C’è un principio che potrebbe essere detto “sentire la terra”, che la modernità ha implicitamente rifiutato. La dedizione materialista alla scienza e alla tecnologia crede di non averne esigenza. Ma si tratta di una blasfemia grave, le cui conseguenze sono sotto il naso di chiunque apra gli occhi.
Il contatto
di Lorenzo Merlo
(ekarrrt – 10 giugno 2024)
Il poeta
Perdere contatto con ciò che sta sotto la superficie delle forme, delle morali, delle norme, leggi, lauree, esperienze e consuetudini è perdere la lirica della vita. È separare se stesso dalla principale, autentica e universale conoscenza. È riconoscere gli arcani e i simboli, è vedere il sacro, le dinamiche energetiche. È prendere le distanze dalla conoscenza antropomorfa, buona per svolgere le faccende della storia, ma estremamente sconveniente se in essa crediamo ci sia il progresso evolutivo.
È opportuno relegare a semplice strumento amministrativo quanto è scritto nei sussidiari, che abbiamo studiato per diventare qualcuno, per non restare indietro.
L’esperienza non è trasmissibile. Non c’è scuola per diventare poeta. C’è però la disponibilità a riconoscere cosa ci impedisce di esserlo, cioè di vedere le gabbie concettuali, le infrastrutture culturali che abbiamo scambiato per verità, che la nostra saccente intelligenza ci fa credere contengano la conoscenza e riducano l’ignoranza. È un incantesimo dal quale comunque i meno arroganti – cioè quelli che si identificano con il proprio nome e cognome, con la propria professione e ruolo – possono emanciparsi, e ritrovare così la linea della vita.
Il poeta non è, purtroppo, cosa comune. Pochi vedono i lacci della propria emozione, la sua origine, il modo in cui la alimentano, le sue imposture. Il poeta è quello che li vede, riconosce da dove insorgono, dove conducono e banalmente li descrive con un ricamo.
Un campione
Ci sono individui di tutti i tipi, inclusi quelli non previsti dallo spettro di cristallo personale. E, naturalmente, affermazioni di tutti i generi, che sono un valore più che un inconveniente. Allargano la campionatura e sono implicitamente una specie di dimostrazione che tutto è già presente e che solo circostanza permettendo decantano nella realtà materiale, prendono forma storica.
Ci sono anche quelli che quando gli dici che dopo il vaccino una quantità di patologie sono in un crescendo notevole sopra le medie precedenti, comprovate da ricerche, da medici, da osservatori, da scienziati e poeti, ti vengono a chiedere le prove. Al campione basta essere medico, non deve aggiornarsi e verificare da solo. Se un medico sente dire che ci sono morti e non lo sa, se non è un traditore di Ippocrate, sicuramente si mette alla ricerca e alla verifica. Cosa evidentemente non fatta dal nostro campione.
Ma le prove di Di Donno e altri non bastavano? Diversamente da quanto accadeva negli ospedali governativi, a Mantova le persone entravano malate e uscivano vive. Non bastava come prova per considerare la cura che aveva trovato? Per rivedere l’impostura di tachipirina e vigile attesa? No! Al dato di fatto, si preferivano lo studio, i grafici e le percentuali di governo.
Si preferivano le veline dell’Oms e del Ministero della Sanità, nonché le dichiarazioni dei politici, degli esperti, di Draghi e Mattarella. Loro sì che garantivano il vero. Si preferivano e si univano alle scomuniche e alle reprimende dei media contro solo chi avesse qualche domanda da porre. Contro chi dubitasse se ne valesse la pena di intrugliare bambini e puerpere, giovani e gestanti.
Molti morti con covid che non erano per covid. Ora anche i padroni-truffatori dei pensieri dei campioni lo ammettono. Ma all’epoca ne hanno chiesto le prove? Hanno chiesto le prove scientifiche per cui erano fortemente sconsigliate le autopsie?
I campioni che allargano lo spettro dell’estremità stupida ora vogliono le prove che le patologie e le morti hanno percentuali riguardevolmente positive, anomale rispetto al passato. Le pretendono con la medesima arroganza che hanno saputo dimostrare nel chiudere l’audio alle urla di chi non aveva quei padroni. Ma non dovrebbe il saggio trovare utile e mettersi in moto quando l’ultimo ortolano – qui emblema delle persone poco istruite e per questo di seconda categoria secondo alcuni – fa una battuta che gli indica una direzione fino allora insospettata? Il campione pensa che il saggio gli chieda le prove di quanto il semplice ortolano – accademicamente inutile – distrattamente afferma. Mentre il poeta ha colto quanto le università neppure sanno esista.
Ne troverebbe di prove, ne avrebbe in grande quantità, di elementi per rivedere il proprio pensiero sull’innocenza dei vaccini rispetto al crescente numero di effetti avversi esiziali e mortali. Ma lui, il campione, non li cerca. Il campione segue la dottrina, dovesse anche crocifiggere Ippocrate. E se li trova, beh, non c’è problema alcuno per restare fermi, forti del popolo di maggioranza che si comporta come lui. Basta squalificare la fonte che li riferisce. Uno di quei campioni – testuale – ha classificato quelle fonti con l’appellativo gossip. Forse più che un campione è un fuoriclasse.
Poi, il giorno dopo l’annosa denuncia dei “complottisti-terrapiattisti-brigatisti che muoiano tra dolori lancinanti”, arrivano il Telegraph (1) e il Bmj (2). Sul British Medical Journal Public Health, gli autori della Vrije Universiteit di Amsterdam hanno scritto: “Sebbene i vaccini Covid-19 siano stati forniti per proteggere i civili dalla morbilità e dalla mortalità causate dal virus Covid-19, sono stati documentati anche eventi avversi sospetti”.
“Sia i professionisti del settore medico che i cittadini hanno segnalato a vari database ufficiali del mondo occidentale gravi lesioni e decessi in seguito a vaccinazioni”.
Prima vuole la documentazione, poi, se non gli garba, la chiama gossip. E ora, come definirà lo studio dell’università olandese? Che dirà del medico americano McCormick che in Congresso ha messo in croce Fauci e con lui la pletorica moltitudine di medici allineati alle veline di governo? (3) Dirà che RadioRadio fa gossip, come altri della sua risma hanno più volte affermato? Anche McCormick era in reparto e ha visto morire, ma intanto non smetteva di pensare. E lo dirà sempre, a vedere come finora non ha modificato di un solo punto la sua linea che lui chiama scientifica (4).
Per non parlare del ritiro dell’intruglio di Astrazeneca in Regno Unito. Un fatto segreto ai divanisti. La fabbrica farmaceutica ha dovuto pagare risarcimenti consistenti a chi ha personalmente accusato le menzogne del vaccino. E quando il tribunale ha chiesto la documentazione sui vari test preventivamente eseguiti, la fabbrica ha ritirato dal mercato la sua merce, esimendosi così dall’obbligo di fornirla (2). Ora si risponda (rispondi) alla domanda: al campione senza contatto con le evidenze, la questione britannica interessa o no?
Come ai due carabinieri, non interessa nulla che non sia nero su bianco. Quindi non gli interessa chiedere scusa, né dire “ora sono soddisfatto, è possibile che i vaccini si celino dietro i crescenti affetti avversi che innalzano la media delle patologie”. Non ci pensa nemmeno. Non perché non creda neppure all’evidenza pronunciata da qualcuno che lui considera non fonte gossip, ma perché dovrebbe rivedere tutto se stesso. Invece che darsi del coglione, seguita a dare ragione a chi voleva veder morire i cosiddetti – da loro – novax tra spasmi atroci, a chi li voleva lasciar fuori dal pronto soccorso. Sono questi i ritornelli dei filogovernativi.
Adesso che la truffa dovrebbe essere chiara anche ai campioni, che prove vogliono? Vogliono la velina sulla quale leggere che devono delle scuse, che gli riveli quello che era evidenza per poeti e complottisti? Può darsi. Lo spettro è così ampio che escludere qualcosa è inopportuno. Ma invece di attendere la velina giusta, dovrebbero fare una colletta per rimpinguare i danni materiali e morali che il loro scellerato comportamento ha inflitto a persone che semplicemente la pensavano diversamente. Viene in mente il fascismo e il nazismo? Anche a me.
O, prima di fare ammenda, vogliono le prove che ci siano persone rimaste senza stipendio, che hanno chiuso le attività, che si sono suicidate, che sono morte uccise dal verbo governativo?
O forse, vogliono le prove che Montagnier non era un “rincoglionito”, che iniettare le donne incinta e i bambini è stata una porcata da radiazione.
Ma hanno chiesto le prove a Draghi per il suo madornale “Non ti vaccini- ti ammali-muori”? Certo no! Non le vogliono, preferivano deridere Rivera dal divano, come Vespa, un loro esponente di spicco in quanto a veline governative, ha fatto in diretta nazionale (5). Non vogliono sapere perché l’Ordine dei Giornalisti del Lazio ha insabbiato un esposto contro quel giornalista da prima serata e grandi ascolti, che lo accusava di disinformazione. E perché mai dovrebbero indignarsi, i campioni: primo, hanno perso il contatto; secondo, nessuna velina ha fornito loro le prove delle menzogne di Vespa.
Ma le vogliono quando gli dici che le patologie sono in crescita e i morti causa intruglio ci sono, eccome, e in percentuali ragguardevoli. Basterebbe evitare i giornalacci, le tv unificate, i dj di strascico governativo-scientista per trovarle. Basterebbe staccarsi dal divano per venire sommersi da tutte le prove che pretendono.
Contatto perduto
Quando ci si astrae dall’osservazione, quando ci si affida alla norma o a qualcuno, quando si chiude l’ascolto nei confronti di tutti gli ortolani il contatto è perduto. Il legame con il profondo è rescisso per far posto alla conoscenza di superficie, a quella autoreferenzialmente autenticata. Niente di peggio per gli uomini, singolarmente presi e socialmente raccolti. Niente di peggio per la politica, l’educazione e i valori. Basta girare la testa, anche dal divano, dalla tv alla finestra sul mondo, sulla politica, sulla sanità, sull’occupazione, sulla povertà, sul controllo, sulla falsità del capitalismo sostenibile e sulla vergogna del politicamente corretto, sul femminismo senza senso se non materialisticamente inteso, sulla Nato, sulla Ue, per osservare dove la cultura della scienza, degli esperti, della specializzazione ci ha portati. Tutto, anche il divano, sta precipitando, ma gli incantatori alla Vespa dicono che va tutto bene. O sono il solo ad avere amici e parenti menomati, operati, offesi da patologie post-intruglio? Il solo a constatare che, ai conoscenti ammalati di recente, afflitti da mali legate alla circolazione e al cuore, nessun medico ha fatto loro presente che il vaccino potrebbe essere la causa prima o scatenante?
Perdere il contatto fa credere che una dimostrazione, un fatto razionale, possa incidere sull’emozione che la rifiuta, quella che, come un ventriloquo, dà la voce al campione. Siamo allo zero della conoscenza. Un inconsapevole atto di fede emozionale non è scalfibile da alcun argomento razionale. Ma che lo sto’ a dire. Il campione non vede che la superficie, non gli si può chiedere di andare in profondità. Non sospetta che oltre a quanto crede ci sia dell’altro.
Altri campioni
Ne è campione da tempo, da quando ripeteva le parole di Draghi sul vaccino, da quando minacciava il sentire altrui con il moralismo che vaccinarsi era un dovere civico per il bene di tutti. È lui il primo della lista che recentemente è riuscito in uno strike imprevisto da chiunque, ben oltre lo spettro più distopico che si potesse, non dico immaginare, ma ipotizzare. È riuscito, per esempio, il presidente della nostra Repubblica, a dire di andare a votare per garantire la sovranità europea (6). Orwell, oltre a rigirarsi nella tomba, si sentirà costretto a fare chapeau a tanta inventiva distopica. Se il contatto perso con l’origine viene affermato da un presidente, tutti i benpensanti divanisti e atlantici, forse, stavolta avranno di che sospettare qualcosa in merito alla buona politica di cui siamo e saremo schiavi, nonché vittime sacrificali. O, anche stavolta, vorranno le prove?
È perso il contatto quando il campione dà mandato sovrano a una legge che cancella l’ordine della vita. Come altro pensare in merito alle checche che non gli basta essere uomini, che si sentono in diritto di sovvertire la natura? Che male c’è a essere checche e basta? (7) Se si colpevolizza chi è come è, si perpetuerà il potere a qualche legislatore senza contatto con la vita che potrà colpevolizzare chiunque non sia di suo gradimento, che potrà disporre della vita delle persone ancor più di quanto già non stia facendo, che compirà scelte via via più sideralmente lontane dall’umano e dalla vita di cui siamo espressione.
Ci saranno medici condotti che derideranno i loro omologhi antenati che correvano al cospetto di chi li chiamava. Ci sarà chi continuerà a celebrare la tecnologia – in questo caso gps, superstrade e autostrade – senza vedere tutta la conoscenza perduta di sé e della cultura che sta attraversando, della geografia e delle stagioni, doni offertigli da una via che segue il terreno, che non lo sfonda, non lo buca. Dal divano, vuole le prove che sia così, come qualche stupido dedito al gossip, sostiene. Dal divano, non vede l’evidenza che la terra e il cosmo sono maestri e sono noi. L’astrazione delle sue regole e delle sue leggi sono l’incantesimo in cui nuota, sereno di non avere torto perché “era in corsia e ha visto gli altri morire”.
Il contatto col divano è ora più forte di quello dell’infinito. Viva Canzonissima e la settimana bianca.
A chi fosse sfuggito
La perdita del contatto fa ritenere di aver esaurito la conoscenza, fa credere si possano chiudere i battenti e ritirare baracche e burattini nel nostro bel giardinetto, tutto curato e ordinato. La perdita di contatto arriva al punto di dire: “Certe affermazioni [che morti e patologie post vaccinali sono in crescendo. NdA] apodittiche nel mio campo di studi e professionale [si tratta di un medico, NdA] non si fanno senza uno straccio di evidenza. Punto”. Cose così, con tanto di punto fermo finale, giusto per ribadire con baronica modalità chi è nel vero e chi no e, soprattutto, che la discussione è chiusa. Punto finale che già basta a dire tutto su chi lo impiega (8).
Eppure basterebbe osservare, per trovare in sé il genio del ridicolo. Osservare, per esempio, che quando si perde la relazione con il terreno i rischi di inconveniente si alzano, anche se quel sentiero, quella via o quella strada, la si è già percorsa. Le cose cambiano tranne che nella testa del campione.
Chi perde la relazione con il terreno ha perso tutto, tranne il pugno di mosche degli articoli, dei commi e delle postille e, naturalmente, delle veline.
Restare in relazione con il terreno è eludere il rischio di rimanere invischiati nei regolamenti, nelle morali, nei dogmi. È non vedere l’informe arcano prendere forma, è non riconoscere il valore del simbolico, è sostenere che non è vero che quello è il gabinetto degli uomini (9), perché gli uomini hanno la testa attaccata al corpo, gli occhi, le orecchie, il naso e la bocca.
Quando si perde la relazione con il terreno si pretende la misurazione di quanto è banalmente osservabile. Chi non ha relazione col terreno, chi non ha contatto con l’evidenza, per evitare una buca pretende i calcoli tangenziali, se no non si permette di evitarla. Chi ha perso il contatto ha perso se stesso.
Ma il potere della consuetudine è forte, quando si perde di vista il terreno che l’ha creata e la sua implicita autoreferenzialità. Cancella il resto del mondo, ci offre il diritto di difenderla costi quel che costi, essa siamo noi, per essa possiamo arrivare a tutto, fino ad affermare luoghi comuni come verità universali. Un’eventualità probabile senza indipendenza di pensiero.
Il campione, nonostante la monumentale quantità di repliche che lo accompagnano, è anche un fuoriclasse. Vuole le prove che Putin ha reagito per legittima difesa, dell’accerchiamento e del tentativo di balcanizzazione della Russia, cioè del suo annientamento e sottomissione all’egemonia americana, non ha notizia di tutto ciò, la Meloni non gliel’ha detto, e se qualcosa gli è giunto all’orecchio, ci risiamo, si tratta di fonti fuffa (10).
E che dire del rogo di Odessa? Tranquilli – dice fiero – l’Onu ha detto che i nazisti ucraini non ne sono responsabili, che i 42 arsi vivi si trovavano fortuitamente all’interno dell’edificio della Casa dei Sindacati in fiamme, che non stavano mica cercando di mettersi in salvo dall’attacco filo-golpista.
Davanti alla mia faccia allibita per la non reazione degli italiani per le parole di Draghi “non ti vaccini-ti ammali-muori”, un campione mondiale assoluto mi ha detto sorridendo che “era solo uno slogan”. Nessun contatto.
Ciliegina. (11)
2 https://www.byoblu.com/2024/06/05/eccesso-di-mortalita-dopo-divieti-e-vaccini-covid/
3 https://www.youtube.com/watch?v=O3fpAn343-U
4 https://comedonchisciotte.org/tirare-dritto-fregandosene-di-ogni-evidenza/
5 https://www.youtube.com/watch?v=6UYRAXiSUPU
6 https://www.ereticamente.net/mattarella-la-sovranita-e-leuropa-di-ventotene-roberto-pecchioli/ – https://www.ilpensieroforte.it/dibattiti/mattarella-la-sovranita-e-leuropa-di-ventotene/
7 https://www.linterferenza.info/lettere/io-andre-omosessuale-e-comunista-contro-llgbtq/
8 https://gognablog.sherpa-gate.com/il-giro-del-fumo/ – Commento no. 7, ma molto pertinente anche il no. 6 di https://gognablog.sherpa-gate.com/colonialismo-linguistico/comment-page-1/#comment-119431
9 https://pixabay.com/it/vectors/gabinetto-uomini-uomo-umano-bagno-99039/
11 https://comedonchisciotte.org/tirare-dritto-fregandosene-di-ogni-evidenza/
4
“I germi non sono niente, il terreno è tutto”
Interessante citazione, Simona.
C’è chi l’attribuisce a Claude Bernard, fondatore della medicina sperimentale, e per alcuni ripresa dallo stesso Pasteur in punto di morte, quasi a rinnegare la sua “teoria dei germi” (chissà poi se l’ha detto davvero…).
Per altri venne invece pronunciata, ben prima, da Samuel Hahnemann, fondatore dell’omeopatia. Solo che lui non parlava di germi, ma di “noxa” (tossine).
Come tutti gli slogan (tipo quello tanto esecrato di Draghi “non ti vaccini, ti ammali, muori” – ebbene sì, anche la tua citazione è uno slogan) è una semplificazione bianco/nero.
Purtroppo (o per fortuna) la realtà è molto più complicata di così, ma la frase ha ugualmente il merito di ricordarci che l’effetto di un patogeno dipende anche dal terreno (ovvero noi stessi). Dalla relazione fra i due, direi.
Da ciò l’importanza della prevenzione e della medicina preventiva (di cui la vaccinazione costituisce una pratica fondamentale, ma certo non l’unica).
P.S. Considerare quanto esposto in tema sanitario nell’articolo come “argomentazioni intelligenti e puntuali” e, come tali, valide, è un esiziale errore logico.
In campo scientifico, le inferenze, per quanto intelligenti possano sembrarci (specie se confermano le nostre opinioni, vero, Simona ? 🙂 ), se non sono supportate da conferme sperimentali (le famose prove) valgono zero.
Expo, tra l’altro mi è venuto il sospetto che Merlo poi si firmi “Simona” quando decide di intervenire, di nascosto, nella sezione commenti 😉
@ 18 Claudio Genoria
Chapeau !
“Si chiama , non a caso , Merlo”
Ancora Chapeau !
@ 4 Balsamo
Con me sfondi una porta aperta.
“I germi non sono niente, il terreno è tutto” è la citazione che per prima mi viene mente leggendo questo articolo. Complimenti a Merlo che con le sue argomentazioni intelligenti e puntuali ha squarciato ancora una volta il velo di Maya e rotto il silenzio infame e omertoso sugli ultimi ignobili quattro anni.
Parafrasando dunque Fellini nel finale di Otto e mezzo che ho appena riguardato (magnifico), oserei dire questo: “è una festa il Gognablog, viviamolo insieme!”
Mah….caro Genoria io penso che le parti in commedia ce le scegliamo noi liberamente. Il nostro Mangiafuoco (il correttore mi ha storpiato la citazione collodiana) si limita a mettere in tavola, per scelta esplicitata, un pacchetto di stimoli pluralista, tratto dalle fonti più disparate, con livelli qualitativi molto dicersi, a volte con contributi persino inquietanti (penso al miliardario filo nazista americano). È qui che la pluralità corre il rischio di assumere forme felliniane, simili all’ultima scena della passerella finale di Otto e Mezzo, rappresentazione simbolica peraltro geniale del circo semiserio dell’umanità. Poiché comportamento genera comportamento, conseguono da questa scelta editoriale a monte alcune derive “circensi” anche negli interventi. Non avrebbe senso una “moderazione” più a maglie strette, a parte alcuni sbroccamenti che vengono giustamente bloccati. C’è un’interna coerenza di stimoli e risposte. Può piacere o non piacere, a volte far pensare, a volte ridere, a volte irritare. Così è. Anch’io ogni tanto mi stufo e mi sintonizzato su altri canali ma poi però ci do’ un’occhiata veloce e scartata la solita minestra ribollita ci trovo qualcosa di buono. Ad esempio il tuo “machismo crepuscolare” è fantastico : definisce benissimo la fase finale del ciclo di vita chiamato “generativo” , prima che inizi la fase del “lascito”. Geniale. Ad maiora.
Di nuovo, sono d’accordo con Balsamo (16) ed anche con Pasini (17), dove quest’ultimo dice di volersi tenere “fuori dalle sabbie mobili”, facendo selezione degli argomenti su cui spendersi con qualche commento, di quando in quando. Solo una precisazione: dove ho scritto che “Gogna si limita a seminare dubbi”, non era inteso che fosse, di per sé, una cosa negativa, tutt’altro: però è una cosa che può diventare negativa quando manca del tutto la moderazione dei commenti, nel senso che fare come un “fascinoso Buttafuoco”, che si mette comodo a godersi lo spettacolo della cagnara da lui stesso scatenata, non mi pare che sia un atteggiamento molto costruttivo. E comunque Lorenzo Merlo è un seminatore di sospetti, più che dubbi, e non vorrei per l’appunto che Gogna si trovasse ad essere in sintonia con i sospetti agitati dal Merlo, piuttosto che con l’interesse a “provare a capire come le persone si formano un’opinione” che motiva invece Balsamo a intervenire. In fondo, per tutti costoro vale curiosamente la regola del nomen omen: Gogna che mette su questo spettacolo di freak, sorta di Zanzara o di Maurizio Costanzo Show, con gente che sembra determinata a mettere in mostra la propria stravaganza – una specie di “auto-gogna”, e lo chiamano tutti Capo, con deferenza – uno su tutti, quello che si chiama, non a caso, Merlo e che deve avere sviluppato la convinzione di essere una specie di guru – infatti al circo non devono mancare gli spettacoli di magia che finiscono in farsa – mentre Balsamo cerca in tutti i modi di dirimere, e di rimettere ordine nella cabeza di gente che però è già partita per l’iperuranio. Mi pare di sentire, in sottofondo, una risata diabolica, perché forse anche Balsamo, e anch’io, e Pasini, stiamo facendo una parte che ci era stata assegnata dal Capo, nostro malgrado e a nostra insaputa, dentro il suo circo.
Gogna è assolutamente convinto della sua linea editoriale e lo ha dichiarato chiaramente più volte. Pensa che non si debba mettere la testa nella sabbia e che sia utile far emergere anche materiali inquietanti e provocatori che circolano nelle viscere della rete. È una posizione che non condivido ma rispetto e ritengo in buona fede. C’è poi, a mio parere personale, anche un suo sottile piacere di mettersi al centro di un “Circo” variegato, come un fascinoso Buttafuoco, una volta irsuto, ora canuto. Ognuno ha i suoi piaceri e se non fanno del male nessuno ha il diritto di giudicare. Quindi è inutile ogni volta recriminare. O ti butti nelle sabbie mobili con tutte le spiacevolezze eventuali o ne stai fuori selezionando gli argomenti e gli interlocutori. Io ho fatto questa seconda scelta perché non posso più permettermi di disperdere il tempo o di sobbarcarmi dei fastidi e delle irritazioni oltre a quelle che già mi toccano secondo programma. Auguri dunque per chi non disdegna l’Arena anche con terrreni pesanti, a volte fangosi e soprattutto ripetitivi.
“Chi te lo fa fare?”
Me stesso (il mio miglior motivatore 🙂 ).
Nel senso che mi interessa (provare a) capire come le persone formano le proprie opinioni e come reagiscono quando le loro c.d. certezze vengono messe in discussione (in genere ci si arrocca sulle proprie posizioni come se ne andasse della vita, ma non sempre).
A volte serve essere un pò provocatori, ma, di solito, il reale pensiero dopo un pò viene fuori.
Per me è un’attività istruttiva (seppur con i limiti del mezzo virtuale).
“mi pare che Gogna si stia limitando […] a seminare dubbi”
Genoria, la mia personale opinione è che i dubbi non siano un problema di per sé, anzi, l’opposto.
Da tecnico in campo scientifico (praticamente …uno scientista 🙂 ) il giorno in cui non mi venisse almeno un dubbio sarebbe l’ora di considerare chiusa la carriera.
I problemi, piuttosto, sono le risposte che ci diamo (o riceviamo) a tali dubbi: tanto per restare in tema con l’articolo, sono queste risposte basate sulla realtà (sono in contatto) o la realtà l’adattano ai propri preconcetti?
P.S. Concordo sull’interesse delle domande di Matteo (anche se le risposte non sono affatto banali), ma anche qualche domanda di Bertoncelli sarebbe interessante. Peccato per la chiusura a riccio…
Invece l’intervento nr. 12 di Matteo rimetterebbe la questione nella giusta luce, ma non farà molta strada…
Balsamo, sono molto d’accordo col tuo ultimo intervento (11), in particolare dove scrivi che l’intento di certi commentatori, qui, “non è un reale desidero di confronto”: a cominciare, del resto, da chi pubblica articoli come quello qui sopra, che sono certo “riaffermazioni delle convinzioni” del loro autore e “ricerche di conferma”, ma queste sono già espressioni troppo gentili: io dico che questi articoli sono null’altro che provocazioni che non arretrano di fronte a niente, pescando a piene mani da siti di disinformazione e propaganda della peggior risma e facendo loro, di fatto, da sponda. E se è già l’articolo stesso a “partire da premesse che non corrispondono alla realtà”, quale dibattito può scaturirne se non questa roba qui.
Dal mio punto di vista, il problema risiede nella gestione stessa di questo spazio, e non è solo l’assenza quasi totale di moderazione dei commenti. Ho il sospetto che Alessandro Gogna sia abbastanza in linea con l’agenda sgangherata di un personaggio come Merlo, dico proprio nel senso di una convergenza sostanziale di visioni – e ci sarebbe da discutere, eccome, per esempio sull’opportunità di un divieto, se solo si potesse partire da una piattaforma condivisa di fatti – invece mi pare che Gogna si stia limitando, in maniera anche compiaciuta, a seminare dubbi, e che il frutto di questa semina sia, al punto in cui si è venuto a trovare il blog, l’impossibilità di una qualsiasi forma di dialogo, con la logorrea di Crovella, il machismo crepuscolare di Cominetti, gli incanti di Grazia, la retorica passivo-aggressiva di Bertoncelli e, dall’altra parte, la tua pazienza infinita. Chi te lo fa fare?
Regattin, in merito al punto 11 avevo torto!
Infatti le disposizioni erano le seguenti:
1) Certificazione Verde da guarigione per i non vaccinati: scadenza a sei mesi.
2) Certificazione Verde da guarigione dopo il ciclo vaccinale: scadenza illimitata.
3) Certificazione Verde dopo la terza dose: scadenza illimitata.
La differenza era dunque “soltanto” tra i sei mesi del punto 1 e l’eternità dei punti 2 e 3. Come dire? Quisquilie e pinzillacchere…
Fonte:
https://www.pmi.it/pubblica-amministrazione/servizi-online/373298/green-pass-e-super-green-pass-dopo-il-vaccino-rilascio-durata-e-validita.html#:~:text=Oggi%20sono%20in%20vigore%20le
P.S. Io però, anche dopo sei mesi, mi sarei fidato di più a stare accanto a un guarito non vaccinato piuttosto che a un vaccinato. Prova ne sia quel celebre virologo che, reduce da tanti sermoni televisivi per mesi e mesi, si è beccato il Covid dopo l’ennesima vaccinazione.
Io di tutto questo dico solo che la gestione della pandemia è evidentemente stata un grandissimo casino, ma altrettanto evidentemente mi pare che ci siano state malversazioni, impropri usi politici, vessazioni, ecc.
Ma il peggio è che pare che siccome è finita, in nome della normalità tutto è finito sotto il tappeto, sia dal punto di vista politico (e questo è ben comprensibile) sia dal punto di vista scientifico (e questo mi pare molto grave)
E’ parecchio tempo che mi pongo delle domande che mi paiono assolutamente banali da un punto di vista s,cientifico, ma essenziali se vogliamo sperare di imparare qualcosa per la paventata prossima volta:
1) come è stata la mortalità da Covid nei paesi simili per standard di vita e ricchezza ? Ci sono differenze significative?
2) gli approcci differenti e talora quasi antitetici (lock down completo, quasi completo, assente; vaccino obbligatorio e volontario; blocco delle scuole e della mobilità o no; imposizione mascherine e distanziamento o meno; ecc.) hanno in qualche modo influenzato la diffusione e gli effetti del virus?
3) la validità immediatamente attribuita ai vaccini occidentali e quella mai riconosciuta a quelli russi, cubani e cinesi posa su un qualche fondamento?
4) come corollario del 3), i prezzi richiesti dalle aziende sono stati effettivamente giustificati oppure abbiamo pagato degli squali, come venivano chiamati i profittatori di guerra? Come e perché è potuto succedere?
Purtroppo mi pare di sentire solo un assordante silenzio (scientifico, medico, politico e giornalistico) riguardo a queste domande e, quando per sbaglio saltano fuori, un riproporsi del solito schieramento Vax-NoVax, che francamente mi pare decisamente poco costruttivo e utile nel passato, nel presente e per il futuro
Regattin, il punto 11 non è l’unico ad essere problematico.
Questo modus operandi è un classico: partire da una premessa non corrispondente alla realtà, costruirci sopra il proprio castello narrativo e porre domande che implicano già al loro interno le risposte (che, ovviamente, collimano con i nostri pregiudizi).
Ma se l’assunto non risponde ai fatti, quale potrà essere il senso della domanda?
Non sarebbe meglio, prima di porla, metterne in discussione la base di partenza (ovvero le nostre c.d. “certezze”) ?
Questo è quello che succede quando l’intento non è un reale desiderio di confronto, quanto piuttosto la ri-affermazione delle proprie convinzioni e la ricerca della conferma di essere nel giusto (quindi auto-considerarsi, in qualche modo, superiore alla tanto esecrata massa – cosa, per alcuni, di fondamentale importanza per la propria auto-stima).
Non v’è necessariamente un intento disonesto (per così dire) in questo, anzi, dal punto di vista umano è una pratica assai comprensibile e della quale tutti, chi più chi meno, si finisce col farvi ricorso anche in buona fede.
Basterebbe esserne consapevoli.
Bertoncelli, mi è balzato agli occhi il tuo punto 11, che è palesemente falso (ulteriori argomentazioni non sono necessarie, ne andrebbe della TUA intelligenza e onestà).
Buona settimana.
Ok, Bertoncelli, vedo che continui imperterrito a fare domande e a darti risposte da solo.
Buona continuazione, allora.
P.S. Risponderò solo alle ultime due, visto che mi tiri in ballo. Per le altre, per me puoi continuare a crogiolarti nei tuoi pregiudizi, visto che affermi che non “vale nemmeno la pena controbattere ancora” e lungi da me scalfire i pilastri che sorreggono il tuo mondo bianco/nero.
13) Mai irriso “chi la pensa in modo diverso“, specie in tema Covid. Sensazione tutta tua. A volte, casomai, uso l’ironia nei confronti di chi ostenta superiorità credendosi depositario della verità e se ce l’avessi davanti gli riderei in faccia (e devo purtroppo notare che questo atteggiamento di superiorità – in generale – sta emergendo sempre più spesso nei commenti in questo blog).
14) Non ho argomentato perché desidero prima sapere se sei veramente interessato al confronto oppure no (e “irrevocabilmente fissato” non ha lo stesso significato di “irrevocabili fissazioni“).
Di questi argomenti s’è già discusso tanto e s’è già perso tanto tempo. Non mi sembra strano chiedere prima se si sta parlando a un muro o con qualcuno che desidera veramente ascoltare l’altrui punto di vista. Nel caso specifico, in base a quanto scrivi, opterei per il muro 🙂
Quanto ad aver citato La Verità, essendo tu un lettore assiduo di questa testata (o te ne dissoci ? 🙂 ) e avendo essa sparso a piene pagine disinformazione in tema Covid durante e dopo la pandemia con l’unico evidente intento di fare della polemica politica, ritengo che c’entri, eccome.
Infine, ultimi ma non meno significativi:
13) Perché Balsamo, e quelli come lui, irridono chi la pensa in modo diverso in tema Covid?
14) Perché Balsamo non ha argomentato, ma si è invece squalificato da solo tirando in ballo sia presunte “irrevocabili fissazioni” (sic!) sia quotidiani che qui c’entrano come i cavoli a merenda?
P.S. Non vale nemmeno la pena controbattere ancora.
11) Perché i guariti dal Covid furono considerati potenzialmente contagiosi e quindi a loro non fu concesso il Certificato Verde?
12) Perché invece i vaccinati furono considerati non contagiosi (con garanzia del capo del governo!) e quindi a loro fu concesso il Certificato Verde?
Se tutto ciò non è illogico e ingiusto, che cos’è?
Bertoncelli, sei veramente interessato a ricevere delle risposte alle tue domande (alcune mi sembrano interessanti), oppure sei irrevocabilmente fissato su quelle che ti sei dato da solo (o che hai letto su La Verità) ?
1) Perché le autopsie dei morti a causa del COVID furono “fortemente sconsigliate”?
2) Perché la cura domiciliare nella fase iniziale della malattia si limitò a “tachipirina e vigile attesa”?
3) Perché la menzogna: «Il Green Pass è una misura con cui gli italiani possono continuare ad esercitare le proprie attività, a divertirsi e andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all’aperto o al chiuso con la garanzia, però, di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose»?
4) Perché il contratto tra Pfizer e Unione Europea fu secretato? Perché lo è tuttora nei punti presumibilmente cruciali?
5) Perché la von der Leyen si rifiutò di mostrare i messaggi telefonici scambiati con Albert Bourla, amministratore delegato della Pfizer, in merito a tale contratto?
6) Convocato dal Parlamento Europeo sulla questione, Bourla non si presentò (!), inviando al suo posto una dirigente di secondo piano.
7) Costei, a precisa domanda di un parlamentare che le chiese se la Pfizer avesse testato il vaccino prima di immetterlo sul mercato, rispose ridacchiando: “Regarding the question around whether we knew about stopping immunization before it entered the market, NO!”.
https://www.youtube.com/watch?v=6dfJm9mD2Q0&pp=ygUsQXVkaXppb25lIGRlbGxhIHBmaXplciBhbCBwYXJsYW1lbnRvIGV1cm9wZW8%3D
8) Perché il presidente della Repubblica Italiana si lamentò che i media avevano dato troppo spazio (sic!) a chi contestava il vaccino, a chi rifiutava di vaccinarsi, addirittura a chi semplicemente dubitava? Mattarella dove voleva buttare la libertà di informazione e il diritto di essere informati? Nel buco del cesso?
9) Perché agli ultracinquantenni non vaccinati fu impedito di lavorare? Perché chi protestava in modo pacifico fu affrontato a colpi di idrante? Perché, addirittura, a chi rifiutava il vaccino fu bloccato il conto corrente bancario (Canada)?
10) Perché la magistratura italiana non indaga?
P.S. Il medico primario Roy De Vita, autore del video di cui al punto 7, ha cessato di pubblicare su YouTube.
E perché mai? Per protesta, in quanto censurato da YouTube perché responsabile di “disinformazione in campo medico” (sic!). Se volete conoscere i dettagli della squallida vicenda, ecco il collegamento:
https://www.youtube.com/watch?v=l5-XqKWvRrM
Prove, prove, prove…
Seguendo il pensiero magico, non c’è nessun bisogno di fornire prove: qualunque affermazione è verità per definizione.
Lo sanno tutti, ad esempio, che scendere dal letto alla mattina con il piede sinistro porta sfiga. Quindi deve essere necessariamente vero.
Difatti gli incidenti si chiamano anche sinistri. Sarà un caso ? Unite i puntini.
Ci sono diversi modi per perdere contatto: uno di questi è inferire dalle osservazioni (le c.d. prove) in modo del tutto arbitrario solo ciò che concorda con i nostri pregiudizi. Questo articolo ne è un ottimo esempio.
Ciò che trovo esilarante (e triste allo stesso tempo) è l’invito a “evitare i giornalacci, le tv unificate, i dj di strascico governativo-scientista” e poi credere ciecamente a robe come byoblu, comedonchisciotte, ereticamente e compagnia bella.
Come se essere antisistema fosse un valore aggiunto di per sè e tali media alternativi non perseguissero gli stessi obbiettivi di quelli c.d. mainstream.
Certo, nel mondo libero, ciascuno può farsi prendere per il culo da chi vuole (per fortuna). Ma ritenersi illuminato per questo… per me è esilarante e triste, appunto.
Merlo come al solito ci ammorba, quando non con la fisica quantistica, con le nefandezze dei turbovaccini covid e di chi -nel suo mondo ristretto da paraocchi dogmatici- li sosterrebbe a spada tratta, riesumando usque ad nauseam le solite “argomentazioni”. Stavolta dà sotto sotto pure del coglione (NB senza venir censurato dal Capo di questo blog), a chi (il sottoscritto, visto che mi trovo citato nelle Note) a suo tempo gli aveva semplicemente chiesto di fornire le prove scientifiche degli orrori da lui segnalati. E continua a non fornirle, preferendo la versione dell’ortolano, nonostante abbia a disposizione un database (PubMed) di quasi quaranta milioni di lavori scientifici prodotti da ricercatori in tutto il mondo, di cui alcune decine di migliaia dedicati al Covid. Invece molto meglio informarsi su byo blu e vomitare ogni volta scemenze e stavolta pure ingiurie.
Ai miei occhi, uno così è solo un turbocoglione.
Ottimo post.
A noi qui per non vaccinarsi è bastato non avere la Tv (dal 1991), chiudere la radio quando è diventata (quasi subito) megafono di propaganda governativo/terroristica e ricordarsi che chi “sogna di creare farmaci per persone sane” (cit. dal CEO di una grande multinazionale del ramo) non può all’improvviso diventare amico dell’umanità. I vaccini non sono stati regalati, bensì fatti pagare a caro prezzo (tanto che non sono stati rivelati i dettagli della transazione, neppure durante le audizioni del Parlamento EU).
Nostri familiari che stavano bene, dal vaccino in poi hanno avuto seri problemi di salute.
Poi ognuno si regoli come meglio crede, tanto accadrà di nuovo, è certo.
A parte le divagazioni sui vaccini, un po’ surreali in nome della realtà, mi interessano le critiche allo scientisno in nome dei sentimenti. Interpreto in questo senso il “contatto con la terra”: sentire la terra per avere con la terra un rapporto sentimentale e non scientifico. Di fronte ai sentimenti la ragione esprime poca cosa e non serve per dare un senso alla vita. Non serve, per esempio, andare in Marmolada per constatare la fine del ghiacciaio, come non avrebbe senso chiedere a un medico che senso ha la vita nel momento in cui certifica il decesso di qualcuno. Come non si può chiedere a un medico di registrare i sentimenti degli uomini, cosí non si può chiedere agli scienziati che senso abbia andare in montagna per essere in contatto con i sentimenti della bellezza. I poeti non vanno in Marmolada per certificare la morte del ghiacciaio, ma per ritrovare sé stessi.
(Parlo della Marmolada perché ieri c’è stato un pellegrinaggio di scienziati di cui si è occupato anche il telegiornale. Ma non c’è stato un convegno di poeti sulla bellezza del ghiacciaio)