016:
– una denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Cagliari con oggetto una segnalazione di abuso di professione (art. 348 c.p.) per la figura di Guida Alpina (L. 6/89 sull’ordinamento della professione di Guida Alpina) e con richiesta di provvedimenti, a carico del sig. Corrado Conca e di altri promotori;
– una denuncia querela con le medesime motivazioni alla stessa Procura della Repubblica di Cagliari a carico del sig. Massimo Putzu.
Nella prima, nelle necessarie premesse si espone l’esistenza sulle pareti rocciose di Capo Caccia, Alghero (SS) della via Ferrata del Cabirol, si precisa che questa presenta difficoltà di arrampicata di III grado UIAA e complessiva EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura alpinistica); si spiega che il percorso richiede l’utilizzo di attrezzatura omologata per l’attività alpinistica (UIAA, CE) come moschettoni, caschi, imbraghi, corde ecc. e la conoscenza di tecniche alpinistiche.
Si ricorda che (legge 2 gennaio 1989 n°6 all’Art. 2) l’accompagnamento su roccia e l’insegnamento di tecniche alpinistiche “laddove possa essere necessario l’uso di tecniche e di attrezzature alpinistiche debba essere esercitato in via esclusiva dalle guide alpine abilitate all’esercizio professionale e iscritte nell’albo professionale delle guide alpine…” . Si ricorda pure che la legge regionale della Sardegna n. 20/2006 riconosce e tutela le attività professionali di accompagnamento di Guida Ambientale Escursionistica (GAE) e Guida turistico-sportiva (GTS) e che quindi, in mancanza di questi titoli, l’esercizio è da ritenersi abusivo e vietato.
Sulla via ferrata del Cabirol, Capo Caccia
Si citano le sentenze (tribunale di Milano, Sez. IV, 8 ottobre 2004, sentenza n. 9048) e Corte d’appello di Milano, Sez. II, 30 maggio 2005), che hanno condannato due istruttori iscritti ad un’associazione sportiva dilettantistica che organizzavano, remunerati, corsi di arrampicata in falesia.
Nelle premesse si cita anche in che modo il Collegio sia venuto a conoscenza dei fatti.
S’informa che le attività e i servizi in questione vengono prevalentemente pubblicizzate mediante siti web ma anche attraverso depliant distribuiti ad Alghero e nel Parco Regionale di Porto Conte (SS).
Gli operatori individuati per i quali è ipotizzata la fornitura di servizi abusivi sono:
- http://it.travelmotus.com/via-ferrata-del-cabirol.html
- http://www.sardiniatrekking.it/vie-ferrate-in-sardegna.html
- http://www.esnsassari.it/events/ferrata-del-cabirol-1-wild-sardinia
- http://www.antonelloazara.it/index.php/2013-11-16-23-26-41
- http://www.ferratacabirol.it/: in questo sito è possibile prendere visione di due video in cui la guida “Corrado Conca” accompagna Linea Blu – Rai Uno (https://vimeo.com/6545896) e Vincenzo Venuto (trasmissione Missione Natura).
Si segnala in particolare l’attività di Corrado Conca www.corradoconca.it, iscritto su Trip Advisor, che dichiara nel suo sito di esercitare la professione di Guida Escursionistica e di essere iscritto al Registro Regionale delle Guide della Sardegna con il n. 580 mentre il suddetto non è Guida Alpina e, in base alle ricerche sul sito della Regione Sardegna e dell’Albo GAE, non risulta iscritto al Registro Regionale delle Guide della Sardegna, né come Guida Escursionistica e neanche come Guida Speleologica (Guida turistica-sportiva).
A causa delle sue attività professionali inoltre, il sig. Conca era stato richiamato a fine 2013 dall’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, di cui faceva parte in precedenza, perché chiarisse le attività che svolgeva in quanto considerate dalla stessa AIGAE abusive.
Segue la segnalazione che il Conca, come si deduce facilmente dal web, accompagna da anni lungo escursioni che prevedono arrampicate e calate con le corde (ad esempio il percorso denominato Selvaggio Blu) e accompagna ed insegna lungo vie di arrampicata sportiva. Esercita inoltre anche come guida speleologica accompagnando con corde e imbrago dentro grotte che risultano iscritte nel catasto speleologico della Regione Sardegna e accompagna con l’uso di materiali alpinistici sia lungo vie ferrate che tra pareti rocciose.
Salvo frettolose cancellazioni dell’ultimo momento, si segnala, tra le tante pagine, che alla pagina: http://www.alghero-turismo.it/p/a/a/v/Index.asp?l=it&p=91&v=4 si pubblicizza la stessa persona (Corrado Conca) in merito all’accompagnamento sulla via ferrata del Cabirol con annessa tabella tariffaria.
Si richiedono dunque la verifica dell’esistenza dell’abuso di professione, l’adozione di tutti gli ulteriori provvedimenti necessari dopo gli opportuni accertamenti e controlli di legge e la segnalazione dei risultati dell’indagine alla Regione Sardegna.
Negli allegati interni sono compresi:
- Scansione del Depliant per l’accompagnamento lungo la ferrata, in cui viene specificato che il materiale tecnico viene fornito in prestito;
- foto del bancone presso l’ufficio di promozione turistica nella Biblioteca San Michele, Largo San Francesco, di Alghero in cui sono a disposizione i depliant;
- due schermate relative a un paio di link indicati;
- Richiesta informazioni MW e GRIG;
Nell’allegato esterno è la relazione del Focus Group, promosso anche dalla Regione Sardegna il 16 novembre 2015 al quale prese parte il sig. Corrado Conca e dove a pagina 7 lui stesso interviene affermando che: “… gli operatori che lavorano sull’attività su corda sono pressoché tutti abusivi”, con ciò autodenunciandosi.
Considerazione similari per la denuncia-querela riguardante Massimo Putzu, cui rimandiamo. Sempre in tema Sardegna, è’ in corso di preparazione una denuncia-querela per Antonello Azara.
Assieme agli esposti di cui si è data appena notizia, dalla segreteria del Collegio Nazionale delle Guide Alpine è partita anche una pec di segnalazione, consegnata al Comune di Cargeghe in data 17 novembre 2016, nella quale si sostiene:
“… Nonostante le prescrizioni emesse dal vostro Comune relative all’itinerario alpinistico Via Ferrata Giorré, emesse con l’Ordinanza del Sindaco n. 1 del 13-1-2014, volte a tutelare la sicurezza delle attività dei praticanti, abbiamo notato nel corso di questi anni che le attività di accompagnamento a pagamento lungo la Via Ferrata vengono spesso svolte da guide non abilitate, con rischio di infortuni o incidenti mortali per i fruitori. Poiché si tratta di un itinerario complesso, di difficoltà EEA (riservato a escursionisti esperti con attrezzature alpinistiche), che, come avete sottolineato nell’ordinanza, richiede attrezzature specifiche, vista la responsabilità e sensibilità mostrata precedentemente dalla vostra Amministrazione sulla sicurezza, vi chiediamo di richiamare l’attenzione dei praticanti (mediante un’ordinanza e il sito web dedicato all’itinerario) sul fatto che l’accompagnamento di persone a pagamento o comunque con caratteristiche di tipo professionale lungo la Via Ferrata, può essere svolto in esclusiva da Guide Alpine iscritte all’Albo ai sensi della L 6/89”.
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Jacopo, scusa se mi permetto, ma da collega a collega: qua si parla di tutela dei clienti, non di qualità dell’offerta. Conca è anche bravo, basta leggere le recensioni su TripAdvisor, ma se dobbiamo appellarci alla sola qualità dell’offerta, fammi capire, perché abbiamo fatto un percorso formativo di 4 anni e per lavorare dobbiamo essere iscritti ad un collegio professionale con tanto di assicurazione RC obbligatoria, aggiornamento continuo e tutti i cazzi che se frega? Finché esistono le leggi, vanno rispettate. Ripeto: perché Conca, con la sua passione e il lavoro che ha, non fa il corso guide come abbiamo fatto noi, con la nostra passione e spaccandoci il culo per trovare tempo e soldi, invece di fare concorrenza sleale?
Fantastico Conca, ha una denuncia a suo carico e continua a peggiorare la sua situazione. 256 recensioni (moltiplichiamo per 6?). Mi domando: ma visto che lavora (e guadagna) così tanto, perché non fa come i comuni mortali e prova il corso Guide Alpine? Nel frattempo cito: “Personalmente infatti non accompagno nessuno ad arrampicare, ma a percorrere itinerari universalmente riconosciuti e classificati come EEA (a titolo di promemoria potrà leggere le specifiche tecniche delle ‘difficoltà escursionistiche’ sul sito nazionale del Club Alpino Italiano), quali sono – ad esempio – le vie ferrate” “Volevo ringraziare Corrado che molto professionalmente ci ha accompagnato in questa bella e a volte tecnica ferrata” “Tuffi, toboga, teleferica “acquatica” e calate in corda.” “Li mente Corrado attrezzava per le nostre calate abbiamo potuto godere di un paesaggio stupendo che solo Ogliastra può dare. Da li sono iniziate le calate e pura adrenalina e divertimento in piena sicurezza data sia dall’esperienza di chi ci ha accompagnato che ovviamente dalle attrezzature adeguate allo scopo!” Ancora? Molto di più su: https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187885-d4368328-Reviews-Corrado_Conca_Guida_Escursionistica-Sassari_Province_of_Sassari_Sardinia.html
Jacopo
le tue parole penso (e spero) che raccolgano il pensiero di molti.
Gavino
Come primo segnale di risposta è stato dato mandato ad un avvocato di procedere a denuncia penale per diffamazione.
Da facebook 12 gennaio 2017, ore 12.20
Nella mia lunga attività ho sempre evitato di esporre il distintivo di guida alpina perchè il rapporto professionale tra me e l’amico cliente, è un accordo – privato e riservato –
Le nuove generazioni di Guide sanno bene che la concorrenza si batte sulla qualità dell’offerta (conoscenze, preparazione e simpatia), appellarsi a una legge dello stato in un’epoca di sostanziale liberalizzazione delle professioni, risulterà soltanto inutile e dispendioso
L’ho scritto all’inizio di questa discussione e nessuno mi ha cagato. A me, la sola esistenza di una “Commissione abusivismo” mette i brividi. Cominciate piuttosto a saccagnare i vostri colleghi che abusano dell’ambiente con l’elicottero praticando l’eliski!
Scosso dall’evidenza aritmetica e dalla vis che l’accompagnava, sono andato al bar di paese a confrontarmi con Cervantes, che grazie al microclima Ogliastrino si mantiene arzillo e battagliero. Avevo anche deciso di comprare pennelli e colori perché secondo me c’era spazio anche per la mia di creatività. Ci avevo creduto sul serio. E lui mi ha spronato ad agire! Ero pronto, armato di pennello con pelo riverso di cinghiale e acrilici dalla chimica sopraffina. Poi mi sono detto: perché devo aggiungere i baffi alla Gioconda? E ho deciso di desistere, di non seguire lo sprono del belligerante scrittore, che spesso mi ha guidato in queste difficoltà. Sono quindi tornato a guardare le tinte di viola nel blu che caratterizzano quel momento che di solito passa tra il ventesimo e il trentesimo dopo il tramonto, rivolto verso est, traendone grande sollievo.
Jacopo: essendo una Guida Alpina non rappresento la categoria ma me stesso come te d’altronde. L’unico post nel quale ho scritto a nome della categoria è datato 15 dicembre e l’ho ben evidenziato. Se poi non essere d’accordo con te sul lasciar fare, visto anche che devo farmi ancora qualche annetto di lavoro e che dietro a me ci sono qualche centinaio di nuove Guide ed Aspiranti (oltre a quelli che verranno), per i quali immagino valga la pena darsi da fare per evitare che neanche tanto lentamente discreditino una figura vecchia di secoli allora hai ragione. Libertà non è fare qualunque cosa ci vada a genio, perché viviamo in una comunità, pensa che l’Anarchia spesso male interpretata a causa di antiche motivazioni di denigrazione politica, ha un suo codice comportamentale nel Manifesto Anarchico.
Chiara P.: sono sicuro di una cosa, che personalmente se vedo o rilevo una scorrettezza, denuncio la situazione nelle sedi competenti come ho fatto solo qualche settimana fa al mio Collegio di appartenenza, il quale farà i controlli del caso e sono sicuro metterà in atto ciò che gli compete come ha già fatto in passato. Quindi fallo pure tu come un qualsiasi cittadino può fare.
Il perché la Commissione Abusivismo non si interessi di quelle situazioni è ben specificato qualche post più sotto, non serve nemmeno fare ricerche su Google, basta leggere senza tralasciare nulla.
Richard:
due conti – Porto Torres – Ajaccio tariffa residenti intorno ai 46 euro arrivo in serata perciò si necessita di dormire (se non ci si organizza con un mini camper magari). Mettiamo una cifra di 35,00 euro medi per una notte.
Ajaccio – Val d’Ese (stazione sciistica giornaliero 20 euro) 51 chilometri benzina 15 euro?
Quindi i costi totali per una persona sono 46+35+20+15 = 116 euro
Trieste- Tarvisio autostrada 24 euro
km solo autostradali 152 + 152 benzina (che costa + cara della Francia) 50 euro?
skipass giornaliero tarvisio 35 euro
24 + 50 + 35 = 109 euro
Passione per la montagna, gli spazi aperti e la liberta sono le poche cose che accomunano le Guide Alpine
Poliedricità, libertà, spazi aperti e lunghi orizzonti…
Stefano, sei così sicuro di rappresentare la nostra categoria?
Stefano, sei sicuro che non ci siano vostri AmM che accompagnano sul Selvaggio Blu? Sono sicura che almeno un paio di loro lo propongano con tanto di buon battage pubblicitario. Inizio ad avere anch’io il sospetto che la tanto sventolata “Commissione abusivismo” di cui parlate funzioni a targhe alterne… a seconda di quel che vuole o non vuole vedere… Oppure che non sia dotata di Google. Serve un corso? Posso aiutare. Visti i prezzi completamente fuori mercato dei vostri corsi ho calcolato delle paghe orarie per i docenti veramente interessanti.
Quando io, povero interdetto, nonchè appartenente all’infelice casta dei paria non pataccati comprenderò che diventare GA partendo da Cagliari è come farlo partendo da Trieste, mi cospargerò il capo di cenere.
Mgari in cima alla torre Trieste. O alla torre Cagliari, temuto e poco conosciuto pilastro delle Lepontine.
Quindi cordialmente chiudo, vado a prendermi un caffè e salgo in macchina a cercare una goulotte nel Campidano. O una via di misto nel supramonte di Oliena. Magari in bici, perché non ho soldi…
PS, sulla brexit ho il sospetto che per incauta supponenza, tu abbia pestato l’ennesima cacca, e che la lista dei tuoi estimatori non si sia allungata. A parlare di cose e persone che non si conoscono, succede.
Caro Ricky Felderer,
quale dovrebbe essere l’atteggiamento?
Oltre a spiegare per filo e per segno ciò che succede e ciò che stiamo portando avanti e ci sono 8 (otto) post miei che rispondono alle domande in maniera più che esauriente dovrei rispondere alle stesse persone che insistono ancora, giustificando qualche cosa?
Non credo che né io né qualsiasi altra Guida dobbiamo giustificare alcunché in questo frangente, visto che quella che nel caso non viene rispettata è una legge a tutela della professione che esercitiamo e scusa tanto se magari visto l’andazzo, a certe “scusanti” ed a certe insinuazioni (e ce sono molte), non intendo rispondere pacatamente siccome le trovo non soltanto fuori luogo ma offensive come già detto.
Il 17 dicembre scrissi:
“In ogni caso in Sardegna ci sono moltissimi operatori che malgrado vivano la stessa situazione di chi si ipotizza pratichi abusivamente, tendono a comportarsi in maniera corretta nei confronti delle normative e non credo sia cosa buona e nemmeno giusta sostenere chi opera commettendo un reato a discapito di chi si comporta in maniera onesta!!!
Si chiama RISPETTO degli onesti!!!”
Rimango di questa idea e non accetto che si voglia far passare per poveraccio chi di questi onesti se ne frega!
Di Guide che sono intervenute ce ne sono diverse tra i post quindi il silenzio che tu denunci non è veritiero.
Ora pensala come vuoi su di me che in un caso come questo non mi scompongo di una virgola.
Mi aspetterei che alla gogna vengano messi i disonesti (e non parlo dei casi presentati perché sarà nel caso la magistratura a vagliare se lo siano o no) e non che si tenti di metterci chi denuncia una situazione deleteria, in primis, per ciò che significa atteggiamento civile di un Paese!
Buona giornata!
Stefano, perdonami, ma la boria e l’arroganza con la quale rispondi squalifica te e la categoria che rappresenti. Sembri Totò Riina. Con le implicazioni del caso. Chiudo qui la discussione perché è evidente l’atteggiamento tuo e delle guide (che tacciono omertosamente o rimandano con piglio da burocrate di palazzo romano). Gli interventi di alcuni disinteressati come me e le risposte parlano da sole. Sinceramente deluso, saluto.
Mi riferivo a una “lettera denunciante” nei miei confronti inviata alla Vigilanza Ambientale di Baunei (percui il riferimento alla guardia ambientale http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=611&s=19&v=9&c=4563&esn=Primo+piano&na=1&n=10), parlavo da esperienza personale in Sardegna. Chiedi un po’ in giro😘 .
Davide Galli più che della salute del mercato pensa alla tua…se continui così ti piglia un infarto…TISANA??? Te la offro volentieri eh…
Su quanto declami, le risposte ti sono già state date TUTTE ma dovresti rileggere i post… non affaticarti…
Le Corti istituzionali hanno compiti ben precisi e sanno bene quali siano, ma… non sempre purtroppo il cittadino li conosce come dimostri… corsettino di diritto pubblico? Sempre che non ti affatichi troppo eh…
La Costituzione caro il mio Davide Galli è altra cosa, anzi…è LA COSA (meglio sarebbe dire la BASE DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA) e non contempla certo le situazioni qui dibattute se non nei ranghi del vivere civile (ci sono anche vari codici eh…) ma rimando tutto al tuo corsettino di diritto pubblico (ne fanno diversi…) sugli altri soggetti poco chiari in questa vicenda ti posso assicurare che verrà fatta luce e…verranno messi in luce… 😉
Strano che da un rappresentante di un’associazione che ad ogni virgola urla sfoghi e dettami si stupisca e si perplisca al momento in cui chi non ha mai detto nulla si sia stufato e cominci a replicare… strano…
Tisana?
Poi basta! Finisco con questo post di allungare una discussione che ormai rischia di diventare sterile ( probabilmente ci è già arrivata alla sterilità…)
Tanti saluti, baci (virtuali) e tisane!
Stefano Michelazzi perché sviare anche in questo caso con Brexit e altro? Per ripetere lo stesso gioco fatto con me? Con le spalle al muro sull’argomento “la commissione abusivismo CONAGAI non si occupa, come obbligherebbe la L. 6/89, delle attività abusive dei propri aderenti che sono sotto gli occhi di tutti” hai risposto “Davide Galli fatti una tisana e la vita ti sorriderà”. Divertente, se non fosse che la risposta giusta sarebbe stata “Segnalerò e farò in modo che le leggi che invochiamo siano prima di tutto rispettate da noi”. Sviando hai solo confermato l’atteggiamento corporativo e italiota di invocare le regole solo per gli altri e contemporaneamente proteggere il proprio presunto privilegio (orticello).
Peter ti solleva il tema della costituzionalità e ha ragione perché la 6/89 (nata male fin dall’inizio e monca) è in contrasto con diverse sentenze della Corte Costituzionale nel frattempo intervenute, di pronunciamenti dell’antitrust e delle normative europee in tema di professioni e libera concorrenza. E gli emendamenti di cui parli non solo non risolvono, ma sono peggiorativi e retrogradi perché contengono una visione restrittiva, corporativista e superata. Quindi sì, è colpa del Collegio Guide Alpine se non passano gli emendamenti perché sono sbagliati e l’occasione per proporne di decenti e compatibili con la realtà professionale vera era il tavolo di lavoro con le Guide Ambientali Escursionistiche. Tavolo che è stato colpevolmente abbandonato dalle Guide Alpine dopo aver bellamente mancato di rispettare l’accordo sottoscritto. Non proprio il massimo per la credibilità di un Collegio che dovrebbe avere compiti di rilevanza pubblica. Allo stesso tempo vedo arroganza e rifiuto al confronto, con idee di soluzioni di forza e di nessun beneficio per il mercato turistico delle attività outdoor.
Senza un vero cambio di passo e di atteggiamento continuerà a mancare chiarezza verso il pubblico e perderemo tutti il momento proficuo di uno dei pochi mercati che potrebbe essere in salute.
Peter Herold:
di profeti su questo pianeta ce ne sono stati e ce ne sono a bizzeffe… un altro?
il sig. Antonio Riina in “arte” Totò… si difendeva allo stesso modo di quella guida (NON GUARDIA) ambientale che tu citi e se il tuo nome non inganna (se non sei un fake o roba del genere) ti invito a vedere come vanno le cose in UK da dove tu arrivi… LA LEGGE E’ LEGGE da quelle parti e… non ci sono vie di mezzo!
Comunque non ti preoccupare che questi sono solo i primi tre (non due…) …
Jolly Lamberti che tu citi ha le sue idee, è una Guida Alpina e come tale potrebbe benissimo candidarsi al CONAGAI e partecipare come tanti di noi alle discussioni che sono in atto oppure anche solo chiedere di intervenire, non ci guadagni niente sai, caro Peter Herold, ti sobbarchi pure le spese, ma tenti di contribuire al miglioramento della categoria ed anche di quelle nuove realtà che se tu avessi letto meglio i commenti, sapresti sono già in discussione e non è certo colpevole il Collegio delle Guide Alpine se non vengono ratificati gli emendamenti alla legge!
La rivoluzione e la discussione sulla costituzionalità per quanto concerne la correttezza e la morale non la fa certo chi delinque (studiati il termine) e magari parliamo di Brexit ed altre belle amenità del tuo popolo prima di incitare le folle e di parlare di cose che non mi sembra ti riguardino la tua regina Elisabetta te la tieni e non veniamo a dirti che è meglio la Repubblica (anche se la pensiamo così!)…
Ci si risente Peter Herold!
Mi chiedo a quale scopo vengono denunciati due (scelti a caso? perché non si è d’accordo con l’apertura di vie ferrate? perché, come mi disse una guardia ambientale sardo: “spesso vieni denunciato perché qualcuno ce l’hai con te e vuole crearti problemi”?) individui. Il problema della normativa esiste da anni, interessa molte persone e posti di lavoro come testimonia la discussione e la maggior parte delle guide alpine stessi promuove una soluzione a questo vuoto normativo (vedi p.e. dal 2012 https://www.climbook.com/articoli/160-chi-puo-insegnare-l-arrampicata-sportiva-in-falesia ). Inviterei il colleggio “nazionale” delle guide a meditare il ritiro della denuncia e dedicarsi con lo stesso zelo a portare avanti il percorso di istituzione della figura professionale di Guida Montagna – Maestro di Arrampicata previsto della Delibera Regionale N. 30/29 DEL 11.7.2012) http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20120717083110.pdf . Mancano le risorse? Allora via a una bella initiativa di crowdfunding, io come tanti altri saremmo contenti di partecipare. L’attuale legge “nazionale” discrimina strutturalmente la Sardegna e chi ci abita, sarebbe da mettere in discussione la sua costituzionalità!
Hai pienamente ragione Stefano
basta con gli abusivi!
E’ per questo che vogliamo la regolarizzazione di una nuova figura professionale con competenze ben diverse da quelle della Guida Alpina.
Gavino
Caro Ricky e cari tutti, per l’intanto (frase grammaticalmente poco corretta ma sicuramente diretta…!)…..: buon anno NUOVO (in tutti i sensi)!!!
Quante lacrime di sangue… che ridere!!!
Il sottoscritto (e porto solo la mia esperienza perché ce ne sono di altre similari e sempre incasinate…) arriva da una città di mare con il culto dell’alpinismo che ha dato a livello internazionale personaggi tra i più conosciuti e riconosciuti sia nel dilettantismo che nel professionismo…tra i miti Emilio Comici tra i contemporanei Mauto”Bubu” Bole, tra i cazzoni…me stesso… !
Il più famoso E.C. è stato la prima Guida Alpina “cittadina”, era un poveraccio, ha creduto in un sogno e l’ha realizzato con tanta fame ma con tanta soddisfazione (basta leggere i suoi diari…), il secondo ha riempito i rotocalchi alpinistici per alcuni anni e ora… fa la fame avanti ma felice…!
Il terzo tira ancora avanti la carretta come Guida Alpina orgoglioso di esserlo…! Ma come ci è arrivato (il terzo intendo… per gli altri seppure conosca molti retroscena non sta a me raccontarli…) ???
Posto fisso statale che dopo dodici anni di ruolo con una figlia a carico (la madre non la vede da ventidue anni…) decide di licenziarsi in tronco e seguire i suoi sogni… la montagna dista due ore e mezzo da casa e costava all’epoca circa 100,000 lire tra benzina e autostrada oppure 20.000 Lire di corriera con 4 ore di viaggio…!
Il nostro “Cazzone” decide che la sua vita vale molto di più di un posto fisso, molla tutto emigra sui monti, facendo un po’ di tutto per sopravvivere (in due eh… non da solo…) e con fatiche che pochi possono immaginare diventa Guida Alpina e comincia la sua carriera…!
I soldi per pagarsi i corsi??? La pizza era solo quella merda che mangiava fatta di pane raffermo per garantirsi il pagamento delle spese!!! (e vaffanculo! Perché i piagnistei mi hanno rotto gli z…ebedei!!!)
Chi delinque deve stare in galera e non ha scusanti!!!
Caro Richard
la tua risposta è più che giusta ma vorrei anche aggiungere che a me di imparare ad arrampicare / sciare ecc. non mi passa neanche per l’anticamera del cervello, come non penso che tutte le G.A. vorrebbero imparare ad andare sport acquatici 🙂 cosa per noi quasi banale. Più di 40 anni fa ho fatto nascere insieme ad altri amici un gruppo speleo che ha raggiunto ottimi risultati e, come istruttore speleo, sotto le mie grinfie sono passati moltissimi futuri istruttori, per cui credo di aver aquisito (anche se quasi da autodidatta) le competenze necessarie per poter accompagnare persone a fare qualche discesa in corda in tutta sicurezza. Ora mi trovo in una situazione che poteva essere risolta da tempo ma per cause a me sconosciute (c’è che dice che le G.A. non abbiano mai manifestato un’apertura in tal senso, c’è che dice che noi Sardi siamo rimasti fermi ad aspettare e c’è chi dice che comunque non cambierà niente….) non vedo una via d’uscita. Ho paura che Corrado Conca (che certo non è una persona che attrae le simpatie di molte persone ……..) col suo comportamento ha solo sollevato la melma dal fondo di un acqua che quando tornerà tranquilla si ridepositerà sul fondo e non cambierà niente.
Pessimista? Forse, ma sicuramente realista!
Buona vita e buon 2017 a tutti!
Gavino
@mario rispondo in maniera semplice alla tua domanda. Perché nessun sardo nasce con la possibilità di poter arrivare in qualche maniera preparato alle selezioni! Io, da (ex) Brianzolo/Milanese, a 4 anni ho imparato a sciare, a 15 a scalare e ogni inverno in un’ora o due di macchina arrivo a fare ghiaccio o misto. Il monte Bianco è a 2 ore di strada, le dolomiti a 3 e mezzo. Non sono guida, sia chiaro! Un sardo per vedere una montagna di più di 2000 mt. deve prendere l’aereo! Direi che la questione è semplice… Ammesso e non concesso che per qualche miracolo passi le selezioni, dovrà passare un paio d’anni senza lavoro a seguire i corsi fuori casa… direi che è una cosa oggettiva (vale anche per il calabro e il pugliese, ovviamente!). Diciamo che un sardo che dovesse diventare guida alpina sarebbe comunque abbastanza benestante da non dover lavorare! 😉
Sulla polemica vie ferrate e Guide Alpine in Sardegna, rispondo a una sollecitazione di Massimo Putzu e del blog di Alessandro Gogna:
Caro Massimo, da 20 anni Peppino Cicalò ed io abbiamo avuto problemi con Conca (per poi constatare che sono stati in molti ad aver avuto problemi con lui nel corso degli anni), ma a parte questo è da tanto tempo che abbiamo cercato di far capire alle amministrazioni locali (Sindaco di Baunei, assessori, ecc.) la nostra preoccupazione relativa alla figura professionale delle guide di Selvaggio Blu, avvisandoli dell’opportunità che la Regione Sardegna (autonoma) studiasse una legge per la formazione di guide di montagna, con uso di attrezzatura alpinistica, sull’esempio della legislazione francese: moniteur d’escalde, guida di montagna e canyoning che può portare clienti fino a 2000 m di quota, esclusa tecnica su ghiaccio (vedi http://www.guides-savoie.com/pages/notre-equipe/les-moniteurs-d-escalade/le-metier-de-moniteur-d-escalade.html).
Era ovvio che prima o poi il problema sarebbe emerso! Tuttavia il mio suggerimento è di guardare la polemica in positivo (in negativo non giova a nessuno). Bisogna che riusciate a far lavorare i politici in modo da creare una figura professionale in Sardegna che tuteli il vostro lavoro. Dato che tra voi accompagnatori ci sono delle ottime guide che il tempo e l’esperienza hanno confermato, ma che attualmente operano in modo non conforme alla legge. Inoltre c’è da chiedersi: come mai nessun sardo ha affrontato il percorso (molto impegnativo è vero) per diventare Guida Alpina? è strano…
Da Facebook 31 dicembre 2016, ore 10.40
Giando, concordo! Ed ho detto tutto!
Davide Galli fatti una tisana e la vita ti sorriderà (gli Squallor dicevano altro ma i tempi cambiano)!
Jacopo… sassismo fu un’idea… ma…fu… come tante altre cose ed i vecchi saggi oggi lasciano gli spazi a … no so cosa… ma…lasciano gli spazi…! Con stima ed affetto che ti meriti per moltissimi rinnovamenti che facesti in anni non sospetti!!! E credo tu sappia, il mio non sia un saluto sarcastico, ma contrariamente, molto sentito! Ci vediamo il 16!
Grazie Furio Sabatini.
Le tue precisazioni sono importanti e utili.
Perché stabiliscono chiaramente la linea almeno su un fronte.
Puoi effettuare un’escursione come AMM in Piemonte in quanto iscritto al relativo collegio. Ma non in regioni in cui non sei iscritto (ad esempio in Emilia-Romagna dove la figura professionale è stata abolita, perché trasformata in automatico per decreto in Guida Ambientale Escursionistica).
Cosa che molti tuoi colleghi AMM invece fanno: Emilia, Toscana, Liguria, ecc…
Non sono per niente convinto che tu potessi farlo come Accompagnatore Turistico perché l’accompagnamento escursionistico in natura non è nelle prerogative e il criterio altimetrico non è legalmente accettabile da quando in Italia è stato abolita la definizione stessa di montagna.
D’altronde il post sulla Sardegna parte dal presupposto, inequivocabile aggiungo, che l’attività di scalata sia individuabile non dal DOVE ma dal COME. Il Selvaggio Blu rimane all’interno di poche decine di metri, eppure…
La parola stessa che definisce la professione è un grande assurdo: Accompagnatore di Media Montagna, laddove sia Media che Montagna sono indefinibili. E di conseguenza la pretesa esclusività, che è infatti finora crollata di fronte a qualsiasi tentativo di denuncia (e sarebbe anche ora di smetterla con ‘sta manfrina, non trovi?).
Ciò non toglie che vedo nel tuo sito attività con le ciaspole su neve, che è espressamente vietata agli AMM.
Tutti questi ragionamenti li facciamo perché siete costretti da una legge, la 6/89, che era già sbagliata e restrittiva quando uscì. E le proposte di riforma proposte in Commissione Cultura della Camera, se possibile, sono addirittura fortemente peggiorative.
Il ragionamento sui pacchetti turistici riguarda invece ambiti differenti dalla 6/89 e cioè la Legge Quadro sul Turismo che all’ART. 34 recita:
1. I pacchetti turistici hanno ad oggetto i viaggi, le vacanze, i circuiti tutto
compreso, le crociere turistiche, risultanti dalla combinazione, da chiunque ed in qualunque modo realizzata, di almeno due degli elementi di seguito indicati, venduti od offerti in vendita ad un prezzo forfetario:
a) trasporto;
b) alloggio;
c) servizi turistici non accessori al trasporto o all’alloggio di cui all’articolo
36, che costituiscano, per la soddisfazione delle esigenze ricreative del turista, parte significativa del pacchetto turistico.
2. La fatturazione separata degli elementi di uno stesso pacchetto turistico non sottrae l’organizzatore o il venditore agli obblighi del presente capo.
Non c’è grosso scampo e noi come AIGAE diamo un’indicazione molto chiara nei corsi di formazione di aggiornamento sul tema: come guide potete vendere direttamente solo il servizio di accompagnamento.
Rispondo a Davide Galli, anche se l’argomento non c’entra niente con l’oggetto della discussione originale, poiché sono stato chiamato personalmente in causa, in quanto Accompagnatore di Media Montagna, e titolare del blog http://www.trekitalia.wordpress.com, una delle cui pagine ha incontrato l’interesse del suddetto per delle supposte violazioni delle vigenti leggi.
A questo riguardo, mi piace precisare quanto segue:
1. L’escursione in parola si è svolta in provincia di Alessandria. Si dà il caso che il sottoscritto, oltre che iscritto all’elenco speciale del collegio G.A. della Lombardia, sia iscritto altresì all’analogo elenco mantenuto dal collegio G.A. del Piemonte. Pertanto non ero ‘fuori regione’. Potrei anche aggiungere che sono anche abilitato come Accompagnatore Turistico, abilitazione che per legge non ha limitazioni territoriali, e svolgendosi l’escursione in ambito certamente non montano (quota max 388 m slm), a maggior ragione nessuna autorità avrebbe potuto eccepire sulle qualificazioni dell’accompagnatore.
2. L’escursione è stata organizzata da un tour operator regolarmente autorizzato (anche se in effetti dal post sul blog ciò non si evince), come si può verificare dall’evento postato su Facebook dal tour operator stesso: https://www.facebook.com/events/1801769823394799/. Ho potuto riscontrare che nonostante la legge imponga che un pacchetto turistico sia organizzato e venduto da un tour operator, vi sono moltissimi casi (che non voglio citare per non andare ancora di più off topic) in cui ogni tipo di professionisti aggirano tale obbligo, specialmente quando l’attività si limita a una sola giornata (quindi senza pernottamento). In questo caso, tuttavia, la legge è stata rispettata in pieno. Et de hoc, satis.
Oh bene, finalmente. Forse senza accorgertene Stefano Michelazzi, ma metti nero su bianco una serie di ammissioni importanti.
1) Corda, piccozza e ramponi, terreni nevosi e rocciosi di particolare acclività sono riservati alle Guide Alpine (NON CI PIOVE, lo diciamo con decisione da sempre e siamo severissimi nei confronti dei soci che “sgarrano”);
2) il solo accompagnamento in montagna e in escursioni in generale NON È ESCLUSIVITÀ della Guide Alpine e tantomeno degli Accompagnatori di Media Montagna (sentenza inappellabile corte costituzionale 459/2005);
3) la semplice presenza di neve, se non posta in luoghi di “particolare acclività”, non impedisce l’accompagnamento escursionistico con le classiche ciaspole (a seconda delle regioni può essere o meno obbligatorio l’uso dell’ARTVA).
Dimentichi però che la sentenza citata non si limita alla legge dell’Emilia-Romagna e lo dice espressamente fra l’altro: come tutte le sentenze di Corte Costituzionale crea “giurisprudenza”. Non a caso le sentenze di assoluzione alle inutili denunce sono state TUTTE archiviate in OGNI regione basandosi sulla sentenza 459/2005.
Citi altre misteriose sentenze, senza dire quali, che supererebbero la 459. Mi chiedo solo se hai preso in considerazione anche le sentenze: 353/2003, 31/2005, 335/2005, 424/2005, 40/2006, 153/2006, 449/2006, 423/2006, 424/2006, 449/2006, 57/2007, 222/2008, 155/2013 che invece la ribadiscono ben 11 volte.
Oltre che il Dlgs 9 novembre 2007, n.206 di recepimento delle direttive europee in tema di libera circolazione ed equivalenza di titoli e professioni.
E anche la Direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e la Direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006 , relativa ai servizi nel mercato interno.
Ci sono poi una serie notevole di pronunciamenti dell’Antitrust con richiami espliciti al Collegio Guide Alpine, su cui sarebbe interessante aprire un post ad-hoc, proprio sulla cultura stessa del protezionismo su cui l’Italia, con i suoi amati ordini, collegi e albi di medievale e/o littoria memoria, viene continuamente richiamata dall’Unione Europea.
Altre 5 leggi nazionali che non sto ad elencare altrimenti più che una risposta questo intervento diventa un elenco, portano tutte verso il tema della liberalizzazione delle professioni contenuta nelle L.4/2013 in cui il profilo professionale della Guida Ambientale Escursionistica è allegato alla legge stessa, accompagnamento su neve compreso su tutto il territorio nazionale.
Le Guide Ambientali Escursionistiche svolgono una PROFESSIONE TURISTICA e non TECNICO SPORTIVA come le Guide Alpine e correlati (motivo per cui l’attuale discussione sugli eventuali emendamenti alla legge 6/89 sono ora in Commissione Cultura e Sport e non in Commissione Turismo).
La professione della GAE è riconosciuta a livello europeo, tramite l’adozione del regolamento ISCO-085.
Il profilo professionale della GAE o Guida Naturalistica è altresì definito e descritto dallo stesso Ministero del Lavoro e delle politiche sociali tramite l’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, ed è altresì considerato e descritto dall’ISTAT, sempre quale profilo professionale distinto dalla guida turistica sulla base della International Standard Classification of Occupations – Isco085; la stessa fonte recepita dalla Unione Europea quale classificazione ufficiale delle professioni.
Quindi il quadro anche formativo, definitivo dallo stesso sistema formativo europeo, è differente e spinge verso il modello adottato da AIGAE e da diverse regioni italiane. Soprattutto per quanto riguarda la formazione continua di aggiornamento obbligatorio che nel giro di pochi anni porterà le GAE a superare di parecchio le 600 ore di cui parli. Mantenendo costantemente “sul pezzo” i professionisti associati, a tutela in primo luogo dei consumatori/escursionisti stessi.
Ci sono altre 9 nazioni europee che hanno profili professionali simili basati sulla stessa classificazione europea (le Guìa de Naturaleza spagnole, per intenderci).
Veniamo ai link citati: hai provato ad accedere con la semplice registrazione tramite profilo Google o Facebook. Vedrai le schede complete e poi mi dirai se la Guida Alpina che citi è presente anche nelle foto delle escursioni su neve effettuate, oltre a rispondermi sugli accompagnamenti al di fuori del territorio del Collegio di appartenenza e sui pacchetti turistici. Inoltre ti ho riportato anche un secondo link.
Il pippone UIMLA/UIAGM l’ho già visto usare come “supercazzola” per sviare con una vaga “autorizzazione internazionale”, lasciando intendere che supererebbe anche la 6/89. D’altronde se siete affezionati morbosamente a una legge ordinistica vi pigliate anche le contraddizioni e i limiti: cioè che non può essere superata ne’ a destra ne’ a sinistra proprio da voi che ne fate parte…
Ho provato come dici a rivolgermi ai Collegi regionali segnalando le attività fuori regione, come ti ho scritto, con il risultato che addirittura hanno messo per iscritto che non se ne sarebbero occupati dichiarando la non osservanza della legge 6/89 per la parte che non gli fa comodo, oltre a minacciarmi di chissà quale attività abusiva.
Quella risposta e la tua non risposta mi chiariscono quindi definitivamente cos’è la Commissione Abusivismo: un’organo rivolto verso l’esterno anche se spero di essere smentito da esempi concreti che finora non ci si sono stati, che oltre a occuparsi delle attività veramente abusive di con “corda, piccozza e ramponi” (senza mai pestare i piedi ad alcune associazioni però) serve far credere ai propri associati AMM che avrebbero un’esclusività nell’accompagnamento che la legge non gli attribuisce ma che viene promessa nei costosissimi corsi.
Propongo ad Alessandro Gogna, come tu suggerisci, di iniziare a discutere dell’argomento specifico partendo dai richiami dell’antitrust alle Guide Alpine. Disponibile a scriverlo e a discuterne.
P.S. Jacopo in 2 righe di commento ha detto una grande verità…
attenzione, vedo all’orizzonte affamati e falemici formatori (di tutto e per tutti)
Dio salvi la Sardegna
Stefano.. Mi gira la testa.. E’ un bordello da cui secondo me non se ne esce pur con tutta la buona volontà, salvo non si decida, non so come e non so quando, di far rientrare tutto nell’ambito delle Guide Alpine.
L’errore sta’ a monte, non doveva essere consentito alle regioni di muoversi in autonomia, creando delle figure al di fuori delle GA, anche perché qualcuno si è dimenticato che in ambito alpinistico/escursionistico è in gioco la sicurezza delle persone.
Aggiungo un’ultima cosa, e mi fa molto piacere che tu l’abbia rimarcato, esiste anche un problema culturale e di comunicazione che porta ad un’errata visione delle cose. I sentieri alpinistici, attrezzati e non, e le ferrate non dovrebbero essere considerati percorsi escursionistici, con buona pace di chi ritiene l’alpinismo la sola attività che comporta l’uso di corda, chiodi e moschettoni (giusto per semplificare). Così facendo si alimenta la sottovalutazione di svariati itinerari che necessitano di cultura alpinistica e che nulla hanno a che vedere con semplici passeggiate più o meno impegnative (ma solo per l’aspetto fisico).
Questa sottovalutazione porta inevitabilmente molte persone a ritenere non necessario l’intervento di una GA.
Che poi anche a seguito di un’auspicabile revisione di tutto l’ambaradan l’abusivismo possa continuare ad esistere è un altro discorso, in quanto sono in gioco altri fattori di tipo economico e sociale di non facile soluzione.
Davide Galli: il tuo post è apparso solo stamani, probabilmente bloccato dal sistema a causa dei links inseriti, è capitato anche a me più volte…
Ti rispondo quindi in ritardo.
Per quanto riguarda la Commissione Abusivismo del CONAGAI ti ho già risposto e quindi evito di ripetermi. Sul fatto che la denuncia venga fatta nei confronti di “professionisti in regola” sbugiardi per tua stessa ammissione, quella decisione che prima osanni quasi come “opera in odore di santità” e citi pure in fondo a questo tuo quesito, dell’AIGAE che in almeno uno dei casi ha decreto l’espulsione dello stesso “professionista in regola”… o no…?
La legge è legge non c’è dubbio ma va letta, non solo citata.
La sentenza 459/2005 ha dichiarato non fondato il ricorso in merito ad un inciso ovvero “ambienti montani” mentre per la figura stessa non era stato presentato alcun ricorso in quanto fuori dalla citata dicitura non vi era alcuna presunzione di violazione. L’esclusività delle Guide Alpine invece viene citata eccome nella sentenza ed è un fattore inviolabile. (Non metto i link sennò il sistema blocca il post ma basta inserire i dati in quel Google che citi e la sentenza si trova in un “blitz”…)
La L. 6/89 delega alle Regioni il compito di attivare la figura degli AMM ma non ne limita la possibilità di istituire nuove figure che operino in altri ambiti com’è ovvio. Sta di fatto che una sentenza successiva ma non ti dico quale perché così ti diverti a cercare, da probabilmente in parte torto alla 459/2005 ed è sentenziata dagli stessi giudici… ma ci stiamo lavorando nel contempo alle nuove figure sugli emendamenti alla L.6/89… vedremo cosa accadrà…
In Trentino è stata istituita la figura dell’Accompagnatore di Territorio equivalente delle GAE ma con ovvia e ragionevole limitazione al territorio trentino e la figura di AMM opera anch’essa sul territorio.
L’Emilia-Romagna non ha ritenuto opportuno istituire la figura dell’AMM istituendo invece la figura della GAE ma come cita l’art. 2 : “…con esclusione di percorsi di particolare difficoltà, posti su terreni innevati e rocciosi di elevata acclività, ed in ogni caso di quelli che richiedono l’uso di attrezzature e tecniche alpinistiche, con utilizzo di corda, picozza e ramponi.”;
ed è una legge regionale non applicabile in altri ambiti e se in Veneto il Collegio Regionale delle Guide Alpine ipotizza vi siano delle scorrettezze, (i casi andrebbero vagliati uno ad uno, non buttando là che vengono archiviati in merito alla sentenza 459/2005), bene fa a denunciarle mica sono emiliani… quindi…di cosa parliamo? I minestroni non fanno parte della legge… o sì…???
Veniamo ai links: hai guardato bene? Ma bene bene??? Ti sei accorto che nei casi di limitazione (neve) c’è come responsabile del tour una Guida Alpina? No?
Per l’estero considerando che esiste una UIMLA la quale sta essendo riconosciuta come organismo internazionale al pari dell’UIAGM e che la stessa determina i criteri delle figure aderenti (i nostri corsi AMM si basano su questi criteri), se una Nazione ne riconosce gli schemi e da diritto ai suoi associati di frequentare il territorio nei limiti concessi non sta a noi discuterne, è una questione che passa il valico di Stato… I corsi neve di specializzazione degli AMM sono studiati in questa forma e ove possibile (estero) nessuno può vietare loro di esercitare. Con la ratifica e conseguente aggiunta degli emendamenti alla L.6/89 anche questa questione verrebbe risolta.
Per altri casi come detto nel post precedente, rivolgiti ai diversi Collegi regionali e provinciali come da prassi.
Sarebbe interessante invece capire se la formazione professionale che l’Europa prevede con un monte ore di almeno 600 unità, è alla base curricolare di ogni iscritto ad altre associazioni operanti in Italia… perché mi risulta qualche incongruenza… ma visto che l’articolo parla d’altro non ti chiedo di rispondere, potresti scriverne uno tu e ne discutiamo…
ehm… davide.. shhhtttt!!! Che se ti sente Davide Galli non sa cosa risponderti sulla formazione e sulle ore formative… shhhhttttt!!!!! che lo metti in soggezione…!
Riguardo la formazione professionale, ricordo che in Europa vi è un numero di ore di formazione previsto da rispettare, quantificate in un minimo di 600 ore se non ricordo male. Se si pensa che ci siano dei docenti che si prestano ad un corso del genere con solo i rimborsi spese (come dovrebbe essere se vi mettete a parlare di FASI-CAI ecc), state freschi.
Gavino, poni sempre dei quesiti coerenti e che come si suol dire, mettono il dito nella piaga…
Percorsi misti come “Selvaggio blu”, le ferrate che sono percorsi alpinistici definiti da organismi internazionali, unici riconosciuti (UIAA), malgrado ci sia chi vorrebbe auto-definirli, in modo piuttosto bizzarro: “escursionistici” (il “chi” è abbastanza facile da individuare basta leggere alcuni link nell’articolo di testa…); sono una situazione che nemmeno la, tanto acclamata, figura del maestro d’arrampicata potrebbe svolgere… ma … si sa siamo corporativisti noi Guide Alpine, infatti stiamo presentando, dopo non poche sessioni di discussione con i “custodi” della nostra legislazione (parlo dei dottrinali del Diritto in genere e non solo della L.6/89…) che ci hanno ben illustrato confini e possibilità di spezzare in gradini attivi la figura dell’Aspirante Guida, per dare a chi ne ha le caratteristiche la possibilità di accedere alla professione per gradi, già essendo autorizzati ad esercitare partendo dal primo step, come accade già in Francia, Canada ecc.
se ciò avvenisse tutti i problemi sarebbero risolti. Tutti meno uno… : fare l’abusivo perché conviene…! 😉
certo è che seguendo l’iter infinito della burocrazia italiana prima di arrivare ad una conclusione (speriamo giusta ed equa) quanto ci vorrà….?
Intanto in Sardegna, come in altre regioni, cosa facciamo?
Ci giriamo i pollici?
Sul “Selvaggio blu” trafficano diversi gruppi guidati o meno da guide alpine e in alcuni periodi alle soste obbligate arrivano anche 70 / 80 persone insieme (alla faccia del “selvaggio”) …. ci possono andare esclusivamente le G.A.?
Non credo che i locali siano d’accordo….!
Gavino
Gavino
Ricordiamo che esiste anche la FASI, una federazione di arrampicata del CONI che già forma in più livelli gli istruttori/allenatori per l’attività indoor e comunque ora come si trova a gestire la maggioranza di chi arrampica che per l’attività indoor spesso ci passa per imparare…
Probabilmente se FASI e GA collaborassero nel regolamentare, creare e formare tale figura di maestro di arrampicata i tempi sarebbero drasticamente più brevi di quello che sembra e ci sarebbe molta più uniformità di preparazione sul campo
Nonostante come detto non sia guida alpina (e quindi fuori dal sospetto di corporativismo) debbo concordare con quanto espresso da Stefano e Marcello. Poi Marcello è una delle guide che conosce meglio la situazione qui, quindi le sue parole sono certamente attendibili.
Ma non sarei così negativo. Il problema non è solo legislativo, come scritto. Mi sembra che le cose stessero andando avanti con i tempi (purtroppo) italiani ma che ci si sia arenati anche su altri fattori quali la formazione ed i costi di essa. Chi dovrebbe formare i maestri di arrampicata (per ora si era parlato solo di questi, non di altre figure)? Credo che la risposta fosse ovvia, le guide, perchè sono per ora gli unici professionisti. Non vedo altri che potrebbero farlo ed in questo modo avrebbero anche una convenienza a modificare la famosa legge. Non è infatti previsto che noi del CAI ci mettiamo a formare delle persone che poi faranno dell’attività a pagamento. Esulerebbe dal volontariato. Quindi le guide avrebbero dovuto formare queste nuove figure, non solo in Sardegna ma in tutta Italia. I costi erano stati quantificati ma la Regione avrebbe dovuto intervenire in maniera congrua per ogni candidato, dato l’ammontare del corso. E qui è cascato l’asino, perchè nel frattempo i soldi erano sempre meno. Secondo problema: chi seleziona i i candidati? Ed in base a cosa? Pensate che se si facesse un bando ci si troverebbe di fronte a due o tre iscritti? E’ evidente che ci sono ancora numerosi nodi da sciogliere, non solo quello legislativo. Ma sono fiducioso, anche se non sarà una cosa di domani…-
Stefano Michelazzi ti chiedo e mi chiedo: se questo organo di autodisciplina esiste davvero come mai non si accorge di nulla? Come ho scritto temo che la citata Commissione Abusivismo si occupi solo verso l’esterno di professionisti in regola, che per ostinato protezionismo si vuole impedire che operino in libera concorrenza senza sottostare ai Collegi stessi. In Veneto e Abruzzo i Collegi Guide Alpine continuano a presentare inutili denunce per esercizio abusivo della professione nei confronti di Guide Ambientali Escursionistiche. Denunce che vengono archiviate una dopo l’altra perché c’è un’inequivocabile sentenza della Corte Costituzionale (la 459/2005) che scrive in modo definitivo che l’accompagnamento escursionistico non è esclusivo ed effettuabile solo da chi opera ai sensi della legge 6/89. Perdita di tempo e denaro per la giustizia e pessimo atteggiamento che giustamente è stato definito da CASTA.
Nel mentre non ho notizia di una sola azione di questa commissione nei confronti degli aderenti al Conagai, quando sul web ci sono decine e decine di programmi facilmente individuabili. C’è una cosa incredibile che dal 1989 a oggi hanno inventato e capisco la difficoltà generale e psicologica del Collegio Guide Alpine di accettare che il tempo è andato avanti per ben 27 anni: si chiama Google.
Scelgo un esempio a caso di Accompagnatori di Media Montagna, con tanto di sigillo e lustrini, che accompagnano al di fuori del territorio del Collegio di appartenenza (espressamente vietato dalla legge 6/89):
http://www.zainoinspalla.it/resoconti/resoconto_HTML.asp?id_gita=3727
Oppure estero e su terreno innevato:
http://www.zainoinspalla.it/resoconti/resoconto_HTML.asp?id_gita=3363
Pacchetti turistici senza licenza:
http://www.zainoinspalla.it/schede/ciaspole_valle_stura.asp?id_gita=3674
Ho scelto un gruppo guide a caso, ma i siti di altri AMM con le proposte su neve, fuori regione, di vendita abusiva di pacchetti turistici, sono decine e decine, come anche in questo altro esempio https://trekitalia.wordpress.com
Possibile che i Collegi non se ne accorgano?
Oppure le regole valgono solo per gli altri, comprese quelle con interpretazione contraria alla legge stessa laddove il Conagai decide che automaticamente migliaia di Guide Ambientali Escursionistiche non possono accompagnare nell’indefinibile (giuridicamente) montagna?
Quando, come coordinatore AIGAE Emilia-Romagna, ho scritto al Collegio Guide Alpine Lombardia segnalando le escursioni di AMM in Emilia-Romagna, semplicemente chiedendo se le stavano effettuando lecitamente come Guide Ambientali Escursionistiche oppure illecitamente come aderenti al collegio, mi è stato risposto ”l’interesse da voi dimostrato per l’attività in Emilia Romagna degli AMM nostri iscritti è del tutto ingiustificato”, con la splendida aggiunta “Sono certo che i membri della vostra associazione eviteranno sconfinamenti in ambiti che non appartengono loro e che anzi sono loro espressamente preclusi, in quanto riservati per legge alle Guide Alpine e/o agli AMM, non mancando, in difetto, di intraprendere ogni opportuna azione a tutela dei diritti degli iscritti al Collegio che rappresento presso ogni competente sede”.
In sintesi mi è stato risposto: della tua segnalazione ce ne laviamo le mani e tu vedi di non scocciare ma veniamo addirittura a dirti che in una regione dove gli AMM sono stati aboliti per decreto tu di fondo per noi sei un abusivo. Fino alla surrealtà quindi, anche perché quali sarebbero gli ambiti degli AMM che sono preclusi alle GAE quando è vero semmai il contrario?
Quindi caro Marcello, temo di no, che le cose non solo non siano cambiate ma che anzi il Conagai in questi mesi abbia dimostrato di non essere trasparente, equo e corretto. Nei confronti delle altre associazioni di categoria, nell’interpretare le leggi con obiettiva oggettività, nel dimostrare di svolgere a fondo il ruolo di vigilanza nei confronti dei propri aderenti assegnato dalla 6/89.
Nel post che stiamo commentando si parla di un’attività di scalata e di AIGAE che è intervenuta con sospensioni, espulsioni e sanzioni nei confronti dei propri associati. Attendo la prima notizia in tal senso anche sul Collegio Guide Alpine, perché prima di parlare di un argomento spinoso e controverso come l’abusivismo occorre dimostrare una minima credibilità di base.
Stefano Michelazzi ti chiedo e mi chiedo: se questo organo di autodisciplina esiste davvero come mai non si accorge di nulla? Come ho scritto temo che la citata Commissione Abusivismo si occupi solo verso l’esterno di professionisti in regola, che per ostinato protezionismo si vuole impedire che operino in libera concorrenza senza sottostare ai Collegi stessi. In Veneto e Abruzzo i Collegi Guide Alpine continuano a presentare inutili denunce per esercizio abusivo della professione nei confronti di Guide Ambientali Escursionistiche. Denunce che vengono archiviate una dopo l’altra perché c’è un’inequivocabile sentenza della Corte Costituzionale (la 459/2005) che scrive in modo definitivo che l’accompagnamento escursionistico non è esclusivo ed effettuabile solo da chi opera ai sensi della legge 6/89. Perdita di tempo e denaro per la giustizia e pessimo atteggiamento che giustamente è stato definito da CASTA.
Nel mentre non ho notizia di una sola azione di questa commissione nei confronti degli aderenti al Conagai, quando sul web ci sono decine e decine di programmi facilmente individuabili. C’è una cosa incredibile che dal 1989 a oggi hanno inventato e capisco la difficoltà generale e psicologica del Collegio Guide Alpine di accettare che il tempo è andato avanti per ben 27 anni: si chiama Google.
Scelgo un esempio a caso di Accompagnatori di Media Montagna, con tanto di sigillo e lustrini, che accompagnano al di fuori del territorio del Collegio di appartenenza (espressamente vietato dalla legge 6/89):
http://www.zainoinspalla.it/resoconti/resoconto_HTML.asp?id_gita=3727
Oppure estero e su terreno innevato:
http://www.zainoinspalla.it/resoconti/resoconto_HTML.asp?id_gita=3363
Pacchetti turistici senza licenza:
http://www.zainoinspalla.it/schede/ciaspole_valle_stura.asp?id_gita=3674
Ho scelto un gruppo guide a caso, ma i siti di altri AMM con le proposte su neve, fuori regione, di vendita abusiva di pacchetti turistici, sono decine e decine, come anche in questo altro esempio https://trekitalia.wordpress.com
Possibile che i Collegi non se ne accorgano?
Oppure le regole valgono solo per gli altri, comprese quelle con interpretazione contraria alla legge stessa laddove il Conagai decide che automaticamente migliaia di Guide Ambientali Escursionistiche non possono accompagnare nell’indefinibile (giuridicamente) montagna?
Quando, come coordinatore AIGAE Emilia-Romagna, ho scritto al Collegio Guide Alpine Lombardia segnalando le escursioni di AMM in Emilia-Romagna, semplicemente chiedendo se le stavano effettuando lecitamente come Guide Ambientali Escursionistiche oppure illecitamente come aderenti al collegio, mi è stato risposto ”l’interesse da voi dimostrato per l’attività in Emilia Romagna degli AMM nostri iscritti è del tutto ingiustificato”, con la splendida aggiunta “Sono certo che i membri della vostra associazione eviteranno sconfinamenti in ambiti che non appartengono loro e che anzi sono loro espressamente preclusi, in quanto riservati per legge alle Guide Alpine e/o agli AMM, non mancando, in difetto, di intraprendere ogni opportuna azione a tutela dei diritti degli iscritti al Collegio che rappresento presso ogni competente sede”.
In sintesi mi è stato risposto: della tua segnalazione ce ne laviamo le mani e tu vedi di non scocciare ma veniamo addirittura a dirti che in una regione dove gli AMM sono stati aboliti per decreto tu di fondo per noi sei un abusivo. Fino alla surrealtà quindi, anche perché quali sarebbero gli ambiti degli AMM che sono preclusi alle GAE quando è vero semmai il contrario?
Quindi caro Marcello, temo di no, che le cose non solo non siano cambiate ma che anzi il Conagai in questi mesi abbia dimostrato di non essere trasparente, equo e corretto. Nei confronti delle altre associazioni di categoria, nell’interpretare le leggi con obiettiva oggettività, nel dimostrare di svolgere a fondo il ruolo di vigilanza nei confronti dei propri aderenti assegnato dalla 6/89.
Nel post che stiamo commentando si parla di un’attività di scalata e di AIGAE che è intervenuta con sospensioni, espulsioni e sanzioni nei confronti dei propri associati. Attendo la prima notizia in tal senso anche sul Collegio Guide Alpine, perché prima di parlare di un argomento spinoso e controverso come l’abusivismo occorre dimostrare una minima credibilità di base.
Forse non tutti sanno che i Collegi delle guide alpine devono dotarsi per legge di un organo di disciplina interno che sorvegli il corretto comportamento deontologico dei facenti parte.
Mica stiamo a pettinare i ratti.
Chi vede nelle guide alpine troppo corporativismo ne ha una visione ristretta. Forse era così una volta ma oggi, e da mò, mi sembra che anche noi (sono una guida alpina anche io) ci siamo dati una svegliata in tal senso.
Una guida alpina che fa escursioni a piedi non usurpa affatto nulla agli accompagnatori di vario genere.
Che piaccia o no affinché le cose funzionino occorre che di fronte a chi fa le leggi si ponga un unico ente che raggruppi e metta d’accordo tutti coloro i quali operano nello stesso settore. Le guide alpine sono quelli che esistono da più tempo e per competenza, storia, cultura e capacità tecniche sono al vertice. Quindi mi sembra logico che si pongano laddove devono stare. Suona antipatico ma l’importante è che alla fine tutti ne possano trarre giustizia e che possano operare serenamente. Su questo bisogna lavorare.
Davide Galli evito di perdermi in divagazioni sull’AIGAE che qui c’entra poco più dei cavoli a merenda… Quel poco in più è dovuto al fatto che viene citata come fatto aggravante in un esposto. Meriti e demeriti non li sfioro, la bagarre non è un metodo che al CONAGAI adottiamo…
In quanto alla risposta a Mauro Orazi potrei rimandarvi alle normative vigenti ma vi rispondo invece per amore di chiarezza (visto che leggono diverse persone):
gli enti pubblici sono assoggettati alla formazione di consigli di disciplina (organismi giuridici), i quali valutano segnalazioni sui possibili scorrettezze dei propri iscritti e nel caso vi siano gli estremi, ricorrono a diverse tipologie di sanzione e per i casi che risultassero ipotesi di reato, segnalano alla magistratura. E questo senza possibilità di scappatoie. Nel caso in cui per svariati motivi (solitamente di tipo burocratico) non fossero questi consigli già formati, l’onere tocca al Consiglio direttivo che deve applicare le stesse normative.
La Commissione per l’abusivismo quindi, non essendo un organismo giuridico, è un’emanazione interna che vigila nei confronti dell’esterno, coadiuva i responsabili nelle diverse pratiche e sveltisce le procedure.
Spero tu sia soddisfatto…
Resta assolutamente aperta e inevasa la domanda posta da Mauro Orazi di AIGAE: la Commissione Abusivismo del Conagai si occupa anche delle attività abusive dei propri associati o è solo uno strumento corporativo per fissare paletti e confini, anche contro le sentenze già ampiamente chiarificatrici sulla non esclusività dell’accompagnamento in escursione?
Il Conagai si comporta come se già la sua proposta di legge fosse stata approvata, facendo finta di non vedere che di fatto i propri associati fanno le Guide Ambientali Escursionistiche. Ma la legge non c’è non e quindi quella menomata figura professionale che sono gli Accompagnatori di Media Montagna (menomata nell’obbligo di rimanere nei confini del proprio collegio regionale di appartenenza e nell’esclusione delle attività su neve) deve rispettare quei limiti scritti nella tanto amata L.6/89. Legge che li mette nella condizione di non essere assolutamente adatti al mercato, nonostante i costosissimi corsi. D’altronde è proprio perché non descrittiva della realtà del mercato escursionistico ambientale che nel 1992 nacquero le GAE e così tante regioni le hanno adottate nel tempo come figura professionale. Le GAE in Italia sono 10 volte tanto gli AMM. Il mercato ha già sancito nei numeri quale sarebbe la strada da percorrere. Il resto sono battaglie di retroguardia.
C’era un tavolo di confronto, ma il Conagai ha scelto di interromperlo con una catena di scorrettezze e di sotterfugi che non gli fanno onore. È fuori discussione che ne sia uscita un’immagine di inadeguatezza, anche proprio per le risposte corporativistiche che sto leggendo qui.
AIGAE ha un Collegio Probiviri esterno e indipendente, che infatti ha agito e agisce anche nei confronti dei propri soci (in questo post di Gogna direi che ne esce a testa alta e ne viene ribadito l’intervento deciso e non ambiguo nei confronti delle attività di arrampicata).
La Commissione Abusivismo Conagai di cui si parla temo che sia la stessa che sta denunciando professionisti assolutamente in regola invece degli abusivi veri (che si nascondono soprattutto nei gangli del finto associazionismo con parte del quale il Collegio invece va a nozze…), ignorando sentenze di Corte Costituzionale, Cassazione e anche di archiviazione per tutti i precedenti tentatativi. Sembra più uno scorretto strumento per limitare la libera e legale concorrenza. E se così fosse anche stavolta non farebbe onore al Conagai.
Gavino ti risulta giusto!
Il problema è che le G.A. non hanno poteri legislativi e quindi le richieste della RAS di intervento da parte nostra erano impossibili per noi da attuare se non con una modifica di legge sulla quale come ho già scritto ci stiamo impegnando al massimo ma sulla quale non abbiamo altro potere di quello consultivo ovvero proporre le soluzioni che riteniamo più adeguate.
Se e quando l’iter di approntamento e successiva approvazione degli emendamenti andrà in porto come speriamo, ci saranno quei cambiamenti che come ho scritto non solo per la Sardegna, si aspettano da tempo.
Nel frattempo le varie scorciatoie “famo a modo nostro” non fanno altro che creare caos e determinare altri ritardi oltre a quelli che purtroppo già ci sono.
Un impegno politico dovrebbe essere quello di spingere presso i ministeri competenti affinché si affrettino a terminare i lavori, dove tra le la proposte c’è anche quella dell’On. Vallascas che è di Cagliari…
Vedo che argomenti se ne siano toccati molti ma è anche chiaro che nessuno è in grado di proporre una equa soluzione.
Certo è che la Regione Sarda sembra totalmente assente ma a me risulta che ci siano state in passato proposte e tentativi a abboccamenti andati in fumo fra la RAS e gli organi ufficiali delle G.A.
Fra gli scriventi non c’è nessuno in grado di andare a bussare alle porte giuste per trovare una giusta soluzione? o almeno in grado di dare una mano a trovarla? o forse è vero che soluzioni non se ne vogliono trovare?
Buona vita a tutti “abusivi” e non
Gavino
In ogni caso in Sardegna ci sono moltissimi operatori che malgrado vivano la stessa situazione di chi si ipotizza pratichi abusivamente, tendono a comportarsi in maniera corretta nei confronti delle normative e non credo sia cosa buona e nemmeno giusta sostenere chi opera commettendo un reato a discapito di chi si comporta in maniera onesta!!!
Si chiama RISPETTO degli onesti!!!
Caro Jacopo io fiducioso nelle istituzioni? Sarebbe difficile anche solo pensarlo se mi conoscessi un po’ meglio… ciò non toglie che, come ebbi già a scrivere su questo forum, se si continua a tollerare l’abusivismo ( e parlo in ogni campo) puoi tornare a farti togliere i denti dal maniscalco… in fondo un tempo era così no…!?
Il 1° agosto scorso io ero a Milano, in barba alla mia attività (che come ben sai non rende ricchi), perdendo la giornata di lavoro e discutendo anche di Sardegna.
Ero presente anche alle ultime riunioni, in una delle quali eri presente anche tu e se ricordi bene sono stato proprio io a nominare la Sardegna ed il fatto che se riusciamo a risolvere questa situazione risolviamo tutta o in parte la situazione che vive tutto il meridione d’Italia… quindi sfondi una porta non aperta ma già divelta per quanto mi riguarda…
Ma… Stefano Michelazzi è una Guida Alpina, non è il ministro dello sport o del turismo, non è il presidente della Regione Sardegna che a quanto pare stanno ad aspettare da noi, cose che giuridicamente non siamo nella possibilità di fare, oggi più di ieri visto che ormai dobbiamo rispondere alle normative sugli enti pubblici e tollerare non segnalando alle autorità competenti eventuali ipotesi di reato (art.348 c.p.) a loro volta segnalateci, ci mette nella condizione di venire indagati per svariati capi d’accusa… e sinceramente né per la Sardegna né per niente altro mi farei indagare così sportivamente…
Disse un grand’uomo che i libertadores non esistono ed i popoli devono liberarsi da soli… bene, la soluzione o meglio la condizione per accelerare e dipanare questa situazione di stallo è quella di contestare presso le proprie amministrazioni (Regione) e spingere affinché gli enti preposti smettano di girare attorno alle situazioni e firmino quegli emendamenti che da anni continuiamo a presentare!
E mi fermo qui… sempre per i motivi di cui sopra…
Nei primi anni ’90, facevo l’istruttore ai corsi per le guide alpine e una sera a Cortina, presenti Andrea Sarchi, Cesare Cesa Bianchi e Lorenzo Nadali, dissi che le guide alpine dovevano pensare alla Sardegna dal punto di vista dell’accompagnamento.
Io in Sardegna ho vissuto, ci sono cresciuto, e ci ho sempre passato qualche mese l’anno e avevo messo a disposizione questa mia situazione (privilegiata?) affinché si facesse qualcosa, pena il ritrovarci come si è oggi.
Mi era stato risposto che al momento i problemi erano altri. Ora qualcuno, a iniziare dal nostro presidente Cesa Bianchi (ciao Cesare), penserá che forse bisognava attivarsi prima che i buoi scappassero.
Concordo qui con Paleari al momento, ma sono anche fiducioso, per i molti amici sardi che ho è che stimo (anche se sono regolarmente abusivi secondo quanto giá ampiamente descritto qui) , che succeda qualcosa che regolarizzi una situazione da tempo sfuggita di mano.
L’abusivismo in montagna non viene praticato solo in sardegna. Chi lo fa certamente è un IRRESPONSABILE. Vuole guadagnare in nero e non si è chiesto cosa gli succede se un SUO CLIENTE, si infortuna. Conosco un paio di persone che si propongono su FB per esempio per le ciaspole. E trovano persone che accettano! Ogni tanto mi viene in mente di segnalare questo abuso, poi ci ripenso perchè sono sicuro che mi attirerei solo MALEDIZIONI! Un’amica che aveva ricevuto l’invito da un abusivo ha accettato la mia idea di rinunciare e mi ha ringraziato. Concludendo, impossibile fare informazione quando ciò che vedo io è visibile anche agli altri. Quindi…
Luigi, io intendevo che le foto che si trovano in giro difficilmente fanno riferimento ad accompagnatori qualificati, siano essi guide alpine o no, e comportamenti “azzardati” si possono riscontrare anche in queste categorie, più o meno qualificati.
Mi sembra di capire che il nocciolo della questione sia di carattere legislativo, e c’è chi vorrebbe affrontarlo in maniera costruttiva e chi invece ne fa strumento per puro corporativismo, fermo restando che la burocrazia non aiuta né gli uni né gli altri.
P.S. i sardi possono viaggiare, anche io sono sardo ed ho speso più della metà della mia vita in “continente” ed all’estero, ma da giovanissimo mi sarebbe stato impossibile andare a fare corsi di sci/neve/ghiaccio e raggiungere la preparazione necessaria per fare la GA.
Saluti
Caro Stefano Michelazzi apprezzo molto il tuo ottimismo sul rapido cambiamento delle leggi italiane…
Come ricordano giustamente gli interventi di Oviglia e Paleari le cose non saranno così semplici…
Per quanto mi riguarda, sono più di trent’anni che cerco inutilmente di sensibilizzare il Collegio delle Guide sull’importanza di creare figure intermedie.
Come già fanno in Canada e credo in altri stati, possono esserci tante figure professionali intermedie: il titolo di Guida “Alpina” o di Alta montagna, alla fine è solo un riconoscimento che si aggiunge al tuo percorso formativo.
Ma sarà mai possibile in Italia regno del conservatorismo, delle corporazioni, delle paludi alpine e romane?
Jacopo
Conagai
Francesco, tre cose.
La prima: credo di non dover mettere sul blog le innumerevoli foto di gruppi di persone accompagnate su ferrate in Sardegna dove si contano anche 15 persone, tutti collegati individualmente alla fune di acciaio.
La seconda: il terreno di alta-montagna in ghiacciaio è assai diverso da quello di una ferrata. In alcuni casi un gruppo numeroso (6/7 clienti) può anche essere più sicuro… se legati tutti alla stessa corda ovvio.
La terza: conosco personalmente un sardo laureato a Trento, trasferitosi a Bolzano e poi tornato in Sardegna. Perché i sardi non possono viaggiare????????
Ho appena pagato 900 euro per l’iscrizione all’albo professionale delle guide alpine per il 2017, neanche un notaio paga così tanto; se voglio lavorare in Francia, e per noi piemontesi è quasi obbligatorio visto che siamo sul confine, devo compilare tante di quelle carte da non credere, il mio albo professionale non è neanche stato capace di instaurare un regime di reciprocità; sono almeno trent’anni, dai tempi di Gigi Mario, che si parla di creare questa figura di guida per l’arrampicata e siamo ancora qui a discuterne.
Quando a metà ‘800 il mio quasi compaesano Ferdinand Imseng portava i suoi clienti inglesi sulla parete est del Monte Rosa non aveva fatto nessun corso e non era iscritto a nessun albo professionale, cioè era un abusivo. Se avesse dovuto aspettare che ci fossero i corsi di formazione e l’albo professionale la parete est del Rosa sarebbe ancora da salire.
L’abusivismo è il primo gradino di tutte le professioni, qualcuno deve pur cominciare, perché se si aspettano le istituzioni, la burocrazia e i parlamenti (sardo, italiano o europeo che siano) di guide di arrampicata in Sardegna non ce ne saranno mai.
Per cui: bene le iniziative ufficiali e istituzionali, ma se sei vuole risolvere la situazione, dobbiamo andare noi guide alpine in Sardegna, dialogare con questi abusivi, vedere le necessità tecniche e le richieste della clientela( non penso che serva il 7a) fargli un corso, possibilmente non troppo dispendioso, e dargli una patacca. Mettere cioè le istituzioni davanti al fatto compiuto.
E come sempre le istituzioni seguiranno.
Ma si vuole veramente risolvere la situazione?
Cesa Bianchi, se ci sei batti un colpo.
Luigi, mi sembra riduttivo prendere spunto da una unica immagine guarda caso postata in un altro articolo su questo blog. Tra l’altro in foto non si capisce se è un gruppo di amici, o accompagnati da una GAE o da una GA, ti assicuro che ho visto con i miei occhi alcune guide alpine che sul Rosa guidavano cordate molto lunghe, anche 8 persone, e con questo non voglio accusare nessuno tantomeno una categoria. Per un sardo fare un percorso formativo in Trentino per conseguire il titolo di guida alpina è quasi impossibile, se non utopia, sono più d’accordo con le riflessioni di Maurizio Oviglia che saluto.
Ho letto tutti i commenti, uno ad uno e, spinto dal piacere di condividere idee e pensieri, anch’io scrivo qualche riga sul tema. Premetto: conosco Corrado Conca, conosco anche molti di coloro i quali hanno scritto i post, pertanto ho cercato di non farmi influenzare da tutti. Non occorre, in questi casi, “appartenere” invece sarebbe opportuno “pensare”. Qui si parla di guide alpine e, com’è facile intuire, le guide stanno con le guide e gli altri con gli altri. Un po’ come “guardie e ladri” anche se né le guide sono le guardie e né l’accusato è un ladro (fino a prova contraria). Avendo io conseguito il titolo di guida alpina e, avendo proposto (come impegno pre-elettorale) la modifica della “legge delle guide alpine” è chiaro che molto potranno pensare che il mio pensiero “stia nel mezzo”, ma qui di mezzi non ce ne sono. Il punto è un’altro. La domanda è innanzitutto: “perché affidarsi ad un professionista”? e la risposta è chiara e rapida “perché tutela maggiormente, rispetto ad un normale praticante, la sicurezza delle persone che accompagna”. La mia riflessione infatti riguarda soprattutto alcune fotografie che ho potuto constatare, raffiguranti una dozzina di persone tutte in fila collegate con imbracatura e cordini (o kit da ferrata per i più tecnici) alle funi metalliche di un itinerario definito “via ferrata”… e decidere di “accompagnare” una dozzina di persone su una “ferrata” NON è sinonimo di sicurezza, neppure se utilizzano correttamente la “attrezzatura alpinistica” come cita la L.6/89. Il problema è “come” e non solo “dove” si accompagnano le persone. Nessuna guida alpina UIAGM (che è uno standard internazionale) accompagnerebbe, se non in stato di confusione mentale, una dozzina di persone su una ferrata e, aggiungo, lasciando a loro stessi la loro sicurezza (scusate il gioco di parole). Una persona se paga (ed anche se non paga ovvio) ha diritto ad essere “assistita” e “accompagnata” sulla ferrata in modo sicuro, e il modo sicuro non è quello raffigurato nelle immagini. Il numero di partecipanti è eccessivo e le modalità tecniche non sono corrette e soprattutto non sono sicure. Una guida alpina utilizza una corda e dei sistemi adeguati a fornire il “sostegno” durante i tratti più verticali, per scongiurare che un partecipanti, precipitando, impatti contro la persona che lo segue ecc… ecc…. (tecnicamente un “filotto”). Detto questo certamente chi esercita una professione deve essere iscritto all’albo, deve aver superato degli esami, deve essere deontologicamente corretto nei confronti dei colleghi e dei suoi clienti, deve possedere le attrezzature adatte, deve essere allenato fisicamente e preparato sul territorio, deve saper raccontare delle belle storie al rifugio e deve anche essere “simpatico” perché si occupa di “intrattenimento” e non solo di “accompagnamento” o “insegnamento”. Chiaramente le guide alpine si schiereranno contro Corrado colpevole di “esercizio abusivo di professione” e gli altri forse no… qualcuno forse potrebbe anche riflettere e, prima di cimentarsi in tali avventure lavorative, lasciar perdere oppure tentare di ottenere il “titolo di guida alpina”. Resta il fatto che l’obiettivo primo è la tutela della sicurezza delle persone che si affidano ad una persona che si offre di accompagnarli su un itinerario che ha dei pericoli ben individuabili e misurabili. Resta il fatto che Corrado non è certo l’unico che cerca di “arrivare a fine mese” in Sardegna ma, dissentendo da quello che dice Paleari (che saluto volentieri), i giovani possono iniziare percorsi formativi (costosi e lunghi) nel settore turistico/sportivo…. e se sono disoccupati nel frattempo possono cercare un ripiego in Trentino e fare ciò che altri hanno fatto molti anni fa’. A nessuna guida alpina è stato regalato il titolo. Aggiungo che certamente è necessario rivedere la L.6/89 sulla disciplina delle professioni montane, ma certo è che se si arriverà al “maestro di arrampicata sportiva ” questi non accompagnerà nessuno sulle ferrate e dovrà essere in grado di padroneggiare gradi superiori al 7a… altrimenti sarà disoccupato pure lui. Per le ferrate invece? Beh… direi di non suddividere le professioni sportive/montane in 18 sottotipi…. forse i clienti vanno tutelati anche cercando di non creare confusione. Saluto tutti e attendo una Direttiva Europea sulle professioni sportive/montane… anche perché ricordo a tutti che siamo in Europa… e la Sardegna è un’isola del Mediterraneo che fa parte dell’Europa. Buon proseguimento.
Non volevo intervenire sulla questione ma mi ha spinto a farlo il messaggio di Alberto Paleari (che saluto) che mi ha colpito per ragionevolezza e pacatezza. Tuttavia sembra quasi di percepire che (come per tutti quelli che vivono al nord) il sud sia una cosa lontana di cui pietosamente farsi carico (per alcuni) o lasciare al suo destino (per altri). D’altra parte è vero che la disoccupazione qui sfiora cifre altissime e ve lo dice uno che è al momento disoccupato (anche se il lavoro gratis non mi manca di certo). Alberto, ti garantisco che se vivessi qui ti renderesti conto che, almeno in fatto di accompagnamento, corsi e quant’altro, l’abusivismo regna sovrano da anni. Sulla qual cosa si potrebbe anche chiudere un occhio, d’altra parte voi guide venite in Sardegna sporadicamente – e solo se avete un numero sufficiente di richieste che giustifichi la spesa – e noi del CAI facciamo corsi assai di rado e non accompagniamo a pagamento. Come far fronte dunque all’enorme richiesta di gente (anche molti stranieri) che vuole arrampicare, ma più spesso vuole far ferrate o escursionismo impegnativo? Il problema (molto serio) a mio vedere è il fatto che tutte queste persone si affidano a presunte guide che non hanno nessun tipo di formazione (se non fai da te), spesso nessun titolo (si dice che è meglio non averne nessuno che averne, se si vuole essere abusivi), e quel che è peggio è convinta di essere in buonissime mani (prova ne siano i centinaia di commenti sui social). Allora, siccome qualcuno l’ha chiesto, perchè mai costoro non prendono nessun titolo? E’ semplice, perchè in Italia non esistono titoli se non la GA che permettano di accompagnare a pagamento. E queste persone vogliono essere pagate, perchè vogliono farne un lavoro! La GA è un titolo molto difficile e oneroso da prendere, occorre serietà, buon preparazione e anche molti soldi da investire. Inoltre bisogna saper sciare (molto bene) e fare ghiaccio. Ma occorre anche essere sinceri. Non è questione solo di ghiaccio e sci: spesso chi fa abusivismo qui non possiede neanche il livello base richiesto in roccia per aspirare al titolo GA, quindi non potrebbero a ben vedere passare indenni nessun esame. I loro accompagnamenti si limitano spesso a percorsi di torrentismo, ferrate, facilissime arrampicate (per diventare guida alpina se non sbaglio servirebbe il 6c a vista). Quindi anche s,e per assurdo (perchè non mi sembra lo possano fare, smentitemi nel caso), le guide studiassero una figura per il sud Italia in cui non serva passare moduli ghiaccio e sci, dubito fortemente che qualcuno di questi ce la farebbe a prendere il patentino.
Noi del CAI lo facciamo da sempre per volontariato nei limiti previsti dal nostro regolamento, abbiamo sempre chiuso un occhio verso gli abusivi, almeno sinchè uno con un nostro titolo non si fosse messo a portare a pagamento, nel qual caso sarebbe stato espulso. Non è per fortuna mai capitato. E’ vero, non abbiamo mai denunciato nessuno, però abbiamo sempre cercato di sensibilizzare (sia gli abusivi e sia chi va con loro) che in caso di incidente sarebbero stati guai seri (dal punto di vista penale ) per chi accompagna senza poterlo fare! Perchè poi sarebbe l’incidentato a denunciarti e a chiedere i danni!
Per tirare le somme servirebbero a ben vedere due figure intermedie, una che possa accompagnare su percorsi facili, ferrate e canyoning e un maestro di arrampicata, come c’è in Francia o in Svizzera. Ebbene più di 10 anni fa ho dato una mano attiva al raggiungimento di questo scopo in Sardegna. Su incarico di un Consigliere Regionale mi sono preoccupato dei primi contatti con le guide, cercando di evitare il muro contro muro (Guide contro Regione Autonoma Sardegna) che era la strada ipotizzata all’inizio. Se si è cercato di trattare quindi è merito mio, perchè la Regione stava partendo in quarta per creare una sua figura. Come prima cosa sono partito apposta sino a Torino per incontrare l’allora vice presidente. Nel precedente presidente delle guide Erminio Sertorelli ho successivamente trovato una persona altamente disponibile e le cose sono andate avanti, sino ad un incontro a Cagliari con Maurizio Giarolli per definire lunghezza, costi e contenuti di un modulo di formazione per i futuri maestri di arrampicata. Poi tutto si è arenato quando è subentrato il nuovo Governo. Ribadisco che a me, come Istruttore Nazionale del CAI non importa un bel niente di creare una figura intermedia e anzi colgo l’occasione per smentire voci che circolano sull’isola che noi della Scuola del CAI di Cagliari abbiamo osteggiato la cosa, tutt’altro! Sia io che il direttore della scuola Corrado Pibiri eravamo presenti agli incontri, preoccupandoci anche di invitare istruttori FASI, UISP e coloro che erano maggiormente coinvolti. Ho perso giornate e trasferte anche al nord (non retribuite) per questa causa, perchè pensavo e penso che possa essere un modo per limitare l’abusivismo e per dare finalmente una formazione degna di questo nome a queste persone. Che io sappia la cosa fu seguita in un primo tempo dal compianto Marco Forcatura sotto il ministero Michela Brambilla. Ora dovrebbe essere bloccata a Roma da qualche parte… Successivamente, non sono stato più coinvolto quindi non sono a conoscenza di ulteriori sviluppi dell’ultima ora. Voglio infine spendere una parola di elogio per coloro, tanti, che in questo contesto (che perdura da decenni) hanno sempre rispettato le regole, rimanendo nei propri ambiti, attenendosi alla legge, pur ritenendo essa eccessivamente limitante, ingiusta o corporativa. Spesso questi vengono dimenticati, tendendo a far passare tutti i sardi per abusivi. Questo è, oltre che non vero, ingiusto.
Mauro Orazi, ti rispondo brevemente poi lascio spazio ai commenti all’articolo.
L’ironia del tuo scritto non l’ho vista e continuo a non vederla… sarò cieco…
Accompagnare è l’unico termine possibile perché di accompagnamento si tratta e l’articolo 2 me lo ricordo benissimo non ti preoccupare.
Fate i vostri passi come noi stiamo facendo i nostri.
In quanto alla coerenza che descrivi, personalmente la vedo più come un gesto di auto-conservazione ed i motivi ci stanno tutti… vedi qui i punti di vista non convergono ma non si tratta di articoli in questo caso…
Grazie della chiacchierata!
Stefano Michelazzi il “Mauro” si cui chiedi i dati sono io, si io AIGAE Lazio con Tess 260. Sullo sparare nel mucchio, e francamente non capisco cosa vuoi dire. “Punti di vista” è ironico, ma evidentemente non l’hai colto. Però l’articolo 2 ricordalo anche la prossima volta che leggerai comunicato stampa del conagai nel quale affermano che loro sono gli unici autorizzati ad accompagnare in montagna. Nota bene, scrivono “accompagnare”. Sulle “illazioni” sugli AMM sono sotto gli occhi di tutti, basta farsi un giro sul web. I nomi e cognomi li faremo ai collegi regionali di competenza, è visto che ora c’è anche alla neonata Commissione, ma certo che quando controllore e controllato coincidono difficile che si arrivi a qualcosa. Ma vi girerò volentieri le loro risposte, se mai ce ne saranno.
PS a quel che so, il sig Conca è stato espulso da AIGAE proprio perché invasiva abusivamente la professione di GA. Notizia da verificare con AIGAE, ovvio, ma se fosse vera sarebbe un bell’esempio di coerenza. La stessa che ci aspettiamo dal CONAGAI.
Marco, come ho potuto osservare confrontando il pdf che ho postato ancora qualche mese fa (quello nel post qui sotto), la struttura del sito regionale è stata modificata da poco tempo e quello da me postato non si trova più se non nell’archivio del server (tra i decreti di rinnovo la data è diversa) quindi grazie dell’aggiornamento.
Ciò non toglie nulla all’ipotesi di abuso di professione che riguarda la L.6/89 e non la legge regionale sarda sulle GAE le quali comunque non sono accreditate all’accompagnamento in ambito alpinistico.
http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_38_20130130174606.pdf
Stefano Michelazzi quello che ho appena postato è il registro delle guide della regione sardegna autorizzate che va consultato… L’elenco da voi postato si riferiva alle Gae con rinnovo nel 2015. Vi ricordo che le Gae Regione Sardegna hanno l’obbligo di rinnovo dell’iscrizione al registro regionale ogni 3 anni in base all’anno di iscrizione… Saluti
Mi sembra che ci sia un po di confusione fra GAE Sardegna e AIGAE.
Che sia chiaro che le GAE (Guide Ambientali Escursionistiche) Sarde sono le guide regolarmente riconosciute dalla Regione Autonoma della Sardegna e iscritte all’apposito Registro Regionale, l’AIGAE (Ass. It. Guide Ambientali Escursionistiche) è un’associazione a cui le GAE Sarde possono o meno aderire a proprio piacimento.
Per verificare la corretta iscrizione di Corrado Conca basta cercare il giusto pdf su: http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=304956&v=2&c=1284&t=1.
Alex forse non hai letto i commenti con attenzione ma in Sardegna la neve e il ghiaccio lo vediamo solo nel freezer 😉 a cosa ci serve imparare a sciare?
Inoltre si discute di qualcosa che con un minimo sforzo poteva essere realizzata e pianificata da tempo ma se non c’è una volontà comune di farla ci si arrampica sugli specchi.
Mi pare che nella nostra isoletta ci siano professionalità eccellenti sull’accompagnamento su corda ma possono accompagnare solo nell’ambito di un’associazione. Vogliamo favorire l’abusivismo in tal senso?
Buona vita
Gavino
Caro Mauro, sparare nel mucchio alla cieca sperando di beccare qualcosa può pure essere un’attività che a qualcuno piace ma è dannosa o poco produttiva se fatta pubblicamente…
Quelli che tu definisci punti di vista, sono articoli di legge e non certo imputabili ad improbabili soggetti ma ad un legislatore.
Non importa il “dove” hai ragione infatti la L.6/89 specifica il “come” basta leggere l’articolo 2 che è piuttosto chiaro.
Per quanto riguarda gli AMM non perdo tempo a disquisire in merito alle tue offensive illazioni, ricordandoti soltanto che quando si fanno delle accuse queste vanno firmate con Nome e Cognome e dettagliate, altrimenti suonano come arroganti tentativi di discredito poco, o meglio, per niente credibili e piuttosto offensive. Ma ci siamo abituati…
Da socio AIGAE noto con soddisfazione che il CONAGAI, per definire i limiti della professione di guida alpina e dunque i suoi abusi, adotti lo stesso punti di vista di AIGAE, ovvero che non conta il “dove” (visto che in questo caso specifico.di montagna non se ne vede) ma il “come” (uso di attrezzatura alpinistica). Che è esattamente il motivo per cui AIGAE rigetta tutte le pretese di esclusività delle guide alpine su qualunque attività in montagna. E che questa meritoria commissione abusivi adotti altrettanto rigore verso i tanti AMM che fanno attività su terreno innevato (ciaspole) e fuori regione, entrambe cose ESPRESSAMENTE VIETATE AGLI AMM nella stessa legge 6/89. La legalità invocata va rispettata fino un fondo, altrimenti si chiama opportunismo e ipocrisia.
Cominciamo a sfatare un po’ di miti…:
qui il link relativo all’aggiornamento 2015 degli iscritti al registro GAE Sardegna:
http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_38_20160512143449.pdf
Lista che avevo personalmente già inserita in altro articolo su questo blog.
Per rispondere invece a chi giustamente si chiede se vi possano essere figure intermedie tra Guida Alpina e AMM in grado di rivestire un ruolo che accompagni su percorsi rocciosi senza per questo dover completare tutto l’iter formativo da Guida Alpina, dico che non solo ci stiamo lavorando da un bel po’ ed abbiamo già presentato diverse proposte di emendamento presso la VII Commissione Parlamentare che tratta l’argomento ma ci stiamo lavorando ancora ed a ritmi non di poco conto.
Che cosa osta quindi un ammodernamento della legge 6/89?
Due cose:
1) il referendum appena trascorso ha ovviamente bloccato qualsiasi attività parlamentare in seno alle commissioni e quindi di conseguenza anche per quanto ci riguarda.
2) malgrado si pensi (ed è stato scritto anche tra questi post) che le Guide non vogliano modellare la legge in modo da aprire ad altre realtà che dal 1989 sono diventate ormai un’esigenza, direi che vi sono alcune tra queste realtà che stanno remando contro affinché la legge non venga modificata e creino in questo modo gli ovvi blocchi all’iter.
Detto questo, aggiungo che anche in questi giorni, coloro i quali si sono incaricati della gestione del Collegio Nazionale Guide Alpine Italiane, stanno operando in merito a questi argomenti ed ai mille altri che come ente pubblico dobbiamo sostenere anche nei diversi campi regionali, impegni che consistono in una mole di lavoro che rappresenta una sfida non di poco conto.
La lotta all’abusivismo è uno di questi perché siamo convinti che non sia la scorciatoia il modo corretto di esercitare una qualunque professione ma il seguire seriamente e coscienziosamente, il percorso che viene indicato dalle norme a tutela dell’utente finale che al fine dev’essere l’obiettivo più importante.
Guida Alpina Stefano Michelazzi –
componente del consiglio direttivo CONAGAI
In una situazione di carenza legislativa come quella che c’è in Italia riguardo alla figura di una guida di arrampicata che operi al Sud e nelle isole, un po’ di abusivismo è inevitabile. Bisogna anche considerare che ormai la disoccupazione giovanile in Italia si aggira sul 40% e al Sud è catastrofica.
Non mi accanirei con chi si arrabatta per sopravvivere.
Piuttosto penso che noi guide dovremmo cercare di ottenere al più presto una legge che preveda un titolo intermedio per queste situazioni.
Ma lo so, non è mica facile.
Fancello Cipriano ma perchè dobbiamo applicare una legge nazionale sulle guide usando sistemi di studio e di tecniche alpine quando il nostro territorio è completamente diverso…per portare gente in vie ferrate devi essere una guida alpina…no bisogna trovare un forma mentis che sia possibile in Sardegna conoscendo le tecniche e le problematiche della nostra terra e non quella delle alpi, in primis perchè questo compromette l’ingresso del mondo del lavoro ai nostri giovani che trovano precluse le vie per prendersi i titoli per esercitare tale lavoro, e poi perché nello studio dobbiamo includere materie che sono sconosciute o quasi del tutto in sardegna, come lo sci o altre attività che una guida alpina deve conoscere ma che non hanno modo di essere praticate da noi…
Gentilissimo Sig. Gongna cito il sito Aigae: “Iscriversi ad AIGAE non è un obbligo, ma è una opportunità che qualifica i soci agli occhi dei clienti e dà loro un titolo “spendibile” sul mercato, oltre a una ampia serie di tutele e servizi.”
Il signor Conca è abilitato e regolarmente iscritto nel registro guide escursionistiche della Sardegna (N.580 mi sembra) e pertanto eventualmente non interessato ad iscriversi all’Aigae.
Cordiali saluti
@Matteo
Non pensarla così, per tante guide il pensiero è differente rispetto a ciò che scrivi alla fine.
Una nuova figura specializzata non potrebbe che creare più mercato per noi “quattro gatti” (poco più di 1000 guide, immagino l’albo professionale numericamente più piccolo della nazione) e probabilmente chiudere quelle “falle” che hanno portato a questo post. Speriamo si possa realizzare in tempi meno biblici del solito, ma il percorso che si vorrebbe seguire è quello.
(Luca – Guida Alpina)
Per chiarificare altri commenti simili agli ultimi, vorrei ricordare che ormai da tempo nel direttivo nazionale delle guide alpine c’è l’idea – abbastanza condivisa da tutti – di creare delle figure specializzate su singoli e determinati terreni. L’esempio più lampante è proprio il maestro-guida d’arrampicata in una regione di sola arrampicata come la Sardegna. Ghiaccio e sci nella formazione di una guida a cosa servirebbero lì? Un passo è già stato avviato a livello di iter burocratico per arrivare a ciò e magari Gogna è capace di raccontarcelo meglio essendo membro del direttivo nazionale.
(Luca – Guida Alpina)
Mi pare che Franco abbia ragione a chiedere una figura intermedia tra GAE e guida. Anche senza invocare una “particolarità regionale” non credo sia necessario essere una guida per accompagnare gente in ferrata o in falesia.
Credo che una denuncia come quella qui riportata potrebbe servire a smuovere le acque, come trampolino di lancio per una revisione della legislazione
Temo però sia utopistico pensare che siano le guide alpine a muoversi in tal senso: godendo di una rendita di posizione (giusta o sbagliata che sia) sarebbero pazze a farlo!
La questione è complicata perchè il legislatore, come sempre, ci ha messo del suo.
Innanzitutto va detto che se “la pratica vale più della grammatica” dal punto di vista legale questa affermazione non regge. Anch’io avrei abbastanza esperienza per portare delle persone su certi percorsi (facili) ma me ne guardo bene dal farlo perché se dovesse capitare un incidente mi farebbero un c…. a capanna. Quindi ha ragione Luca quando scrive “massimo rispetto per il fegato degli abusivi”.
Concordo sul fatto che per l’accompagnamento su determinati percorsi non sia indispensabile avere tutte le conoscenze possibili ed immaginabili. Ovvio che maggiori sono le conoscenze e maggiore è la sicurezza, almeno sulla carta, perché poi in pratica possono venirsi a creare delle specializzazioni. Tanto per fare un esempio, se in prevalenza si accompagnano gruppi a fare canyoning è evidente che aumenteranno le competenze su questo tipo di terreno e probabilmente diminuiranno quelle in altri settori. Come in tutte le cose non è tanto importante sapere cosa si deve fare bensì saper fare quando è necessario e sappiamo tutti che gli automatismi si ottengono solo con una pratica assidua.
Domanda forse banale: ma non sarebbe stato più logico, sempre nell’ambito delle Guide alpine, creare delle specializzazioni e dei percorsi a step? Perché non avere delle Guide alpine di serie A, di serie B, di serie C, ecc., in base al percorso formativo?
Formazione minimale base per tutti e poi a ciascuno il suo percorso strutturato su vari livelli. Se uno supera tutti gli esami possibili e immaginabili viene iscritto nella sezione A (il massimo), se supera solo determinati esami, che ne so relativamente all’accompagnamento su sentieri e ferrate (giusto per fare un esempio) viene iscritto nella sezione C, e così via.
In questo modo sarebbe tutto più chiaro, tutti si muoverebbero sotto il cappello delle Guide alpine che hanno dalla loro una legge nazionale e forse, almeno sul piano burocratico ci sarebbero meno problemi.
Tutto ciò porterebbe alla fine dell’abusivismo? Certo che no, l’abusivo ci sarà sempre, come ci saranno sempre gli evasori fiscali e i furbetti del quartierino però un po’ più di chiarezza almeno sì.
Furio: devi andare alla pagina http://www.regione.sardegna.it/j/v/34?s=63449&v=2&c=89&t=1 e alla sezione “Elenchi e determinazioni – Iscrizioni e rinnovi al Registro Regionale” dell’anno 2016 vi sono gli allegati (sono 6 allegati di altrettanti documenti definiti “determinazione”) in cui non risulta il nome di Corrado Conca. Per Furio e Franco: (https://gognablog.sherpa-gate.com/riordino-nelle-professioni-di-guida-alpina-e-accompagnatore/).
Prima di mettere alla Gogna le persone con nomi e cognomi, avete provato a contattarli per sapere il loro parere? Vi rendete conto delle conseguenze che può avere un post di questo tipo sulla vita delle persone?
In effetti, Corrado Conca risulta iscritto nel registro delle guide escursionistiche aggiornato al 2013, pubblicato sul sito della Regione Sardegna. Non sono riuscito a trovare dati più recenti. Che non risulti sul sito AIGAE non vuol dire nulla, perché non tutte le GAE sono iscritte all’AIGAE.
Ciò non toglie che – ovviamente – una GAE, così come un Accompagnatore di Media Montagna come il sottoscritto, non possa – per legge -accompagnare in ferrata o in roccia (indipendentemente o meno dalla remunerazione). Quindi l’esercizio abusivo c’è, eccome! Speriamo anzi che questo primo intervento del CONAGAI non rimanga isolato.
Circa la peculiarità della Sardegna, mi risulta che le modifiche alla Legge quadro 6/1989 che sono in discussione da ahimè troppo tempo, quando e se verranno approvate, risolveranno almeno in parte questa situazione.
Io da sardo, guida GAE e rispettoso delle leggi, non voglio prendere le difese di nessuno (anche perché non conosco personalmente l’interessato), ma non capisco invece il perché in Italia non si riesca ad istituire una figura che stia a metà tra le GAE e le guide alpine! Non credo che in Sardegna per andare in una ferrata o fare un canyon di bassa difficoltà un sardo abile in queste cose (e ce ne sono parecchi) debba essere obbligato ad apprendere l’arrampicata su ghiaccio, tecniche alpinistiche e anche a sciare! Che le guide alpine decidano una volta per tutte di deporre la propria corona a favore di altre figure e a istituire appositi corsi anche in Sardegna per la creazione di guide di media montagna o canyoning, questo è il modo di far cessare l’abusivismo da voi denunciato!! Non è che, solo perché 50 anni fa questo tipo di turismo e esigenza in Sardegna non esisteva, adesso le guide alpine devono comandare il turismo outdoor in tutta Italia e di tutti i settori… D’altronde, se vi fosse qualche pentastellato tra le guide alpine potrebbe additarvi come una casta…
Ciò che mi spaventa di più degli abusivi, e che dovrebbe spaventare soprattutto chi lo fa, è il “chi paga” se uno si fa male durante un’attività che lui ha pagato ed esige “in sicurezza” e “accompagnato”. Questi forse non hanno capito che ci si può tranquillamente rovinare la vita, mica una semplice multa. Se la Guida fa un’attività ad alto rischio, l’abusivo riesce a superarla e con ampio margine. Massimo rispetto per il “fegato” degli abusivi.
(Luca – Guida Alpina)
intervenire con la “carta bollata” inutile, tardivo e costoso
Probabilmente se il Collegio delle guide alpine non si fosse arroccato sulle Alpi ma avesse accettato nel mondo dell’avventura altre figure professionali come le guide escursionistiche, speleologiche, d’arrampicata ecc.. Oggi probabilmente non ci sarebbero Regioni importanti come la Sardegna senza guide locali.
Buongiorno a tutti,
approfitto del dibattito per fare una domanda legata all’argomento dell’articolo e per schiarirmi le idee sulle normative e sulle loro limitazioni
Fatto salvo il massimo rispetto per la competenza e la professionalità delle guide alpine e i loro diritti, mi domando se l’insegnamento ad esempio del bouldering, dove non sono necessarie attrezzature alpinistiche di alcun tipo (escluso un crash pad), sia comunque rientrante nella categoria di quelle tecniche alpinistiche il cui insegnamento “…debba essere esercitato in via esclusiva dalle guide alpine abilitate all’esercizio professionale e iscritte nell’albo professionale delle guide alpine…”.
Se così fosse vorrebbe dire che anche insegnare (remunerati) ad arrampicare su un sassetto di pochi metri, sia anch’esso di competenza esclusiva delle guide alpine…che per la maggior parte raramente si dedicano al boulder nè credo ricevano insegnamenti sul come posizionare correttamente il materasso e parare adeguatamente l’arrampicatore (cose non scontate) durante la loro formazione…credo.
Ripeto voglio solo capire e non gettare benzina sul fuoco.
Il mio è solo un esempio e una perplessità sul fatto che forse, per evitare gli abusivismi intollerabili sopra descritti e per i quali comunque non esiste alcuna giustificazione, forse in altri casi però bisogna rivedere gli inquadramenti di ciò che deve essere dominio esclusivo delle guide. Questo specialmente alla luce delle discipline che sempre più stanno fiorendo e sono legate alla montagna e ad altre figure come ad esempio istruttori d’arrampicata federali (ora come ora comunque formati in modo ridicolo)…
giusto una riflessione
Caro Nicola Nonnis, probabilmente hai consultato il registro regionale che non è aggiornato. Ci risulta infatti che Corrado Conca sia stato iscritto all’AIGAE fino a due, tre anni fa. Ma ora NON lo è. Se, su http://www.aigae.org/cerca-guide/, digiti il suo nome vedrai che non appare.
Luca, anch’io non amo gli sbirri ma dopo 15 anni (e parlo solo per me) in cui ho visto violare le leggi senza nessun tipo di pudore finalmente vedo che finalmente qualcuno fa qualcosa. Senza osservanza delle leggi predicare contro gli “abusi etici, morali, economici, ecc ecc” non ha nessun senso. Lei piuttosto da che parte sta? Della legalità o dell’interesse personale?
Le leggi, le leggi… Tra l’altro mi sembra che si stia parlando di una legge promossa dal genitore di una “moderna” guida alpina. Nel corso della mia vita le leggi le ho trasgredite più di una volta. E non amo troppo gli sbirri. Ritengo per esempio, nel nostro campo, più gravi altri tipi di abusi – morali, etici, ecologici, culturali, economici, sociali, tutto ciò che volete: umani! – come quello dell’eliski. Si cominci da lì.
Qui non parlo del caso sardo, di cui so poco per via diretta. Ma l’istituzione di quella “Commissione abusivismo” da parte del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane mi preoccupa.
A onor del vero, nel sito della Regione Sardegna esiste un file pdf aggiornato al 2013 che contiene l’elenco delle Guide Ambientali Escursionistiche autorizzate.
Da un mio controllo il Sig. Conca Corrado risulta regolarmente iscritto appunto al n° 580 come da lui sostenuto, quindi scrivere: “Si segnala in particolare l’attività di Corrado Conca http://www.corradoconca.it, iscritto su Trip Advisor, che dichiara nel suo sito di esercitare la professione di Guida Escursionistica e di essere iscritto al Registro Regionale delle Guide della Sardegna con il n. 580 mentre il suddetto non è Guida Alpina e, in base alle ricerche sul sito della Regione Sardegna e dell’Albo GAE, non risulta iscritto al Registro Regionale delle Guide della Sardegna, né come Guida Escursionistica e neanche come Guida Speleologica (Guida turistica-sportiva).” è FALSO oltre che tendenzioso…a meno che voi non siate talmente poco abili nel fare una ricerca dentro un file pdf che, a titolo informativo, in questo caso non mette in nomi in ordine alfabetico.
Cordiali saluti.
beh dai Davide, non essere così negativo: magari Ivan e quelli come lui ci rimediano pure una bella denucia!
Ivan, mi dispiace per te ma hai detto un bel carico di sciocchezze, e con quelle non ottieni un bel nulla se non quello di fare la figura dello stupido.
Mi chiedo perchè, questi signori, non si iscrivano come aspiranti guide alpine e poi non seguano un regolare corso per diventarlo.
e si metterebbero in regola.
o forse è perchè non riuscirebbero a superarlo? 🙂
massimo rispetto alle Guide Alpine.
Anche in grotta possono accompagnare solo le guide alpine???
Un’altra ridicola stupidaggine scritta su questo blog, insieme a tante altre.
Ah anche gli speleosub usano attrezzatura “alpinistica”, ad esempio il caschetti, ma che in realtà si chiamano DPI di IIIa categoria e non servono solo per fare alpinismo. Che famo, li facciamo accompagnare dalle guide alpine???
Nei parchi avventura abbiamo bisogno di una guida alpina perché si usava casco e imbrago?
Volete venire dalle alpi anche a “guidarci” nelle grotte sarde? Vorrei ricordare che solo qualche mese fa gli speleo sardi hanno congiunto e quindi scoperto la più lunga grotta d’Italia…
Quindi, uso di DPI di IIIa categoria non significa alpinismo.
Meglio tardi che mai.