Lettura: spessore-weight(2), impegno-effort(1), disimpegno-entertainment(2)
Prima il pagamento del ticket per accedere al sentiero che porta a cala Goloritzé e farvi il bagno, seguito, a distanza di due e tre anni, dal contingentamento delle presenze a Cala Biriola e a Cala Mariolu (Ispuligidenie), mentre in estate potrebbe toccare a Cala dei Gabbiani. Ma da questa primavera sono previste nuove regole e il pagamento di un ticket per potersi addentrare nel famoso percorso trekking Selvaggio Blu, e non più di 50 per volta. Alla presenza degli operatori turistici e commerciali di Baunei, questa proposta di organizzazione del trekking Selvaggio Blu, a breve sarà parte integrante dell’Ordinanza 2019 per l’uso turistico del territorio civico comunale.
A presentarla, Antonio Cabras, presidente del Club di prodotto Supramonte di Baunei, insieme all’amministrazione comunale, rappresentata da Ivan Puddu consigliere con delega al Turismo.
«La proposta – è stato detto nella riunione – prevede un sistema di organizzazione delle presenze giornaliere lungo l’itinerario del Selvaggio Blu e dei bivacchi individuati lungo il sentiero nei cinque giorni di percorrenza». Verrà attivata una segreteria per il coordinamento dei flussi, i bivacchi saranno organizzati e gestiti direttamente dal Club Supramonte (pulizia e manutenzione aree) mentre il controllo sarà per competenza, in carico alla polizia municipale e al corpo barracellare.
Il costo che ogni fruitore del Selvaggio Blu dovrà sostenere sarà di 30 euro, che serviranno a coprire i costi per i servizi che l’organizzazione garantirà, i costi di segreteria, il sistema di prenotazione, la cura dei bivacchi, la cartellonistica; i bivacchi sono organizzati in modo tale da permettere per ogni notte un numero massimo di 50 persone.
Ogni punto bivacco sarà suddiviso in quattro microaree, in modo tale da permettere la permanenza di quattro gruppi contemporaneamente, senza che ciascun gruppo arrechi fastidio all’altro. Infine, ogni gruppo che prenoterà il trekking Selvaggio Blu «dovrà assolutamente e obbligatoriamente appoggiarsi a una delle logistiche autorizzate e dovrà dimostrare sempre in che modo si sia fatto fronte allo smaltimento dei rifiuti del bivacco»
“Selvaggio” a pagamento
lettera aperta ai destinatari
di Marcello Cominetti (e altre guide alpine in calce)
–
Al Sindaco di Baunei Dott. Salvatore
Corrias (via raccomandata A/R) e
all’Assessore al Turismo Dott. Ivan Puddu (Per conoscenza insieme al
Sindaco)
– Al Club di Prodotto Baunei/Coop. Goloritzé Sig. Antonio Cabras (via e-mail)
– A Explorando Supramonte-Trekking Baunei Sig. Claudio Calzoni (via e-mail)
– A Hotel Santa Maria Sig. Antonio
Erittu (via e-mail)
Livinallongo del Col di Lana, 22 marzo 2019
Gent.mi Signori,
scriviamo questa nostra dopo aver appreso dai giornali e da internet la prossima emanazione del nuovo Regolamento per la fruizione del percorso escursionistico Selvaggio Blu (d’ora in poi SB).
Premettiamo che siamo Guide Alpine, ovvero dei professionisti che operano a 360 gradi in ambiente naturale, in ogni stagione e in ogni parte del mondo, ma ci preme innanzitutto presentarci come appassionati di ciò che proponiamo e come esperti in campo turistico outdoor, dopo decenni di frequentazione e di vita in aree naturali, molte della quali a forte vocazione turistica.
La nostra fonte di sostentamento è la natura stessa e siamo quindi convinti che la sua conservazione sia elemento di primaria importanza economica che però non va disgiunto da una sensibilità ecologica che ne garantisce il rispetto e l’integrità. Questo a garanzia di fruibilità per le generazioni future ma anche e soprattutto per quelle del presente che ci vede tutti impegnati nella ricerca di un delicato equilibrio tra guadagno e rispetto. Delicato non deve significare precario e per questo, secondo noi, va ragionato e stabilito con assoluta profondità e totale dedizione.
E’ fuori discussione che una qualche regolamentazione era da tempo auspicabile, visto il crescente numero di escursionisti presenti sul vasto territorio di Baunei, ma ci permettiamo di osservare alcuni punti che riteniamo vadano meglio riconsiderati.
La tempistica e la modalità
La tempistica e la modalità con cui si è venuti a conoscenza dell’entrata in vigore del Regolamento ci ha letteralmente sorpresi. Infatti le nostre proposte vengono fatte con largo anticipo verso l’utenza. Oggi si è praticamente all’inizio della stagione escursionistica primaverile e ci ritroviamo con programmi da modificare, costi da aumentare e stili professionali (che sempre hanno rispettato una certa etica ambientale) a cui dover rinunciare. Questioni che non possiamo di certo fare gravare, in tutti i sensi, sulle spalle di chi si è già iscritto accordandoci la sua fiducia.
Numeri e posti per bivacchi
Il nostro operato è strettamente legato alla personalità della Guida e al suo stile e doverlo omologare a un’uniformità di stampo associazionistico, per noi rappresenta un danno irreparabile che fa scendere notevolmente la qualità del nostro operato e che contrasta con la nobiltà storica di una professione centenaria.
Ci siamo sempre impegnati per non ritrovarci a camminare o a pernottare in cinquanta nello stesso posto scegliendo e modificando le varie tappe anche all’ultimo momento. Nessun escursionista sarebbe felice di ritrovarsi in cinquanta persone al bordo di una strada a Ololbizzi (solo per fare un esempio eclatante) avendo scelto di partecipare a un itinerario a piedi in una delle aree wilderness e solitarie più belle d’Europa, celebrata per coniugare a un’escursione giornaliera un tuffo nelle acque più limpide del Mediterraneo, che a Ololbizzi, però, non c’è.
Ci saremmo aspettati un limite di numero massimo per gruppo (secondo noi 8-10 persone per guida) perché questo elemento costituirebbe un forte impulso al controllo delle presenze sul territorio e, non ultimo, un elemento di sicurezza tecnica nei tratti alpinistici e un’alta qualità del servizio offerto.
Rifiuti
SB ha sicuramente portato un incremento dell’accumulo di deiezioni umane nei posti tappa al quale va posto rimedio. I moderni sistemi non mancano.
Anche per rifiuti d’altro genere, ci permettiamo di osservare come ogni partecipante (sia Guide che Clienti) sia molto sensibilizzato, e quindi non lasci spazzatura di nessun tipo lungo il percorso. E’ giusto far notare questo aspetto a tutti ma da parte nostra, state pur certi che avete trovato dei forti alleati per il mantenimento automatico della pulizia.
Da professionisti e innamorati del vostro territorio ci auguriamo una sempre più concreta collaborazione e dialogo con gli Enti preposti al fine di preservare un’area unica alla cui propaganda ci siamo da sempre impegnati in “punta di piedi”, ma che nel tempo ha garantito anche alla popolazione locale un indotto non indifferente. Di questo non ci siamo mai fatti vanto, ma ne siamo consci e ci farebbe piacere ci venisse riconosciuto semplicemente accordandoci la fiducia e la credibilità nel rispetto della nostra professione e della Vostra magnifica terra.
Francesco Salvaterra (Collegio Trentino)
Michele Barbiero (Collegio Veneto)
Michi Andres (Collegio Alto Adige/Suedtirol, Globo Alpin)
Alberto De Giuli (Collegio Veneto)
Agustina Lagos Màrmol (Ag. Dolomite Mountains)
Hermann Tauber (Collegio Alto Adige/Suedtirol)
Matteo Pellin (Collegio Valle d’Aosta)
Marco Pellegrini (Collegio Trentino)
Marcello Cominetti (Collegio Veneto)
Alessandro Fiori (Collegio Veneto Guide Cortina d’Ampezzo)
Simone Corte Pause (Collegio Veneto Guide Cortina d’Ampezzo)
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Leggendo l’ordinanza mi sembra di capire che sono confermati i 30 euro a persona e che sia consentito un massimo di 40 persona per percorrere il trekking selvaggio blu, mentre mi pare di capire decade l’obbligo della guida.
Non ho capito invece per gli altri sentieri quale sia la situazione ovvero se ci si deve registrare, se si possono frequentare liberamente, se ci sia da pagare e se la strada che porta sino al parcheggio di cala Sisine sia ancor percorribile alle auto. o no.
https://www.facebook.com/francesco.salvaterra/posts/2411327478887006?notif_id=1558879375894342¬if_t=notify_me&ref=notif
E’ stata pubblicata l’ordinanza n.4 del 29/04/2019 che regola l’uso turistico del territorio comunale di Baunei: compreso Selvaggio Blu.
https://www.facebook.com/1449744108648158/posts/2370657516556808/
No, nascono, e qui lo vediamo, due galli in un pollaio.
Ma se mulo e bardotto si accoppiano, non nasce un cavallo gay?
🙂 per fortuna che i cavalli quando vanno con gli asini fan figli sterili 🙂
Oggi ho fatto centro !
A esser buoni con gli asini si prendono calci.
Una mia domanda sulla realtà delle cose, da quello che leggo anche qui.
Scusate, si parla di tante cose, ambiente, comunità, inquinamento, masse, ignoranza… , ma come farebbero a guadagnare e a vivere le varie guide se non portassero con loro ripetutamente tante persone (i gruppi numerosi con singola guida secondo me sarebbero da evitare) a percorrere sentieri meravigliosi, ferrate mozzafiato e vie ben equipaggiate a spit in giro per l’Italia, campeggiando e prenotando i rifugi, spesso occupando i bivacchi, muovendosi in una forma di loro sicurezza che garantisca loro una buona continuazione dell’attività?
Forse le varie guide dovrebbero fare un esame di coscienza allargato sia al mestiere che alle appropriazioni di competenze e al loro numero in costante aumento?
Osservo che il mercato lo richiede e allora loro devono adeguarsi … magari consiglierei loro di non coltivarlo troppo. 🙂
Aggiungo una importante precisazione che ha a che vedere con l’emozione. Selvaggio blu lo si è “fatto” e soprattutto vissuto solo se si sono percorse tutte le tappe in un’unica soluzione bivaccando sotto le stelle. Percorrerne le tappe facendo delle escursioni giornaliere è tutta un’altra cosa e non ha nulla a che vedere con Selvaggio blu. Infine caro Giancarlo le consiglio di non chiamare “guida” chi non ha il titolo di guida alpina perché cosi facendo, mi riferisco alle parti di selvaggio blu dove si utilizza attrezzatura alpinistica, sta denunciando automaticamente di abuso della professione chi lo pratica. Non sta di certo a me prendere provvedimenti in tal senso, ma fossi al suo posto andrei cauto con certe affermazioni anche in relazione alla sua carica istituzionale. Sperando di esserle stato chiaro e d’aiuto le auguro le migliori escursioni. Cordialmente. Marcello Cominetti
Caro Giancarlo, condivido solo in parte i suoi commenti perché mi sembra di notare una certa confusione, ma non è importante. Per sua informazione io camminavo lungo i sentieri di quello che poi divenne selvaggio blu, fin dagli anni ’70 con mio padre (è anche riportato al bel libro di Gogna, La pietra dei sogni) e qualche pastore locale a farci da guida. Divenni guida alpina nel 1984 e subito accompagnai scalatori e escursionisti in quei posti (prima ci andavo con gli amici, e a questo tema uscirà un documentario che sto facendo con un amico sardo) semplicemente perché li conoscevo e mi piacevano. Quando incontrai Mario Verin che mi parlò del progetto selvaggio blu pensato con l’allora sindaco (assai lungimirante, aggiungo, alla luce delle amministrazioni che tristemente poi si sono succedute) Dino Barranu ne restai afascinato e lo aiutai a pulire l’ultima tappa in compagnia dell’allora guardia comunale Benvenuto Pusole, mio caro amico di gioventù. I tempi erano “altri” e nessuno avrebbe immaginato che selvaggio blu divenisse quello che è oggi, nel bene e nel male. Questo per essere precisi e non vaghi né confusi.
Il 15 aprile si terrà a Baunei una riunione tra tutte le categorie professionali interessate a selvaggio blu per deciderne le sorti. Ci sarà anche una rappresentanza delle Guide Alpine nelle persone di Michele Barbiero e Marco Pellegrini. Ci tengo a precisare che le Guide Alpine che da anni operano sul selvaggio blu NON VOGLIONO AFFATTO che si renda obbligatoria la percorrenza con la guida e auspicano che il tutto resti quanto più di libero accesso e frequentazione. In pratica che resti il più possibile come era prima salvo alcune regole che il Comune di Baunei è deciso a imporre, che ci auguriamo non stravolgano quello che selvaggio blu rappresenta anche emotivamente. Il discorso sarebbe qui troppo lungo, ma mi preme ribadire che le Guide Alpine faranno di tutto per evitare che selvaggio blu si trasformi in un percorso omologato e privo della libertà che l’ha sempre contraddistinto. Personalmente vedo un enorme limite (nessuno me ne voglia perché lo dico col cuore e senza astio verso chicchessia) nella visione dell’attuale amministrazione locale perché al suo interno non ha nessuno che sia appassionato di escursionismo e sappia quindi quali siano le emozioni che l’escursionista ricerca.
salve ,ho letto tutti i vs commenti e vorrei aggiungere il mio.Premetto che frequento le montagne dal 1968, anno in cui mi iscrissi al cai e che solo raramente ho fatto “uso”delle guide nelle mie scalate.Frequento il SB dal 2011,l’ho percorso gradualmente da solo o al max con un amico perche amo fare foto possibilmente creative cosa impossibile se sei accodato a gruppi di 10 persone,Solo lo scorso anno ho fatto la 3^e 4^tappa con l’amico e guida Franco Murru alla quale mi sono rivolto a condizione che non portasse nessun altro oltre me.L’ho ritetuno indispensabile visto il livello delle tappe con tutte quelle doppie,però ho preteso di fare il percorso originale scoperto da Verin nel 1989.
Bene vengo al dunque:
quando Verin e il socio cai Cicalò completarono la scoperta del SB nel 1989 fecero conoscere l’itinerario a lei Marcello che per primo vi portò i suoi clienti.Allora lei non può non ricordare lo spirito con cui l’allora sindaco di Baunei,Dino Barranu, avviò il progetto che prevedeva essenzialmente:
1-creare un sentiero segnalato sull’esempio del GR20 della Corsica
2-attrezzare i tratti di arrampicata sul modello delle ferrate alpine
3-ristrutturare gli ovili lungo tutto il percorso per utilizzarli sia come punti tappa che per rifornimenti(vedi le bergerie della Corsica e quanto lavoro per i giovani locali!!)
4-segnare tutti gli altri sentieri del supramonte,come quelli che da pochi anni sono stati illustrati nel libro “guida ai sentieri di SB”di Verin,Castelli e Cabras,Questi ultimi non comportano bivacchi a patto però di non perdersi visto che , almeno per quelli che ho fatto, manca la segnaletica,
Vengo al dunque
1-io sono contrario alla pretesa di fare pagare un biglietto per fare il SB ma se proprio sarà io non ci andrò più.Ma almeno mi lascino libero di fare i sentieri che non comportano bivacchi(ce ne sono 41!!)
2-creare un n° chiuso a cui bisognerà prenotarsi in tempo è una presa in giro perchè i posti saranno sicuramente accaparrati dalle guide e solo con loro si potrà fare il SB
3- ultima cosa ,sono consigliere del cai di Frascati e per il 2019 ho proposto il SB prima che si parlasse del ticket e del n°chiuso:6 lo dovrebbero fare a giugno con una guida della coop.Golgo. Ma di questi 6 nessuno mi ha chiesto il libro di Verin per conoscere la storia di quel posto e per godere delle stupende foto.
Il SB è molto di più di un evento sportivo,ma purtroppo siamo rimasti in pochi a crederlo.
Vi saluto
bisogna comunque stare molto attenti nel difendere il diritto individuale alla libertà di accesso agli ambienti naturali.
Qualcuno, un pò di tempo fa in Abruzzo, voleva limitare questa libertà e imporre l’accompagnatore, naturalmente a pagamento, con la scusa della sicurezza.
Se ho frainteso Marcello ti chiedo scusa (ti do del tu approfittando del fatto che anche tu hai fatto lo stesso con me), ma l’incipit del tuo primo post dove dicevi che una regolamentazione ci voleva e un pezzo del decalogo delle proposte dove indichi in un massimo di 10 clienti per guida ed un gruppo di massimo 11 persone, lasciavano adito anche ad errate interpretazioni; preso atto della tua buona fede mi schiero apertamente dalla tua parte, fermo restando che per principio sono contrario alle limitazioni considerando la regolamentazione delle persone una pessima soluzione; si rischia sempre che qualcuno sia tagliato fuori e di solito, come sempre è successo, sono quelli che hanno meno potere contrattuale ad essere esclusi.
Questi sono miei pensieri a caldo, magari prematuri non sapendo neanche bene cosa è stato approvato (ma poi è stata deliberata dal Comune tale ordinanza?) ma spero che il tutto si ridimensioni e che noi, amanti persi di questi splendidi territori, si possa ancora gioire in armonia e tranquillità.
Ok Marcello.
Gianpiero e Luca, non è proprio come scrive il primo, che non sembra avere capito molto il senso dell’articolo. Se leggete meglio anche il mio primo commento, capirete che l’intenzione delle guide alpine è di lasciare il più possibile le cose come stavano e nessuna guida alpina si è mai sognata di obbligare chicchessia a farne uso. Ma state scherzando? Anch’io vorrei avere ancora la possibilità di “perdermi” in quei posti che ho avuto la fortuna di vivere, e non solo visitare, ben prima che venissero scoperti da Gogna, Merizzi e compagnia. Gianpiero, rileggiti La Pietra dei sogni attentamente. Anche perché è un bel libro. Ciao
L’ho pensato anch’io, e l’ho anche scritto.
Quello che ho letto mi lascia perplesso e chi cura questo blog, che tempo fa ha avuto modo di scorrazzare liberamente per quei territori scrivendoci poi libri memorabili come “Mezzogiorno di pietra” e “la pietra dei sogni” dovrebbe capire, più di tanti, le motivazioni che andrò a breve ad illustrare.
Da 15 anni frequento la Sardegna durante le sudate e attese vacanze e, sempre, il momento più atteso da parte mia era quello di “perdermi” esplorando il Supramonte ed in particolare il territorio di Baunei dal Golgo alle traversate basse partendo da Pedra Longa. Non so le volte che sono tornato indietro per poi riprovare il giorno dopo vari itinerari che di primo acchitto non riuscivo ad individuare come, ad esempio, la discesa dal Golgo a Porto Quau o quella a cala Ispulidigenie; la prima volta che ho fatto il Selvaggio Blu l’ho percorso a tratti scendendo in giornata e risalendo dopo aver seguito il tratto di itinerario scelto in modo da essere sicuro di non perdermi. La soddisazione, il divertimento, il senso di esplorazione e di essere un esploratore che ho provato nel vagare senza sapere mi ha regalato emozioni impagabili che ho cercato di rivivere ogni anno. E adesso tutto questo svanisce perchè un ordinanza comunale impone che, se volessi errare per quelle zone, io debba avere una guida, appoggiarmi ad una associazione che mi cura la logistica e pagare un ticket. MA LA LIBERTA’ CHE FINE HA FATTO? Possibile che nei commenti letti nessuno avverta l’insopportabile privazione della libertà personale, il fatto che una persona non sia libera di agire indipendetemente e frequentare liberamente, in piena coscenza dei rischi e dei doveri (soprattutto ecologici) zone ancora selvagge della nostra bella penisola? Vogliono soldi? Va bene facciano pagare un biglietto, ma almeno lascino in pace la gente di vivere le propie esperienze come meglio crede, comprese le guide che si mascherano da paladini delle libertà ma sono le prime a curare i propri interessi non rinnegando l’idea del numero chiuso e dei gruppi guidati. E’ assurdo dover pensare che per frequentare gli stessi posti che prima scoprivo con fatica ma estrema soddisfazione, io adesso debba pagare qualcuno che mi conduca.
Per quanto mi riguarda, o si torna ad una frequentazione responsabile ma libera o, con estremo ramarico, non metterò mai più piede a Baunei e territori limitrifi. Peccato perchè avevo ancora diversi posti da esplorare”.
La Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano del Club Alpino Italiano (CRTAM), il Gruppo di Intervento Giuridico (GRIG) e la Federparchi non sono d’accordo per il pagamento di un biglietto per percorrere il sentiero alpinistico Selvaggio Blu (Baunei, NU) e sulla chiusura alla libera fruizione della strada dell’altopiano del Golgo presso Ololbizzi.
La proposta era stata fatta e presentata presso la sala convegni Garipa di Santa Maria Navarrese dal Club di Prodotto Supramonte e dall’Amministrazione Comunale di Baunei il 14 marzo 2019 (https://www.vistanet.it/2019/03/14/nuova-proposta-di-organizzazione-per-il-trekking-selvaggio-blu-rispettare-il-territorio-questa-la-regola/). Le associazioni ecologiste e di tutela delle attività montane contestano la proposta in quanto impone l’obbligo ad appoggiarsi a una delle logistiche autorizzate e il pagamento di un ticket.
“Mentre siamo d’accordo sul fatto che deve essere regolamentato correttamente un flusso di escursionisti su un percorso che, ricordiamo, non è solo escursionistico ma anche alpinistico, in quanto prevede calate con le corde ed arrampicate” spiega Pietro Pandino della TAM CAI “diversamente non possiamo essere d’accordo sul fatto che venga fatta pagare obbligatoriamente la percorrenza”. Il percorso, creato nel 1987 lungo la costa del Golfo di Orosei dai soci CAI Peppino Cicalò e Mario Verin, è rivolto ad escursionisti esperti con esperienza alpinistica ed è nato per percorrerne le tappe di seguito e in completa autosufficienza.
L’opportunità economica diretta del sentiero è quella rappresentata dalla logistica e dall’accompagnamento ed è rivolta a chi vuole farlo agevolato. Le associazioni credono che sia questo tipo di accoglienza o il trasporto che dovrebbero essere a parte, regolamentati, liberamente scelti e non imposti. “Crediamo che dovrebbe essere realmente quantificato il periodo e il numero di persone che percorrono il Selvaggio Blu per poterne valutare la carrying capacity e che se deve essere richiesto un contributo economico questo debba essere rivolto ai professionisti che svolgono i servizi integrativi che ruotano attorno al sentiero”. Il Selvaggio Blu non è un trekking, è un viaggio, un percorso, una sfida con se stessi.
Nel corso dell’incontro del 14 ottobre 2018 (https://www.vistanet.it/2018/10/14/selvaggio-blu-presto-grandi-novita-per-percorrerlo-in-sicurezza-e-tutelando-lambiente/), al quale aveva partecipato anche il Club Alpino Italiano, erano emerse delle criticità comparse negli ultimi anni sul trekking: la tutela del percorso e dell’ambiente naturale, l’opportunità economica e la necessità di poterlo percorrere in sicurezza tutelando l’ambiente.
La commercializzazione del sentiero ha incrementato, negli ultimi anni, l’arrivo di folti gruppi che si concentrano nei periodi migliori dell’anno, la primavera e l’autunno. E’ in questa fase che sono comparse modifiche nel tracciato tese ad abbassarne le difficoltà per permettere di portarvi un maggiore numero di persone. Come ad esempio piazzole per tende in prossimità di punti di attracco, installazioni di ancoraggi e funi metalliche per superare i tratti di arrampicata o, per esempio, integrazione dei segnavia con segnali di vernice.
La soluzione a queste criticità, secondo le associazioni ecologiste e montane, non risiede nella chiusura dei percorsi e nel pagamento di un ticket ma per prima cosa nel tutelare la fama acquisita nel tempo dal Selvaggio Blu, ovvero quella di sentiero più difficile d’Italia, e dare la possibilità di percorrerlo, per chi vuole farlo accompagnato, in sicurezza.
“La fama” del Selvaggio Blu è un volano turistico che richiama appassionati del settore che vorrebbero percorrerne un solo tratto o visitare il territorio dove è presente un itinerario cosi prestigioso definito appunto “selvaggio”. Poterlo percorrere in sicurezza vuole dire sincerarsi che i gruppi vengano accompagnati dalle guide autorizzate, quelle ambientali ed escursionistiche per i tratti che non richiedono corde e le guide alpine per i tratti alpinistici del percorso. Sicurezza vuole dire uniformare, mediante professionisti, gli attacchi per le calate con corda sostituendoli con ancoraggi adeguati alle zone marine, eliminare “installazioni permanenti ed arbitrarie” al percorso fatte da volontari improvvisati, evitare di aggiungere ulteriori segni di vernice.
Ogni sentiero ha una propria capacità di carico del flusso turistico. Vi sono sentieri adatti ad ospitare tutte le fasce d’età ed altri solo piccoli gruppi costituiti da escursionisti esperti. Il Sentiero Selvaggio Blu è un trekking impegnativo ed appartiene a questo secondo gruppo di sentieri, classificati dal CAI come sentiero per alpinista EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura). Il suo richiamo viene sicuramente per la bellezza dei panorami ma soprattutto perché è ritenuto il trekking più difficile d’Italia.
Tutelare questo trekking vuole dire mantenerlo “selvaggio” e permettere che ancora siano necessarie capacità alpinistiche e di interpretazione di una carta topografica per la sua ripetizione.
Pietro Pandino, Presidente CRTAM Sardegna
E’ un piacere sapere che i “ragazzi” e le ragazze di Explorando Supramonte (il virgolettato non è casuale) la pensino così. Non perché mi diano ragione, ma perché fa sempre piacere trovarsi d’accordo tra persone che in qualche maniera collaborano. Se ci pensiamo bene il “romanticismo” che siamo andati a scomodare è proprio quello che tutti ricerchiamo: guide, clienti, escursionisti, operatori vari. Alcuni si auto-accecano a colpi di vil denaro ma alla fine anche costoro si sentono bene quando le loro corde più profonde si emozionano nel piacere di quell’istante. Si può arrivare a questo in tanti modi diversi ma alla fine tutti cerchiamo una sola cosa: l’equilibrio dentro di noi! E quando lo troviamo stiamo bene ed emaniamo questo bene tutt’intorno a beneficio di ognuno.
Pace e bene.
Don Marcello :-)))
Accogliamo con piacere le proposte e soprattutto i toni della lettera di Marcello Cominetti, che si distaccano fortemente dai toni e dalle parole che purtroppo abbiamo dovuto leggere in queste settimane.
Per poter intavolare una discussione sul Selvaggio Blu, bisogna prima di tutto concordare sul fatto che siamo giunti al momento in cui non si può più lasciare al buon senso di ognuno la frequentazione di questo percorso. Siamo giunti insomma al momento in cui bisogna prendere delle decisioni.
L’amministrazione comunale si è riunita durante tutto l’inverno, assieme agli operatori del posto, per cercare di mettere insieme le criticità che chi vive tutto l’anno di Selvaggio Blu ha riscontrato e di trovare una soluzione comune, che fosse un punto di partenza per un futuro migliore.
L’atteggiamento propositivo delle vostre lettere è ciò che tutti si aspettavano in questo periodo che precede l’uscita dell’Ordinanza, è ciò che ha permesso di “aggiustare il tiro” su alcuni punti e di vedere altri punti di vista.
Si è parlato tanto di interessi personali, ed è normale che essi siano coinvolti, dato che parliamo di turismo e quindi di lavoro. Ogni operatore ha condiviso la sua visione, da guida, da albergatore, da ristoratore ecc. Anche noi abbiamo presentato la nostra proposta, che molto si avvicinava alla vostra, in particolare nell’esigenza di non stravolgere l’essenza del Selvaggio Blu stesso.
Si è parlato anche di romanticismo: ecco, se un po’ ci avete conosciuto durante questi anni di collaborazione, sapete benissimo quanto smisurato sia l’attaccamento che abbiamo per il nostro territorio, che rappresenta per noi vita, famiglia. Unu coile, unu ‘acu, una serra, non sono solo luoghi dove ci piace andare per svago, sono i luoghi dove i nostri nonni e i nostri padri hanno passato i loro giorni, dove hanno costruito il loro futuro, cioè noi stessi. Se un po’ ci avete conosciuto, sapete quanto questo aspetto sia preponderante nelle nostre scelte, molto spesso a discapito dell’interesse materiale ed economico.
Come non condividere Marcello.
Sono pienamente d’accordo,se c’era attattrivita in questo percorso come in altri luoghi era la sua primaria natura di non frequentato o poco frequentato, attirando gente in cerca di contatto col “Selvaggio” ora già non lo è più.
Anche regolamentato perde completamente la sua essenza.
L’unica sarebbe non trasformarlo in parco avventura o giochi dove tutti ci possono andare e quindi fare quello che “l’uomo” è capace di fare……e sappiamo bene di come trattiamo il nostro pianeta, vedi es: (Val di Mello ).
Ma l’ingordigia e la stupidità prevale sempre, peccato avrei voluto percorrerlo ma anche questo e perso.
Finalmente un intervento da parte di un baunese che conosce bene la realtà locale, ovviamente, e che possiede l’obiettività per vedere le cose nella loro completezza.
Sarebbe bello se anche altri baunesi dicessero la loro.
Grazie.
Salve, sono un visitatore occasionale di questo blog, non sono una guida ma il tema del “Selvaggio blu” mi interessa. Vivo nel comune di Baunei e conosco quanto basta il territorio, ho avuto modo e fortuna nel corso degli anni di godere sia da terra che dal mare di quel tratto di territorio, molto prima dell’assalto turistico e ben prima che il “selvaggio blu” fosse “codificato”.
Benchè relativamente vicino a dei centri abitati, la nostra zona ha sempre avuto il fascino del “Selvaggio”, si ha (aveva?) la sensazione di essere lontano dalla civiltà, immersi in un mondo tutto da scoprire, alla stregua dei grandi territori ignoti, ci si può (ma forse ora è meglio dire poteva) illudere nel percorrere i nostri sentieri di essere dei veri esploratori.
Alcuni interventi secondo me hanno penalizzato questa sensazione, parlo di sensazione perché a volte può essere più importante preservare le sensazioni piuttosto che eseguire interventi, anche se ben congegnati da un punto di vista di mero impatto ambientale ( ad esempio mi riferisco all’aver portato la linea elettrica nella piana di Golgo).
L’elettrificazione della piana, aldilà dell’indubbia utilità/comodità di alcune attività presenti, ha “minato” quella sensazione di selvaggio della zona, il sapere che anche qui è “arrivata la civiltà” è in antitesi con quanto fino ad ora le sensazioni ti trasmettevano … e qui mi vorrei riallacciare al tema, il trekking Selvaggio Blu deve la sua fama oltre che all’indubbia bellezza dei posti che attraversa, anche a quelle “famose sensazioni” che trasmette, la sensazione di esclusività che si ha quando in pochi si percorrono quei sentieri a volte difficili, stancanti, ma appaganti nel farti sentire in una zona unica, per “pochi” avventurosi!
E’ chiaro che un compromesso va sempre ricercato, nel momento in cui si fa scoprire al mondo una cosa giocoforza si perde l’esclusività, e la sfida sta proprio qui trovare un punto di equilibrio che permetta di preservare territorio e legittime aspirazioni di lavoro/sviluppo.
Il nostro territorio ha avuto una notevole spinta turistica, di quel turismo “fuori stagione” che da tutti è sempre stato agognato e di questo bisogna dare il giusto merito alle varie guide “ straniere” che lo hanno proposto, alcune già da decenni, facendo da apripista e permettendo anche a noi “indigeni” di vedere con “altri occhi” le opportunità che il territorio offre aldilà delle spiagge e del conseguente “semplice” turismo balneare.
Mi trovo in sintonia con quanto leggo nei vari interventi e spero si riesca a preservare, oltre che “fisicamente” i posti, anche tutte quelle condizioni essenziali affinché non venga persa quella sensazione di selvaggio e di unicità che il nostro territorio, fino ad oggi, è riuscito a trasmettere.
In questo sono convinto che il confronto con le varie guide che per esigenze del loro lavoro (oltre che per innato amore per la natura) conoscono varie realtà nel mondo, possa portare ad attuare una serie di comportamenti che possano al meglio articolare questo delicato equilibrio.
Grazie per l’ospitalità
Alessandro Griva
non renderlo più difficile , ma cercare di lasciarlo come mamma natura l’ha fatto.
Quindi attrezzando il meno possibile.
Il problema è che le persone vogliono fare i Rambo ma con la strada spianata. E c’è che gliela spiana.
Paolo, la possibilità di guadagnare, almeno per me, non è per nulla forte. Io facendo la guida alpina non sono certo ricco e per viverci mi faccio il mazzo non poco. Ribadisco che la guida alpina altro non è che un normale lavoratore che deve sfamarsi come tutti gli altri. Concordo sul fatto che per preservare un luogo non bisognerebbe andarci affatto ma ci sono anche le vie di mezzo ed è esattamente quello che stiamo cercando di fare per Selvaggio Blu, sapendo di non essere perfetti e di potere sbagliare, ma almeno ci proviamo.
Secondo me solo “il rifiuto e l’assenza” possono salvare i territori magici dalla barbarie della massa. Guide, accompagnatori e qualsiasi persona competente dovrebbero astenersi dall’andare in quei luoghi, ma anche solo dal parlarne per almeno cinque anni e il “mercato” cambierebbe mete, ne inventerebbe di nuove “esclusive e uniche per vivere l’avventura”, come i centri commerciali super attrezzati con cinema, palestre, falesie artificiali, piscine … ma la possibilità di guadagnare è troppo forte.
E’ vero che non si può vietare l’accesso alle persone ma basterebbe renderlo più difficile. E’ una considerazione generale, non riferita al Selvaggio Blu e si traduce in meno parcheggi, meno impianti di risalita, meno catene/canaponi/scalette, meno cartelli sui sentieri.
Non è che si può vietare l’accesso alle persone: te si, te invece no.
Certamente bisognerebbe avere una maggiore preparazione e soprattutto consapevolezza che in certi ambienti si entra da ospiti e non da padroni. Che si va a fare certe esperienze per arricchimento personale, per godere della natura e della condivisioni con gli altri e non per mettersi in vetrina su FB e dire quanto sono bravo.
Anche questa vicenda consolida la mia visione che c’è troppa gente in montagna e nei territori outdoor assimilabili. Se, negli ultimi decenni, non fosse cresciuta a dismisura l’onda dei “barbari” (spinti dal modello consumistico-edonistico dei “no limits men”), non saremmo arrivati a questo punto (dalla Sardegna alla normale francese del Bianco: la problematica è la stessa).
La battaglia di Cominetti & C è condivisibile e va sostenuta, ma se è necessaria un’azione del genere vuol dire che nei decenni scorsi si è andati altre al limite fisiologico.
Meno individui in assoluto, ma soprattutto più individui “educati” e ci guadagnano tutti.
E ti sembra poco! c’è bisogno di romantici. Quindi forza Marcello, spero che le istituzioni usino l’intelligenza e non l’ottusità.
Forse sarò un romantico fuori dai tempi ma quello che a me preme primariamente è la salvaguardia di un patrimonio culturale, umano e ambientale come lo è il territorio di Baunei che ha la sua enorme ricchezza nella sua naturalezza e nella sua gente.
Da messaggi vari che mi sono arrivati nelle ultime ore mi è dispiaciuto notare che molte mie parole sono state fraintese o, ancor peggio, strumentalizzate per fomentare altre tematiche che nel contesto dell’articolo, e quindi del problema, nulla hanno a che vedere con il nocciolo della questione.
Mi dispiace e chiedo scusa se mi sono espresso in forma poco chiara ma ce l’ho messa tutta invece, per essere chiaro e utile alla causa. Dalle ultime comunicazioni sembra che il Regolamento stia prendendo una piega decisamente più consona alle esigenze di ogni fruitore, fermo restando che una regola ci voglia.Quest’ultima sarà impossibile che soddisfi ognuno, ma voglio qui ringraziare tutti quelli che hanno seguito e sviscerato il problema, in particolare Il Club Supramonte e collaboratori locali vari e il Comune di Baunei, perché hanno dimostrato tutt’altro che ottusità, fecendomi ricredere rispetto al mio primo intervento, ascoltando le opinioni di tutti e facendo il possibile per trovare un equilibrio.
Condivido al 100% quanto scritto da Marcello.Ok alle regole, ma non ad una serie di vincoli che eliminano tutto ciò di Selvaggio che c’era. Io, come ho già scritto senza mezzi termini, per il 2019 passo, lascio il sentiero fintamente selvaggio ad altri, eventualmente se ne riparlerà nel 2020.Se occorrerà, quando ci si dovrà sedere al tavolo per ridiscutere un aggiustamento per l’anno prossimo, io sarò disponibilissimo. Le modalità per controllare, limitare, vincolare, ci sono. Dei 30 euro mi frega poco, ma cancellare due campi come Golortizé e Mudaloru (che io comunque non facevo MAI sulla spiaggia) mi pare davvero una mutilazione.
Ho fatto SB due volte con Marcello e vorrei continuare a farlo ogni anno perché mi dá sensazioni uniche che non ho mai provato altrove. Appoggio Marcello in ogni punto e spero con tutto il cuore che nessuno possa riuscire a compromettere la vera essenza di SB.
La mia opinione nulla conta, ma appoggio il tentativo di grande buon senso di Marcello. Anch’io ho sempre pensato che un giorno avrei fatto SB. In passato mi dicevo, “Beh, lo farò fra un’arrampicata e un’altra, queste mi interessano di più…”. Proprio ora che comincio a pensare che se non lo faccio ora poi non ne sono più in grado, arriva questa tegola.
Forza Marcello, e gli altri con lui. Avete il mio appoggio e credo quello di molti altri; scrivete dunque numerosi!
E’ di pochi minuti fa una comunicazione ricevuta che rivede molti punti del regolamento venendo incontro alle esigenze di escursionisti e guide.
Forse una respirazione bocca-bocca e un energico massaggio cardiaco potranno fare resuscitare una perla. Speriamo, io sto sul pezzo! Scrivete numerosi la vostra opinione. Grazie
-istituzione di una segreteria che raccolga i nominativi degli escursionisti
-non apporre cartelli indicatori se non a Pedralonga e a Cala Luna. Il percorso per essere considerato Selvaggio deve restare naturale
-divieto di fare fuoco, quindi utilizzo di fornelli a gas. Fuochi consentiti solo negli ovili (es: Ginnircu, Uspiggius, Bertarelli, Salinas e simili)
-lasciare la libertà di percorrere l’itinerario con tutte le sue varianti scegliendo il luogo del bivacco nel rispetto delle regole stabilite e libertà di usare la tenda oppure no utilizzando ripari naturali in caso di pioggia
-divieto di dormire sulle spiagge
-max 10 persone per guida e comunque limitare a 11 persone il volume dei gruppi che intendono percorrere SB
-utilizzo di taniche con acqua potabile da travasare nelle borracce/bottiglie degli escursionisti. Le bottiglie di plastica stanno stritolando il mondo, meno se ne comprano/usano e meglio è.
-deiezioni sotterrate (ci si porta una paletta per gruppo)
-divieto di lasciare salviette umidificate nei luoghi delle deiezioni
-possibilità di dormire sul mare esclusi gli arenili veri e propri ma facendolo nell’immediato entroterra
-non più di un rifornimento/giorno via mare. Lo stesso evacua i rifiuti chiusi in un sacco ermetico e differenziati tra loro.
-rilascio di un permesso che può essere richiesto dal personale adibito al controllo
-gentilezza e tatto in chi esercita i controlli. Nessuno dovrebbe fare lo sceriffo (come mi è capitato di subire più di una volta) ma semplicemente esercitare la sua mansione con professionalità e soprattutto gentilezza!
-sanzioni, anche pesanti, per chi non osserva le regole.
-utilizzare le guide alpine come organi di controllo sul territorio come già avviene in alcune aree alpine in collaborazione con i Corpi Forestali, scrivendolo sul voucher/permesso rilasciato agli escursionisti su cui vanno scritte sinteticamente tutte le regole utili.
-corretto utilizzo del denaro pagato dagli escursionisti per coprire i costi di segreteria e controllo (i famosi 30€, che comunque non sono pochi). L’indotto generato dagli escursionisti e arrampicatori sul territorio dovrebbe bastare (ricordo che qualche decennio fa la stagione turistica a S.Maria durava solo i mesi di luglio e agosto, a Baunei NON ESISTEVA e oggi si vedono turisti con lo zaino in tutte le stagioni dell’anno e costoro generano indotto enorme e questo dovrebbe bastare).
Cercare di intascare “gabelle” dall’escursionista è il modo migliore per farlo scappare e fare parlare male di un posto. L’escursionista normalmente è un appassionato di quello che fa, è informato, si documenta, è intelligente e acculturato, è diverso dal turista balneare perché vede nella fatica un riposo e una felicità che la “vita da spiaggia” non può dargli e a Baunei ci sono le spiagge e…i sentieri. L’escursionista paga se sa dove vanno a finire i soldi che sborsa, pochi o tanti che siano. Non dimentichiamolo. Il Comune o chi per esso, coperte le spese di segreteria e controllo, non dovrebbe avere utili e se li ha dovrebbe reinvestirli immediatamente in risorse utili all’escursionismo che non deturpino il territorio (come già accaduto putroppo) e che siano discusse e poi decise tra persone competenti in materia.
Oltre ai problemi causati alle guide, questo regolamento danneggia tutti i liberi camminatori. Per tendenza non mi piacciono i viaggi organizzati, ma Selvaggio Blu faceva sognare anche me. Così, non più.
Prima o poi l’avrei fatto, Selvaggio Blu.
Ma così non mi interessa più.
Come dice Cominetti, così è MORTO.
Amen.
E’ indubbiamente difficile coniugare guadagno e rispetto, ma quanto preferirei che piuttosto fossero rimossi tutti i chioschi/ristorantini/pontili dalle spiagge…
Eh, lo so: sono un sognatore…
Bravo Marcello! Condivido parola per parola.
INVITO A UN FUNERALE.
Per dare un colpo al cerchio e uno alla botte cercherò qui di sintetizzare una situazione che potrà solo interessare gli appassionati di escursionismo in primo luogo ed in secondo, ma non perché meno importante, gli enti locali tutti e le guide alpine “continentali” che su questo percorso operano da anni.
Un regolamento ci voleva perché l’elevata frequentazione aveva nel tempo attratto orde di “barbari” che affrontavano normali escursioni come fossero battaglie con la conseguente ignoranza che produceva, oltre a inestetici affollamenti, anche rifiuti e danneggiamenti al territorio. Per colpa di queste persone ora saranno in molti a rimetterci in termini di godibilità e sensazioni. Si ,perché un percorso che si chiama Selvaggio Blu adesso non sarà più tale in quanto l’aspetto selvaggio sparirà nelle regole piuttosto cieche che il Comune di Baunei sta mettendo in atto, assieme al Blu del mare che però è molto lontano dal 90% dei luoghi in cui sarà permesso bivaccare. Dopo ore di cammino sotto al sole, potersi fare un bagno in mare prima di allestire il bivacco (che sulle spiagge è sempre stato vietato ed è anche scomodo perché umido e veniva per lo più fatto nell’immediato entroterra delle stesse e non sugli arenili) e la cena, rappresentava uno degli elementi più belli e piacevoli, solo per fare un esempio. Quindi questo superbo trekking perderà tutte le caratteristiche che lo hanno reso celebre e sarà percorso solo da quegli escursionisti (e ce ne sono) che amano sommare nomi di luoghi nel loro carniere senza considerare tutto quello che il loro cuore potrebbe vivere durante queste esperienze. Ma, si sa, mica siamo tutti uguali.Personalmente ne faccio una questione di cuore perché a Baunei ho vissuto in gioventù gli anni più belli della mia vita (ma di questo né al Sindaco Corrias né all’assessore Puddu probabilmente gliene può importare più di tanto…) e oggi mi ritrovo a discutere con vecchi amici fraterni di abusivismo, regole e politicuccia locale, che sinceramente mi rattristano e basta. Preferirei discutere di maiali, cinghiali, donne, pesci, pareti di roccia, vino e grotte, come facevamo una volta.
Mi sono fatto portavoce di un gruppo di professionisti con le palle (Salvini sarebbe orgoglioso dell’uso di questo termine, ma io Salvini lo detesto) con cui vorremmo fare al Comune una controproposta di regolamento per fare tornare Selvaggio Blu com’era e forse meglio! La stagione primaverile escursionistica è alle porte, molti di noi stanno salpando per la Sardegna, ma in molti hanno rinunciato perché sanno che ci sono alternative in altri posti e perché non vogliono giustamente mettersi contro un gigante ottuso. Spero di sbagliarmi in questa definizione, ma non me ne viene in mente altra, scusatemi.
Una guida alpina è seguita dai suoi clienti per una questione di fiducia storica e a quest’aspetto (che non è quello che in molti si precipiteranno a definire come il guinzaglio del cane, del pacco postale, ecc.) è un elemento al quale ogni guida non rinuncerebbe mai a costo di darsi, economicamente parlando, la zappa sui piedi perché comunque è guidando le persone che una guida campa e fa campare la sua famiglia, se ne ha una. Esattamente come ogni altro lavoratore. Quindi che nessuno si permetta di rimarcare la mancanza di romanticismo dell’accompagnare la gente in montagna perché solo se uno fa la guida sa cosa significa. Punto! Una guida alpina se non va a fare Selvaggio Blu se ne va in un altro posto dove c’è un altro itinerario simile dirottandovi i suoi clienti, informandoli, entusiasmandoli e interessandoli come avevamo fatto a suo tempo per Selvaggio Blu. Le possibilità nel Mediterraneo sono praticamente infinite.
Non esagero se dico che SELVAGGIO BLU E’ MORTO appena compiuti 30 anni, come l’Inka Trail in Perù, l’Annapurna Circuit in Nepal, las Torres del Paine in Patagonia, Wadi Rum in Giordania…solo per citare luoghi famosi, almeno si faranno compagnia al cimitero dei trekking.Questa stagione primaverile servirà come “prova” del regolamento, così mi è stato riferito da Baunei, e poi speriamo di trovare cosa non va (quello è facile farlo anche adesso) e cosa invece va bene e/o andrà modificato. Speriamo in tanta comprensione delle reali problematiche da parte del Comune che, non dimentichiamolo, è proprietario (quindi si tratta della POPOLAZIONE TUTTA DI BAUNEI) dell’intero territorio su cui Selvaggio Blu si snoda, per arrivare (non sarà facile) a un regolamento che coniughi le varie problematiche in ballo. Sarà difficile accontentare tutti ma speriamo prevalga il buon senso.
Per ora l’effetto verso gli appassionati (e noi guide alpine prima di tutto siamo degli APPASSIONATI) è stato devastante. In molti hanno rinunciato a partire e credo che il danno in termini economici in loco si farà sentire convincendo gli enti locali a rivedere molti aspetti di questo regolamento.Mi rattrista pensare che questo sarà il motivo per fare dei cambiamenti perché mi piacerebbe che tutto venisse ispirato dal cuore e non dalla politica e quindi dal portafogli (ormai è così) e io so che in molti Baunesi il cuore viene per primo! Sono ottusamente fiducioso, cazzo.