L’evento di massa sulle Orobie – 1

L’evento di massa sulle Orobie – 1
di Massimo Silvestri (27 maggio 2019)

Lettura: spessore-weight(2), impegno-effort(2), disimpegno-entertainment(2)

Ciò che scrivo è in merito alla notizia pubblicata alle pagine 32 e 33 del quotidiano L’Eco di Bergamo del 14 maggio 2019 al riguardo dell’iniziativa Save the mountains indetta dalla sezione di Bergamo del CAI quale iniziativa ‘ad impatto zero’ (Allegato 1 e Allegato 2).

E’ indispensabile spiegare in dettaglio gli antefatti.

La sezione CAI di Missaglia (LC) nel 2014, sulla spinta dell’evidenza del ritiro glaciale in atto sulle Alpi a seguito del cambiamento del clima, aveva adottato un metodo compensativo mediante il quale le emissioni connesse ai trasporti collettivi delle escursioni sezionali (e solo questi) venivano compensati con crediti di carbonio da accrescimenti forestali certificati. L’iniziativa aveva trovato compimento in una piantumazione di alberi a Cantù organizzata dalla società ‘Rete Clima’ (v. ad es. http://www.caimissaglia.it/file/Opuscoli2015/Gite/GiteEsc.pdf ). Sulla spinta di questa iniziativa la stessa sezione aveva proposto lo stesso metodo con il nome Ecoescursioni – Bosco di Lombardia ad un’Assemblea delle sezioni CAI lombarde di fine 2014 proponendo un’iniziativa collettiva di ripiantumazione nel Parco Nord Milano.

Tuttavia questa seconda iniziativa si era risolta in un totale insuccesso: solo tre sezioni sul centinaio presenti in Lombardia avevano aderito e anche la sezione di Bergamo non aveva aderito con la seguente motivazione (come da verbale del consiglio direttivo del 25 maggio 2015): ‘il comitato di presidenza non condivide la linea di intervento perché non è piantando un bosco a Milano che si risolve il problema ambientale e comunque la sezione di Bergamo sta già facendo la sua parte sul tema ambientale’.

Trovando molto debole (dizione ovviamente eufemistica…) questa motivazione e interessandomi a livello personale della tematica ambientale, sui numeri di luglio, settembre, dicembre 2016, marzo, luglio e settembre 2017 avevo preparato un insieme di sei articoli (Allegato 3) redatti volutamente in termini comprensibili a chiunque e rivolti ai soci della sezione nei quali esponevo, partendo dal presupposto che le attività dell’Associazione erano in stragrande maggioranza di tipo voluttuario e ciononostante avevano un sensibile impatto ambientale (solo per la sede CAI Bergamo per consumi di energia elettrica e gas avevo valutato una emissione annua tra 70 e 80 tonnellate di CO2 relativa all’anno 2015), un percorso concettuale di riduzione e compensazione delle emissioni che prevedeva:

• il preliminare calcolo delle emissioni della sezione e delle sottosezioni (sedi, trasporti ovvero gite sezionali, rifugi compreso approvvigionamenti – v. uso elicotteri, ecc.) per capire quale fosse la loro origine e in quali quantità, dato evidentemente indispensabile per capire cosa fare per ridurle; il calcolo doveva essere fatto seguendo le procedure di valutazione ambientale dell’impronta di carbonio in un’ottica Life Cycle Assessment (LCA);

• la riduzione delle emissioni con la razionalizzazione delle attività sezionali (ad es. uso di mezzi di trasporto collettivo, anche pubblici, accorpamento di eventi, ecc.) ottenibili con impatti economici trascurabili;

• l’uso di tecniche per la riduzione delle emissioni alla fonte (ovvero interventi su efficientamenti energetici e l’uso di fonti rinnovabili, queste ultime senza scaricare il relativo costo di impianto sulla collettività con incentivi od altro);

• infine, dopo aver fatto i passi precedenti, ossia aver raggiunto la ‘best practice’ di ottimizzazione tecnicoeconomica, sulle emissioni residue – e solo per queste! – adottare tecniche compensative quali quelle utilizzate dalla sezione del CAI di Missaglia, con la sostanziale differenza che in questo caso le compensazioni venivano applicate a tutte le attività sezionali e non solo alle escursioni con mezzi collettivi di trasporto.

In vetta al Corno Stella, alta valle Brembana

Nel quinto dei sei articoli menzionavo esplicitamente, lodandola, l’iniziativa CAI Missaglia e nell’ultima parte dei sei articoli lanciavo la proposta di far diventare la sezione CAI Bergamo, per i suoi 150 anni nel 2023, la prima sezione CAI ad emissioni zero mediante l’adozione dello schema sopra illustrato con un programma che avrebbe fatto scuola per altri casi analoghi. Per la compensazione delle emissioni procedure simili erano già state sperimentate e attuate in un progetto Life+ delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia tra il 2012 ed i 2014 (progetto Carbomark). Per evitare possibili accuse di interessi speculativi sul commercio dei crediti di carbonio che dovevano essere calcolati principalmente sull’accrescimento differenziale annuo di boschi esistenti e non su nuove piantumazioni (come fatto da Rete Clima per la sezione CAI Missaglia) avevo proposto di attivare un contatto della sezione CAI Bergamo (ente privato senza scopo di lucro) con ERSAF regionale (altro ente, pubblico, senza scopo di lucro) che già era stato coinvolto in iniziative simili in altri progetti Life+ (uno per tutti il progetto Life Gestire). Dalla lettura dei sei articoli ci si può rendere conto del metodo adottato e dei termini di dettaglio della proposta.

Convinto della bontà di tale approccio avevo preparato per l’Assemblea sezionale del CAI Bergamo del 2018 un quesito da sottoporre ai soci in assemblea, in quanto unico momento di reale democrazia assembleare dell’associazione. Con tale quesito (v. Allegato 4) che chiedevo di mettere ai voti, mi mettevo a disposizione per esporre, a titolo totalmente gratuito, presso la sezione, i gruppi sezionali, le scuole sezionali, tutte le sottosezioni la proposta per una sezione ‘ad emissioni zero’ raccogliendo nel contempo il minimo di 200 adesioni (a norma di Statuto sezionale) per portare in assemblea 2019 una mozione da presentare al Consiglio sezionale perché procedesse ad esame operativo della fattibilità concreta della proposta.

Tuttavia, con mio grande sconcerto, gli interventi dei soci in Assemblea, che da sempre erano stati analizzati nel corso della stessa dopo l’approvazione dei bilanci ma prima delle premiazioni dei soci pluriennali e quindi a sala piena, nell’Assemblea 2018 sono stati esaminati al termine della stessa, dopo le premiazioni e quando in sala erano presenti si e no 30 soci (dei circa 400 inizialmente presenti) venendo quindi meno alla primaria funzione dell’assemblea che è quella di dare evidenza pubblica ai temi proposti dai soci e quindi esautorando nei fatti l’assemblea dalla sua primaria funzione! La proposta è stata letta ma la Presidenza non ha voluto che fosse messa ai voti dei pochi presenti chiedendomi di sottoporre al Consiglio un programma operativo dettagliato. Quale programma? Ma era già tutto descritto nei sei articoli! E l’approfondimento tecnico-economico di dettaglio era proprio il punto su cui avrebbe dovuto impegnarsi la Sezione e avrebbe richiesto ben altre forze di quelle che un singolo socio poteva mettere a disposizione. Chi avesse dubbi su quanto sopra esposto non ha che da chiedere alla presidenza CAI Bergamo i verbali dell’Assemblea sezionale 2018 per verificare quanto da me esposto: spero solo che detti verbali – che non ho letto – siano veritieri! Con queste doverose premesse, ecco il testo della lettera che ho inviato al direttore de L’Eco di Bergamo, dr. Alberto Ceresoli, con preghiera di pubblicazione.

(continua)

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L’evento di massa sulle Orobie – 1 ultima modifica: 2019-06-03T05:10:16+02:00 da GognaBlog

6 pensieri su “L’evento di massa sulle Orobie – 1”

  1. 6
    Massimo Silvestri says:

    Saluti. Per Andrea Nasolino. Guardi per parte mia ‘dietro’ non c’è proprio nulla. Ci sono solo dei fatti. Che sono sotto gli occhi di tutti. Un evento di stampo mediatico che fa comodo a molti politici ma che alla montagna (quella vera, di chi ci vive ogni giorno) non serve a nulla. In tutto questo pasticcio un sola cosa mi consola: Il fatto che sia stato adottato un approccio di tipo compensativo che e’ proprio ciò che sostenevo nei miei articoli (v. Allegato 3) anche se in una logica tipo Carbomark mai e poi mai una logica compensativa avrebbe potuto essere applicata a questo evento. Punto e basta. Massimo Silvestri

  2. 5
    Andrea Nasolino says:

    Bella esposizione dei gatti ed antefatti, complimenti! Precisa, circostanziata,documentata, dettagliata sopratutto per norme e statuti! Bel lavoro, ma ….mi resta un dubbio: COSA SI NASCONDE DIETRO AD ATTACCHI TANTI FEROCI ALL’INIZIATIVA “SAVE THE MOUNTAINS’…..????! …..a me sembra che il vero contendere sia altro,….non mi convince, ripeto, questa ferocia denigrante…

  3. 4
    Riva Guido says:

    Un economista americano diceva a metà degli anni ’80 del secolo scorso, in occasione dell’ennesimo crollo delle borse, che certe cose succedono solo perchè, purtroppo, periodicamente siamo portati a sottostimare la quantità degli imbecilli in circolazione.

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  4. 3
    Paolo Panzeri says:

    È la singola sezione cai più grande d’Italia.
    È la più allineata all’andazzo della società.
    Il cai è come la televisione… della canzone… Leun …  Nisun… Cuiun 
    Pochi riescono a farne a meno dopo l’uso. 🙂 

  5. 2
    Utente18 says:

    Togliamo la tessera al CAI Bergamo! 

  6. 1
    Luciano pellegrini says:

    Senza parole! Incredibile! E si vuole cambiare l’ambiente senza cambiare le nostre abitudini!

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