«Troppe costruzioni in montagna: che siano nuovi impianti di risalita o ristoranti in quota sempre più grandi, non va bene. Noi del CAI vogliamo ribadire un concetto: la montagna non può diventare un luna park (Carlo Alberto Zanella)».
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No di CAI e Alpenverein al Nuovo rifugio Coronelle
di Davide Pasquali
(pubblicato su altoadige.it il 5 giugno 2021)
La storico edificio fu edificato nel 1899 dal Döav. La Latemar Carezza ora vuole abbatterlo e costruirne uno nuovo. Il CAI Alto Adige: bene da tutelare, lo si deve ristrutturare. L’Avs: lo diano alle associazioni alpinistiche, ci penseremo noi.
«Abbiamo valutato la struttura, secondo noi c’è poco da salvare. Già che si interviene, non conviene investire così tanti soldi in una struttura vecchia. Meglio abbattere e ricostruire». È l’intenzione della Latemar Carezza Srl di Florian Eisath, che ha presentato alla Provincia un progetto di partnership pubblico privato per la demo-ricostruzione e la successiva gestione dello storico rifugio Aleardo Fronza alle Coronelle, sul Catinaccio. Un’ipotesi ora al vaglio della Provincia, ma che subito ha messo sul piede di guerra le associazioni alpinistiche.
Il CAI Alto Adige, con il presidente Carlo Alberto Zanella, parla apertamente di progetto ai limiti della follia: «Giusto ristrutturare e adeguare alle esigenze odierne, ma non si abbattono gli edifici storici, parte del patrimonio culturale dolomitico. E, per carità, che non lo si faccia con i soldi pubblici a favore degli imprenditori privati».
L’Alpenverein Südtirol, col presidente Georg Simeoni, commenta: «Dopo il tentativo, oggi abbandonato, di costruire la torre di cristallo alta diciotto metri, anche i numeri della nuova struttura mi lasciano perplesso. È presto per parlare dei dettagli, perché siamo solo all’inizio dell’iter, ma mi auguro che la Provincia non dia il via libera, l’Alpenverein e il CAI sono totalmente contrari. Piuttosto diano il rifugio in concessione alle associazioni alpinistiche; lo gestiremo noi, dopo averlo ristrutturato col rispetto che merita, senza snaturarlo».
Il progetto
Costruito nel 1899 dalla sezione Renania del Döav, il club alpino austro-tedesco, e denominato Kölnerhütte, venne poi trasferito al CAI Verona nel 1924, che lo intitolò al capitano Aleardo Fronza. Alla fine degli anni Novanta passò alla Provincia. È uno dei più celebri rifugi storici di tutte le Dolomiti. «Non ci siamo permessi di ampliarlo rispetto alle dimensioni attuali», spiega Eisath. «Il progetto, ancora in fase embrionale, rispetterà la volumetria attuale, con un leggero aumento percentuale, come un normale ampliamento qualitativo». Ci sono varie idee architettoniche allo studio, ma comunque l’intenzione è di aprirlo anche in inverno. «Avrebbe senz’altro senso. Anche l’attuale gestore lo farebbe, se ci fosse un impianto di riscaldamento». Come spiega in un comunicato la Provincia, la proposta progettuale della società Latemar Carezza – curata dall’architetto Werner Tscholl, che ha progettato anche la stazione interrata della nuova cabinovia da malga Frommer – mira a ridisegnare l’area dal punto di vista strutturale e paesaggistico. Il progetto prevede la demolizione del rifugio esistente e la costruzione di un edificio da 50 posti letto (22 camere doppie e una a 6 letti), con la possibilità di aggiungere altri 2 posti letto sia nelle camere doppie che nella camera a 6 posti, per un totale di 97 posti letto.
Inoltre, è previsto un ristorante con 360 posti a sedere, dei quali 172 al coperto e 188 all’aperto. Intanto, in attesa che la Provincia prenda in considerazione il progetto, a Carezza il 22 maggio ha aperto la cabinovia da Nova Levante a malga Frommer, il 5 giugno ha aperto il Paolina, il 12 la nuova cabinovia Re Laurino per il Coronelle e per la prima volta in estate anche l’impianto Tschein, ora allungato a valle fino alla malga Moser.
La giunta
Come è stato reso noto ieri, nella sua seduta del 20 aprile 2021 la giunta provinciale, su richiesta dell’assessore all’edilizia e al patrimonio, Massimo Bessone, si è occupata del progetto di partenariato pubblico-privato (Ppp) “Rifugio Fronza alle Coronelle”, che prevede la demolizione e la nuova costruzione della struttura. Nella seduta è stato assegnato l’incarico di verificare nel dettaglio il progetto e i costi e di proseguire con la valutazione da parte della conferenza di servizio. Il 31 maggio 2021 si è svolta la prima riunione della conferenza interdisciplinare di servizio, presieduta da Daniel Bedin, direttore della Ripartizione patrimonio.
L’assessore Massimo Bessone ricorda di aver «presentato in aprile alla giunta provinciale un promemoria con un progetto di abbattimento e ricostruzione del rifugio Coronelle. L’incarico che la giunta ha dato al gruppo di esperti, che ora si è riunito per la prima seduta, è quello di valutare il progetto e di esprimere un parere. Il Fronza alle Coronelle è un rifugio storico, immerso nel meraviglioso ambiente naturale del Catinaccio, un luogo particolarmente sensibile. I rifugi sono il biglietto da visita dell’Alto Adige e sono fondamentali per la sicurezza in montagna. È giusto valorizzare i rifugi, come il Fronza alle Coronelle, creando una struttura accogliente, ma nel rispetto dell’ambiente circostante. Confido nelle capacità e nell’esperienza del gruppo di esperti».
La conferenza di servizio
Alla conferenza di servizio prendono parte esperti di varie ripartizioni (Tutela del paesaggio, Pianificazione territoriale, Beni culturali, Edilizia) e dei Comuni interessati (sindaci di Tires e Nova Levante). Gli esperti hanno il compito di predisporre le proprie relazioni e presentare le relative valutazioni entro il 30 giugno 2021. Anche i costi vengono verificati nel dettaglio. Dopo il primo incontro di fine maggio, la conferenza di servizio si riunirà nuovamente per discutere le varie valutazioni con l’obiettivo di pervenire a un bilancio definitivo, probabilmente entro il mese di agosto 2021. Sulla base di questa dichiarazione la giunta provinciale prenderà quindi una decisione in merito alla prosecuzione o meno del progetto relativo al rifugio Coronelle.
La denuncia di Carlo Alberto Zanella
(a cura della Redazione di Gogna Blog)
«Non serve sempre demolire per ricostruire. Ci sono esempi di rifugi che sono stati ristrutturati rispettando la vecchia struttura, come il rifugio Antermoia» osserva Zanella replicando a distanza alle dichiarazioni di Eisath sull’opportunità di ricostruire ex novo il rifugio Fronza. Al riguardo Zanella si chiede: «Come saranno portate vie le macerie dell’edificio demolito? E come si farà l’approvvigionamento di acqua in una struttura che comporta 360 coperti? Una struttura alta e tutta vetrata non disturberà la vista e l’impatto ambientale?». Ma non è solo il destino del rifugio ai piedi del Catinacclo a preoccupare il presidente del CAI. «Mi spaventano anche — aggiunge Zanella — i possibili ed eventuali nuovi progetti, come la funivia Tires-Nigra. Immagino che in futuro vorranno realizzare di conseguenza una pista da sci da malga Frommer a Tires, con relativi bacini acquei per l’innevamento artificiale. In generale ho la sensazione che sia in atto un assalto alle nostre montagne: pensiamo a Cortina, dove si realizzano piste ed impianti per le Olimpiadi, oppure alla proposta di realizzare un collegamento tra la zona Saltria dell’Alpe di Siusi e Monte Pana, gli impianti di risalita tra Padola (Belluno) e passo Monte Croce, l’annunciato sfruttamento del Lagorai, per finire con il raduno di auto fuoristrada organizzato anni fa a San Martino Castrozza. E poi altri progetti, come piste da bob su rotaia. A cosa servono? Un bambino in montagna dovrebbe giocare con un legnetto, stando in contatto con la natura. Bisogna far cambiare mentalità — conclude Zanella — a chi crede che in montagna si debba trovare qualcosa di diverso rispetto alla natura e all’aria pura».
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appena incrociato in visione parziale:
https://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2021/06/19/news/l-assalto-vacanziero-spauracchio-in-quota-le-dolomiti-chiedono-turismo-sostenibile-1.40408179
In sostanza vorrebbero un afflusso programmato…anzi solo bonifici e che poi se ne stiano a casa…dopo l’incasso una spedizione di cartolina panoramica a colori d’annata ’50..’60.
Secondo me meglio che facciano il pieno, pelino per bene la massa , mettano fieno in cascina per i 2 anni scorsi ed il prossimo, e poi si godano la wilderness montana tranquilla riservata agli autoctoni nelle stagioni “morte”, cioe’ ottobre , novembre, aprile maggio, giugno.(magari se proprio han voglia di lavorare, dedicate a rinnovo di arredo, aggiunte di stanze, di vasche idromassaggio, palestrine.., gare con i vicini di affreschi sulle facciate..stucchevoli tradizionaliste o azzardi modern art)
Esempio estremo :Un tabu’ e’ il trattamento sostenibile ecologico delle salme…si potrebbe andare oltre la tradizione ma…il businness si opporrebbe.Esempio :bara di cartone biodegradabile o adatta a cremazione..
oppure l’estrema https://www.commentimemorabili.it/idrolisi-alcalina-biocremazione-ad-acqua/
Figurarsi se prendera’ piede.. invece devono spremere il massimo per cerimonia e articoli annessi ed anche dopo ..per tasse.. . loculi, tempietti, fiori e lumini ( a cera o elettricita’)…Visto in rifugio poco frequentato, con porta aperta e nessun gestore un cartello classico di cartone ondulato da clochard e testo a pennarello.” Qui non passa nessuno tranne sabato , mi sono rotto i*******..questo e’il tariffario, prendete quello che vi serve e mettete i soldi nel salvadanaio, possibilmente importo giusto o a scelta superiore , scrivete nel libro mastro cosa avete preso, se avete pernottato , fuori week end vado giu’ dalla morosa.”
Invece di un rifugio gettonatissimo Luca Visentini commento’ :”..la garantita frequentazione estiva incoraggia una gestione lunatica ed intimidatoria”..che colpo da maestro , degno di Cyrano de Bergerac!( poi la gestione e’cambiata..sul Mulalz!Pale di san Martino , niente paura!,andatece tranquilli se potete! rimane ancora solo a gambe.
L’imbroglio é celato nei termini che utilizzano per descrivere. Quando dicono : green, a basso impatto, sostenibile, stanno cercano di creare una cortina fumogena per far “digerire” un qualcosa di poco “digeribile”. Pertanto chi legge dovrebbe essere meno “resiliente” verso certe opere.
La terminologia che fa notare Pagliari è quella che maggiormente fa presa sugli ignoranti ed è per questo che viene utilizzata, perché gli ignoranti sono la maggioranza.
È triste, ma è così.
Se si legge sul sito Carezza.it il progetto della stazione a monte della nuova cabinovia che porterà al rifugio Fronza, è tutto un fluorilegio di “sostenibile” e di “impatto visivo minimo”. Proprio tre giorni fa io e mia moglie siamo arrivati al Fronza partendo dal rifugio Roda di Vael, raggiunto rigorosamente a piedi dal passo di Costalunga. In vista del Fronza abbiamo dovuto fare una faticosa deviazione che ci ha portato sopra il tetto del rifugio stesso, per non entrare nell’area dei lavori in cui operava una enorme gru. Cosa produrranno, nelle intenzioni e nei proclami, quei lavori è descritto nel sito sopra citato. Noi avevamo intenzione di pranzare al rifugio, ma quegli sbancamenti ci hanno fatto passare irrimediabilmente l’appetito e abbiamo iniziato a scendere senza nemmeno fermarci.Non voglio, qui, parlare di impianti di risalita e cose connesse. Il problema che pongo è più di base: per favore, aboliamo dal lessico i termini “ecologico”, “sostenibile”, “a impatto minimo”, i loro sinonimi e i loro composti. Servono solo a gettare fumo negli occhi e a nascondere altre realtà, mentre invece è della realtà che occorre discutere. Proprio in quei giorni un viceministro esaltava il progetto di ponte sullo Stretto definendo l’opera (imprescindibile per la sua parte politica) “ecosostenibile” ed “equilibrata”.Ora, ogni ponte dovrebbe essere “sostenibile” ed “equilibrato”, altrimenti vien giù. Ma qui finisce la farsa. La tragedia inizia proprio col termine “eco”.
Particolare:per rifugi o abitazioni, viste dall’alto come in foto, si nota profluvio architettonico di lamiere, nuove con colori assurdi o arrugginite, spesso anche per rivestimento pareti verticali. Eppure legno non ne manca,con nuove protezioni e trattamenti ingnifughi e antimuffa del medesimo materiale.
Eppure cercando si trovano sul web ditte fornitrici di coperture in scandole simil legno o simil scaglie di pietra ,artificiali talmente simili alle tradizionali che l’occhio non se ne accorge, costano meno in rapporto al peso ridotto ed alla durata e certificazioni di sicurezza varie .
Dobbiamo ringraziare il comune di Welschnofen che ha nascosto nel bosco sia il centro commerciale sia il villaggio residenziale. Così l’ignaro automobilista può ancora avere l’illusione di intravvedere in Carezza un pittoresco laghetto alpino: gli basta non scendere dalla macchina. Mi auguro che il comune sia in grado di nascondere con la stessa eleganza anche il rifugio delle Coronelle!
Sui risultati del Bonus efficientamento energetico , solo la storia ci dira’ se ha colto l’obbiettivo o e’ stata una manovra propagandistica& finanziaria .Per ora assemblee condominiali bollenti e pilotate , rivalita’, banche ed assicurazioni che sgomitano per acquistare o riacquistare la cessione del credito e a fronte uffici intasati da pacchi ( o files)di pratiche pedanti di quanti vogliono arrivare in tempo, aumenti generalizzati di materialie carenza di veri professionisti e maestranze esperti. Incombe la spada di Damocle di dover restuire il credito non a carico delle ditte che se lo sono accaparrato, ma del singolo cedente spesso incapiente.Sembra di vedere la folla che si accalca per la distribuzione dei viveri ai paesi affamati..con veri indignti rimasti privi e invece furbi e prepotenti che si fanno scorte e poi le rivendono..In Cansiglio le vicende dei rifugi e resort prendono altra piega:https://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2021/05/14/news/case-cantoniere-hotel-e-rifugio-la-regione-lancia-aste-per-92-milioni-1.40270539
In trentino simili edifici sono stati acquistati dalla Provincia e resi centri congressi e corsi vari e centri estivi per ragazzi,e pure personale in regola.
Zone previlegiate e zone Cenerentola.
Quando ho visto il Bosco Verticale a Milano, pensavo fosse uno scherzo o un’installazione per pochi giorni. Mi sbagliavo.
Se poi ci aggiungi il contraltare urbano che ha come culmine mondialmente apprezzato il Bosco verticale, il palazzo di Milano rigurgitante di verde, la traccia ormai scavata e battuta del tentativo verde (aiuto) di coniugare solo formalmente natura e cultura, si capisce che neppure fossimo salmoni potremmo risalire tanta cieca corrente finto-ecologista. E temo che gli autori e i detentori di questa cultura posticcia con intenti ambientalisti siano in grande misura in buona fede.
sottolineo e firmo ogni parola.
chi pensava che questa pandemia facesse ragionare e ci migliorasse s’è sbagliato di grosso.
questo paese è in mano a gente senza scrupoli che ha il senso dell’orrido e del portafoglio.
Proprio adesso che non si parla che di bonus faraonici per rifare facciate, per restaurare, per rendere efficienti dal punto di vista energetico le vecchie strutture, questi irresponsabili privi di qualsiasi sensibilità storica e paesaggistica vogliono abbattere un bel rifugio e farne uno tutto nuovo. Probabilmente firmato da architetti dai gusti che fanno vomitare chi crede ancora nel concetto di Bellezza. La pazzia ingorda insomma non ha limiti. Nemmeno la pandemia è riuscita a far ragionare un po’, anzi direi che ha sviluppato gli appetiti repressi e fatto peggiorare la situazione. Progetti demenziali di nuovi impianti procedono più o meno nell’ombra un po’ dappertutto. Impiantisti e ambientalisti fanno ormai a gara nello sparare cazzate, con la scusa di cercare di capirsi. Marmolada e Alpe Devero hanno i giorni contati. Politici e affaristi di bassa lega sono probabilmente già d’accordo sulla loro omologazione a luna park. Scusate la parola ma a me questo teatrino fa davvero SCHIFO.
Per altri rifugi..ho visto scavare, collocare qualche chilometro di tubature , ricoprire..per far deluire le deiezioni a valle dentro il piu’vicino depuratore.Problema che non assegneranno mai a scuola elementare: 360 posti sempre occupati per 3 mesi, ogni occupante produce 3, 57 hg di feci e 2, 76 litri di urina, quanti hg e l in 3 mesi complessivamente? In realta’ e’ piu’difficile se i fatti sono soggetti a fluttuazioni statistiche.
Per chi abita tutto l’anno in condominio… o e’abituato e non ci fara’ caso o almeno per alcuni giorni se ne terra’ alla larga .L’unico aspetto positivo e’ l’effetto carta moschicida: li’ si raccolgono masse che lasciano in pace altri posti. Se proprio si fara’ , almeno che li spennino a dovere, cosi’ i gestori ci stanno dentro o ci campano pure il resto dell’anno.Godendosi la montagna rarefatta. Strada per le torri del Vajolet, esperienza personale di residente decen ni fa :in estate auto parcheggiate ovunque attorono ai rifugi di Gardeccia, manovre auto in discesa per far posto a quelle insalita. In autunno la strada con skiroll in salita senza neppure un ‘anima.
Bonjour, j’adore les Dolomites pour son cadre son atmosphère la gentillesse de ses habitants et la montagne, je vous en supplie ne faites pas comme en France des refuges (refuge du Gouter Massif du Mont Blanc) ou rien ne fonctionnent le coût de la construction est devenu prohibitif. Je suis un ancien gardien de refuge du Massif et vivre à 3000 mètres d’altitude sans eau sans électricité pendant 6 mois c’est possible. Alors réhabilité l’ancien refuge qui est magnifique. Un refuge reste un refuge mais pas un hôtel !
Visto cosa succede a partire dai vertici dello Stato italiano, visto cosa non si fa a partire dai vertici dello Stato italiano per debellare questa cancrena nazionale: cosa vi aspettate ancora da questo Stato democratico?
Lo faranno, lo faranno. Anche la pista faranno, vedrete. L’economia sudtirolese non guarda di certo cosa dicono quegli sfigati del Cai e dell’ Avs. Chi ha e muove i soldi decide per tutti. Non ve ne siete ancora accorti?
qualcuno dice:
l’ Italia è il paese del bello che tutto il mondo ci invidia.
L’impressione che se ne ricava è che non c’è in ballo solo la ristrutturazione del rifugio. In vista ci sarebbe anche una nuova pista da sci. Quindi è proprio lo snaturamento della visione della montagna che manda irresponsabilmente a quel paese senza scrupoli tutti i discorsi (a quel punto inutili) sul rispetto dell’ambiente e sulla protezione del territorio.
Non son sicuro, ma questa devo averla già sentita da qualche parte: “Il progetto, ancora in fase embrionale, rispetterà la volumetria attuale, con un leggero aumento percentuale”…
Ma sopratutto, “che non lo si faccia con i soldi pubblici a favore degli imprenditori privati”!
mi domando, ma il futuro dell’Italia è questo:
costruire sempre di più una bruttura dietro l’altra!?!?!
kixx.
D’accordo con Lorenzo. Come sempre…
Voto Zanella.