Ci ha incuriositi una nota di Luigi Casanova, di solito persona costruttiva e propositiva: “Anche io sono disarmato, non abbiamo più nessuna difesa. Troppi aggressori ben diffusi e ben difesi. Da tutte le debolezze politiche dell’oggi. La cultura è scomparsa da ogni confronto“. E in effetti, di fronte a tanta ignorante efferatezza nei confronti dell’ambiente, cadono proprio le braccia.
Torre panoramica sul Catinaccio
di Enzo Coco
(pubblicato su corrieredelveneto.corriere.it il 22 febbraio 2019)
Lettura: spessore-weight(1), impegno-effort(1), disimpegno-entertainment(1)
Dopo una lunga sequenza di proposte «abortite» che interessavano la zona di Carezza, il Comune di Nova Levante licenzia un nuovo progetto, quello di una nuova cabinovia da dieci posti in sostituzione della storica seggiovia biposto per il rifugio Fronza alle Coronelle con stazione intermedia all’arrivo dell’attuale seggiovia Tschein e una stazione a monte totalmente sotto terra, con una torre panoramica ad ampie vetrate per godere del panorama dolomitico. Un progetto da 20 milioni di euro, che, se approvato dalla Provincia, potrebbe vedere i lavori al via già ad aprile con l’impianto pronto per Natale 2019 e la torre panoramica per il 2020.
Simulazione grafica della torre panoramica
Contestazioni bipartisan
Detto fatto, sono scattate subito le contestazioni anche per questo progetto che viene avversato dall’Alpenverein (AVS) e dal Club Alpino Italiano che (in una delle poche occasioni che li vede sullo stesso fronte) respingono soprattutto l’idea della torre panoramica. I due enti lo fanno con un lungo comunicato congiunto in cui invitano gli imprenditori e la politica a prendere le distanze da un simile progetto. «Il Catinaccio-Rosengarten — si legge — non può essere degradato a palcoscenico di attrazioni, essendo esso stesso un’attrazione. Una torre in vetro di 18 metri e cinque piani direttamente davanti alle pareti del massiccio non può nemmeno essere presa in considerazione». La struttura (progettata dal quotato architetto Werner Tscholl) prevede due piani interrati che dovrebbero ospitare una mostra, ma anche locali di ristorazione e tre piani sopra terra il cui utilizzo, secondo le due associazioni, sarebbe tutto da chiarire: soprattutto, si vedrebbero anche da lontano cambiando completamente il paesaggio alpino naturale. «Un paesaggio che è già per sua natura un valore, culturale, spirituale ed ecologico che non ha bisogno di essere valorizzato a fini puramente speculativi ed economici» rincara la dose Georg Simeoni, presidente di AVS.
Fronte ambientalista
In sostanza CAI e AVS ergono le barricate contro lo sfruttamento a fini commerciali del Catinaccio trovando in questa loro azione anche il sostegno dell’associazione «ombrello» ambientalista Dachverband che, a sua volta, ricorda come le Dolomiti siano state inserite nel patrimonio dell’UNESCO per preservare un’eredità della natura e che invece da dieci anni a questa parte subiscano costanti attacchi. «Ci sono voluti anni di lavoro per arrivare al riconoscimento, ma basta pochissimo per perderlo» ammonisce l’associazione di protezione dell’ambiente. «I responsabili del progetto — dice ancora il Dachverband tramite il portavoce Andreas Riedl — dichiarano di non voler aumentare il numero di visitatori sul Catinaccio, ma è un’argomentazione poco credibile». Secondo il Dachverband il decennale dell’attribuzione del titolo UNESCO, che cade proprio quest’anno, dovrebbe essere sfruttato per rafforzare le caratteristiche di unicità, autenticità e integrità che lo hanno reso possibile, senza banalizzare invece questo titolo con lo sfruttamento e la svendita del territorio.
Il sindaco tira dritto
Ma il sindaco di Nova Levante Markus Dejori va dritto per la sua strada: «Nessun ripensamento — afferma convinto — abbiamo i pareri della commissione UNESCO che ci ha dato molti consigli, ma mai si è espressa con un no, nei confronti di quest’opera. La torre non si vedrà da lontano e tutte le strutture del nuovo impianto di risalita saranno interrate per rispetto dell’ambiente». Le associazioni vorrebbero che non si raddoppiasse la portata degli impianti per non incrementare le presenze nella già sovraffollata zona: «E’ impensabile — replica Dejori — che si ammoderni un impianto e lo si faccia delle stesse dimensioni del vecchio senza tener conto dei flussi esistenti».
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hai perfettamente ragione Paolo.
Noi gli diamo il voto, la nostra fiducia!!
Infatti il problema non sono loro…ma noi!!
E la gente li vota e loro ci governano!
E’ bello questo.
O no?
Ma a noi piacciono queste idee e affermazioni.
Un Ballard chiamava tutto ciò “intelligenza escrementizia”.
ma cosa vuol dire questa affermazione?!?
che verrà fatto tutto in galleria? Tutto sotterraneo?
E se anche fosse vi immaginate che sbancamento dovrà essere fatto sul pendio , sul terreno, per poter fare posto a queste strutture.
Un affermazione del genere mi ricorda quella fatta in una intervista dall’ex sindaco di Pietrasanta Mallegni , attuale senatore di Forza Italia, che dichiara che è grazie alle cave, all’opera dei cavatori, che si previene il rischio idrogeologico in Apuane.
C’è gente che veramente ha la pretesa e la sfacciataggine di farci credere che i micci volano.
” le strutture del nuovo impianto di risalita saranno interrate per rispetto dell’ambiente”
…. perché sottoterra.. non è lo stesso ambiente? non è la stessa terra? sopra no, sotto si, è tutto permesso perché non si vede?
Gli amministratori si sa sono sempre dei politici che di natura poco sanno o comunque l’hanno sempre vissuta da grandi consumatori.
Chi si deve battere per impedire lo scempio o per lo meno la conservazione di questi luoghi meravigliosi è chi della montagna ha fatto l’obiettivo di vita….bisognerebbe fare una petizione , si devono mobilitare i vari CAI , i personaggi che hanno fatto grandi imprese in montagna devono alzare la voce…..insomma diamoci da fare per impedire che gli altri decidano cosa è meglio per noi e i nostri figli.
Se anche “La torre non si vedrà da lontano” un guaio è, scusate l’ovvietà, che purtroppo si vedrà da vicino. E questo è sufficiente a classificarla, ai miei occhi, come il classico “pugno nell’occhio”.
E poi, scusate ancora se sono ovvio, ma a cosa serve una torre panoramica all’arrivo di una seggiovia? Non basta fare pochi passi per ammirare lo stesso panorama? Ma certo (ironico): serve a tenere i turisti al coperto quando piove!
Questi amministratori non si rendono conto del danno che stanno facendo, o forse si, ma non gli frega nulla.
Stanno rovinando la bellezza di un patrimonio naturale unico al mondo.
Che Unesco sarebbe stata una batosta in negativo per le nostre povere Dolomiti lo sostenevo già mentre gli amministratori locali si davano da fare per farsi dare l’inutile patacca. Poi ci sono davanti a tutti noi gli ultimi 10 anni, quelli in cui l’effetto Unesco ha decuplicato le presenze senza freni e il conseguente adeguamento di ogni infrastruttura: alberghi, viabilitá, piste da sci e relativi impianti, ecc. É logico che un impianto nuovo, visti i costi, deve adeguarsi alla portata degli altri, ma si è innescato un effetto per cui ogni impianto rinnovato ha portata sempre maggiore e quelli nuovi si ingrandiscono sempre più in una sarabanda di passaggi di utenti (=guadagno del gestore) sempre maggiore. Le centinaia di siti e altro che propongono vacanze per motociclisti, utilizzano il logo Unesco per attrarne sempre più, con risultati che io e pochi altri definisco vomitevoli.
Per dirla banale: io l’avevo detto, ma i risultati hanno superato ogni previsione e quindi non meravigliamoci della torre di cristallo o delle megastrutture funiviarie. Stiamo qui a discuterne ma intanto le faranno lo stesso. I soldi non si fermano: guardate la Tav.
Fará strage di uccelli, a parte che è un obrobrio. Non si mette il vetro in montagna. Sono proprio ignoranti.
Concordo pienamente con il commento del Sig. aghsays. in effetti l’UNESCO è una facciata, per il Marketing. Come le Bandiere Blu delle Cità di Mare.
Mi pare strano che ancora qualcuno pensi che Unesco tuteli le Dolomiti… A livello istituzionale mi pare che al di la di qualche sezione CAI e pochi comuni il resto degli attori abbia sposato in pieno gli interessi del Capitale Finanziario (quello che specula su Cortina per capirci). Mi sa che è meglio se cerchiamo di sviluppare la frequentazione di tutte quelle aree che rimangono fuori dal giro. Tutto ciò che non si conosce è nuovo, ci sono Dolomiti “nuove”.
Il “TTT” interviene anche qui?
Forse è l’unico sistema per opporsi all’andazzo un po’ pirlazzo.
!?!?!? non so.
Al di là dell’impatto del singolo elemento (che sia questa nuova torre panoramica o la stazione di arrivo in vetta alla Marmolada o quella dell’Aiguille di Midi sopra Chamonix o qualsiasi altro semplice ski lift…), il punto è che ci sono gia’ troppi “segni” umani in montagna e non fa bene all’ambiente aggiungerne altri.
Non arrivo a sostenete che si debbano smantellare certi impianti esistenti (anche se a volte mi piacerebbe…), ma ritengo che non si debba aggiungerne altri.
Troppi impianti, troppi rifugi, troppi bivacchi…a volte del tutto inutili… la montagna non ne può più!!!
Le contestazione sono deboli, considerato l’andazzo generale. Perché la torre dovrebbe essere meno accettabile della stazione di arrivo sulla Marmolada a Punta Rocca? O più brutta della funivia in vetta al Sass Pordoi? O più repellente del mega rifugio del Boè attualmente in ricostruzione? Chiaramente non dico di essere favorevole all’ennesima “valorizzazione”, ma paghiamo lo scotto di essere stati troppo morbidi in precedenza. E’ passato di tutto e di più, oggi le Dolomiti sono un gigantesco luna park, è ovvio che da parte dei valorizzatori si voglia, anzi si pretenda, di continuare come hanno fatto da 40 anni a questa parte.
Unesco è una patacca buona solo per il marketing: che si metta poi a dar consigli su come costruire la torre è semplicemente ridicolo. In realtà siamo (quasi) tutti responsabili: perché gli amministratori che hanno dato l’assalto alle Dolomiti li abbiamo puntualmente votati, per anni, e li votiamo ancora. Anzi ne votiamo di peggiori: i leghisti al governo in Trentino hanno già dichiarato: ”La Provincia ha compreso pienamente l’importanza dello sci alpino e continuerà a sostenerlo”. Alla faccia del cambiamento climatico. Riguardo l’ambiente, il nuovo assessore al turismo, Failoni, ha detto: “La tutela dell’ambiente, pur prioritaria, non può costituire un freno allo sviluppo del sistema economico trentino”. Più chiaro di così.