“To.Mi.Ca” e le vie segrete della Sibilla

To.Mi.CA e le vie segrete della Sibilla
(un film di Andrea Frenguelli)

To.Mi.Ca e le vie segrete della Sibilla è un documentario che racconta la storia alpinistica dei Monti Sibillini, prendendo spunto dalla prima in libera della più impegnativa via di arrampicata sportiva di quel gruppo di montagne: To.Mi.Ca, affacciata sui laghi di Pilato, nel cuore del Parco Nazionale.

Gabriele Antonielli (a sinistra) e Andrea Frenguelli al termine della via To.Mi.Ca. Foto: Andrea Frenguelli.

Il film segue le mosse di Gabriele Antonielli, giovane alpinista cresciuto nel mito di un percorso leggendario e inviolato: i tentativi, le salite sui sentieri, le notti in bivacco, fino alla catartica liberazione della via.

Un filo rosso che si intreccia con le storie dei vecchi e dei nuovi protagonisti di queste montagne: da sempre portatrici di un’aura di mistero e in costante, e spesso tragico, cambiamento.

Il 13 settembre 2020 Gabriele Antonielli ha realizzato la prima libera di To.Mi.Ca, via di 160 metri aperta da Antonio Gialletti detto Toni, Michele Belia e Carlo Baccarelli al Pizzo del Diavolo, nel massiccio montuoso dei Monti Sibillini.

Il tracciato della via To.Mi.Ca al Gran Gendarme del Pizzo del Diavolo (Monti Sibillini). Foto: Antonio Palermi.

Erano passati quasi quattro anni dal terremoto che aveva colpito l’Italia Centrale. Alcune vie sulla parete nord del Pizzo del Diavolo avevano subito dei crolli mentre sulla parete nord-est questa via di roccia bellissima e solida era rimasta intatta, e continuava a rappresentare un problema irrisolto per gli alpinisti umbri e marchigiani.

Un lungo avvicinamento di 2 ore e mezza da Forca di Presta con tappa al rifugio Zilioli, allora ancora in fase di ricostruzione, per poi scendere alla valle dei Laghi di Pilato, porta ad una grotta/bivacco sotto al Gran Gendarme, la struttura più ad est del Pizzo del Diavolo che ha ospitato le notti di questi alpinisti e dove si trova l’attacco della via.

I primi salitori, Antonio Toni Gialletti, Michele Belia e Carlo Baccarelli nel 2011. Foto: Francesco Bastianelli.

Primo chiodo nel 1992. Nel 2007 sono stati chiodati dal basso i primi 4 tiri, gli ultimi due dall’alto hanno impegnato fino al 2011 gli apritori, dalle cui iniziali prende il nome la via To.Mi.Ca. È del 2014 la prima ripetizione di Francesco Cianconi e Alessio Gradozzi, con gli ultimi due tiri che vengono scalati in artificiale.

Gabriele Antonielli sulla quinta lunghezza di To.Mi.Ca al Pizzo del Diavolo. Foto: Francesco Benincasa.

Gabriele Antonielli ha iniziato nel 2017 ad avvicinarsi alla via approcciandosi al primo tiro assieme ad uno degli apritori. Poi a giugno 2018 ha realizzato la ripetizione dell’intera via per sondare l’impegno richiesto. Infine domenica 13 settembre 2020 Gabriele, con il compagno di cordata Andrea Frenguelli, ha realizzato con grande soddisfazione la salita scalando in libera tutti i tiri in giornata.

Relazione
L1: 7b (40 m) Bellissimo tiro. Placca tecnica con tacche e buchi svasi.
L2: 7a+ (20 m) Placca d’equilibrio. Roccia compatta su rigole.
L3: 5a (25 m) Tiro di collegamento con roccia a tratti instabile. 2 spit.
L4: 5b (15 m) Placca e diedro da ribaltare con vecchio dado incastrato e 1 spit. In entrambi i tiri di collegamento è consigliabile integrare le protezioni con friend medi.
L5: 7b+ o 7a A1 (30 m). Bellissimo tiro, roccia “supergrippante” e compatta con passaggi aleatori.
L6: 7c o 7a A2 (15 m). Tiro boulderoso che porta alla testa del Gran Gendarme.

Discesa
Calata in doppia lungo la via con soste attrezzate. La discesa a piedi dal Gran Gendarme è molto sconsigliata dopo i crolli causati dal terremoto del 2016.

Il film
Con Gabriele Antonielli, Alberico Alesi, Tonino Palermi, Paola Gigliotti, Samuele Mazzolini, Carlo Baccarelli, Michele Belia, Antonio Gialletti

Montaggio: Eros Pacini, Andrea Frenguelli
Fotografia: Mattia Mariuccini, Eros Pacini
Operatori: Pierpaolo Papini, Saverio Mannocci
Operatore in corda: Andrea Frenguelli
Dronisti: Francesco Palazzetti, Mattia Mariuccini
Color Correction: Marta Andreose
Visual effects: Alessio Mommi
Musiche: Offlaga Disco Pax e Cartridge Grain
Sound Design: Riccardo Menegon
Sound Mixer: Vanina Chiariello
Producers: Gabriele Antonielli, Daniele Berardi, Fulvio Colavero
Riggers: Matteo Bergamante, Daniele Berardi, Francesco Spinelli, Manuel Ristori
Field producer: Mauro Pierantoni
Belayer: Lorenzo Rossi
Sibillini crew: Matteo Antonielli, Iacopo Bomba, Federico Carucci, Rachele Castellucci, Andrea Cavanna, Giacomo Ficola, Giuseppe Luciani, Davide Passamonti, Noemi Polimanti, Benedetta Sisti, Manuel Tosti.
Medico: Antonio Vizioli
Coordinamento grafico: Ilaria Catrana
Assicuratore: Chubb easy solutions

Una produzione:
Postmedia / PostModernissimo

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“To.Mi.Ca” e le vie segrete della Sibilla ultima modifica: 2023-03-17T05:59:00+01:00 da GognaBlog

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25 pensieri su ““To.Mi.Ca” e le vie segrete della Sibilla”

  1. COMUNICATO STAMPA
    Anteprima nazionale
    “Tomica e le vie segrete della Sibilla”
    Un film di Andrea Frenguelli, con produzione PostModernissimo
    Martedì 13 giugno 2023, ore 21.30, Perugia
    Il documentario su una storia alpinistica dei Monti Sibillini a partire dalla prima
    ripetizione in libera della loro via più difficile: Tomica
    Martedì 13 giugno, alle ore 21.30, nello splendido scenario del cinema all’aperto dei Giardini del Frontone di Perugia (Borgo XX giugno) si terrà l’anteprima di “Tomica e le vie segrete della Sibilla”, un film documentario di Andrea Frenguelli che racconta un importante pezzo di storia dei Monti Sibillini, con la produzione del PostModernissimo primo cinema di comunità in Italia. La proiezione, in anteprima nazionale, vedrà la partecipazione del regista e dei protagonisti del film.
    Prendendo spunto dalla prima ripetizione in libera della sua via di arrampicata sportiva più impegnativa – Tomica – affacciata sui laghi di Pilato, nel cuore del Parco Nazionale, il film segue le mosse di Gabriele Antonielli, giovane alpinista cresciuto nel mito di un percorso leggendario e inviolato: i tentativi, le salite sui sentieri, le notti in bivacco, fino alla catartica liberazione della via sul Gran Gendarme. Un filo rosso che si intreccia con le storie dei vecchi e dei nuovi protagonisti di queste montagne, da sempre portatrici di un’aura di mistero e in costante, per quanto spesso tragico, cambiamento.
    Oltre a Gabriele, tra i protagonisti del film anche Alberico Alesi e Tonino Palermi, figure storiche dell’esplorazione dei Sibillini, tra i pionieri dell’alpinismo ascolano moderno, nel solco della storia della sezione di Ascoli del CAI. Il primo è l’autore della più importante guida dei Sibillini e fondatore della storica Società Editrice Ricerche, l’altro del sito AUAA – riferimento per le relazioni alpinistiche classiche e non. Il film si racconta anche attraverso il prezioso archivio di Paola Gigliotti, apritrice di vie invernali sui Sibillini negli anni ‘70 e ‘80, scrittrice e fotografa, che in oltre vent’anni di alpinismo ha raccolto documenti, fotografie, scritti e leggende, preservando una memoria ai più sconosciuta. Nel film anche Samuele
    Mazzolini, accademico del CAI e Istruttore Nazionale di Arrampicata Libera, e Carlo Baccarelli, precursore dell’arrampicata sportiva in Umbria e fondatore della più antica palestra di arrampicata di Perugia – la Tacche e Svasi Climbing Club – ma soprattutto è il chiodatore di Tomica insieme ad Antonio Gialletti e Michele Belia.
    Il regista Andrea Frenguelli è documentarista indipendente ed esercente cinematografico.
    Vive tra Perugia e Roma, dove si alterna tra il lavoro di filmmaker aziendale e la gestione di PostModernissimo, il primo cinema di comunità in Italia. Istruttore sezionale della Scuola Intersezionale Umbra di Alpinismo Giulio Vagniluca, collabora con magazine come Up Climbing e Appennino TV ed è selezionatore del Trento Film Festival.
    “Tomica e le vie segrete della Sibilla” non tratta solamente la salita in arrampicata libera di una via difficile in ambiente, né si limita ad una lista asettica di personaggi del passato. Il film è l’occasione per dare voce ad un territorio che negli ultimi decenni ha vissuto cambiamenti epocali, sia dal punto di vista ambientale che antropologico, partendo dalla sua storia alpinistica per immergersi nelle storie di quegli uomini e di quelle donne assetati di avventura e appassionati dei Monti Sibillini.
    Una produzione PostMedia / PostModernissimo
    In collaborazione con Scuola intersezionale umbra di Alpinismo “Giulio Vagniluca”, CAI Perugia, Sezione CAI Ascoli, Gruppo Speleologico CAI Perugia, Parco Nazionale Monti Sibillini e con il contributo di CAI – Club Alpino Italiano – Centro di cinematografia e cineteca, RRTREK – Il Rifugio Roma
    Per organizzare una proiezione
    tomicadoc@gmail.com
    3662449466
    Ufficio Stampa / Chiara Caporicci
    tomicadoc@gmail.com
    3398145712

  2. 1) riguardo al monte Bove, ricordiamo con affetto Giulio Vagniluca del CAI Perugia, che dell’esplorazione invernale del Bove fece una missione

  3. No, Mastronz*. Non stavo parlando come se il blog fosse mio.
    Stavo disapprovando Andrea per il suo asterisco, ma in tono ironico. Anzi, scherzoso.
    Tutto qui.
     
    Non l’avevi mica capito?

  4. Bertoncelli al #9

    […] chi usa asterischi e scevà nel GognaBlog verrà condannato alla fustigazione: trenta nerbate nella schiena. N.B. In caso di u finale le nerbate aumentano a quaranta.

    parla come se il blog fosse suo.
    Buona serata a tutti, a tutte, a tutt*, a tuttə e a tuttu.

  5. Matteo, se ti vuoi comportare in modo civile, devi imparare a non offendere. 
     
    … … …
    Tu non accetti chi pensa in modo diverso da te, e lo insulti. Questo ‒ già te lo dissi tempo fa ‒ è un comportamento tipico del fascistello.
    E io detesto i fascisti, che siano neri, rossi o del tuo colore.
     
    Approfittando della tolleranza del GognaBlog, tu però certamente insisterai a insultare, per di piú nascondendoti dietro all’anonimato.
    Da ciò si capisce che uomo sei.

  6. “Sono stato chiaro? Mi hai capito? Sono stato sufficientemente libero?”
    No, in effetti chiaro no, però ci hai aiutato a fare un deciso passo avanti nella comprensione del tuo livello intellettivo

  7. Se l’unica cosa su cui riuscite a concentravi è un dannatissimo asterisco invece del film che sta per essere presentato e di cui parla l’articolo direi che dovreste ridefinire le vostre priorità.

  8. @Fabio, guarda penso di aver intuito comunque, nonostante il cripticismo.
     
    checché tu ne voglia dire, un asterisco alla fine di una parola perfettamente comprensibile non ne altera il significato, e lo sai benissimo. Ti sembra che io parli un italiano scorretto? Chiedo, così tanto per sapere. Dico un sacco di parolacce per carità, ma sulla costruzione grammaticale o sintattica mi sembra di cavarmela, n’est pas?
     
     

  9. Agnese, in nome della libertà personale, che tu giustamente sostieni ma che con la lingua italiana c’entra come i cavoli a merenda, ti dirò:
    “Mi a***e r***u i/le m****ə”.
     
    Sono stato chiaro? Mi hai capito? Sono stato sufficientemente libero?

  10. Ma mi avete visto per caso usare gli asterischi? mado’ ho parlato per 146 commenti nell’altro post e non ho usato l’asterisco mezza volta.
     
    Siccome io sostengo la libertà personale finchè non va a danneggiare quella altrui, non vedo perché prendersela con chi usa asterischi o schwa. Ma che ve ne frega? Non li usate e basta. 
    sì siete voi quelli che rompono il cazzo perché nessuno vi impone un nuovo modo di scrivere o di esprimervi, voi invece vorreste imporre la vostra volontà a chi usa queste espressioni perché vi danno fastidio.
     

  11. Quando presento film, miei o di altr, dico volentieri “tutte e tutti”, una semplice forma di rispetto e cura della platea, mentre sul web utilizzo forme contratte per pura praticità.In ogni caso, usi e costumi – come la lingua o l’alpinismo – oggi evolvono velocemente e a volte in maniera spaventosa per alcuni…ma meno male, dico io. Altrimenti staremmo ancora a piantare bandierine sulle vette.
     
     
     

  12. Quando Andrea presenterà a voce il film, come dirà “Buonasera a tutt*”? Sono curioso: come si pronuncia l’asterisco?
     
    … … …
    Agnese, a me sembra proprio che siate voi a “rompere le palle” con l’asterisco, con lo scevà, con la u finale. Beninteso, oltre a violentare la lingua italiana in modo demenziale.
     
    N.B. Le “palle” e la “minchia” le hanno solo i maschi. Tu, sei vuoi rispettare il linguaggio corretto di genere, devi dire: “Non rompete le ovaie”.
    Altrimenti sei maschilista. Ti pare?

  13. Si si, diventiamo come tanti burattini solo per non scassare la minchia. Mi sembra un’ottima idea.

  14. Bravo Andreeeeeee 💙💙💙
     
    e non rompete le palle co’ sti asterischi suuu. Non vi piacciono? Non li usate! E non state sempre a scassare la minchia dai!

  15. 8) ti piacerebbe se il tuo nome venisse scritto così: Andre*?
     
    Visto che è sia maschile che femminile.
     
    Robe da matti. È incredibile quando si scopre che a certe minchiate sociopolitiche che sembrano inesistenti, corrisponde una realtà.  E pure nell’alpinismo, attività e filosofia di vita che dovrebbe prescindere da ogni dettaglio che non abbia un’enorme valenza pratica.

  16. Caro Andrea, ti informo che chi usa asterischi e scevà nel GognaBlog verrà condannato alla fustigazione: trenta nerbate nella schiena.
     
    N.B. In caso di u finale le nerbate aumentano a quaranta.

  17. Ciao a tutt* e grazie per l’interesse e i bellissimi commenti.
    Il film è in fase di postproduzione e dovremmo presentarlo nel mese di maggio. Da lì in poi lo porteremo in tour ovunque richiesto, contattatemi pure per organizzare una proiezione alla mia mail: ndrfrenguelli@gmail.com
     

  18. Via breve e a quanto pare fantastica. Ma si tratta comunque di un alpinismo di niccha.Sarebbe bello parlare anche del massicico del Gran Sasso, dove esiste un mondo e una storia alpinistica da reggere il confronto con le Dolomiti. 

  19. Che bello! Non sono un arrampicatore, ma solo un camminatore, però questo film sulle mie montagne non me lo faccio sfuggire.

  20. Finalmente anche i miei monti e il ricordo di vie che ho fatto anche io.
    Non certo quelle che hanno visto impegnati i protagonisti, non ho vergogna a dire di non andare oltre il V, con qualche passaggio di VI di cui mi hanno sempre detto dopo, i miei compagni più esperti, vedendomi stralunato…
    Vedrò assolutamente questo film, che illustra la roccia dei Sibillini, poco conosciuta dai più, ma che può offrire storia e ancora molti problemi irrisolti, soprattutto sul Bove.

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