Truppe elitrasportate germaniche

A dispetto dei nostri timori, delle nostre denunce e del più elementare buonsenso, la pratica dell’eliski si diffonde a macchia d’olio. Una piaga alpina che, se continuerà a questo ritmo di propagazione, infetterà senza remissione ogni angolo remoto. E’ con grande dolore, e profondo senso di nausea, che questo Gogna Blog si vede costretto ancora una volta a tornare sull’argomento.
Rifuggirne sarebbe irresponsabile, un guardare dall’altra parte al cospetto di un delitto. Mi scusino i lettori, avrei davvero evitato (almeno questa settimana…).

Truppe elitrasportate germaniche
con il contributo di Giuseppe Miotti

“Der über 20 Landeplätze in der einzigartigen Bergwelt des Valmalenco”… Si stanno preparando quattro uscite di eliski in zona Alpe Arcoglio e Val Giumellino, senza guida o con “guide” austriache, nelle sole due vallecole fuori dall’area SIC. Stiamo pensando a una pacifica invasione dei luoghi. Saresti dei nostri? Avresti voglia di divulgare? E’ per il 1 febbraio 2015, tutti assieme all’Alpe Arcoglio e al Sasso Bianco!

Foto d’epoca dell’Alpe ArcoglioTorreSMaria-foto epoca_arcoglio

Considerata l’esiguità dei dislivelli e il programma destinato a ottimi sciatori, che si infilano a tutta nei brevi couloir del Monte Canale, questo significa molte centinaia di rotazioni!
Tutto ciò compromette qualsiasi altra fruizione di una delle zone più note e frequentate della Valmalenco d’inverno, con la super classica conosciuta da ogni scialpinista lombardo: la salita al Sasso Bianco.
Insomma, per il facile divertimento di pochi, pochissimi, che insozzano questa montagna, senza conoscere nulla di questa valle, ci priviamo di uno dei nostri luoghi migliori e allontaniamo i veri e duraturi appassionati.
In cambio di cosa?

Sulla pagina http://www.yellowtravel.net/ski-snowboard-2012/trips/heliski-italien.html potete trovare in lingua teutonica i particolari.
Per 1.050 euro a testa, il partecipante ha diritto a:

– due pernottamenti in un lussuoso e “stellato” hotel nei pressi di Sondrio;
– due cene gourmet;
– quattro voli in elicottero;
– altre cose minori che qui non interessano.

Segnatevi le date infauste:
HELIVAL1501: dal 27 febbraio al 1 marzo 2015
HELIVAL1502: dal 13 al 15 marzo 2015

Se invece, non contenti, si vuole anche essere accompagnati da un grande professionista, allora
http://www.yellowtravel.net/ski-snowboard-2012/trips/heliski-pro.html
il prezzo sale a 1.190 euro.

L’agognato accompagnatore figo è Mathias „Hauni“ Haunholder, di Walchsee/Tirol, che non risulta però essere guida alpina, bensì solo “Freeride Pro und Skiführer”, cioè freerider professionista e Maestro di Sci.

Ecco le date:
HELIVALPRO1501: dal 20 al 22 febbraio 2015
HELIVALPRO1502: dal 6 all’8 marzo 2015

 

Montagna violata
di Michele Comi, guida alpina di Valmalenco

Il 18 gennaio 2015 il sindaco di Torre Santa Maria mi ha confermato che, d’intesa con l’amministrazione di Chiesa Valmalenco, è stato deciso di accogliere e avallare per l’inverno in corso la pratica dell’eliski nell’area di Arcoglio e Val Giumellino, proposta da una non ben identificata organizzazione, in nome di un presunto ampliamento e miglioramento dell’offerta turistica in loco (che si aggiunge agli incursori aerei germanici, vedi sopra), che già fanno della Valmalenco terra di conquista.

In questo modo i primi e storici campi da sci della Valmalenco, nonché santuario degli scialpinisti lombardi, faranno un balzo nella modernità, producendo chissà quali ricadute economiche per l’intera comunità.

Non occorre scomodare fiumi di parole e argomentazioni note a tutti per cogliere il pauroso salto nel buio che aggiunge tristezza a una montagna ancora una volta violata.

Non stupisce che Chiesa Valmalenco, ormai avvezza a ogni nefandezza, possa aver dato il suo benestare senza pudore… ma che anche Torre S. Maria, nella sua piccola e ben conservata dimensione autentica di montagna vera, abbia dato il suo appoggio e benestare porta tristezza.

Con queste premesse l’annuale raduno per appassionati skiatori Arcoglio-Torre, che racconta una montagna consapevole e responsabile, umana, in stretto contatto con la natura, qui non potrà più trovare casa.

PS. Se altre località helifree lo vorranno, la formula del raduno Arcoglio-Torre potrà forse trovare una nuova casa. Vedi http://www.stilealpino.it/arcoglio-torre/.

L’Alpe Arcoglio    TorreSMaria-nel bianco

 

 

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Truppe elitrasportate germaniche ultima modifica: 2015-01-21T07:00:54+01:00 da GognaBlog

12 pensieri su “Truppe elitrasportate germaniche”

  1. 12
  2. 11

    Grazie Luca. Fatto salvo che non sono senza macchia, ben oltre che per quanto giustamente metti in elenco, mi dai l’opportunità di precisare che la prospettiva che cercavo di mettere in evidenza è ben rappresentata da una nota vignetta dove, una persona sta segando il ramo sul quale è seduta. Quella vignetta rappresenta compiutamente quanto cercavo di esprimere. È quella la direzione verso la quale il treno del produttivismo, del profitto come logica dal valore assoluto, dell’edonismo, della fideistica adesione alla tecnologia come espressione del vero progresso, ci sta portando a gran velocità.
    Una volta descritta, rappresentata, quella prospettiva, è facile accedere all’altra. In questa seconda, a mio parere da tenere in considerazione con tutta la serietà possibile, la Terra non è concepita come “nostra”, come infinita, ma come Madre. In questo caso nessuno si taglierebbe il ramo per via di una concezione di cui non è consapevole.
    Emersa anche la seconda prospettiva, può essere utile accennare che dire “concepita” allude a richiamare di prendere, di arrivare a prendere in esame l’origine delle nostre convinzioni. Spesso soggette a spinte educative, convenzionali, di comodo, create da altri e bevute da noi. Una volta riconosciute ci permettono di emanciparcene e di poter quindi formulare posizioni e scelte autonome.
    Ecco le due direzioni sarebbero queste.
    Fatto salvo che forse nessuno è senza contraddizioni, stare da una o dall’altra permette la creazione di realtà, di mondi di società, di relazioni differenti. Sempre ammesso che il treno faccia in tempo a fermarsi prima del baratro verso il quale è lanciato solo perché non ci eravamo accorti che quei valori prima elencati in cui abbiamo sempre creduto non erano così innocui.
    Non si tratta quindi di spopolare la montagna si tratta di riconoscere che tot persone inconsapevoli che la frequentano realizzano un danno maggiore dello stesso tot consapevole che dire Terra è dire Madre. Quello stesso tot consapevole potrà rinunciare alla soddisfazione della salita, provando però soddisfazione nella rinuncia. L’altro tot, quello inconsapevole di cosa sia la Terra, redecerà con rammarico e quel rammarico farà una realtà individuale e sociale peggiore di quanto possa fare la soddisfazione dell’altro.
    Un’ultima cosa.
    Non credo che l’esperienza sia trasmissibile*, credo sia ri-creabile. Accenno a questo perché non v’è alcun intento proselitico in me, semmai provocatorio, affinché sia “tu” – ammesso ne abbia le motivazioni – a ri-creare gli elementi utili per riconoscere cosa stavo cercando di dire. Se ti convincessi a parole, saremmo ancora al punto delle concezioni inconsapevoli. Grazie per l’attenzione. (*a parte quella tecnica)

  3. 10
    LUCA says:

    Lorenzo, io domino già la natura con le pelli di foca (non scivolo, vinco su di lei); secondo quello che leggo, che probabilmente fatico a capire, non vedrei altra soluzione che lo spopolamento della montagna e delle sue attività ludico-sportive.
    Stiamo giù e guardiamo in su, ma senza binocolo.

    “la montagna-giostra, da consumare, della quale non curarsi se non per i nostri privati interessi” la posso riferire al tuo lavoro (sei guida alpina giusto?), che non so se è “ex” a questo punto. L’associo non solo all’heliski ma a tutto. Se hai portato clienti su itinerari attrezzati permanentemente per “privati interessi” ho lo stesso pensiero.
    Non sono queste “logiche del profitto” personale?

  4. 9

    Scambiare l’emorragia per graffio.
    L’eliski non fa più danno all’ambiente di quanto possa fare un trattore. Il danno sta nei valori che necessariamente implica: la montagna-giostra, da consumare, della quale non curarsi se non per i nostri privati interessi.

    L’uomo non è proprietario della Terra né ha diritto a dominare la natura. Prenderne coscienza implica il primo passo per tornare ad essere Natura, Terra, quindi a creare idee emancipate dall’interesse personale, in armonia con il galleggiamento della barca che porta la vita, olistiche, in una sola parola. 

    La visione antropocentrica dell’ecologia è invece un palliativo in quanto ancora soggetta all’economia del profitto, buona solo per prolungare l’agonia del pianeta.

    Per questo non è opportuno accreditare l’idea che qualche rotazione “cosa vuoi che faccia?”. Curarsi della Terra in quel modo è come non curarsi dell’alimentazione pensando che le malattie ne siano indipendenti, o come credere che per risolvere i problemi di salute ci si debba rivolgere esclusivamente ai farmaci, incapaci perciò di riconoscere che sono proprio loro una causa dei problemi.

    L’emorragia di bellezza e armonia che questa cultura ci ha consegnato è da riconoscere e quindi da interrompere ma, finché la logica del profitto avrà le mani sul timone, non arriveremo neanche all’ultima spiaggia.

    “Non sono un deista,
    ma credo fortemente che quell’oceano sia vivo.
    Ho detto qualcosa di religioso?”
    (Gregory Bateson, Mente e Natura)

  5. 8

    Farò il possibile per esserci, in Piemonte la situazione eliski diviene ogni giorno più complicata e difficile. Detto questo però vorrei capire lo spirito del raduno. Una pelllatina in amicizia e goliardia o anche qualcosa di più pratico?

  6. 7
    Luisa says:

    Chiedo scusa, vedo ora che l’evento facebook c’è. …Perdo colpi…

  7. 6
    Luisa says:

    Io ci sarò, unitamente al consorte.
    E’ possibile creare un evento Facebook che funga da punto di riferimento organizzativo? (ritrovi, autoorganizzazione di gruppi per l’avvicinamento automobilistico, etc.)?

  8. 5

    Come ho già avuto modo di esprimere più volte, personalmente non sono favorevole alla pratica dell’elisky come moltissimi altri colleghi. Non l’ho mai praticato né proposto.
    Ebbi modo di discutere di persona con Alessandro Gogna sull’argomento Guide-Elisky qualche mese fa ed espressi chiaramente che a mio avviso, mettere o favorire la rotta di collisione all’interno della categoria non era un passo avanti verso la sensibilizzazione e la creazione di una cultura di rispetto dell’ambiente non solo tra le guide ma anche tra i frequentatori/consumatori dell’alpe in senso puramente ludico.
    La bomba è esplosa come dice Andrea Savonitto, bene, parliamone.
    Ma parliamone senza accusare o denigrare perché non è sparando a zero come molte volte è accaduto nei commenti che si troverà una soluzione soddisfacente, anzi tutto ciò porta ad una chiusura in difesa, visto anche che se la crisi esiste, per un’attività come la nostra il problema è anche più sentito per diversi e abbastanza ovvi motivi.
    La libertà di gestione che esula dalla “sicurezza” del posto fisso crea non pochi dubbi sul futuro di ognuno di noi e tirare avanti credendo ancora in ciò che ti ha portato a mollare tutto e buttarti a capofitto in questo mondo, spesso vacilla.
    Non è un “pianto greco” il mio ma un chiarimento su ciò che spesso neanche viene valutato a causa di una falsa immagine della guida che viene vista sotto una luce che non gli appartiene o quantomeno non gli appartiene più da molto: René Desmaison lo descrive molto bene nel suo “Professionista del vuoto” .
    Le guide su questo blog ed anche in altri spazi, hanno già fatto molti passi avanti nella comunicazione al di fuori del proprio piccolo ambiente . Una categoria per sua natura chiusa in sè stessa, estremamente individualista, perché così è la nostra professione. Non vi sono corporativismi in senso stretto in quanto la nostra stessa attività è altamente soggettiva e non prevede uno scambio che vada oltre la comunicazione di informazioni.
    Un’occasione come quella proposta, può essere un altro passo avanti verso una presa di posizione nei confronti della salvaguardia ambientale, che nel nostro piccolo, credo già tutti portiamo avanti, magari solo raccogliendo e riempendo lo zaino di bottiglie vuote (la mia macchina spesso assomiglia ad un immondezzaio di lattine, carte di cioccolata e bottiglie di pet), cordoni di sosta tagliati e buttati sui ghiaioni ecc.
    Aderisco volentieri a questa iniziativa e spero di vedere sul posto molti dei miei colleghi, questo perché come detto, può essere un ulteriore passo avanti, ma come ben fa notare Mario Vannuccini, non è il solo ed il più mefitico dei mali… e come già più volte ho avuto modo di commentare, non credo sia puntando l’indice contro un’unica situazione che si risolverà il problema.
    Intanto questa, ma continuo a reputare indispensabile la creazione di incontri e dibattiti più o meno pubblici di sensibilizzazione, che escano dai limiti del virtuale. Organismi atti a fare ciò non ci mancano, facciamoli “girare” utilmente.

  9. 4

    Premesso che, come già in altri post pubblicato, io ( e credo la Norma) ritenga la sola figura professionale della Guida Alpina atta e formata all’accompagnamento di gente in Montagna,fuori dalle piste organizzate per lo sci alpino, con qualsiasi style e quindi con qualsiasi mezzo anche nel contesto attuale di “deregulation” della pratica, che anche io reputo invasiva, del heliski…..Mi permetto, e so che qualsiasi cosa possa dire innescherà polemica, di esprimere il mio pensiero poiché ritengo che il gesto, per certi versi “talebano”, del collega Popi Miotti meriti tutta l’attenzione sincera di ogni persona che abbia a cuore la Montagna, al di la dei corporativismi tipici delle Associazioni professionali ora “ferite” dalla presa di posizione del (ex?) collega. Anche il Collegio del resto s’è permesso di avvallare un corso di formazione all’accompagnamento con l’uso dell’elicottero senza, che io sappia, un preciso mandato deciso nelle proprie opportune sedi democratiche.
    Sicuramente verrà mossa la critica che simili diatribe tra professionisti vadano lavate in casa durante le assemblee di categoria e se inizialmente potevo essere d’accordo su questa forma di autocontrollo ora che la “bomba culturale” è esplosa e “agnelli e caimani” si sentono autorizzati a sparare sentenze che ci toccano….Come restare fuori a qualsiasi confronto,col ferro caldo piantato nel basso ventre? Anche esiti recenti di gite organizzate in quello style lo richiedono.
    L’inciampo c’è e sicuramente va discusso. La levata di scudi di per se è inutile. La “cultura della Montagna” così si plasma e così si diffonde, nel confronto di idee diverse ciascuna dotata dei propri titoli e contenuti. Vivere in una bolla autoreferenziale capace solo di snobbare quanto intanto “passa” in rete non credo sia un modo intelligente,ne attuale, da parte della categoria cui appartengo per crescere,confrontarsi su stimoli vecchi e nuovi, formarsi. Così faccio un mio appello ai Colleghi affinché escano dal guscio,ora, contribuendo a fare chiarezza. Se possibile.

  10. 3
    mario vannuccini says:

    Pur essendo contro l’eliski da sempre (non ho mai praticato eliski, eliclimb o quant’altro),
    ribadisco ancora una volta (come ho già fatto su facebook), che fare i “verginelli” nei confronti di Arcoglio forse è eccessivo…
    La famosa “super classica conosciuta da ogni scialpinista lombardo: la salita al Sasso Bianco” di cui scrive Popi, è di fatto impercorribile nei week-end invernali a causa delle motoslitte, numerose, che solcano i pendii con molte “rotazioni” arrivando senza problemi fino in vetta. Provare per credere (ma solo se proprio avete una gran voglia di farvi una bella respirata di aria sana!)
    Per comprendere la portata del fenomeno basta riportare le parole dello stesso Comi, che una volta all’anno organizza un raduno sci alpinistico lassù: per quel giorno e solo per quel giorno lo stesso Comi ha ottenuto che le motoslitte lassù non ci siano… Per gli altri week-end innevati chiudiamo un occhio, da qualche parte dovranno pur andare i suoi amici cingolati… Queste le parole di Comi:
    “le moto le conosco, eccome!
    e l’unico modo pe risolverlo è partire dal basso… dagli indigeni
    strillando da fuori si ottiene poco
    per questo un seme è stato gettato con l’arcoglio-torre (il raduno sci alpinistico una volta l’anno di cui sopra, ndt) dove quasi tutti sono locali e dove almeno per quel fine settimana non si muove un cingolo…
    mentre per gli elicotteri, per fortuna gli indigeni al momento si accontentano della polaris, per cui va strillato forte il disappunto mic”
    OKKIO alle strumentalizzazioni
    Mario Vannuccini – Guida Alpina

  11. 2
  12. 1
    Alessandro Gogna says:

    Riporto qui di seguito il comunicato ufficiale di CIPRA Italia (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi)

    Fermiamo l’eliski: con una legge di regolamentazione nazionale
    La recente clamorosa decisone di Giuseppe Miotti di dimettersi dall’Associazione delle Guide Alpine Italiane, in polemica con l’accondiscendenza verso la pratica dell’eliski da parte di questa e con l’attribuzione del patrocinio ad una manifestazione di free ride da parte del Collegio delle Guide Regionali Lombarde, ci offre lo spunto per tornare a sollecitare una rigorosa normativa a livello nazionale in materia di sorvolo a bassa quota degli elicotteri (non solo eliski) per scopi ludici. Mentre negli altri Paesi alpini l’utilizzo ludico dei velivoli a motore o è vietato o è seriamente regolamentato, in Italia vige una sorta di deregulation dove ognuno fa, impunemente, quello che gli pare. Si aggira il divieto perfino nelle Province Autonome, e nemmeno nelle aree protette si riesce ad ottenere il silenzio dei rotori.
    Non esiste altra attività “sportiva” che vada a beneficio di così poche persone e che invece rechi disturbo a molti. Per il trasporto in alta quota di poche persone, un’intera valle è costretta a subire per molte ore il rumore di un elicottero. Per la fauna selvatica, specie nel periodo invernale, il rumore dell’elicottero può essere fatale o provocare l’abbandono dei quartieri di svernamento verso aree meno appropriate. L’apparizione dell’elicottero – spesso improvvisa – provoca la fuga precipitosa degli animali che, in preda al panico, percorrono grandi distanze con un elevato dispendio di energia.
    Sappiamo che la stragrande maggioranza delle guide alpine non pratica eliski e che le ricadute economiche di questa attività sono del tutto marginali; anzi, laddove questa viene praticata aumentano proprio le lamentele dei turisti che in maniera crescente si avvicinano alla montagna invernale in modo silenzioso, con ricadute positive per le stesse guide oltre che per gli operatori economici del territorio montano. Per queste ragioni CIPRA Italia, anche a nome delle associazioni aderenti, torna a sollecitare il Parlamento affinché venga seriamente disciplinato a livello nazionale il sorvolo con velivoli a motore in zone di montagna.
    Riteniamo possano essere presi in considerazione e tenuti come base del confronto i disegni di legge che nel 1998 erano arrivati ad un passo dalla approvazione e che avevamo in gran parte condiviso. CIPRA Italia è disponibile a riprendere un confronto serrato, urgente, che porti il nostro Paese a regolamentare con efficacia l’attività degli elicotteri in montagna.
    Dopo Miotti, al quale va tutto il nostro apprezzamento, auspichiamo che anche altre guide alpine – e meglio ancora sarebbe se lo facesse l’associazione che li rappresenta – prendano il coraggio di venire allo scoperto e denunciare l’insensatezza di attività come l’eliski che fanno della montagna un banale lunapark ad uso e consumo dei turisti per lo più inconsapevoli dei danni e dei pericoli che il loro divertimento provoca.

    Torino, 20 gennaio 2015

    CIPRA Italia – Il Consiglio Direttivo

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