Simon Beck, arte nella neve
di Giulia Ficicchia
(pubblicato su collateral.al sei anni fa)
Chi ha mai detto che anche la neve non possa essere un ottimo mezzo per produrre arte? Non è un folle ad averlo scoperto ma un signore inglese, ingegnere e artista allo stesso tempo, all’anagrafe Simon Beck.
In lui c’è quell’irresistibile voglia di creare qualcosa non appena una buona quantità di neve si posa su un’ampia superficie e così, indossate le sue inseparabili ciaspole, comincia a camminare: basta attendere qualche ora e il gioco è fatto, un gioco principalmente geometrico, che uno come Escher avrebbe di certo apprezzato. Ne produce almeno 30 all’anno di questi disegni, dimostrando di avere un palese debole per le Alpi, anche le nostre.
“Quando hai un pezzo di carta bianca, ci disegni sopra; perciò disegnare su un manto bianco nevoso mi è sembrata una cosa altrettanto naturale da fare”… così racconta in una delle sue innumerevoli interviste.
Da una foglia a un triangolo, ora è per giunta tutto concentrato in un libro, Snow Art, fatto di belle foto e posti. Ma c’è chi si è così innamorato delle sue creazioni – parlo del brand neozelandese di abbigliamento, Icebreaker – che è nata una linea di abbigliamento in lana merino. La chicca per i veri appassionati, si intende.
Insomma mentre noi ci chiediamo dove trovare abbastanza neve prima che la primavera arrivi ed imitarlo – vi sono vicina in questa impossibile ricerca, lui crea su una tela tutta naturale.
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anche con sassi .
Considerato che dopo VAIA abbondano cortecce, ramaglie.., schegge..
certi usano pure spago , paletti picchetti per darsi una serie di direzioni.
Con un tracciato gps preimpostato al tavolino , forse si puo’trasferire sul tereno , o anche solo un disegno su carta in mano.
https://www.amica.it/gallery/saype-lartista-che-dipinge-graffiti-su-erba-biodegradabili-al-100/
recensione su Beck
“L’arte è una faticaccia. Ore di camminate a seguire uno schizzo, poi è tutta una questione di bussola, di coordinate spaziali, di posti dove appoggiare il piede, o meglio una ciaspola, e dove non appoggiarlo. Il resto è una speranza: che il tempo regga, che il sole non scaldi troppo, che il vento non faccia scherzi. Perché a volte l’arte è solo tempo di un attimo, che magari può durare un po’, ma mai in eterno. O così è almeno per l’artista inglese Simon Beck.”
Sembra di intuire una tecnica, ossia uno schizzo preparato in scala ridotta, direzioni..con bussola goniometrica o tanta esperienza acquisita in segreto con insuccessi.Poi a visionare i filmati sembra che sia puro istinto.
Si puo’praticare anche su spiaggia deserta, specie in questo periodo in cui nessuno va a rovinare il lavoro..e andrebbe benissimo per giochi di bambini e adulti.Poi, non e’ intenzione sminuirlo, ma una quanche ricaduta in remunerazione di sponsor “proloco” c’e’da sospettare , o e gia’ricco di suo?
A piede libero o telecomandato?
In caso no. 1 sarebbe un esempio limpido delle potenzialità che offre la relazione con l’ambiente e se stesso quando decontaminati da saperi e pretese.
Tracce di animali: impronte di lepre in corsa …si fermano bruscamente con un affondo … circondato da impronte di colpo di ali spalancate sulla neve…chiazze di sangue…altre tracce con unghie e colpi di ala..e poi niente piu’.Il gelo della notte le fisso’ e poi una o due diapositive… scattate sciando su tavolato duro con enormi cristalli di ghiaccio briluccicanti al sole primaverile.Un puro caso…per Sherlock Holmes.
In altra zona…impronte di gattone..poi in paese mi dicono che in alto si aggira il gatto selvatico o anche una lince.
A me sembra molto bella l’idea e molto belle le figure…certo che ne fa di chilometri!
Alcuni artisti grafici si sono cimentati su pareti di assi scurite dal tempo di vecchi fienili, togliendo con scartavetrate manuali o con attrezzo elettrico o raspe lo strato esterno e ricavando immagini col contrasto tra parti chiare-scure.Inaltre zone torna in auge la decorazione di facciate , non col multicolore acrilico ma con graffiato monocolore.La Land art prevede anche opere con neve e ghiaccio destinate a rimanere solo nelle foto, cosi’ il lavoro si rinnova di stagione in stagione, niente di fisso museale.
Per me le più belle tracce sulla neve sono quelle lasciate dai piccoli animali e dagli sciatori, sia in salita che in discesa. Quelle dei ciaspolatori sono orribili e devastanti. Di questo dovrebbero rendersene conto. Visto che non è così si dovrebbero mettere dei cartelli per tentare di farglielo capire, invitandoli a fare il possibile per non passare sulle tracce degli sci e degli animali, seguendo semmai le tracce di altri ciaspolatori. Ne guadagnerebbe l’estetica della montagna. Anche il signor Beck potrebbe rinnovarsi utilizzando gli sci per creare nuove opere artistiche meno geometriche e più collegate alle forme delle montagne bianche
Ogni localita’ con mesi di manto nevoso a disposizione , dovrebbe avere un artista locale.Oppure dotarsi di un robottino che si muove come una tartaruga e lascia la traccia, con un programma elaborato al pc, guida gps…e piedi caldi e asciutti.Riprese con drone oppure postazioni per scattare foto.Altrimenti i giovani esperti di computer grafica montani se ne vanno. Variante estiva: erba tagliata o calpestata a zone in prati…stesso effetto…o piantumazione di pinetti da siepe.Meglio grafica priva di nomi di leaders politici , partiti, religiosi.