Il dissalatore che salverà la Pianura padana

La carenza d’acqua sta mettendo in ginocchio quasi tutto il Settentrione. Per il sindaco di Genova Marco Bucci il problema si può risolvere usando l’acqua del mare, ecco come.

Il dissalatore che salverà la Pianura Padana
di Massimiliano Lussana
(pubblicato su notizie.tiscali.it il 3 aprile 2023)

Premessa maggiore: tutto il Nord Italia è alle prese con una drammatica siccità, gli invasi non sono mai stati così a secco e questo ha ricadute su molti aspetti della nostra vita: dalla disponibilità stessa di acqua potabile alla carenza di acqua per irrigare i campi ai problemi di alimentazione delle centrali idroelettriche che, da sempre, sono le fonti rinnovabili prima ancora che esistesse la parola “rinnovabili” e che, soprattutto in questo momento, sono importantissime per l’alimentazione energetica del nostro Paese.

Fiume Po in secca a Cremona. Foto: Ansa.

La siccità al Nord
Premessa minore: a Genova c’è il mare più vicino alla Lombardia, alla Pianura Padana e a Milano, cioè i territori che più soffrono di siccità e che più hanno bisogno d’acqua. A scrivere il sillogismo aristotelico fra queste due premesse è il sindaco di Genova Marco Bucci, che prova a fare due più due e ha pensato a quello che sembra l’uovo di Colombo: l’acqua del mare è sostanzialmente infinita e quindi, se si usa l’acqua del mare per tutti gli usi di cui sopra, il problema è risolto. E, visto che tutto questo avviene a Genova, proprio parlare di Colombo pare particolarmente appropriato. Fra l’altro, come vedremo, in questa storia anche l’America c’entra un po’, almeno come esempio.

Il dissalatore non è un’utopia
Però ci sono alcuni problemi e Bucci ha pensato alle soluzioni per risolverli. Il primo è il Problema, con la maiuscola, e cioè che l’acqua del mare è salata. E, a questo punto, occorre dissalarla come da tanti anni accade in altri Paesi, da Dubai con tutti quelli del Golfo Persico, per l’appunto agli Stati Uniti sulle due coste, a Los Angeles per la California e a Miami per la Florida. Insomma, il dissalatore non è un’utopia, ma qualcosa che funziona – e bene – in tante parti del mondo, con due possibili tecnologie: o togliendo l’acqua dai sali, cioè con la distillazione, o togliendo i sali dall’acqua e qui il processo è quello di osmosi inversa.

L’impianto immaginato da Marco Bucci
In più, a rendere tutto ancora più semplice c’è il fatto che nell’impianto immaginato da Marco Bucci sulle aree genovesi di Cornigliano per trattare 90 milioni di metri cubi d’acqua, solo 45 di questi, la metà, deriverebbero da acqua del mare e quindi salata, mentre l’altra metà originerebbe dagli impianti di depurazione delle acque e quindi sarebbero miscelati, con un’acqua meno difficile tecnicamente da gestire, pur essendo la tecnologia assolutamente “sicura” e provata in tutto il mondo, quindi – di fatto – immediatamente pronta per tutti gli usi.

Il trasporto dell’acqua
E a questo punto, come in una corsa ad ostacoli, c’è un altro problema. E cioè che una volta dissalata l’acqua va portata in pianura Padana. Ma anche in questo caso Bucci ha immaginato una possibile soluzione: dalla zona che sarebbe stata individuata per costruire l’impianto – una delle aree dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Cornigliano che oggi ha molti spazi liberi – parte una pipeline, cioè un oleodotto che un tempo trasportava petrolio. E poi quindi questo è un altro vantaggio assoluto, è tutto lì, già pronto, semplicemente da adattare.

Il costi dell’energia e dell’impianto
Andiamo avanti con le obiezioni: si tratta di un impianto energivoro, con un forte assorbimento di energia che, in questo momento, non è la condizione migliore del mondo. Ma, anche in questo caso, a obiezione corrisponde già risposta da parte dei progettisti che hanno elaborato questo progetto: dagli scarti delle lavorazioni del dissalatore, infatti, è previsto un recupero di energia con una sorta di autoproduzione. Andiamo avanti a fare gli avvocati del diavolo – e in questo caso il diavolo è la siccità – con un’ulteriore obiezione: i costi di questa opera. E, anche in questo caso, c’è già la risposta pronta: Marco Bucci ha quantificato il tutto in 400 milioni di euro, che non sono bruscolini, ma nemmeno una cifra impossibile.
Ulteriore obiezione e ulteriore risposta: il Comune di Genova, da solo, non potrebbe probabilmente sostenere questa spesa senza andare a intaccare i servizi ai cittadini, con il vicesindaco Pietro Piciocchi che è un giudice severo ma giusto di tutto questo. Ma Bucci è già stato a Roma a fare il giro delle sette chiese – leggasi ministeri – per spiegare bene l’importanza strategica per tutto il Nord Italia e per Milano di tutto questo.

Il finanziamento
Anzi, a ragionare un po’ egoisticamente, Genova e la Liguria sono già messe abbastanza bene con l’acqua e quindi il liquido prezioso che esce dal dissalatore sarebbe più destinato all’esterno della provincia e della regione. Quindi, siamo nel caso di scuola, di definizione da dizionario dei sinonimi, di “opera di interesse nazionale” e una delle possibili fonti di finanziamento potrebbe arrivare dalla scrittura aggiornata del PNRR e anche dai fondi FSC, visto che è già pronto il progetto esecutivo. E dai ministri, in particolare dal titolare dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, sembrerebbe arrivato un interesse positivo su un progetto tanto semplice quanto geniale che interessa tutta l’Italia settentrionale.

I tempi di realizzazione
Ulteriore obiezione: i tempi. Ma anche in questo caso Bucci ci mette la faccia, forte del miracolo fatto in tandem con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sul nuovo Ponte di Genova, costruito e consegnato in due soli anni, roba da record del mondo, che finora si era vista solo in Cina e in Giappone. E qui Bucci, a cui i cronoprogrammi piacciono moltissimo, dopo aver parlato di due anni, alza ulteriormente l’asticella e spiega: “In quattro mesi si può fare, non richiede tempi particolari”. E i quattro mesi sono sostanzialmente quelli che ci porterebbero alla grande siccità prevista per questa estate, con un’urgenza assoluta, quella dell’oro blu, l’acqua: “Vi cito una frase: senza l’oro giallo si  può vivere, senza l’oro nero c’è freddo, si va a piedi ma si può vivere; senza l’oro blu dopo quattro giorni si muore“.

Il ruolo di Genova
Del resto, a Genova è nata Sapore di sale di Gino Paoli e in qualche modo c’è anche un ruolo decisivo di Genova in Sapore di mare, il film di Vanzina che ha segnato la nostra gioventù, con Gianni Ansaldi che interpretava Gianni, il protagonista fidanzato con Selvaggia-Isabella Ferrari, che la lascia perché si invaghisce di Adriana, una splendida Virna Lisi coetanea dei suoi genitori. Insomma, siamo alla rivoluzione copernicana: col dissalatore, sapore di mare non sarà più sapore di sale.

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Il dissalatore che salverà la Pianura padana ultima modifica: 2023-04-30T04:00:00+02:00 da GognaBlog

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17 pensieri su “Il dissalatore che salverà la Pianura padana”

  1. Ma la politica, con il tempo, cambia le persone. E le persone, in un attimo, cambiano la politica

  2. Continuo a ripeterlo e a ripetere: la soluzione al problema climatico, oltre che delle persone, è tutta politica. Punto.

  3. Il Dissalatore Non e’ una Novita’ ,ma una Soluzione !!! Israele con i Suoi Dissalatori ha fatto Nascere delle Terre Rigogliose … NEL. DESERTO !!!

  4.  
    La siccità non dipende solo dal riscaldamento globale ma anche dai maggiori consumi agricoli. In Piemonte per esempio coltivano il riso per esportare in tutta Europa e in Veneto producono vino per l’America. Per risolvere il problema dell’acqua conviene pure riconvertire l’agricoltura.

  5. Dissalatore, rigassificatore non sono modi di risolvere il problema visto che gli scienziati prevedevano desertificazione al sud Italia e alluvione al nord perché chi scriveva queste parole ora non ha che soluzioni sgangherate come queste?

  6. Ma prima di dissal.are il m.are ,cosa che un giorno saremmo obbligati a f .are non potremmo evit.are di sprec.are  miliardi di sciacquoni al giorno di acqua pura e potabile ?O risparmi.are  fa rima con cag.are e poco guadagn.are?

  7. Buongiorno l’idea è importante e merita approfondimenti.
    Il problema della salamoia esiste, ma esistono anche i miglioramenti  che negli anni (non stiamo parlando di una tecnologia nuova) ci sono stati. Basti vedere come affrontano il problema in Israele dove producono gran parte dell’acqua potabile tramite osmosi inversa da anni. Tramite evaporazione i residui della salamoia vengono riutilizzati (in parte) per altri processi produttivi. E l’energia necessaria per fare cio’ proviene da anche una autoproduzione dell’impianto abbinata a fonte rinnovabili
    Il costo dell’acqua dissalata non è più quello di 20 anni fa.
    Non sarà la soluzione perfetta, tutto è migliorabile, ma è sicuramente valida bisognerebbe approfondirla con dei veri esperti. Proviamoci.

  8. Una splendida idea. Avanti con gli studi per affinarla. Bravo bucci 

  9. Questo genere di articoli si dicono in gergo “pompini” e hanno un valore informativo inferiore al costo della carta su cui sono stampati…e questo non è nemmeno stampato!
    Tra le frasi più inutili, autoreferenziali e risibili segnalo:
    – Il sindaco di Genova che scrive il sillogismo aristotelico con l’uovo di Colombo di fare due più due
    – la finissima analisi de: i costi dell’energia…di un impianto energivoro…a obbiezione corrisponde già risposta…dagli scarti…è previsto un recupero di energia
    “il vicesindaco Pietro Piciocchi che è un giudice severo ma giusto di tutto questo”
    “Genova e la Liguria sono già messe abbastanza bene con l’acqua”…sopratutto quando, ogni due anni, ruscella allegramente a valle portando con se’ alberi, case, strade e qualche ligure!
     
    E c’è anche il sostegno del ministro-cognato, illuminato paladino della sostituzione etnica!
     

  10. Buongiorno a tutti, è certamente un’ottima idea che servirebbe a tutti indistintamente.  Cerchiamo di sfruttare al meglio il nostro mare,visto che da esso siamo  circondati,e sfruttiamo l’opportunità del parroco. Ricordiamoci che tra poco non avremmo più neanche l’acqua da bere…altro che salamoia!!!!

  11. L’idea mi piace, purtroppo abbiamo degli incompetenti del bene comune nella politica, e l’unico loro obbiettivo sono i loro sporchi interessi di partito e di orticelli, e soprattutto scaricare sui cittadini i costi della loro beata ignoranza, anziché investire in ricerca e transizione energetica.

  12. L’impatto ambientale in mare di un dissalatore è devastante, purtroppo non è una buona soluzione 

  13. Ora più nessuno parla di inquinamento e gas serra causa del riscaldamento. L’obiettivo è fallitto.
    La situazione nel 2027 nella pianura Padana sarà drammetica.
    Scaldiamo la terra con 400.000 miliardi di KWh ogni anno,
    più il piccolo contributo dovuto ai gas serra.
    Gli inquinamenti vanno combattuti di qualsiasi tipo siano.
    Bisogna dimezzare il riscaldamento portarlo sotto 200.000 miliardi di KWh.
    Io non sono un parolaio da salotto che guarda la TV e domani chiacchiera con gli amici.
    Mi occupo solo di generatori di energia a carburante zero, riscaldamento dell’ambiente zero, inquinamento zero.
    Arriverà anche il “nuovo sistema solare” che produce  per metro quadrato 5 volte più energia del fotovoltaico.
    Tecnologie riservatissime dovute a molti anni di studio della fisica.
    Il piano consiste nel fornire generatori molto più economici e semplici
    del fotovoltaico, da 3,5 KW che lavorano giorno e notte, fornendo
    3,5 x 24 ore= 80  KWh al giorno ossia 2400 KWh al mese.
    “salviamolaTerrainsieme” startup innovativa, è un’unione di ecologisti,
    con lo scopo di produrre  un mezzo milione di generatori al mese gestita dagli ecologisti stessi.  Il piano operativo è pronto da mesi.
    I clienti pagheranno l’energia 60 € al mese, anche il riscaldamento della casa trasformandolo da gas in elettrico, fino a 8o KWh al mese.
    Ideale per miniere, baite, isole, abitazioni isolate, sottomarini, steppa, deserto.

  14. Buongiorno.
    Se  effettivamente questo progetto fosse in grado di, non dico risolvere, ma, pe lo meno, alleggerire il problema siccità, forse converrebbe investire su di esso e “sprecare” meno fondi in opere faraoniche e, sostanzialmente, inutili per le  Olimpiadi Invernali del 2026 

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