No alle moto sui sentieri
Le osservazioni di Mountain Wilderness sul Progetto di Legge n.124 della Regione Lombardia
a cura di Mountain Wilderness Lombardia
Ai Consiglieri della Regione Lombardia
Le modifiche alla L.R. 31/2008 contenute nel PDL n.124 la cui votazione in Aula regionale è stata calendarizzata per l’8 aprile 2014, e in particolare gli emendamenti accolti riguardo all’art. 59 comma 4bis, andrebbero ad istituire la possibilità per i Comuni alpini di rilasciare permessi temporanei per il passaggio motorizzato; di conseguenza anche le competizioni motorizzate sui sentieri, sulle strade agro-silvo-pastorali nonché nei pascoli di montagna e di media montagna potrebbero essere autorizzate nella discrezionalità decisionale comunale.
In primo luogo è doveroso interrogarsi circa la ragione sottesa all’introduzione della deroga. La norma definisce e circoscrive il transito autorizzato ai punti 3 e 4 dell’art. 59, con l’intento di agevolare attraverso l’utilizzo di mezzi di servizio l’attività di contadini e pastori delle aree alpine, che attraverso la loro opera e il radicamento al territorio contribuiscono al mantenimento e alla salvaguardia del bene collettivo AMBIENTE.
Motobikers alle pendici del Cervino
Il generico enunciato introdotto al punto 4 bis “possono autorizzare il transito temporaneo di mezzi a motore” non contiene se pur minimamente un’indicazione tale da potersi ravvisare la finalità, lo scopo, l’eventuale beneficio derivanti dalla deroga. Le stesse definizioni di mezzi a motore e “temporaneità” lasciano spazio a vuoti interpretativi, in mancanza di un parametro funzionale allo scopo. Svuotata in origine la norma attraverso l’introduzione di una generica deroga, i regolamenti con i quali si fisseranno criteri, modalità e procedure da adottare da parte degli Enti in sede di autorizzazione assumeranno necessariamente un carattere “aperto” alle più disparate finalità e suscettibile di differenti e, non fosse altro, contrastanti applicazioni.
Non da ultimo, i vincoli economici imposti ai Comuni dalla spending review e la mancanza di personale preposto al controllo sul territorio non agevolano, da parte degli Enti locali interessati, interventi di manutenzione o ripristino di aree “compromesse”.
Qualora lo scopo, così si legge, di questa deroga nel PDL n. 124 fosse soprattutto finalizzata a favorire una significativa promozione turistica nei Comuni alpini lombardi, ci facciamo portavoce di un diverso modello turistico.
Ci rivolgiamo ai gentili Consiglieri Regionali della Lombardia, e soprattutto ai rappresentanti politici della Lega Nord ricordando che nelle agende del Vostro ultimo programma politico avete inserito come priorità la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale montano, la ripresa dell’economia agricola alpina come sbocco occupazionale di fronte alla drammaticità reale della fine corsa all’industrializzazione urbana.
La rete dei sentieri e delle mulattiere sono un Bene Comune in quanto possono essere comunali, sovracomunali e demaniali; su un sentiero demaniale oppure sovracomunale il Comune, nella fattispecie, non potrà autorizzare la circolazione dei mezzi motorizzati, potrebbe nel caso autorizzare la circolazione dei mezzi motorizzati nel perimetro del territorio comunale e nel rispetto della normativa in materia di Rete Natura 2000. Per le aree considerate Sic è prevista la procedura della valutazione di incidenza oltre agli aspetti legati alla sicurezza in quanto imporrebbe agli enti gestori di attivarsi per posizionare la segnaletica e garantire idonee condizioni di sicurezza, con il rischio di responsabilità per danni laddove tali interventi manchino ed abbiano luogo sinistri.
Qualora lo scopo, così si legge, di questa deroga nel PDL n.124 fosse soprattutto finalizzata a favorire una significativa promozione turistica nei Comuni alpini lombardi, ci facciamo portavoce di un diverso modello turistico. Per promozione turistica noi intendiamo la frequentazione escursionistica della montagna nelle sue varie declinazioni (alpinismo, scialpinismo, trekking, ciclismo), che è divenuta sempre più consistente al punto da essere un tassello fondamentale nell’offerta turistica ed importante volano dello sviluppo economico delle vallate alpine.
Il turismo legato all’escursionismo, al cosiddetto turismo dolce e di cultura, ha potenzialità di gran lunga maggiori perché si rivolge alle persone di ogni età e di ogni estrazione sociale, un bacino di utenza estremamente più vasto rispetto ai centauri crossisti e trialisti, portatori di una cultura effimera e virtuale che non ha affinità e compatibilità con l’habitat alpino. Le regioni che hanno fatto del turismo in montagna la loro principale risorsa, dall’alto della loro esperienza ci insegnano questo.
Alcune virtuose vallate alpine lombarde stanno attuando una politica di rinascita economica, iniziando a valorizzare la sentieristica in simbiosi con le attività agro-pastorali: un esempio è la Valle Camonica i cui alpeggiatori hanno collegato le malghe, con un percorso di sentieri lungo 70 km, dando la possibilità agli escursionisti di acquistare e degustare prodotti locali. Autorizzare la circolazione dei motori per scopi ludici in questi contesti, oltre che recare un grave danno all’ambiente comporterebbe un decadimento del nuovo sistema economico locale.
In altre vallate alpine lombarde si sta valorizzando la sentieristica nel ricordo della nostra storia: i sentieri legati alla Resistenza, ai contrabbandieri, i sentieri costruiti nella Prima guerra mondiale, nonché la sacralità dei sentieri alpini, con annesse Santelle, percorsi dai Religiosi durante l’envangelizzazione.
I sentieri e le mulattiere di montagna nella loro bellezza architettonica e nel loro silenzio rappresentano il distillato del patrimonio ambientale e culturale che i nostri nonni ci hanno consegnato in eredità ricordando a noi, metaforicamente, che la montagna è un ambiente severo, per cui il passo deve essere lento in armonia con l’ambiente, cadenzato, come una preghiera cosmica nel silenzio della spiritualità dell’alpe.
Questo ci hanno insegnato i nostri padri ed i nostri nonni, il rumore in montagna disturba tutto l’eco-sistema esistente, la montagna va rispettata in quanto oggetto di repentini cambi climatici per cui è fragile nella sua biodiversità e delicata morfologicamente. A tale riguardo siamo tutti a conoscenza che il rischio idrogeologico nelle vallate alpine della Lombardia è molto elevato, provate ad immaginare solo per un attimo 200 centauri con moto da cross che assaltano e devastano un sentiero storico di montagna conservato dai volontari della parrocchia oppure dai soci del Club Alpino Italiano… chi paga? Il cittadino?
Invitiamo i Consiglieri della Regione Lombardia a votare “NO” alle modifiche del PDL n.124 che sarà discusso l’8 aprile 2014 e ad avvicinarsi maggiormente allo studio delle politiche della montagna, abbandonando l’idea di traghettare il circuito di Monza nelle terre alte.
Auspicando che le riflessioni e le considerazioni sopra esposte vengano accolte unanimemente, cordialmente salutiamo.
per Mountain Wilderness Lombardia – Adriano Licini
per Associazione Monte di Brianza – Franco Orsenigo
per Tavola della Pace della Valle Brembana – Franco De Pasquale
per Arcinvalle Valle Brembana – Maurizio Colleoni
per Unione Operaia Escursionisti Italiani sez. di Bergamo – Gabriele Vecchi
Il testo integrale del Progetto di Legge si può leggere qui
PDL-124-frontesizio con relazione
postato il 5 aprile 2014
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