Esplorazione… complessità… geografia
di Paolo Gallese
(pubblicato su medium.com il 6 febbraio 2018
Esplorazione e didattica…?
La Siberia del Nord, fino allo stretto di Bering, è uno degli ultimi luoghi più remoti della Terra. Poco conosciuto, dalle condizioni proibitive, dalla Natura tra le più selvatiche. Quanti di questi luoghi conosciamo vagamente? Certo, mi si potrebbe obiettare di poter comunque dormire sonni tranquilli anche senza sapere dove diavolo si trovi Andygychan!
A volte si ha l’illusione che la rete, o gli strumenti del Web possano in fondo quasi trasportarci laggiù, averne un’idea, regalarci istanti.
In parte è vero (io stesso trascorro ore a viaggiare così), ma è solo un’illusione. Al di là delle sensazioni, della percezione reale di una Natura del genere, ovviamente impossibili (e anche fuorvianti nell’immaginario), l’approccio geografico stesso risulta falsato, relativo; nemmeno incompleto: proprio nullo o quasi.
E questa difficoltà dell’approccio geografico è paradossalmente amplificata dai mirabolanti strumenti del Web.
Continuo a sostenere che la conoscenza e la relazione con le carte geografiche vere e proprie, le mappe, sia insostituibile. Niente come una buona (ma buona davvero) carta, è in grado di restituire una parvenza realistica di un territorio. Una foto satellitare non fornisce le informazioni che crediamo, solo esperti professionisti (con l’ausilio di strumenti di rilievo speciali) sono in grado di trarne un senso, una rappresentazione.
E anche loro, che guarda caso poi, creano mappe e carte, hanno bisogno di tutta una serie di informazioni aggiuntive che nessun satellite è in grado di offrire. Informazioni che si perdono nella toponomastica, nella storia, nei ricordi di persone, di contadini, di pastori, di cacciatori, persino di contrabbandieri.
Il Web, da me a volte così bistrattato, nonostante io ci lavori, può venire in aiuto, ma sotto una prospettiva diversa. Non quella facile e immediata dei mirabolanti strumenti che spesso usiamo quotidianamente per ben più amene occupazioni, che non l’esplorazione della Kamchatka. Ma per una via più complessa, più elaborata: quella dei portali cartografici.
In questi luoghi virtuali si accede a un mondo che improvvisamente diventa “rappresentazione” realistica, complessa, ricca, da analizzare con mille accortezze, attenzioni, si imparano lingue iconiche di ogni genere, convenzioni, si eseguono calcoli, si tracciano mondi geometrici, naturalistici e antropologici.
Come sempre vado controcorrente e ho deciso di muovere decisi passi in una nuova dimensione didattica: quella della Geografia, materia bistrattata e resa esile, in un mondo che diventa sempre più stretto e alla portata delle nuove generazioni.
E’ un po’ di anni che mi ci muovo, grazie anche alla mia esperienza in Natura. Ho fatto esperimenti, ho tentato esperimenti con i bambini.
Credo si possa fare…
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Grazie a voi!
Non sono un tecnico e non dirò, probabilmente nulla di nuovo o di utile, ma vorrei sottolineare come l’utilizzo delle tecnologie e di internet come centro di informazioni stia modificando il sapere basato sulla conoscenza diretta che la geografia come la storia storia dei luoghi hanno. Nell’era dei sentieri parlanti e di internet che “risolve” tutto le proposizioni di Gallese mi fanno fare un respiro di sollievo.
La Geografia come accessorio non più come storia.
La Geografia come suppellettile non più come conoscenza.
La Geografia straziata dalle informazioni.
La Geografia annullata dal progresso delle linee rette.
La Geografia da protagonista a comparsa.
Da sede delle relazioni a distanze, quote, nomi.
Da orizzonte a niente.
Da stimolo per sé ad acquisto con carta di credito.
Da confronto con la possibilità di rinunicia a facile raggiro.
Da natura a natura amica (esiziale).
Da confine insuperabile a vallo che non gronda più storia ma selfie.
Da centro dell’orientamento a contorno pittoresco.
Da informatrice a inutile.
Da legame con popoli e territori a invisibile tessuto umano.
Da rivelatrice di verità a muto sfondo.
Linea assolutamente da me condivisa.
Grazie
Verissimo; complimenti a Paolo Gallese per questa breve riflessione e per la decisione di “muovere decisi passi in una nuove dimensione didattica”.