Perché ancora “Sicuri con la neve” 2015?
E’ assolutamente “obbligatorio” cambiare logo, cambiare slogan. Noi non dobbiamo vendere montagna, non siamo dunque costretti a motti pubblicitari che convincano la gente della piena sicurezza. Non siamo un’azienda che deve reclamizzare il prodotto perfetto. Non dobbiamo giocare con la credulità, con l’illusione che le parole danno.
Domani 18 gennaio 2015 ci sarà l’annuale appuntamento con Sicuri con la neve edizione 2015, giornata nazionale di sensibilizzazione e prevenzione degli incidenti tipici della stagione invernale. Valanghe, scivolate su ghiaccio, ipotermia ed altro ancora saranno i temi d’interesse.
Nel post di Aldo Frezza su Appenninico.it e sui siti qui accanto in locandina è possibile informarsi sulle singole iniziative, regione per regione, per “l’annuale appuntamento con la sicurezza in montagna”. Per l’Appennino, si tratta di 16 diversi appuntamenti in Abruzzo (1), Basilicata (1), Calabria (2), Campania (1), Emilia-Romagna (3), Lazio (3), Liguria (1), Marche (2), Toscana (1) e Umbria (1).
Per le Alpi, stando al sito ufficiale di Sicuri in Montagna, le cose sono un po’ più complesse. Vi sono, specialmente in Piemonte, molti eventi “sospesi”: risultano confermati i seguenti in Alto Adige (2), Friuli-Venezia Giulia (2), in Lombardia (6) e in Trentino (3).
Con il progetto Sicuri in Montagna, da oltre un decennio, il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, il Club Alpino Italiano con le Scuole d’Alpinismo e Scialpinismo, le Commissioni e Scuole Centrali di Escursionismo, Alpinismo Giovanile, Fondoescursionismo, il Servizio Valanghe Italiano, la Società Alpinistica F.A.L.C., Enti ed Amministrazioni che si occupano di montagna, promuovono queste iniziative che mirano alla prevenzione degli incidenti in montagna, agendo sulle dimostrazioni tecniche e sulla “crescita della consapevolezza personale”.
Nell’esposizione degli intenti e del programma, al di là del titolo purtroppo preciso Sicuri con la neve, figlio del progetto padre Sicuri in montagna, l’unico momento in cui si accenna all’illusorietà della completa sicurezza è quando si parla di ” frequentazione della montagna innevata in ragionevole sicurezza”.
Di partecipazione gratuita e aperta a tutti, l’iniziativa è più che lodevole oltre che necessaria. Ma proprio per favorire la vera “crescita della consapevolezza personale” è assolutamente “obbligatorio” cambiare logo, cambiare slogan. Noi non dobbiamo vendere montagna, non siamo dunque costretti a motti che convincano la gente della piena sicurezza. Non siamo un’azienda che deve reclamizzare il prodotto perfetto. Non dobbiamo giocare con la credulità, con l’illusione che le parole danno. Basterebbe un “Più sicuri con la neve” e un “Più sicuri in montagna” per fermare l’infernale meccanismo di marketing.
Montaggio a cura di Michele Comi
Solo in questo modo avrebbero senso ben definito i convegni, i percorsi presidiati da tecnici e istruttori, gli stand informativi e i campi neve organizzati, nei quali i partecipanti possono assistere a dimostrazioni e mettere in pratica i principi di una corretta movimentazione in ambiente innevato (gestione dell’autosoccorso, sensibilità sul sondaggio, ricerca con l’ARTVA e con le unità cinofile). Quest’enorme sforzo organizzativo avrebbe l’avallo di un corretto inquadramento psicologico. Basterebbe poco per contrastare il jingle jangle del tamburino della société sécuritaire.
Hey mister tambourine man
play a song for me
I’m not sleepy and
there is no place I’m going to
hey mister tambourine man
play a song for me
in the jingle jangle morning
I’ll come following you
(Bob Dylan)
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Sicurezza sicurezza primavera di bellezza! Quel ‘più’ verrebbe rifiutato da qualunque creativo, è così si completa il paradosso per cui si va in montagna, in fondo, (anche) per fuggire dalle catene e dalla noia della sicurezza della vita socialmente iper regolata.
Eppure c’è tanta gente assolutamente convinta che in montagna possa esserci totale sicurezza.
I forum sono pieni di frasi del tipo “Io faccio solo itinerari sicuri”, “io sono sempre perfettamente attrezzato e non può succedermi niente”, “io non rischio mai”, “io vado solo quando è sicuro”…
Per non parlare dei soliti commenti da luminare della montagna che saltano fuori ogni volta che succede qualcosa agli altri!!! In questo caso se ne sentono talmente tante che si potrebbe realizzare una raccolta, una sorta di stupidario dei saccenti: “Doveva fare così”, “non doveva andare lì”, “io avrei fatto così”, ecc.
A mio parere ciò è causato dal bombardamento della pubblicità delle tante marche di abbigliamento e attrezzatura e da un certo modo di fare disinformazione tanto caro a molti giornalisti.
Per quanto riguarda il CAI, nella mia scarsa e ormai lontana esperienza (ho fatto 2 corsi più di 20 anni fa), nessuno ha mai cercato di farmi credere nella sicurezza totale. Non so come stiano le cose ora (frequento la mia sezione di Auronzo una volta all’anno, per rinnovare il bollino…) ma, al di là degli slogan, mi auguro che poi, durante le sopraccitate iniziative, gli istruttori siano in grado di trasmettere consapevolezza e non illusioni.
Buona giornata
non fa una piega…comunque anche in Veneto si parla di neve sicura